Quattro o cinque metri di
distanza.
Non danno
molte chance di movimento, in un luogo deserto ma, invece, in un luogo
affollato, possono essere la salvezza.
Laß mich träumen…zehn
Un brivido mi attraversa
la schiena.
Immobile, scosso dai
brividi, la osservo, fuggire rapidamente, seguita a breve distanza dalle mie fans.
Continuo ad osservare
quella massa di persone, a lungo, incapace di fare un passo, poi
all’improvviso, mi riscuoto.
Devo muovermi, se voglio
che non le capiti nulla….
Ricordando la promessa che
le ho fatto, getto un’altra occhiata alla strada.
Via libera.
A mia volta, inizio a
correre, un solo pensiero in mente.
Prima trovo le chiavi,
prima, io e lei, di nuovo insieme.
Come prevedevo,
sono davvero stanca.
Sospirando, deglutisco,
cercando ancora di non sprecare le mie energie.
Un secondo, poi mi volto,
gettando una veloce occhiata alle mie spalle.
Accidenti! Complimenti
alle fans per la loro resistenza! E’ proprio vero,
che quando desideriamo qualcosa ardentemente, scopriamo
di avere energie inimmaginabili…
Sbuffo, cercando di
concentrarmi di nuovo sulla corsa.
Alle mie spalle, le
ragazze, oltre a continuare a correre, urlano il nome di Bill
ed altre mille cose che, nella confusione generale, non riesco
a cogliere.
Mi volto un altro secondo,
per controllare nuovamente il distacco.
Un attimo.
Le ragazze ricominciano ad
urlare.
Sospiro.
Finirà tutto questo, prima o poi?!? Bill! Accidenti!
Chiamami! Non ce la faccio più…
Un secondo.
Giro
l’angolo, continuando a girare intorno al quartiere dove si trovano gli studi. Non conoscendo bene la
zona, allontanarsi troppo significherebbe rischiare di cacciarmi in un vicolo
cieco.
Deglutisco.
Se le fans
dovessero capire, allora, si, che dovrei iniziare a pregare…
Continuo a correre, le
gambe che si fanno ogni secondo più pesanti, mentre,
alle mie spalle, sento i passi farsi sempre più vicini.
Un aiutino dalla
provvidenza?!? Aiutoooooooo!!!!
Finalmente, quando non
osavo più sperarlo, ecco che il cellulare nella tasca dei mie
jeans, inizia a vibrare.
In un secondo, un enorme
sorriso appare sul mio volto mentre, nuove energie, venute da chissà dove, mi
riempiono il corpo.
Un ultimo sforzo…, penso,
mentre, il mio cervello, lavora velocemente, cercando un modo di
liberarmi dalle sue fans.
Continuo a correre finché,
all’improvviso, una consapevolezza, si fa strada in me.
Basterebbe avere il tempo
di levare il cappello, gli occhiali, e la giacca, senza farmi vedere e,
penserebbero che Bill sia svanito,
lasciandomi in pace.
Il mio sguardo inizia a
correre veloce, per i vari negozi che si trovano sulla via. Subito, noto un
centro commerciale, che fa proprio al caso mio.
Prima di accelerare,
aumentando la distanza, involontariamente, mi ritrovo nuovamente a sorridere.
Mi getto, praticamente a peso morto, contro la porta di vetro
dell’ingresso, pregando mentalmente di non beccare l’unica bloccata, perché
schiantarmi contro qualcosa a quella velocità, di sicuro non mi farebbe troppo
bene.
Come non ti faranno sicuramente bene, le fans
di Bill, quando dopo lo schianto, avranno modo di
metterti le mani addosso…
Le mani in avanti,
socchiudo gli occhi, pronta all’impatto.
Un secondo.
La porta si apre, io
sospiro, sollevata, riaprendo gli occhi mentre, alle mie spalle, sento le voci
delle ragazze che continuano a seguirmi.
Nel
centro commerciale, corro, finché non trovo ciò che cerco, un negozio con la
doppia entrata.
Perfetto!
Con le ultime energie,
scatto, veloce, iniziando a correre nel negozio, tra le file di scaffali dove,
in perfetto ordine sono allineati diversi vestiti, alla ricerca di un luogo
dove acquattarmi un attimo, per levarmi gli indumenti riconoscibili.
Corro e corro, guardando a
destra e sinistra, mantenendo invariata la distanza con le fan.
“Ehy!
Qui non puoi correre!!!” mi urla all’improvviso una
voce femminile.
Inconsciamente mi volto,
vedendo una commessa, che, alle mie spalle, mi fa gesti abbastanza irritati
“Fermati! Ho detto che non puoi correre! Rischi di fare male a qualcuno!”
Alle sue spalle,
all’improvviso, appaiono le fans, in massa.
Vedendole, deglutisco, impallidendo immediatamente.
La commessa, mi getta un’occhiata interrogativa poi, finalmente, sentendo delle
voci alle sue spalle, si volta.
Un secondo.
Urla, per poi rituffarsi
nel vano tra due scaffali.
La vedo, un istante, gambe
all’aria, poi alle mie spalle, solo le fans.
Accidenti!..., impreco mentalmente, ricominciando a guardarmi intorno,
sperando contemporaneamente che la povera commessa non si sia fatta troppo
male.
Un attimo.
“Corri! Non ti fermare!!! Corriiiii!!!” urla la voce
della commessa, sempre più lontana.
Sorrido, poi, espiro
finché sulla mia destra, finalmente, vedo la seconda uscita. Mi getto veloce
nella corsia. Arrivata alla porta, la spingo, poi mi tuffo dietro un divanetto,
sul quale sta seduto il manichino di una donna. Mi acquatto il più possibile,
pregando con tutto il cuore che ci caschino.
Pochi secondi, che a me
appaiono ore.
Le fans,
si avvicinano alla porta. Si fermano, iniziando a guardarsi attorno.
Io, acquattata dietro il
divano, inizio a fare voti che vanno da “giuro che non toccherò mai più una
sigaretta” fino al più estremo “Non tenterò mai più di
fuggire dalla mia manager, anzi, d’ora in poi, farò qualsiasi cosa mi dirà!”
Le fans
si guardano ancora intorno un paio di volte, poi,
notano, la porta che sbatte, ora praticamente ferma.
“Dev’essere
uscito!” esclama una.
In un secondo, tutte le
fan si slanciano verso l’uscita.
I loro passi, veloci, si
allontanano.
Io, ancora acquattata
dietro al divano, finalmente, ricomincio a respirare.
Aspetto
ancora un paio di secondi, poi mi sporgo, per osservare attraverso il vetro
dell’uscita.
In fondo alla via, vedo le
ragazze che corrono di nuovo verso gli studi.
Esausta, espiro, poi mi
siedo sul divanetto, di fianco al manichino, cercando di recuperare un po’ di
fiato.
“Tutto bene?” domanda una
voce femminile all’improvviso.
Voltandomi
di scatto, a dirla tutta ancora un po’ terrorizzata, all’idea che possa
trattarsi di una fan, impiego un paio di secondi a riconoscere la commessa. Lei, mi fissa, il volto
preoccupato.
Sorrido. “Adesso si…”
rispondo, il fiatone che scuote ancora il mio petto.
La commessa, sposta il manichino, per sedersi accanto a me. I suoi occhi, fissi
su di me.
Infastidita dal suo
sguardo, mi alzo, avvicinandomi alla porta. Getto un’altra occhiata alle fans, un punto nell’orizzonte.
Me la sono vista davvero
brutta, questa volta…
Appoggio la fronte contro
il vetro, per far scendere un po’ la temperatura. “Davvero va tutto bene?”
domanda ancora la commessa.
“Si…” rispondo subito, gli
occhi chiusi “Ho solo corso troppo…”.
Espiro.
Bill!
Spalanco gli occhi, di
colpo, afferrando il cellulare, pronta a mandargli un sms, per fargli sapere dove sono, di modo che lui, possa
passare a prendermi.
Osservo lo schermo.
Il mio corpo, scosso da
brividi di puro terrore per via del nome che compare sul display.
Bushido.
Continua…
Hallooooo!
Scusate il
ritardo^^!!! A presto e grazie di tutto!