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Autore: NotError    28/08/2015    2 recensioni
diedi una piccola occhiata al portatile.
176 messaggi totali. Almeno 100 di questi, erano casi.
Sherlock però non sembrava più interessato, e se anche l'indagine lo annoia, l'intero mondo lo disgusta
Ma non era tutto.
Tornato a casa, trovai Mary e la signora Hudson in salotto, in lacrime.
Quest'ultima aveva in mano una busta arancione.
La riconobbi subito.
Era quella dell'ospedale.
E ora dimmi, Sherlock Holmes, te la caverai in una situazione che nemmeno il tuo genio può prevedere?
THE GAME IS ON
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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12 Aprile 2015

Sherlock era tornato a Baker Street giusto il giorno prima e quella mattina ricevetti dei suoi messaggi dove mi avvertiva (anche se le sue parole facevano presumere una minaccia) di non fare parola del suo disturbo a nessuno, tantomeno a Molly .

Non mi parlava dei suoi sentimenti, se lo avesse fatto sarebbe sembrato strano da parte sua, però la tensione era palpabile anche nei suoi messaggi .

Quel pomeriggio ero rinchiuso nel mio studio a leggere le radiografie di un mio paziente caduto durante una partita di calcio. Stavo analizzanto l'immagine accuratamente. L'osso era decisamente rotto, doveva essere caduto con violenza, avrebbe dovuto ingessarsi buona parte del braccio destro.

Paziente numero 2 : donna, ferita da taglio sulla mano sinistra mentre affettava degli ortaggi.

Avevo già effettuato tutte le manovre necessarie, ma quella donna esagera ogni volta per ogni piccolezza .

Normalmente Mary veniva a farmi visita in quei momenti ed ipotizzava storie assurde sui miei pazienti. Spesso mi stupivo per la sua fervida immaginazione .

Di solito erano storie di tradimento, dove il marito ferisce (o uccide, direbbe Sherlock) l'amante della moglie, o viceversa, altre raccontava di come per soldi un uomo ucciderebbe per incassarsi tutta l'assicurazione sulla vita della moglie.

Io sono un tipo più realista, anche se dai casi che trattiamo io e Sherlock non si direbbe, dati tutti i dettagli struggenti e fantasiosi che questi hanno offerto .

Quest'ultimo invece non farebbe altro che ipotizzare storie di morti e come lui abbia fatto per capire tutto .

A pensarci bene, il cervello di Sherlock è come un orologio. Programmato e più complicato di quanto non si direbbe. Tutti i meccanismi che fanno funzionare un orologio sono intricati e spesso impossibili per molti, tranne che per gli orologiai.

Chi è l'orologiaio in questa storia? Chi ha davvero capito i meccanismi che regolano Sherlock?

 

Ricordo di essermi distratto per un caffè e di aver ripensato a Molly . Era da tempo che non la vedevo.

Ero convinto che lei pensasse al silenzio di Sherlock come un capriccio, invece quel giorno, venne a trovarmi .

Era la solita Molly. Capelli raccolti in una coda alta, trucco invisibile, maglione colorato di due taglie in più e il mega sciarpona

  • ciao John, posso entrare? - aveva il viso stanco per le lunghe ore passate in bianco in laboratorio e un'aria scocciata

  • si, si certo -

  • come sta Sherlock ? - chiese subito dopo essersi seduta in salotto

  • bene bene – risposi cercando di nascondere l'ironia di quella frase

  • non mi risponde da mesi, sono preoccupata -

  • non hai motivo -

  • dici? Ma sul ciglio della porta ho trovato questo – dal borsone colorato prese una bustina da cui estrasse un oggetto nero. Me lo porse. Era una ciocca nera e arricciata . Quella di Sherlock.

    Immediatamente pensai che una potesse essersi impigliata nel colletto della camicia per poi cadere sul vialetto. Ero nei guai.

  • e comunque, la mia domanda era come sta, non cos'ha – rispose secca, quasi con irritazione – una mia amica era di turno per la sua tac. Ho saputo tutto questa mattina -

mi passai una mano tra i capelli sospirando. Non volevo certo lo venisse a sapere così. E nemmeno Sherlock .

Ma quello che mi stupì maggiormente era la sua espressione aggrucciata, e non di pianto incessante che avevo immaginato.

  • non scusarti. Immagino sia stato LUI ad importi il silenzio – mi precedette lei. Si alzò di scatto, e andò verso la porta – potresti dirgli che gli auguro di rimettersi presto? Grazie, John -

Appena fui sicuro che se ne fosse andata, mi precipitai alla cornetta del telefono e digitai velocemente il numero di Sherlock, sperando di aver composto il numero giusto.

Non rispose.

Cercai di calmarmi, infondo non era affar mio, ma l'idea di Molly infuriata mi metteva i brividi. aveva visto più morti di me e Sherlock messi assieme, sapeva molto bene come uccidere .

Aspetto una decina di minuti e compongo di nuovo il numero .

  • c'è un problema – farfugliai in preda al panico

  • respira, cosa sarebbe successo? - dice

gli raccontai (sempre ansimando) che Molly era venuta a sapere tutto e che sicuramente sarebbe venuto da lui.

  • non verrà. E comunque sei più agitato di me, calmati, John, non è il caso -

  • non verrà? - chiesi sgranando gli occhi, come se potesse vedermi

  • no. perché dovrebbe? E poi .. - improvvisamente si arrestò, e sentì nitido due tocchi leggeri alla porta. Qualcuno stava bussando all'appuntamento di Baker Street.

  • Cazzo se è veloce, Shelock -

  • zitto -

rimasi in ascolto, rendendomi conto che non aveva (volontariamente, ovvio) riagganciato la chiamata con me. Forse voleva un testimone per la sua morte, chissà .

Sherlock fece entrare Molly senza dire una parola, o almeno non sentii nulla. Nemmeno lei proferì parola per i primi minuti.

  • siediti – dice Sherlock . Molly si siede. - perché sei qui? -

  • come stai? - lei usa un tono molto più basso del solito, o così sembrava

  • tu come stai? Ti vedo stanca -

  • stanca di corpo o stanca delle bugie? - potevo sentire un cambiamento di voce, molto più sprezzante del precedente

  • non ho detto nessuna bugia, se è a me che ti riferisci. Sono semplicemente rimasto in silenzio. Il mio solito silenzio -

  • è uguale. Sei veramente uno stronzo – lo disse singhiozzando, potevo quasi vedere le sue lacrime, le stesse che a me, si era forzata di non mostrare.

  • Non piangere – è Sherlock.

 

in quel momento ritornò Mary, e dovetti riagganciare immediatamente.

Sapevo che Sherlock non avrebbe potuto nascondermi nulla, in amore non era, e non è bravo a fingere tutt'ora.

 

 

ANGOLO AUTRICE

scusate l'assenza, ma impegni scolastici mi hanno presa molto e mi impegnano tutt'ora.

Non è lunghissimo ma fatto di fretta, quindi perdonatemi se non è il massimo, ma spero comunque che vi sia piaciuta.

baci, Mrs_Holmes

  
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