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Autore: Gelidha Oleron    09/09/2015    2 recensioni
"Le principesse non stanno con i pirati, Bibi" si abbassò la visiera del cappello sugli occhi, non riuscendo però a mascherare l'amarezza di un sorriso sghembo "Accade soltanto nelle fiabe, questo dovresti saperlo"
"Ma tu sei molto più di un pirata!" ribattei con le lacrime agli occhi, ostinata "Chi si ferma alle apparenze è soltanto uno sciocco che non ti conosce bene!"
"Tu hai tutto" si fece serio "Servitù, palazzi sfavillanti, gioielli costosi... l'ultima cosa di cui hai bisogno è un fuorilegge squattrinato che oscuri la tua popolarità"
"Credi davvero che m'importi di tali futilità?"
"Il punto è che io non merito i tuoi sospiri d'amore, principessa. Sono sporco dentro. E nemmeno le tue lacrime possono curarmi"
Perché Ace, sfuggente, era oceano: andava e tornava come le onde del mare, indecise, traportate dal vento, come la risacca che non appena tocca sabbia viene immediatamente risucchiata dalla marea, così lui era impaziente di tornare al largo.
Kosa, impetuoso, era deserto indomabile: impossibile controllarlo, impossibile sfuggirgli. Diventava, così, un'oasi di terra sicura in mezzo al tempestoso mare d'incertezza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kosa, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Salve a tutti Emoji mi ripresento dopo una vita (!!!) con un'altra storia che vede come protagonista un triangolo amoroso "old but gold": BibixKosaxAce!

Inutile dire che era da tanto che volevo scriverla, ma proprio in questi giorni mi è capitato di rivedere degli episodi di Alabasta e allora ho finalmente messo la penna sul foglio.

Manco da questo sito da un po', ma spero comunque che possiate apprezzarla e che vi piaccia. Se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, mi farete felice!

 

Precisazioni: "Terra marique" è un'espressione latina che significa "per terra e per mare" e ogni capitolo sarà scandito da una citazione del mondo classico che poi vi tradurrò nelle notte sottostanti (capirete il perché : 3);

Punto di vista di Bibi, ambientazione Alabasta (ovviamente), tempo appena dopo un mese le vicende della Baroque Works.

Credo sia tutto! Buona lettura!





 

 

Terra Marique

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

"Amicus diu quaeritur, vix invenitur, difficile servatur"

 
(San Gerolamo) 
 
 
 
 
 
 
Nelle notti d'Oriente, lontane dal mondo, egli mi veniva a cercare;
più forte del vento, superava le dune del deserto, attraversava la città e si confondeva con gli aromi dei venditori di spezie;
più delizioso che mai, il suo profumo era di gran lunga migliore di tutti quelli venduti a gran prezzo al mercato;
sapeva di mare e di libertà, era aria fresca venuta a scombussolare il calore della mia razionalità, perché per terra e per mare aveva promesso di rincorrermi, pur di avere una speranza: un pirata all'eterna ricerca della sua principessa...
 
 
 
 
 
 

Era ormai trascorso un mese dalle vicende di Alabasta: grazie a Rufy e ai suoi compagni, eravamo riusciti a cacciare Crocodile dal regno e a far tornare la pace. Ora l'isola appariva più gaia, più solare, più spensierata: dall'aridità di Yuba fino alla sfarzosità di Alubarna, il regno di Alabasta poteva dirsi finalmente rinato.
Avevamo combattuto tutti coraggiosamente e avevamo salvato questo splendido paese dal caos generato dalla Baroque Works. In alcuni momenti ci era parso impossibile placare la violenta guerra civile che dilagava ma, alla fine, unendo le nostre forze ce l'avevamo fatta.
Pian piano, tutto era tornato alla normalità: Chaka e Pell alle loro consuete occupazioni, Igaram con i suoi esercizi canori, mio padre alle prese con i lavori di ricostruzione che, in tempo record, stavano riuscendo davvero alla perfezione, e io in giro con Karl.
Il vento mi scompigliava i capelli, mentre il mio amico mi teneva in groppa e sfrecciava attraverso il deserto. Avevo deciso di non seguire i ragazzi per mare ma di restare accanto a mio padre a governare, mi assumevo le mie responsabilità da principessa anche se, lo sapevo, avrei sempre pensato ai pirati di Cappello di Paglia con il magone.
Un sorriso m'increspò le labbra: scivolando sulla sabbia, mi resi conto di essere veramente libera, niente più pericoli e finzioni, finite le preoccupazioni, finalmente potevo godermi l'aria del mio paese e chiudere gli occhi, sospirando tranquilla.
In verità, una piccola preoccupazione ce l'avevo: Kosa.
Una volta terminata la guerra, aveva subito raggiunto suo padre a Yuba: proprio come in passato, probabilmente, sentiva ancora una forte responsabilità nei suoi confronti e non avrei potuto dargli torto, dato che negli ultimi anni Toto si era davvero ridotto pelle e ossa pur di non abbandonare la sua adorata oasi.
Quando arrivai, mi accorsi che l'oasi, in effetti, non avrebbe potuto vantare fondatore migliore: bastava dare un'occhiata in giro per vedere fiori e piante in quantità, strade pulite e acqua potabile per tutti.
"Ma è la principessa Bibi!" alcuni passanti non tardarono a riconoscermi "Vostra Altezza, è un onore averla qui!"
"È venuta a trovare il suo amico d'infanzia? Quanto si tratterrà?"
Il brusio fece immediatamente uscire Toto che, come sempre, mi accolse a braccia aperte "Bibi! Oh, che sorpresa! Come stai?"
"Ciao, Toto" lo abbracciai, intenerita, davanti agli occhi di tutti i presenti "Ti trovo bene"
"Kosa sarà felice di vederti!" sorrise "Accomodati pure dentro, avrai sete, sarai stanca..."
Lasciai Karl fuori "Grazie" sorrisi di rimando, seguendolo, accompagnati dal vociare esterno.
"Kosa!" chiamò a gran voce, una volta in casa "È arrivata Bibi!"
"Non preoccuparti" mi affrettai a rispondere "Lo raggiungo nella sua stanza"
"Come preferisci, cara" fece spallucce lui.
Era l'odore dell'infanzia: profumi di giochi per bambini e troppi dispetti, fragranza che ti accompagna durante tutta la vita e che resta in un angolo della memoria, pronta a farti bagnare gli occhi non appena ne ha l'occasione, calore dell'affetto e fiducia incondizionata di persone che mi avevano vista crescere e con cui non avevo paura di essere me stessa.
Bussai alla porta della stanza di Kosa e, istantaneamente, udii la sua voce "Entra pure, Bibi"
"Ciao, Kosa" la sua camera era sempre uguale: disordinata, con appunti e libri sparsi ovunque e un vecchio poster di una spada attaccato alla parete.
Lui era disteso sul letto, come se mi stesse aspettando da un pezzo. Nonostante il suo sorriso, non potei evitare di indugiare con lo sguardo sulla fasciatura che ancora gli ricopriva il petto.
Non resistetti e mi fiondai ad abbracciarlo "Oh, Kosa, mi dispiace tanto! Porti ancora le bende?"
Lui parve sorpreso di tanta confidenza, ma poi si sciolse e mi cinse, accarezzandomi i capelli "Sto molto meglio adesso, non devi preoccuparti"
Purtroppo, ero riuscita a vederlo soltanto una volta durante quel mese, troppo impegnata ad aiutare mio padre a rimettere insieme i cocci. Tuttavia, m'informavo quotidianamente sul suo stato di salute e, quando potevo, gli mandavo qualche manicaretto preparato da Terracotta, la moglie di Igaram.
"Kosa..." gli occhi mi si fecero lucidi, mentre attraversavo con le dita le bende che gli coprivano le ferite ancora in fase di guarigione "Tu lo sai che se fossi morto, avresti ucciso anche me, vero?"
Percepii dolcezza oltre le sue lenti viola "Lo so" mi strinse la mano: era calda, ma anche ruvida.
Le piccole consapevolezze di chi si conosce da sempre: quasi complementari, ci anticipavamo le parole e le azioni, uno sguardo era sufficiente e, in un istante, io sapevo cosa avrebbe fatto lui e lui sapeva cosa stavo pensando io.
"Non ricordo molto di quel giorno" replicò dopo un attimo "Soltanto il mio nome urlato dalla tua voce straziata..." si rabbuiò, con i pensieri altrove: entrambi stavamo rivedendo mentalmente la tragica scena.
Si portò una mano sulla fronte e strinse gli occhi, mentre con l'altra mi teneva ancora la mano "Mi rimbomba ancora nei timpani durante la notte"
Vivere senza lui non sarebbe stato possibile: era parte di me, intrinseco nelle mie viscere, mi ribolliva nel sangue e viveva nei miei occhi.
"Sai, sarei stato felice di andarmene con la tua voce" mi strinse la mano ancora più forte e abbozzò un sorriso malinconico "Solo, sarei stato male al pensiero di saperla così in pena per me"
"Oh, Kosa..."
I nostri volti si avvicinarono lentamente, mentre i nostri occhi si chiudevano: così, come a sugellare un patto stretto da tempo, le nostre labbra s'incontrarono e ci baciammo dolcemente, consapevoli l'uno dello straripante affetto dell'altra.
Non era il nostro primo bacio: era successo un'altra volta, quando eravamo solo dei bambini. Da allora, per qualche strana ragione, eravamo stati sempre separati, eppure sempre vicini.
Lui era con me in ogni mio viaggio, in me ad ogni decisione importante... e tradurre in un bacio questo legame indissolubile era davvero il gesto più delicato con cui potessimo esprimerci.
La finestra dava sull'ingresso dell'abitazione e, dal basso, ancora arrivavano le voci dei curiosi.
Tra me e Kosa ci fu un momento di silenzio, poi lui parlò "Bibi, so anche un'altra cosa" affermò con tono solenne, non mollando la presa alla mia mano "Uno dei motivi per cui non hai seguito quei ragazzi... sono io"
Per l'ennesima volta, indovinava i miei pensieri senza che gliene parlassi. Non dissi nulla, semplicemente abbassai lo sguardo.
"Bibi..." mi sfiorò il volto con la mano "Sei stata molto coraggiosa"
Di nuovo, mi venne da piangere "Anche tu lo sei stato" trattenni la sua mano sul mio viso "Fin troppo. Non riprovarci mai più, hai capito?"
Scoppiò a ridere "Non succederà, tranquilla"
Mi rincuorò "No, non succederà"
 
 
 
 
 
"Sono tornata!" annunciai, togliendomi il mantello.
"Principessa!" mi corse incontro Igaram "Stavamo cominciando a preoccuparci!"
"Bibi!" si aggiunse mio padre "Dove sei stata? Approfitti della distrazione generale per sgattaiolare dove vuoi?"
"Tranquilli, sto bene" ci tenni a precisare, ridendo, ma anche intenerita dalle loro premure "Sono solo passata a vedere come stesse Kosa e vi porto i saluti da parte sua e di suo padre"
"Oh, Kosa!" s'illuminarono tutti e due "Che caro ragazzo!"
Mio padre mi cinse tra le braccia "Adesso però vieni a cena. Ora che non siamo più in pericolo, intendo recuperare tutto il tempo in cui sei stata costretta a fingere di essere un membro della Baroque Works"
Lo strinsi anch'io "Lo so, papà. Ti voglio bene"
Si emozionò "Anch'io te ne voglio"
Quella sera, re Cobra aveva invitato tutti a cenare insieme: Igaram e Terracotta, Chaka e Pell, persino Karl! Ritrovammo una quotidianità che avevamo perduto ormai da tempo, scherzando e conversando.
A distanza di soli trenta giorni, l'incubo era svanito: quanto apprezzavo quella normalità che, in altri tempi, non avrei retto! Quanto mi piaceva semplicemente stare a tavola con la mia grande famiglia che, rilassata e senza pensieri ora che anche la ricostruzione stava per ultimarsi, rideva e si dava di gomito!
Oh, Kosa, lecco ancora il sapore che hai lasciato sulle mie labbra: è stata una confidenza sussurrata, un caldo respiro che mi ha inebriata, un affetto che conoscevo bene e che, in tempi peggiori, cercavi di nascondere a causa del tuo essere capo dei rivoltosi: c'era spazio solo per la rabbia, il rancore, la morte.
...ma ora lasciati cullare da questa dolcezza ritrovata e ricostruisci, insieme a me, ciò che c'era prima: come le rovine di Alabasta, così il nostro amore rinascerà dalle ceneri e sarà, meravigliosa, una fenice impaziente di volare. ©
 
 
 
 
 
NOTE:

 "L'amico si cerca a lungo, si trova a fatica, si conserva difficilmente" (San Gerolamo)-
 
Ho già detto tutto nell'intro xD se avete domande, chiedete pure! Grazie, se siete arrivati fin qui!
  
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