Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: jaki star    25/08/2015    1 recensioni
Ad ogni persona corrisponde sempre una canzone.
Cosa potrebbe succedere se affiancassimo i meravigliosi capolavori Disney al mondo di Fairy Tail?
Per ogni coppia ed ogni personaggio, una canzone!
Gale - Uno sguardo d'amore
Gerza - Baciala
Gray Fullbuster - Ce la posso fare
Ur ed Ultear - Sei dentro me
Leo ed Aries - Sei un briccone
Lucy Heartphilia - Riflesso
Elfman Strauss - Farò di te un uomo
Lluvia Locksar - Parte del mio mondo
Elfever - Ti vada o no
Gerard Fernandes - Via di qua
Silver & Gray Fullbuster - Lui vive in te
Gale - Storie
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Lluvia, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 


Gale ~ Storie






 
Gajeel.

Gajeel Redfox.

Quel nome continuava a rimbombarle in testa: qualsiasi cosa facesse, qualsiasi cosa tentasse di fare, un rossore crescente le dipingeva il viso.
Non era passato molto dalla loro avventura nel mondo degli spiriti stellari, ma anche se fossero passati mesi, Levy McGarden sarebbe stata ugualmente imbarazzata a morte: con la testa fra le nuvole passeggiava per le vie di Magnolia, incurante del freddo che provocava le lamentele dei suoi concittadini. La minuta ragazza si lasciò sfuggire un sospiro, alzando gli occhi scuri al cielo: dalla fatidica ed invadente ultima domanda del quiz contro Caprico, la sua vita tranquilla non era più stata la stessa. Ovviamente molti suoi nakama erano venuti a sapere del suo piccolo segreto e le sue amiche non avevano fatto altro che amplificare sempre di più la cosa, cercando ogni possibile ed improbabile traccia di gossip. A parte la discrezione di Wendy, Lluvia ed Erza, le altre ragazze si divertivano a trovare mille e più modi per avvicinarla al suo amato, creando il più delle volte situazioni imbarazzanti e fastidiose, specie per il misterioso principe azzurro.

“Ma come ho fatto a cacciarmi in una situazione simile?” mormorò, stringendosi nel cappottino grigio chiaro: persa completamente nei suoi pensieri, non si accorse della persona che le stava venendo incontro, immersa come lei in strane fantasie. Lo scontro fu inevitabile: la piccola Levy cadde a terra, atterrando non molto gentilmente sul sedere. Un soffocato gemito di dolore lasciò le sue labbra, mentre strizzava le palpebre.

“Ci mancava solo questa…” mormorò, cercando di riprendersi dalla sua ennesima figuraccia.
“Oh, scusami Levy! Ero distratta!” una ragazza avvolta in una lunga giacca marrone sorrise rassicurante, tendendole la mano: Levy spalancò gli occhi, riconoscendo la voce di una delle sue migliori amiche.
“Erza!” esclamò, accettando l’aiuto “Scusami tu, avevo la testa altrove: come mai sei qui?”.

La domanda così spontanea della piccoletta ebbe il potere di rendere la pelle della grande Titania in tinta con i suoi capelli scarlatti: la scripter inclinò il capo, incuriosita dalla reazione dell’amica.

“Bè, ecco io…” farfugliò la rossa, cercando una via di fuga da quello scomodo quesito “… Dobbiamo parlare, Levy”.




 
“Ah, e così… Stai cercando un regalo di Natale” Levy sorrise maliziosa, scrutando una Erza stranamente silenziosa: quest’ultima annuì, con le gote imporporate.
“Vedi Levy, questo… E’ un regalo speciale: non sono abituata a farne, per questo mi trovo un po’ spiazzata…” sulle labbra della rossa comparve un sorriso impacciato, fin troppo tenero per una come lei.

Ma dopotutto, pensò la McGarden, Erza era una donna… Ed un certo uomo di nome Gerard Fernandes le aveva indiscutibilmente rapito il cuore.

“E tu? Come mai quell’aria persa?”.

Oh.

Levy arrossì a dismisura, chiudendosi improvvisamente a riccio: sprofondò il viso arrossato nella morbida sciarpa azzurra, cercando disperatamente di sparire dalla vista della compagna.

“Levy, non è un male o un motivo di vergogna: quello che provi nei confronti di Gajeel non ha nulla di sbagliato, sai?” il tono di voce di Titania si era fatto incredibilmente dolce, riuscendo a guadagnarsi l’attenzione della piccola maga.
“Erza… Tu dici che può esserci qualche speranza? Ma io… Proprio io, innamorata di uno stupido orso rozzo ed ignorante? E poi, che gli interessa di una tavola da surf in miniatura?” Levy sprofondò di nuovo nel tessuto lanoso della sciarpa, continuando a camminare come un automa sui marciapiedi lievemente innevati: Natale era più vicino di quanto si potesse immaginare e la coltre bianca che ricopriva Magnolia ne era una valida testimonianza.

Erza si concesse qualche minuto di silenzio, ammirando una vetrina riccamente decorata: i suoi occhi castani erano fissi su qualcosa di indeterminato, come  a cercare una soluzione ai problemi della compagna.

“Non possiamo scegliere di chi innamorarci, però possiamo decidere cosa fare per conquistarli” la rossa guardò l’amica, sorridendo “So che per la situazione amorosa in cui mi trovo non sono un buon esempio, ma… Perché non gli fai un regalo?”.

Levy si bloccò, fissando sconvolta la nakama: che?!

“Un… Un regalo?” ripeté timidamente, indecisa sull’utilità di quell’ipotesi: sul serio un regalo sarebbe potuto servire ad avvicinarli?
“Sì, un regalo: siamo a Natale, no?” lo sguardo di Erza perse tutto il romanticismo di poco prima, acquistando una luce decisa “Ti aiuterò io! Non sarei la grande Titania se non riuscissi ad aiutare una cara amica!”.

E, prima che potesse ribadire, la povera Levy venne trascinata in una caccia al tesoro più difficile di quello che pensasse.
 

Devo superare la sua diffidenza, ci sarà il modo di entrare in confidenza
Stargli un po' vicino parlargli a tu per tu, l'amicizia è importante se la vivi un po' di più
 


“Niente?”
“Niente di niente”.

Levy scosse il capo scoraggiata, sedendosi su una panchina: Erza la guardò dispiaciuta e pensierosa, pensando ad una maniera per aiutarla. Si guardò in giro, cercando di adocchiare qualche negozio che non avessero già esaminato da cima a fondo: nemmeno lei aveva trovato qualcosa per Gerard ed era davvero a corto di idee, tuttavia questo passava in secondo piano ogni volta che incontrava il viso affranto della Scripter.
La rossa si portò una mano al mento, fissando la nakama: dopo poco un sorriso enigmatico le affiorò alle labbra piene e ben delineate.

“Perché non ne parliamo davanti ad una bella tazza di cioccolata? Magari ci dà qualche spunto!”.

Levy sollevò gli occhi sulla figura dell’amica, interrogativa: il luccichio inquietante delle iridi di Titania la convinse a seguirla senza porle troppe domande.
 


“Oh, è davvero squisita!”.

La piccola McGarden non riuscì a trattenere un sorrisetto rassegnato: nonostante l’ora della merenda fosse passata già da un po’, la grande Erza Scarlett non poteva rinunciare alla sua fetta di torta pomeridiana e così, con il pretesto di riposarsi dopo l’estenuante ricerca, l’aveva trascinata in quella pasticceria calda e straripante di dolci.
Levy sorseggiò appena la cioccolata, aspettando che la compagna finisse di gustarsi la prelibatezza di panna e fragole: sapeva che, fino a quando non avesse finito con calma di mangiare, non le avrebbe dato retta. Con un sospiro abbassò gli occhi, osservando con scarso interesse la panna che galleggiava sulla sua bevanda: dubitava fortemente che, alla fine di quella giornata, sarebbe riuscita a trovare qualcosa di interessante.
Forse doveva solo arrendersi all’evidenza: quello scimmione non l’avrebbe mai notata né considerata più di un’amica e le conveniva cambiare orizzonte per non finire intrappolata nella temibile Friendzone.

“Pensavo a qualcosa che potresti costruirgli tu”.

La voce di Erza arrivò tanto inaspettata quanto folgorante: Levy alzò gli occhi sulla compagna, che si stava pulendo le labbra con un tovagliolo.

“Come hai detto, scusa?” domandò incredula la piccola Scripter, inclinando appena la testa: Titania sorrise, spostandosi appena il ciuffo scarlatto dalla fronte.
“Sai, ho pensato a varie alternative: l’idea di regalargli una chitarra era carina, ma fuori discussione. Gajeel non ha la minima idea di come si suoni uno strumento, nonostante sia convinto del contrario: penso che non sia una buona idea incoraggiarlo, dato che potrebbe rompere la cristalleria e scatenare una rissa epocale, come è già successo più volte in passato. Quindi, a causa di questa sua… Dote non ben sviluppata, ho eliminato anche l’idea di confezionargli uno di quegli abiti ridicoli che è solito indossare quando si presenta sul palco” spiegò la giovane, leggermente nauseata nel ricordare le terribili performance di Gajeel.
Levy si dovette tappare la bocca per non scoppiare a ridere: effettivamente, la vista del dragon slayer di ferro vestito come un componente dei Blue Brothers era tutt’altro che mozzafiato.

“Per questo sono giunta ad una ragionevole conclusione”.

L’attenzione della piccola maga si calamitò sulla compagna: nonostante il pomeriggio sprecato in inutili ricerche, sperava intensamente che l’amica potesse darle la soluzione a tutti i suoi problemi.
Si ripromise che, non appena si fosse organizzata, le avrebbe reso il favore aiutandola con Gerard.

“Secondo me, per ora dobbiamo distoglierci dai suoi gusti, dei quali peraltro non sappiamo molto, e focalizzarci su qualcosa che puoi realizzare con le tue forze, qualcosa che piace anche a te e che potreste, in un certo senso, condividere: ad esempio…”
“… Un racconto”.

Erza si abbandonò ad un sorriso, compiaciuta dal fatto che la Scripter avesse centrato l’obiettivo.

“Dato che ti occupi così bene della biblioteca della Gilda… Ho pensato che forse saresti in grado di realizzare un libro: è possibile una cosa simile?” domandò la rossa, appoggiando il mento sulle mani congiunte. Levy la guardò negli occhi, ritrovando la determinazione che aveva smarrito nelle ore precedenti.
“Dammi un po’ di tempo e sarà senza dubbio realizzabil-”
“Ehi, avete sentito l’ultima?”.

Le due ragazze si girarono verso un gruppo di uomini che parlavano in modo concitato al bancone della pasticceria: un ragazzo gesticolava, le spalle del giubbotto coperte di un sottile strato di neve.

“Un team di Fairy Tail è appena tornato in Gilda: pare che Acciaio Nero sia stato ferito in missione!”.
 
Titania non fece tempo a sgranare gli occhi, che Levy si era già catapultata fuori dal negozio.
 
 
 
“Per la centesima volta, vecchio: è solo un fottuto graffio!”.

La voce ruvida di Gajeel rimbombò nella stanza dell’infermeria: i suoi occhi rossi si fissarono in quelli di Makarov, il quale continuava a guardarlo con un cipiglio severo e preoccupato.

“Mi auguro che sia così: in ogni caso, ti proibisco di andare in missione fino a nuovo ordine, sono stato chiaro? Guarisci e riposati, solo così tornerai in servizio il prima possibile”.

Con lo sbuffo del dragon slayer in sottofondo, il Master di Fairy Tail lasciò la stanza, seguito da Erza e Levy: una volta in corridoio, le due ragazze sospirarono all’unisono, scambiandosi un’occhiata eloquente.

“Anche questa volta è andato tutto bene” commentò la blu “Ma quello stupido di Gajeel se la cava sempre, in fin dei conti: credo che, se in una remota altra vita, fossimo fidanzati, mi farebbe morire a furia di infarti”
“Vedila in un altro modo” cercò di mediare la rossa “In questo modo potrai passare più tempo con lui… Potresti leggergli il libro che stai preparando” un sorriso luciferino le si dipinse sulle labbra, mentre gli occhi luccicavano di malizia: Levy deglutì rumorosamente, allontanandosi di un passo dall’amica.
“Ecco… E’ davvero tardi, credo che andrò a casa a finire tu-sai-cosa: a presto e grazie!” esclamò balbettando concitata, per poi schizzare via: Titania si concesse una breve risata.

“Andrà tutto bene, ne sono sicura” si disse, incamminandosi verso Fairy Hills: d’un tratto si bloccò, tremando impercettibilmente.
 
“E io ora come lo risolvo il mio problema natalizio?!”.
 

Gli leggerò delle favole meravigliose, dove anche l'impossibile diventa la realtà
 

“Ahi!”.

Levy si portò il dito alle labbra, trattenendo qualche maledizione: con rassegnazione posò ago e filo, constatando quanto le sue abilità da sarta fossero scarse. Non riusciva nemmeno a prendere in mano gli strumenti del mestiere che si feriva come una stupida! Forse, quella di costruire un libro non era stata un’idea così geniale, tuttavia il tempo scarseggiava e non aveva altre opzioni.
Con un sospiro rassegnato si mise ad osservare il materiale che si era procurata, quasi come se potesse dargli l’ispirazione e la capacità necessaria di finire il lavoro che si era imposta di fare.

“Direi che… Forse è meglio se inizio con il preoccuparmi del contenuto, eh? Oh Levy, sei così fusa che ti metti pure a fare cose al contrario!” si sgridò ad alta voce, inforcando gli occhiali: con fare deciso si mise alla tastiera del computer, cercando nella sua mente qualcosa di avvincente e magnifico che avrebbe catalizzato perfino l’attenzione di un buzzurro come Gajeel.
“… Uhm… Forse è meglio che mi faccio aiutare da internet, eh? Altrimenti prima che scrivo un libro intero quello scimmione fa in tempo a guarire trenta volte… Spero solo che non si addormenti quando glielo leggerò”.
 
E così si mise a scrivere e rielaborare, incurante del sole che tramontava e della luna che sorgeva.
 

 Sotto la luna noi troveremo l'ispirazione, la fantasia ci aiuterà.
 

“Sono esausta…” mormorò Levy, il mento appoggiato al tavolo che era divenuto il suo piano di lavoro: con gli occhi socchiusi ed arrossati dalla fatica, fissava un punto imprecisato davanti a sé, le braccia abbandonate lungo i fianchi.

Ad un tratto, la leggera risata di Erza le arrivò alle orecchie, spezzando il silenzio che da un po’ si era creato nella cucina: la rossa appoggiò con delicatezza un libro sul tavolino da caffè ai suoi piedi, per poi sorridere dolcemente in direzione della Scripter.

“Sei stata davvero brava ad inventarti tutta questa roba: devo dire che hai camuffato molto bene le trame originali” ridacchiò, spostandosi una ciocca di capelli scarlatti dietro l’orecchio: Levy parve rinsavire, in parte sollevata.
“Lo pensi sul serio?” domandò, gli occhioni illuminati da una luce di speranza: Titania fece un cenno d’assenso, accarezzando la copertina in pelle del libro.
“Allora lo incarto e glielo porto: almeno entro stasera saprò se tutta questa follia sarà utile o meno” sospirò la blu, ancora incerta: Scarlett si alzò dalla poltrona in cui si era sistemata, afferrando la propria giacca.
“Bè, mal che vada lo regalo a Gerard: non verrà sprecato, tranquilla” disse la rossa, cercando di confortare l’amica.
“Senza dubbio sarà così, non ti preoccupare” mormorò McGarden, salutando con un cenno la compagna.

Dopo qualche minuto finì di incartare la sua opera letteraria: con occhio critico la osservò, cercando qualche imperfezione nell’imballaggio, per poi annuire soddisfatta.

“Così dovrebbe andare…” mormorò Levy, osservando lo spicchio di luna che faceva capolino fra le nubi, fuori dalla finestra “… Spero solo che sia stata una buona idea mischiare Shakespeare con Stephen King”.

 
Solo sulle ali della tua immaginazione puoi scoprire i mille volti di ogni illusione
Annienteremo i draghi e le altre avversità, e un dolce sorriso le sue labbra sfiorerà
Storie su storie nel mondo della fantasia, dove anche l'impossibile diventa la realtà
Ed io lo condurrò sulle vie dalla magia e troverà la verità


 
“Avanti”.

Il grugnito di Gajeel la fece sospirare, seccata: i suoi modi sgarbati la infastidivano assai, tuttavia non poteva farci nulla, faceva parte del suo modo di fare e non sarebbe stata in grado di cambiarlo.

“Sono venuta a farti da balia, stupido Gajeel” gli disse, portandosi davanti alla sua imponente figura: il corvino la squadrò con scarso entusiasmo, gli occhi rossi terribilmente annoiati.
“Se in realtà sei qui anche tu per farmi la predica non sei la benvenuta, gamberetto
“Smettila di chiamarmi così, baka!” lo rimbeccò, arrossendo di rabbia: erano passati solo cinque minuti, tuttavia aveva già voglia di defenestrarlo.
“Ghihi” si limitò a sghignazzare lui, stendendo il braccio abbondantemente fasciato: Levy assottigliò appena gli occhi, ricordandosi dei grossi tagli che si nascondevano sotto quegli strati di garza e cotone.
“Come va la ferita?” chiese, con un velo di preoccupazione: gli occhi scarlatti di Kurogane si posarono nuovamente su di lei, ardenti.
“E’ solo un graffietto, come ho ripetuto un centinaio di volte ad un centinaio di persone. Mi dà solo noia: non riesco a fare quasi nulla e la debolezza mi dà un po’ di vertigini, quindi devo starmene qui. Spero tu abbia portato un modo per distrarmi, perché altrimenti potrei impazzire” mugugnò, realmente stufo: la piccoletta estrasse il tanto famigerato pacco dalla borsa a tracolla che si era portata dietro.

Improvvisamente, era diventato più pesante di quanto dovesse essere.

“Dato che è quasi natale, ho pensato di portarti un regalo. L’unico impiccio è che dovresti aprirlo la mattina del venticinq-” Levy non fece tempo a terminare la frase che si era preparata che la mano del drago, svelta, artigliò la scatola e gliela sottrasse da sotto il naso.

McGarden pestò un piede a terra, infastidita: quel buzzurro riusciva a rovinare tutti i suoi piani! Era stata ore sotto la doccia a pensare al discorso da fargli e tutto il suo arrovellarsi era stato mandato all’aria dai suoi modi scortesi.
“Va’ al diavolo” sibilò mentalmente, ignorando il ghigno del nakama.

“Chissenefrega di aspettare il venticinque: morirò prima se non mi trovo una distrazione” disse, stracciando senza troppi complimenti la carta da regalo: il suo entusiasmo parve smorzarsi lievemente, per poi trasformarsi in sorpresa.
“Un… Libro?” domandò, girandosi il tomo fra le mani.
“Già” replicò secca Levy, non sapendo cosa dire: si fissava le punte dei piedi, con la strana sensazione che il regalo non fosse ben gradito. Non si era accorta che Gajeel soppesasse con interesse il presente, squadrandolo con aria critica ed intrigata.
 
“A me fa male un po’ la testa, se fisso le pagine peggiorerà. Perché non me lo leggi?”.

La proposta arrivò precisa ed inaspettata.
La blu alzò gli occhi, incredula: il figlio di Metallikana le fece spazio sul divano.
E, dopo quell’invito così esplicito, non poté fare a meno di accettare.
 


 
“E così, dopo aver sconfitto il temibile pagliaccio assassino Pennywise, Romeo si incamminò verso la lugubre tana del drago cattiv-”

“Ehi!” saltò su Gajeel, mostrando i denti “Perché cavolo Romeo dovrebbe uccidere il drago?! E perché il drago è cattivo?! Mi prendi in giro, gamberetto?!” sbraitò, iniziando a ringhiare inferocito.

Levy chiuse seccata il libro, rivolgendo al compagno un’occhiata assassina.

“E’ la centesima volta che interrompi la mia magnifica narrazione, stupido Gajeel! Se non lo sai, il drago è sempre il cattivo nelle favole!” strillò, i nervi a fior di pelle: Kurogane le rivolse uno sguardo di sufficienza.
“A me questa non sembra una favola. In quali favole che siano degne di tale nome c’è un pagliaccio assassino divoratore incallito di bambini, razzista ed omofobo?!”
“Perché, il fatto che invece ci sia una strega che spaccia mele avvelenate alle belle ragazze perché teme di perdere il titolo di “Bomba sexy del reame” ti sembra più sensata?!”
“Certo che sì!”
“Non hai gusto estetico!”
“Tu ne hai fin troppo!”.

La piccola McGarden dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non stringere le esili manine attorno al collo del dragon slayer: fece un paio di respiri profondi e contò fino a dieci, ignorando le critiche del compagno in sottofondo.

“Allora facciamo così: plot twist, il drago non è cattivo ma diventa il compagno d’avventura di Romeo, il quale lo aiuterà a ritrovare Giulietta, ok?” propose, trovando in parte la calma perduta.
Gajeel la osservò con sospetto.

“Niente più draghicidio?”
“Niente più draghicidio”
“Ci sto”.
 

Storie di eroi che non han paura del domani, e con loro lui ritroverà la forza di lottare
Quando si troverà questa forza tra le mani, un nuovo mondo scoprirà..
... Vorrà restare…


 
“E così, dopo aver ucciso il folle Jack nell’Albergo Overlook, Romeo Montfox e Giulietta McLeti salirono sul dorso di Phanter, il drago nero che aveva affiancato l’eroe nella dura impresa di salvataggio: inutile dire che sarebbero convolati a nozze la sera stessa. Fine”.
 
Levy fece un respiro profondo, chiudendo il libro che con tanta fatica aveva realizzato: sentiva lo sguardo di Gajeel su di sé, e temeva realmente che i suoi sforzi si sarebbero presto rivelati inutili. La verità, era che quel romanzo non l’aveva composto solo per passare del tempo con lui o per guadagnarsi un po’ di simpatia e considerazione da parte sua: lo aveva realizzato anche per risollevargli il morale e per fargli recuperare la fiducia che sembrava aver in parte perso dopo il fallimenti della sua ultima missione.
Esitante sollevò appena gli occhi sulle fiamme crepitanti nel camino, in attesa di un suo commento.

“Non male” proferì Gajeel dopo qualche minuto di assordante silenzio.
“… Oh” fece la piccoletta, sorpresa “Lo pensi davvero?” chiese, trattenendo uno sbadiglio: le palpebre le si erano fatte insopportabilmente pesanti, e non riusciva più a tenerle del tutto sollevate.
Le ore di lavoro e di insonnia si facevano sentire prepotentemente.

“Sai, gamberetto… E’ stato gentile da parte tua” mugugnò vago, in cerca delle parole adatte: si grattò la testa con vago imbarazzo, decisamente in difficoltà.
“Mh…” rispose Levy.
“Insomma: hai una grande pazienza…”
“Mh…”
“E un grande cuore, ma non fisicamente eh, perché non ci starebbe nel tuo corpicino…”
“Mh…”
“E la storia che mi hai scritto è stata davvero bella, mi è piaciuta… Non sono mai stato un grande lettore, ma questo mondo della fantasia che tanto piace a te inizia a garbarmi…”
“Mh…”
“E… E quindi io mi scuso e… E ti ringrazio perché... Sei speciale per me, gamberetto”.

Gajeel si mise una mano sul viso, attendendo la risposta della ragazza.
Dopo qualche attimo di silenzio si costrinse a togliere l’arto: un peso opprimeva la sua spalla.

“Ma guarda un po’ te… Si è addormentata. Probabilmente non ha sentito nulla di ciò che le ho detto” constatò Kurogane, osservando di sottecchi la Scripter: con un sospiro esasperato si mise comodo, conscio che con un solo braccio non sarebbe riuscito a trasportare la minuta McGarden senza che si svegliasse. Dopo qualche attimo di assestamento sbadigliò, trovando una posizione abbastanza confortevole: chiuse gli occhi, rilassandosi nel sentire il lieve respiro di Levy sul collo.
Complice l’antibiotico che doveva assumere, si addormentò in poco tempo: tuttavia, il sorriso che aveva sulle labbra non era sicuramente dovuto ai famaci.
 
 

 
 
Erza si sfregò le mani, per poi soffiarci sopra: con un colpo d’anca aprì la porta del suo appartamento, per poi sgusciarvici dentro veloce come un lampo.

“Mamma mia, che freddo” commentò, rabbrividendo: spinse l’interruttore della luce con il gomito, dato che aveva le mani completamente congelate, e poi si diresse quasi correndo verso il calorifero.

L’improvviso caldo della ghisa la fece inizialmente sobbalzare, ma poi si abbandonò ad un sospiro. Ad un tratto, i suoi occhi da cerbiatta intercettarono qualcosa di anomalo sul tavolino che aveva al centro del soggiorno: incuriosita si avvicinò, constatando che l’oggetto sospetto fosse un pacco regalo. Esitante lo rimirò qualche minuto, per poi scartarlo: un libro fece capolino dalla carta scarlatta, la copertina scintillante nuova di zecca.

“Manuale del corteggiamento: come fidanzarsi in poche mosse –guida per negati-”

Titania avvampò furiosamente: strinse il volume fra le mani, i denti digrignati.

“LEVY, CHE SCHERZO E’ QUESTO?!” sbraitò, mentre una vocina interiore le suggeriva che quel tomo sarebbe servito sia a lei che al suo spasimante.
“Oh?” dopo qualche momento di sclero, la rossa notò un bigliettino: faceva capolino fra le pagine del libro, timido ed anonimo.
Erza sbatté le palpebre, afferrando il quadratino di carta: incredula lo lesse, mentre una parte di lei –la meno arrabbiata- ringraziava già la sua amica.
 
Carissima Erza: so che il libro potrebbe sembrare equivoco, ma penso che possa sinceramente aiutare sia te che Gerard. Non venire ad uccidermi, che se mi andrà bene –incrociamo le dita- in questo momento sarò occupata a leggere. Parlando del tuo amico speciale, date le temperature ed il fatto che alloggi in mezzo alla natura, gli regalerei…”.
 
 



Melody si lasciò cadere stancamente sul pavimento legnoso della cascina: i suoi occhi saettarono per lo spazio stretto ma confortevole, scaldato dalle fiamme del camino. Faceva davvero freddo e doveva ammettere di essere stata fortunata a trovare quel posticino abbandonato e sperduto che, con le dovute modifiche, si era trasformato in un bello chalet.

“Bentornata” disse distrattamente Gerard, osservando con vago interesse una cartina: sedeva a gambe incrociate su un divano improvvisato, costituito da cuscini e coperte.

Melody fissò il compagno per qualche minuto, interdetta: all’improvviso, un ghigno si allungò sulle sue labbra.

“Ne, Gerard” iniziò, con tono malizioso “Chi ti ha regalato quel bel maglione rosso scarlatto?”.

 






Angolo dell'autrice


Buonasera a tutti. 
Ringrazio con sommo piacere Lucidalabbra100100, che non manca mai di seguire e recensire i miei aggiornamenti imprevedibili: la tua fedeltà mi incoraggia, davvero.
Ho la sensazione che questo capitolo non sia una vera e propria song fic, tuttavia spero che possa piacere comunque.

Alla prossima,

Jaki Star
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: jaki star