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Autore: Nuray    31/08/2015    3 recensioni
Un nuovo pericolo sembra in agguato; le Winx dovranno nuovamente combattere. Ma se gli unici a sapere come fare fossero dei nemici precedentemente sconfitti? E se l'unico modo per venirne a conoscenza fosse liberarli?
Dal 1° capitolo: "NON PUO' LIBERARLI, LA PREGO MI DICA CHE NON LO FARA'"
Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità ;P
[storia sospesa]
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CAPITOLO 8
Nadia, Flora e Aleksej uscirono dal portale, che si chiuse alle loro spalle, e si trovarono davanti alla porta d’ingresso di Villa Calla ma prima che la fata potesse chiedere come mai fossero lì Nadia l’abbracciò rischiando di soffocarla e chiamò più volte il nome dell’amica, la sorella, con la voce rotta dal pianto.
L’altra dopo un attimo di sorpresa le restituì l’abbraccio dicendo
“Va tutto bene, sono qui, non ti lascerò”
“Quando ho sentito che tu e Crisantemo eravate ad Alfea mi sono precipitata avevo paura che rincominciasse tutto. Perché non ci hai detto niente? Saremmo venuti con te!” esclamò la licantropo
“Nadia, non sono più una bambina, ora so difendermi e non cadrò di nuovo in depressione, te lo assicuro.” disse Flora con voce rassicurante
“Tentare il suicidio quattro volte non è cadere semplicemente in depressione! Promettimi che gli impedirai di farti nuovamente del male, PROMETTIMELO!” urlò la ragazza fissandola, mentre le lacrime scendevano copiose dagli occhi
“Ti giuro nel nome dello Spirito della Luna e del nostro branco che farò del mio meglio” proferì la fata fissandola decisa
“Hai sentito; non hai più niente di cui preoccuparti” disse Aleksej accarezzando il capo della sorella con una mano.
“Mi potete spiegare che ci facciamo qui?” domandò allora Flora
“Quando tuo padre è venuto a sapere che volevamo raggiungerti ad Alfea ci ha chiesto, se fossi dovuta tornare, di portarti qui e di dirti che sotto il vaso della gardenia c’è un biglietto per te” rispose il ragazzo mentre Nadia si soffiava il naso con un fazzoletto di stoffa fatto comparire da una delle tasche nascoste del vestito “Ci ha anche chiesto di aspettarti” aggiunse poi
“Ci metterò un secondo” disse la castana facendosi consegnare le chiavi di casa da una delle calle del giardino per poi entrare nell’abitazione.
Trovò subito il biglietto, che lesse tutto d’un fiato:
Flora,
se stai leggendo questo foglio vuol dire che noi siamo ancora al castello perciò fa presto e raggiungici, attraversa il territorio dei centauri o degli elfi, pare che i vampiri sino nel periodo di migrazione, meglio se non passi dalle loro parti.
Rubin
P.S.: Prendi sia l’arco che le tue spade: ci alleniamo con i lupi

Mentre la fata correva nella sua camera a prendere quanto le era stato chiesto, fuori i due gemelli conversavano:
“Alla fine non è successo niente, come ti avevo detto. Non è più un cucciolo, Nadia” disse Aleksej
“Lo so, però, io non me lo perdonerei de le accadesse qualcosa. E poi tu sei l’unico che non può fare commenti: quando anche solo credi sia in pericolo corri da lei.” ribatté la ragazza
“È normale, la considero come una sorella minore. Però a differenza tua ho fiducia in Flora” proferì il fratello ignorando la provocazione
“Se ti sentisse ribatterebbe dicendo che ha cinque anni più di te. Anch’io credo in lei e se si trattasse di un nemico qualunque non mi preoccuperei, ma lui è suo fratello, è quello che le ha insegnato ad arrampicarsi sugli alberi; ti ricordi quando, da piccola è stata inseguita da un orso e Crisantemo le ha detto di buttarsi dal dirupo, che lui l’avrebbe presa? Si è lanciata senza esitazione” disse Nadia
“Abbiamo una crescita più veloce. È vero però…” Alek si interruppe poiché proprio in quel momento Flora uscì di casa con un borsone in spalla, la faretra e la custodia rigida dell’arco lungo a tracolla e una borsa sulla spalla contenete le due lame gemelle.
“Che fai?” domandò allora
“Vengo con voi: la mia famiglia è a Minas Ithil e devo raggiungerli” spiegò la fata
“Passi al villaggio?” chiese Nadia
“Certo! Centauri o Elfi?” domandò la castana
“Cosa centra?” chiese Alek
“Mio padre mi ha avvertito che i vampiri stanno cambiando zona di caccia quindi è meglio non passare dalle loro parti” spiegò Flora
“Io direi Elfi, così possiamo sfruttare il ponte sospeso e fare prima. Dammi la borsa” rispose il licantropo
“Ce la faccio. Vada per gli elfi allora, però dovremmo fermarci un attimo, devo parlargli.” disse Flora iniziando a camminare 
“Cosa devi dirgli?” chiese con nonchalance la sorella 
“Allora… Ogron, alias Crisantemo, i suoi due amici e il resto del mio gruppo probabilmente verranno su Limphea.
Insieme dovremmo partire alla volta di Oleandro per compiere la Profezia del Riscatto.” rivelò velocemente la fata cercando di scomparire e diminuendo progressivamente il tono di voce.
I due licantropi la guardarono sconvolti per un paio di secondi prima di riscuotersi, Nadia fu la prima a riprendersi e posando due dita sulla fronte chiese:
“Flora, dammi una buona ragione per non rinchiuderti in una grotta e tenerti lì fino a che la l’Occhio di Neveah non sarà passato” 
“Ci sarei dovuta andare comunque alla Piramide della Verità e essere accompagnata dalle persone incluse nella profezia renderà tutto più semplice.” disse velocemente la fata
“Perché non può andare solo la Custode di Karen? Basterà lei!” ribatté la licantropo
“Bloom deve ancora risvegliare il suo vero potenziale, lei sfrutta solo il potere della Fiamma e la coscienza del Drago è ancora sopita, inoltre non è lei il “Primo Figlio” a cui si fa riferimento” disse Flora
“Perché, non era successo niente fino ad oggi, perché ora?” domandò la ragazza
“È inutile chiederselo Nadia, dopotutto sapevamo che quella soluzione sarebbe stata temporanea” le rispose il fratello
“Sì però speravo sarebbe durata un po’ di più” la licantropo si fermò quando giunse al limitare del Drömskog, lì, prima di entrare presero tutti e tre un grande respiro riempiendosi le narici dell’odore della foresta
“Profumo di casa” disse Aleksej esprimendo ad alta voce il pensiero che era passato per tutte e tre le loro menti.
Il piccolo gruppo si addentrò per un paio di metri e, dopo che Flora ebbe rimpicciolito e messo in tasca in suoi bagagli, scattò in avanti; i due gemelli presero subito la forma di lupi, distanziando l’amica ma quest’ultima, dopo aver sussurrato:
Velocità” li raggiunse e aumentò ulteriormente l’andatura, seguita a ruota dagli altri due, gli occhi che avevano assunto una leggera sfumatura argentea, il bosco un insieme di figure sfocate.
Continuarono con quel ritmo finché un elfa dai capelli rossi e vestita come un albero gli comparve davanti, i licantropi scartarono di lato mentre Flora la saltò, per poi atterrare dietro di lei.
“Se continuerete a correre a questa velocità un giorno vi farete del male o farete del male a qualcuno” disse sorridendo lievemente
“Le persone normali non sbucano dal nulla, Asterion” ribatté Nadia tornata in forma umana
“C’è qualcuno di normale in questo posto?” chiese l’elfa ridendo
“Come mai sei qui da sola?” domandò Flora
“Abbiamo istituito dei turni di guardia per impedire che i vampiri entrino nel nostro territorio. E poi non sono sola, il mio compagno di guardia è poco distante, l’avreste visto se non vi foste messi a correre. A proposito: che ci fate voi qui?” chiese Asterion
“Volevamo evitare le zanzare umanoidi, chiedervi di utilizzare il ponte sospeso e poi Flora doveva parlarvi” disse acida Nadia
“Di cosa?” domandò l’elfa
“Lo spiegherò meglio al villaggio ma per dirla velocemente: mio fratello fra un mese potrebbe tornare” rispose Flora
“Non penso che il mio popolo lo attaccherebbe però faresti meglio ad avvertirli, almeno sapranno di dover trattenere Sterope. Passate pure, avvertirò io gli altri” disse l’elfa
“Grazie Asterion, arrivederci Siryo, che gli alberi vi guidino.” salutò la fata della natura
“E che la luna vi illumini la via” rispose l’elfa prima di tornare a confondersi con gli alberi
Il gruppo proseguì, camminando, fino a Matris Cupĭo; lì vennero accolti dal Governatore della città, un elfo dai corti capelli neri, che disse loro:
“Asterion mi ha avvertito che hai qualcosa da riferire al popolo degli Elfi, Figlia di Barahir, abbiamo riunito tutti perché ti ascoltino”
“La ringrazio Curunìr” rispose la fata seguendolo fino al frassino al centro del villaggio e assieme all’elfo salì su una delle grosse radici che spuntavano dal terreno.
“Fratelli, perdonate se ho distolto la vostra attenzione dalle attività ma è pervenuto un messaggio da parte di nostra sorella Asterion, Flora, figlia di Rubin, primogenita del Clan dell’Acqua porta una notizia” proclamò prima di lasciare la parola alla fata della natura
“Figli degli Alberi, temo di essere portatrice di sventura, Crisantemo, figlio rinnegato dell’Acqua, tornerà a calpestare la terra di questo luogo e a causa della migrazione dei Figli della Notte saremmo costretti a transitare per il vostro territorio. Pertanto vi prego di lascarci passare illesi e di concederci l’utilizzo del Ponte Sospeso”
“Perché il Traditore dovrebbe tornare su Linphea? E chi verrà con voi in questo viaggio?” la interpellò Curunìr
“Se i consigli della nostra casa ci daranno il loro benestare partiremmo verso Oleandro per portare a compimento la Profezia del saggio Conchobhar; nostri compagni saranno due stregoni, quattro fate e la Figlia di Karen” rispose Flora
“Quindi il Drago Rosso giungerà nella patria del Padre.
Fratelli, spetta a noi decidere se passerà in un luogo amico, perciò esprimete la vostra volontà e i nostri rappresentanti mostreranno l’opinione del popolo degli Elfi sulla Profezia del pianeta morto.” disse il Governatore
Subito dalla folla si levarono un nugolo di sfere di luce bianche d’assenso interrotte in alcuni punti da zone di luce nera di dissenso.
“Il verdetto è noto a tutti, la nostra volontà si è manifestata” disse Curunìr
“Vi ringrazio qualora servisse Minas Ithil sarà sempre aperta per voi” aggiunse Flora prima di scendere al seguito dell’elfo che, non appena si riunirono a Nadia e Aleksej, disse:
“Vieni, accompagno te e i tuoi amici al ponte sospeso e non ti preoccupare, tratterremo noi Sterope” e allo sguardo sorpreso della fata aggiunse: “So bene che lei è la tua maggiore preoccupazione; è l’unica fra noi a non riuscire a controllare le sue emozioni e questo è sia un pregio che un difetto”
“Ti ringrazio Curunìr” disse la fata
“Allora qui ci salutiamo, buona fortuna con i due Consigli, non sarà facile convincerli a lascarvi partire. E mi raccomando, non farti ingannare da tuo fratello, è in grado di mentire con gli occhi” li salutò prima di tornare verso l’albero che ospitava la sua casa, accompagnato dal lieve fruscio che emetteva la sua tunica rosso scuro con fregi dorati.
I due licantropi e la fata salirono l’alta scala e quando misero il piede sul primo ramo, piatto dalla loro parte, vennero colti da una sensazione di vertigine: il ponte distava circa cinquanta metri dal suolo e era interamente sostenuto e fatto di rami e rampicanti, a loro volta collegati agli alberi.
Mentre stavano camminando Nadia chiese:
“Flora che ti metti ‘sta sera per la festa della Luna di Miele?”
“Non so, penso che vedrò cos’ho nella stanza-armadio. Comunque pensavo a qualcosa con del pizzo. Voi?” domandò la fata
“Io il solito: la camicia bianca e i pantaloni argento con i mocassini bianchi.” rispose Aleksej
“Io invece sono indecisa: non so che scegliere tra la gonna lunga e il vestito ma penso vincerà il vestito” disse Nadia
“Come stanno andando i preparativi?” chiese Flora
“Bene, quando siamo partiti, stavano facendo le braci, allenandosi e mettendo a punto gli ultimi dettagli” illustrò la licantropo
“Ottimo, alla fine in quanti danzano?” domandò la fata
“Sette, mi pare” rispose Nadia
“Otto; hanno scelto una danza di coppia. Siamo arrivati” disse Aleksej fermandosi davanti al tronco degli alberi che facevano da pilastri per poi aprire la porta di corteccia nascosta dal muschio e iniziare a scendere la scala a chiocciola seguito dalle altre due.
Quando uscirono vennero investiti dall’odore acre del fumo ma senza preoccuparsene ripresero a camminare seguendo il suono delle voci ridevano, parlavano e scherzavano allegramente.
Appena giunsero al villaggio Aleksej e Nadia vennero travolti da una bambina che saltò loro addosso esclamando:
“Fratello, Sorella, siete tornati”
“Galya, lasciali respirare, saranno stanchi. Inoltre devi ancora finire la tua porzione” disse dolcemente un’anziana signora con alcune ciocche di capelli bianchi, raccolti in una cricchia, che coprivano leggermente due occhi color liquirizia brillanti di vitalità.
La bambina scese allora dalle braccia dei fratelli e dopo essersi voltata verso l’anziana esclamò
“Non mi piace la minestra!”
“Se la mangi tutta chiedo a Duilio di portarvi a caccia con lui” disse con aria complice l’altra
“Davvero? Grazie Nonna!” rispose Galya abbracciandola prima di correre via
L’anziana rise dolcemente prima di dire:
“È davvero una bambina piena di energia”
“Anche troppa. Grazie Munin per esserti presa cura di lei” disse Nadia
“Fate parte della nostra famiglia; e in una famiglia è normale affidare i bambini alle nonne.” rispose lei sorridendo
“Munin, io, avrei bisogno di parlarle” la chiamò Flora
“Se usi il “lei” deve essere qualcosa di importante. Ne parleremo nella mia tenda. Ma prima, passa da Clara a prenderti qualcosa da mangiare” rispose prima di allontanarsi
 “Bene! Andiamo a prenderci un po’ di minestra?” chiese Nadia dirigendosi verso il centro del villaggio
Il gruppetto si avvicinò al tavolo di legno, posizionato davanti a un calderone fumante, con sopra delle scodelle in terracotta; dietro li attendeva una donna dai capelli d’oro e gli occhi di cioccolato al latte che, dopo avergli porso tre ciotole di minestra con un tozzo di pane ciascuna, si rivolse alla fata della natura:
“Flora, Zoe mi ha chiesto di domandarti se puoi passare da lei: Ingrid sta poco bene”
“Ti ringrazio Clara. Dopo andrò. A stasera.” rispose la castana salutandoli
Mentre Nadia e Aleksej raggiungevano Ileana e Gregorio per mangiare insieme Flora raggiunse la tenda della licantropo; scostò il tessuto all’ingresso e si sedette davanti a Munin che, intanto, si era preparata del tè.
“Allora tesoro, di cosa volevi parlarmi?” chiese alla fata
“Mio… Crisantemo tra un mese potrebbe tornare; io e le mie amiche, dovremmo partire con lui e altri due stregoni per raggiungere la Piramide della Verità e forse avremmo bisogno della vostra ospitalità” rispose
“Capisco e avvertirò il branco. Ora, di cosa volevi parlarmi veramente?” domandò Munin
“Tu… tu credi che possa farcela? Pensi che possa riuscire a controllarlo?” chiese piano Flora
“Sai una cosa Flora? Anche tua madre mi pose le tue stesse domande e ricordo che tua nonna fece lo stesso con l’Anziano che a quel tempo guidava il branco. È normale avere dei dubbi, ma sono sicura che riuscirai a superarli e a cavartela” rispose l’anziana
“Ho paura Nonna. E se dovesse tornare? La maledizione è incompleta, esiste un modo per romperla. Io… io non voglio morire o diventare uno strumento nelle Sue mani!” esclamò la fata con la voce rotta dal pianto e le lacrime salate in bocca
“Piccola mia” disse Munin abbracciandola e carezzandole dolcemente i capelli con le mani rugose finché non si fu calmata
“Va meglio ora?” le domandò asciugandole il viso con le mani e poi aggiunse, porgendole la scodella “Su mangia qualcosa”
Restarono in silenzio il tempo che serviva alla licantropo per bere il tè e alla fata per mangiare la minestra e il pane. Una volta finito si alzarono e si diressero entrambe verso l’uscita ma prima che potessero varcarla Munin la fermò e disse:
“Flora, so che sei spaventata e preoccupata ma ricorda sempre: il branco è una famiglia e anche tu ne fai parte; non importa quanto tu sia in pericolo o chi sia la minaccia noi ci saremmo sempre, per te come tu ci sei sempre stata per noi. Non dimenticare mai che ci sono persone che ti amano e che sono disposte a tutti pur di aiutarti e non mi riferisco solo a noi e alla tua famiglia ma anche ai tuoi amici e alla natura stessa. Ora va a casa ma prima voglio darti un altro consiglio: rivela la verità su di te alle persone di cui ti fidi e fallo guardandoli negli occhi, a testa alta.”
le sorrise dolcemente e uscì dalla tenda subito seguita dalla fata.
Una volta fuori Munin si allontanò verso il lago borbottando qualcosa riguardo all’avanzare dell’età mentre Flora venne circondata dagli amici che le chiesero come mai fosse rimasta ad Alfea e come fosse andata. La fata rispose raccontandogli brevemente tutta la storia. Quando ebbe finito gli altri la fissarono con gli occhi sgranati e rimasero in silenzio; poi un licantropo riuscì a prendere parola e con voce calma, disse:
“Quindi… quello stronzo tornerà al villaggio”
“Si ma sarà solo una cosa temporanea e probabilmente starà, per la maggior parte del tempo, nella tenuta che adibiamo al combattimento e sarà controllato a vista, perciò non ti preoccupare Mario” rispose la fata
“Io mi chiedo come la prenderà Zoe” si domandò un’altra licantropo
“Le andrò a parlare oggi pomeriggio e le spiegherò ogni cosa. Ora, scusatemi, ma devo proprio andare, ci vediamo stasera” disse la castana iniziando a correre verso casa ma prima che potesse allontanarsi troppo un licantropo dai capelli biondi e gli occhi castani la chiamò:
“Flora, aspetta, posso venire con te? Dovrei parlare con Miele”
“Certo Ferdinando ma dovremmo andare veloci ho tante cose da fare e molto poco tempo” rispose lei
Detto questo riprese a correre con gli occhi che avevano ripreso quella sfumatura argentata e al fianco un lupo biondo. In pochi minuti furono davanti alla cinta muraria del castello che occupava l’intera radura.
Si fermarono innanzi al portone in legno scuro con dipinto sopra il simbolo del clan a cui apparteneva: un cedro protetto dalle ali del drago europeo posato tri i rami che avvolgeva la coda al tronco dell’albero con inciso sulla corteccia un triangolo equilatero con la punta rivolta verso il basso. I due si avvicinarono e il portale si aprì da solo per poi chiudersi alle loro spalle. Dopo aver superato la seconda cinta muraria giunsero al vero portone del castello che si aprì al tocco delle mani della fata permettendo loro di entrare. Iniziarono a camminare sul tappeto rosso dell’ingresso ma vennero interrotti dall’arrivo di Miele che corese verso di loro.
Flora si preparò ad abbracciare la sorella ma quest’ultima la evitò per lanciarsi tra le braccia di Ferdinando esclamando:
“Fe sei arrivato!”
“Certo, mantengo sempre le promesse, io” rispose il licantropo
“Credo di essermi persa qualcosa” disse la fata
“Ieri Fe si è dichiarato e io ho accettato” spiegò la sorella.
Diversamente da quanto di aspettavano la fata non si complimentò con loro ma si limitò a urlare:
“HO VINTO! Lucas, mi devi un gelato tre gusti!”
“Hai scommesso se si mettevamo insieme?!” chiese sconcertata Miele
“Non se ma quando, era evidente che foste cotti l’uno dell’altra ma non vi decidevate a fare il primo passo” rispose la fata della natura
“Quindi tu lo sapevi?” domandò Ferdinando
“Tutti ne erano a conoscenza. Miele, sai dov’è papà?” chiese Flora
“Dovrebbe essere nello studio” rispose la ragazza
“Bene; io vado a parlarci, voi andate pure a fare i piccioncini nel cortile” disse ridendo mentre correva per raggiungere le scale, inseguita dalla voce della sorella.
Una volta davanti allo studio Flora bussò e, dopo aver ricevuto il permesso, entrò e si sedette su una delle due sedie davanti alla massiccia scrivania di mogano su cui stava lavorando suo padre che le chiese:
“Allora?  Cosa vi hanno detto?”
“Ogron sostiene che l’unico modo sia portare a compimento la Profezia del Riscatto e che lui e i suoi compagni siano le tre ombre di cui parla la profezia quindi dovranno venire su Limphea per poi passare su Oleandro e combattere con noi” disse la fata della natura
“Capisco. Quindi dovrò aspettarmi la richiesta di nove permessi per Oleandro e una richiesta d’incontro da parte della Direttrice Faragonda. Ora, posso farti una domanda? Credi che acconsentiranno a farvi partire? Magari Ogron e i suoi compagni sì, tanto sarebbe solo un modo diverso per ucciderli ma pensi davvero che lo permetteranno a cinque Fate Guardiane, di cui tre principesse, e a te che sei la persona più preziosa del pianeta, dopo la custode del Cuore?” le domandò Rubin
“No, per questo speravo che tu potessi provare a convincerli” rispose la figlia
“Flora, è vero che io rappresento uno dei clan più importanti ma non posso comandare i nostri clan minori; mettiamo poi che tu riesca a convincere il clan del Fuoco è vero che avresti l’appoggio di due Maggiori ma avresti contro i clan dell’Aria, della Terra e del Giglio senza contare poi il Consiglio delle Razze. Se siamo positivi riusciremmo a riunire 51 voti che non sono nemmeno la metà di quelli necessari e sto parlando solo per te” disse l’uomo
“Lo so però devo tentare, mi rendo conto che è quasi impossibile ma farò del mio meglio” assicurò Flora
“Bene, allora, per riuscire ad avere un po’ di più speranza, la prima cosa che dovrai fare sarà superare il test di quarto livello con il punteggio più alto, così dimostrerai che sei in grado di difenderti, poi dovrai cercare di non litigare con il Sommo Sacerdote dell’Aria così eviteremo di avercelo contro o almeno sarà un po’ più bendisposto, inoltre dovrai chiamare Ogron Crisantemo, così vedranno che sei riuscita a superare il fatto che tuo fratello abbia scelto le tenebre e che sei pronta a combatterlo. Pensi di farcela?” domandò Rubin
“Si” rispose
“Dovremmo poi modificare il sigillo: renderlo più elastico e spostare la chiave in un posto esterno lasciandoti tuttavia un po’ di controllo. Quanto tempo abbiamo?” chiese il padre
“Un mese in solitario più una settimana in cui dovrei allenarmi qui con le altre” rispose la fata della natura
“Si, ce la possiamo fare, anche se dovremmo ridurre le nostre ore di sono.
Il tempo prima dell’inizio dell’esame per l’avanzamento lo trascorrerai a Minas Anor, mi metterò subito in contatto Harun e gli chiederò se ti ospita; se rifiuterà te la farai tutta a piedi. Una volta finita la cerimonia del passaggio andremo alla Cattedrale dell’Aria a incontrare il Sommo Sacerdote per modificare il sigillo. Quando tornerai dovrai comparire davanti al concilio per convincerli a lasciarti andare e non so quanto potrà durare. Comunque mentre aspetteremo il risultato dovrai iniziare a comprare quello che vi potrebbe servire durante la missione. Nel frattempo io, oltre a lavorare, cercherò notizie nelle varie biblioteche e cercherò di ammorbidire un po’ i consiglieri.
Per quanto riguarda l’allenamento insieme posso prestarti una delle tenute” disse il padre
“Va bene.” rispose la figlia
“Va pure a farti i tuoi giri, oggi sarà probabilmente l’ultimo giorno di pace. Ah, Flora, se devi andare da Zoe ti consiglio di prendere il cavallo” le consigliò Rubin
“A dopo allora” lo salutò la fata prima di uscire dallo studio per dirigersi verso le scuderie dove scelse uno stallone dal lucido mando nero; gli mise le briglie, una coperta e la sella, si cambiò i vestiti in qualcosa di più pratico, lo condusse fuori, gli montò in groppa e al galoppo prese il sentiero che portava a casa dell’amica.
Cavalcò fino ad arrivare ad un piccolo cottage nascosto tra gli alberi e circondato da degli alberi dalle foglie dei colori autunnali che in quella parte di bosco avevano trovato il habitat naturale creando una macchia giallo-rossa nel mezzo del verde.
Fece superare con un salto il recinto al cavallo e, dopo essere scesa lo portò fino all’abbeveratoio e lo legò prima di bussare. Venne accolta da una donna dai capelli rosa e dagli occhi liquirizia che la salutò abbracciandola prima di farla entrare nella cucina che faceva da ingresso.
“Come stai Flora?” le domandò Zoe invitandola con un gesto a sedersi sul divano della sala-cucina
“Tutto bene grazie. Te e tua figlia invece? Clara mi ha detto che stava male” disse la fata
“Io bene, Ingrid invece ha la febbre e non riesco ad abbassargliela” rispose la rosa
“Solo febbre o influenza?” chiese Flora
“Influenza. Ho usato il decotto di calendula ma non ha avuto molto effetto” la informò l’altra
“Prova a usare la tisana: miscela 10 grammi di: tiglio, farfaro, fiori di sambuco, borraggine e liquirizia. Preleva un cucchiaio della miscela e lascialo in infusione per 10 minuti in un filtro di dumortierite. Da bere due volte al giorno lontano dai pasti.
Ti consiglio inoltre di fare un elisir con la calcite per rinfrescarla con un panno inumidito passandolo sul corpo. Se non passa portala di guaritori, ne sanno sicuramente più di me” disse la fata
“Ti ringrazio. È successo qualcosa?” domandò Zoe notando lo sguardo tormentato dell’amica
“Ecco… Crisantemo potrebbe tornare fra un mese” rivelò Flora
“Davvero?” chiese la rosa
“Zoe…” cominciò a parlarle la fata
“Flora, te la ricordi la storia di mia figlia? Non riuscivo a rimanere incinta nel metodo tradizionale, allora io e tuo fratello abbiamo deciso di ricorrere a quello artificiale lui “donò” lo sperma e io gli ovuli.
Una settimana dopo Crisantemo uccise tua madre e io crollai pensai che fosse colpa mia, perché non avevo notato niente. Mi ci vollero dieci anni per capire che non avevo colpa e per decidere di farmi impiantare l’embrione, l’unico, che erano riusciti a creare. Nove mesi dopo ero madre di una bambina, figlia mia e della persona che amavo.
Quello che sto cercando di dire è che non ci sarò quando tornerà e che non gli farò conoscere Ingrid perché l’uomo che arriverà e l’uomo che mi ha fatta diventare madre sono due persone diverse.” disse Zoe tenendo le mani di Flora che la guardava con le lacrime agli occhi. Vennero interrotte da una porta che si apriva e da una vocina stanca:
“Mamma” la chiamò
“Che succede tesoro?” domandò la donna
“Non riesco a dormire” disse Ingrid stropicciandosi gli occhioni verde scuro
“Vuoi venire in braccio?” chiese spostandole dal viso i capelli rosa
“Si” rispose la bambina prima di accoccolarsi sulla madre
“Sei cresciuta tanto, sai?” disse Flora guardando intenerita quella scena
“Anche tu zia” mormorò la piccola con la voce impastata dal sonno, tornato improvvisamente
“Vi lascio” sussurrò la fata all’orecchio dell’amica che fece un cenno d’assenso salutandola a sua volta con un veloce “Alla prossima e scusa se non ti accompagno alla porta”
“Buonanotte piccola” mormorò Flora alla bambina prima di depositarle un lieve bacio sulla fronte e uscire dalla casa chiudendo piano la porta.
Prese il cavallo e si allontanò dalla abitazione e solo quando fu sicura di essere abbastanza distante vi salì in groppa per tornare al castello.
Un quarto d’ora dopo era seduta davanti allo specchio sopra la scrivania di camera sua ad aspettare che le amiche rispondessero alla chiamata. Non dovette attendere molto prima che l’immagine delle cinque Winx si sostituisse alla sua
“Siete già a Fonterossa?” chiese la fata della natura
“Sì, gli appartamenti qui sono più piccoli di Alfea e l’orario che ci hanno consegnato è infernale” si lamentò Stella
“Coraggio, neanch’io me la passerò bene” cercò di confortarla la limpheana
“Comunque Flora, chi erano i due ragazzi che ti sono venuti a prendere?” chiese Tecna
“Nadia e Alecksej della tribù Aygul: la tribù di licantropi di Limphea; siamo stati insieme da quando eravamo piccoli e quindi sono molto protettivi.” rispose la fata della natura
“Quindi odiano Ogron perché è stato un tuo nemico?” domandò Bloom
“Anche” disse la fata
“In che senso “Anche”?” chiese Aisha
“Sentite ragazze, vi spiegherò tutto, è una promessa, però lo farò quando saremo da sole e faccia a faccia. Quindi, potreste aspettare un mese?” pregò Flora
“Certo. Ci sentiamo anche domani?” chiese la fata dei fluidi
“Non so, domani probabilmente sarò sfinita per gli allenamenti a Minas Anor ma se ce la faccio vi telefono” disse la fata della natura
“ È un campo di allenamento?” domandò Musa
“No, è il castello del Clan del Fuoco” e di fonte alle espressioni confuse delle amiche aggiunse: “Limphea è divisa in clan ognuno con un preciso compito.  Tra loro spiccano cinque Clan Maggiori: il Clan dell’Acqua, di cui faccio parte, che si occupa della magia, il Clan dell’Aria che pensa alla religione, il Clan della Terra che comprende l’artigianato e la storia, il Clan del Giglio, di cui fa parte la famiglia reale, che si occupa dell’amministrazione e delle pubbliche relazioni e infine il Clan del Fuoco che pensa alla guerra e quindi dell’addestramento”
“E ognuno di questi Clan Maggiori ha un castello?” chiese Stella
“Si, o meglio, quattro usano dei veri e propri castelli, l’Aria invece occupa un tempio ma è posizionato e costruito in modo tale da poter essere facilmente difeso” rispose Flora
“Ma allora da chi è composto il Consiglio dei cento?” domandò Tecna
“Dalla Regina, dai quattro rappresentanti dei clan Maggiori e dai novantacinque di quelli minori” spiegò la fata della natura
“Quindi sono tipo dei nobili?” chiese Bloom
“Sì, no, in un certo senso; è difficile da spiegare: i clan si estendono fino a inglobare tutta la popolazione di Limphea; l’unico membro di spicco e il consigliere ma anche lui lavora come tutti, è vero la sua famiglia ha dei vantaggi, ma niente di più. Nei tempi antichi era così ma poi i Clan hanno deciso di cambiare politica.
Ora scusatemi ma devo iniziare a prepararmi per la festa che si terrà tra poco” disse Flora
“Che festa?” chiese Musa
“Quella per la Luna di Miele: ogni mese la mia famiglia e il branco celebrano l’arrivo della luna piena” spiegò la fata della natura
“Deve essere davvero bello.
Alla prossima allora” la salutò la fata della musica
“Lo è. Vi racconterò tutto quando vi chiamo. Sì, ci sentiamo” disse prima di chiudere la comunicazione e andare verso il bagno in camera per riempire la vasca e rilassarsi un po’.
 
 *Finestra sull’Autore*
Salve Gente!
Come state? Io bene. Ora, tornando al capitolo: non è successo niente di particolarmente rilevante; sono solo stati rivelati alcuni particolari su Flora e Ogron, che è padre (sì, mi piace complicarmi la vita u.u), e sul sistema governativo di Limphea, il Consiglio delle Razze lo spiegherò più avanti. Povera Sterope, ce l’hanno tutti con lei XD; penso sia chiaro chi siano gli abitanti del Bosco dei sogni (il Drömskog). Spero di aver reso bene i personaggi e di non essere andata troppo OOC, che è la cosa che temo di più.
La tisana non me la sono inventata, l’ho trovata in un libro e anche l’elisir e l’idea del filtro in dumortierite le ho prese da un libro sulla cristalloterapia.
Spero vi sia piaciuto e che non vi siate annoiati; se ci sono errori non esitate a farmeli notare.
Come al solito passiamo ai ringraziamenti (Oddio mi pare di essere in un programma televisivo XD): ringrazio MartiAntares e Florafairy7, che hanno recensito il precedente capitolo, e le saluto con la promessa che presto recensirò il loro; poi ringrazio chi ha messo la storia fra le seguite e/o preferite e i lettori silenziosi, mi basta sapere che ci siete.
Ringrazio inoltre gli autori dei nomi in elfico che ho trovato su internet, non li ho usati per tutti ma un paio sì.
Vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo
Alla prossima
Nuray
P.S.: In questo scritto ci sono un paio di riferimenti all’opera di un grande scrittore; chi riuscirà a individuarli? ;)
 
   
 
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