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Autore: AuraNera_    05/09/2015    5 recensioni
I Pokémon Leggendari non possono scomparire. I Guardiani devono salvaguardarli. Ma il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Dal capitolo uno:
“Tutto in me è bianco. Bianca la pelle. Bianchi i capelli. Bianche i vestiti che indosso. Solo i miei occhi interrompono il monocrome che mi compone. Il bianco è un colore vuoto, per questo mi caratterizza. Ma, come un foglio bianco, spero che anche la mia anima venga colorata con nuove emozioni derivanti da questo viaggio. Un viaggio che mi porterà lontano. Mi chiamo Ayumi Sato. E sono la prima guardiana delle leggende.”
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Capitolo 27 – Svolte


_Paradiso Parallelo_


Ayumi osservava la figura immobile di Fujiko avvolta dalla nebbia onirica che la manteneva in levitazione. Era passato quasi un mese da quando era in quelle condizioni. Ormai il caldo se ne era andato, sfumando lungo tutto il corso di settembre e orma quello stesso mese era agli sgoccioli.
Erano successe molte cose, brutte per la maggior parte, come la quasi morte della bionda e la scomparsa di Dialga.
O meglio, la prigionia. Nessuno aveva capito come fosse potuta accadere una cosa del genere, dato che Armonia Tempo, la dimensione del Leggendario, non aveva portali aperti sparsi in giro per il pianeta, come invece accadeva con il Paradiso Parallelo o il Mondo Distorto.
Eppure, Dialga era scomparso. Nonostante Giratina, Palkia ed Arceus la stessero cercando da tempo, la Visione che avrebbe potuto mostrare la sua posizione appariva sfocata e imprecisa, contrastata da diverse forze psichiche.
“Non capisco, Dialga non esce quasi mai da queste due zone, come hanno fatto a catturarla?” si chiese sussurrando per l’ennesima volta. Era seduta da sola nel prato, aveva preso l’abitudine di starsene più in solitudine di prima. La quasi morte della bionda l’aveva mandata in uno stato di depressione, per quello che riusciva a provare ed interpretare dei suoi sentimenti.
La Guardiana dei Desideri era in quello stato per colpa di una profonda ferita alla testa, ormai rimarginata. Il potere curativo della dimensione di Arceus però non potevano risvegliare la sua coscienza, sopita e flebile.
“È facile perdersi dentro se stessi, per i Guardiani di tipo Psico” le aveva detto Shirley una volta, quando l’aveva trovata di nuovo in compagnia della ragazza in coma. “Mi dispiace, eravate molto legate voi due. Sono riuscita ad intuirlo grazie a quel poco che vi ho viste assieme. E credo di averne compreso anche il motivo” aveva proseguito poi. Ayumi non capiva, ma la mora aveva semplicemente sorriso e le aveva detto: “Cercherò di starti vicina”.
Ed effettivamente Shirley aveva mantenuto la parola, trascinandosi dietro anche Seir. Quelle due avevano un rapporto particolare, tutto basato sul prendersi in giro e ringhiarsi contro vicendevolmente. Alla fine, mancava solo ‘l’elemento neutro’ e Ayumi ricopriva perfettamente quel ruolo.
Un altro che aveva sentito particolarmente il peso della perdita di Fujiko era stato Rein. Il Guardiano dell’Arcobaleno, che finalmente pareva essersi abituato alle sue peculiarità fuori dalla norma e all’idea di essere un Guardiano, si era affidato alla ragazza sua concittadina per orientarsi meglio, e i due si erano scoperti andare molto d’accordo e di avere diverse cose in comune. Erano diventati inseparabili.
“Sai... non pensavo che in una situazione come questa si avesse spazio per relazionarsi in questo modo con le persone. Mi fa sentire più al sicuro, più a mio agio. Mi sento quasi più accettata che nella vita reale” le aveva detto Fujiko un giorno. E poi, con un sorriso furbo aveva aggiunto ciò a cui stava veramente pensando. “Sai... mi riferisco soprattutto a Rein. È un po’ timido e per lui è particolarmente difficile. Però con me si sente a mio agio, lo riesco a percepire... assieme a qualcos’altro” e si era rimessa a ridere.
Ayumi non aveva capito fino a che la ragazza non si era addormentata e il biondo era diventato più o meno una statua di marmo anima dalla rabbia e dal rancore, probabilmente verso tutti: i Leggendari, i Guardiani e i nemici.
“Era innamorato di lei... e Fujiko stava imparando a ricambiare” aveva detto Shirley qualche giorno dopo, mentre lo osservavano da lontano.
“Tu dici?” le aveva domandato Seir, stupita.
“Sì. Riuscivo a captarlo, e con lei... beh, era particolarmente facile, ci veniva quasi spontaneo legare le nostre anime e condividere emozioni” aveva risposto piatta la Guardiana dello Specchio.
Uno che non era cambiato affatto era Kurai. Manteneva il suo atteggiamento spezzante contro il mondo e in quanto Guardiano di tipo Buio non era così facile leggere i suoi pensieri. Però bastava guardarlo negli occhi per rendersi conto che la vicinanza con la morte aveva stordito anche lui. Ma forse, abituato a quest’ultima com’era, non ci faceva poi realmente tanto caso.
“È un ciclo che si ripete” aveva borbottato una volta a Seir mentre lei gli urlava in diversi e fantasiosi modi di essere un insensibile. La ragazza aveva davvero una fervida immaginazione.
Quest’ultima anche non era cambiata troppo, non conosceva Fujiko così bene. Ma per empatia aveva cercato di affrontare la cosa con maggiore sensibilità nei confronti di chi l’aveva conosciuta meglio e di Shirley, che era riuscita a entrarne in contatto in modo psicologico, a quanto pareva.
Shiho era rimasta scioccata nell’apprendere l’accaduto, dato che quando Fujiko era stata ferita erano presenti solo i Guardiani più esperti, e quindi oltre a lei stessa c’erano Ayumi, Pure e Kurai. In più c’era anche una quinta persona che era uscita allo scoperto per aiutarli. Stranamente, era la persona che stavano cercando, rivelatosi essere un Guardiano dell’Aura invece che delle Leggende. Tuttavia era piuttosto informato sull’argomento e molto abile nell’arte dell’uso dell’anima.
Proprio grazie a questo fattore era tornato tra loro una vecchia conoscenza. Natural era rimasto a Mistralopoli dopo lo scontro nella quale sua madre era rimasta uccisa e aveva aiutato a ricostruirla. Inoltre, aveva continuato a vegliare sulla torre e su Zekrom, che si era ritirato nel suo lungo silenzio carico di dolore e rimorso. Silenzio che non si era ancora spezzato, nonostante la sorella lo avesse portato già da molto tempo nel Paradiso Parallelo.
Anche Pure stava iniziando a mostrare i primi segni di uno squilibrio. Dapprima sembravano i suoi soliti attacchi di follia, ma la situazione stava lentamente degenerando. Spesso la trovavano a fissare l’orizzonte e a mormorare frasi intricate e incomprensibili. Giratina aveva detto all’albina che il seme della follia aveva usato come nutrimento il dolore distorto dal seme stesso che Pure aveva provato nella quasi morte di Fujiko e aveva messo radici. E adesso stava crescendo.
“Quindi prima o poi perderemo anche lei?” aveva domandato. La Leggendaria del Caos non aveva risposto, ma la tristezza nei suoi occhi era chiara. Anche Suicune aveva capito e stava appiccicato alla sua Guardiana, tentando di restare con lei il più possibile.
Ayumi invece ne aveva parlato con le due ragazze. Ormai diceva loro parecchie cose, perché sapeva che altrimenti Shirley avrebbe fatto di tutto per ottenere con la telepatia forzata quelle informazioni, rischiando di spappolarle in cervello.
Per fortuna le due sapevano tenere i segreti molto bene, senza lasciar trasparire nulla.
“Cavolo...” aveva commentato Seir nell’apprendere della Guardiana dell’Acqua Pura.
“E siamo praticamente a meno due. Non penso che Pure potrà combattere ancora per molto in queste condizioni. E Fujiko momentaneamente... beh, si capisce” fu il mormorio in risposta di Shirley.
“Pensate che si risveglierà?” aveva chiesto ancora la blu.
“Temo di no, Seir. Ho paura che Fujiko ci lascerà presto. La sua coscienza diventa sempre più sottile ed eterea. Riguardo a Pure... non lo so. Sembra una ragazza forte, ma ciò che le sta accadendo è qualcosa che distrugge la razionalità. Ci sembrerà cattiva, ma semplicemente non capirà più cosa è bene e cosa è il male”.
Shirley si era dimostrata molto abile nell’usare i suoi poteri, ma non era un’Aura Bianca. Semplicemente, aveva preso l’abitudine a collegare la sua mente con qualunque cosa, anche mentre dormiva. Non faceva nemmeno più sogni totalmente suoi, ma guardava quelli degli altri o mostrava i propri.
Aveva preso l’abitudine di rintracciare Ayumi nel sogno. “Te lo ho detto. Sto cercando di esserti vicina” le aveva spiegato quando l’albina le avesse domandato perché lo facesse. E quest’ultima aveva poi raccontato la sua storia a Seir e Shirley. Quelle due le stavano dando il supporto che Fujiko le aveva offerto i  principio e, anzi, forse era perfino più forte.
Anche loro le avevano raccontato degli aneddoti passati. Shirley era la figlia di due aristocratici, e quindi prendeva lezioni di buone maniere e cose simili. Infatti spesso da Spiraria tornava a Kalos per stare attorno ai ricconi. Ma non le stavano un granché simpatici. “Sono solo degli snob senza cervello con la puzza perennemente sotto alle narici. Noiosi come un ferro da stiro e letali come la peste nera. Buoni solo ad essere avari e invidiosi, oltre che terribilmente pettegoli”. Non aveva fatto parola sui suoi genitori. Mai.
Seir era la sua amica e rivale d’infanzia, giocavano e si ringhiavano addosso da quando erano nate. Lei le aveva raccontato di tutte le esplorazioni sottomarine che avevano fatto e delle escursioni scampando agli adulti. Inoltre, dopo un po’ aveva confidato che quando era bambina aveva perso la sorella gemella, Rose. Non spiegò il perché e l’argomento cadde nel vuoto, come se non fosse mai stato pronunciato.
Anche Shiho era una ragazza gentile, ma era più riservata e altezzosa. Era come se fosse sempre su una passerella. Doveva essere leggiadra e quasi un’entità superiore, ma dopo un po’ si era sciolta e aveva iniziato a essere un po’ meno formale. Tuttavia, parlava sempre di più con il suo Leggendario che con gli altri Guardiani. Scambiava anche qualche parola con Rein, ma il ragazzo si era chiuso in se stesso e aveva perso ogni segno di loquacità. Si trovava molto a suo agio con N e Pure, ma li lasciava in pace quando quest’ultima aveva i suoi squilibri.
Kurai aveva un rapporto strano con chiunque, sempre lontano e distaccato. Lui e l’albina condividevano dei segreti, e sembrava che con questi avessero stretto un muto patto tra loro. Era una sorta di rispetto. Con Seir, invece, sembrava che si intrattenesse. Non si poteva affermare che si odiassero, piuttosto facevano a gara a chi riusciva di più ad irritare l’altro. Era una sorta di amicizia moto strana la loro.
Almeno nessuno aveva più paura che si ammazzassero nel sonno. Rimaneva solo un vago e leggero timore.
Natural era gentile e disponibile con tutti, ma restava riservato e avvolto da un’aura di profonda tristezza. Forse per la madre. Molto più probabilmente per la sorella. Le stava vicino assieme a Suicune, per cercare di ritardare il più possibile il distacco del controllo della sorella.
Un giorno Ayumi lo aveva visto in lacrime e sapeva che qualcosa non andava più.
“Non mi ha riconosciuto. Non sa più chi sonno” aveva sussurrato con gli occhi lucidi. “Sto perdendo anche lei.... mi rimane solo mio padre... no. Non mi rimane nessuno. Lui non è mio padre” si era corretto poi con amarezza.
La Guardiana dei Venti Gelidi era rimasta in silenzio, ad osservarlo. Non riusciva a formulare una frase consolatoria. Le sue scuse non erano minimamente sufficienti. Stava rovinando la vita a moltissime persone.
Così si era allontanata, senza dire una parola. Era andata a trovare la sorella, che se ne stava seduta vicino al laghetto che lei tanto amava. Suicune si accorse sella sua presenza e si avvicinò lentamente.
“Ho pensato che potesse piacerle qui. C’è l’acqua, sai...” aveva mormorato piano. La ragazza aveva fatto un cenno, come a dire che andava tutto bene e che era d’accordo. Anche se nulla andava bene, effettivamente.
Si sedette su un masso, lasciando che le punte degli alluci sfiorassero il liquido fresco e trasparente. Pure stava creando delle figure con l’acqua poco più in là.
“Ciao” le disse ad un certo punto. Ayumi si voltò a fissarla, muta. “Chi sei?”. Immaginava che non l’avrebbe riconosciuta, ma l’albina avvertì comunque una stretta al petto. Sentiva un groppo in gola, un nodo allo stomaco. Non riuscì a rispondere. “Non parli, eh? Beh, vorrà dire che parlerò io. Mi piace l’acqua” disse, e poi ridacchiò felice.
“Pure” sussurrò la Guardiana di Articuno. L’altra sgranò gli occhi.
“Come sai il mio nome?” chiese. L’albina scosse la testa, come a dire ‘non è importante’. Se lo sarebbe dimenticato, era inutile insistere.
“Mi dispiace” sussurrò solamente. Poi si alzò e fece per andarsene. “Ma è inutile che io mi scusi, non è vero?” chiese al Leggendario mentre gli passava affianco.
“Inizia a perdonare te stessa Ayumi. E inizia a considerare i limiti degli Umani, dei Guardiani e persino quelli di noi Leggendari” fu la risposta malinconica di Suicune. Ma la ragazza non diede segno di averlo sentito.
Arceus le aveva detto che non avrebbe più tollerato errori. Ma la scomparsa del Custode del Tempo, Dialga, non si era occupato molto di lei. Ayumi era del tutto indifferente alle sue punizioni. Erano dolorose, ma la dimensione la guariva subito, in una muta carezza compassionevole.
Era insopportabile.
Guarire serviva solo a poter farsi ferire di nuovo. Era per questo che era così apatica. Il suo animo ferito era arrivato al limite e adesso incassava qualsiasi cosa, impossibile da guarire.
O almeno così aveva sempre creduto. Questo prima di Fujiko, di Pure, di Kurai, Shirley, Seir, Shiho, Natural e tutti gli altri. Loro la stavano guarendo, stavano risanando le profonde e antiche spaccature del suo cuore. E questo la stava rendendo di nuovo sensibile a ciò che accadeva lei intorno.
Era diventata fragile. Di nuovo. E aveva paura, perché adesso non era più da sola.
Questa sua paura era una delle, ormai poche, cose che non avrebbe mai rivelato a Shirley e Seir.
L’aveva rivelata, invece a qualcun altro.
Il suo nome era Marisio, ed era il Guardiano dell’Aura che era giunto in loro soccorso in quell’agguato alla Tana del Drago. Era molto giovane, probabilmente più di quello che sembrava. Aveva detto loro di avere quasi diciotto anni. Si trovava nella grotta sotterranea per incontrare uno dei Guardiani ancora in vita più anziani, per imparare e per chiedere.
“Io viaggio per scoprire nuove tecniche. In uno di questi viaggi ho conosciuto un anziano Custode, ora non mi ricordo il nome del luogo. Lui mi ha insegnato molte cose prima che una malattia lo privasse della vita. L’ultima cosa che mi ha rivelato, è la vostra esistenza. Voi, i Guardiani delle Leggende, persone che hanno dentro di loro mezza anima di un Leggendario. Quel giorno ho promesso a lui e a me stesso che vi avrei trovato, anche se è stato difficile data la segretezza che vi avvolge. Però mi ha detto di alcuni posti dove potevo cercare e alcune persone a cui potevo domandare. Pochissimi sanno della vostra esistenza, e sono quasi tutti Custodi di luoghi sacri. Il tempio nella Tana del Drago, per esempio, ospita quello che un tempo era il sacerdote che faceva la guardia alle Isole Vorticose, perché nessuno infastidisse Lugia. Però a quanto pare siete stati voi a trovare me” aveva raccontato.
“Perché ci stavi cercando?” gli aveva chiesto Ayumi.
“Da un lato, pura curiosità. Ma poi, mentre proseguivo con il mio cammino, visitavo i luoghi sacri dei Leggendari e parlavo con persone che erano a conoscenza di voi Guardiani, ho iniziato a pensare che una forza bellica in più, diciamo così, vi avrebbe potuto aiutare. Mi dispiace di essere arrivato in ritardo per aiutare la vostra amica” aveva risposto.
- È sincero – intervenne mentalmente Shirley, che le si era affiancata silenziosamente. Seir dal canto suo, lo guardava torva, ma era una cosa normale.
“Riferirò” aveva detto solamente la ragazza. Era andata a parare con Giratina, non voleva incontrare Arceus, aveva paura. La Leggendaria del Caos era riuscita a convincere il Pokémon Primevo, e il ragazzo aveva avuto accesso al Paradiso Parallelo. Tuttavia, Giratina appariva piuttosto turbata dagli eventi, e Ayumi non la criticava e giudicava per questo, lo erano tutti. Ma, per uno strano motivo, sembrava che il Pokémon fosse in ansia per lei. E questa era una cosa che l’albina non riusciva a spiegarsi.
Marisio si era dimostrato un ottimo alleato. Era gentile e conosceva molte cose grazie ai suoi viaggi. Dedicava sempre parte del suo tempo all’allenamento, che svolgeva assieme al suo amico Pokémon, un Lucario. Inoltre aveva con sé un Pidgeot, grazie al quale i suoi viaggi erano diventati molto meno lunghi e faticosi.
Lui non era a conoscenza di tante cose che riguardavano Ayumi, eppure sembrava percepirle senza bisogno di proferir parola.
“Sei sempre molto triste, eppure non vuoi essere aiutata. È una guerra persa in partenza o hai paura?” le aveva chiesto una volta mentre la osservava allenarsi.
“Non lo so” aveva risposto.
“Tu hai qualcosa di sbagliato, Ayumi. Eppure non riesco a capire cosa sia” aveva aggiunto lui dopo un attimo di silenzio. L’albina non aveva capito, ma collegò le sue parole a quelle che Angeallen le aveva rivolto circa due mesi prima.
“Il terzo errore di Arceus, sei tu, Ayumi. Ma non sta a me spiegarti il perché. Quello che ti sta accadendo è talmente grave che rischierà di compromettere di nuovo ciò che a suo tempo ho compromesso anche io. Non è colpa tua, ma finirà col causarti un danno enorme. Dovrai stare attenta, dovrai controllarti, anche se sono consapevole, adesso che il contatto tra noi due è avvenuto, delle minacce e delle pressioni a cui Arceus ti sottomette”.
Il Leggendario, o la Leggendaria, della vita e della morte sapeva. Sapeva ogni cosa, ma per qualche motivo non poteva rivelargliela. Non spettava a lei.
Ma allora, a chi spettava? Nessuno sembrava riuscire a comprendere.
Tuttavia, come Shirley, anche Marisio iniziò a starle vicino.
“Ti ha presa a cuore, Ayu” aveva ridacchiato la mora. “Chissà, forse con il tempo riuscirà a fare breccia e a scioglierti. Sareste carini come coppia!” continuò poi, prendendola in giro.
Ayumi le aveva scoccato un’occhiata perplessa.
E in quel momento ci stava riflettendo. Effettivamente, non aveva mai incontrato una persona come lui, di cui si fidava così istintivamente e che la capiva così profondamente. Forse Shirley non stava poi tanto scherzando, quella volta. Forse aveva ragione.
Anzi, no. Shirley aveva sempre ragione, quando si trattava di leggere gli altri.
Quindi Ayumi doveva solo aspettare di essere ‘sciolta’. E per farlo doveva tornare a soffrire, curando ancora di più il suo animo spezzato e apatico.
“Ayumi”.
Ma per quello c’era tempo. Doveva solo cercare di sopravvivere a qualunque prova le si sarebbe parata di fronte. Doveva adempiere a sé stessa. Poi, forse, avrebbe tirato il fiato e avrebbe potuto iniziare a pensare a se stessa, a permettersi di diventare fragile.
Ma non era quello il momento. Angeallen la chiamava.
Era tempo di muoversi.


“Gli errori si correggono. Gli sbagli si rimediano. I problemi si risolvono. Questo vale anche per me”


Angolino nascosto nell’ombra

Yup, sono giusta. E sono felice. Allora.
Capitolino corto ma importante. Perché capite che è successo un disastro. Fujiko è in coma e sta morendo in seguito a una ferita riportata nello scontro alla Tana del Drago contro gli scagnozzi di Ghecis. Erano lì perché pensavano che Marisio (che è il tipo dell’isola ferrosa in Diamante, Perla e Platino, si chiama Fabiolo nell’anime e Aaron nell’ottavo film ‘Lucario e il mistero di Mew’) fosse un Guardiano delle Leggende, e invece no. Pure, in seguito al dolore provato, sta impazzendo e presto dovranno eliminarla. N è tornato in tempo per assistere alla pazzia della sorella, dopo aver perso la madre, Rein è diventato un automa in grado di provare solo rabbia, dolore e rancore e Ayumi rischiava di ricadere ne baratro.
Per fortuna che ci sono Shirley e Seir. Kurai è Kurai e Shiho è un personaggio che sto trovando particolarmente difficile da muovere. Comunque lei si sente un po’ persa, non è una situazione facile.
Inoltre c’è sparita Dialga e non riescono a capire dove sia. Meglio di così!
In questo capitolo vi sono chiare due coppie su tre della storia, una l’ho già smontata. Io sono romantica come una buccia di banana, ai em zorry.
Bene. Sono delle scelte che molti di voi odieranno: Pure e Fujiko, il fatto che ho tralasciato due mesi e che racconto tutto adesso...
Volevo un bel contrasto. E per le due ragazze... mi dispiace, volevo bene ai due personaggi, ma è una cosa che ho voluto fare perché... beh, diciamo che ci sono sotto anche delle cose personali ;)
Bene. Angeallen si è fatta risentire. E sapete che significa?
Guai in arrivo.


Aura_

  
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