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Autore: Alby_1994    05/09/2015    0 recensioni
La storia segue le vicende di Christina Collins, una sedicenne che scopre di essere una strega in seguito a un piccolo incidente. E giorno dopo giorno verrà a conoscenza dei segreti che riempiono il suo tragico passato.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

- Esattamente, dove si trova questa scuola, signora Price? - chiese Alex incuriosito. Intanto, il sole stava tramontando e la città e i palazzi e le case erano illuminati da un'intensa luce sanguigna.         - Oh, chiamami pure Amelia, lo preferisco - disse sorridendo. - E comunque non è una scuola è un istituto. Ciò significa che funge anche da rifugio per le streghe e stregoni in difficoltà.                           - Ma, non hai paura? - domandò Chris ad Alex sottovoce per non farsi sentire dalla strega, mentre camminavano sulla strada diretti chissà dove.                                                                                                 - E perchè dovrei averne? Insomma, vuole aiutarti. Non mi sembra una donna cattiva - rispose Alex, sottovoce. Nel frattempo, Amelia aveva svoltato in un vicolo ceco.  I ragazzi la seguirono. Chris provava tante emozioni in quel momento. Ansia, confusione, paura. Soprattutto paura. Paura della propria natura. Arrivati alla fine del vicolo Amelia si girò, sempre col sorriso sulle labbra.                     - Eccoci arrivati - disse in tono allegro. Chris e Alex si guardarono confusi.                                         Poi, Chris disse: - ma qui c'è soltanto un muro.                                                                                               - E spazzatura - aggiunse Alex, indicando con un ampio gesto del braccio, le bottiglie di vetro rotte e carte sporche che svolazzavano sul pavimento. Amelia sembrava divertita della confusione dei due ragazzi. Si voltò verso il muro di mattoni rossi sovrapposti l'uno sopra l'altro, alzò il braccio destro e posò il palmo sul muro umido e sporco. Improvvisamente dalla mano scaturirono scintille bianco-azzurre che si irradiavano nel muro e si allargavano come crepe. Poi le scintille iniziarono a vorticare in senso orario e al centro iniziò a comporsi un'immagine che si allargò sempre più. Il varco era ampio e allungato. La scia bianco-azzurra continuava a vorticare. Chris vedeva solo nebbia nel varco, una fitta nebbia bianca. Alex e Chris spalancarono gli occhi per lo stupore.             - Ma cosa... - Alex non riuscì a concludere la frase.                                                                                         - E' un portale, ci condurrà direttamente ad Evelyne - spiegò Amelia. - Avanti, afferrate le mie mani - aggiunse girandosi verso il portale e aprendo le mani. Chris e Alex si guardarono per un istante, indecisi sul da farsi. Quella donna era pur sempre una sconosciuta. Ma Chris voleva saperne di più su tutta quella faccenda, quindi fece un passo avanti e strinse la mano della strega. Alex la imitò subito dopo. Poi, Amelia avanzò verso il portale, verso quella nebbia fitta. Per un attimo Chris immaginò che sarebbe caduta nelle nuvole e sprofondata chissà dove, invece si trovarono in un altro posto. Mentre oltrepassavano il portale gli si contrasse lo stomaco, come se qualcosa o qualcuno glielo stesse stringendo. Vide il varco chiudersi alle loro spalle. Lei e Alex respinsero un conato di vomito.                                                                                                                                                     - Oh, era la prima volta per voi, quindi è normale che vi sentiate così - disse con una smorfia di dispiacere. - Ma la prossima volta andrà meglio - finì la frase facendo l'occhiolino.                                 - Ma questa è Brooklyn! - esclamò Chris,riconoscendo le case incollate l'una di fianco all'altra. - Ci sono stata con mia nonna molte volte. - Sua nonna.Oh, no, a quest'ora nonna Emily starà tornando a casa. Si sarebbe preoccupata non trovandola in casa.                                                                               - Esatto - confermò Amelia.                                                                                                                                   - Signora P...ehm, Amelia, ci vuole ancora molto - disse - ormai, è quasi buio e io dovrei tornare a casa o mia nonna penserà che mi sia successo qualcosa.                                                                         - Ah, non preoccuparti, provvederò io stessa a fare un incantesimo di memoria a tua nonna se preferisci non dirgli niente della nostra gita pomeridiana - la rassicurò.                                                     - Non ce ne sarà bisogno, la coprirò io. Ci inventeremo qualche scusa - affermò Alex.                           - Bene, allora andiamo o faremo tardi - disse la strega.

Camminarono per diversi isolati. Chris e Alex avanzavano sulla strada, fianco a fianco, invece Amelia camminava davanti a loro. Le case finirono e Chris vide una villa e...spalancò gli occhi per lo stupore. Era la tenuta nella foto in cui vi era raffigurato suo papà. Ma sua nonna le aveva detto che era di un amico di suo padre e che era stata abbandonata. Evidentemente, aveva mentito. Magari era anche a conoscenza dei suoi poteri, ma non gli aveva mai rivelato nulla. Perchè? Perchè sua nonna aveva mentito, continuava a ripetersi nella mente.                                                       - Benvenuti a Evelyne - disse Amelia sorridendo. L'imponente struttura di pietra dipinta bianco era costituita da tre piani, circondata da un ampio giardino cintato da una siepe. Il tetto di legno scuro si ergeva a forma di cono sulla tenuta, come fosse stato costruito su una torre. Il cancello nero di ferro battuto racchiudeva l'intera struttura, compreso il giardino. - Amelia Price - disse la strega rivolta al cancello. Improvvisamente, il cancello si aprì con uno scatto. Poi Amelia si girò verso di loro e sorrise. - Andiamo.                                                                                                                                   La strega oltrepassò il cancello per prima e Chris e Alex la seguirono a ruota. Il cancello si chiuse da solo con uno scatto. Superarono anche il giardino pulito e curato. L'entrata principale era preceduta da una lunga e lussuosa scalinata dello stesso colore delle pareti esterne della tenuta. Chris si rese conto solo in quel momento che in effetti le pareti di pietra non erano esattamente bianche, ma color panna. Quel colore rendeva anche più lussuosa la tenuta, più elegante. Il portone d'ingresso era maestoso, fatto di legno duro e scuro come quello del tetto. Amelia si mosse in avanti e iniziò a salire la lunga scalinata. Chris e Alex dopo un istante di esitazione si affrettarono a raggiungere la strega che ormai, aveva già raggiunto il portone principale. Arrivati dinanzi al portone i ragazzi si posizionarono l'uno alla destra di Amelia e l'altra alla sinistra. Amelia spinse il portone d'ingresso usando entrambe le mani e con una certa fatica riuscì ad aprirlo. Davanti a loro vi era un lungo corridoio. In fondo, Chris notò che c'era un'altra lunga scalinata che si divideva in due direzioni. Le pareti color panna erano tappezzate da innumerevoli quadri che raffiguravano battaglie magiche, libri luminosi e personalità illustri. Il pavimento era in legno scuro ed era ricoperto da un lungo tappeto rosso-panna. Percorsero il lungo corridoio e arrivarono fino in fondo. Alla fine del corridoio, prima della scalinata, si aprivano altri due corridoi, uno a destra e l'altro a sinistra. Entrambi concludevano con delle porte doppie scorrevoli di legno scuro.                   - A destra si va nella sala pranzo e a sinistra ci sono le aule - spiegò Amelia. Chris e Alex si guardavano intorno stupiti. Non erano abituati a vedere tutto quel lusso. - Di sopra, a destra ci sono le camere da letto e a sinistra gli uffici dei professori e la presidenza - riprese la strega, indicando con un gesto vago la scalinata imponente di fronte a loro. - Forza, muoviamoci. La preside Watson ci attende. - Amelia salì la scalinata e deviò a destra. I ragazzi fecero lo stesso, tenendosi giusto un pò, dietro la strega. Percorso il lungo corridoio. Lampade di vetro a forma di margherite pendevano a intervalli regolari dalle pareti ed emanavano un bagliore dorato soffuso. Entrambi i lati del corridoio erano fiancheggiati da porte di legno scuro chiuse. Arrivarono fino in fondo. Dalla finestra di fronte, Chris vide che il cielo stava passando dal blu chiaro al nero. Le stelle brillavano in cielo come tanti brillantini. Sicuramente, sua nonna era tornata a casa e si stava chiedendo che fine avesse fatto sua nipote. Amelia si fermò davanti alla porta alla sua sinistra. Sulla porte vi era attaccata un targhetta d'oro con sopra inciso un nome: Preside Abigail Watson.                                     Amelia battè il pugno tre volte sulla porta. - Avanti - disse una voce proveniente dalla stanza. La strega Amelia fece girare la maniglia e spalancò la porta. Entrò con rispetto nella stanza e si fermò davanti alla scrivania, dietro la quale vi era seduta una donna anziana su una poltrona di pelle marrone scuro. Amelia vedendo i ragazzi imbambolati ancora fermi fuori della stanza, gli fece cenno di avvicinarsi. Chris avanzò timidamente verso la scrivania con Alex alle calcagna.                     - Chi è dei due? - domandò la preside ad Amelia senza guardarla.                                                           - La ragazza è la strega, il ragazzo, invece, è un umano, ma ha voluto accompagnarla - disse Amelia che ora non sorrideva più. - E' il suo migliore amico.                                                                         - Capisco - disse l'anziana donna, annuendo leggermente. I suoi lineamenti erano duri quanto quelli di sua nonna, osservòChris. La preside aveva intensi e scuri occhi marroni, sopracciglia folte e un lungo naso acquilino. Le labbra erano talmente sottili che si notavano appena e i capelli rossicci era acconciati in un elegante chignon. - Tuttavia, credo sia meglio che il signorino aspetti fuori, professoressa Price - riprese la preside in tono pacato.                                                                     - Oh, certo - prese per un braccio Alex e lo condusse fuori gentilmente, chiudendosi la porta alle spalle. Adesso Chris era sola nella stanza con la preside. Dietro la scrivania c'era un'enorme porta-finestra di legno. Alla parete destra vi erano inchiodati dei quadri che raffiguravano uomini e donne dall'aria distinta. Alla parete sinistra vi era appoggiata una libreria e gli scaffali erano pieni zeppi di libri rilegati in pelle. Vicino agli scaffali vi era un caminetto di pietra grigia. In quel momento non c'era nemmeno un ramoscello che ardeva lì dentro perchè era metà settembre e non faceva tanto freddo.                                                                                                                                                             - Prego, accomodati - disse la preside alzandosi dalla poltrona e indicando una delle due poltrone di fronte a lei. Indossava un tailleur nero simile a quello che indossava sua nonna quella stessa mattina. La donna era alta, slanciata e magra come uno spillo. Chris si sedette sulla poltrona alla sua destra. Notò che era un pò più piccola di quella della preside, ma dello stesso colore. - Sono Abigail Watson, preside di Evelyne - si presentò la donna mentre tornava a sedersi. - Lei è? - chiese inclinando leggermente la testa di lato. Chris ci mise un pò a capire che quella domanda era rivolta a lei. Era strano sentirsi dare del lei, pensò.                                                                                   - Oh, mi chiamo Christina...Christina Collins - rispose infine. Gli occhi della preside si illuminarono per un momento.                                                                                                                                                     - Ah, conoscevo i tuoi genitori - disse. Chris battè le palpebre e sentì il cuore saltare un battito. L'ansia e la paura che provava fino a un attimo prima si erano improvvisamente tramutate in stupore e curiosità. Quella donna conosceva i suoi genitori.                                                                         -  Come li ha conosciuti? Quando? - domandò Chris freneticamente. La preside Watson alzò una mano per farla zittire, l'espressione dura e spigolosa. Chris tacque all'istante. Quella donna sprizzava autorità da tutti i pori. Poi, la preside abbassò la mano e iniziò a parlare lentamente. Chris si protese in avanti per non perdere nemmeno una parola.                                                               - Erano studenti di questo istituto - spiegò. - Tra i migliori. Io, allora, ero soltanto una delle professoresse di questo istituto, ma devo ammettere che erano tra i miei preferiti. Soprattutto tua madre.                                                                                                                                                                       - Ma allora anche loro erano... - fece per dire Chris.                                                                                         - Stregoni?Sì. - la interruppe la preside con una leggera nota amare nella voce ferma e composta. Chris riuscì a malapena a trattenere le lacrime. Anche i suoi genitori era come lei, quindi. Sua mamma era una strega e suo padre uno stregone. - Posso chiederti con chi vivi signorina Collins? - domandò gentilmente la preside.                                                                                                                     - Con mia nonna Emily, Emily Gray, a New York - rispose Chris alzando nuovamente lo sguardo sul viso spigoloso della donna. Le labbra di quest'ultima gli si erano increspate in un mezzo sorriso.     - Conosco anche tua nonna, era una mia cara amica, ma dopo la Guerra Ombra mi disse che sarebbe andata a vivere con l'unica nipote che aveva nel mondo degli umani, come un'umana. Da quel giorno non l'ho più rivista - disse la preside che sorrideva leggermente con amarezza.               - Scusi, mi sta dicendo che mia nonna sapeva che i miei genitori erano stregoni e non mi ha mai detto niente? - chiese Chris in tono aspro. L'espressione autorevole era tornata ad affacciarsi sul viso della preside Watson, invecchiato dalle rughe.                                                                                       - Sì, ovviamente anche tua nonna è una strega. In effetti, è una strega molto, molto potente.               Chris in quel momento si sentiva profondamente tradita. Tradita dalla persona a cui teneva di più al mondo. Sua nonna. Sua nonna era una strega e non gli aveva mai rivelato la verità sui suoi genitori e probabilmente i suoi genitori non erano morti in un incendio. Aveva mentito anche su quello. Era sicuramente l'ennesima bugia, pensò Chris.                                                                               - I miei genitori non sono morti in un incendio, vero? - domandò Chris battendo le palpebre.               - Preferisco che a chiarire questo sia tua nonna - disse la preside. - Ora, signorina Collins veniamo al dunque. Questo è un istituto che accoglie streghe e stregoni di tutto il pianeta - disse - Qui lei potrà imparare a controllare i suoi poteri e alloggiare, se ne ha bisogno - aggiunse. - Evelyne è un istituo completo. Il migliore di tutto il pianeta.                                                                                           Chris era ancora stordita e arrabbiata per ciò che aveva scoperto ma si costrinse comunque ad ascoltare. - Adesso, può andare. La professoressa Price provvederà a spiegarle accuratamente tutto ciò che le serve sapere.                                                                                                                                 Chris si alzò lentamente, ancora confusa, e si diresse verso la porta. Mise la mano sulla maniglia e disse: - Grazie. è stata più sincera lei, con me, che mia nonna in tutta la sua vita.                               Girò la maniglia ed uscì, lasciandosi un milione di domande senza risposte alle spalle.

  
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