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Autore: Kerri    01/09/2015    8 recensioni
Sono felice di partecipare a questa nuova iniziativa: 12 Months CaptainSwan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai CaptainSwan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: Neve,camino, pattini
Febbraio: Maschera, San Valentino, Super Bowl
Marzo: Donne, risveglio, altalena
Aprile: Scherzo, cioccolato, pigiama
Maggio: Fiori, pick nick, barca
Giugno: Estate, ciliegie, doccia
Luglio : Spiaggia,temporale, gelato
Agosto: Stelle, calore, mare
Settembre: Vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno (Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: Candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IX. Settembre


Will you marry me?



Sentiva il vento fra i capelli, sulla pelle, sul viso. Sentiva una strana sensazione di libertà, libertà che da tempo non assaporava appieno.
Sentiva le sue piccole e forti braccia cingergli la vita e sentiva che non avrebbe potuto trovarsi in un posto migliore.
Sentiva il peso della scatolina di velluto nella taschino della giacca, sentiva l’ansia e allo stesso tempo l’eccitazione per il fatidico momento in cui glielo avrebbe chiesto, le avrebbe chiesto ufficialmente di diventare la signora Jones.
Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, desiderava che, almeno per una volta, tutto seguisse i suoi piani e non si presentassero mostri giganti, orchi o streghe arcobaleno a disturbarli. Insomma, non voleva imprevisti.
Erano passati due anni dal giorno in cui Emma aveva trionfato sull’Oscurità, grazie all’aiuto di tutti i suoi cari, di Merlino e soprattutto di Killian.
Da quel momento, stranamente, a Storybrooke non si era presentato più nessun “Cattivo” pronto a radere al suolo la città, minacciando tutti i suoi abitanti.
Certo, escludendo Regina.
Lei minacciava il piccolo paesino ogni qual volta la sua dolce sorellina si presentava a casa sua con il piccolo Rowan e una torta di carote. E la cosa peggiore era che il bimbo era così piccolo e innocente che Regina ce la metteva tutta ad odiarlo, ma proprio non ce la faceva.
Odiava la sorella, questo sì.
Ma questa è un’altra storia…
Killian doveva restare focalizzato sul suo piano.
Con la sconfitta dell’oscurità, viaggiare tra i mondi divenne molto più facile. Nessuno riusciva a capirne il motivo, ma un giorno, improvvisamente, Jefferson si presentò a casa Swan con uno dei suoi cappelli, sostenendo di poter partire immediatamente verso casa.
Subito si scatenò il delirio, ma Emma, ormai ritornata lo sceriffo della città, aveva preso la situazione in mano. Regina aveva immediatamente convocato il consiglio comunale e insieme, avevano deciso che, per chi volesse tornare nella Foresta Incantata i portali erano aperti, ma una volta lì, non avrebbero più potuto fare ritorno. Qualcuno decise di trasferirsi, la maggior parte di restare a Storybrooke.
Questo, tuttavia, non impediva loro di fare qualche scappatella nel mondo di là, come aveva cominciato a chiamarlo Roland. Si recavano spesso lì, per partecipare a qualche ballo e per rivedere tutti i loro amici, vecchi e nuovi: Anna, Elsa e Kristoff, Artù, Merida e perfino Mulan.
Questa volta, però, Killian aveva convinto Emma a partire per puro piacere, per passare tre giorni diversi, insieme, lontano da tutto e tutti. Come ai vecchi tempi, insomma.
Ovviamente, quasi tutta la famiglia Charmings era al corrente del vero scopo di quel viaggio e c’era mancato veramente poco perché Mary Margaret, come al solito, non rivelasse tutto alla figlia.
David, però, le aveva tappato la bocca in tempo.
«Killian, sai dove stiamo andando, vero?»
La voce di Emma lo ridestò dai suoi pensieri, riportandolo alla realtà.
Anello, matrimonio, proposta.
Dio!
«Certo Swan, siamo quasi arrivati! Sei stanca?»
«Continua a cavalcare, Jones!» rise e a Killian parve il suono più bello esistente sulla faccia della terra.
Ultimamente, gli capitava di ripensare spesso al periodo successivo alla sconfitta dell’oscurità, a quanto gli era mancata, all’epoca, la risata cristallina della sua Swan. Emma aveva eretto daccapo tutti i suoi muri, barricandovisi dietro, convincendosi di non meritare tutto l’amore che riceveva ogni giorno.
Era stato difficile, convincerla del contrario. Non l’aveva lasciata sola neanche un attimo, rassicurandola con la sua presenza, a volte, anche solo col silenzio.
Scosse la testa, cercando di scacciare via quei pensieri.
Ormai era tutto passato, ormai Emma era ritornata Emma, la sua Emma.
Si guardò intorno e attuò che erano finalmente arrivati.
Tirò le redini e il cavallo rallentò, fino quasi a fermarsi del tutto.
Killian scese e porse la mano ad Emma. La donna la fissò, sorrise. Sapeva che avrebbe potuto facilmente scendere da sola ma, da un po’, aveva imparato che, qualche volta, è bello affidarsi agli altri e non solamente a se stessi.
L’afferrò.
«Ti va una passeggiata?» chiese Killian, continuando a stringere la sua mano.
Emma annuì.
Si guardò intorno e non riconobbe nessun luogo familiare. Si trovavano nel bel mezzo della foresta, attorno a loro solo alberi e qualche ramo spezzato.
Per quella scampagnata, sua madre aveva insistito nel farle indossare un completo bianco, molto simile a quello che indossava lei, anni addietro. Poi, le aveva messo sulle spalle un mantello dello stesso colore e l’aveva guardata con occhi lucidi. Stava per cominciare a parlare, Emma si aspettava qualcosa come “Sei bellissima tesoro” o “Ho sempre voluto che indossassi questo completo” ma David glielo impedì, tirandola per un braccio e trascinandola in cucina.
Le era parso alquanto strano, al momento. Forse tramavano qualcosa?
Oh, non aveva importanza, ci avrebbe pensato al suo ritorno.
 «Allora dove stiamo andando?» chiese, probabilmente per la duecentesima volta quel giorno.
Killian sorrise.
«Sorpresa!»
«Ma io odio le sorprese…» si lamentò la giovane, continuando a camminare.
«Motivo in più per fartele!»
Emma sospirò. Sapeva che non le avrebbe mai detto nulla, quindi decise di cambiare argomento. Qualcosa lampeggiò nella sua mente, insistente e fastidiosa.
La voglia di dirglielo, lì, su due piedi ritornò e dovette fare uno sforzo piuttosto considerevole per controllarsi.
«Killian, dobbiamo parlare!» riuscì solo a dire, mordendosi il labbro.
«Aspetta, ci siamo quasi…»
L’uomo la tirò più forte, lei sbuffò e si lasciò trascinare. Scostò un ramo, troppo lungo e ciò che vide, le mozzò il fiato.
Si trovavano in un’immensa e sconfinata radura punteggiata di fiori dai colori più strani. Ce n’erano di tutti i tipi, alcuni del tutto sconosciuti agli occhi della giovane. Il cielo, azzurro come gli occhi dell’uomo al suo fianco, risplendeva sopra di loro, chiaro e limpido, senza neanche una nuvola.
«È bellissimo» mormorò.
Killian sorrise. Almeno la prima parte del piano era riuscita senza intoppi.
Vide Emma correre verso il centro della radura, felice e spensierata come la bambina che non era mai stata e che avrebbe tanto voluto essere.
Il cuore gli si gonfiò, soddisfatto, pieno d’amore, come tutte le volte in cui era la causa del sorriso della donna.
La seguì, come ormai faceva da anni e come, ne era sicuro, avrebbe fatto sempre.
«È bellissimo!» ripeté la giovane, accovacciandosi sull’erba e annusando i fiori. Di colpo, le venne la strana voglia di raccoglierli, di intrecciarli, di portarli a casa e lei non era mai stata tipa da raccogliere fiori in una radura. Ma dopotutto, era pur sempre la figlia di Biancaneve, no? Anche se dubitava si sarebbe mai messa a parlare con gli uccellini e le colombe.
«Vieni, troviamo un posto all’ombra! Ho un’altra sorpresa!»
Emma alzò gli occhi al cielo. Quando sarebbero finite le sorprese, quel giorno?
Afferrò la mano dell’uomo. Dopo aver girovagato un po’, scelsero un posticino appartato, al lato della radura, all’ombra di una grande quercia. Da lì, riuscivano a godere di un bellissimo panorama.
«Qui può andar bene!» mormorò l’uomo, lasciando cadere la sacca che portava a tracolla sull’erba.
Emma annuì e si sedette. Tanto, se il mantello si fosse sporcato, avrebbe sempre potuto pulirlo con la magia. Era diventata piuttosto brava, doveva ammetterlo, e la magia le ritornava molto utile per pulire l’enorme casa dove aveva deciso di trasferirsi.
«Allora?!» chiese, impaziente, guardando Killian sedersi affianco a lei.
«So che la pazienza non è esattamente il tuo forte, Swan, ma…»
«Tutta questa attività fisica mi ha messo fame!» esclamò la donna «Spero che in quella borsa ci sia del cibo!»
Afferrò la borsa, prima che l’uomo potesse replicare e cominciò a sbirciarci dentro.
«Ma non c’è niente!»
Killian rise, riprese la borsa e vi frugò dentro.
«Ringrazia Regina! L’ha incantata cosicché solo io potessi vedere cosa ci sia dentro!»
«Grazie Regina, molto simpatica!» borbottò Emma, afferrando la busta che l’uomo le stava porgendo.
«Poiché sono previdente e sapevo che avresti avuto fame, ho chiesto a Granny di prepararci dei panini!»
«Ti amo, lo sai vero?!» mormorò la donna, già con la bocca piena.
«Aspetta di vedere questo…» rise l’uomo, poi frugò nella borsa e ne uscì una bottiglia di vino, due calici e un pezzo di torta al cioccolato.
«Adesso sei ufficialmente il mio eroe!»
«Non so se tuo padre sarebbe così felice di cedermi il suo posto! Soprattutto sapendo che ti ho comprato con qualche panino e la torta al cioccolato!»
«E chi dice che lo verrà a sapere?!» disse, prima di scoppiare a ridere.
Killian si unì a lei.
«Comunque adesso ormai gli sei simpatico…»
«Be’ sì, dopo parecchie minacce e dopo avermi ucciso, posso dire finalmente di essere entrato nelle sue grazie!» mormorò lui, ripensando a quando aveva detto al principe di voler chiedere la mano di sua figlia. Stavano bevendo da Granny e lui, per poco non si era strozzato col suo caffè nero bollente.
«Perché ridi?» chiese Emma, curiosa.
«No, niente…»
Una leggera brezza fresca scompigliò loro i capelli, portando il profumo dei fiori fin lì.
«A proposito di mio padre, stamattina, lui e Mary Margaret si comportavano in modo strano…»
«Dici?! A me sembrava tutto normale…» disse, con il tono più indifferente che riuscì a riprodurre.
«Non so… Secondo me tramano qualcosa… Oh no!»
«Che c’è?» chiese, allarmato.
«Ho capito tutto!»
«Davvero?» domandò Killian, sempre più nervoso. Per un attimo si chiese se Emma riuscisse a sentire il suo cuore scalpitare nel petto o a vedere le goccioline di sudore dietro la sua schiena.
«Sì! Tra un mese è il mio compleanno! Sanno che non voglio festeggiarlo e approfitteranno della mia assenza per organizzarmi qualcosa…»
Killian tirò un sospiro di sollievo. In senso metaforico, ovviamente.
«Suppongo che lo scopriremo soltanto vivendo!»
«Tu non sai niente, vero?»
«No, tesoro, niente di niente!» disse, alzando le spalle e versandosi un po’ di vino. Ne avrebbe avuto bisogno per ciò che aveva intenzione di fare.
Emma allungò il suo bicchiere e l’uomo glielo riempì.
«Killian, dobbiamo parlare…» ripeté, gli occhi fissi nel liquido scuro. Non era mai stata un’amante del vino, preferiva la birra o al massimo liquori e cocktail, ma ne aveva bisogno per quello che aveva intenzione di dirgli.
«Sì, Emma… Però prima…» cominciò, alzandosi in piedi e oscurando il sole. Toccò la scatolina che fortunatamente non si era mossa dal taschino.
Era giunto il momento.
«No, Killian! È da tutta la settimana che cerco di parlarti perché davvero, non ce la faccio più a tenertelo nascosto… Sono incinta!»
Il cuore dell’uomo sembrò fermarsi per qualche secondo, per poi riprendere a battere più forte di prima. Sentiva il sangue scorrergli nelle vene, caldo, bollente.
«T-tu… tu sei cosa?!» chiese, accasciandosi al suo fianco.
«Killian, va tutto bene?»
Stava per chiederle di sposarlo, era logico che aveva messo in conto che prima o poi avrebbero avuto dei figli. Ma aveva sempre pensato più ad un poi che ad un prima.
«S-sì, credo… Da quando lo sai?» chiese, provando a ricordarsi come si faceva a respirare. Giusto, inspira, espira, inspira, espira…
«Da lunedì e credimi, avrei voluto dirtelo nell’esatto momento in cui l’ho scoperto ma tu eri troppo preso da questo viaggio, così ho pensato di parlartene mentre venivamo qui ma…»
«Emma…»
«Lo so che non l’avevamo previsto Killian e che sei spaventato, io lo sono più di te! Non so come vanno queste cose, non so da che parte cominciare, non so neanche se ne sarò all’altezza… Anche se ho già Henry, è stata Regina a occuparsi di lui e…»
«Emma, Emma calmati! Va tutto bene, davvero! Sono solo…sorpreso, ecco!»
«Sei felice?» chiese la donna, dopo qualche secondo di silenzio.
«Ovvio che lo sono Emma! E sono anche spaventato da morire! Ma è questo ciò che voglio: passare il resto della mia vita con te!» disse, abbracciandola e baciandole una tempia.
«Bene, sono felice di sentirtelo dire… A questo proposito avevo pensato ad un’altra cosa…» cominciò la donna, ancora ad occhi chiusi.
«Cosa amore?»
«Sei seduto?» chiese, aprendo gli occhi di scatto e puntandoli dritti in quelli dell’uomo.
«Bene – continuò, abbassandoli – avevo pensato che sì, insomma, visto che stiamo insieme da un po’ e che stiamo per avere un figlio o una figlia… be’ stavo pensando… che ne pensi di sposarci?»
Cosa?
Per qualche secondo, regnò il silenzio. Emma sapeva che aveva rischiato davvero grosso, prima con la notizia della gravidanza e ora con questo. Killian, accanto a sé, sembrava pietrificato.
«Killian?» provò a scuoterlo. Quello, puntò i suoi occhi nel verde di quelli di lei e fece l’ultima cosa che Emma si sarebbe mai aspettata.
Scoppiò a ridere.
Rise, rise forte e di gusto, con le lacrime agli occhi, scuotendo la testa.
Emma lo guardava incredula. Di certo, non si sarebbe aspettata una reazione del genere da parte sua.
Non riusciva a decidere se sentirsi offesa o lasciarsi contagiare dalle sue risa.
Poi, del tutto inaspettatamente, Killian unì le labbra alle sue ed Emma pensò che dopotutto, l’avrebbe perdonato comunque.
«Sai qual è il vero motivo per cui ho deciso di partire?» chiese l’uomo accarezzandole una guancia.
Emma alzò un sopracciglio.
Aprì gli occhi e lo vide frugare nella tasca della giacca. Ne estrasse una piccola scatolina di velluto blu e il cuore di Emma fece una capriola non appena le sue mani toccarono quel tessuto.
Killian glielo fece scivolare sul palmo. Lei, non si accorse che le sue mani tremavano fino a quel momento, quando, titubante, aprì la scatola.
Incapace di proferir parola, fissò incredula il piccolo anello. Il collo di un cigno e un uncino, formavano un cuore proprio nel centro.
«Ti ho portato qui per chiederti di sposarmi, Swan! E per evitare che qualcuno potesse rovinare la sorpresa… non avrei mai immaginato che, come sempre, tu mi avresti anticipato!» rise ancora, rievocando il loro primo appuntamento e solo allora, l’uomo si accorse che Emma aveva gli occhi lucidi.
«Avevo perfino pensato ad una dichiarazione perfetta e strappalacrime, per ricordarti quanto è grande il mio amore per te! Ma ormai, non mi resta nient’altro da dire se non, sì Emma Swan, voglio sposarti!»
A quel punto Emma si gettò tra le sue braccia, incapace di trattenere ancora le lacrime.
«Piangi?!»
«Tutta colpa degli ormoni! – disse, tirando su col naso – scusa, per averti rovinato la sorpresa! Ma non potevo proprio aspettare che diventassi una bignè ripieno per indossare il mio vestito da sposa!»
«Hai già comprato il vestito?» chiese, sbalordito.
«No, certo che no… ma ne ho visto uno perfetto!»
L’uomo alzò un sopracciglio.
«Bene, forse è meglio che torniamo a casa! Abbiamo molte novità da annunciare…»
«Sperando che tuo padre, questa volta, non mi uccida per davvero!»
«Killian?!»
«Che c’è amore?»
«Possiamo mangiare la torta prima di andare?!»

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti! :)
Finalmente sono tornata! So che in fondo, siete felici anche voi!! Ahahah
Scherzo! Finalmente è cominciato settembre e con esso, comincerà anche la nostra amata serie tv! Ormai manca davvero poco e io non vedo l’ora!!
Quindi, per prepararci a tutto l’angst che dovremo affrontare, ho deciso di scrivere qualcosa di dolce e zuccheroso per questo mese: la proposta di matrimonio di Killian!
Ma anche se il poverino ha organizzato tutto nei minimi dettagli, c’è sempre Emma pronta a scombussolarglieli!
Ho preso spunto dalle foto dal set akjijdshjcdcnh *-* (insomma, you know what I mean xD)
Come sempre, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto, se non vi è piaciuto, se desiderate solo spedirmi di nuovo in mezzo al mare… xD
Ringrazio tutti coloro che lo faranno, che l’hanno già fatto, che inseriscono la storia nelle varie categorie o che leggono silenziosamente!!
Al prossimo mese!
Un bacione
Kerri :*
 
 
 
 
PS: per il figlio di Zelena, che non sappiamo ancora se sarà un maschietto o una femminuccia, ho deciso di utilizzare lo stesso nome con cui la mia cara amica Erin l’ha battezzato nella sua fantastica fanfic! Spero che a lei non dispiaccia, ma ormai nella mia testa, si chiama così! xD 
 
   
 
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