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Autore: NickyLaudass    05/09/2015    1 recensioni
Avete mai pensato che Elizabeth possa avere una sorella? Una ragazza in grado di rapire il cuore del famigeranto Capitan Jack Sparrow? Questa, miei cari, è come mi immagino siano andate le cose nel primo capitolo di questa grandiosa saga.
Tratto dalla Storia:
"Era mattina presto, il sole stava nascendo, ed io ero lì, ad ammirare quello spettacolo. Da sopra un albero. Beh, dovete sapere che io non sono mai stata la classica ragazza di 16 anni aristocratica."
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Di Bene In Meglio
 
Da quando avevo sentito le prime cannonate facevo avanti e indietro per la cella, cercando di pensare a un modo per uscire di lì, ma non mi veniva in mente niente, niente di niente. Ero troppo sotto pressione per escogitare qualcosa.
Jack, invece, continuava a starsene seduto con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, penso stesse meditando, e la cosa mi dava sui nervi. “Per l’amor di Dio, si può sapere cosa diamine stai facendo?” ero esasperata, non chiudevo occhio da quasi una settimana e sembrava che fossi l’unica preoccupata che voleva evadere. “Non è evidente?” era calmo, troppo calmo per uno che è rinchiuso dentro una prigione, ma come diamine faceva?
“È evidente che a te non te ne frega assolutamente niente! I nostri stanno combattendo contro Barbossa e tu te ne stai seduto per terra a meditare: ti sembra una cosa normale!?”
“Io non sono normale, altrimenti non sarei unico. E visto che sono unico sono un non normale. Comprendi?” lo guardai con un punto interrogativo stampato sulla faccia, alla fine mi arresi, era impossibile parlare con lui. Prendeva tutto alla leggera, sembrava che non si fosse mai preoccupato in vita sua. Anche quando l’ho liberato da Port Royal era calmo e seduto per terra, come se non gliene importasse niente di vivere o di morire.
Mi passai una mano fra i capelli per il nervosismo, e a quel punto mi venne in mente un’idea.
“I fermacapelli!” esclamai tutto d’un botto, facendo sussultare Jack. “Non mi sembra proprio il momento migliore per pensare ai fermacapelli, tesoro.”
“Ma no! I fermacapelli li uso... bah, lascia stare!” li presi e mi avvicinai alla serratura iniziando a scassinarla. Ad un tratto sentii un fischio e Jack mi si buttò addosso, impedendo che una palla di cannone mi finisse addosso, che aveva causato un enorme buco alla nave. “No, così no!” esclamò appena si tolse da sopra di me. “Così mi bucate la nave!”
Alzai gli occhi al cielo, decisa a tornare a lavorare alla serratura, quando mi accorsi che la cannonata aveva rotto la porta. “Jack, guarda!” gli indicai tutta contenta, fuggendo sopracoperta.
C’erano tutti gli uomini che combattevano, uccidendo alcuni dei nostri. Mentre correvo da una parte all’altra per non farmi trafiggere, notai Elizabeth sull’altra nave che cercava di nascondersi. Corsi più veloce che potevo verso di lei, prendendo una spada da uno corpo senza vita. Era intrappolata sotto l’albero maestro, che oramai era caduto. Mi avvicinai a lei e provai ad alzare di poco l’albero, sperando che si potesse liberare. Anche lei provava ad alzarlo con le mani, ma era troppo pesante per entrambe. Continuai a tentare, non volevo lasciarla lì. Ad un certo punto l’albero si mosse, lasciando che mia sorella potesse passare. Era stato Jack ad aiutarci. Lo ringraziai con un cenno e mi diressi verso la battaglia, ma costui mi bloccò per il braccio.
“Ma che fai?! Mollami!” protestai, ma lui mi tirò verso di sé.
“Vatti a mettere al riparo.”
“Cosa?! Ma non ci penso nemmeno!” cercai di liberarmi, ma la sua presa era toppo forte, e ogni tentativo fu invano.
“Questo è un ordine. Vai a cercare un posto sicuro per te e tua sorella, così almeno ho la certezza che non ti succederà niente, comprendi?” mi rilassai ed annuii, lasciandomi il braccio e andando verso Lizzie. “Vieni con me.” ero intenta a raggiungere il sottoscala ma un pirata enorme ci si piazzò davanti e ci prese come due sacchi di patate, portandoci sulla Perla Nera. Gli tiravamo calci e pugni, ma non serviva a nulla, anzi, gli facevamo il solletico.
Non eravamo le uniche ad essere state prese, c’erano i membri della ciurma sopravvissuti, persino Jack. Mi guardai intorno, ma non trovavo Will, era scomparso. “Lizzie, dov’è Will?” ma anche lei non aveva idea di dove fosse, perché lo stava cercando come me. Mi venne un brutto presentimento, tornando a guardare l’Interceptor.
Il pirata basso e pelato ci prese e ci legò insieme agli altri, tranne Jack, che era in mezzo alla ciurma di Barbossa che si mangiava le unghie. Tutti stavano guardando la nostra nave, e visto che nessuno ci stava controllando decisi di liberarmi dalle corde, e andare da Will, ma appena fui libera l’altra nave esplose. Mi venne una fitta al cuore, ero arrabbiatissima, volevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa. Anche Elizabeth si era liberata, e si diresse da Barbossa insultandolo. Io, invece, non facevo niente. Il mio migliore amico era morto, e io non avevo fatto nulla per impedirlo. Due pirati ci avevano prese e ci stavano riportando indietro. Elizabeth continuava a gridare, io ero muta, non gridavo, non reagivo.
“Barbossa!” quella voce, l’avrei riconosciuta ovunque, ed era proprio lui, Will. “Lasciatele libere!” puntò una pistola all’uomo che costui si mise a ridere.
“Chi sei tu, mozzo?”
“Il mio nome è Will Turner. Mio padre era Sputafuoco Bill Turner. Il suo sangue scorre nelle mie vene.” quando i pirati sentirono il nome di Sputafuoco si ammutolirono, bisbigliando qualcosa fra di loro. “Parola mia, fate quel che vi dico, o premerò il grilletto e dovrete prendermi in fondo al mare.”
Barbossa fece segno ad un membro di andare a prenderlo, e si diressero in cabina.
“Elizabeth, stai bene?” le chiesi, lei annui.
“Si... sto bene. Cosa ci facevi su una nave di pirati?” stavo per rispondere ma tornarono Will e Barbossa, ed il primo fu legato insieme a noi altri, mentre il secondo si avvicinava a me e Lizzie, studiandoci alla bene meglio.
“Preparate l’asse!” ordinò e tutta la sua ciurma esultò, facendo quello che gli fu detto.
Il pirata senz’occhio e il suo compare presero me e Elizabeth e ci trasportarono sul’asse. Prima fecero andare mia sorella, facendole togliere il vestito color bordeaux e rimanendo in sottoveste. Io cercai di divincolarmi, stessa cosa che fece Will.
Il pirata gigante che ci aveva catturate diede un calcio all’asse, facendola cadere in acqua.
Sobbalzai, poi Barbossa mi venne davanti, e io cercai di nascondere la mia paura.
“Volete seguire miss Turner, miss...?” voleva che gli dessi il mio nome, ma se lo poteva benissimo scordare. Gli sputai in faccia, e molti pirati esclamarono dalla paura. Infatti, mi tiro uno schiaffo in faccia e caddi per terra. Mi massaggiai la guancia, mentre lui mi prese per la camicia. Io mi dimenavo, ma anche adesso era tutto inutile.
“Mettetemi giù, lurido bastardo!”
“Come desiderate, miss.” Aveva un tono sarcastico, infatti mi buttò in acqua.
Cercai di tonare in superficie, ma qualcosa mi colpì in testa. Era una pistola, e poco dopo arrivò anche una spada. Lì presi e nuotai fino a che non respirai di nuovo. Ci fu un altro tuffo, mi girai per vedere chi fosse, ed era Jack. Mi avvicinai a lui, e gli mostrai le armi. “Hai perso qualcosa?” domandai ironica, porgendogliele. Nuotammo sino alla spiaggia, dove Elizabeth ci stava aspettando. Ci sedemmo sulla spiaggia, mentre la Perla Nera se ne andava. Portandosi via la ciurma e Will.
Mi tolsi gli stivali e feci uscire tutta l’acqua che c’era dentro, i vestiti erano pesantissimi per tutta l’acqua che avevano, cercai di strizzarli alla bene meglio e mi coricai cercando e  sperando di recuperare un po’ di forze.
 
*
 
Quando aprii gli occhi il sole stava tramontando. Dovevo essermi addormentata. Mi guardai attorno e trovai Jack ed Elizabeth che discutevano, mi avvicinai per capire di cosa stavano parlando, ma capii solamente “Benvenuta ai Caraibi tesoro!”
Lizzie sbuffò e tornò alla spiaggia, mentre Jack stava trafficando dentro a una botola.
“Che sta facendo?”
“Oh, vedo che ti sei svegliata gioia. Tieni queste ed aiutami.” mi porse diverse bottiglie di rum e andò a prendere della frutta. “Non dovremmo trovare un modo per andarcene da quest’isola?” azzardai, stranamente calma. Quella dormita doveva avermi fatto proprio bene. “Ci pensiamo domattina con calma. Adesso, invece, ci rilassiamo e beviamo del buon rum.”
Guardai la bottiglia di rum e feci un mezzo sorriso, probabilmente aveva ragione. Era da quasi una settimana che avevamo iniziato questo maledetto viaggio, e un po’ di relax non avrebbe fatto altro che bene.
Mi diressi sulla spiaggia, e andai a sedermi vicino ad Elizabeth. Stava guardando i tramonto, con aria malinconica. “Che succede, Lizzie?” mi squadrò un attimo, poi rispose.
“Sono preoccupata per Will. Se gli succedesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo.”
“Glielo hai mai detto?”
“Cosa?”
“Ma è possibile che solo io noto certe cose? Che ti sei innamorata di lui, ecco cosa!”
“No... tanto non sarebbe possibile. Sai com’è nostro padre, non approverebbe mai.”
“Se per ogni decisione dobbiamo consultare nostro padre muoio chiusa dentro casa.” Sbuffai, guadagnandomi un’occhiataccia da parte sua, per poi scoppiare a ridere entrambe. “Lizzie, quello che voglio dire è che non puoi sempre aspettare la sua benedizione, cosa che io non avrò mai, ma impara  a fare le tue scelte, a vivere. Io è per questo che sono scappata di casa. Di sicuro appena mi vedrà mi ucciderà, ma io voglio vivere così, ho conosciuto Jack e mi ha fatto assaggiare la libertà.” tornò a guardare il tramonto, pensando a quello che gli avevo detto suppongo, perciò mi alzai ed andai ad aiutare Jack con il fuoco.
Dopo svariati tentativi riuscimmo ad accenderlo, e divenne anche bello grosso.
Presi tre bottiglie di rum, una la porsi al capitano, l’altra la portai a mia sorella e la terza me la tenni. Anche se il gusto non era dei migliori me la bevvi quasi tutta. Eravamo seduto a parlare del più e del meno, quando Jack intonò un motivetto che conoscevo sin troppo bene.
Pirati corsari e gran bucanieri yo oh beviamoci su...” iniziammo a cantare tutti e tre, seduti uno accanto all’altro, quando mi prese per un braccio e ci mettemmo a ballare, mentre Elizabeth teneva il tempo con le mani. “… i veri amici di noi pirati… che amano l’avventura... noi siamo Pirati e ci piace perché la vita è fatta per noi... YO OH! YO OH! La spada, il corvo, il mare!” ballammo sino all’ultima nota della canzone, senza smettere di ridere. Alla fine mi buttai per terra e trascinai pure lui, guardando il mare. Anche se era buio era sempre bellissimo. Mi appoggiai alla spalla di Jack. “Quando riavrò la Perla, voglio insegnarla a tutta la ciurma, e non faremo che cantarla!” esclamò tutto felice, doveva essere già ubriaco, come me dopotutto. “E tu sarai sicuramente il più tremendo pirata dei Sette Mari!” aggiunse Lizzie, coricandosi sulla sabbia, anche lei bella ubriaca.
“Non solo dei Sette Mari, tesoro. Di tutti gli oceani! Di tutto il mondo! Dovunque vorremo andare, andremo. Una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, uno scafo con un ponte e le vele, sì una nave è fatta così. Ma ciò che una nave è… ciò che la Perla Nera è in realtà... è libertà!” adesso capivo come mai ci tenesse così tanto alla Perla, per lui era un simbolo di libertà.
“Propongo un brindisi!” esclamai alzando la mia bottiglia di rum. “Alla Libertà!”
“Alla Libertà!” ripeté Elizabeth. “Alla Perla Nera!” dichiarò Jack, invece.

Ci scolammo tutta la bottiglia e ci coricammo sulla spiaggia. Jack aveva un braccio sulla mia spalla, ma la cosa non mi importava, avevo sonno, e volevo dormire. Appoggiai la mia testa sul suo petto e, finalmente, chiusi gli occhi, addormentandomi.
 
 
 
   
 
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