Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MissJB2501    01/09/2015    3 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardavo intorno annoiata da più di tre ore. Mia madre, la grande "dottoressa" di Seattle era impegnata in una delle sue solite visite a qualche bambino rompipalle, e non aveva un solo secondo per parlarmi.

Avevo un grosso favore da chiederle, ma alquanto pareva avrei dovuto aspettare e aspettare ancora per molto , la sala d'aspetto era completamente piena.

Dopo altri dieci minuti, la porta della stanza dove mia madre visitava si spalancò e ne uscì lei tutta sorridente e una bambina con le lacrime e un lecca lecca tra le mani.

L'espressione di mia madre mutò quando finalmente mi vide.

"Liv che cosa ci fai qui?" chiese avvicinandosi. "Ho molto lavoro da fare." continuò facendo uscire dalle sue labbra un grosso sospiro.

"Si mamma lo so ma ho solo bisogno di cento dollari e non ti darò piu fastidio.Promesso." dissi come se quello che avevo chiesto fosse la cosa più normale del mondo , e in effetti per me era cosi.

"Liv stai dando di matto , devo controllare anche te per caso?" mi guardò scioccata "Ti prego va a casa e riposati." mi incitò,  per poi voltarsi e tornare a lavoro.

Non mi restava che tornare a casa con la coda tra le gambe. Lei era una dottoressa, guadagnava cento dollari in dieci minuti, non capivo perchè fosse così  scettica.

Sovrappensiero mi avvicinai alla reception dell'ambulatorio dove vi trovai Gerard che beveva il suo solito caffè col latte.

"Dalla tua espressione posso dedurre che non è andata molto bene." affermò aggiustandosi il colletto della camicia.

Gerard era la persona che più adoravo in quel posto . Non molto alto, in carne e con pochi capelli, ma davvero simpatico. Sembrava l'unico essere umano a capirmi e ad assecondarmi, quindi questo me lo faceva piacere ancora di più.

"No, ma mi servono i soldi per il taxi." dissi sbuffando sonoramente. Lui mi fece un sorriso e mi consegnò i soldi.

Dopo avergli dato un bacio sulla guancia uscii velocemente di lì , l'odore del disinfettante era nauseabondo e fui felice di ritrovarmi all'aria aperta.

Trovare un taxi a Seattle non era difficile , la cosa difficile era evitare di litigare con qualcuno che trovava il tuo stesso taxi.

Giugno era un bel mese , niente scuola ed il tempo era più bello anche se alcune volte poteva cambiare radicalmente.

I miei pensieri furono interrotti quando attraversando il vialetto della mia villa, la signora Lebrowski , la mia vicina, mi chiamò.

"Liv tesoro vieni quì." la sua vocina sottile a volte poteva essere fastidiosa ma nonostante questo era una donna molto gentile ed affabile.

"Mi dica signora." dissi avvicinandomi. Per avere ottant'anni era piena di vita.

"Vorrei chiederti se avresti potuto portare i miei cani a spasso. La ragazza che lo fa regolarmente è malata ed io non posso proprio." mormorò prendendo la mia mano tra le sue.

Non potevo dirle di no, era praticamente impossibile. Le persone anziane mi facevano sempre un grande effetto, oltre che a farmi tenerezza.

Nei loro occhi era possibile leggere tutti gli anni passati.

"Certo signora, con piacere." Mentii facendole un piccolo sorriso forzato.

"Oh , grazie mille figliola , sappi che ti pagherò."

I miei occhi brillarono, era quello che mi serviva per riparare il piccolo incidente che avevo causato.

"Tieni prendi questo , ti servirà" disse consegnandomi un aggeggio che non avevo mai visto in vita mia, per poi tossire.

"Mi scusi, ma non so davvero che cosa sia." la mia espressione era interrogativa , lei però rispose subito notando il mio smarrimento.

"Quello serve a raccogliere le feci dei cani , se apri questa scatolina vedrai delle bustine." disse.

Mi ero cacciata in un brutto guaio, non volevo raccogliere i bisogni dei cani.

"Oh." Risposi semplicemente sentendomi incastrata.

Dopo le sue ultime raccomandazioni su come utilizzare quelle bustine il mio shoc era evidente, ma rimasi ancora più scioccata vedendo con queli cani avrei avuto a che fare.

Tre grandi BoerBoel : Rufus il più grande , Dobby il più giovane e Dan che secondo la signora Lebrowski era quello intermedio.

Con i tre cani ai guinzagli mi incamminai per il Green Lake Park.

Le cose stavano andando bene , raccoglievo le loro cacche e mi guardavo le unghie , raccoglievo le loro cacche e bevevo un frullato alla papaya.

Qualcosa però andò storto perchè Rufus notò un gatto e fu la fine.

Strattonò forte il guinzaglio e per la mia poca forza mi scivolò dalle mani insieme a tutti gli altri.

Fui invasa dal panico , come avrei spiegato alla signora Lebrowski che avevo perso i suoi cani? Iniziai a correre e ad urlare.

"Rufus , Dan , Dobby tornate quì era solo un gatto." ma ovviamente urlare a dei cani non serviva a nulla.

Nel frattempo il mio frullato, per la corsa, mi si rovesciò addosso.

Iniziai a pensare che il mio inseguimento sarebbe finito nel peggiore dei modi , e quando credevo che le cose non potessero peggiorare, peggiorarono.

La mia corsa fu fermata da qualcosa che mi arrivò davanti ai piedi all'improvviso, facendomi cadere pesantemente a terra.

Sentii un bruciore alle ginocchia e poi notai che quel qualcosa era uno skateboard.

Che diavolo ci faceva lì? Ero pronta a rimproverare il proprietario, quando qualcuno mi precedette.

"Non dovresti correre come una pazza." sentii dire da una voce sopra di me. Alzai lo sguardo nervosa come non mai verso la direzione della voce.

"Se tu fossi stato più attento a questo skateboard forse non sarei caduta" dissi acidamente alzandomi, ignorando la sua mano che era lì per aiutarmi.

"Io dovrei tenere d'occhio il mio skateboard, e tu non dimentichi qualcosa?" chiese il ragazzo.

Adesso che lo guardavo meglio dovevo ammettere che era un bel ragazzo. Aveva degli occhi nocciola che in altre situazioni non mi sarebbe dispiaciuto osservare, ma quello non era un buon momento.

"Ehi ci sei?"chiese ancora passandomi una mano davanti al viso.

"Maledizione i cani." Urlai riscuotendo me stessa. "Adesso la signora Lebrowski mi ucciderà. Sono morta , sono completamente morta."ero in completa agitazione, e non facevo altro che passare una mano tra i capelli sudati.

Lanciai imprecazioni, e continuai a farlo, finché lui non rise.

"Oh, sta tranquilla sono rimasti impigliati in quell'albero più avanti."

"Maledetti , è l'ultima volta che vi porto in giro" borbottai correndo a prenderli.

Vidi il ragazzo aggiustarsi il cappello e lo percepì avvicinarsi.

"Io comunque sono Justin Bieber" disse allungando una mano con un piccolo sorriso.

"Piacere, Liv Tanner " risposi stringendo la sua mano. "Io dovrei portare i cani a casa , quindi ci si vede in giro" continuai dicendo velocemente.

Non ero nello stato giusto di fare conoscenze, e non ne avevo nemmeno la voglia. Era sempre piacevole conoscere ragazzi carini e aperti, ma il problema era mio.

Il problema era la mia antipatia, e francamente ero convinta di non rivederlo più.

"Senz'altro" sentii dire da Justin , così mi allontanai.

Per tutta la strada del ritorno, evitando di rispondere in malo modo a tutte le persone che mi guardavano con disgusto per il mio aspetto, non riuscii, contro me stessa, a non pensare ai caldi occhi di uno sconosciuto.

   
 
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