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Autore: YukiWhite97    26/08/2015    2 recensioni
Il percorso dell'esistenza può essere diverso per ognuno, ed ogni persona che viene al mondo ha le sue esperienze, la sua storia, il suo posto nella storia di un libro infinito chiamato Vita.
William, tramite svariati racconti, riuscirà a spiegare allo shinigami Grell, esperienze elementari ma anche fondamentali come la nascita, la crescita e la morte.
Racconti che, insieme ai loro personaggi, riusciranno a prendere vita....
Brevissima storiella basata sul film "L'apetta Giulia e la Signora Vita".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I giorni trascorrevano veloci, così come la vita di Grell.
Il malinconico e naturale destino degli shinigami, una vita che scorreva veloce e che sopraggiungeva alla fine prima di quanto chiunque immaginasse, dopotutto quando qualcuno se ne andava, veniva immediatamente sostituito da qualcun'altro.
Era qualcosa di quasi macchinario, come se fossero stati esseri senza sentimento o emozione.
E William, colui che stava avendo la possibilità di vivere più a lungo ma con il prezzo di veder andar via tutti gli altri, sapeva bene cosa si provasse. Ma fortunatamente, la sua monotona esistenza, veniva scandita da quel particolare shinigami che ora appariva un pò più cresciuto.
"Ciao 33 21 22  - lo salutò lo shinigami sistemandosi gli occhiali - hai avuto una giornata proficua?"
"Se per proficua intendi che mi sono fatto un di dietro così, altro che proficua, un sacco proficua! - esclamò - e comunque mi chiamo Grell! GRELL!"
"D'accordo, come vuoi - sospirò massaggiandosi le tempie - per la prima volta stai facendo stancare anche me"
"Beh era ora - rise a braccia conserte - però sai Will, stamattina mentre mi pettinavo i capelli...."
"Vedo che abbiamo tempo di farci belli" - disse con aria di rimprovero.
"Non posso mica andare in giro con i miei bellissimi capelli arruffati! - sbuffò - comunque se mi fai finire, ti dicevo che mi sono ritrovato un casino di rughe! Non sono cresciuto, sono invecchiato, invecchiatissimo, praticamente decrepito!"
"Che esagerazione! E poi... il tempo passa per tutti voi" - sussurrò con un certo tono di tristezza.
"Sì, ma è il troppo stress - sospirò accasciandosi a terra - se solo potessi giocare un pò di più"
"Vuoi passare il resto della tua esistenza a lamentarti? - domandò - e poi anche ascoltare le storie è un gioco no?". Grell sorrise e i suoi occhi divennero immediatamente lucidi, si mise sull'attenti come se fosse pronto ad ascoltare.
"Allora, torniamo ad Alois - disse William - che nel frattempo è diventato un ometto..."

Alois aveva avuto più o meno cinque anni quando aveva deciso di voler fare il bagno da solo, dopotutto oramai era grande, era questo che aveva detto a sua madre.
Così, aveva riempito la vasca e aveva osservato come incantato l'acqua che scivolava, per poi afferrare i suoi numerosi giocattoli e gettarli dentro. L'ultima cosa che afferrò fu la sua spugna gialla. La prese tra le mani, e per un attimo si soffermò a guardare i buchi che vi erano. La cosa strana fu che quest'ultimi sembravano allargarsi e stringersi, come a volerlo attirare a se. Il ragazzino batté le palpebre un paio di volte, e alla seconda volta, egli si rese conto di divenire minuscolo poco più di una formica. Cadde sulla spugna, guardandosi poi intorno e vedere i prominenti buchi allargarsi sempre di più. Incuriosito si avvicinò, sporgendo leggermente la testa per vedere cosa ci fosse all'interno, e infine decise di buttarsi. Ovviamente atterrò sul morbido, e quando ciò accadde, si rese conto che tutto intorno era buio, tranquillo, soffice.
"Oh - sorrise - che posto è questo?"
"E' un paese in cui è facile arrivare ma che è difficile da capire" - disse ad un tratto una voce. Il bambino si girò, e quando lo fece si ritrovò davanti la figura di ragazzino dagli occhi dorati e con gli occhiali. Quest'ultimo sembrava poco più grande di lui, che si fosse rimpicciolito e fosse finito lì?
"Eh? - domandò con gli occhi lucidi - e tu chi sei?"
"Mi chiamo Claude - dichiarò serio - e ti trovi nell'Anima delle Cose"
"Anima.... delle Cose? - domandò confuso - tu vivi qui?"
"E' esatto - rispose - e se tu sei finito qui... vuol dire che forse sei buono?"
"Non lo so - disse facendo spallucce - la mia mamma dice di sì... perché?"
"Perché solo i buoni possono entrare qui, gli altri non capirebbero un mondo tanto diverso dal loro" - gli spiegò.
"Allora.... posso visitarlo?" - domandò tendendogli una mano. Claude accennò un sorriso di fronte l'innocenza del bambino, e così afferrò la sua mano, portandolo dentro quella che era la sua incantata città.
Per una qualsiasi persona sarebbe stato impossibile credere che dentro un oggetto come una spugna potesse esserci una città con delle persone, ma Alois era un bambino, e i bambini, con la loro immaginazione, erano sempre propensi a guardare oltre ciò che si vedeva. La città era carina, le case erano di forma ovale ed erano colorate, le persone invece erano molto cordiali, e lo salutarono più volte mentre si ritrova a camminare accanto al suo nuovo amico.
"Ma... tu che cosa sei? - domandò ad un tratto - cioè... non sei un umano giusto?"
"Siamo i Sorrisi - spiegò - ci chiamiamo così per via della nostra allegria"
"Oh - borbottò inarcando un sopracciglio - non mi pare che tu rida molto"
"Beh, sono l'eccezione che conferma la regola - sbuffò arrossendo leggermente - so che sei un pò stupito, dopotutto questo è uno strano mondo, ma gli estranei di buon cuore sono sempre i benvenuti. Ma è un mondo molto diverso dal tuo - lo guardò - qui non esistono tristezza o litigi, tutti sono gentili tra di loro, e pensa che non esiste nemmeno quella cosa che voi chiamate soldi"
"Ma come fate se vi serve qualcosa?" 
"La chiediamo in prestito oppure ce la costruiamo da soli. Puoi chiedere quello che vuoi, basta solo che lo fai con gentilezza"
"Allora - fece pensieroso - vorrei un orsacchiotto per favore!". Claude lo guardò, e immediatamente dopo, con uno schiocco di dita, fece apparire non uno, ma ben tre orsacchiotti di colori diversi che il bambino catturò tra le braccia.
"Grazie mille!" - rise.
"Vieni - disse facendogli segno di seguirlo - ti porto a casa mia". I due si indirizzarono così verso l'abitazione blu e rossa di Claude, una casa che all'interno era invece di un colore aranciato.
"Che bello - rise il bambino - non avrei mai pensato che potesse esistere un posto del genere!"
"In ogni oggetto, esiste un paese Anima delle Cose" - disse l'altro sedendosi.
"In ogni oggettto? Questo vuol dire che... se rompo un giocattolo... o strappo un fiore... distruggo un paese come il tuo?"
"E' esatto - sospirò - proprio per questo in genere gli uomini fanno paura a noi e ai nostri amici animali. Loro distruggono tutto, senza pensare che tutto ha un'anima. Però per quelli come te è diverso. I buoni sono buoni, ancora prima di essere uomini"
"E' così! - disse tirandosi su - allora io voglio rimanere qui, così aiuterò te e gli altri abitanti! Ti proteggerò!"
"Ma sei un bambino!" - costatò.
"Diventerò grande e allora potrò proteggerti! - disse avvicinandosi al suo viso - fammi rimanere con te"
"Alois, non fai parte di questo mondo! - spiegò prendendo il suo viso tra le mani - devi tornare indietro!"
"Ma... ma ti vedrò ancora?" - sussurrò con le lacrime agli occhi.
"Finché vorrai vedermi mi vedrai - rispose - se smetterai di crederci io non esisterò più di te. Ma finché ci crederai, potrai venirmi a trovare quando vuoi, promesso"
"Allora va bene - disse tirando su col naso e asciugandosi una lacrima - ora vado, ma tornerò". Dicendo ciò gli donò un leggero bacio sulla guancia che fece leggermente fremere Claude, il quale gli rispose con un raro sorriso. Lo accompagnò fino a dove si erano poco prima incontrati, e fu per loro difficile staccarsi, come se si fossero già legati.
Alois lo salutò, tornando poi in superficie ,dopo avergli promesso che sarebbe tornato. Ritornò alla sua normale statura, e la prima cosa che fece, fu quella di chiamare sua madre per raccontarle ciò che era successo.

"Sua madre avrebbe pensato ad un immaginazione straordinaria - continuò a raccontare William - e infatti la prima cosa che fece fu ridere. Così come la seconda, e la terza volta. Ovviamente non avrebbe mai potuto capire l'universo straordinario del figlio, ma fu per lei naturale non offendere più i giocattoli del bambino e rispettare ogni cosa, perché dopotutto, tutto aveva un anima.

"E Alois?" - domandò Grell.

"Alois lo raccontò ai suoi amici. Che lo raccontarono ai loro genitori, i quali ci credettero dubito, che lo raccontarono ai loro figli, che lo raccontarono ai loro amici, che lo raccontarono..."
"Insomma, alla fine ci credettero?"
"Qualcuno rise, qualcuno sin dal principio rise. E poi c'è chi ci credette..."
"E che ne fu di Claude?" - domandò il rosso incantato.
"Alois ritornò sempre, proprio come aveva promesso - disse accennando un sorriso - crebbe, ma nonostante ciò non smise mai di credere. E all'età di sedici anni, il ragazzo ricevette da Claude  il più grande regalo che potesse dargli: un bacio,  e insieme ad esso il vero amore"
"Quindi si innamorarono e rimasero insieme, non è vero?"
"Venivano da due mondi diversi, non potevano stare insieme. Ma comunque sarebbero rimasti legati. Anche tanti anni dopo, quando Alois divenne adulto, ebbe una figlia. Nel giorno del quinto compleanno della bambina, ella decise di voler provare a fare il bagno da sola, e lui le diede la sua spugna, la stessa che tanti anni prima lo aveva portato in quel mondo.
Sua figlia riuscì a divenire tanto piccola da poter entrare in quel mondo perfetto e ad incontrare il figlio di Claude. I due divennero immediatamente amici, e la loro amicizia contribuì a rendere entrambi i mondi, un pò più perfetti. Anche il figlio della bimba di Alois e di quello di Claude si incontrarono, e così, di figlio in figlio, e di spugna in spugna, la storia andò avanti. Ma ovviamente, tutto era partito da Alois e da Claude, i quali si erano innamorati e nonostante tutto, in un modo o nell'altro erano rimasti insieme.
E lo sarebbero stati per sempre"

Angolo dell'autrice
Ho amato scrivere questo capitolo twt Sia per il bel messaggio, ovvero quello della negligenza degli uomini sul distruggere tutto, e sia per la nota malinconica alla fine twt E cosi Claude e Alois si sono conosciuti **
Ma dal prossimo capitolo in poi si parlerà di Ciel :D
   
 
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