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Autore: Cinnamon_Meilleure    12/09/2015    2 recensioni
Angels e devils hanno iniziato il loro secondo anno alla Golden School, e sono più pronti che mai alle nuove sfide che li attendono.
Raf, ancora innamorata di Sulfus, ha deciso di dimenticarlo per il bene di entrambi, nonostante ciò la distrugga.
Sulfus, invece, è ben deciso a non rinunciare a lei, a qualunque costo. Ma il prezzo che ha scelto di pagare è molto caro, il gioco che ha scelto di giocare potrebbe essergli fatale. Può l'amore andare oltre le regole e le convenzioni, oltre i peggiori ostacoli? Persino oltre... la morte?
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Ho scritto questa storia molto tempo fa, ai tempi in cui esisteva ancora il forum di angel's friends, forse i fan di vecchia data se ne ricorderanno. Mi chiamavo Dolce-Kira, e grazie a questa storia ho conosciuto una persona meravigliosa che è tuttora la mia migliore amica online. Lei insisteva sempre affinché la pubblicassi su EFP, e ora ho deciso di farlo.
La storia si collocatemporalmente dopo i 52 episodi della prima stagione.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! 
Innanzitutto, Vorrei ringraziare alcune persone. Siete in tantissimi a seguire la mia storia. Ringrazio chi l'ha aggiunta alle PREFERITE
-cryren 
-kuroneko1910
-QueenOfDespair 
-raf96 
-robylovatic98 
-TomMalfoyandEmmaGranger 

Poi, ringrazio chi ha aggiunto la storia fra le SEGUITE
-Engydragon 
-Fairy of the Tiger 
-LadyBlueMoon
-Maiko_chan
-raf96
-scorpio 17 
-Sofy_19 

Ringrazio Chi ha inserito la storia fra le RICORDATE
-TomMalfoyandEmmaGranger 

Ringrazio, infine, chi ha lasciato una recensione. 

-Fairy of the tiger 
-TomMalfoyandEmmaGranger 
-kuroneko1910 

Grazie di cuore a chi lascerà una recensione anche qui! 
Mi auguro che vi piaccia questo nuovo capitolo! 


23. Vivi

 


 
La verità colpì Raf come un pugno nello stomaco.
Erano arrivati fin lì… lei aveva portato i suoi compagni sempiterni nella Terra Sospesa per riprendere l’anima di Sulfus, per ridargli la vita… e ora lui stava per morire di nuovo. Questa volta davvero. Le lacrime iniziarono a scorrere incontrollate sulle sue guance.
Angelie la guardò. – Allora, Raf? Che succede?- Chiese ad alta voce.
Lei non ragionava. – Lui sta per morire! Di nuovo, un’altra volta! Morirà, è senz’aria! Sarà questione di pochissimo!- Solo allora guardò la madre e si accorse che lei aveva la sfera bianca fra le mani. La guardò, gli occhi lucidi e sgranati. -Tu lo sapevi?
-Lo sospettavo. Raf, continua a parlargli: cerca di rassicurarlo, e digli di trattenere il fiato più che può. Io sarò il più veloce possibile e lo libererò.
-Come pensi di farlo?
-Distruggendo la teca con i miei poteri mentali!- E così dicendo sollevò la sfera bianca al cielo e pronunciò la formula. -Io chiedo di tornare alla Golden School!- Gridò. Osservò la figlia, mentre fasci di luce bianca l’avvolgevano.
-Sei sicura che funzioni?- Chiese Raf, tremante.
Lei non sapeva cosa rispondere. –Sì – Disse, ma non era sincera. -Tu combatti e fa’ quello che ti ho dett...- e poi scomparve, insieme alla luce.
Arkan trasalì. -La sfera bianca! Ma come faceva ad averla lei?
Raf sorrise, asciugandosi le lacrime. -Suppongo che lei già sapesse. Anzi... ne sono sicura.  
 
 
Angelie comparve nello studio del professor Arkan, e corse, corse velocissima. Non aveva nemmeno un secondo da perdere.
L’infermeria non distava molto… Lei  doveva salvarlo.
E,  nel frattempo, i secondi scorrevano veloci, facendosi beffe di lei. Come a volerla sfidare.
 
 
Sulfus tirò pugni e ginocchiate contro il vetro finché ebbe forza, ma fu del tutto inutile. Fu solo uno spreco di aria preziosa. Iniziò a trattenere il fiato, restando fermo come gli diceva Raf. Del resto, non avrebbe avuto più energia, era solo questione di secondi.
Le forze lo stavano abbandonando...
...ed ora iniziava ad avere veramente paura.
 
 
Ti prego... aiutami... 
A Raf si era stretto il cuore nel sentire quelle parole. Ma cosa poteva fare? Distrarlo...
Sulfus, mia madre sta arrivando... lei ti salverà... perché tu devi vivere, devi vivere con me...
Si morse il labbro. Forse l’ultima frase non avrebbe dovuto dirla. Ma controllare i propri pensieri in una situazione simile era impossibile.
La sto aspettando... sto facendo quello che mi hai chiesto... io...
Sulfus!
Niente. Il ragazzo aveva perso coscienza. Poco tempo ancora e sarebbe morto.
Ora era tutto nelle mani di Angelie.
 
 
La donna corse a perdifiato per i corridoi e finalmente arrivò davanti alla porta dell’infermeria. Si sentiva così stanca della corsa che la tentazione di lasciarsi andare e riposarsi era forte.
Si disse che si sarebbe riposata dopo. Ora non c’era tempo.
Entrò nella stanza… e lo vide. Lì, sotto la teca di vetro. Immobile.
Angelie trasalì.
Era solo incosciente o era morto? Se lo era, questa volta non ci sarebbe stato modo di far tornare indietro le cose.
Sperando profondamente che fosse ancora vivo, pose le mani sulla teca di vetro, una in corrispondenza del viso di Sulfus, l’altra in corrispondenza del torace.
Si concentrò e le sue mani iniziarono a risplendere sempre di più. Lo sforzo era immenso.
Strinse gli occhi. Doveva farcela. Doveva. Per Raf.
Aumentò l’energia, e sul vetro si formarono alcune crepe. Piccole, sì, ma vitali.
Un altro piccolo sforzo, si disse, incoraggiandosi. Per Raf! Non posso fallire!
Sì concentrò sull’immagine di Raf che piangeva. Funzionò, la luce la pervase, e scatenò un’energia fortissima, riuscendo infine a rompere la teca.
Ce l’aveva fatta!
Angelie si sentì svenire dallo sforzo, ma si oppose con tutte le sue forze alla stanchezza. Dopo tutto quello che aveva fatto, sarebbe stato il colmo lasciarsi andare proprio ora.
Prese amorevolmente Sulfus fra le braccia, come un figlio, e gli strinse il polso, con il cuore in gola.
Sorrise. Era vivo!
 Respira! Respira!, gli ordinò, anche se non poteva sentirla.
Aveva visto sua figlia piangere perché temeva la sua morte, aveva visto quanto lei tenesse a lui e quanto lui tenesse a lei... pensò, con un pizzico di soddisfazione, che per Raf non avrebbe potuto desiderare di meglio, e non poteva perderlo. Dove avrebbe mai potuto trovare un altro ragazzo disposto a morire non una ma tantissime volte per sua figlia?
Sulfus era unico.
 
 
- Urié!- Strillò Dolce, chinandosi vicino all’amica, ferita e priva di sensi.
- Raf, che facciamo?- Gridò Ang-li.
Lei non aveva idea di cosa fare. Non riusciva a pensare ad altro che a Sulfus, che non rispondeva più.
Miki si mise davanti ad Urié, e gridò ad Ang-li e Raphitya di fare lo stesso. I tre ragazzi iniziarono a combattere per difendere la loro amica, mentre Dolce cercava di farla rinvenire e contemporaneamente guardava loro le spalle.
I due professori e gli altri tentavano di fare tutto quello che potevano, ma ormai erano stremati  e feriti.
Le cose stavano degradando, rischiavano di morire tutti quanti.
Raf lo sapeva, ma non riusciva a ragionare.
Mentre usava l’inflame, non vedeva le sirene. Rivedeva l’ultimo istante in cui Sulfus, moribondo, aveva incrociato il suo sguardo...
Non poteva essere l’ultima volta che aveva visto i suoi occhi. Lui non doveva morire.
Vivi, ti prego, vivi!, supplicò in una muta preghiera rivolta a Sulfus. Non posso sopportare che tu sia morto per causa mia. Io ti amo!
 
 
Le palpebre del devil si aprirono lentamente. Sentì subito la piacevole sensazione di qualcuno che lo teneva fra le braccia. Sorrise dolcemente. Ma chi...?
- Raf?- Chiese, osservando la sua salvatrice, con la vista ancora un po’ annebbiata. Sembrava proprio lei... eppure aveva qualcosa che non era di Raf.
Il profumo. Il profumo non era il suo.
-No, non sono Raf. Sono sua madre.
Sulfus  trasalì. -Io...
 Lei sorrise. –Tranquillo. Sei davvero un bravo ragazzo - disse, un po’ ansimante per l’incredibile sforzo appena fatto.
Si chiese se, dal punto di vista del devil, “bravo ragazzo” fosse un complimento o meno. Non importava, avrebbe capito lo stesso.
-Ma lei dov’è, allora? – chiese lui, mettendosi a sedere lentamente, la testa che girava un po’. Angelie gli porse la sfera bianca. - E’ nella Terra Sospesa.
Lui sgranò gli occhi. -No! E’ un posto pericoloso! Lei è la Minaccia e la Salvezza, non può restare lì!- Esclamò, alzandosi in piedi. Vide tutto nero ed ebbe un forte capogiro, così  si poggiò un attimo alla parete.
-Lei non è la Minaccia e la Salvezza – sorrise la donna. – Sei tu.
Lui la guardò come se gli avesse appena detto che l’inverno è una stagione calda. -Come? Io?! Ma cosa sta dicendo?- Chiese incredulo.
- E’ così. Per questo ti hanno ucciso.
Lui ricordò le parole delle sirene, quella terribile notte.
Non morirai perché non sei puro, ma perché lo sei troppo... perciò devi morire. Non puoi vivere, servi a Layadda!
D’improvviso, tutto gli fu chiaro.
-Devo andare nella Terra Sospesa!- esclamò.
-Devi - confermò Angelie.- Ma sappi che Raf non è sola.
Lui la guardò con sguardo interrogativo. -Che significa?
-Che con lei ci sono i professori, e tutti gli altri... i tuoi amici, i suoi amici... sono tutti lì. Ma le cose non vanno affatto bene. Devi andare ad aiutarli.
Lui annuì. -Lei non viene?
-Ho quasi esaurito le forze, lì non sarò che d’intralcio.
-Spero solo che lei stia bene - Mormorò Sulfus, preoccupato.-Se così non fosse non me lo perdonerei mai - continuò.
- Allora vai. E buona fortuna. Ci saranno molti che dovrai guarire.
Lui annuì, poi sembrò perplesso. -Ma lei come lo sa che io posso... glielo ha detto Raf?
Lei sorrise. -No, ma ricordati che io so molte cose. Molte più di quelle che immagini - Concluse, chiudendo gli occhi per riposarsi. -Ora vai. Lei ti sta aspettando.
Lui annuì di nuovo, poi sollevò la sfera bianca e chiese di viaggiare nella Terra Sospesa.
 
 
- Urié sta malissimo!- Gridò Arkan, prendendo fra le braccia l’allieva.
-Scotta, temo che abbia la febbre. Cosa facciamo? -. Anche la Temptel, vicino al collega, era disperata.
Ormai erano tutti allo stremo delle forze, mentre le sirene erano forti e sempre più furiose.
Raf non ce la faceva più. Quando venne colpita per l’ennesima volta, si lasciò cadere.
Ma, con sua sorpresa, non toccò terra… cadde fra le braccia di qualcuno.
Aprì gli occhi e si chiese se non fosse già morta, perché era tra le braccia di Sulfus. Le brillarono gli occhi mentre fissava i suoi, che aveva temuto di non vedere mai più.
- Sulfus! Sei proprio tu?- Gli chiese, mentre il cuore le batteva forte dalla gioia.
- Sì – Mormorò lui, annuendo, mentre la teneva sollevata a poca distanza da terra.
Lei gli toccò le guance, la fronte, i capelli, le spalle febbrilmente, come ad accertarsi che fosse veramente lui e che fosse tutto intero.
-Sei veramente tu! Sei vivo! E sei con me - Constatò, mentre lui sorrideva, senza distogliere da lei lo sguardo neppure per un attimo. Come se non esistesse niente, come se non ci fosse nessun altro.
Lei lo strinse più forte, ed anche lui la strinse meglio al petto.
-Sì – Disse fra lacrime di gioia, una gioia immensa che non riusciva neppure ad esprimere. –Sono vivo e sono qui con te, e ci sarò... ci sarò sempre.  
Lui continuava a fissarla con una dolcezza immensa, e lei con immensa commozione.
Sulfus aveva un’espressione felicemente sognante, ed anche Raf aveva sul volto bagnato da calde lacrime di felicità un’espressione simile, solamente per lui.
Erano rapiti l’uno dall’altra... I loro volti erano distanti, ormai, non più che pochi millimetri, e le loro labbra, vicinissime, non avevano più paura di avvicinarsi. Ormai nulla importava più...
... ma non ci fu nessun bacio.  
Lì, in quel momento, successe qualcosa che nessuno – angel, devil, sirena o umano che fosse –  avrebbe potuto prevedere, qualcosa di assolutamente sorprendente e unico.
Qualcosa che nessuno aveva visto mai, prima di allora
   
 
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