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Autore: ellephedre    28/08/2015    9 recensioni
Storia fortemente integrata nella mia saga di Sailor Moon.
Primo capitolo: Cosa succede se i protagonisti maschili della storia si ritrovano gettati tutti insieme in un sogno al limite dell'assurdo? E se devono rispondere a domande molto personali, condividendo le risposte?
Tra chi impazzisce, chi picchia e chi si scopre, l'esperienza sarà rivelatoria per tutti.
Secondo capitolo: e ora tocca alle ragazze, al tempo in cui sono ancora spensierate quattordicenni. Cosa chiederebbero con davanti un foglio in grado di dare loro qualunque risposta sul loro futuro?
Terzo capitolo: torno a parlare dei personaggi maschili. Questa volta c'è anche Haruka.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Inner Senshi, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny, Yuichiro/Yuri | Coppie: Mamoru/Usagi, Rei/Yuichiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie, Dopo la fine
Capitoli:
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Divertissment

 

 

Divertissement 

Kotatsu

 

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono.
I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 


 

Capitolo 2 - E fu la volta delle ragazze

  

 

«Usagi... Usagi, mi senti

Usagi brontolò nella propria testa. Era ancora notte fonda! Lei voleva dormire!

«Usagi...» Una mano la scosse per la spalla. «Alzati, Usagi! Insomma, Usagiii!!!!!»

Usagi scattò a sedere. «Cosa, come, dove, perchéééééé?»

Le sue amiche si ritrassero da lei in massa.

«Ma ti svegli sempre così?!»

Rei?

Usagi strofinò gli occhi. «Cosa ci fai in camera mia?» E che cos'era tutta quella luce? Perché anche le altre erano lì?

Rei spalancò le braccia. «Ti pare che siamo nella tua stanza?»

Usagi diede un'occhiata allo spazio immenso che le circondava e spalancò gli occhi.

«Dove siamo?!?»

«Sei la quinta che lo ripete tra noi, solo perché ti sei svegliata per ultima! E dire che dovresti essere il nostro capo.»

«Rei...» Makoto scosse la testa. «Non andiamo da nessuna parte così.»

Ami si avvicinò a Usagi. Era in pigiama, come tutte quante. «Ci siamo svegliate poco fa in questo luogo sconosciuto. Non riusciamo a trasformarci in Sailor, quindi non riesco a studiare la situazione col computer.»

«Potrebbe essere opera del nemico.» Minako girava la testa da una parte all'altra, senza sapere dove guardare. Era allerta.

«Il nemico?» domandò Usagi.

«Devono aver scoperto chi siamo» confermò seria Ami. «Ma non capisco come siano riusciti a riunirci durante il sonno senza che nessuna di noi se ne accorgesse.»

A Usagi la risposta sembrava ovvia. «Questo è un sogno!»

Le sue amiche si piegarono in avanti, rassegnate.

Ohh, perché non la prendevano mai sul serio? «Non sto scherzando! Io non mi sento in pericolo.»

Rei si alzò in piedi. «Se permetti, io non mi fido del tuo sesto senso. Ha fatto cilecca troppe volte.»

Eh no! «Chi vi ha salvate nella battaglia contro Beryl, ragazze? La qui presente.»

Minako sorrideva. «Allora in fondo te ne vanti...»

«Be', non nella realtà. Ma in sogno sì!»

«Sapete...» Ami aveva incrociato le braccia sopra il pigiama azzurro, pensierosa. «Forse la teoria di Usagi non è campata per aria.»

Sul colletto Ami aveva una striscia in volant carinissima e Usagi dovette toccarla. «Dove hai comprato questo pigiama, Ami-chan? Hai visto il mio? Amo questa maglietta col coniglietto rosa, me l'ha presa la mamma!»

«Sei senza speranza...» si lamentò Rei.

Minako si stava divertendo. «Rassegnati. Comunque, è meglio stare tutte unite finché non capiamo se c'è pericolo.»

Usagi alzò gli occhi al cielo, bianco come una perla. «Questo posto è così pacifico... Non può farci del male!»

«Questo lo vedremo.» Rei non aveva nemmeno finito di parlare che udirono tutte un fischio.

«Che cos'è?!»

Makoto indicò un punto sopra le loro teste. «Fate attenzione!»

Non fu necessario spostarsi: l'oggetto piombò a una decina di metri da loro, con un tonfo che le portò a riunirsi tutte in un abbraccio disperato.

Makoto alzò la testa per prima, togliendosi da sopra le altre. «E quello?»

Rei si voltò. Un kotatsu? Sollevandosi, si appoggiò su Usagi. «Ehi.»

«Non tirarmi la coda!» Usagi cercò di riprendersela.

«Dicci che cos'è quello!»

«E io che ne so?!»

«Quel tavolo» Rei lo indicò, «non ha senso qui, a meno che non ci troviamo in un sogno. Tu sei così assurda che potrebbe essere solo il tuo sogno!»

«Perché mi dai la colpa di tutto?!»

«Ragazze...» Ami cercò di calmarle. Voleva far notare loro una cosa. «Credo che ci sia qualcosa sopra quel ripiano.»

Minako tentò un passo in avanti. «È... un foglio?»

«Noo!» urlò Usagi. «Un compito in classe!!»

Rei si mise le mani nei capelli. «Adesso l'ammazzo e ci svegliamo.»

Makoto era già accanto al tavolo.

«Sta' attenta» la raggiunse Ami. «Non toccarlo, potrebbe essere una trappola.»

«Stavo cercando di vedere meglio.»

Minako andò dall'altra parte del kotatsu. Cauta, si chinò e sollevò la coperta, per guardare cosa c'era sotto. «AHHHHH!!!»

«Minako!»

«Attenta!»

«Cosa-?»

«Non morire!!»

Rei colpì Usagi alla testa. «Esagerata! E tu, Minako, cosa hai visto?»

Minako tirò fuori la lingua. «Nulla. Era solo per creare un po' di suspence.»

«Minako!» la sgridò Ami.

«Eravate tutte così serie...»

Makoto incrociò le braccia. Quei giochi la stavano stancando. «Mi chiedo che senso abbia questo foglio bianco...»

Rispondo.

Spalancò gli occhi. «Guardate!»

Le altre videro la scritta sul pezzo di carta e saltarono di un passo all'indietro.

«Ma che-? Parla!» Rei si cercò addosso un talismano. Non riuscendo a trovarne uno strinse i pugni, frustrata. «Non mi fido!»

Minako era scettica. «Che vuol dire 'Rispondo'?»

Ami sbatté le palpebre, incredula. «Guardate. La scritta è cambiata.»

Vuol dire che rispondo.

Makoto si sporse in avanti, fino ad appoggiare le mani sul tavolo.

Ami la trattenne per il pigiama. «Non mi sembra molto sicuro...»

Makoto sollevò un sopracciglio. «È sicuro?»

Sì.

Indicando alle altre di guardare il pezzo di carta, Makoto si sistemò in uno dei cinque posti del kotatsu.

Usagi sprofondò nel posto a capotavola, estasiata. «Wow!»

«Ma che stai dicendo?» Rei era rimasta in piedi. «Se fosse pericoloso, pensi che ce lo direbbe?»

Makoto fece scorrere il foglio sul tavolo. «Ti ha risposto.»

No.

Rei strinse gli occhi. «No, cosa?»

No, non ve lo direi.

Rei afferrò malamente la carta, stropicciandola. «Quindi ho ragione?!»

La risposta si materializzò nell'unico angolo ancora liscio del foglio.

No.

«Rei...» Ami le fece segno di calmarsi. «Non rovinarlo, potremmo averne bisogno per uscire di qui.»

«Chi sei?» sibilò Rei, fulminando con gli occhi l'ammasso di cellulosa.

Quano non vide altre scritte, non si stupì. «Risponde solo a quello che gli pare!»

Ami sospirò e si sedette come le altre. «Mi sembra abbastanza chiaro che questo è un sogno.»

Rei mollò il foglio, lasciando che svolazzasse verso il tavolo. Usagi lo prese in aria, felice come una bambina.

«Che cosa ti dà tanta sicurezza, Ami?»

«Be'... Se questo fosse un piano del nemico, ci avrebbero già attaccato. Siamo indifese, completamente nelle loro mani. Eppure, siamo ancora tutte intere.»

Finché non sapeva dove si trovavano - pensò Rei - lei non si sarebbe sentita a suo agio.

«Inoltre» proseguì Ami, «pensandoci, Ail e Anne non sembrano tanto forti da creare un'illusione come questa. Quei mostri a cui danno vita... Sarebbero davvero riusciti a intrappolarci tutte quante?»

Minako non vedeva ragione di fare tante domande a vuoto. «Ehi» si rivolse a Usagi e al foglio. «Sei frutto di Ail e Anne?»

Usagi piegò la testa di lato. «C'è scritto 'no'.»

«Sei un nostro nemico?» continuò Minako.

«Dice ancora 'no'.» Usagi era soddisfatta. «Visto, Rei?»

Rei non riusciva a capacitarsi. Le altre erano sedute tutte attorno al kotatsu, serene come se stessero per prendere un tè. «Siete impazzite?! Vi fidate davvero di quel pezzo di carta?»

Makoto si sporse a guardarlo e sorrise. «Dice 'no'. Infatti, siamo ancora incerte se credergli o meno. Ma al momento non vedo cosa ci sia di male nell'ascoltarlo.»

Sbuffando, Rei si sistemò nel posto rimasto vuoto accanto a Usagi e Minako. «È ridicolo.»

«A me sembra una cosa bellissima!» Usagi teneva il foglio tra le mani, come un trofeo. «Abbiamo un oggetto magico che risponde a tutte le domande che vogliamo!»

Rei si abbandonò contro lo schienale. «Non pensi che risponderà solo a quello che vuole lui?»

«No, vedi? Dice di no!»

Minako ridacchiò in silenzio. Quel coso si stava prendendo gioco di Rei. «Risponde anche a domande che non gli rivolgiamo direttamente.»

Makoto rimuginò. «Che scopo avrà?»

«'Solo rispondere'» disse Usagi, dandogli voce.

Rei sbatté una mano sul kotatsu. «Ora basta, posa quel pezzo di carta! Voglio vedere con i miei occhi cosa scrive. E ricordate che non ci ha ancora detto chi è!»

Minako osservò Usagi che, con cura, sistemava il foglio al centro del tavolo.

«Che cosa potremmo chiedere?» si domandò Makoto.

Ami scrollò le spalle. «Che giorno è?»

5 marzo 1993

Rei strinse gli occhi. «Ha le idee piuttosto chiare questa roba.» Era anche adattabile. Aveva mostrato la data quattro volte, su ognuno dei lati, così che tutte loro potessero finalmente leggere senza sporgersi o spostarsi.

«Rei...» Ami sospirò. Perché lei era tanto ostile?

«Hmm...» Minako volle porre una domanda chiara. «Perché siamo qui?»

Per ricevere risposte.

«Vedete? Sa essere d'aiuto quando vuole.»

Rei appoggiò i gomiti sul tavolo, le braccia incrociate. «Che genere di risposte?»

Il foglio rimase muto.

«Mi sa che ti trova antipatica» sorrise Usagi.

Rei stava ringhiando. «Brutto...»

Makoto provò a smorzare la tensione. «Fai domande troppo vaghe. Provo io. Sai che abbiamo un'identità segreta?»

Sì.

«Visto?» disse a Rei. Guardò curiosa il centro del tavolo. «Quali sono i nostri nomi di battaglia?»

Sailor Jupiter, Sailor Venus, Sailor Mars, Sailor Moon, Sailor Mercury.

Usagi saltellò sulle ginocchia. «Che gentile! Ha messo i nomi davanti agli occhi giusti.»

Rei deglutì. La situazione non la faceva sentire al sicuro, ma le altre erano così tranquille che finiva per sentirsi isolata. «Allora... Provieni da qualcuno che ci è alleato?»

Sì.

«Chi?»

Scena muta.

Rei picchiettò il kotatsu con un dito. «Fai lo gnorri.»

«Siete noiose!» dichiarò Usagi. «È un sogno, sbizzarritevi! Se io potessi avere tutte le risposte del mondo, chiederei una sola cosa!»

Rei sospirò: sapeva cosa stava per domandare Usagi.

«Mamo-chan mi ama?»

No.

Usagi spalancò la bocca e sbiancò.

Makoto si arrabbiò per lei. «Ehi! Non puoi dire una cosa del genere! Che ne sai tu?»

So tutto.

Minako sbatté le mani davanti a Usagi, che stava per piangere. «Aspetta, aspetta! Hai fatto la domanda sbagliata! Adesso Mamoru non ti ama, è chiaro. Non ricorda neanche chi sei!»

Usagi tirò su col naso. Tremava, ma non voleva abbandonare la speranza. «Lui si ricorderà chi sono?» 

Sì.

Usagi si riprese in un istante. «Davvero?» Posò le mani sui lati del foglio, inchiodandolo. «Mamo-chan mi amerà?»

Sì.

Per la gioia Usagi non riuscì a urlare.

Minako esultò per lei. «Vai così!»

Usagi sollevò il foglio tra le mani, estatica. «Io e Mamo-chan ci sposeremo? Quando?»

Sì. 24 marzo 1997.

Rei si era sporta a guardare. Quando vide la data, si allarmò. «Ma che-?» Strappò la carta di mano ad Usagi. «Ehi! Questo coso dà risposte sul futuro!»

Usagi si stava iperventilando. «Ci sposeremo tra quattro anni! Sarò la moglie di Mamo-chan!»

Rei guardò le altre. «C'è scritta una data!»

Ami si sollevò sulle ginocchia. «Cosa?»

Minako non credette alle proprie orecchie. «Ha detto il giorno?»

«Sì! È maledettamente preciso!»

Makoto si accigliò. «Così non va bene...»

«Che state dicendo, ragazze?» Usagi saltò in piedi, le braccia al cielo. «Non avete sentito? Mi sposerò con Mamo-chan!!»

Le sue amiche si erano fatte serie.

 «... cosa c'è?»

Ami scosse piano la testa. «Pensavo fosse un gioco, ma conoscere in questo modo il futuro... È rischioso.»

«Perché?»

Makoto la guardò negli occhi. «Vuoi davvero vivere il resto della tua vita sapendo cosa ti accadrà esattamente giorno per giorno?»

«Mi ha solo detto quando mi sposerò! Con Mamo-chan!»

Minako strinse le labbra. «È meglio non domandare più niente.»

«Esatto» concordò Rei. Finalmente le altre avevano riacquistato un briciolo di ragione. «Che ne sarebbe di noi se conoscessimo il nostro futuro? Potremmo finire col cambiarlo senza volerlo, no?»

Di sfuggita, vide la striscia di inchiostro sul foglio.

«Che vuol dire, 'no'?»

Non ricorderete niente.

«'Non ricorderete niente'» lesse Minako dal retro della carta, dove la risposta si era stampata una seconda volta.

«Allora a che serve?» bofonchiò Usagi.

Ami scosse la testa. Non ne aveva idea.

Makoto rifletté su come porre la domanda. «Quindi possiamo fare tutte le domande che vogliamo sul nostro futuro, perché non avremo alcun ricordo delle risposte e conoscerle ora non ci influenzerà?»

Rei apprezzò la sua chiarezza. A quanto pareva, anche il foglio.

Già.

«Ehi, questo mi piace!»

Rei guardò Minako. «Perché?»

«Non voglio rovinarmi il futuro, ma se non ricorderò niente... Adesso mi faccio un sacco di spoiler!»

«Eh?»

«Sulla mia vita! Dammi qua!» Minako salì con un ginocchio sopra il tavolo, il foglio tra le mani. Trionfante, lo posò davanti a sé, lisciandolo. «Allora... Vediamo un po'...»

Ami era preoccupata. «Sei sicura di volerlo fare? E se poi ricordassi qualcosa?»

Minako sbuffò. «Senti, foglietto.... ci faresti mai del male?»

No.

Minako allargò le mani. Come volevasi dimostrare, pensò. Per rendere più sicura Ami, domandò ancora. «Per caso stai facendo tutto questo per giocare? È una cosa innocente?»

Esatto.

Rei era incredula. «Ma tu decifri i pensieri di questo coso? Ragionate in maniera uguale!»

«E io che ne so. Però gli credo!»

Makoto scrollò le spalle. «Anche io. E sapete una cosa? Se non gli credo, vuol dire che non credo nemmeno alle sue risposte. Perciò prenderò tutto quello che mi dice come se fosse il testo del mio oroscopo - una cosa divertente da leggere.»

Ami lo trovò un approccio molto filosofico. Anche Rei la giudicò una scelta saggia. «Capito, Usagi? Prendi quello che ti ha detto con le pinze!»

«Voi dite quello che volete, io mi sposerò con Mamo-chan!»

Rei la lasciò ai suoi gongolamenti. «Cosa vuoi chiedere, Minako?»

Lei si stava sfregando le mani. «Tante cose, non so nemmeno da dove partire! Okay, vediamo... Diventerò una cantante?»

Sì.

Gioì. «Ah... Sarò famosa?»

Sì.

«Ahh! Usagi, sarò una pop-star!»

«Bravissima!»

Si abbracciarono sopra il kotatsu.

Makoto aveva allontanato il foglio prima che venisse pestato. «Queste previsioni sembrano tutte positive.»

«Ci succederanno solo cose belle nella vita!» commentò convinta Usagi.

Se lo dici tu, pensò Rei. Si aspettava ancora, da un momento all'altro, una brutta sorpresa.

«E ora, l'amore!» Minako guardò il pezzo di carta così intensamente che quasi lo bruciò di desiderio. «Foglietto... Il mio fidanzato sarà molto carino?»

Ami la ritenne una domanda troppo vaga, infatti non apparve alcuna risposta. «Dovresti specificare a quale fidanzato ti riferisci, Minako. Potresti averne più di uno. Inoltre, non penso che quel foglio, o chiunque gli stia dando voce, possa esprimere un parere soggettivo sulla bellezza di-»

«Va bene, va bene.» Minako aveva capito. «Mi riferisco al mio vero amore, foglio. Quanti anni avrò quando lo incontrerò?»

17.

Interdetta, Minako ci rifletté per un momento poi annuì. «Sì, okay, prima sarebbe stato troppo presto. Anche se mancano ancora tre anni, pazienterò. Come si chiamerà lui?»

Shun Yamato

Rei si sporse in avanti. «Ti ha scritto il suo nome?!» La cosa si faceva interessante.

«Sì.» Minako era incredula. Shun? Non suonava male, doveva abituarsi a pronunciarlo. «Dove si trova adesso?»

Tokyo.

«Okay, ma sei vago. Se devo essere precisa io...»

Makoto se la stava ridendo. «Cosa fai, Minako?»

«Voglio sapere dove si trova lui, così da intercettarlo prima!»

«È proprio quello che non dovresti fare» la rimproverò Rei.

«Non rovinatemi la festa. Non mi ricorderò niente, sono solo curiosa. E speranzosa. Okay, foglio! Lui adesso frequenta le superiori?»

«Quale anno?»

Prima superiore.

Minako annuì. «Questa cosa mi piace. Non è tanto più grande di me, per questo ci innamoreremo già quando avrò diciassette anni, no?»

No.

Non aveva rivolto la domanda al foglio, ma quando vide la negazione, non capì. «Non ci innamoreremo quando lo incontrerò?»

No.

Makoto cercò di essere incoraggiante. «Non sarà amore a prima vista...»

Minako cominciava ad avere un brutto presentimento. «Ci innamoreremo quando ne avrò diciotto?»

No.

Spalancò la bocca. «Quanto tempo dovrà passare?»

Quattro anni e mezzo.

Incredula, guardò le sue amiche. «Che sta dicendo?»

«Dovrai avere un po' di pazienza» cercò di consolarla Makoto. «Tutto qui.»

Minako stava cercando di controllarsi. «È assurdo. Foglietto sta dicendo che l'uomo della mia vita ci metterà più di quattro anni a innamorarsi di me! Che razza di fidanzato è?»

La sua domanda retorica non ricevette risposta, ma Minako si rifiutò di lasciar perdere. «Spero per il tuo bene che mi amerà da morire!»

Certo.

Si tranquillizzò. «Anche io lo amerò?»

Sì.

Ridacchiò. «Quanti bambini avremo?»

Non si era realmente aspettata di ricevere una risposta, ma quando vide il numero spalancò la bocca.

«Quattro?!» esclamò per lei Makoto. Scoppiò a ridere. «Sono tantissimi!»

Rei si morse un labbro. «Non fate a quel coso domande di cui non volete sapere la risposta.»

Minako stava stringendo i denti. «Quattro bambini sono tanti! Io non ho pazienza coi marmocchi troppo piccoli!»

Rei nascose un sorriso. «Perché a quattordici anni sei ancora una marmocchia. Comunque, di che ti preoccupi? Non hai sentito che passerà un sacco di tempo prima che tu e lui vi mettiate insieme?»

«Foglietto non ha detto questo! Ha detto che coso-Shun si innamorerà di me solo quattro anni e mezzo dopo avermi conosciuta. Questo non significa che io e lui non combineremo qualcosa prima! Magari all'inizio sarà un mascalzone senza cuore che mi lascerà sola con un bambino da crescere! A diciassette anni! Mia madre mi ucciderà, ma poi mi aiuterà a tirarlo su e io smetterò di andare a scuola! Farò la cantante, ecco! Diventerò una ragazza-madre pop-star per mantenere mio figlio!»

«Che telenovela ti stai inventando, Minako?»

Rei non poté essere più d'accordo con Usagi.

Minako scoppiò a ridere. «Volo con l'immaginazione! Bah, la storia dei bambini non mi entusiasma. Anzi, mi fa rabbrividire! Mi piacerebbe solo poter vedere in faccia coso-Shun. Sono sicura che l'idea di tanti figli sia stata sua!»

Sul foglio comparve una linea strana, lunga e curva, che girò su se stessa e poi raddoppiò, proseguendo in direzione diverse. Minako sgranò gli occhi. Era... un disegno?

Tutte le sue amiche le furono addosso.

«Ma...»

«...è...»

«La sua faccia!» esclamò Makoto.

Minako la sollevò davanti agli occhi. «Oh. Oh!»

«È carino!» proruppe Usagi.

Minako era al settimo cielo. «Sì, sì! Prendo lui, va bene! Ho vinto!»

Rei era invidiosa. Quella di Minako sembrava una vittoria persino a lei, che con gli uomini era molto esigente.

Minako sfoderava un sorriso a trentadue denti. «Foglietto, non puoi colorarlo?»

Non successe niente.

«Permaloso. Di che colore ha gli occhi? Neri?»

Grigi. No.

«Bastava la prima risposta. Grigi! E i capelli sono neri? Quanti anni ha in questa immagine?»

Sì. 21.

«In effetti sembra grande! Saremo una bellissima coppia!»

Rei si stava stufando di sentire i particolari di un'altra favola felice. «Hai monopolizzato quel foglio. Passa qua!»

Ma Minako si stava impegnando in un bacio appassionato col disegno.

«Minako!!»

Makoto aveva la mano sopra gli occhi, Usagi la bocca spalancata ed Ami stava terminando un lunghissimo sospiro. Rei era indignata e disgustata.

Minako si staccò con un ultimo schiocco di labbra. «Muah! Perché ci interrompi, Rei? Non eri tu quella scettica?»

«Lo sono ancora, ma se bisogna giocare, ci sono anche io!» Magari senza la saliva di Minako di mezzo.

Minako le cedette Foglietto. «Hehe, ti sta mangiando viva la curiosità!»

Con a disposizione la carta di tutte le risposte, per un momento Rei non seppe cosa farci. La raddrizzò sul kotatsu, in modo da averla allineata agli occhi. Ci voleva ordine. «Dunque... l'uomo con cui mi sposerò...» Doveva fare domande precise. «Sarà ricco?»

Che vuol dire?

Minako scoppiò a ridere. «Ti odia proprio! Solo a te risponde con quel tono!»

Rei non si diede per vinta. «All'anno lui guadagnerà più di...» offrì una cifra, «oppure in banca avrà almeno...» Riferì un altro numero, la soglia minima per parlare di ricchezza secondo i suoi standard.

Ami stava sbattendo le palpebre. «Non ti facevo così venale.»

«Questo coso mi ha costretto a entrare nei dettagli. Allora?»

Sì. Sarà ricco.

Rei gioì con un pugno al cielo. Sarebbe vissuta nel lusso!

Minako guardava sconsolata il cielo bianco. «Le domande che decidiamo di porre dicono tutto di noi. Io ho parlato d'amore, mentre tu, Rei...»

«Zitta, che ti interessava sapere prima della tua carriera! Io sono una persona pratica: una coppia litiga quando manca il denaro, per cui, se io e lui ne avremo tanti a disposizione, la nostra relazione sarà più solida!»

Makoto provò tenerezza per Rei.

Lei aveva unito le mani, una donna d'affari che si preparava a negoziare. «Ora, le altre mie curiosità. Foglio-san, dimmi... quanti anni di differenza ci saranno tra me e l'uomo con cui mi sposerò?»

Quasi cinque.

Rei approvò. «Sì, mi piacciono i ragazzi maturi. Lo conoscerò entro i vent'anni?»

Sì.

Rei si azzardò a sperare. «Entro... i sedici?»

Sì.

A Rei sfuggì un ansito, ma prima che potesse domandare ancora, la interruppe una risata di Minako. «Magari lo hai già conosciuto!»

Esatto.

Nel leggere la risposta Rei si immobilizzò. Su tutto il kotatsu cadde un silenzio tombale.

«Ohi, ohi.» Era stata Makoto.

Usagi era vicina alle lacrime. «Non sarà Mamoru, vero? VUOI SPOSARLO ANCHE TU?! ANCORA?!»

«Ma che stai dicendo, Usag-»

Lei si stava già scatenando, emettendo fumo dalle orecchie. «NON POSSO PERMETTERLO! MAMO-CHAN È MIO, SOLO MIO-»

Ami la tirò giù per le spalle. «Insomma! Qui si tratta di Rei, non di te!»

«Ma Mamo-chan-»

«Non ha l'età giusta! E prendere in considerazione la bigamia è ridicolo, Usagi.»

«Bigamia? Cosa vuol dire?»

Ami emise un grande sbuffo, raccogliendo pazienza. Dedicò la sua attenzione a Rei. «Senti, prima eri tu a dire di non credere a-»

Rei parlava da sola. «È impossibile! Non ho incontrato nessuno che sia lontanamente adatto a diventare il mio futuro marito!»

Mentire a te stessa non servirà a nulla.

Rei ringhiò. «Tu che ne sai?»

So la verità. So chi ti piace.

Minako spalancò gli occhi. «È vero, Rei? Sei innamorata? Di chi, di chi?!»

Rei stava arrossendo. «Di nessuno, al massimo ho una piccola cotta per-...» Nel ripensare a quella persona perse colore nelle guance. Le mancò il fiato. Minacciò di svenire.

«Rei?»

Con la lingua di fuori, Rei smise di dare segni di vita.

«AHHH!!!» urlarono Minako e Usagi.

Makoto compì un balzo sul tavolo. «La salvo io!»

Ami cercò di proteggere il corpo inerme di Rei. «Ci vuole delicatezza!»

«Sciocchezze!» Makoto strinse il pugno. «Per far ripartire il cuore occorre un bel colpo sul petto!»

Minako offrì un'idea migliore. «Prova con la scossa elettrica!»

Il pianto di Usagi faceva da sottofondo. «Non fate morire Reiiiii!»

Per evitare che le altre la ammazzassero, Ami strizzò Rei per il collo. Si udì uno schiocco.

«Ahhh!»

Il grido di dolore fece tirare un sospiro di sollievo a tutte quante.

«Cosa mi avete fatto?!» furono le prime parole di Rei.

Ami si vergognò come una ladra. «Volevano far passare nel tuo corpo una scossa da diecimila volt!»

Makoto si indignò, affrettandosi a nascondere la mano crepitante di energia

«Il fulmine di Giove è troppo potente!» la sgridò Ami. «Ho cercato di salvarti, Rei!»

La testa di lei virava a sinistra. «Sono paralizzata.»

Minako tentò un massaggino rigenerante. «Su, su... Che ti è preso prima? Per chi è che avresti una cotta?»

Gli occhi di Rei si riempirono di lacrime. «Non può essere...»

Usagi corse ad abbracciarla. «Non essere triste! Avrai anche tu un ragazzo bellissimo, vedrai!»

I singhiozzi di Rei sfociarono in un pianto a dirotto.

Minako e Makoto si scambiarono un'occhiata preoccupata. Makoto si alzò, diretta alle spalle di Rei. Minako pensò che stesse per stringerla e consolarla, ma con un colpo da karateka Makoto fece scattare la testa di Rei di lato.

«AHIA!»

«Sistemato.» Makoto si pulì le mani. «Mi è capitato tante di quelle volte durante gli allenamenti...»

Rei era incredula. «Nessuna di voi capisce la mia tragedia!»

Makoto non provava compassione per lei. «Stiamo parlando dell'uomo che sposerai, no? Nessuno ti costringerà a farlo, perciò vorrà dire che in lui troverai qualcosa di buono.»

Minako era ufficialmente curiosa. «Foglietto, puoi scriverci il suo nome?»

Yuichiro Kumada.

Dopo aver letto, neppure Ami osò battere ciglio.

Usagi era ancora aggrappata a Rei, ma gli occhi di lei erano di fuoco. «Se ridete, compio una strage!»

«Ma no» tentò Minako, «Yuichiro è solo... un po'...»

Ormai sanata, Rei puntò il foglio con un dito accusatore. «Questo coso ce l'ha con me! Mi sta prendendo in giro, non può essere vero!»

Infatti, pensò Minako. Anche lei era dubbiosa. «Foglietto...» Scosse la testa. «Ti sbagli, sai? È vero che Yuichiro morirebbe per Rei...»

Lei arrossì.

«Ma questo non significa che Rei ricambi. Non possono stare insieme solo per gratitudine! Cos'altro avrebbero in comune?»

Cose di cui non si può parlare con ragazzine della vostra età.

Tutte lessero la risposta. Rei divenne color porpora.

Ami aveva colto un importante indizio. «Ci parla come un adulto.»

A Minako non importava, era estasiata. «Ah, sì? Quindi a Rei piacerà... baciarlo, per esempio?»

Rei si avventò sulla carta, coprendola col proprio corpo. «Vuoi finirla?!»

«Ha-ah! La tua reazione dice tutto!»

Usagi stava battendo le mani a tempo. «Rei e Yuichiro si sposeranno, Rei e Yuichiro si sposeranno!»

Rei le fu addosso.

«AIUTO!!!»

Ami, Makoto e Minako le lasciarono perdere. Makoto guardò il foglio. «Ora tocca a me.»

«Brava, andiamo avanti.»

Makoto si sedette con la schiena più dritta, lo sguardo determinato. «Io ho poche domande. Vorrei sapere... All'uomo con cui mi sposerò piacerà la mia cucina?»

Sì.

«Lui sarà gentile con me?»

Sì.

Makoto era soddisfatta delle risposte. «E... sarà un bravo papà?»

Sì.

Lei non ebbe bisogno di sapere altro. «Sono contenta.»

Minako non credeva alle proprie orecchie. «Ma sprechi così le tue domande?»

Makoto si permise di pensarci su. «In effetti c'è un'altra cosa che... Foglio, mio marito sarà più alto di me?»

Sì.

A Makoto uscì un sospiro di gioia. «Il mio futuro sarà splendido!»

Minako stava scuotendo la testa. Tanta mancanza d'inventiva era imperdonabile! «Foglietto, disegnaci la faccia del futuro di lui di Makoto.»

Attese con trepidazione le prime righe, ma il foglio rimase bianco.

Piccata, Makoto strinse gli occhi. «Toccava a me chiederlo. Non mi interessa il suo aspetto. Adesso potrei rimanerne delusa, mentre tutto quello che conta è che lui sia un brav'uomo!»

Minako prese da parte Foglietto, bisbigliando. «Però sarà carino, vero? Mako-chan si merita un fusto.»

Fu la sola a vedere la risposta.

Certo che sì.

Ridacchiò tra sé e ripose il foglio bianco sul ripiano del kotatsu.

«È il mio turno» dichiarò Ami. Si rivolse a Usagi e Rei, che si stavano ancora tirando per i capelli. «Andiamo, smettetela. Ascoltate la mia domanda, è importante.»

Usagi e Rei misero in pausa la loro lotta.

Ami prese in mano il foglio, decisa. «Nessuno di voi ha posto i quesiti giusti, perciò ci penserò io. Signor Foglio del futuro, vorrei sapere... Tra vent'anni i popoli della Terra raggiungeranno un equilibrio economico-sociale?»

Nell'aria non volò una mosca.

Anche il foglio faceva scena muta.

«Ami» disse Minako, seria. «Tu sei una di quelle che nella tavoletta dei desideri di Capodanno prega per la pace nel mondo, vero?»

Ami si rifiutò di ritenerlo un difetto. «Avete fatto domande frivole, mentre le potenzialità dello strumento suggeriscono utilizzi-»

«È un gioco, Ami-chan! Devi giocare, su!»

Con gli chignon sfatti dal recente combattimento, Usagi si unì all'incoraggiamento. «Io vorrei sapere quanti ragazzi avrà Ami prima di trovare quello giusto.»

Ami si scandalizzò, ma la risposta che apparve sul foglio le diede pace.

Nessuno.

Non aveva sbagliato nell'esame più importante della sua vita. «Riconoscerò la persona giusta per me al primo colpo.»

Minako stava sospirando fortissimo. «Foglietto, non dirmi che si tratterà di un secchione senza speranza come lei?»

Ami si sentì un po' ferita, ma ancora una volta il foglio venne in suo aiuto.

Invece sì.

... non sarebbe stata incompresa per sempre.

Minako aveva visto la sua faccia. «Non prenderla male, Ami, è solo che...»

Usagi aveva appoggiato una mano sulla sua spalla. «Minako vorrebbe vederti più spensierata, Ami-chan. Anche io, sai? Per favore, chiedi al foglio una domanda che... che ti faccia fremere di felicità! Voglio vederti ridere!»

Ami cedette. Voleva essere come loro, voleva essere accettata. «Allora... al mio ragazzo piaceranno le mie amiche?»

Hm. Rei e Minako non molto, da principio.

Minako scoppiò a ridere. Ben le stava! «Me lo merito. Se permetti, Ami, in fatto di avvenenza maschile me ne intendo, perciò visto che non sarai tu a fare la domanda... Foglietto-chan» canticchiò. «Che cosa penserò del ragazzo di Ami la prima volta che lo vedrò?»

'Chi è quel pezzo di strafigo stellare?'

Minako spalancò la bocca. Ami lesse e persino i suoi capelli divennero rossi. Usagi la travolse in un abbraccio. «Yu-huuu! Anche tu avrai un ragazzo bellissimo come me!»

«Uhei!» Makoto era fiera di Ami. Le diede una pacca sulla spalla. «Allora li sai scegliere!»

Rei si sentiva sempre più infelice: solo lei avrebbe avuto un ragazzo bruttino? Okay, forse Yuichiro non era poi tanto male, ma lei aveva puntato molto più in alto!

Minako era colpita. «Mi rimangio tutto quello che ho pensato su di te, Ami! Hai il mio rispetto!»

Per non morire di imbarazzo, Ami prese il foglio per farsi aria sul viso. «Per me conterà solo la sua intelligenza!»

«Certo, certo. Perché uno li sceglie belli per questo, per il loro cervello.»

Ami ritenne saggio non dire più nulla. Makoto notò il bronciò dall'altra parte del tavolo.

«Andiamo, Rei! L'aspetto è importante, ma non vuoi essere così superficiale, vero?»

Inveve sì, pensò Rei. Aveva quattordici anni, e tutto il diritto di immaginare che un giorno avrebbe sposato il principe azzurro più affascinante del pianeta. «Voi fate come volete, ma io... io non ci voglio credere! Costruirò da sola il mio futuro!»

Minako era d'accordissimo col principi,  ma aveva anche la sensazione - sempre più intensa - che quello non fosse un sogno privo di sostanza. Il foglio stava rivelando davvero a tutte quante il loro avvenire. Non le piaceva immaginare che Rei non fosse contenta del suo. «Foglio... quando saremo grandi, è vero che Rei penserà che l'uomo che ha scelto sia all'altezza di lei in tutto e per tutto?»

Assolutamente sì.

Foglietto parlava col cuore.

Rei aveva perso un po' di tristezza. «Se lo dice lui...»

Minako cercò di essere paziente. «Rei, in fondo il sogno di tutte noi non è solo trovare qualcuno che-»

Usagi aveva preso le mani di Rei. «Sarai amata, Rei-chan. Sai, anche se Mamoru avesse un bruttissimo incidente che cambiasse per sempre la sua faccia, io... Mi fa battere il cuore quando parla. È così generoso, so che lo è. Tutte le volte che mi ha salvato come Tuxedo Kamen... Nemmeno mi conosceva, forse nemmeno vedeva bene la mia di faccia, per via di- per...» Commossa, Usagi faticò a spiegare il fenomeno che rendeva poco riconoscibili i loro volti quando erano trasformate. «Eppure voleva proteggermi. L'amore non passa per gli occhi, passa di qui.» Portò le mani di Rei al petto. Aveva le guance bagnate di lacrime felici. «Quando sarai con la persona giusta, lo saprai. Tutto il tuo mondo sarà meraviglioso e lui per te sarà il ragazzo più bello dell'universo.»

Rei respirava a fatica, emozionata.

Minako comprese per la prima volta la profondità del sentimento di Usagi. «Vuoi davvero che Mamoru torni da te, hm?»

«Con tutta me stessa» sorrise Usagi e nella sua sicurezza e commozione fu saggia, immensa, una persona pura che meritava di essere protetta. Minako lo avrebbe fatto anche se non fosse stata la sua principessa.

Abbassò lo sguardo e notò le proprie mani. Brillavano. «Oh?»

«Me ne sono accorta prima» disse piano Ami, per non spezzare la magia del momento. «I nostri poteri... Appena abbiamo iniziato a pensare di averli, sono tornati da noi.»

«Il mio fulmine!» urlò Makoto, crepitando di energia.

Generò una piccola risata generale. Come una sola, si alzarono tutte insieme, Usagi sostenuta da Rei.

«È ora di andare.»

«Col teletrasporto Sailor» annuì Ami.

Usagi si piegò verso il centro del kotatsu, dov'era rimasto il foglio. «Ti ringraziamo per tutte le belle notizie che ci hai dato.»

Makoto la accarezzò su un braccio. «Ti ha dato speranza, ma non ne avevi bisogno.»

«Esatto! Riconquisterò sicuramente Mamo-chan!»

«E io non penserò di rubartelo nemmeno per un secondo» sospirò Rei, «puoi stare tranquilla. In fondo, Yuichiro mi andrà bene. È molto servizievole e sono sicura che farà tutto quello che voglio io, per il resto della nostra vita. Hm...» rifletté tra sé, come immaginando le molte possibilità.

Minako era contenta. «E io avrò il mio stupendo Shun-coso! Ragazze, voglio tornare a casa! Prima ci andiamo, prima la nostra realtà si avvererà!»

Fu un coro di 'Sì!' e con una vampata di potere sparirono tutte da quella dimensione.

Il foglio si alzò in volo. Richiamò attorno a sé la realtà che aveva creato e, in un istante, ogni cosa svanì in un buco nero.

 

«Lady Venus...» Pluto scuoteva la testa.

Con un pensiero Minako mise fine alla registrazione. «Che carine che eravamo! Non ti abbiamo fatto tenerezza?»

«Non posso credere che sua maestà la Regina abbia approvato questa seconda escursione nel passato in assenza di serissime ragioni che giustifichino-»

«Credici. Il Re era d'accordo con lei. E noi tutti ovviamente volevamo vedere un seguito.»

Pluto era sempre più interdetta.

Minako volle tranquillizzarla. «Col tuo controllo del tempo e il mio controllo delle menti, abbiano annullato qualunque possibile conseguenza di questo episodio. Vuoi una motivazione più seria? Ebbene, Pluto, riguarda te.»

Setsuna drizzò le orecchie.

«Presto sarai impegnata in una missione che ti richiederà di manipolare il tempo come non hai mai fatto prima d'ora. Pertanto, queste sessioni per te sono puro allenamento, indispensabili al ruolo che avrai nel destino del Cosmo.»

Pluto fu sopraffatta da una sensazione di responsabilità e importanza. Poi ebbe un dubbio. «Direste qualunque cosa per coinvolgermi nei vostri giochi, vero, Lady Venus?»

«Mi offendi, Pluto.»

Setsuna non cedette di un passo, ma la signora di Venere che aveva davanti a sé aveva molti secoli di esperienza più di lei e una furbizia con cui era difficile competere.

«Rischieresti di non impegnarti dopo quello che ti ho detto? Io sostengo che sia la verità.»

Pluto fu costretta a riflettere.

Lady Venus la lasciò con un ultimo sguardo sereno. «Coraggio, so che ti sei divertita. Alla prossima, Pluto.»

Sola con se stessa, Setsuna si concesse un lungo sospiro.

Muovendosi verso la Porta del Tempo, portò con sé la superficie su cui lei e Lady Venus avevano visionato il loro ultimo esperimento.

In fondo, pensò, ormai era fatta.

A volte si annoiava nella sua lunga veglia, perciò - cliccò su un tasto immaginario - tanto valeva godersi le riunioni delle Inners del passato.

Sorrise. Non vedeva l'ora di conoscerle.

 

 

E fu la volta delle ragazze - FINE


 

Note dell'autore:

Non mi dilungo. Il capitolo è uscito fori più scarno di ragionamenti rispetto al primo, ma... è venuto fuori da solo, praticamente. Questo è un mio omaggio alle prime serie e spero che abbiate ritrovate quelle ragazze spensierate :)

Qualunque vostro commento mi renderà felice!

 

Elle

 

   
 
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