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Autore: Gaia_dc    28/08/2015    2 recensioni
Dopo 7 anni all'NCIS, l'agente Ziva David trova il vero amore di una vita nel suo collega Tony Dinozzo, e proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Ziva si trova a dover scegliere tra combattere per la vita, per Tony e per il bambino in arrivo, o lasciarsi andare, smettere di provare ogni forma di dolore ed abbandonare le persone che ama...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Erano trascorsi diversi giorni da quando avevano controllato ogni stanza della casa disabitata, e le uniche cose che l'NCIS aveva scoperto erano i nomi dei due cadaveri non ancora decomposti: l'uomo in divisa era il Capitano Hernold Fisher, e la bambina non era sua figlia, né una sua parente, si chiamava Erica Parker. In più grazie ad uno studio analitico di Ducky sulle ossa trovate nell'armadio, il team aveva scoperto che appartenevano a qualcuno di esile, come un'altra bambina, assassinata circa 10 anni prima. 
Tony, Ziva e McGee erano seduti alle proprie scrivanie, quando Gibbs entrò nella stanza con ordini precisi:
Gibbs: "Dinozzo, David, tornate nella casa disabitata, McGee, con me a trovare la moglie di Fisher!" 
In men che non si dica, Gibbs e McGee raggiunsero la casa del capitano, dove la moglie aspettava impaziente notizie sul marito. Quando suonarono al campanello lei aprì di corsa, e restò turbata nel vedere i due uomini che le mostravano il distintivo di agenti federali. 
Gibbs: "signora Fisher, dov'era suo marito due settimane fa?"
Sig.ra Fisher: "Hernold era in missione a Beer Shev, in Israele. Dovrebbe tornare a giorni, ma voi perché lo cercate?" 
I due uomini non sapevano come spiegare alla donna che l'uomo che aveva sposato era morto, e probabilmente non per opera di un attracco terroristico. Così McGee prese a parlare, ma venne bloccato da Gibbs, il quale tentò di spiegare alla donna l'accaduto con parole dolci, per quanto possibile, e poco allusive. Al termine della spiegazione la donna, Martha Fisher, era distrutta. Adesso era completamente sola, non aveva figli né fratelli e le uniche persone di cui poteva fidarsi ormai erano quell'uomo sulla cinquantina che aveva di fronte e quel suo strano collega che le pareva un po' inesperto. Gibbs tentò invano di rassicurarla, ma ormai la donna era presa dallo sconforto e non riusciva più a ragionare. Così McGee decise di intervenire, propinando a Martha delle idee per mandare avanti la sua vita, e facendole capire che non era sola, per qualsiasi urgenza avrebbe potuto chiamare l'NCIS; intanto Gibbs perlustrava la casa per trovare indizi sul marine e come conducesse la sua vita privata. 
Nel frattempo gli altri due agenti, David e Dinozzo, avevano appena raggiunto la casa abbandonata, e prima di scendere Tony fece per chiedere a Ziva cosa fosse successo la volta precedente, ma si fermò e lasciò perdere. I due si divisero, Ziva entrò nella casa, mentre Tony controllava il giardino. Quando Ziva entrò aveva di fronte quel mucchio di ossa e dovette usare tutta la sua forza per aggirarlo senza lasciar trasparire alcuna emozione. La casa era totalmente disabitata, e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno né al piano terra, né al piano superiore, entrò nella camera dove avevano trovato il mucchietto di ossa. Quella probabilmente era la cameretta della bambina morta 10 anni prima. Il letto era ancora intatto, ma ricoperto di polvere, l'armadio era di un rosa ormai sbiadito dal tempo, e su di un comodino c'erano delle cornici da foto vuote. Ziva si sedette sul letto pensierosa, quando vide qualcosa che avrebbe stupito chiunque... Chiunque non sapesse com'erano andate realmente le cose 10 anni prima, e Ziva lo sapeva, fin troppo bene! I minuti passarono e lei era ancora seduta su quel letto, quando Tony entrò nella stanza, sempre più confuso dall'atteggiamento della collega. Si sedette vicino a lei e le mise una mano sulla spalla. Ziva si irrigidì e decise di confidarsi.
Ziva: "Conosco questo posto, e non mi sembra strano di scorgere un proiettile dietro l'armadio..."
Tony non aveva notato quel particolare e rimase un po' stupito dalla pacatezza della donna nel mostrarglielo, ma preferì tacere e farla continuare. 
Ziva: "Avevo solo 15 anni. Mia sorella era morta da poco perché era stata coinvolta accidentalmente in un attacco suicida di Hamas quando aveva 8 anni, e mio padre mi disse che dovevo imparare a difendermi da sola, che ormai poteva accadere di tutto, ed io dovevo essere pronta a quel tutto, qualsiasi cosa ciò comportasse." La ragazza si fermò, stava riesumando ricordi che sperava avesse dimenticato già da tempo, e Tony iniziava a capire cosa fosse successo alla sua partner di lavoro. Tentò di dire qualcosa, ma per la prima volta non sapeva cosa. Poi Ziva riprese a parlare.
Ziva: "Mi portò qui, dietro le siepi del giardino, e mi mise in mano una pistola... A 15 una ragazza è abbastanza matura da capire cosa è costretta a fare, ma ancora poco per riuscire a ribellarsi al volere del padre! Dissi che non volevo sparare, che non volevo diventare un'assassina e portare sulla coscienza la vita di qualcuno. Ma lui mi costrinse, dicendomi che se non fossi riuscita a premere il grilletto, non sarei più riuscita a diventare autosufficiente, a proteggermi dal male che incombeva nel mio paese. Io continuai ad esitare, finché non mi mise la canna della sua pistola sul collo. Quel gesto era chiaro: o muore la bambina, o muori tu! Premetti il grilletto!" Tentò di parlare senza fermarsi, ma le ultime parole le uscirono di bocca quasi senza voce, come stremata da una lunga corsa, una corsa nel tempo, nell'inferno della sua infanzia. Tony la strinse a sé e lasciò che per la prima volta le sue lacrime scivolassero sulla sua felpa, ma Ziva non era tipo da lacrime, e pochi secondi dopo si rialzò pronta a combattere per ridare giustizia a quella bambina che fu costretta a sparare dalla volontà di un padre forse troppo 'premuroso'. Sapeva che doveva spiegare tutto a Gibbs, che sapeva a chi apparteneva quel mucchio di ossa cadute dall'armadio. Quando si alzarono Tony le andò di fronte e le disse che esattamente come la moglie di Fisher, non era sola a riattraversare quella terra arida di amore, e che in lui avrebbe trovato sempre un approdo sicuro. L'agente David credeva alle sue parole, ma non poteva fermarsi ancora per i suoi sentimenti e mentre stava per uscire dalla porta venne afferrata per la mano dall'agente Dinozzo. Si conoscevano da cinque anni, tra loro c'era qualcosa, ed entrambi l'avevano sentito, ma un lavoro come quello degli agenti federali impedisce di approfondire delle relazioni, il loro però non era un sentimento comune, non era un volersi bene, e forse nemmeno un amore, era il rinunciare alla propria felicità per l'altro, sacrificare la propria vita per il bene dell'altro... Si guardarono negli occhi, uno sguardo intenso, colmo di passione, sofferenze, gioie, e forse si, anche tanto amore. Lentamente si avvicinarono l'un l'altro fino a percepirne il respiro, fino a sfiorassi le labbra. Entrambi avevano trascorso una vita tra le sofferenze, e non sempre erano stati abbastanza forti da superarle, ma insieme avrebbero passato oltre ogni ostacolo. Due caratteri diversi ma che si completavano a vicenda: un amore puro ma difficile, che conquisteranno insieme!














-Nota: Ciao a tutti. In questo capitolo ho cercato di mettere molta tenerezza unita ad un pizzico di drammaticità. La storia di Tali, la sorella di Ziva è vera in parte, perché non muore a otto anni ma a 16 ed allora Ziva faceva già parte del Mossad. Spero vi sia piaciuto. Baci Gaia❤️
   
 
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