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Autore: Edimburgh_    28/08/2015    1 recensioni
Qual è il vero significato della parola viaggiare? Cambiare località? Assolutamente no! Viaggiare è cambiare opinioni e pregiudizi.
(Anatole France)
Una raccolta di storie incentrata sul personaggio più schivo del manga, sul suo passato e quegli avventi che sono stati taciuti o sorvolati, sui suoi pensieri molto spesso ignorati all'interno della storia portante.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Nel periodo Sengoku omicidi e rappresaglie tra signori locali erano all'ordine del giorno e chiunque, perfino i bambini, imparava all'istante a non farsi sconvolgere dalla vista del sangue e dei massacri. I demoni non prendevano parte alle faide umane, i meno sviluppati perché troppo ottusi per intenderle, quelli più antropomorfi perché indifferenti al fato di tanti innocenti che sarebbero stati salvati da un loro semplice gesto. Andava detto inoltre che ben pochi signori avevano sufficiente acume per riporre speranze in un demone innamorato di una loro cittadina; i più si limitavano ad allontanarli dai territori sprecando tempo e forze, gonfi dei medesimi pregiudizi che animavano i demoni. In quel tumultuoso clima, era più raro vedere un villaggio che rimanesse in piedi per più di una generazione piuttosto che osservare le macerie fumanti del campo di battaglia dei samurai, pullulanti di mendicanti e sventurati che cercavano vitto e risorse fra la cenere. Sesshomaru non era il tipo di creatura da frugare nei detriti, soprattutto in quelli tanto pregni di sangue e fumo da dargli la nausea, così passava incurante e fiero attraverso le rovine ignorando gli sguardi atterriti e curiosi dei saccheggiatori. Era un demone molto giovane, come denunciava suo malgrado la forma del viso ancora puerilmente tonda, e nessuna creaturina gli balzellava dietro, nemmeno il fedele Jaken, che ancora doveva incontrare. Aveva lasciato la casa materna da quasi un anno e era riuscito a sopravvivere in quel mondo violento senza sforzo, forte di una resistenza e potenza superlative perfino per un demone. Non aveva Tenseiga al fianco perché Totosai la custodiva ancora nella fucina, aspettando che quel monellaccio vagabondo capitasse a tiro, e si difendeva con il solo ausilio degli artigli, sufficienti a decapitare tre demoni grandi quanto due capanne in una volta sola. Per una volta l'espressione di disgustata superiorità era giustificata in viso, soprattutto man mano che le esalazioni si facevano più forti ma non cambiò strada, decidendo testardamente di arrivare fino in fondo al villaggio e tagliare per il fiume. Ove andasse non era noto nemmeno a lui, lasciava solo che il suo istinto lo guidasse in un posto dall'aria pulita e il silenzio non era squarciato da urla e spade. Passò attraverso tutto il villaggio notando quanto fossero stati feroci i depredatori che avevano massacrato senza pietà chiunque trovassero sul proprio cammino, umano o animale che fosse, i cui corpi giacevano riversi a terra in pozze rossastre dall'odore forte e ferroso. Un lamento attirò la sua attenzione proprio quando imboccava il sentiero che conduceva al fiumiciattolo e voltandosi alla destra vide un uomo tra i cespugli che stringeva dolente il ventre aperto nel quale si potevano vedere gli organi pulsanti.

“Ragazzo” mormorò flebile e Sesshomaru quasi fece un passo indietro. Non era paura, non di un povero contadino ormai giunto alla fine dei suoi giorni, era più una sorta di implicito rispetto, ma il vecchio replicò il richiamo, così il demone si fece avanti. Nel vedere i suoi lunghi capelli candidi, il contadino sospirò quasi deluso. “Ti avevo scambiato per un ragazzo” gli confessò quando fu giunto abbastanza vicino. Il demone strinse le labbra lievemente offeso ma un gesto repentino dell'altro lo confuse e agitò. Il vecchio infatti provò ad alzarsi, con il solo effetto di aumentare l'emorragia.

“Avresti mica dell'acqua?” lo supplicò con la gola arsa ma l'altro scosse la testa.

“No, però qui vicino c'è un fiume..” fece per alzarsi ma l'altro lo afferrò per un polso con inaudita forza.

“No. No” lo pregò sempre più flebile. “Resta ancora un po' qui con me, non farmi morire solo” stupito il demone si inginocchiò al suo fianco, senza sapere bene cosa fare, e il vecchio gli lasciò il polso.

“Mia moglie è stata sbranata da un demone cinghiale tanti anni fa” raccontò distaccato “Quando l'ho trovata sono riuscito solo a pensare 'Mi dispiace che l'ultima cosa che abbia visto prima di morire sia stato un demone'” disse infine con lo sguardo puntato sul fitto fogliame nero della notte. Tossì sangue e scosse il capo.

“A me dispiace solo morire, ragazzo” gli confidò “E sono certo che anche per lei sia stato lo stesso. Non ha grande importanza se a ucciderti sia un umano o uno spirito demoniaco” si accomodò meglio sull'erba quasi si stesse preparando per dormire. “Morire così poi è decisamente brutto” alzò lo sguardo al cielo poi tornò al demone. “Non capirò mai perché siate tanto belli, pur essendo quasi sempre malvagi” la sua mente era sempre più distante, forse per quello arrivò a toccargli la fronte con un dito insanguinato. “Mia nipote amava disegnarsi la Luna sulla fronte, proprio come l'hai tu. Lo faceva ogni notte di luna piena prima che, sai, la passassero a fil di spada” tossì affaticato “Ovunque sia finita ora, spero di rincontrarla presto”sempre più confuso Sesshomaru annuì.

“Sono certo che lo farai” lo congedò piano e il vecchio sorrise, poi la luce abbandonò i suoi occhi che divennero opachi e vuoti. Il demone rimase accanto a lui per tutta la notte, vegliando affinché nessun borseggiatore profanasse il suo vestiario e, non appena arrivò il mattino, seppellì il corpo sotto l'albero, riprendendo poi il cammino verso il fiume.

E questa è la storia che meno di tutte mi convince. Mi ero illusa che procrastinandone la pubblicazione sarei riuscita ad aggiustarla in modo che non mi sembrasse tanto OOC, ma non ce l'ho fatta. Dunque eccola qui in tutte le sue sfaccettature che mi convincono ben poco. Non ho grandi commenti da fare su lei (se non indispettirmi perché ha preteso dei risvolti nella vicenda che non ero molto sicura di voler mettere), mi preme solo annunciare tristemente che la raccolta volge alla fine -il prossimo sarà l'ultimo racconto- e ringraziare tantissimo i lettori che commentano e seguono queste storie. Mi siete davvero preziosi 
 

   
 
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