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Autore: Applepagly    07/09/2015    2 recensioni
Sei vittima di un brutto scherzo, la pedina di un gioco più grande di te; inarrestabile e i tuoi demoni incontenibili, come i tuoi denti che si digrignano e trovano la forza per piegarsi in un sorriso di sangue.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Nuovo personaggio, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Numero 102
 
 
  Con un'espressione a dir poco terrorizzata, Carter avanzava dietro a Yuffie che, a sua volta, cercava di stare attaccata a Red il più possibile.
- Avete paura, ragazzi? - li prese in giro lui. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, quel posto angosciava parecchio anche lui.
- Assolutamente no! - smentì subito la ragazza, offesa come se lui avesse chiesto di poter maneggiare le sue Materia. - Non ho certo paura di questi cosi, io. E poi sono morti. Tutti morti!
Fece la linguaccia ad una vasca di vetro. Era piuttosto appannata. - Non possono mica alzarsi, giusto?
- Beh, la dottoressa Elredge ha dimostrato il contrario... - fece notare il fattorino, tremando. - E... e non credo sia una buona idea, restare qui dentro.
- Sì, in effetti hai ragione. In fondo, noi siamo qui per un motivo e stiamo perdendo un mucchio di tempo... ma... ma non è perché io abbia paura, anzi... - ridacchiò, isterica. Red la stava ascoltando, quando il suo occhio captò un movimento. - E' che...
- Taci, Yuffie. - sussurrò lui, tendendo le orecchie.
Lei sbuffò, infastidita. - Oh, ma insomma, Red! Adesso ti ci metti pure tu, non bastava quel nicotinomane a...
Carter le tappò la bocca con una mano, gli occhi sgranati e pieni di panico. Chi era, quella figura che stava davanti alla porta da cui erano entrati?
  - Fatti avanti. - la invitò Red, con apparente calma. - Chi sei?
Se è quel che credo... pensò, osservando il bagliore giallo negli occhi del nuovo arrivato. Non si tratta di uno dei risorti.
Fece per lanciarsi su di loro, ma i riflessi di Yuffie sorpresero tutti e, con l'ausilio di una delle sue Materia, pietrificò l'individuo all'istante. Lei aveva assunto un ciglio terrorizzato ed arrabbiato al tempo stesso. - Se quelli che riporta in vita sono tutti così...!
- Non credo si tratti di loro. Prima abbiamo sbagliato, a scambiare questo posto per un laboratorio. - asserì Nanaki, avvicinandosi alla statua di pietra. Quello che aveva tentato di aggredirli sembrava un bambino. Doveva anche essere affetto da nanismo, perché i tratti del suo volto, seppur mostruosi, sembravano quelli di un quasi adolescente; il corpo, invece, era minuscolo.
 Eppure, dev'essere capace di squartare le persone solo con quei chiodi che devono avergli cucito al posto della dentatura, rabbrividì. Quella donna è assolutamente immorale... - Questa dev'essere la stanza in cui riposano tutti i "guerrieri" della dottoressa.
E, in effetti, alla base di ogni vasca vi era una targhetta che riportava un numero. - Proprio come le cavie di un esperimento... - mormorò Carter, con amarezza. - E quanti ce ne sono...!
Già... chissà chi era, tutta quella gente. Chissà quali erano i loro nomi, le loro storie, le loro vite. O forse sarebbe stato più corretto dire "erano stati"?
Nessuno poteva sapere con certezza da quanto stessero lì. Alexandra pareva avere l'età di Feera, perciò poteva benissimo aver iniziato a raggruppare combattenti secoli prima. E chissà in che pena dovevano essere stati i loro amici ed i loro parenti, non vedendoli più rincasare così, all'improvviso...
  - Comunque, - abbozzò un sorriso. Non voleva nemmeno pensarci. - non pensavo che usassi davvero tutte quelle Materia che ti porto in giro.
- Scherza poco, Red. - sbuffò lei, fissando uno dei corpi nelle vasche. Si trattava di un uomo che doveva essere sulla trentina. - Mi sono presa uno spavento che non hai... no, aspetta; che ho appena detto? Certo; per voi! Le mie Materia sono da adoperarsi in casi del tutto eccezionali. Hey, - ridacchiò. - non vi pare che questo tipo somigli tutto a Vincent? Guardate bene... sembra un vampiro anche lui! E poi...
- Yuffie. - tagliò corto Carter, imboccando l'uscita a passo spedito. - Non c'è tempo... le Weapon! Dobbiamo trovare le Weapon, e ci aspettano ancora un mare di scale!
  A loro restavano ancora molti scalini da percorrere, prima di trovare quel che cercavano; qualcun altro, invece, era già alle prese con i suoi ricordi.
 
  Cloud stava immobile su quella sedia da un po' di tempo, ormai.
Lo sguardo perso nel vuoto, ci mancava solo che si mettesse le mani tra i capelli.
- Cloud. - lo scosse Feera, piazzandosi davanti a lui. Guardare lei era un po' come guardare Tifa. Troppo simili... - Stai bene?
Scosse la testa. - No. Tutto questo è ridicolo e... - cercò le parole giuste. - Mi chiedo cosa stia combinando Vincent, cosa ne sarà di lui. E, anche, non so cosa ne sarà di noi tutti. Feera...
- Oh, Cloud... posso rispondere solo alla prima delle tue domande. - disse, carezzando il suo scettro. Lasciò scorrere le lunghe dita per tutto il legno, fermandosi in prossimità di due simboli verdognoli.
Batté il bastone in terra, quando comparve davanti a loro qualcosa che lasciò lui e Cid a bocca aperta.
  Dalle incisioni dell'asta scaturì una luce del colore degli stessi; pian piano, quei bagliori luminosi andarono ad unirsi, compattandosi in quella che era l'immagine di Vincent.
Una donna gli stava avvinghiata e... ma la conoscevano! - Ma quella è Lucrecia...! - trillò Cloud. - Che diamine ci fa, qui? Lei... lei era...
- Non è quella vera; dico bene? - fece subito il Capitano a Feera, scuotendo la testa.
Lei sorrise. - No, infatti. Come l'hai capito?
- Non so. - sospirò quello, sotto lo sguardo curioso e sbalordito dell'altro. - Non avrebbe motivo di stare in questo posto. Lei non è morta, se ben ricordo.
- In effetti... ma, allora... - considerò il ragazzo. - Allora chi è, quella?
La donna conosceva molto bene quella creatura. - Si tratta di un Mutaforma. Alexandra era riuscita ad impiantare, nel corpo di un umano, un meccanismo di mutazione basato sul sistema Materia. - spiegò. - L'individuo in questione è capace di assumere l'aspetto di qualsiasi cosa o persona desideri. Nel caso di Vincent, Heeana ha ben pensato di mettergli contro il fantoccio di una persona che ha amato molto, nella speranza che possa stroncarlo senza che lui si difenda.
Ora si capivano molte cose. Però... - Anche se si dovesse trattare di un fantoccio, Vincent non muoverebbe un dito, contro di lei!
Alexandra aveva giocato una mano davvero brutta. Per loro, almeno...
Feera scosse la testa, con un sorrisetto beffardo sulle labbra. Ancora una volta, le sue previsioni erano state giuste. - Non ci giurerei. - indicò l'immagine che lo scettro proiettava.
  Vincent guardava Lucrecia perplesso.
Chi era, quella donna...? - Lucrecia...? - ripeté, confuso.
Lei continuava a cercare il suo sguardo. - Vincent... non mi riconosci? - mormorò, facendolo dubitare ancor di più. Conosceva quella voce... no? Sì... somigliava a quella di qualcuno ma... no, se lo sarebbe ricordato, altrimenti.
- Dev'esserci un errore. - la scostò quindi. - Io non conosco alcuna Lucrecia. Ma se tu sei qui, significa che sei tu, la mia avversaria.
- Ma cosa dici... Vincent...? Io sono qui per te! - fece lei. Ma Vincent non voleva lasciarsi incantare.
Normalmente, non avrebbe mai torto nemmeno un capello, ad una donna; ma, se quella era una delle guerriere di Alexandra, significava che la sua aria così fragile fosse solo un'apparenza.
Puntò la pistola in sua direzione, pronto a premere il grilletto. - Non so chi tu sia, - disse prima di compiere il fatidico gesto. - ma ti consiglio di arrenderti.
L'espressione amareggiata ed incredula di lei si trasformò subito in un ghigno mostruoso; e, prima che lui potesse muoversi, l'aveva paralizzato.
La lunga chioma chiara, raccolta in alto, aveva preso ad allungarsi, fino ad avvolgere Vincent completamente. - Non resisterai. Nessuno è mai riuscito a farlo. - ringhiò la donna, il volto ormai deformato.
  I suoi capelli lo tenevano in una presa di ferro, e ben presto iniziarono ad emanare freddo. Quella creatura lo stava congelando, in qualche modo.
- Questa - disse, rubandogli la pistola di mano. - non ti servirà più.
La scagliò lontano, tornando a concentrarsi sul programma di surgelamento che stava attuando. - La dottoressa deve aver sbagliato a fare i conti... - sospirò, sedendosi a terra. - Poco male. Aspetteremo che tu diventi una perfetta statua di ghiaccio.
Sentiva le dita assiderarsi, ormai. Devo fare qualcosa.
Aveva con sé la Materia di fuoco e... Ho un'idea.
  Cercò quindi di sfilare la sfera verde dalla tasca ma, proprio quando era riuscito ad afferrarla, gli si paralizzò la mano. E la Materia cadde.
- Ma guarda. - rise la nemica, alla sua vista. Si chinò a raccoglierla. - Cosa credevi di fare, con questa?
Vincent colse l'occasione, in modo tale da utilizzare, con l'altra mano, la Materia di Reflect. La strinse forte e, ben presto, un urlo agghiacciante riempì la sala e le orecchie della stessa Alexandra.
  Il Mutaforma si ritrasse, urlando per il freddo che iniziava a percorrergli le vene.
Ora, nel centro della stanza si ergeva la splendida scultura di cristallo di una donna. Che poi la stessa avesse il volto contratto in una smorfia di dolore, non contava.
  L'uomo si rialzò, riappropriandosi della sua arma.
Erano quelli, i burattini di Alexandra? Vincent non era il tipo di persona che ostentava superbia, ma se tutti i combattenti decantati erano così...
Però si sentiva confuso più che mai. Si sentiva come se avesse avuto un vuoto di memoria; e, come lui, anche Cloud e Cid erano spaesati.
Vincent aveva appena tolto di mezzo colei che rispecchiava l'unica donna che lui avesse mai amato in vita sua, colei per cui aveva passato buona parte del suo tempo chiuso in una bara... - Ma sono io che vedo male o...? - il Capitano si stropicciò gli occhi.
I due si voltarono verso Feera, aspettandosi una spiegazione per ciò che avevano appena visto.
- Oh, perché credete che c'entri io? - sbuffò lei, a metà tra il divertito e lo sconsolato.
- Perché tu c'entri sempre. - le fecero notare.
Allora si arrese e spiegò loro di come avesse sottratto a Vincent il ricordo di Lucrecia, in previsione di quel che sarebbe potuto accadere avendo a che fare con Heeana. Da una parte, era soddisfatta di aver visto giusto; ma dall'altra, ora aveva la certezza che i suoi sospetti sull'avversario successivo fossero fondati.
  E ne fu ancora più sicura quando, dopo che Cloud fu chiamato all'altoparlante, il bastone ne presentò l'immagine, alle prese con quella che pareva essere Tifa.
 
Numero 102; Tifa.
 
 
Noticine:)
E, con un giorno di ritardo ( sì, scusate, ma ieri sono stata a casa pochissimo...), eccomi qui!
Ci siete rimasti male per Tifa? Lo so, lo so; anche io. Ma come si risolverà, la situazione?
Feera ha l'incredibile potere di fare previsioni corrette per fatti che riguardano anche situazioni molto lontane; per questo, l'aver privato Vincent del ricordo di Lucrecia è stato, col senno di poi, un colpo di genio. Ma per Tifa? E gli altri tre bricconcelli ce la faranno?
Okay, la smetto con le domande da programma televisivo e... beh, avrete notato che le Materia assumono un ruolo sempre maggiore ( in effetti, dovrebbero aggiungerle alla lista dei personaggi solo per le mie storie, quasi...) perché le trovo davvero utili, soprattutto in casi come quello del nostro povero Vince!
Ora devo andare, ho una cosetta da pubblicare e... ah, il prossimo capitolo dovrei postarlo giovedì, perciò ci vediamo presto!
TheSeventhHeaven
  
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