Parte
seconda.
Yuka adorava fare shopping e finalmente aveva
ricevuto l'agognata paghetta dai suoi vecchi.
Si trovava nel
negozio “dolci sogni” inglobato nel centro
commerciale della zona
più trafficata di Tokyo, in compagnia di Sayuri, quando vide
Nabiki attraversare la porta a vetri automatica.
La ragazza, dopo
un breve giro d'ispezione, fece scorrere sei o sette grucce di
corredi intimi all'ultima moda e, cosa più unica che rara,
li
prese tutti! Fece una seconda sosta alla vetrina delle giarrettiere,
indicandone una in particolare alla commessa, poi, presa da un atto di
estrema generosità, le indicò anche un cerchietto
da
diavoletta.
Una volta imbustata la gran quantità di capi e
ornamenti, la commessa, una biondina dall'aria trasognata, attese
paziente le direttive di Nabiki.
Questa tirò fuori dalla
borsetta il portafoglio griffato, dal quale estrasse una golden-card!
Non aveva mai visto una carta di credito tanto bella e
scintillante, le altre carte, paragonate a quella, scomparivano!
Sayuri gettò un'occhiata in tralice all'amica, che stava
trattenendo il respiro, mentre la commessa passava la carta sul
bancomat.
- Respira Yuka! - la incitò stringendole le dita
gelide della mano.
Eppure nemmeno Sayuri credeva ai suoi occhi!
Le due studentesse, al segnale di ricezione, sospirarono all'unisono,
incantate.
Dal macchinario fuoriuscì, arricciandosi, lo
scontrino fiscale.
Nabiki Tendo, la ragazza più
parsimoniosa del Giappone, era impazzita, non c'erano altre
spiegazioni! Le amiche di Akane non potevano lontanamente afferrare
che, per la senpai, quello fosse solo un investimento...
-@@@-
Il
mattino seguente, l'autunno cedette il passo ad un freddo
più
brusco, anticipando di un paio di settimane la stagione invernale. Il
fiume gorgogliava piano da sotto il ponte.
Lungo il viale, poche
foglie imbrunite sopportavano ancora le raffiche di vento che si
insinuavano tra i rami degli aceri.
Ranma e Akane, una volta
raggiunto il cortile del Furinkan, rallentarono repentinamente la
loro corsa. Una cinquantina di ragazzi, studenti di età e
classi miste, erano accalcati davanti ad una bancarella allestita da
niente popò di meno che Nabiki!
Perché il preside
non c'era mai quando serviva il suo intervento e la sua ossessione
per l'ordine?
Sembrava che la venditrice abusiva stesse facendo
grossi affari, prima del loro arrivo.
Privo di esitazione alcuna, Ranma afferrò Akane per un polso e si gettò nella mischia facendosi largo a spallate. Vedendolo spuntare, Daisuke gli dette una gomitata leggera sul fianco, commentando:
- Quanta
abbondanza! Beato te!
Il ragazzo col codino non gli badò e
proseguì verso il suo obbiettivo principale.
- 2.500! - urlò Gosunkugi, nascosto fra la marmaglia intervenuta.
Allora Kuno alzò un braccio, ribattendo all'offerta con l'esorbitante somma di: - 3.000 yen!
- Nessuno offre di più? - commentò Nabiki mostrando di nuovo la fotografia, oggetto dell'asta, facendola vedere bene da ogni angolazione ai compagni allupati.
- Che... che significa! - esclamò Akane sconcertata, strappandole la foto con rapacia.
A quel punto anche Ranma, fattosi curioso, dette
una sbirciatina da sopra la sua spalla!
La ragazza raffigurata
nell'istantanea era Akane, sebbene in vesti assai diverse
dal
solito.
Indossava della biancheria di pelle lucida, color
cremisi, atteggiandosi a top-model, con un cerchietto in testa, su
cui spuntavano due piccole corna glitterate... da diavolessa!
La
posa plastica e persuasiva, con le mani sulle ginocchia strette e gli
avambracci a sorreggere il decolté generoso, non lasciava
molto spazio all'immaginazione...
Il giovane Saotome sentì
improvvisamente caldo.
A differenza sua, Akane non si perse
d'animo ed affrontò la sorella di petto:
- Nabiki! Esigo
subito una spiegazione!
- Senti?
La minore inclinò la testa da un lato: - Cosa dovrei sentire?
- La campanella è
già suonata, com'è tardi! Devo proprio scappare!
-
mentì l'affarista portandosi fuori mira.
Prese con sé
alcune foto, ed entrò seguita dalla corte di possibili
compratori.
Kuno strinse l'amata Tendo al torace: - Perdonami Akane! Devo proprio andare!
- E allora cosa stai aspettando! - lo colpirono entrambi i fidanzati.
Tornata la calma, Akane frugò
sopra al banco. Raccolse numerosi scatti rimasti di Ran-chan in
intimo, ed altri ancora, di una ragazza che le somigliava
perfettamente, eccetto che nel senso del pudore.
Anche Ranma li
osservava tutti con minuzia, auto-convincendosi che non fossero
semplici fotomontaggi! *Non conoscevo questo lato di Akane* scosse la
testa a quel pensiero, che tuttavia non si fece da parte –
Che
donna scostumata! - sibilò perdendo il senno.
Sollevando
un sopracciglio la fidanzata rimbeccò:
- Adesso mi hai
promosso? Prima ero un maschiaccio, ora una donnaccia! Non capisci
che sono dei falsi creati da mia sorella?
- Dici? Guarda questa qui! Si vedono proprio bene la tua vita larga e il seno piatto!
Un pugno lo colpì sopra la testa. - Scemo! Mi credi davvero così frivola?
Ranma non reagì come credeva, ma la
guardò
con occhi compassionevoli.
- Perché lo stai facendo? -
sussurrò con tono protettivo.
- Eh?
- Prima mi chiedi tremila yen, ora posi per queste foto! Akane tu hai bisogno di soldi, di' la verità! E' per via di un debito che hai con Nabiki, forse? Guarda che posso aiutarti...
La fidanzata strinse i pugni, avanzando di un passo verso il coetaneo.
- Ma che diavolo stai blaterando! Ti ho detto in mille modi, che quella NON SONO IO!
Effettivamente Ranma non la credeva capace di arrivare a tanto! Però le prove parlavano chiaro, il soggetto delle foto era decisamente Akane, la sua fidanzata, il suo maschiaccio! E tutti i ragazzi della scuola l'avevano vista come a lui solo era permesso di vederla. Lo infastidiva sapere che non gli rimaneva altro da fare, che ingoiare la bile, in silenzio? *No! No! Assolutamente no!*
- Mi stai prendendo in giro? Si vede lontano un miglio che sei tu! - brontolò esagitato.
- Io non metterei mai un reggiseno di
pelle! - replicò seccamente l'altra, suo malgrado
arrossendo.
Ora che ci pensava, mentre la rabbia sfumava lasciando il posto
ad un barlume di lucidità, Ranma ricontrollò le
foto
che aveva con sé.
- Hai ragione – annuì consultando gli scatti della ragazza col codino. - Anche quando mi trasformo in ragazza, porto sempre i boxer, mentre qui invece...
Akane sospirò. - Finalmente ci sei arrivato! Dobbiamo mettere mia sorella con le spalle al muro! Sono sicura che è opera sua! - si ritrovarono improvvisamente sulla stessa lunghezza d'onda.
- Non so cosa stia architettando, ma non mi
piace...
Il
suono precipitoso della campanella interruppe i loro discorsi
sobillatori, sancendo l'inizio delle lezioni.
Alla prima ora,
avevano lezione con Hinako Ninomiya.
Infatti quella che credevano
fosse la minuta insegnante d'inglese fece il suo ingresso cinque
minuti dopo le 8,00. Si mise seduta sulla cattedra, accavallando le
gambe con cura.
- Qualcuno di voi può gentilmente ricordarmi dove andiamo quest'anno in gita? Mi hanno informata che verrete accompagnati da me e dal professor Arata...
Hiroshi alzò
la mano, e si fece portavoce della classe:
- A Shizuoka, staremo
via una settimana – annunciò preciso.
Appresa la notizia, la sosia della tutrice annuì interessata e prese a sfogliare il registro.
- Benissimo bambini! Ora farò l'appello e, uno alla volta, ognuno di voi mi consegnerà il suo contributo di 6.000 yen per la gita... sapete le spese del pullman, l'albergo, i musei...
- Ma, professoressa... – provò ad impietosirla Yuka – Abbiamo ancora due mesi per poter consegnare i soldi, molti di noi non...
La maestra, che in realtà altri non era
che
Nabiki, calatasi nella parte, la guardò malevola, facendola
ammutolire.
– Sono sicura che tra di voi ci sono dei bravi
bambini, pronti a pagare anche per i compagni, non vorrete correre il
rischio di far saltare la vostra preziosa gita?
A quell'insinuazione Ranma decise d'intervenire e balzò in piedi.
- Se vuole il denaro, ci deve obbligare! Coraggio, tiri fuori la sua monetina portafortuna da cinque yen! La sfido! - la esortò, mettendosi in mostra.
Quella scosse il capo -
Saotome, non vuoi andare in gita con gli altri?! - e
cominciò
a chiamare:
- Atame Hiroji, tu che fai? Partecipi o segui il
cattivo esempio di Saotome?
Il ragazzo si avvicinò a
spalle basse alla cattedra e consegnò la sua parte.
- Anju
Ame – continuò la maestrina.
Dal fondo della classe, la
seconda della lista si accinse ad accontentarla, come aveva fatto
poco prima Hiroji.
Stava contando i soldi ricevuti, quando
d'improvviso le spuntarono due soffici orecchie appuntite sulla
testa, mentre una vaporosa coda ramata le scodinzolò da
dietro.
Nello stesso momento la vera Hinako comparve in classe, portando con sé un cartone pieno di micini.
- Scusate il
ritardo! Ho trovato questi gattini in sala insegnanti, carini vero? -
poi voltandosi verso la cattedra incrociò lo sguardo della
falsa sé.
- E tu chi sei?
Scoperta, Nabiki tentò la fuga, riuscendo a superare la soglia, aiutata dal fatto che Ranma, alla vista dei minuscoli felini, fosse andato letteralmente in tilt.
*Che mi sta succedendo?* s'interrogò guardandosi riflessa nei vetri delle finestre della scuola, arrossendo.
*Sembro
volpizzata! A meno che questo non sia un effetto collaterale, forse
c'è un limite di tempo massimo, alle trasformazioni* decise.
Infine,
mettendosi l'anima in pace, si focalizzò sul suo aspetto
naturale e ritornò in sé.