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Autore: mayamaya    04/09/2015    1 recensioni
Non ho mai scritto FF prima d'ora ma ho sognato questa storia e, seppur sia a tratti malinconica, ho pensato di condividerla con voi. Ogni commento, suggerimento o critica costruttiva è ben accetto. Grazie!
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Sapeva chi c’era davanti a lui, ma non aveva la forza di alzare la testa. Le lacrime gli rigavano il volto e non voleva che lui lo vedesse in quello stato.
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“Ho in mente una cosa per questa sera”
Disse Harry, sorridendo. Non c’era un’ombra di dubbio nella sua voce.
“Harry” mormorò esitante Louis.
“Andrà tutto bene”
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Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava accucciato accanto ad un amplificatore di scorta, nascosto parzialmente da un tendone nero. Stava con la testa tra le mani, mentre cercava di farsi più piccolo di quello che già era.
Liam, in sottofondo, aveva sbagliato una nota durante le prove e stava ridendo insieme a Niall. Harry stava provando qualche strofa. Continuava a cambiare la nota finale per cercare di trovare quella che avrebbe maggiormente impressionato il pubblico, quella che avrebbe lasciato tutti senza fiato.
Lui, invece, era nel backstage, triste e in disparte.
Le prove andavano sempre così, si poteva fare quel che si voleva. La mancanza di Louis sul palco non preoccupava il management. Era solito scomparire per farsi una dormita sopra una custodia vuota o per fare scherzi alla sicurezza.
Ma quella volta era diverso. Quella volta era corso verso il backstage con un sorriso malizioso che, una volta fuori scena, era diventata una smorfia di dolore. Non ce la faceva più.
Seduto a terra, con i suoi pantaloni neri preferiti, la canottiera da skater e le vans. Il microfono appoggiato a terra, spento.
Non ne poteva più. Non ce la faceva nemmeno più a mentire. Non ce la faceva più a vederlo sempre, costantemente, e non poterlo toccare.
Il management aveva vinto. Li aveva separati e questo lo stava logorando lentamente. Ma quel giorno, quel “non lo guardare” lo aveva ucciso.
Louis non poteva avere alcuna interazione con Harry in pubblico. E ora non lo poteva nemmeno guardare.
Perché tanta cattiveria? Perché non poteva amarlo come all’inizio? Perché il management gli stava facendo questo?
Immerso nei suoi pensieri, Louis aveva seppellito la testa tra le braccia, appoggiando la fronte alle ginocchia. Non sentiva più nulla. La disperazione l’aveva portato a isolarsi dal mondo.

“Lou”

Un tocco delicato sul suo polpaccio e una voce dolce e roca, allo stesso tempo, lo avevano riportato alla realtà.
Sapeva chi c’era davanti a lui, ma non aveva la forza di alzare la testa. Le lacrime gli rigavano il volto e non voleva che lui lo vedesse in quello stato.

“Lou”

Ancora una volta, Harry gli accarezzò la gamba e lo chiamò dolcemente.

“Guardami”

Louis alzò lo sguardo appena sopra le sue ginocchia per scorgere la figura di Harry. Stava accucciato davanti a lui, con una mano sul suo polpaccio e un braccio piegato e appoggiato sulle cosce. Lo stava guardando. Stava guardando la sofferenza della persona che amava di più al mondo e non sapeva cosa fare.
Quando scorse gli occhi di Louis, Harry sorrise. Non un sorriso sforzato e dubbioso. Gli sorrise con gli occhi dell’amore. Non gli interessava cosa avrebbe pensato il management. Non gli interessava se qualcuno sarebbe arrivato in quel momento e li avrebbe divisi.
Louis e Harry erano lì a terra, accucciati. L’uno davanti all’altro. Due ragazzi innamorati, ostacolati da tutti, che non avevano avuto il coraggio di smettere di amarsi.

“Louis” sospirò Harry.

“No” rispose con voce rotta Louis “non renderlo più difficile di quello che è.”

“Louis”

“Ti prego”

“Louis, non smetterò mai di amarti, nemmeno se fosse l’unico modo per salvare il mondo.”

Louis alzò il capo completamente, fino a incontrare lo sguardo di Harry. L’aveva detto. Non poteva credere alle suo orecchie.
Dopo anni in cui il management aveva orchestrato malamente le loro vite, pensava che Harry se ne fosse fatto una ragione e avesse voltato pagina.
Certo, avevano mantenuto i loro gesti: il pollice alzato, gli sguardi, le stesse pose, ma non pensava che fosse ancora come la prima volta che si erano baciati.
Non aveva idea che l’uomo che amava avesse avuto il coraggio di nascondere i suoi sentimenti meglio di lui. Louis era sempre stato dipinto come quello forte e determinato, mentre Harry era sempre il cucciolo dolce e disponibile.
Harry era cresciuto più di quanto immaginasse. Non era più il sedicenne fragile che scoppiava in lacrime dopo l’ennesima trovata del management. Era diventato un uomo, per se stesso e per Louis.
Aveva capito che Louis, dietro allo sguardo duro, era un fiore raro che andava protetto. Aveva capito che non ce l’avrebbe fatta e che avrebbe ceduto.
Lui, il piccolo della band, aveva capito quanto era fragile quel ragazzo che aveva amato dal primo istante.

“Non ci possiamo nemmeno guardare”

Louis trattenne a stento nuove lacrime che pregavano di vedere la luce del sole.

“Che vadano a quel paese”

Louis fu sorpreso dalla risposta di Harry. Cosa voleva dire? Si sarebbero guardati nonostante il divieto del management? Che conseguenze ci sarebbero state se avessero disobbedito nuovamente?
L’ultima volta lo avevano screditato sui giornali. Lo avevano ritratto come un alcolizzato, drogato, con un breve futuro davanti a se. E, quella volta, gli aveva solo tenuto la mano. Anzi, era stato Harry a prendersela quella mano, perché non gli importava più di cosa pensasse il management.
Harry era la persona più genuina che Louis conosceva e il terrore che potesse essere nuovamente infangato dai giornali per colpa sua, lo divorava dentro.

“Ho in mente una cosa per questa sera”

Disse Harry, sorridendo. Non c’era un’ombra di dubbio nella sua voce.

“Harry” mormorò esitante Louis.

“Andrà tutto bene”

Harry gli prese la mano, gli baciò il polso. Le sue labbra era soffici come le nuvole.
Si alzò velocemente in piedi e raggiunse l’ingresso al palco.  Prima di scomparire dietro il tendone nero, si voltò verso Louis e sorrise. Alzò lentamente la mano e alzò il pollice.
Louis era tornato a sorridere. Rispose con lo stesso gesto e si rialzò in piedi.
Harry tornò sul palco e, dopo pochi secondi, Louis sentì nuovamente la voce del suo amato che risuonava dentro allo stadio.
Si asciugò le lacrime, si controllò velocemente allo specchio. Sì, era presentabile. I ragazzi e il management non se ne sarebbero accorti.
Si guardò intorno per cercare un motivo per giustificare l’assenza degli ultimi minuti. Davanti a lui c’erano le casse di acqua gelata. Una risatina diabolica gli uscì incontrollata dalle labbra.
Prese una bottiglietta, la aprì, corse sul palco e urlò.

“Payno!”

“TOMLINSON!!!”
   
 
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