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Autore: bambolinarossa98    03/09/2015    2 recensioni
{Lo guardo negli occhi, quei profondi occhi grigi che mi ipnotizzano.
Mi sono sempre chiesta cosa nascondessero: serenità, tristezza, paura, rabbia, soddisfazione?
No, niente di tutto ciò. Near è sempre stato un tipo freddo e distante... ma era pur sempre un essere umano.
"Non lo so" sussurro "Forse avevo paura" ammetto mentre la sua espressione non muta. Resta sempre impassibile e questo in un certo senso mi fa stare tranquilla, con Mello non sarei mai riuscita ad aprirmi così tanto, con i suoi modi di fare troppo bruschi persino la mia maschera di freddezza sarebbe andata a farsi benedire e, probabilmente, nel ricordare alcuni aspetti della mia vita, sarei anche potuta scoppiare a piangere.
In fondo, anche io sono un essere umano.}
|
Una ragazza con un passato ddifficile si ritrova ad affrontare un presente ancor più complicato sperando, forse, in un futuro radioso...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ce l'ho fatta! Sono riuscito a toccare il Quaderno!" le parole di Gevanni dette così all'improvviso mi risvegliano, riesco a vedere il suo volto attraverso lo schermo "Ma fino ad ora non ho visto nessuno Shinigami" esclama.
È il 31 di dicembre, Halle e Lester hanno già scortato Misa e Mogi nella stanza a loro fissata e stavamo aspettando che Gevanni ci desse notizie poiché Near gli aveva ordinato di intrufolarsi nella palestra dov'era iscritto Mikami e tentare di mettere le mani sul Quaderno della Morte.
Sono le 22 passate e sto crollando dal sonno, tuttavia tiro avanti a tazze di caffè grosse quanto secchi... non mi stupirei se avessi un overdose di caffeina.
"Comandante Lester, mi metta in contatto con Mogi" ordina Near, la comunicazione si apre mostrando i due ancora seduti sul divano "Signor Mogi, stando alle regole del Quaderno per quanto è possibile manovrare le azioni della vittima prima che muoia?"
"In base ai dati raccolti dalla Yotsuba il tempo stimato è ventitré giorni" risponde lui.
"Ne è sicuro?"
"Si, lo provano gli stessi dati degli omicidi compiuti dalla Yotsuba"
"La ringrazio" conclude Near chiudendo la comunicazione.
"A questo punto dobbiamo anche valutare la possibilità che Gevanni sia già stato manipolato in modo da fargli dire che non c'è nessuno Shinigami" riflette lui "Affronteremo L fra ventiquattro giorni se Gevanni sarà ancora vivo"
"Vuoi incontrarlo?" domando.
"Si, non c'è altra soluzione. Gevanni, voglio che giovedì prossimo rientri di nuovo nella palestra e fotografi ogni pagina del Quaderno, copertina compresa" ordina "Oltretutto mi serve sapere che tipo di penna usa per giustiziare i criminali: marca, mina e inchiostro"
"Certamente" risponde lui perplesso prima chiude.
"Fotografarlo?" domanda Lester.
"Si, voglio vedere cosa c'è scritto realmente" spiega Near "Se Mikami segue delle regole per scrivere i nomi o delle abitudini voglio vedere che razza di Quaderno è, ed esaminare con i miei occhi ogni minimo dettaglio"
"E a cosa può servirti sapere la marca della penna che usa?" chiedo.
"Quello non servirà a me ma a te, se non ricordo male falsificavi bene la firma di Roger quando tu, Mello e Matt comprovate le cose tramite internet"
"E tu come lo sai?!" domando stupita.
"Beh, dopotutto sono il successore di L... cosa ti aspettavi?"
"Non sai cos'é la modestia, eh, Near?" chiedo sarcastica.
"Voglio che sul falso Quaderno che hai fatto ricopi tutto ciò che vi è scritto su quello vero, con la massima attenzione e la stessa calligrafia di Mikami.
Abile come sei con la penna non dovresti avere problemi, no?"
"No, ovvio" rispondo.
"Bene, prima dell'incontro con L dovremmo sostituire il vero Quaderno col falso.
Cominceremo quando Gevanni ci fornirà le informazioni che ci servono"


§


Gevanni ci ha fornito le fotografie delle pagine del quaderno più una copia della penna, così mi sono messa al lavoro e ho ricopiato ogni singola lettera.
Mikami ha una calligrafia minuscola e stretta, non è stato facile... ci ho messo una notte intera e, stavolta, insieme al caffè ho aggiunto anche un catino di acqua gelida.
Al mattino era pronto e perfettamente identico all'originale.
Lo portai a Near che lo esaminò a fondo: "Molto bene, Jole, davvero un ottimo lavoro" sentenziò "Gevanni sostituirà le pagine del Quaderno di Mikami con alcune normali..."
"Aspetta un momento" lo blocco io "Non avevi detto che avresti sostituito tutto il vero Quaderno?"
"Appunto, quello che Gevanni modificherà sarà il falso"
"Cosa?" chiedo, non riuscendo a capire.
"Il Quaderno nelle mani di Mikami è falso, quello vero è da tutt'altra parte" dice "Gevanni sostituirà alcune pagine del falso Quaderno per far credere a Kira che noi crediamo che sia quello vero; appena Gevanni scoprirà dov'è il vero Quaderno lo sostituirà con quello che hai fatto" spiega.
"E come farai a scoprire dov'è?" chiedo.
"Dovremmo spingere Mikami a scrivere sul vero Quaderno in qualche modo. Il problema è... come?" Near sposta lo sguardo sui suoi nuovi pupazzetti, fatti apposta da lui, che ritraggono Mikami, Takada e Kira.
Ce ne sono anche due che somigliano a me e Mello.
"Io non sono così brutta" noto prendendo tra le mani il pupazzetto cespuglioso.
"Non è colpa mia se hai quei capelli" mi risponde con fare naturale.
Maledetto nanetto...
"Near, ho controllato il Quaderno di Mikami" Gevanni avvia la comunicazione interrompendo i miei pensieri di vendetta contro il ragazzo ossigenato "In questi tre giorni, passata la mezzanotte, Mikami ha continuato a scrivere una pagina al giorno e le vittime corrispondono e, inoltre, anche le sue abitudini non sono per niente cambiate" informa.
"Benissimo. A questo punto possiamo inziare" asserisce Near "Mettetemi in contatto con L" ordina.
Lester avvia la comunicazione mentre io resto in ginocchio accanto a Near.
"L?"
"Si, dimmi tutto Near" risponde lui.
"Vorrei incontarti" asserisce Near
"Perché?"
"C'è una cosa che devo assolutamente mostrarti riguardo al caso Kira" spiega togliendomi la mini-Jole di mano e posandola tra il pupazzetto di Mello e quello che doveva rappresentare Near stesso.
"Ma tu sospetti che io sia Kira quindi dubito che tu voglia mostrare il tuo volto" commenta lui.
"In realtà si tratta di qualcosa che posso mostrarti solo uscendo allo scoperto e una volta che l'avrò fatto... tutto sarà risolto"
"D'accordo Near, non ci sono problemi anche perché vorrei chiarire l'equivoco il prima possibile" accetta L.
"Avrei delle condizioni da porre per il nostro incontro" aggiunge Near tirando fuor altri pupazzi che ritraevano Lester, Gevanni e Halle.
"Certo, dì pure"
"Tanto per cominciare dovranno essere presenti tutti gli agenti di entrambe le squadre" illustra posizionando i mini-agenti dell'SPK da un lato "In pratica quando ci incontreremo riuniremo tutti coloro che danno la caccia a Kira"
"D'accordo, mi sta bene" risponde L.
"Come ho detto in precedenza, noi dell'SPK siamo in quattro, me compreso. Chiederò in oltre al signor Mogi, attualmente sotto la mia custodia, di accompagnarci" aggiunse affiancando anche il mini-Mogi "Misa Amane verrà liberata poco prima dell'incontro senza che le venga rivelato dove siamo diretti. Ci incontreremo dopo che avrete verificato la liberazione di Misa" conclude "Allora che ve ne pare?"
"D'accordo Near, la mia squadra è composta da cinque elementi compreso me" informa L "Anzi, diciamo che me compreso siamo rimasti in quattro dal momento che Mogi è lì con te"
"Molto bene" asserisce Near "E ora passiamo al luogo dell'incontro. All'estremità sud-orientale del molo di Daikoku c'è un deposito abbandonato conosciuto come Yellow Box. Mi sono già preso la libertà di acquistarlo; se vi va bene ci vediamo lì" seguono alcuni secondi di silenzio poi riprese "Ancora una cosa, vorrei che portaste il Quaderno custodito presso il Quartier Generale"
"Perché vuoi il Quaderno?" chiede L.
"Per un semplice motivo: una volta che avrete lasciato il Quartier Generale non ci sarà più nessuno a sorvegliare il Quaderno.
Vi prometto che non cercherò di impadronirmene ed eviterò persino di toccarlo" assicura "Mi basta che il signor Aizawa mi confermi che sia quello custodito al Quartier Generale e io mi fiderò. E soprattutto fate in modo che non sia L a portarlo visto che io penso che lui sia Kira" conclude.
"Faremo come vuoi tu ma voglio essere io a decidere chi se ne occuperà" asserisce L "Sei d'accordo Near?"
"Va bene. E adesso il giorno e l'ora. Il ventotto, alle 13. Che ne dite?"
"Va bene. Tanto a noi va bene qualunque ora" acconsente L.
"Perfetto, ci vediamo il ventotto alle 13" conclude Near chiudendo la chiamata.


§


Esco dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano intorno alla vita, mi avvicino al lavandino e guardo allo specchio il mio 'cespuglio' di capelli color pesca.
Vi passo una mano sovrappensiero, poi apro l'armadietto e tiro fuori la piastra. Non mi sono mai fatta i capelli lisci e la curiosità di sapere come ci starei mi preme la coscenza, ho appena infilato la presa che il telefono squilla.
Near...
"Hai qualche tipo di potere paranormale?" chiedo irritata portandomi l'apparecchio all'orecchio "O semplicemente hai messo delle telecamere nella mi stanza?"
"Perché me lo chiedi?" domanda lui.
"Perché non è possibile che mi chiami ogni volta che sono sotto la doccia" spiego guardando in giro per il bagno per vedere se ci sono davvero delle telecamere.
"Saranno semplici coincidenze" risponde lui "O semplicemente ogni volta che ti fai la doccia succede qualcosa. A questo punto la colpa è tua non mia"
"Mi prendi in giro?" domando.
"Ad ogni modo scendi il prima possibile, ci sono novità che non ti piaceranno" conclude chiudendo. Sospiro e torno a guardare la piastra: Near e le sue novità possono anche aspettare cinque minuti in più.

Passeggio davanti la porta incerta, non voglio entrare.
Ok, sono io che ho voluto farmi i capelli lisci, è vero, però... non mi va di essere vista dal nanetto così!
Però ha detto che ci sono novità importanti... ah, no, che non mi piaceranno.
Devo andare per forza? A quanto pare si.
Apro la porta con circospezione e guardo all'interno: ci sono solo Lester e Near. Entro e me la chiudo alle spalle.
"La prossima volta ti mando una raccomandata, magari fai prima" mi canzona il ragazzo ossigenato voltandosi ma si blocca e mi fissa a lungo e in silenzio... quello sguardo addosso mi fa sentire a disagio.
"Dì solo una parola e te li faccio ingoiare quei pupazzi" sibilo ma lui inclina la testa di lato e continua a fissarmi con attenzione.
"Sei molto carina così" dice infine facendomi arrossire "ma il pupazzetto non lo cambio" continua tornando a sistemarli.
Nano malefico!
"Allora quali sono queste novità?" domando.
"Mello è qui in Giappone" dice con tranquillità.
"E tu come lo sai?" domando.
"Ha rapito Takada"
Poche parole e mi paralizzo lì dove sono.
Non è possibile
"Come fai a sapere che è stato lui?" domando.
"Lo ha confermato Ridner, n questo momento stanno inseguendo la macchina che ha attentato alla NHN, probabilmente c'è Matt alla guida" mi informa indicando i monitor dove si vede dall'alto una macchina rossa: la Chevrolet Camaro di Matt...
Mi fiondo alla sedia e infilo le cuffie mettendo l'audio al massimo. Non ascolto nemmeno ciò che blatera la conduttrice sull'attentato sono solo impegnata a seguire gli spostamenti della macchina.
Idioti, vi farete ammazzare!
Stringo con forza le cuffie alla testa e non mi accorgo che Halle e Gevanni sono entrati nella stanza. Ma dopotutto, chi se ne frega!
L'elicottero che filma il tutto sposta la telecamera all'imbocco della strada dove le macchine della scorta di Takada sono ferme, vedo la Camaro fermarsi con una giravolta davanti a loro e venire bloccato alle spalle da quelle che lo inseguivano.
Le luci illuminano Matt quando scende dall'auto, la mani alzate... gli puntano tutti le pistole contro.
Passa un tempo interminabile nel quale sento solo il battito del mio cuore che sembra pompare sangue come se fossero i suoi ultimi secondi di vita poi... i rumori non si sentono ma vedo il corpo di Matt compresso dalle pallottole che lo trafiggono, resta in piedi per un secondo poi cade all'indietro.
Il mio cuore cessa di battere immediatamente e mi sento mancare... no, Matt non può essere morto!
Uno sprazzo di lucidità (o forse folle speranza?) e scatto in piedi strappandomi le cuffie.
"Near..." ma non mi fa finire la frase.
"Va!" risponde senza guardarmi. Attendo solo una frazione di secondo poi mi fiondo fuori dalla stanza, catapultandomi giù per le scale e verso il garage. Lì, nel box tredici, c'é la moto che Near mi ha messo a disposizione. L'accendo, non curandomi del fatto che non la so guidare, e parto.
Il mio unico pensiero è per Matt, il mio migliore amico, mio fratello, la mia famiglia... lui non può essere morto, dannazione!
Sento le lacrime inondarmi gli occhi e rendere sfocata la strada, li sbatto un paio di volte e accelero. Non devo essere lontana, oramai sono vicina... resisti Matt.
Finalmente vedo la strada illuminata, la Chevrolet Camaro rossa ferma lì in mezzo circondata dalle auto nere di Takada.
Freno oltre la cortina d'auto e guardo verso la macchina: Matt è poggiato lì, il sangue gli macchia i vestiti e la sigaretta è abbandonata accanto a lui.
Un altra auto si ferma alle mie spalle, senza che me ne accorgessi Halle e Gevanni mi hanno seguita.
"Sono il capo della scorta di Takada, il mio nome è Halle Ridner, da qui me ne occupo io, voi trovate il rapitore" ordina. Lentamente mi tolgo il casco e scendo dal veicolo avvicinandomi a Matt incurante di avere gli occhi di tutti puntati addosso.
"È della scientifica, verifica se il soggetto è morto... lo porteremo all'obitorio... la sua identità potrebbe rivelarci chi è il rapitore" quasi non ascolto le spiegazioni di Halle per coprirmi, ho solo la vaga percezione che le macchine di Takada se ne stanno andando una dopo l'altra e che l'elicottero vola via.
Mi inginocchio davanti a lui e lo osservo: Matt non può essere morto, non può essersene andato così.
Fra meno di cinque giorni avrebbe compiuto vent'anni... era troppo giovane, dannazione!
Alzo una mano e con le dita gli sfioro i capelli castani, rossi dove il sangue lo ha sporcato, gli sfioro la frangia e avverto un rantolo.
Il mio cuore salta l'ennesimo battito.
La testa di Matt si muove, apre gli occhi.
"Mi dispiace, dolcezza" mormora con voce flebile "ho forato"
"Matt..." sussurro mentre gli occhi si riempiono nuovamente di lacrime. Qualcuno mi afferra le spalle.
"Joseth, stai calma" mi ammonisce Gevanni.
"È vivo..." sussurro "È vivo" anche Halle ci raggiunge e guarda la scena. Si piega e poggia la mano sul collo di Matt: "La pulsazione c'è" nota "Ma è debole"
Lei e Gevanni si scambiano un occhiata: "Sono gli ordini" dice infine lui. Halle annuisce e prende il telefono.
"Karui... Karuizawa"
Tutti e tre ci voltiamo verso Matt.
"Mello è andato a Karuizawa, è lì che ha portato Takada..." sussurra debolmente.
Guardo Matt poi Halle e Gevanni.
"Vai, di lui ci occupiamo noi" dice quest'ultimo. Mi alzo in piedi e salgo sulla moto, do un'altra occhiata a Matt prima di accendere il motore e partire.

Karuizawa non era certo vicino anzi, mi ci volle mezz'ora per arrivarci. Attraversai l'autostrada e presi la strada per la vecchia chiesa... non poteva che essere lì.
Arrivata davanti l'ingresso trovai un camion parcheggiato: Takada non poteva che essere lì dentro. Mi gettai dalla moto e corsi verso il camion, aprii il portello con uno scatto. Ebbi giusto il tempo di vedere Takada poggiata contro di esso, piegata su sé stessa, che l'afferrai e la gettai a terra, tenendola saldamente giù con le gambe mentre un foglietto cadeva a terra insieme a un pezzo di carboncino.
Cazzo, sono arrivata tardi!
La paura mi attanaglia lo stomaco e mi chiude la gola mentre afferro il foglietto e vi poso l'occhio. Le gambe quasi mi cedono e mi viene il capogiro nel leggere il nome: Miheal Keeh.
Una lettera. Una fottuta lettera e sarebbe morto! Se avessi esitato un secondo di più... mi sento male. Lo sportello del camion sbatte, dei passi si avvicinano, il grilletto di una pistola scatta poi...
"Jole?" la voce di Mello "Cosa ci fai qui?"
Mi volto verso di lui, accartoccio il pezzo di carta e glielo lancio addosso: "Ti salvo il culo, stronzo!" ringhio inferocita. Lui lo apre perplesso, legge il nome e sbianca spalancano gli occhi.
Guardo Takada ai miei piedi poi la tiro su per un braccio mentre con l'altro si tiene la coperta stretta a sé, la faccio risalire sul camion dove lei si rannicchia in un angolo.
"Non è possibile, gli ho fatto togliere tutti i vestiti proprio per evitare che avesse un foglio del Quaderno con sé" sussurra Mello, ne approfitto per togliergli la pistola di mano e la punto contro Takada "Ma che cavolo fai?" protesta lui ma io alzo la mano per farlo tacere.
"Prendi il telefono" ordino secca. Lui mi guarda poi fa il giro del camion, risale e prende la cornetta posta accanto al volante "Portalo qui"
"E come? La cornetta è attaccata al cruscotto" risponde. Lo trafiggo con lo sguardo e lui sbuffa "D'accordo, ho capito" da una gomitata al vetro che va in frantumi e ci fa passa la cornetta attraverso.
"Prendila" ordino a Takada "Muoviti" aggiungo puntandole la pistola contro, lei si alza tremante e l'afferra.
"Chiama Light Yagami"
Lei mi guarda confusa.
"Cosa?" sbotta Mello incredulo salendo sul camion accanto a me.
Takada deglutisce: "Cosa devo dirgli?" domanda debolmente.
"Che hai ucciso il tuo rapitore" illustro con calma raggelante "E che deve venire a salvarti"
"E se mi chiede dove sono?"
"Lo sai?" domando ma lei scuote la testa.
"Ho solo visto un cartello che diceva Nagano sull'autostrada" risponde.
"Va bene. Diglielo" acconsento "Adesso chiamalo e se dici solo una parola di troppo..." non ho bisogno di dire altro capisce al volo. Annuisce e compone il numero.
Vi state chiedendo cosa ho in mente? Beh, non ne sono sicura con la massima certezza ma spero possa servire. Ovviamente non la ucciderò davvero, non sono un assassina e questo Mello lo sa, ecco perché se ne sta in silenzio a seguire la scena... ma lei no. E questo va a mio favore.
Si porta la cornetta all'orecchio e attende.
"Yagami, sono io" risponde "Yagami, aiutami" silenzio "Va bene" risponde poi. Gli faccio un cenno e lei alza il volume della cornetta di modo che possiamo seguire lo scambio di battute.
"Per prima cosa: riesci a capire dove ti trovi?" si sente chiedere a voce di Light.
"Non lo so, mi hanno chiusa a chiave in un camion" risponde "Una volta presa l'autostrada sono riuscita a vedere solo un cartello che indicava Nagano. Adesso siamo parcheggiati di fronte ad un edificio"
"Takada, ricordi che in passato abbiamo parlato del fatto che, in quanto portavoce di Kira, qualcuno avrebbe potuto attentare alla tua vita?"
"Si, ricordo"
"E avevamo anche parlato di cosa fare nell'eventualità che si verificasse una situazione del genere?" continua Yagami.
Ci siamo
"Si, ho fatto come mi avevi detto. Ci sono riuscita" risponde "Anche se mi hanno costretta a spogliarmi non ho opposto resistenza, ho preferito salvaguardare la mia vita, come mi avevi detto tu" continua, ora però sembra sul procinto di una crisi di pianto "Yagami... Yagami, ho fatto tutto quello che mi avevi detto adesso, ti prego, vieni a salvarmi"
"Takada, adesso ricordi che cos'altro devi fare, vero?" la interrompe Light con calma. Vedo le pupille di Takada dilatarsi.
"Si, però tu..." tenta.
"Dimmi che ce la farai" risponde semplicemente. Stavolta Takada sta piangendo: che cosa vuole che faccia?
"Si" risponde lei e la linea cade.
"Cosa vuole che tu faccia?" domando.
"Vuole che... che mi porti avanti con le... esecuzioni" balbetta, forse è talmente scioccata da non sapere che così ci ha praticamente detto che lui è Kira "Ma per farlo devo chiamare... T" continua.
T. Teru Mikami.
"Allora fallo, e sbrigati" rispondo. Lei annuisce e compone il numero con mani tremanti, si asciuga gli occhi e calma il respiro prima di portarsi la cornetta all'orecchio.
"Sono io" risponde "Mandami sul telefono quanti più nomi possibili da giustiziare"
"Va bene. Si... Si, ho capito" risponde la voce poi stacca.
"Adesso ridammelo" allungo l'altra mano e lei vi poggia il ricevitore.
"E ora?" chiede.
"Resti qui e aspetti che vengano a salvarti" rispondo tirando la cornetta, quella si stacca con uno schiocco e io scendo con un salto gettandola a terra.
"Aspetta, te ne vuoi andare così?" mi chiede Mello.
"Si" rispondo "Hai forse qualche problema?" domando "Resta qui se proprio non ti sta bene" gli lancio la pistola e salgo sulla moto. Lui resta fermo per un attimo poi scende dal camion e chiude i portelli.
Infilo il casco e metto in moto: "Sali" ordino. Lui mette a posto la pistola e si siede dietro di me, circondandomi la vita con le braccia.
"Che cosa hai ottenuto?" mi chiede mentre parto "Quando verranno gli dirà comunque che sono vivo"
"Se lei sarà ancora viva" rispondo. Non replica e io mi allontano dalla chiesa prendendo la strada per il ponte dell'autostrada 12; passano una ventina di minuti prima che una densa cortina di fumo impregni il cielo terso. Mi fermo e tolgo il casco mentre in basso, non troppo lontano, vediamo la chiesa bruciare.
"Lei non parlerà e il tuo corpo senza vita è stato bruciato. Cosa vuoi di più?" gli chiedo. Lo vedo assorto nei propri pensieri poi mi guarda ma resta in silenzio. Così parto, diretta all'SPK.
   
 
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