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Autore: Master Chopper    11/09/2015    3 recensioni
Tratto dal Prologo...
“Riesci ad aprire gli occhi?”
Ubbidii, senza neanche sapere cosa stessi facendo.
E davanti a me si spalancò un mondo.
Finalmente vedevo!
Riuscivo a dare risposta alle miriadi di domande formulate.
Vedevo il liquido roseo che mi aveva inglobato per tutto questo tempo, vedevo numerosi tubi e legacci immobilizzarmi, ma soprattutto vedevo, anzi capivo di essere in una vasca.
Intorno a me c’era un laboratorio vastissimo, pieno di macchinari mai visti e luci abbaglianti.
Ma il rumore non … non ne vedevo la fonte.
“Grazie al cielo, sei la nostra unica speranza. Benvenuto al mondo, progetto -UNDEAD-.”
[...]
Le grandi ante si spalancarono davanti a me, lasciandomi pervadere da una puzza acre.
“Il mio nome è Oscar, Boss degli Astora.”
-ISCRIZIONI CONCLUSE-
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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I ragazzi passeggiavano tra la folla del mercato di città, scostando gli abitanti per passare il più velocemente possibile.

 

Il ragazzo tirava dritto, senza calcolare la ragazza che lo seguiva, cercando di raggiungerlo .

 

“ B-brago-sama! Aspetti!”

 

Di tutta risposta il viola rallentò appena la corsa, soltanto per voltarsi e spiazzare la ragazza con uno sguardo truce.

 

“ Sei inutile, mi rallenti soltanto …”

 

E riprese. Sempre più lontano.

 

Himeko non aveva più voglia invece di correre. Rallentò fino a fermarsi del tutto, per poi cadere sulle ginocchia con lo sguardo perso nel vuoto.

“ Brago-sama … i-io …”

 

Purtroppo un potente fragore, seguito da un sibilo che la scagliò lontano, la ricordò del perché stavano scappando.

 

 

Lentamente provò a rialzarsi dalle macerie da cui era circondata. Un rivolo di sangue le bagnava le labbra e la fronte, andando presto a macchiare il vestito.

 

“ Woah, Lambo-kun! One-shot, one kill! ” esclamò esaltato uno dei loro due inseguitori.

Vestiva una giacca di pelle sbottonata sul nudo e muscoloso torace chiaro, pantaloni larghi marroni e sandali. Era poco più basso del suo compagno, circa un metro e ottanta e aveva degli ispidi capelli rossi. Il volto sembrava molto stupido, e il naso schiacciato ricordava quello di una capra.

In entrambe le mani brandiva degli enormi machete fatti d’ossa, che brillavano di una strana luce gialla.

“ Oi, oi … non abbassare la guardia, Naito-kun …” rispose placidamente l’alto uomo dai capelli neri mossi al suo fianco.

Vestiva una camicia pezzata dai motivi a macchie di mucca, jeans corti ed infradito. Aveva la carnagione color caramello e due corna d’avorio piuttosto grandi sulla testa.

Brandiva a due mani un’ascia bipenne, anch’essa probabilmente riconducibile ad uno scheletro, pervasa da una strana aura verdastra intrisa di scintille di elettricità statica.

 

“ Signorina … noi siamo sicari della Famiglia Era … rispettivamente Naito Longchamp, il Demone Capra e … me stesso medesimo, Lambo Bovino, Demone Toro. Piacere di conoscerla.” Disse con tono formale il moro, afferrando Himeko dai capelli e sollevandola, nonostante lei provasse a liberarsi dalla presa scalciando e dimenandosi.

“ Sai … siete appena evasi da un laboratorio di ricerca di una nostra Famiglia Alleata … che vi vorrebbe morti, ecco. Per questo si è rivolta a noi.” Sogghignò malefico Naito, accarezzando il volto della ragazza.

“ Che gran peccato, eh, Lambo-kun?”

“ Già …” sospirò Lambo, socchiudendo gli occhi e sollevando con una sola mano la sua enorme arma.

“ Buonanotte …”

 

La cinerina alzò lo sguardo al cielo nuvoloso, sperando di avere come ultima vista uno spiraglio di luce.

 

Aprì leggermente la bocca, per dire le parole che fin’ora non era ancora riuscita dire.

“ Brago-sama … io ti … a-a…”

Ma la sua bocca presto venne riempita dal sapore ferroso del sangue.

 

 

Sentì un tonfo e subito dopo cadde a terra.

Vide i due sicari venire accecati dagli spruzzi rossi che fuoriuscivano dal moncone della mano con cui Lambo prima stava sorreggendo l’ascia.

Urlarono ed inciamparono su loro stessi.

 

“ Hihihi, quindi voi sapete qualcosa di questa Famiglia Era, eh?”

 

Tra la ragazza e i killer si stagliava minaccioso Brago, mentre era intento a leccarsi le unghie della mano destra, cercandole di ripulirle dal sangue.

 

“ Bastardo!” grugnì Naito, portandosi una mano al naso, adesso ancor più schiacciato e gonfio.

“ Oh, andiamo … sei stato un’ottima scala. Se non ci fossi stato tu a quell’esatta distanza probabilmente il tuo amico sarebbe ancora intero e mi avrebbe visto.” Ghignò il viola, iniziando ad incamminarsi verso i due.

 

Il Demone Capra avvertì un respiro caldo sul suo orecchio, che gli fece venire la pelle d’oca.

“Ah, no.  Stavo mentendo …”

 

Brago lo colpì al polmone con un rapido colpo di gomito sinistro, facendolo piegare su se stesso all’istante.

 

Non appena Naito si fu abbassato, riuscì a vedere il braccio ancora intatto di Lambo calare su di lui, ma rapidamente aggirò il corpo del rosso e deviò la traiettoria dell’arto con un calcio.

Sfruttò l’apertura per piazzare un potente destro su di un punto poco sopra il bacino, che fece vomitare al sicario un’alta quantità di sangue  e bile.

 

Infine, sfruttò il piede ancora a terra per fare perno e girarsi, colpendo successivamente il Demone Capra e il Demone Toro con un calcio rotante sulla faccia.

 

I corpi vennero scagliati dall’urto in due direzioni opposte, frantumando i muri di qualche casa prima di schiantarsi contro una parete più dura che mise fine al loro volo.

 

 

 

I civili ancora in fuga ormai erano molto lontani dal luogo dello schianto, così non poterono vedere quello che era appena accaduto.

Ma, non poterono fare a mano di notare, nonostante la foga nella corsa, un’enorme figura camminare al centro della strana, mentre portava legata ad una spessa catena, una creatura. Non poteva essere un cane o un qualsiasi altro animale, dato che era bipede e si muoveva con una postura dritta, seppure un po’ trascinata.

Il grasso uomo, a giudicare dalla voce, emise un baso ringhio gutturale.

“ Nessuno può scappare …”

 

 

“ Ah, quindi non siete nemmeno della Famiglia Era, giusto? Siete sicuri di non sapere proprio niente?”

Domandò con tono innocente Brago ai due sicari gonfi di lividi e doloranti.

“ S-sì …” sussurrò debolmente Naito.

“ Il nostro capo … ha detto di uccidere i Non Morti che scappano dal Rifugio.” Continuò Lambo.

“ Brago-sama, ci deve essere un errore! Noi, non siamo Non Morti … vero?” Himeko si avvicinò al ragazzo, non trovando comunque il coraggio di posargli una mano sulla spalla.

Ricordava cos’era successo all’ultimo che lo aveva fatto.

“ Vero?” ripeté, resa nervosa dal silenzio del viola.

“ Chissà … ” rispose lui, voltandosi soltanto per mostrare uno sguardo freddo.

“ Listen well, boy

There are two bells to ring

The parish above

The blighted bog found deep below

          And their guardians

Still thirst for your cursed blood …”

Immediatamente l’aria, già gelida di suo, si fece ancor più agghiacciante.

 

Per tutti, tranne che per Himeko.


 

POV HIMEKO:

 

E’ stato così bello sentirlo cantare. Ha una bellissima voce … è incantevole, è stregante …

 

Però … perché l’ha fatto?!

 

Apparteneva davvero alla famigerata Famiglia Non Morto che da secoli aveva rivoluzionato l’impero della Famiglia Era e degli altri capostipiti risalenti ad Anor Londo?

 

Il mio maestro anni fa mi aveva raccontato che nell’era degli antichi, esisteva soltanto l’esercito dei Draghi e quello dei Giganti. Dalle loro sanguinose guerre nacquero i mari, le montagne e le caverne.

 

E fu proprio in una di queste caverne, dove i giganti erano soliti rifugiarsi dopo le sconfitte, che un gruppo di ragazzi trovarono la forza, uccidendoli in gran parte, di cacciare via i Draghi e di fondare la loro Famiglia.

 

La Famiglia Era, abbreviazione di Era del Fuoco.

 

Gli uomini che avevano ucciso poco prima il maestro erano della Famiglia Bianca, un’antica alleata degli Era. Erano famosi per dare la caccia ai Non Morto, una diabolica e malsana Famiglia tristemente famosa  per le sue scorribande con le quali incutevano terrore e mettevano a ferro e fuoco città e villaggi.

Anni prima erano stati loro a portarle via i genitori, così diceva il mastro alchimista.

 

Però … se Brago fosse stato davvero un Non Morto … cosa avrei dovuto fare?

 

FINE POV HIMEKO;

 

“ Arriva qualcuno …” sussurrò Brago, alzandosi lentamente in piedi, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo dall’ombra gigantesca in avvicinamento.


 

“ Naito, Lambo … Non avete nemmeno un briciolo di volontà!” grugnì il grande uomo.

Era molto grasso, con la pelle scura e coriacea e pochi capelli grigi che spuntavano dritti dalla sua calvizia. Gli occhi erano piccoli e neri, il naso minuscolo e la bocca larga e piena di denti affilati.

Brandiva un enorme martello, simile ad il tronco di un albero, che portava appoggiato sulla spalla.

Sulla schiena aveva caricata una lunga arma, coperta da delle bende ed assicurata al suo corpo con una tracolla.


Nell’altra mano libera, invece, stringeva una catena, collegata al collare di una ragazza al suo fianco.

 L’aspetto quasi fanciullesco era tradito da uno sguardo fiero ma iracondo.

 

La carnagione era molto chiara, le labbra e il naso, attraversato verticalmente da una cicatrice quasi sbiadita, erano sottili, mentre gli occhi di differente colore: il sinistro azzurro e il destro verde.

 Fisico asciutto, capelli bianchi come la neve con delle strisce nere lunghi fino al bacino.

Indossava una canottiera scollata molto leggera, ma che veniva fortunatamente coperta da una stretta giacca di pelle nera. Pantaloni grigi e logori e stivali di cuoio

 

“ Usate le vostre Box, branco di rammolliti !!” sbraitò l’uomo, facendo impallidire i due sicari.

 

“ Brago-sama …” tremò appena Himeko, avvicinandosi al ragazzo.

“ Lo so …”

I due killer erano balzati in due direzioni diverse, troppo in alto per essere colti dal suo raggio.

 

Box-Arma! Caccia Brutale! ” da una scatoletta cubica color giallo sporco, non appena venne afferrata da Naito, fuoriuscirono due enormi mastini apparentemente fatti di luce accecante.

 

Box-Arma! Copertura Ostacolo! ” invece la Box di Lambo venne rivolta verso l’alto e, presto numerosissimi lampi verde smeraldo vennero proiettati verso il cielo, per poi fermarsi a mezz’aria ed incominciare a ricadere acquisendo velocità.

 

 

“ Lo so.” ripeté calmo Brago, iniziando a muoversi verso i due animali di luce.

 

L ragazza dai capelli d’argento sorrise, sollevando appena lo sguardo verso il cielo, ormai illuminato dai fulmini che minacciavano di devastarli una volta colpiti.

Rain Set! Alleato Trasparente! 

Nuovamente apparve la sfera bianca sul suo capo, che variò rapidamente colore in ciano.

Disegnò un arco con la sua staffa da alchimista, e presto la scia si colorò di una luce azzurra con varie increspature, come se fosse fatta di acqua.

 

Come per magia, una raffica di bolle vennero scagliate da sopra la sua testa, intercettando a mezz’aria i fulmini e nullificando il loro attacco.

Dopo poco, della Copertura Ostacolo di Lampo rimaneva soltanto un leggero velo di vapore che, illuminato dal sole, formò un arcobaleno sopra di loro.

 

“ E ora tocca a me …” sogghignò il ragazzo dai capelli viola, mentre a pochi passi da lui i cani di luce già avevano spalancato le fauci, pronti a dilaniarlo.



 

Tutto cadde nel buio.

Pensieri, sogni, voci … annegarono nell’oscurità.

 

 

La schiava dai capelli bianchi assottigliò lo sguardo, riprendendosi da quella scarica di malessere e da quella visione paranormale del mondo intorno a sé.

 

“ Tu … lo sai?” Chiese sorridendo sornione Brago, adesso apparso al suo fianco.

“ Eh?!” esclamò furente ma intimorito il Demone alle loro spalle.

 
 

Rapidamente la ragazza cercò di colpirlo con un potente pugno al viso, che però venne prontamente deviato dal ragazzo.

“ Sei troppo lontana … da me.” Ghignò schernendola lui, parando un calcio rivolto al tuo collo.

 

L’albina contrasse i muscoli delle braccia, piegando leggermente anche le ginocchia.

 

Quando rilasciò l’ennesimo pungo destro, queste venne ricoperto da un’aura nera e rosso scura, che per un istante fece impallidire il viola.

 

Un’onda d’urto aprì un largo varco nella strada, sbalzando via anche Himeko e la parete della casa contro la quale la ragazza andò a sbattere violentemente.

 

La schiava cacciò via definitivamente i brividi.

-Sì, ti ho visto prima …- pensò.

Era stata questione di frazioni di secondi.

 

I cani di luce e l’intero corpo del Demone Capra erano stati investiti da un vento lugubre, che si era subito trasformato in un’ondata di fiamme nere e blu, che non avevano più lasciato traccia dell’uomo.

Un secondo dopo, Brago aveva raggiunto Lambo, dall’altra parte della strada e gli aveva afferrato il cranio con le mani, spappolandoglielo come se fosse stato un budino.

Ma, non era riuscita a vederlo arrivare verso di lei.

 

 

“ Quale sarebbe il tuo nome?” Brago aveva mantenuto il sorriso.

Lei sussultò, constatando che nonostante sorridesse, il braccio con il quale aveva provato a bloccare il suo pugno, era bagnato completamente di sangue e, in base alla sua piega, probabilmente rotto.

“ Progetto DROGERN …” ringhiò, arretrando lentamente.

“ No, no … intendo il tuo. Quello che ti appartiene di diritto.”

 

Di diritto?

L’albina si bloccò all’istante, con gli occhi spalancati e la mente che viaggiava altrove ad una velocità fin troppo elevata. Nel passato.

Anche lei aveva concesso un diritto, oppure un desiderio?

 

Era un mostro, un abominio.

 

“ Gwyvere, aiutami a sollevare questa cassa, per favore.” Le aveva chiesto una volta un ragazzo con il camice da scienziato e gli occhiali, indicando un blocco di cartone.

Lei, allora bambina e vestita con un semplice abitino rosso che le copriva fino alle ginocchia, sorrideva sempre a queste richieste. Sapevano tutti della sua forza, anormale rispetto a quella di una normale bimba sua coetanea, ma ormai lei non se ne vergognava più.

 Era felice di dare una mano a tutti quegli uomini e donne che la trattavano come una piccola principessa.

Lei non sapeva niente, allora.  

Era piccola, fin troppo per sapere.

Di giorno poteva girovagare in giro per il grande laboratorio, mentre la notte finiva sempre per addormentarsi prima ancora di raggiungere il suo letto.

Buffo, vero?

No, non lo era. Lei non aveva mai visto il letto dove dormiva.

 

 

Era sera, tutti festeggiavano il compleanno di un loro collega e mai prima d’ora avevano lasciato Gwyvere sola per il laboratorio. Non era più piccola, aveva diciotto anni.

Non aveva mai visto quel posto di notte.

Le facevano paura tutti quegli schermi che riflettevano la luce della luna dalla finestra di fronte.

 

Solo uno era acceso.

- Chissà cosa farà di bello questo computer?- si era chiesta, avvicinandosi al dispositivo.

 

Sapeva leggere. Purtroppo, sapeva leggere.

La sua forza e le capacità motorie non erano le uniche qualità ultra sviluppate. Sapeva leggere da … quando era nata probabilmente.

Ma, quando era nata, all’incirca?

“ 20-21 Agosto  […]”

 

Chi erano i suoi genitori?

“ Dottoressa Annah Bellatrix […]”

 

PERCHE’ ERA LI’?

 

Partì un video. Dei numeri riportavano la data ’21/08’

“  Ventuno Agosto, prova A-678, filmato 53.”

Gwyvene riconobbe la fronte rugosa e la barba incolta del vecchio direttore dei lavori nel laboratorio.

Teneva in braccio, avvolta da un panno bianco, una bambina addormentata.

 

Era lei! Stava quasi per piangere commossa: quello era il filmato della sua nascita.

 

Purtroppo la realtà si prospettò meno gentile e commovente di quanto appariva.

“ Dopo tredici ore, siamo riusciti ad ottenere l’esperimento DROGERN.” Continuò l’anziano, con tono distaccato e gelido.

“ Il feto all’interno della Dottoressa Annah Bellatrix, è stato fecondato con successo dopo essere stato esportato nella capsula contenitiva amneotica. Il DNA utilizzato è  appartenente ad una Panthera tigris e ad un Boa Constrictor. Recenti test hanno confermato la presenza dei geni di entrambi. Il soggetto presenta …” sollevò meglio la bambina, portandola più vicina alla telecamera.

La girò, mostrando delle inquietanti scaglie nere e rosse che partivano dalla base del collo per percorre tutta la schiena fino alle caviglie.

“ Forti scaglie da rettile. Canini già in fase di sviluppo e fibre muscolari di alta qualità. Nome in codice scelto: Gwyvere. Lunga vita ai Purgator, lunga vita agli Era.” Detto ciò, con fare molto solenne, il vecchio si portò un pungo al cuore e l’indice sulla tempia, per poi inchinarsi.

 

Buio

“ Gwyvere …” rispose infine, abbassando lo sguardo per nascondere un lieve colorito rosso sulle sue candide guance.

 

“ Feccia! Non meriti un nome, capito!!” sbraitò l’uomo al loro fianco, sollevandosi con un salto e caricando la sua pesante arma a due mani oltre la sua testa.

 

Thunder Set! Arceria Elettrica

 

La voce di Himeko echeggiò nel quartiere un secondo prima che un potente fulmine si abbattesse sulla faccia del carceriere, ributtandolo a terra mentre il corpo era ancora percorso da milioni di piccole scariche elettriche.

 

“ Bene, Gwyvere … si ringrazia per queste cose.” Rise il ragazzo, contento di aver ritrovato l’occasione per ripetere la sua battuta.


Con la mano sinistra, l’unica ancora sana, emise di nuovo una piccola sfera di quelle maledette fiamme blu scuro e nere, che andò ad incenerire soltanto il collare che cingeva Gwyvere, lasciandole poco meno che un piccolo livido.

“ Io sono Diavolo Nero, Brago.” Ghignò, ritornando a guardare il gigantesco e ributtante corpo dell’uomo che si stava rialzando, mentre un filo di fumo si levava dalla sua faccia.

 

“ Io invece sono il Demone del Rifugio, il primo dei Demoni assassini della Famiglia Era.  E VOI AVETE OSATO FARMI QUESTO?!!” ruggì il Demone, con la faccia sanguinante e bruciata dalla scarica che gli aveva portato via l’occhio sinistro.

 

Preso dall’ira, estrasse un’altra Box, di color avorio e decisamente più grande rispetto a quella degli altri due killer.


La scatola si aprì e fece fuoriuscire una sottile nebbia bianca che ricoprì la sua arma.

Il martello iniziò a mutare, da grande e legnoso divenne una staffa sottile ma altrettanto lunga, con in cima una diramazione che la faceva assomigliare ad una forca.

Box Arma! Demone Vagante! ” urlò, alzando la sua nuova arma.

“Ugh! ” ma un istante dopo si piegò su se stesso, andando a toccarsi un grande squarcio aperto sulla sua gamba, che metteva a nudo il muscolo.

 

“ Pensavi che mi sarei stato fermo mentre facevi la tua magia? Pff, dilettante …” rise Brago, ora materializzatosi alle sue spalle.

Il Demone ringhiò come una belva e improvvisamente la sua mole aumentò, andando a sfiorare i tre metri di altezza.

La carne intorno alla ferita si gonfiò, per poi contrarsi e chiudere il graffio.

“ Maledetto moscerino, sono invincibile, non lo capisci!? ”


Sollevò il suo bastone oltre la sua testa, per poi calarlo rapidamente sul terreno, mancando il ragazzo di qualche metro.

“ C’è differenza tra invincibile ed immortale …”

Ma presto la distanza si dimostrò inutile, dato che una potente esplosione scaturì dalla punta dell’arma, minacciando di disintegrare il viola in una manciata di secondi.

Rain Set!

 

Un velo d’acqua cristallina incanalò l’esplosione, ponendosi tra il bersaglio e il colpo.

Specchio Limpido!

Quando il Demone riaprì gli occhi, si vide arrivare addosso un’enorme onda dello stesso colore della sua esplosione.

 

Non fece in tempo a schivarla, anche per colpa delle sue dimensioni, e venne investito in pieno, prima dall’acqua e poi da un potente bagliore rosso fuoco.

 

Quando l’acqua scomparve, il suo corpo giaceva a pancia l’aria, con la pelle fumante per l’esplosione e diverse ferite gravi su tutto il resto del corpo.

Himeko, appostata sul tetto della casa con la sua staffa imbracciata come un fucile, fece l’occhiolino e salutò raggiante Brago, che rispose sbuffando seccato.

 

“ Che ti prende?” domandò allora curiosa Gwyvere, notando l’aria nervosa dl ragazzo.

 

“ Quello lì è ancora vivo …”

 

La terrà iniziò a tremare e presto l’aria divenne caldissima, come se ci si trovasse dentro un vulcano.

Quel cambiamento improvvisò di temperatura li fece scattare tutti sull’attenti, mentre spostavano lentamente lo sguardo sulla fonte di quel calore: dove prima c’era il corpo del Demone, adesso troneggiava un’imponente colonna di fuoco.

 

Box Arma! Demone del Fuoco!! ” le fiamme si diradarono in parte, mentre le restanti avvolsero la pelle dell’uomo, immolandolo e rendendo il suo vero corpo quasi invisibile.

Frantumazione!!” ruggì, sollevando il suo bastone, anch’esso avvolto dal fuoco. Colpì.

 

 

L’aria tremò e diverse case, dal tetto fino alla fondamenta vennero demolite sul colpo.

Le strade presero fuoco e l’asfalto si crepò lasciando posto a voragini profonde diversi metri.

“ Non vedo qual è il problema …”

 

La figura di Gwyvere si era posta davanti a Brago, parando l’asta con l’arma avvolta dalle bende caduta prima al Demone.

Per il calore, le fasce si vaporizzarono all’istante, mostrando un’enorme mannaia dalla lama da diametro di circa ottanta centimetri di larghezza.

 

L’albina aveva bloccato il fendente alzandola semplicemente con una sola mano.

 

“ Si risolve tutto così, stai a vedere!”

E con aria decisa, deviò il colpo, facendo sbilanciare la grande figura del Demone di Fuoco.

Prima ancora che l’uomo cadesse, di nuovo quelle fiamme nere e rosse avvolsero il suo pugno destro, per poi essere scagliate in un montante che trapassò lo stomaco del carceriere da parte a parte, per poi farlo esplodere in un lampo color sangue.

 

 

Dalla sua mano si sollevò del semplice fumo, scacciato in fretta da un soffio.

 

Himeko li raggiunse correndo a perdifiato.

Il punto da tiratore scelto era molto lontano, il che le aveva favorito un’ottima copertura durante lo scontro.

 

“ Brago-sama, il suo braccio!” si portò le mani alla bocca per trattenere un urlo ed il ragazzo di risposta sghignazzò noncurante della situazione.

“ Che sarà mai!”

- Mi ha … sorriso?- arrossì la ragazza, usando le mani anche per coprirsi le guance.

 

“ Tu, piuttosto, Gwyvere …”

L’albina sussultò. Non era più abituata a sentirsi chiamato con quel nome.

“ Che ci facevi con loro?”

“ Mi … hanno catturata gli uomini d’elite degli Era, non loro. Sono stata consegnata come una schiava. Hanno detto che … sarei stata utile per uccidere i Non-Morti.”

“ Cosa faresti se ti dicessi che sono io il progetto UNDEAD a cui si riferivano?” domandò a quel punto, con una punta di provocazione nel tono.

“ Niente … quello che voglio è solo vendetta!” annuì seria lei, sostenendo lo sguardo di sfida del ragazzo.

 

“ Bene, io voglio solo sapere il perché della mia esistenza, quindi le nostre strade non possono incrociarsi. Me ne vado …” il ragazzo, dopo aver rivolto un ultimo ghigno all’albina si voltò, iniziando già ad incamminarsi nella direzione opposta a quella da cui erano arrivati lì.

 

“ E se scoprirlo ti rendesse un demone che brama solo il sangue?” domandò seria Gwyvere, assottigliando lo sguardo.

Il viola si fermò per qualche secondo, per poi ripartire un istante dopo.

“ Non importa. Almeno avrei qualcosa di divertente da fare ...”

 

 

Il progetto DROGERN rimase immobile, come paralizzata da quelle parole.

- Questo ragazzo … è l’essere più pericoloso che abbia mai incontrato!-

 

“ Brago-sama … posso … ecco, continuare a seguirvi? Io vorrei che il vostro sogno si realizzasse, quind-” l’innocente e candida voce di Himeko venne interrotta da quella graffiante e provocatoria del viola.

“ Saresti solo inutile … ti ho aiutata ad uscire da quel buco, cosa pretendi di più da me? Mi hai scambiato per un santo, forse?” rise lui, spiazzandola ed approfittando del suo silenzio per sparire definitivamente, allontanandosi.

 

 

La ragazza dai capelli d’argento non si mosse. Abbassò solo la testa per provare a nascondere le lacrime che scendevano copiosamente dai suoi occhi umidi e arrossati.

 

“ Ehi, mi … dispiace. Non so cosa ci sia tra di voi, ma vedo solo che stai soffrendo.” Gwyvere non sapeva davvero cosa fare in quei casi. Non era abituata a consolare qualcuno, l’aveva fatto solo con se stessa.

 

 

 

 

Da tutt’altra parte nella misteriosa città …

 

Nel Solarium dell’Istituto di Ricerca, studenti professori si accingevano a raccogliere i loro ultimi materiali di studio per tornare a lezione.

 

 

“ Hai sentito l’ultima notizia? Le voci dicono che dal laboratorio di ricerca Via Bianca sia evaso il famoso esperimento UNDEAD. Chissà che paura che dovrà fare!” rabbrividì una ragazza, suscitando le risate dei suoi compagni di classe che, come lei stavano tornando in classe.

“ Macché, saranno le solite palle! Ehi, ma … che diavolo sta facendo quello?!” gridò spaventato uno studente, indicando un uomo in piedi sul muretto che separava il solarium da una caduta di quindici metri e mezzo.

 

“ Uhm … Ah, qual buon vento ti porta qui, non-morto? Spero che diventeremo ottimi amici, ragazzo mio. Ti aspetterò … qui.” Sospirò con fare placido ma sereno l’uomo di mezz’età, impossibile da riconoscere a causa della potente luce del sole che gli si parava di fronte.

“ Come un magnifico padre …”

 

Carcere della città …

 

Rinchiuso in una buia cella con solo uno spiraglio di due centimetri per far filtrare la luce, un uomo sedeva per terra, con lo sguardo fisso sul pesante portone di ferro davanti a sé.

Aveva sentito le guardie. Il silenzio, suo unico fedele compagno, gli aveva portato come al solito le informazioni necessarie.

Pareva che era successo un gran casino nella base della Famiglia Bianca e che il Progetto UNDEAD era evaso.

“ Bene … è tutto così entusiasmante.” Mormorò, accennando un sorriso mentre si lisciava i lunghissimi capelli grigio sporco, non curati a causa dell’ergastolo al quale era stato condannato ormai parecchi anni prima.

“ Ci rivedremo non-morto. Non puoi evitarlo, lo sai … il ciclo si ripete infinitamente. Come una falena attratta dalla fiamma adempierai al tuo compito, senza sapere il perché …”

Una lugubre risata si alzò in quella cella, spaventando di conseguenza anche gli uomini di guardia, che gli intimarono di smettere.

 

Ma a lui non importava. Aveva un messaggio e lo avrebbe ripetuto all’infinito, fino a quando quella porta non sarebbe stata aperta da una mano che avrebbe riconosciuto tra miliardi.

“E’ tutto un ciclo!! E’ tutta una maledizione!!! Bwahahaha!”


Angolo Autore: 

Welcome back! In questo angolo autore ... non ho molto da dire, solo delle scuse per chi ha dovuto aspettare così tanto per un nuovo capitolo.
Alla prossima !!

P.S: I riferimenti a Dark Souls abbondano, eh? Vediamo se li trovate tutti ;)
P.P.S: Solito link consigliatissimo: 
https://youtu.be/SbG0dbKHs4M
 

   
 
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