Questa storia partecipa al contest Un personaggio, cinque relazioni indetto da rhys89 sul forum di EFP
Non sono pazzo – Tra me e Me(dusa)
In un'epoca di pazzia, credersi immuni alla pazzia è una forma di pazzia (Saul Bellow)
È affascinante il modo in cui il tabacco della sigaretta si trasforma in fumo e cenere appena entra in contatto con il fuoco dell'accendino. Non passa neanche un secondo e già il tutto si scinde in due parti, che mai più torneranno unite.
“Dovresti smettere, sai?”
Inclino la testa. La sigaretta mi scivola tra le dita e cade a terra, mentre la sua ultima esalazione prende una forma che avrei dovuto dimenticare, ma che purtroppo ricorderò per sempre.
– Sei morta.
La nuvoletta grigia svolazza, con uno sbuffo si libera del suo peso in eccesso e torna a puntare me.
“Sembri provato, dottore.”
– Cosa vuoi?
“Io? Ah, niente. Sono solo una tua proiezione mentale, no? Sono morta, hai detto bene.”
Mi passo una mano sul volto stanco, sbadiglio e sbatto le palpebre. È sicuramente un'allucinazione dovuta alla spossatezza, dopotutto il Kishin è morto ed io dovrei stare bene. Dovrei essere guarito.
“Dovresti, sì,” sento il fumo che si aggroviglia attorno alla mia gola, entra nelle narici e mi fa pizzicare gli occhi “ma sappiamo entrambi che non starai mai bene,” i polmoni si libero di colpo e riprendo a respirare senza provare dolore, “Non con lei, almeno.”
Guardo a terra dove la cicca si consuma da sola, senza il mio aiuto, e penso che se la spegnessi, lei svanirebbe nel nulla.
“Oh dottore. Sono una tua proiezione, non posso svanire quando ti pare.”
Il fumo ride e la sua voce è così cristallina che dubito sia solo nel mio cervello. Mi guardo intorno e, appena mi rendo conto di essere ancora solo, porto una mano a stringere la vite che mi attraversa la testa.
– Proviamoci.
“Così mi piaci. Lo scienziato che è in te non è morto, allora.”
La figura della donna che ho cercato di uccidere si sforma finché non diventa un serpente che mi sibila all'orecchio.
– Perché sei qui?
“Proiezione, dottore. O allucinazione, come preferisci.”
Appoggio la schiena contro il muro di casa e sbuffo. Il serpente fa un giro su se stesso e ride. Come fa a ridere, un serpente? Non è possibile.
– Non sono pazzo.
Ride più forte.
“Certo che no, dottore. Il Kishin è morto, come me… ti sei liberato dalla tua pazzia.”
Prendo un'altra sigaretta dalla tasca, faccio per darle fuoco, ma mi fermo con l'accendino a pochi centimetri dalla sua estremità. Voglio davvero fumare, ma se lei crescesse? Non posso permetterlo, quindi ripongo il mio vizio più antico nel suo rifugio sicuro.
– Non sono pazzo.
“Più lo ripeti e più lo sembri, sai?”
– Non… – mi massaggio le tempie. Gli occhiali scivolano sul mio naso e vanno a far compagnia alla sigaretta che si sta accartocciando su se stessa, – Non so più neanche chi sono…
Prima potevo dare la colpa a qualcuno del mio lato oscuro, ma ora sono solo.
Il serpente mi scivola lungo il collo, mi passa tra i capelli, sfiora la vite e si appende al lobo. “Io lo so chi sei.”
– Chi sono?
“Sei il dottor Franken Stein. E sei pazzo.”
Sophie's space___
Buongiorno! Approdo in questo fandom che adoro profondamente anche come autrice. Era da un po' che volevo farlo, ma non trovavo mai l'idea giusta, o il momento giusto... quando poi ho trovato questo contest non ho più resistito. Spero che vi piaccia questa mia pazza idea (visto la citazione? eh? eh??) e che mi facciate sapere cosa ne pensate!
Mi è stato chiesto di approfondire cinque relazioni del Dottore, la prima è con sè stesso ed io ho deciso di attribuire ad ognuna di esse una delle cinque fasi per l'elaborazioni del lutto. La prima è la negazione, da qui il titolo "Non sono pazzo".
Detto ciò me la squaglio prima che inizino a volare pomodori marci...
Vi abbraccio, Sophie <3