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Autore: sasusakusara7    02/09/2015    6 recensioni
Il mondo è vasto, l'eternità è infinita, ma lui affronterà tutto e tutti per ritrovarla ed infine salvarla, anche se il prezzo fosse doverla riconquistare ogni volta...
Sasusaku con accenni Naruhina, Shikatema, Saiino e Nejiten.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Eccomi tornata con un capitolo che spero troverete intenso... Quindi bando alle ciance: vi auguro una buona lettura!
Disclaimer:: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto (unico Kishimoto-sensei!); questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
Capitolo 8
 
- C-che vuoi dire? Cosa significa "che cosa sono"?! Se ti riferisci al fatto che sei un rapitore, tranquillo, lo avevo già capito! E smettila con questa storia che sono maledetta! - c'era una venatura di disperazione nel tono della sua voce, una venatura che Sakura non gradiva affatto. Detestava sentirsi così debole ed in balia degli eventi o, peggio ancora, dei capricci di un gruppo di delinquenti più grandi di lei.
Sasuke era rimasto imperturbato, la sua espressione imperscrutabile.
- Prima di approfondire quella storia, è giusto che tu sappia con chi hai a che fare, non credi? - le rispose dopo alcuni secondi, voltandosi e dandole le spalle. Si diresse verso la scrivania nel centro dello studio, aprì il primo cassetto alle destra della poltrona ed estrasse qualcosa che, alla luce artificiale delle lampade, appariva lucente e di colore metallico. Quando le si avvicinò di nuovo, Sakura capì finalmente di cosa si trattasse.
Un tagliacarte, un affilatissimo tagliacarte. Un'ondata di terrore la  travolse. Cosa voleva fare con quella che era a tutti gli effetti un'arma? Torturarla? Ucciderla?! La ragazza scattò indietro, una scossa di energia le invadeva il corpo, forse adrenalina. Era pronta alla lotta: se proprio doveva morire per mano di uno squilibrato, si sarebbe battuta con le unghie e con i denti, fino all'ultimo. Non era mai stata una combattente, ma tutta quella situazione aveva temprato il suo spirito e a quanto pare era giunto il momento di dimostrarlo.
Il ragazzo tuttavia si era fermato a circa un metro da lei e non sembrava intenzionato ad attaccarla. La giovane sollevò il capo (aveva tenuto sino ad allora gli occhi fissi sulla lama) ed incrociò lo sguardo dell'Uchiha, rivolgendogli un'espressione interrogativa.
- Bene, Sakura - cominciò lui, giocherellando con la lama con estrema nonchalance - ciò che ti rivelerò avrà dell'incredibile, per te, quindi suppongo di doverti dimostrare che tutto ciò che dirò è vero. Sai, non vorrei che pensassi che sono un pazzo... -
Così dicendo, impugnò con fermezza il manico del tagliacarte nella mano destra e, con un movimento rapido e deciso, si conficcò la lama nella spalla sinistra, per poi farla affondare nella carne e trascinarla giù, lungo tutto il lato interno del braccio, lasciando dietro una rabbiosa e sanguinolenta scia scarlatta. 
Alla vista della carne viva, Sakura lanciò uno straziante grido, a pieni polmoni.

 
XXX
 
Sasuke emise un piccolo grugnito di dolore. Non era mai piacevole ferirsi. Anche se il taglio si sarebbe rimarginato in poco tempo, il male che provava in quel momento era comunque sempre notevole. Sentì il puntuale grido disperato di Sakura. Sorrise tra sé. Una reazione più che comprensibile: anche se lo considerava un criminale - pensava davvero di essere sequestrata? Anche dopo aver capito che era libera di girare per la villa? Anche dopo aver parlato per giorni con Naruto? Anche dopo quella notte, sul tetto... -, nonostante probabilmente lo considerasse un essere umano abbietto, la ragazza aveva un'indole altruista e generosa, e sicuramente assistere a quella scena doveva averla sconvolta nel profondo. Dopotutto, la ferita che si era provocato rappresentava una condanna a morte certa per qualsiasi essere umano, se non curata prontamente da un bravo chirurgo. 
Non erano passati neppure un paio di secondi che Sakura si era precipitata accanto a lui, prendendo tra le mani il bracco da cui continuavano a sgorgare fiotti di sangue.
- C-che cosa hai fatto?! Perché? PERCHE' LO HAI FATTO?! Oh, mio... Sasuke... - aveva gli occhi spalancati in un'espressone allucinata, la sua lucidità che stava scivolando via proprio quando Sasuke sapeva che lei ne avrebbe avuto maggiormente bisogno - La ferita, b-bisogna tamponare la ferita e tenere pressato... Troppo sangue, non devi più perdere altro sangue... - 
L'Uchiha la guardò in viso; aveva gli occhi color bosco velati di lacrime e tutta la sua figura tremava vistosamente mentre tentava di togliersi la maglia per usarla per fermare l'emorragia - Bisogna chiamare un'ambulanza! Devo avvertite Naruto! Dov'è Naruto?! NARUTO! NARUTOOO!!! Maledizione Sasuke! Perché l'hai fatto, perché... - l'isterismo, nella sua voce quanto nei suoi comportamenti, aveva raggiunto livelli apicali. 
- Sakura, calmati - tentò di riportarla alla ragione, impietosito da quella vista, ma lei sembrava completamente sopraffatta. 
- Come puoi dirmi di calmarmi! Io... voglio... essere un medico... Non posso lasciare che tu muoia davanti a me, in modo così sconsiderato e-e stupido! Non lo permetterò! Io... - ora le lacrime le rigavano le guance liberamente, senza  più nessun contegno.
- No, Sakura, davvero. Calmati e guarda con maggiore attenzione - sussurrò lui con la voce più rassicurante che riuscì a trovare.
- Come puoi insistere, è la tua vita che è in peric- mentre la giovane era intenta a controbattere puntò gli occhi sulla ferita. 
Sasuke la vide aggrottare la fronte e portarsi più vicino al viso il di lui braccio, per ispezionarlo meglio. L'aria perplessa e spaesata che adottò in quel frangente fece intuire al moro quello che lei aveva visto. Sentiva anche lui che il taglio si stava cominciando a rimarginare, percepiva gli strati dei vari tessuti che si stavano riparando, il sangue non sgorgava più ed i lembi di pelle sembravano attrarsi l'un l'altro come una calamita con un pezzo di ferro, chiudendo così la lacerazione. 
Era iniziato il processo di rigenerazione
Nel giro di un'ora, un'ora e mezza al massimo, sul suo braccio non sarebbe rimasta neppure una piccola, insignificante cicatrice.
- Ma cosa... - lo stupore e l'incredulità sul volto della ragazza erano evidenti. Le sue iridi chiare cercarono quelle scure di lui, una domanda inespressa pronta ad esplodervi dentro. Sasuke attese pazientemente che lei trovasse il coraggio per formularla, non doveva metterle fretta, lo sapeva. Già il fatto che non si fosse scostata terrorizzata di fronte al fenomeno inspiegabile manifestatosi di fronte a lei doveva essere preso come un buon segno. In quel momento si stava decretando lo sviluppo del loro futuro assieme e lui non doveva dimostrarsi né freddo né aggressivo. 
- Questo... non è possibile... Tu... non sei umano... - il modo con cui la ragazza continuava ad osservargli il braccio in un misto di sgomento e fascino verso l'ignoto aveva un che di accattivante.
- Corretto - fu il sintetico commento.
A quelle parole, Sakura si era scossa dal suo stato di stupore e lo aveva squadrato, sorpresa: - Corretto? Corretto?! C-che significa corretto?! - 
Poi, scuotendo la testa, esasperata, quasi volesse scacciare un brutto sogno, continuò: - No, non può essere, ci deve essere un'altra spiegazione, una razionale... Stai mentendo... - 
- Cos'è, Sakura - incalzò lui, una punta di incontrollato sarcasmo nella voce - ora non credi neppure più ai tuoi stessi occhi? Guardami - le indicò nuovamente il braccio, ormai praticamente rigenerato - pensi che un essere umano possa fare una cosa del genere?! - 
Il colorito della giovane aveva assunto una poco incoraggiante sfumatura verdognola. Dopo aver spalancato occhi e bocca, come colta da una repentina folgorazione, la ragazza mormorò, portandosi le mani al petto in segno di protezione: - Sei... sei forse... - 
Il moro attese, per metà incuriosito e per metà, involontariamente, divertito. Voleva proprio scoprire quale ipotesi aveva formulato la sua mente; era comunque sicuro che fosse sbagliata, dato che gli esseri umani non erano a conoscenza dell'esistenza della sua specie. 
- Sei tu forse... un vampiro?! - 
Ecco, appunto. Come volevasi dimostrare. Scosse la testa, avvilito.
- No, tranquilla, non sono una dannatissima sanguisuga gigante... - il rimando alla conversazione che avevano avuto giorni prima nella biblioteca era inevitabile.
A quel punto lei si scostò, neanche si fosse scottata, e chiese, lo sguardo che tradiva il terrore che aveva cominciato a divorarle le viscere: - E-e allora cosa sei?! E cosa vuoi da me?! Cheaccidentistasuccedendo?! - 
- Ora ti racconterò tutto, ma tu devi mantenere la calma - i loro sguardi si incrociarono per l'ennesima volta e l'Uchiha tentò di trasmetterle un senso di pace che lui stesso era ben lontano dal possedere. 
- Prima di tutto, devi tenere a mente che nessuno, qui, vuole farti del male. Non ti abbiamo sequestrata, ti stiamo solo proteggendo dal mostro che voleva davvero rapirti. Io, Naruto, Shikamaru, Neji e tutta la sua famiglia siamo esseri immortali che abitano questo pianeta insieme a voi esseri umani, ma viviamo in disparte, abbiamo un mondo, un sistema con una struttura sociale interamente indipendente dal vostro. Voi mortali non ci conoscete e pertanto non avete un nome per categorizzarci; noi stessi siamo soliti chiamarci "Creature che trascendono il Tempo" -
- Cosa?! Mi stai prendendo in giro, vero? - lei appariva confusa e stordita, ma il ragazzo proseguì la spiegazione; non era il momento di fermarsi, quello.
Il moro si limitò a roteare gli occhi: - No, Sakura. Hai visto la ferita rimarginarsi: tra poco non ci sarà più nemmeno una cicatrice. Questo è uno dei vantaggi di essere una Creatura che trascende il Tempo - 
- E quali sarebbero gli altri? - la giovane era ancora parzialmente scettica, tuttavia Sasuke non se ne stupì: era cosciente del fatto che abbattere le restrizioni mentali e le false certezze degli umani era un processo che richiedeva tempo e fatica.
- Forza e velocità maggiori, sensi molto sviluppati... e l'immortalità, principalmente -  
- E-e come funziona?! - la curiosità aveva prevalso, infine. 
"La solita vecchia Sakura" pensò ironicamente il moro, prima di risponderle.
- Vedi, l'immortalità non è onnipotenza: noi Creature che trascendono il Tempo possiamo essere ferite, anche gravemente, ma abbiamo una capacità rigenerativa molto alta e rapida. In pochissimo tempo possiamo riprenderci completamente da danni fisici che per voi umani sarebbero sicuramente letali. Tuttavia, se, per esempio, venissimo decapitati o inceneriti, o se ci venisse asportato un organo che, similmente a voi mortali, svolge una funzione essenziale ed è unico, non in coppia, come il cuore o il cervello, noi moriremmo. Se, al contrario, ci venisse sottratto un polmone o un rene, sopravviveremmo e quindi entrerebbe in gioco la nostra capacità rigenerativa, che ricreerebbe l'organo mancante. La nostra vera e propria immortalità sta nel fatto che siamo in grado, come dice il nostro nome, di vivere in eterno, di "trascendere il tempo": nasciamo e cresciamo come voi esseri umani, ma abbiamo l'abilità di "congelarci", bloccando il nostro aspetto all'età che più ci aggrada. Se lo vogliamo, possiamo riprendere ad invecchiare e bloccare poi nuovamente il processo quando ci pare, ma non possiamo ringiovanire: per questo sono molto rari i casi in cui uno di noi decide di arrivare ad assumere l'aspetto di un anziano, per non auto-condannarsi a passare la propria eterna esistenza in un corpo "decrepito"- 
L'Uchiha si fermò e scrutò la ragazza. Lo stava fissando rapita e, dato che non lo aveva interrotto con nessuna delle sue solite, incalzanti domande, doveva sentirsi totalmente frastornata.
Notando il suo silenzio, si era ripresa e gli aveva domandato, con un filo di voce appena: - Tu... tu stai dicendo sul serio, vero? - 
- Sì - l'espressione sul viso del moro non dava adito a dubbi - Non ti mentirei mai su una cosa simile - 
- Ma io cosa c'entro in tutto questo?! Sasuke, tu hai detto che sono maledett- 
- Come avrai capito, il sovrannaturale esiste davvero. Ed esiste anche la magia: l'uomo che ha tentato di rapirti, quello con la pelle bianca e gli occhi da serpente, si chiama Orochimaru e la pratica da moltissimo tempo. Grazie ad essa, è riuscito a sopravvivere attraverso i secoli - a quel punto, il ragazzo distolse lo sguardo da quello di lei. Ora arrivava la parte più difficile del racconto - E' lui, Orochimaru... E' lui che ti ha maledetto - 
Sentì la ragazza trattenere il fiato - Allora, quando parli di maledizione, tu intendi una vera e propria maledizione, cioè, una maledizione - sottolineò con forza ed un accenno di inquietudine quell'ultima parola. Il petto dell'Uchiha si strinse al pensiero di ciò che le stava per rivelare, di ciò che era costretto a rivelarle.
- E' accaduto tutto moltissimi anni fa. Questa non è la prima volta che vivi, Sakura - tentò di guardarla in faccia, ma la sua espressione, così intensa e già ora dolente, lo fecero presto desistere - La prima volta che hai vissuto è stata tanto tempo fa; Orochimaru ti maledisse e tu moristi, appena ventenne. Da allora sei destinata a rinascere, sempre con le stesse sembianze e con lo stesso nome, Sakura appunto, della te originale -
"E' stato un dettaglio pensato da Orochimaru per permettermi di ritrovarti ogni volta, per rendere il mio tormento completo" pensò tra sé.
- Tu vivrai e morirai, per poi rinascere subito dopo e morire di nuovo, in eterno, in un ciclo senza fine... Non conoscerai mai pace... Sei destinata a vivere al massimo fino all'età in cui la tua forma originale è morta: arriverai, nella migliore delle ipotesi, a vent'anni... Potrai morire prima, ma mai superare quella data... - si fermò in quell'attimo, prima che la voce lo tradisse e gli si incrinasse per il dolore.
- Stai scherzando, vero? P-perché mi stai facendo uno scherzo così crudele, eh?! Ti diverti forse a vedermi soffrire?! PERCHE'?! - il tono della giovane tradiva la sua disperazione.
- Dimmi - la interruppe - ti senti bene? Non hai avuto nessun problema di salute ultimamente? -
Sakura scosse la testa in gesto di negazione ma, all'improvviso, parve ricordare qualcosa che la fece sbiancare ancora di più.
- Gli attacchi di panico... - mormorò, sbigottita.
- Come? - 
- Da un po' di tempo a questa parte, soffro di attacchi di panico improvvisi: fatico a respirare e mi fa male il petto, sono anche svenuta... - 
L'Uchiha si raggelò visibilmente. Era come temeva. 
- E' così dunque... Ti stai avvicinano all'età in cui è morta la Sakura originale, e quindi il tuo corpo sta cedendo alla maledizione... Quelli potrebbero essere i sintomi della tua prossima morte... - parlava più a sé stesso ormai, completamente sopraffatto dalla realizzazione della sua maggiore paura, senza rendersi conto della crudeltà delle sue schiette parole.
- No, non può essere... - rivolse gli occhi alla giovane, che con occhi vitrei stava scuotendo vigorosamente la testa, in negazione psicologica - C-che gli avrei fatto?! Cosa avrei mai potuto fare a questo Orochimaru per meritarmi una tortura simile?! Tu lo sai, vero?! Sai tutto, saprai anche questo, no?! Sasuke, ti supplico, devi dirmelo! - 
Con un movimento rapido gli si avvicinò e gli strinse la giacca nel pugno destro, portandolo sopra il di lui petto. Il moro sussultò.
Era il momento della verità. Il momento in cui doveva rivelare tutte le sue colpe. L'ultima confessione. 
La più dolorosa
La scrutò in viso e lesse la sua totale, infinita disperazione.
Esitò.
No.
Non poteva dirglielo. Non ce la faceva. Non ancora.
- E' tutta colpa mia, Sakura... Mi dispiace... - si limitò a sussurrare, in un sospiro che rivelava troppo poco, che non diceva praticamente nulla, gli occhi di nuovo abbassati, di nuovo a creare distanza da quel dolore che percepiva in lei e che non poteva sopportare. 
- Che vuoi dire?! Sasuke, per favore! Ti scongiuro! Devo sapere! - prese a battere con i pugni sul suo petto, ma lui aveva di nuovo eretto un muro, una barriera, si era per l'ennesima volta reso irraggiungibile.
Capendo che ormai era tutto inutile, lei si staccò da lui e, con un tono freddo, glaciale, che il ragazzo sapeva di meritare, domandò: - Posso almeno sapere da quanto dura questa maledizione? Credo di avere il diritto di sapere, almeno questo. - 
No, lei aveva il diritto di sapere tutto, e Sasuke ne era cosciente. 
- Più di cinquecento anni  - fu appena un soffio.
Percepì il momento esatto in cui lei aveva cominciato a tremare convulsamente, per poi scappare via, laconica.
Aveva lasciato lo studio senza più rivolgergli la parola, senza più degnarlo di uno sguardo.
Ed il silenzio lo trafiggeva come tante piccole lame. 
Era finita.
Nel terrore che lei potesse detestarlo, aveva finito per farsi odiare davvero.
XXX 
 
"Corri."
Per andare dove?
"Tu corri."
Per scappare da cosa?!
"Non importatu corri."
Poteva sul serio scappare?!
"Corri!"
Sakura non sapeva davvero come fosse riuscita a raggiungere la sua stanza: la sua mente era diventata un'entità estranea che le intimava ossessivamente di correre, senza scopo e senza meta; probabilmente dovette ringraziare la memoria del suo corpo che l'aveva condotta istintivamente lì. Neppure si rese conto di aver aperto la porta e poi averla  sbattuta violentemente alle sue spalle. Le gambe non volevano, non riuscivano a stare ferme e si ritrovò a percorrere la camera da letto in lungo ed in largo come un animale feroce in gabbia. 
Troppe informazioni. Troppe. Informazioni. Illogiche. Impossibili. Incredibili. Aveva ricevuto troppe informazioni, ma al tempo stesso erano troppo poche...
Cosa provava in quel momento? Rabbia?! Sicuramente. Stupore?! Ovviamente. Ansia, dolore, terrore, angoscia?! Indubbiamente...
Ma, soprattutto, si sentiva soffocare. Non poteva, non voleva credere che quello che Sasuke le aveva detto fosse vero... L'esistenza di creature soprannaturali e della magia, come poteva davvero pensare che fosse vero?! Però l'Uchiha aveva ragione: non era possibile non credere ai propri occhi, e lei aveva visto in prima persona la ferita del ragazzo rimarginarsi, rapidamente e completamente, di fronte a lei... E se davvero esistevano quegli esseri, le "Creature che trascendono il Tempo", e Sasuke, Naruto, Shikamaru e Neji ne facevano parte, allora il moro aveva detto la verità; e se aveva detto la verità su quello allora...
No! Nonononono!!! Non era possibile! La storia della maledizione non era reale! Lei non era maledetta! Era una comune alunna, molto studiosa ed un po' riservata, ma era una semplice ragazza, che voleva studiare medicina all'università, diventare una brava e preparata dottoressa e salvare quante più persone riusciva...
Sakura si portò le mani ai capelli afferrando con forza due ciocche rosa mentre continuava con il suo spasmodico e folle andirivieni per la stanza.
Lei aveva un brillante futuro davanti a sé, dannazione! Aveva lavorato sodo per assicurarselo! Per cosa aveva lavorato così duramente?!  Ore sui libri, notti insonni per completare tutte le letture storiografiche assegnate, per scrivere i temi sulla Divina Commedia che la professoressa di letteratura italiana dava ogni settimana, e poi prepararsi per compiti, interrogazioni, per essere sempre al top, per allenare la mente, sapendo che, in futuro, avrebbe ringraziato l'opportunità di aver mantenuto buona la memoria... 
Sacrificare i rapporti sociali, certa che vi era tempo più avanti per crearsi amicizie, magari con i propri colleghi dottori, con cui avrebbe condiviso passioni ed aspirazioni...
Vedere l'orgoglio e la soddisfazione dei suoi genitori, consci degli sforzi compiuti e fieri della loro piccola Sakura, che nel frattempo in realtà sarebbe diventata un'adulta e che li avrebbe aiutati e sarebbe stata loro accanto nella vecchiaia, come loro avevano fatto con lei per tutta la sua giovane vita...  
"Sei destinata a vivere al massimo fino all'età in cui la tua forma originale è mortaarriverainella migliore delle ipotesia vent'anni... Potrai morire primama mai superare quella data..."
Le parole di Sasuke le rimbombarono in testa.
Così era da più di cinquecento anni.
Così sempre sarebbe stato.
- AAAAAAHHHH!!!!! - l'urlo di disperazione che lanciò le ferì la gola. Si lasciò cadere a terra, le mani portate al viso a coprire le lacrime che scendevano incontrollabili dagli occhi. Faticava a respirare, e non sapeva se fosse dovuto al pianto isterico o all'avvicinarsi dell'ennesimo attacco di panico.
Gli attacchi di panico. Dall'inizio li aveva attribuiti allo stress dell'ultimo anno e ora scopriva che invece quasi sicuramente erano il presagio della sua imminente dipartita...
Staccò le mani dal volto e le guardò con occhi spalancati dall'angoscia. Tremavano. Il suo fisico ed il suo spirito non potevano reggere tutte quelle scoperte...
Era sicura che Sasuke le avesse tenuto nascosto ancora molto: si era rifiutato di parlare, ricaduto nuovamente in quell'intollerabile mutismo... Cosa c'era di peggio di questo?! Perché, ad un certo punto, aveva smesso di rivelarle notizie che aveva il diritto di sapere, e che lui aveva il dovere di comunicarle... 
Sasuke si era scusato. Per quale motivo?! Aveva forse a che fare con il motivo per il quale era stata maledetta?! C'era forse un legame tra loro due che potesse giustificare tutto ciò?!
Le sue sensazioni inspiegabili. Quell'attrazione che provava nei confronti del moro, quello strano magnetismo nostalgico e dolente che provava da sempre, in sua presenza... Aveva forse tutto una spiegazione? Secondo la narrazione dell'Uchiha, lei aveva già vissuto un'infinità di volte e lui, Naruto, Shikamaru e Neji volevano proteggerla... Forse il moro doveva essere mosso dal senso di colpa: a quanto pareva, a causa sua una ragazza era stata condannata ad un ciclo eterno di morte e ritorno, senza mai godere però di una vita piena e felice, perennemente mietuta nel fiore della giovinezza... 
Senza accorgersene, come in trance, Sakura si sollevò da terra e si sedette sul letto. Le lacrime si erano asciugate sul viso, arrossato per lo sfogo, e lei era rimasta lì, immobile, a fissare il vuoto, svuotata pure lei, o forse troppo stanca, emotivamente e fisicamente, anche solo per pensare. Ogni tanto, il suo petto emetteva ancora qualche sussulto, a ricordo del pianto scatenato di poco prima, ma nonostante tutto l'attacco di panico non si era fatto sentire, quella volta.
Dopo qualche minuto, ancora in completa apatia, si stese sul letto ed osservò con occhi vacui il soffitto sopra di lei.
Tutto questo sembrava un incubo.
Ma non lo era.
Il vero incubo era che da questa situazione non poteva svegliarsi.
XXX
 
L'aveva fatto
L'aveva fatto davvero. 
Sasuke aveva rivelato a Sakura la sua natura di immortale e la maledizione che pendeva da secoli sul capo della giovane, crudele condanna per un crimine inesistente. Perché lei non aveva commesso nessun reato, l'unica cosa che aveva fatto era stata dare amore ad un peccatore come lui, ma perché doveva essere costretta a soffrire in eterno per questo?! 
No, questa pena era indirizzata principalmente a lui. Perché solo lui poteva sapere cosa volesse dire passare anni alla disperata ricerca della parte migliore della sua anima, vagabondare per i quattro angoli del mondo, senza sosta, per poi trovarla, e condividere con lei sempre poco, troppo poco tempo... Doverla riconquistare ogni volta, dover risvegliare i ricordi di quei soffi di vita passati assieme, essere costretto ad assistere al suo dolore ogni volta che veniva a conoscenza del suo perverso destino...
Ma non poteva abbandonare la ricerca, questo mai! Perché la maledizione avrebbe comunque fatto il suo corso e lui non poteva abbandonarla, da sola, ignara, senza sapere che, nel mondo, c'era qualcuno che l'amava infinitamente, che lei era riuscita, con il suo semplice esistere, a toccare il cuore freddo di un individuo meschino  e a rianimarlo. Lui viveva di quei pochi anni, alle volte solo mesi o giorni, in cui la incontrava di nuovo; lui viveva della speranza di poter sconfiggere un giorno Orochimaru e spezzare così la maledizione.
Lui viveva per ricambiare con il suo amore quello che si celava nella parte più intima dello spirito della giovane, quella fiamma che poteva essere nascosta, ma mai spenta, mai domata. 
Una Creatura che trascende il Tempo destinata ad inseguire un essere perennemente mortale, una felicità effimera costantemente accompagnata dal ricordo pendente della Morte, la gioia di avere accanto a sé la persona amata unita allo straziante dolore di doverla perdere continuamente, per poi ripartire in viaggio, senza mai pace...
Sasuke era rimasto al centro dello studio, incapace di muoversi. Voleva vedere Sakura, assicurarsi che stesse bene. La notizia di quelli che la ragazza aveva classificato come "attacchi di panico" l'aveva ulteriormente preoccupato, in quanto potevano essere, come le aveva spiegato, sintomi di una sua incombente morte. Tuttavia sapeva bene che, dopo quello che era appena accaduto, Sakura probabilmente non voleva averlo accanto a sé: in questo momento lui rappresentava il messaggero di notizie terribili ed infauste; la sua presenza avrebbe ulteriormente acutizzato il tormento della giovane.
Il moro si passò una mano tra i capelli, frustrato. 
Aveva sbagliato. Il suo approccio era stato dettato dall'istinto, le sue azioni erano mosse dall'esasperazione che aveva sopportato stoicamente nei giorni passati. Sapeva che era ingiusto negare alla ragazza il contatto con Naruto, l'amico di sempre, ed una parte di lui aveva anche gioito nel vederla aprirsi e rilassarsi. Ma doversene stare in disparte, per poi sentirla usare per un altro il suffisso che aveva sempre e solo riservato a lui, aveva creato una bolla di rabbia inespressa che era finita con l'esplodere. 
Avrebbe dovuto agire con delicatezza, cercando di essere il più sensibile possibile, come aveva cercato di fare tutte le altre volte, a tutte le altre rinascite. Le notizie erano insopportabili già per loro natura, rivelate poi in quel modo...
Aveva cercato di correggere il corso della discussione, ma ormai era troppo tardi.
Non era neppure riuscito a rivelarle tutta la verità. Sakura l'aveva intuito e glielo aveva fatto giustamente notare, però Sasuke era già troppo provato e non era riuscito a rivelarle la storia che avrebbe mostrato tutte le sue colpe. Si era sentito un vigliacco, in grado solo di sussurrare delle misere ed inutili scuse, e lei era scappata via, palesemente e giustificatamente sconvolta e ferita. Ma la verità era che non poteva dirglielo. Non ancora. Perché in fondo, rimaneva un egoista. Sakura per ora non lo conosceva e già diffidava di lui: se avesse saputo tutta la verità, tutto ciò che era accaduto, quello che in passato aveva stupidamente fatto, lei lo avrebbe odiato. Sakura lo avrebbe odiato e lui questo non poteva sopportarlo. Sapeva di non meritare il suo amore, di non averlo probabilmente mai meritato, ma Sasuke ne aveva bisogno, come le piante hanno bisogno della luce del Sole, per vivere. Lei era la sua luce ed anche se era destinato a perderla continuamente e a passare anni alla sua ricerca, sapere di poterla ritrovare e di poter godere di nuovo del suo amore era l'unico conforto che aveva, e non poteva rinunciare a questo. E lui...
- Le hai rivelato tutto, non è vero? - la voce di Naruto lo aveva richiamato al presente. Stava là, sulla soglia dello studio, senza mostrare alcun segno di voler entrare, una maschera di preoccupazione e tormento sul volto.
- Sì - fu la sua laconica risposta; non aveva voglia di parlare in quel momento.
- Non l'ha presa bene, eh? L'ho sentita urlare il mio nome, prima - il biondo gli aveva guardato il braccio sinistro - Hai usato un modo un po' brutale per dirle cosa siamo, non ti pare?! Sempre il solito, drammatico, testone... - aveva scosso la testa, rassegnato - Come sta lei, ora? L'ho vista correre via disperata... Forse è andata in camera sua, vado a vedere come va... -
- Non le ho detto tutto - confessò a bruciapelo il moro. Si vergognava molto di quella sua debolezza, ma non poteva tenerlo nascosto a Naruto. 
- Come prego?! - l'Uzumaki pareva incredulo.
- Sa solo che siamo Creature che trascendono il Tempo e che lei è stata maledetta da Orochimaru, ma non le ho detto il perché... - 
- Sasuke... - quando Naruto lo chiamava per nome, l'Uchiha sapeva che stava parlando seriamente.
- Come potevo, eh?! Non hai visto come mi ha trattato in questi giorni?! Già mi evitava così, se le avessi rivelato tutto, se le avessi confessato che era maledetta per colpa mia, come credi che avrebbe reagito, eh?! Non posso, non voglio vedere l'odio nel suo sguardo... - aveva abbassato il capo: era un tipo ermetico ed esternare i suoi sentimenti e le sue debolezze era un'impresa difficile.
- Teme - la voce del biondo si era fatta calma, quasi rassicurante - lo so che questa volta Sakura-chan sembra più restia nel cercare un contatto con te... Il modo in cui l'abbiamo incontrata e tutti i segreti che le abbiamo tenuto nascosti l'hanno resa un po' distante... Ma lei merita di sapere tutta la verità, è un suo diritto, capisci?! - 
- Lo so, maledizione! Lo so! - la frustrazione ed il tormento nella sua voce stupirono anche lui.
Un rumore di passi li distolse dai loro discorsi, e dopo qualche secondo Shikamaru e Neji comparvero alla porta dello studio, accanto a Naruto.
Entrambi osservarono l'Uchiha con un cipiglio imperturbabile, ma fu solo Shikamaru a parlare: - Quindi, devo dedurre dal tuo aspetto sanguinolento che Sakura sa tutto, ora? Finalmente, direi - 
- Vi spiegherò più tardi, ora ditemi perché siete venuti qui - tagliò corto lui. Non aveva più la forza né la pazienza per affrontare quell'argomento, non in quel frangente, almeno.
- Ino mi ha contattato pochi minuti fa, dice che lei, Sai e le ragazze stanno arrivando - rispose il Nara, avendo probabilmente capito che non era il caso di insistere - Ho comunicato loro il nostro piano di rimanere in sordina finché non riusciremo a scovare il nascondiglio di Orochimaru ed anche loro si sono mostrati d'accordo - 
- A questo punto - si intromise Neji, serio e pensieroso come sempre - la mia presenza qui non è necessaria. Ho intenzione di andare da Tenten. Avremo bisogno di armi e munizioni nuove in caso di attacco di Orochimaru, non dobbiamo farci cogliere alla sprovvista. Tornerò il prima possibile - 
Sasuke si limitò ad annuire con il capo. Il padre di Tenten era l'armaiolo più famoso tra le Creature che trascendono il Tempo, e da secoli lui e la figlia intrattenevano rapporti commerciali con i clan più importanti del loro mondo. Sebbene il loro sistema fosse basato sull'idea fondamentale del pacifismo, i clan più importanti si erano sempre impegnati ed avevano forgiato i loro membri per difendere tutta la comunità da eventuali attacchi esterni e, dopo il tragico destino della famiglia Uchiha, gli Hyuga rimanevano il più forte baluardo. Tenten e Neji si conoscevano da moltissimo tempo e Sasuke sapeva che lo Hyuga desiderava andare personalmente a rifornirsi di nuove, ulteriori armi non solo per "dovere di Stato".
L'Uchiha si avvicinò alla porta, che varcò subito dopo che i tre gli ebbero lasciato lo spazio per passare: - Bene, ottima idea - concluse, dirigendosi a passo svelto e deciso nella sua stanza. Era ricoperto del suo stesso sangue, mentalmente ed emozionalmente esausto e voleva essere lasciato solo, per ora. Gli altri avevano capito il suo desiderio, poiché non lo avevano seguito.
Una volta raggiunta la camera, si spogliò in fretta e prese, con altrettanta rapidità, alcuni vestiti puliti dal suo armadio, per poi dirigersi dritto dritto nel bagno adiacente. Necessitava di una doccia per lavar via le prove di quella giornata allucinante, poi forse si sarebbe concesso un bagno ristoratore...
La mente andò automaticamente a Sakura: nemmeno un "bagno ristoratore" avrebbe potuto aiutarla, darle sollievo, e si sentì dannatamente in colpa per l'ennesima volta, quel giorno.
Sbatté con forza i vestiti sul pavimento di breccia oniciata del bagno per la frustrazione. Sapeva di non poter cedere al ricatto di quel maledetto di Orochimaru, ne andava del destino del mondo, sia del loro sia di quello degli esseri umani. Per questo doveva assolutamente trovare un modo alternativo per spezzare il maleficio, ma finora, purtroppo, non era riuscito a raggiungere alcun risultato. E a pagare le conseguenze della sua inettitudine era lei, Sakura.
Sakura...
In quello che rimaneva del suo cuore, Sasuke sperò che l'arrivo delle ragazze che, nelle vite passate, erano state amiche della giovane, avrebbe potuto arrecarle un po' di conforto.
"Perché io non le so dare altro che dolore... InoHinata, la affido a voi" pensò amaramente, con l'acqua della doccia che purificava il suo corpo, ma non i suoi pensieri.



Nda2: Capitolo un po' angosciante, lo so, ma non temete, non saranno tutti così e già il prossimo sarà più sopportabile, fidatevi ;)
Probabilmente la rivelazione della natura di Sasuke, Naruto, Shikamaru e Neji avrà deluso molti: il punto è che avevo bisogno di una creatura sovrannaturale con caratteristiche precise, e così invece di prenderne una già "esistente" (ci siamo capiti) per poi snaturarla,  ho preferito inventarne una io... semplice, no?! XP Mi scuso comunque con tutti coloro a cui questa idea non è piaciuta...
Per quanto riguarda la scelta del nome di queste creature immortali, confesso che mi piaceva il modo in cui i Plant venivano definiti nell'anime di Trigun (un'opera di Yasuhiro Nightow), come "esseri che vivono al di fuori del tempo", ed ho voluto adottare un'espressione simile... In passato leggevo Inuyasha di Rumiko Takahashi e, anche se ho smesso ad un certo punto, una mia amica ne era rimasta una grande fan. Forse è stata lei quindi a parlarmi del film "Inuyasha the Movie - Un sentimento che trascende il tempo" quindi, anche se non l'ho visto e non l'ho usato come ispirazione per il nome, probabilmente mi è rimasto nell'inconscio... Ho visto la somiglianza con il nome delle creature che ho inventato solo quando ho cercato su Internet che non esistessero già, nel mondo della finzione, essere denominati in quel modo... Perciò, anche se non è stato parte del "processo creativo", non consciamente almeno, ho deciso comunque, per motivi di trasparenza, di dirvelo ;)
Mi rendo conto che Sakura può sembrare debole, ma ho cercato di essere il più realista possibile con la sua reazione: se mi dicessero, dopo aver vissuto una vita negandomi il presente nella speranza di un futuro radioso, che vivrò al massimo ancora per due anni, beh, credo che la mia prima reazione sarebbe un pianto disperato, come minimo... Sakura cambierà e si rafforzerà molto, questa storia è simile ai romanzi di formazione, quindi non temete, saprà presto riprendersi dallo sconforto ;)
Quanto a Sasuke, so che è OOC, ma ricordate che in questa storia si possono leggere i suoi pensieri, mentre nel manga rimangono invece pressoché un mistero: quando nella mia fanfiction è Sakura il narratore, viene spesso presentato come distante e misterioso, più simile all'originale... Questo Sasuke è il prodotto della storia che ha vissuto e che vi mostrerò (e poi ricordate quello che si dice nel manga sugli Uchiha e sulla loro capacità di amare? ;D)
Concludo la super-chilometrica nota ringraziando tutti coloro che continuano instancabili a leggere questi miei capitoli e mando un caloroso abbraccio a voi che mi recensite, che avete aggiunto la mia storia tra le preferite, le ricordate e da seguire, e chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti!
Grazie mille! Siete straordinari!
sasusakusara7 
   
 
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