Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: Applepagly    03/09/2015    2 recensioni
Sei vittima di un brutto scherzo, la pedina di un gioco più grande di te; inarrestabile e i tuoi demoni incontenibili, come i tuoi denti che si digrignano e trovano la forza per piegarsi in un sorriso di sangue.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Nuovo personaggio, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Numero 091
 
 
 Dovresti smetterla di assillarmi. Lo trovo anche piuttosto seccante, sai?
 
Quella ridacchiò, mentre lo diceva; eppure, era palesemente seria.
Se tu accettassi subito, la finiremmo qui, insistette lei. Quella conversazione andava avanti da troppo. Sei testarda.

 
Non più di te!
 
Rise di nuovo.
 
Dammi almeno due validi motivi per cui dovrei accettare.
 
Capisco perfettamente la tua riluttanza.
Sei morta così giovane... non dev'essere bello, non godersi la vita...
Sai, fece, con tono fintamente compassionevole, credo che tu abbia dovuto abbandonare molte cose...

 
Io...
 
Quante cose non hai potuto fare? Era sulla strada giusta.
Quante persone hai dovuto abbandonare prima del tempo?

 
E' stata una mia scelta.
 
Lo so, Aerith. Ma io ti sto dando un'altra occasione proprio per questo. Se tu ti decidessi, capiresti che...
  - Dottoressa Elredge! - una voce affannata proruppe nella stanza buia.
Heeana si risvegliò dal limbo in cui si immergeva in quelle situazioni. Aprì gli occhi, adirata. - Chi è? Non vedete che sono indaffarata?! - sbottò addosso a quella povera malcapitata. Proprio ora che stavo riuscendo a convincerla...
- Lo so, dottoressa... mi perdoni ma... delle persone, nella hall, sostengono di essere qui per lei. - si affrettò a spiegare. - E... e sono armate...
Persone...? - Non m'interessa. Falle accomodare da qualche parte. Anzi... - sbraitò. - fa' come ti pare, ma lasciami lavorare in santa pace; d'accordo? Quando avrò finito forse verrò. Ed ora, - sbuffò con stizza. - va' via!
Sospirò seccata, quando sentì la porta richiudersi. Ora doveva ricominciare tutto da capo; cercare di nuovo l'anima di quella balorda e provare a convincerla. E sapeva che ora, quella maledetta avrebbe tentato di celarsi per non starla ad ascoltare.
Non poteva negare a se stessa, però, di avere un pessimo presentimento. Chi erano, quelle persone?
  Ecco, di chi si trattava..., volse gli occhi al cielo, dopo, alla vista di quei quattro deficienti che la segretaria aveva ben pensato di far aspettare nel suo ufficio. Che cosa diamine volevano?
- Non pensavo che avresti avuto la faccia tosta di venire nella tana del lupo. - sibilò in direzione di quella donna che non poteva sopportare da quando... - Mi sembrava di essere stata chiara, diverso tempo fa. Non avresti dovuto farti più vedere.
- Anche io sono felice di essere qui, Heeana. - sorrise Feera, accomodante. - Ti trovo molto in forma.
- Piantala di scherzare. - brutta vecchia... - Cosa vuoi? Cosa volete? Non ho tempo da perdere, con voi. - sbuffò, osservando ad uno ad uno quegli improbabili individui che la sua nemica aveva portato con sé.
  Conosceva quei volti. Il Capitano Cid Highwind, parente di Det; quel tal Vincent Valentine che ogni tanto aveva intravisto nelle saltuarie visite fatte al Seventh Heaven e... - Ma guarda! - fece, con finta sorpresa. Immaginava perché anche quell'altro musone fosse lì. - Cloud Strife! A cosa devo l'onore?
La guardò, ostile. Non mi fai nessuna paura, Strife. - Beh, qualsiasi cosa voi vogliate da me, andatevene. Sono molto impegnata, al momento; - storse il naso, ripensando a quella sciocca Cetra che non voleva lasciarsi convincere. - o preferite che chiami la sicurezza? - perché Alexandra non si sarebbe impegnata a riportare in vita Aerith per la promessa fatta a Tifa. Perché una come lei può sempre tornare utile.
- Non ce ne sarà bisogno, Heeana. - la rassicurò Feera, rivolgendo uno sguardo duro a Cloud, come volerlo trattenere dal saltare addosso alla bionda. - Sai... ci stavamo giusto chiedendo... se ti andasse una sfida.
- Una... sfida? - le brillarono gli occhi scuri. La madre di Tifa gongolò segretamente.
- Sì; come ai vecchi tempi. Noi contro i tuoi migliori guerrieri; che ne dici?
Lei incrociò le braccia, sedendosi sulla scrivania. Rise, con superiorità. - Perché mai dovrei accettare una cosa del genere?
- Perché, se perderemo, potrai fare di noi quello che vorrai. E, prima che tu ti vendichi di me, - spiegò, con il suo solito sorriso in risposta allo sguardo carico di rancore dell'altra. - ti porterò da Tomeeca. Non è quello che hai sempre voluto?
Aveva catturato la sua attenzione; lo sapeva. Perché, in tutti quegli anni, alla fine, Heeana aveva sempre serbato la speranza di poterli strangolare, quegli stronzi. Di poterli torturare, ridurli alla pazzia, farli soffrire almeno quanto loro avevano fatto soffrire lei. Perché Alexandra non perdonava, non lo aveva mai fatto. E di sicuro non inizierò adesso.
  - Però... - le parole dell'altra Cetra la ridestarono. - Se saremo noi, a vincere, tu dovrai fare tutto ciò che ti dico. E, soprattutto, dovrai stare a sentire ciò che avrò da dirti.
  Analizzò meticolosamente quella proposta. Era certa che loro non avrebbero sconfitto i suoi "guerrieri"; nessuno ne sarebbe stato in grado, e poi... e poi, oltre a poter attuare la sua vendetta, avrebbe potuto sfruttare quei tre come meglio credeva.
 Avrebbero infoltito la sua schiera di soldati perfetti e... Doveva ammettere che la posta in gioco fosse piuttosto interessante.
  - Ci sto. - concluse quindi. - Mi basteranno tre combattenti, per farvi fuori.
Feera si alzò. - Non ne sarei così sicura, Heeana. - ghignò in risposta. Era già stufa, di parlare con lei. E' ancora peggio di come la ricordassi...
  Quando l'aveva conosciuta, era una ragazzina completamente diversa.
Gentile e generosa, sempre pronta a soccorrere chi ne aveva bisogno... Heeana aveva fatto il possibile per aiutarla, sin da subito. Poi, senza un apparente motivo, le erano balenate in testa idee assurde. Come ti sei ridotta, a questo...?
  - Beh, organizza i tuoi subordinati. - sospirò, scacciando dalla mente quei ricordi di giorni che avrebbe solo voluto cancellare. Ora doveva solo prendere tempo e sperare che, intanto, gli altri combinassero qualcosa di buono.
 
  Si sporse leggermente dalla fotocopiatrice, guardandosi attorno con fare circospetto.
Alcuni impiegati stavano conversando là vicino, annoiati. Rappresentavano un ostacolo. - Eheh... - ridacchiò tra sé e sé, stringendo una Materia tra le mani.
- Via libera! - esclamò Yuffie agli altri due, quando vide i corpi dei dipendenti accasciarsi, addormentati.
- Non gridare, Yuffie. - la rimproverò Nanaki, facendo andare avanti prima Carter. - Potresti attivare i sistemi di sicurezza.
- Mh, ne dubito, signor Red. - mugugnò il ragazzo. - La sicurezza di questo edificio è del tutto particolare; è stata studiata e progettata dalla dottoressa Elredge in persona. Da quel che ricordo... da qualche parte ci sono delle microscopiche sonde che scansionano chiunque passi loro davanti.
Il felino tacque, aspettando che continuasse. Aveva una brutta sensazione.
- Poi inviano i dati ricavati ai database di Barbaros, - palesò. - e se le caratteristiche corrispondono a qualcuno che è registrato negli elenchi dei dipendenti, bene... altrimenti...
- Viene etichettato come intruso. - continuò Red.
- Perché diamine non ce lo hai detto prima?! - fece la ragazza, prese dal panico. - Ora le sirene si metteranno a strillare, un centinaio di uomini verranno ad arrestarci, quella pazza ci taglierà la testa e la userà per la sua collezione e... non che io abbia paura di loro; è chiaro! - ridacchiò nervosamente.
Carter sorrise, procedendo. - Non preoccuparti, Yuffie. Le decisioni sulle sorti degli intrusi le prende proprio la dottoressa Elredge. I loro dati devono prima essere visionati da lei, ma... ma se Cloud e gli altri la stanno tenendo impegnata, lei non può sapere della nostra presenza.
Era un piano praticamente perfetto. Red era, in cuor suo, molto sorpreso dalle capacità di previsione di Feera; ma allo stesso tempo, quel suo sapere sempre tutto lo turbava, e non poco. Senza contare che quel Midgar Zolom... accidenti, era proprio piena dei risorse, lei!
- E poi, qui non scatteranno allarmi rumorosi. Sai... così, gli ospiti indesiderati non sanno di essere stati scoperti. - fece il ragazzo, con noncuranza. - Ora però dovremmo affrettarci... non so quanto tempo riusciranno a guadagnare gli altri.
Nanaki annuì. - Quasi sicuramente, le Weapon saranno all'ultimo piano.
- E, ovviamente, di prendere ascensori non se ne parla...- sbuffò Yuffie, alla vista di tutte le rampe di scale che avrebbero dovuto percorrere. A pensarci bene, Cloud aveva raccontato di come, una volta, lui, Tifa e Barret avessero fato lo stesso per salvare Red XIII e Aerith dalla sede della Shinra. Se non altro, noi dobbiamo farle in discesa, si consolò.
  - Stavo pensando... - iniziò ad un certo punto, mentre tutti e tre si precipitavano per gli scalini. - Se... per caso... riccioli d'oro e i suoi dovessero perdere... cioè, io SO che non perderanno, ma...
- Yuffie. - la interruppe Red. - Dubito che Feera sia così sconsiderata da azzardare una cosa simile senza la certezza del nostro successo. - quella donna doveva avere una mente così calcolatrice da non trascurare neppure un dettaglio insignificante. - E, posto che dovessimo fallire, sono sicuro che troverebbe il modo per farci uscire di qui, sani e salvi.
Più che altro, me lo auguro... - E, comunque, non dobbiamo preoccuparcene, per ora. Tutto quello che dobbiamo fare è...
- Che cazzo è, quello? - inveì Yuffie, saltando per aria. Red e Carter spostarono lo sguardo in direzione di ciò che lei stava guardando.
  Quel piano pareva una specie di... obitorio. Centinaia di corpi galleggiavano in vasche di vetro, simili a quelle che, tempo addietro, quel folle di Hojo adoperava per i suoi esperimenti.
Su ognuna di esse, un'etichetta faceva da identità per tutti quegli individui che parevano... morti. Quel posto era agghiacciante; e tutti e tre temevano che, da un momento all'altro, qualcuno di quei cadaveri potesse aggredirli. - Ma che diamine...
Cadaveri, per l'appunto.
  - Credo... credo che questo sia il luogo dove la dottoressa custodisce i corpi di coloro che vuole riportare in vita...
 
  Non poteva negare a se stesso di essere divorato dall'ansia.
I minuti trascorrevano, ed Alexandra stava davanti a quello schermo da un po', analizzando con cura le informazioni di cui era in possesso su coloro di cui sarebbe stata carnefice.
Si trattava per lo più di vecchi dossier della Shinra, quelli dei tempi di Avalanche e Sephiroth.
  Era piuttosto indecisa: chi far scendere in campo, per primo? Come distruggerlo? Chi mandargli, contro?
- Che cosa vuoi fare, Alex? - chiese Det, cercando di nascondere le preoccupazioni che lo stavano divorando.
Perché c'era lì anche suo zio? Perché? Alexandra aveva in mente di far combattere anche lui? Perché diavolo era ancora là, a sostenere quella pazza?
Scosse la testa. Che sciocchezza; lui lo sapeva perfettamente, il perché.
  - Stavo pensando di far sfilare prima Vincent Valentine. - si allontanò dal computer. - E' un esemplare interessante, e poi... - ghignò. - Ho proprio quello che fa per lui.
Det sospirò, accendendosi immediatamente una sigaretta. Con le scontate proteste di lei, ovvio... Dannazione... e non era l'unico, ad essere ansioso.
  Da un'altra parte dell'edificio, difatti, Cloud non faceva altro che stringere in maniera compulsiva il manico della sua spada.
- Su con la vita, Cloud! - gli sorrise Feera. - E anche tu, Capitano!
- Noi saremo anche degli stronzi irrequieti, - masticò Cid in risposta. - ma proprio non so come tu faccia ad essere così tranquilla.
Lei ridacchiò. Assomigliava molto a Tifa, quando lo faceva. - Non mi dire che hai paura, Capitano.
- Cazzo; sì! - sbottò lui, sedendosi su una sedia. Quella specie di sala d'aspetto, poi, era angosciante. E Vincent lo era ancor di più. - Santo Chocobo, Valentine! La smetti di fare avanti e indietro per queste luride mattonelle?
In effetti, anche lui pareva piuttosto turbato. Non capiva; proprio non capiva.
  - Cosa speri di ottenere, Feera? - le domandò, quando questa gli si avvicinò di proposito. - Lei non manterrà la parola, e lo sai.
La donna annuì. - Certo, che lo so. Ma devi avere fiducia in me, Vincent. Non ho preso con me anche il bastone per puro caso. E comunque...
Furono interrotti da un altoparlante. Era la voce di Alexandra.
  - Vincent Valentine è pregato di recarsi al diciassettesimo piano. - fece. - Ripeto: Vincent Valentine è pregato di recarsi al diciassettesimo piano.
Tutti trattennero il respiro; dunque era lui, il primo.
Cid gli tirò una pesante pacca sulla spalla. Non era il genere di persona particolarmente emotiva, ma era logorato dall'idea di non poter più insultare quel mezzo vampiro che si nascondeva perennemente nel suo mantello rosso...
- Buona fortuna, Vincent. - deglutì Cloud, teso. Annuì, andando verso l'ascensore.
- Vince. - la voce di Feera lo trattenne. La guardò; e, chissà, forse era l'ultima volta, che lo faceva.
Con lei ne aveva passate tante e, sebbene avesse cercato in tutti i modi di rinnegarlo, aveva avuto un ruolo importante, nella sua vita. - Ti darò lo stesso consiglio che tu non ascoltasti diverso tempo fa: non vacillare. - gli sorrise, sincera. - Abbiamo fiducia, in te. E nei tuoi ricordi.
  Cercò di non lasciarsi assalire dal timore, quando varcò la soglia del diciassettesimo piano. Cosa intendeva...? Sembrava quasi un'arena.
Al centro, stava una donna; una donna molto bella. Lunghi capelli castani, una risata fragorosa e... aveva uno strano dejà-vu...
  Appena lei lo vide, spalancò gli occhi grandi e si portò una mano alla bocca. Pareva sorpresa... - Vincent... - la sentì mormorare, quasi incredula. - Vincent... oh, sei tu... sei davvero tu!- gli andò in contro, a passo leggiadro.
Lui rimase perplesso quando la donna gli buttò le braccia al collo, commossa. Che cosa...?
- Chi... chi sei? - le chiese, allontanandola da lui. Era scosso. C'era qualcosa che non riusciva a ricordare. - Dov'è, il mio avversario?
 - Oh, Vincent... non mi riconosci? - fece, amareggiata. - Sono io... Sono Lucrecia. La tua Lucrecia.
 
Numero 091; il Mutaforma.
 
 
Noticine:)
Eccomi magicamente qua, come stabilito!
Qui succede un po' di tutto, insomma. Heeana che fallisce e folleggia, Vincent alle prese con il primo avversario e... beh, forse la nostra dottoressa ha fatto un po' male i conti. Chissà se qualcuno ci arriva...
Comunque, credo abbiate capito che non è quella vera. E' il numero 091 perché la parola "Mutaforma" ha nove lettere, ed è il primo dei tre simpaticoni che i nostri amici combatteranno.
Come andrà a finire? E voi cosa ne pensate, di quella strana stanza in cui si sono addentrati i nostri tre amici?
Ora devo andare, sperando di pubblicare il prossimo delirio, Numero 102, domenica prossima... chi sarà, il numero 102...?
TheSeventhHeaven
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: Applepagly