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Autore: BeaeSofia_9495    16/09/2015    1 recensioni
Rebecca e Dafne, due giovani amiche che,terminato il liceo, decidono di partire alla volta di Londra per continuare i propri studi e desiderose di vivere fantastiche avventure.
Nuovi luoghi, nuove amicizie e nuovi amori coinvolgeranno le protagoniste di questo racconto.
Rebecca con la sua vitalità e Dafne con la sua tenacia renderanno indimenticabile ogni istante trascorso insieme e sapranno farsi forza a vicenda nei momenti più difficili, riuscendo a superare gli ostacoli che si presenteranno sul loro cammino.
Questo è l'inizio dell'avventura.
La loro avventura!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel pomeriggio i ragazzi erano rientrati totalmente stremati: avevano avuto un incontro con i produttori che era durato tutta la mattinata e subito dopo erano dovuti correre in radio per un'intervista che si era rivelata una delle più pesanti e fastidiose. Infatti, ciò che doveva essere l'argomento principale di discussione, ovvero il loro album "Four", era passato magicamente in secondo piano per lasciare spazio ad una valanga di domande che riguardavano le "fortunate donzelle che vivevano con i One Direction". Julie ormai era conosciuta più che bene da tutti, ma Dafne e Rebecca rappresentavano una grande novità. "Sono per caso le fidanzate segrete di qualcunodi voi?" aveva chiesto con malizia l'intervistatore, ma l'unica cosa che aveva ottenuto in cambio era stata una risata dei ragazzi e un invito, non proprio gentile, da parte di Louis a proseguire con le domande perché quell'intervista stava diventando "monotona e ridicola".  
Harry soprattutto era stanco perché la notte precedente non era riuscito a chiudere occhio e si era ritrovato con delle occhiaie piuttosto evidenti e uno sguardo che di sveglio aveva ben poco. La cosa ovviamente non era passata inosservata al ragazzo della radio che, con tutta la sfacciataggine del mondo, non aveva esitato a chiedergli se il motivo per cui era stanco fosse perché aveva fatto "le ore piccole, dandosi alla pazza gioia con la sua nuova fiamma Kendall Jenner". E Harry, sebbene non avrebbe mai sventolato ai quattro venti cosa faceva la notte e con chi, avrebbe voluto dire con tutto il cuore che si, era stanco perché era stato con Kendall, ma la verità era che non aveva chiuso occhio perché non aveva fatto altro che pensare a Rebecca e al fatto che presto o tardi sarebbe uscita con Thomas, senza contare che se lo sarebbe dovuto sorbire anche quella sera a cena. Per sua fortuna, dopo qualche sorriso tirato e qualche risposta evasiva, l'attenzione dell'intervistatore si era poi spostata tutta su Zayn e sulla sua più che recente rottura con Perrie Edwards la quale il giorno precedente non aveva esitato a pubblicare un tweet in cui informava di essere di nuovo single. 
Un tormento, ecco cos'era stata quell'intervista. E mai in quattro anni i ragazzi avevano sperato che il tempo a disposizione per le domande finisse il più velocemente possibile.
Harry si era appena sdraiato sul divano nel salotto di casa, troppo stanco per muovere i piedi fino alla sua camera  e attento a non fare rumore per evitare di svegliare Dafne che si era addormentata, mentre probabilmente aspettava che Rebecca tornasse da lavoro, sulla poltrona. Appena varcata la soglia di casa l'avevano, infatti, trovata seduta con le gambe incrociate sulle quali era poggiato un album da disegno, con la testa che penzolava in avanti e i capelli che le ricadevano disordinatamente sulla faccia. Il riccio pensò che avesse una faccia davvero buffa in quel momento, con la bocca mezza aperta che sembrava stesse sbavando, così sfilò l'iPhone dalla tasca per scattarle una foto, iniziando subito a pensare a come avrebbe potuto usarla contro di lei. Trascorse poi una buona mezz'ora su Twitter e a parlare tramite messaggi con sua sorella Gemma, quando facendo vagare lo sguardo per la stanza non riconobbe la sciarpa di Rebecca poggiata malamente sul tavolino poco distante dal divano: e di nuovo il pensiero della mora e di Thomas tornò ad occupargli la mente, facendolo sbuffare e innervosire; così, senza pensarci due volte andò nella rubrica del cellulare per mandare un messaggio a Kendall e invitarla ad uscire con il gruppo quella stessa sera. Stava sbagliando ad agire così e lo sapeva, ma non riusciva a spiegarsi perché si sentisse in quel modo e forse aveva semplicemente bisogno di distrarsi.
 
 
Qualche ora dopo si ritrovarono tutti e otto seduti ad un lungo tavolo in legno posizionato nel punto più appartato del "New Age", il pub che Niall aveva scoperto qualche tempo prima insieme a Paul e che aveva insistito anche i suoi amici provassero perché, a detta dell'irlandese la birra artigianale che servivano lì era semplicemente divina. All'allegra combriccola ovviamente si erano uniti anche Thomas, che tutti conoscevano perfettamente essendo il nipote del caro Mark, e la nota Kendall, la cui presenza, però, non sembrava essere molto gradita al resto del gruppo, persino a Harry, nonostante fosse stato lui ad invitarla. 
- Mi spieghi perché c'è anche lei? - domandò Louis in un sussurro all'orecchio del riccio, il quale si limitò ad una scrollata di spalle - Beh perché mi andava di vederla. E poi hai dimenticato che ci stiamo frequentando? - disse mimando con le virgolette l'ultima parola.
- Si certo, a chi vuoi darla a bere! - disse l'amico alzando i suoi occhi azzurri al cielo - Sono giorni che non vi sentite e non hai mai parlato di lei, inoltre da quando siamo arrivati avrai scambiato con lei si e no due parole. E vorresti farmi credere che l'hai invitata perché come hai detto tu vi state "frequentando"? - domandò a Harry, il quale però lo ignorò, troppo concentrato a fulminare con lo sguardo Thomas che stava amabilmente conversando con Rebecca, chissà di che ridevano poi. In quel momento a Louis fu tutto più chiaro. - Non ci credo! - disse infatti, alzando leggermente la voce e attirando fortunatamente solo l'attenzione di Liam, che però dopo poco ritornò a parlare con Zayn - Tu sei un fottuto idiota, amico. L'hai invitata solo perché sei geloso di Rebecca! Ma cosa sei, un sedicenne nel pieno della sua fase adolescenziale? - sbottò il ragazzo, cercando di mantenere un tono di voce basso. 
- Lou, calmati. E sta zitto! - disse il riccio assestando una gomitata tra le costole dell'amico - Hai ragione, ok? L'idea di loro due insieme qui al pub con noi o altrove da soli mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Ho agito d'istinto e la prima persona che mi è venuta in mente è stata Kendall. - gli spiegò passandosi una mano tra i capelli e pensando che forse aveva fatto una completa cazzata. Cosa credeva di ottenere? Che Rebecca si ingelosisse di Kendall e che piantasse in asso Thomas per poi fiondarsi tra le sue braccia? Ma poi, da quando aveva iniziato a pensare a lei in quel modo? 
- Allora forse è il caso che il tuo istinto non ti suggerisca più niente. - esclamò ironicamente Louis, poi sospirò - Comportati come sei solito fare, senza preoccuparti troppo e non fare stupidaggini. Qualcosa mi dice che non le sei indifferente. - concluse indicando Reb con un cenno del capo, per farlo girare e fargli scoprire che la mora stava fissando il riccio proprio in quel momento.
 
 
Molte birre dopo i ragazzi si erano totalmente lasciati andare e avevano tutti, chi più chi meno, gli occhi lucidi e la faccia leggermente arrossata per il caldo che si iniziava a percepire. Dafne aveva praticamente attirato l'attenzione dei suoi amici da ben più di dieci minuti: aveva iniziato a ridere per via di una battuta stupida di Niall e da lì non si era più fermata; aveva le lacrime agli occhi e sembrava non riuscisse quasi a respirare, quando poi iniziava a calmarsi subito partiva un altro attacco di risate. Rebecca guardava divertita la sua amica, ogni volta era sempre la stessa storia: iniziava a ridere e nessuno riusciva a fermarla e la cosa preoccupante era che spesso accadeva anche quando non aveva un goccio di alcol in corpo. - Daf, ti consiglierei di darti una calmata - disse la mora alla castana, la quale si girò a fissarla -se continui così finirai con lo svenire di nuovo e poi il nostro Zayn dovrà riportarti a casa in braccio, proprio come l'altra volta. - 
Quelle parole fecero bloccare di colpo Dafne che, in preda all'imbarazzo, divenne più rossa di quanto già non lo fosse a causa delle tre birre che aveva bevuto poco prima, mentre  il pakistano ridacchiò pensando che la ragazza avesse avuto esattamente la stessa reazione di qualche mese prima, quando aveva scoperto cosa aveva combinato da ubriaca.
- Oh, Reb lasciala fare. - intervenne ad un certo punto Louis con lo sguardo di chi la sapeva lunga - Sono sicuro che non veda l'ora di essere portata via tra le braccia di Zayn. La sua è una tattica ben studiata. - 
- Sta zitto, idiota! - disse Dafne lanciandogli un tovagliolo di carta appallottolato addosso - Qui l'unico ad essere portato in braccio sarai tu, se non la smetti di sparare cazzate. - precisò poi con un'espressione che di dolce aveva ben poco mettendo finalmente a tacere Louis e facendo scoppiare a ridere Rebecca, dal momento che le minacce di Dafne erano in grado di far ammutolire tutti. - Che ne dite ora di aprire le danze? - propose poi la mora alzandosi dalla sua sedia e sistemandosi la gonna a vita alta che aveva indossato quella sera. Tutti annuirono, pronti a seguire la ragazza nella pista che era stata allestita al centro della grande sala del pub. Le note di "Titanium" di Sia avevano appena iniziato a liberarsi e i ragazzi, secondo dopo secondo, avevano iniziato a sciogliersi e a ballare: in particolare Louis e Niall stavano improvvisando dei passi di danza a dir poco ridicoli, sotto lo sguardo divertito dei loro amici.
- Ti stai divertendo? - chiese Rebecca avvicinandosi all'orecchio di Thomas per sovrastare il volume eccessivamente alto della musica; il ragazzo annuì sorridendole, per poi avvicinarsi e posarle una mano sul fianco mentre ballavano. Quel contatto, per quanto piacevole, sembrò tremendamente sbagliato alla mora: certo, non poteva negare che Thomas, oltre ad essere un bel ragazzo, fosse davvero gentile e simpatico, ma non riusciva a vederlo "in quel senso". E non poteva neanche negare che quella mano poggiata delicatamente sul suo corpo avrebbe tanto voluto fosse quella di...Harry? Ok, doveva assolutamente smettere di pensare certe cose, si ritrovò a dire a se stessa, mentre continuava a ballare; era lì con Thomas e a lui doveva pensare. Doveva ammettere, però, che quando poche ore prima aveva visto il riccio arrivare al "New Age" in compagnia di quella Kendall, aveva sentito una strana stretta alla bocca dello stomaco che l'aveva poi portata a riflettere su quanto poco avessero un comune quei due: lui bello e simpatico, lei con una faccia da paura senza trucco e con poco senso dell'umorismo, lui così dolce e gentile, lei sempre sgarbata e scocciata. Insomma, quando uscivano non parlavano neanche molto, quindi perché diavolo se l'era portata dietro?
- Hey tutto ok? - le chiese pensieroso Thomas ancora di fronte a lei. Perfetto, aveva addirittura dimenticato di stare ballando con lui. - Perché stavi fulminando con lo sguardo Kendall? - domandò poi divertito. Rebecca sgranò gli occhi per la sorpresa, non pensava di essere osservata e addirittura non si era accorta di essere rimasta a fissare Kendall tanto a lungo da essere notata - Oh...io...stavo solo guardando il suo vestito. Mi piace molto! - mentì, sperando di essere convincente e Thomas parve bersela.
- Si è molto carino - le diede ragione - ma stasera tu sei molto più bella. - le sussurrò facendola sorridere imbarazzata.
 
 
"Chissà che diavolo le sta dicendo per farla arrossire in quel modo" pensò Harry socchiudendo gli occhi, mentre faceva fare una giravolta, a tempo di musica, alla maggiore delle sorelle Jenner. Stava osservando Rebecca ormai da un bel po' e il fatto che sembrasse andare così d'amore e d'accordo con il nipote di Mark lo stava infastidendo e non poco; tra l'altro non faceva che ridere, quindi due erano le cose: o Rebecca era ufficialmente ubriaca e per questo aveva perennemente quel sorriso stampato in faccia oppure lui era davvero simpatico tanto da farla sbellicare dalle risate. Ecco, Harry sperava con tutto il cuore che si trattasse della prima opzione, perché altrimenti non avrebbe saputo cosa pensare o fare. Quando poi Thomas fece scendere la sua mano un po' più giù rispetto al fianco e avvicinò il suo viso esageratemente a quello della ragazza, per poi posarle un leggero bacio vicino all'orecchio, il riccio pensò che fosse troppo, davvero troppo. Così, senza riflettere più di tanto come faceva ormai da un po' a quella parte, mentre continuava a ballare con Kendall, iniziò a spostarsi tra la folla, con tutta l'intenzione di avvicinarsi alla coppia che era stata oggetto delle sue attenzioni fino a pochi minuti prima; erano bastate due giravolte in cui stava quasi per cadere e un piccolo saltello all'indietro che...ops! - Scusa non volevo urtarti. - disse Harry fintamente dispiaciuto.
- Non preoccuparti, è tutto ok! - lo rassicurò Thomas, riprendendo a ballare con Rebecca come se nulla fosse successo. Pur continuando a ballare, ma senza prestare più di tanta attenzione alla sua accompagnatrice, Harry cercò di rimanere accanto ai due che aveva appena raggiunto, con il chiaro intento di scoprire di cosa stessero parlando, cosa che però si era rivelata estremamente difficile data la musica troppo alta. Sbuffò scocciato, ora era una questione di principio. Si stava ormai arrovellando il cervello su come agire da buoni cinque minuti, quando come per magia arrivò la sua manna dal cielo: Louis. Lo vide avvicinarsi a Thomas interrompendo la sua conversazione con Rebecca, gli disse qualcosa all'orecchio che chiaramente non poté capire e poi lo vide trascinarlo verso un gruppetto di persone sconosciute accanto al loro tavolo, non prima di avergli rivolto un occhiolino. Harry sorrise: doveva ricordarsi di fare un gran bel regalo a Louis; così senza troppe cerimonie, come se il fatto non fosse il suo e come se la ragazza con cui stava ballando non fosse la sua "compagna", lasciò perdere Kendall per avvicinarsi a Rebecca che, probabilmente, stava andando a sedersi.
- Mi concede un ballo, signorina? - chiese con la sua voce roca attirando l'attenzione di Rebecca che si voltò confusa verso di lui; gli sorrise e annuì  per poi avvicinarglisi e lasciarsi trasportare dalla musica. - Così...tu e Thomas eh? - domandò ad un certo punto il riccio, cercando di far sembrare che la cosa non gli importasse più di tanto. 
- Io e Thomas cosa? - chiese perplessa lei.
- Beh, non pensavo usciste insieme. Non mi sembra il tuo tipo. - le fece fare una giravolta, per poi avvicinarla al suo petto. 
- Non usciamo insieme. E poi neanche Kendall sembra il tuo tipo, ma la frequenti comunque! - spiegò la mora con tono leggermente infastidito. Il solo pensare a quella ragazza la mandava fuori dai gangheri.
- Touchè! - rispose Harry abbozzando una risata e Rebecca, guardandolo soddisfatta, pensò che non ci fosse nulla di più bello, anche con la musica forte che non le aveva permesso di sentire quel suono nitidamente. Trascorsero un bel po' di tempo al centro della pista, più a parlare e scherzare che a ballare realmente come tutte le persone che li circondavano; sembrava tutto così naturale, tutto così "semplicemente giusto" pensò Rebecca assorta tra i suoi pensieri, fin quando però non furono interrotti dall'arrivo di Thomas - Hey, amico. Posso riprendere la mia donzella? - chiese facendo un occhiolino alla mora.
- Perché non ritorni a fare quello che stavi facendo prima? Non vedi che stiamo parlando? - domandò Harry al ragazzo, usando un tono scocciato che lasciò letteralmente sorpresa Rebecca.
- Si da il caso che stessi ballando io con lei prima e non so se l'hai notato, ma la tua ragazza o quello che è, si trova laggiù a girarsi i pollici dato che l'hai praticamente snobbata. E sai, Harry, non è affatto carino. Quindi ti dico cosa faremo ora: tu raggiungi Kendall e io rimango qui con Reb! - e detto ciò, afferrò la mano della ragazza, che guardava i due confusa, avvicinandola al suo corpo e avvolgendole poi il fianco con un braccio. Quelle parole e quel gesto furono la goccia che fece traboccare il vaso e Harry, troppo infastidito dalla sicurezza con cui Thomas aveva attirato a sé la mora, quasi come se fosse sua, come se avesse un qualche diritto su di lei, gli diede uno spintone - Non devi toccarla! - gli disse irritato, tirando poi Rebecca per un polso, ma con suo grande dispiacere la ragazza gli fece lasciare la presa con uno strattone, guardandolo delusa.
- Si può sapere che ti prende, Harry? - chiese Thomas avvicinandosi a lui, forse un po' troppo.
- Mi prende che ti stai prendendo un po' troppa confidenza con Rebecca e non mi sembra che...- 
- Adesso basta! State zitti, tutti e due! - intervenne la mora separando i due ragazzi - State parlando come se io non fossi presente e la cosa mi ha rotto le scatole. Tu - disse indicando Harry - non capisco questo tuo atteggiamento all'improvviso, ma forse è meglio che ritorni dalla tua ragazza. E anche tu - indicò Thomas - datti una calmata! Ora se non vi dispiace esco fuori, voi fate quello che volete. - disse girando i tacchi e avviandosi verso l'uscita, non prima di aver afferrato con rabbia la pochette nera che era poggiata sul tavolo.
Una volta fuori decise di dirigersi verso una stradina laterale del locale per avere maggiore tranquillità e schiarirsi la mente; accese una sigaretta e aspiró una profonda boccata di fumo.
Ancora non riusciva a credere alla scena a cui aveva appena assistito e di cui era stata protagonista, non avrebbe minimamente potuto immaginare che i due sarebbero potuti scattare in quel modo:  Thomas si era preso effettivamente troppa confidenza per il modo in cui l'aveva pretesa indietro e per il modo in cui l'aveva stretta possessivamente a sè, Harry invece non avrebbe dovuto reagire con tutta la rabbia che aveva dimostrato quando aveva spintonato l'altro ragazzo, anzi non avrebbe proprio dovuto reagire . Che diavolo pretendeva? Prima la trattava come una normale amica o coinquilina, poi un giorno la baciava, quello dopo faceva finta di niente, poi lanciava frecciatine comportandosi in modo strano ed ora quello! E come se non fosse già abbastanza fuori luogo il suo atteggiamento, Rebecca non poteva evitare di pensare che fosse fidanzato o almeno così sembrava, dato che si trascinava quella kendall come una piovra appesa ad un braccio ovunque . 
Aveva quasi finito la sua merit e non era per niente sicura che le andasse di tornare dentro dagli altri, la voglia di chiamare un taxi era forte, tant'è che aprì la sua borsa alla ricerca del telefono.
-Reb- pronunció una voce che alla mora parve quasi sospirare di sollievo.
- Lasciami in pace- inizió lei cercando con lo sguardo una via di fuga.
-Reb!- continuò il ragazzo deciso a parlarle .
- Voglio stare da sola - disse la ragazza stringendo convulsamente la pochette tra le mani.
- Volevo sapere se stai bene- 
- No! Non sto per niente bene ok? - esplose Rebecca - Io non sto bene. Perché tu hai una ragazza e ti impicci degli affari miei, continuamente e non fai che guardarmi, smettila di guardarmi! - 
- Io non ti guardo, non è vero che ti guardo - disse Harry cercando di non perdere il contatto visivo con quegli occhi esausti color cioccolato.
- Non hai fatto che guardarmi, non hai fatto che osservarmi e Thomas- sentendo quel nome il ragazzo sembró quasi percepire un pugno allo stomaco- a me piace, è perfetto per me! Io voglio provare davvero a dargli una possibilità, ma non posso respirare, non posso respirare se tu mi guardi in quel modo quindi smettila!- gli urló sbarrando gli occhi sorpresa e sollevata per tutto quello che era riuscita a dire. 
Ci furono molti secondi di silenzio durante i quali i due continuavano a fissarsi come in attesa; Rebecca respirava profondamente per recuperare fiato tanto aveva parlato velocemente.
- Tu credi che io lo faccia apposta?- inizió Harry rianimato da non si sa cosa - Credi che non preferirei guardare la mia ragazza? Ma lei non mi fa perdere il controllo come fai tu ! Non mi rende impossibile tutto quello che faccio, non mi fa venire il mal di stomaco se penso che un altro può averla sfiorata con le sue mani! Io farei qualsiasi cosa per non guardarti più!- 
In quella stradina laterale non udivano niente che non fossero i loro respiri. Rebecca sconvolta da tutto quello che il moro le aveva urlato in faccia si appoggiò con le spalle al muro dato che improvvisamente aveva sentito le forze abbandonarla; non poteva credere a quello che aveva sentito, non voleva dare un senso a tutto quello che si erano confessati, ma non ebbe il tempo di pensare ad altro perché improvvisamente due labbra calde furono d'impeto sulle sue. Harry non aveva fatto altro che guardarla, fissare le sue labbra carnose e poi ancora carico  per la sua confessione, non aveva resistito e poggiandole una mano sul collo, aveva accorciato le distanze tra di loro. 
Rebecca nonostante non si aspettasse quel bacio, si trovò a rispondere con passione, ancor più quando il ragazzo la sbattè con forza al muro per far aderire totalmente i loro corpi; non riusciva a stare fermo, voleva toccare e sfiorare ogni centimetro di quella pelle di cui tante volte aveva percepito l'odore. 
Ad un tratto la mora si staccò e fissó i suoi occhi in quelli verdi di lui, sconvolta, ma non riuscì a stargli lontana a lungo dato che fu lei stessa ad attirare a sè il riccio per sentire nuovamente quelle labbra che febbrili le sfioravano ora la bocca, ora le guance, ora il collo; per quanto avessero provato a far finta di niente, si desideravano da troppo tempo e dopo quei baci non si poteva più tornare indietro. Nessuno dei due voleva.
-Andiamo- soffió Harry sulle labbra di lei mentre le afferrava saldamente la vita per condurla verso la sua range rover. Ci vollero 10 minuti per arrivare a casa e in quegli attimi, seppur Harry stesse guidando, non erano riusciti a stare lontani; salirono frettolosamente le scale mentre Harry continuava a baciare ogni lembo di pelle scoperto, ma non ne aveva mai abbastanza.
Rebecca intrecciava ripetutamente le sue mane tra i ricci di lui e pensó che non ci fosse niente di più bello della bocca di Harry che le lasciava umidi baci ovunque o delle sue mani che la toccavano come fosse qualcosa da venerare che in quel momento lui e lui soltanto aveva l'onore di possedere. A lui e a lui soltanto desiderava appartenere quella notte: si lasciò spogliare con la consapevolezza che in quel momento sarebbe potuta stare solo in un posto, tra le sue braccia, sotto al suo corpo, in quella stanza satura dei loro sospiri e con il sottofondo dei loro cuori che battevano impazziti.
 
 
Era l'ennesima volta che Dafne sbadigliava quella mattina e l'unica cosa che desiderava fare in quel momento era ritornare nella sua camera e sistemarsi a 
letto, sotto il calore delle sue morbide coperte, ma era ben consapevole che non avrebbe potuto passare la giornata nella nullafacenza totale e che, presto o tardi, i ragazzi l'avrebbero tirata giù dal letto. Stava bevendo una tazza di thé caldo seduta scompostamente sul divano del salone insieme a Louis che le stava raccontando del nuovo album che presto sarebbe uscito, delle giornate impegnative in studio di registrazione, dell'ansia che tutti loro avevano al pensiero che le nuove canzoni potessero non piacere alle loro fans - Lou devi stare tranquillo, andrà tutto bene. Mi avete fatto sentire alcune delle canzoni che state scrivendo, anche se non sono del tutto finite, e sono davvero belle. Vedrai che sarà un successo! - gli disse lei con un sorriso parlando a bassa voce, dal momento che in casa regnava il silenzio totale e probabilmente tutti erano ancora tra le braccia di Morfeo, cosa del tutto comprensibile data l'ora in cui si erano ritirati dopo la serata al pub. Continuando a parlare del più e del meno, la loro conversazione fu presto interrotta da un leggero rumore di passi provenire dal piano superiore, segno che qualcuno si era appena alzato, e dopo un po' videro Rebecca scendere lentamente le scale per evitare di fare rumore e guardarsi intorno furtiva. Sebbene Louis e Dafne fossero riusciti a vederla dal punto in cui si trovavano, la mora tuttavia non li aveva minimamente notati e, come se niente fosse, si era diretta in cucina, uscendone dopo qualche minuto con due tazze di caffè con le quali, con altrettanta velocità, era scomparsa ritornando di sopra. Dafne stava ancora osservando la rampa di scale con gli occhi leggermente strabuzzati per la sorpresa e lo stesso stava facendo il ragazzo accanto a lei, con la bocca  spalancata - Ehm...sbaglio o quella era...- iniziò la castana, - ...la camicia che ieri sera ha indossato Harry? Si, era proprio quella. - parlò Louis terminando la frase, con tono di voce piuttosto sorpreso.
- E Rebecca...- 
- Si, la stava indossando poco fa. Si, è scesa con solo quella addosso. Si, ha preso due tazze di caffè. - 
I due si girarono di scatto, guardandosi fisso negli occhi, rivolgendosi silenziosamente quella domanda che ormai vagava per la loro mente e della quale potevano ben immaginare la risposta dato ciò che avevano visto e alla fine, dopo qualche attimo di riflessione, Dafne scoppiò a ridere - Cavolo, come abbiamo fatto a non capirlo! - disse - sono spariti nel bel mezzo della serata, insieme, lasciando Thomas e Kendall da soli. Ma noi eravamo troppo ubriachi per notare una cosa del genere. - 
La sera precedente, infatti, la mora aveva mandato all'amica un messaggio in cui le diceva che sarebbe tornata prima a casa con Harry perché si sentiva poco bene, tuttavia non aveva prestato più di tanta attenzione alla cosa: saperla con il riccio la rendeva tranquilla. Quando, però, si era imbattuta in Thomas che le aveva chiesto di Rebecca, la castana si era stupita del fatto che l'amica non l'avesse avvisato del suo allontanamento dal locale; per di più Kendall era rimasta da sola tutta la sera, dato che Harry dopo aver accompagnato la mora non era più ritornato da lei al pub. Ora tutto aveva un senso.
- Che scusa...idiota. Poteva essere più esplicita. - borbottò Dafne mettendo il broncio; aver capito l'accaduto unendo quei semplici indizi piuttosto che averlo saputo da Reb, l'aveva indispettita.
- Oh, ma che carina che sei - la canzonò Louis dandole un buffetto sulla guancia - però devi capirla. Il mio Harry è così passionale che non ti da neanche il tempo di pensare. - fece alzando le sopracciglia maliziosamente e facendo ridere Dafne. Dopo un po' fece il suo ingresso nel salone della casa Zayn, con solo un pantalone della tuta addosso e il petto scoperto con i tatuaggi in bella vista, i capelli scompigliati e un elastico che ne raccoglieva una piccola ciocca scombinata tirata all'indietro. "Dovrebbero smetterla di girovagare per casa mezzi nudi, tutti quanti. Ne va della mia salute mentale" si ritrovò a pensare l'italiana, mentre ancora fissava incantata il corpo del ragazzo a pochi metri dal divano su cui era seduta. Che poi, proprio non riusciva a capire come facesse a stare così svestito con tutto il freddo che faceva. Era inverno, per la miseria! Fortunatamente, però, tutti questi suoi pensieri confusi furono interrotti dalle parole di qualcuno che la ridestarono - Ragazzi...- fu proprio Zayn ad intervenire, con  voce talmente bassa e roca da far rabbrividire la castana - credo di aver visto Rebecca uscire dalla camera di Harry...e non sono sicuro fosse del tutto vestita. Ma probabilmente sto ancora sognando. - disse massaggiandosi gli occhi, mentre si avvicinava alla poltrona e lasciandosi cadere su di essa svogliatamente. 
- Mio caro Zayn, ebbene, non stavi sognando. - gli spiegò Louis, facendo di nuovo quello strano movimento con le sopracciglia che lo rendeva completamente buffo. Il pakistano a quelle parole sgranò gli occhi per la sorpresa: di certo non si sarebbe aspettato che l'amico desse una conferma a ciò che aveva detto poco prima, e se Rebecca era uscita in quelle condizioni dalla camera del riccio significava solo una cosa - Sono andati a letto insieme? - domandò infatti il moro, assumendo improvvisamente una posizione più composta - Quando è successo? E Thomas e Kendall? Dio, non ci sto capendo niente! - 
- Amico, noi ne sappiamo esattamente quanto te. - iniziò Louis con fare cospiratore - Però potremmo salire di sopra e capire se...se ci stanno dando ancora dentro. Giusto per avere una conferma alle nostre ipotesi, ecco! -
- Noi non faremo proprio un bel niente! - lo interruppe Dafne alzando gli occhi al cielo e abbozzando una risata per la sfacciataggine di quelle parole  - Certo che siete più curiosi e chiacchieroni di due ragazze! E tu Zayn, smettila di dare corda a Louis, per piacere. - disse alzandosi dal divano e avviandosi alle scale, diretta in camera propria, più che intenzionata a non continuare con i suoi amici quella conversazione che riguardava Harry, Rebecca e il sesso, ma soprattutto, facendo finta di non aver sentito Louis che le diceva "Apri la porta e dai una sbirciatina".
 
 
Dafne era sdraiata sul proprio letto intenta a leggere un libro sulla seconda guerra mondiale, scrivendo di tanto in tanto delle annotazioni ai lati delle pagine. Aveva passato gran parte della giornata a studiare e stava leggendo dell'invasione della Polonia, quando sentì bussare alla porta: subito aveva ipotizzato si trattasse di Zayn che da due ore stava girovagando per casa come un'anima in pena alla ricerca del gel per capelli che, con molta probabilità, gli aveva nascosto Niall, le cui risate si sentivano in tutta la casa ogni qual volta il pakistano imprecava. Con sua  sorpresa, però, vide sbucare Rebecca. Aveva un sorriso da ebete stampato in faccia da quando, dopo che lei e Louis l'avevano vista, era scesa per fare colazione; era stranamente gentile e cordiale: infatti, quella mattina, quando Liam l'aveva urtata macchiando una delle sue maglie preferite con della marmellata, con grande sorpresa di tutti, la mora si era limitata a dirgli di stare tranquillo e che certe cose potevano capitare. Per di più Louis aveva provato a stuzzicarla con le sue  battute da pagliaccio, come spesso era solito fare, ma non aveva ottenuto nessuna reazione soddisfacente da Rebecca che, invece, normalmente gli rispondeva a tono. Qualcosa chiaramente non quadrava e i sospetti di Dafne riguardo una possibile notte di fuoco con Styles si facevano sempre più certi, tanto che quando Reb le chiese se poteva prendere in prestito la sua borsa nera per uscire quel pomeriggio, la castana ignorò totalmente l'amica - Avanti, spara! - disse socchiudendo gli occhi e poggiando sulle gambe il libro che di certo ora non avrebbe piu continuato a leggere.
- Cosa dovrei fare? - domandò incerta la mora, sedendosi sul letto accanto alla castana.
- Dimmi che ti prende oggi, non sembri tu - le spiegò - sei così...così calma e rilassata. Per di più hai un sorriso inquietante in faccia da stamattina, quindi o ti sei fatta di qualcosa di pesante o è successo qualcosa e io voglio sapere cos'è questo qualcosa. Ora. -
- Andiamo Daf, deve essere successo  per forza qualcosa per farmi comportare così? E comunque, me la presti la borsa si o no? -
- Si, perché questa non sei tu. E no, la borsa non la prendi finché non mi dici cosa ti è successo. - esclamò seria. Rebecca sospirò - E va bene! -  incrociò le gambe e si sistemò i capelli, guardando negli occhi la ragazza che aveva di fronte - Io e Harry siamo stati insieme stanotte! - disse pronunciando le parole alla velocità della luce e puntando i suoi occhi scuri in quelli dell'amica. 
- Lo sapevo! - esclamò Dafne facendo spuntare un sorriso sulle sue labbra - E tralascerò il fatto che tu abbia aspettato tutto il giorno per raccontarmi la cosa, per giunta ti sei fatta anche pregare...- le scoccò un'occhiataccia - ma ora passiamo alle cose serie...Come è stato? - chiese la castana, animata da una curiosità che aveva tentato di trattenere fino a quel momento.
- Beh...è stato...fantastico! Il miglior sesso della mia vita. E lui è stato così dolce e passionale che...credo di non essermi mai sentita meglio. - le spiegò Rebecca con aria un po' stralunata. Era da quando si era svegliata tra le braccia del riccio che si sentiva diversa, un po' più serena con se stessa, più felice e quasi non riusciva a spiegarsi il perché di quelle sensazioni. Sapeva solo che stava bene e che avrebbe voluto continuare a sentirsi in quel modo, ma qualcosa dentro di sé non riusciva a farla rilassare del tutto, come se sapesse che il suo essere contenta presto sarebbe stato interrotto.
- E così il nostro Styles non è semplicemente un mocciosetto che se la tira...ci sa davvero fare. - disse Dafne, poggiando due dita sotto il mento  e assumendo un'espressione maliziosa.
- Decisamente...- sospirò la mora.
- E ora? Che situazione c'è tra di voi...- domandò titubante la castana, osservando con attenzione il cambiamento di umore della mora - Nessuna situazione, Daf. Che vuoi che ti dica...è tutto come prima. Lui continua a stare con Kendall e io...beh, credo proprio che proverò a vedere Thomas. Ammesso che lui sia disposto, dato che l'altra sera l'ho completamente abbandonato dopo che io stessa l'avevo inviato ad uscire con noi. - disse rabbuiandosi non appena ebbe preso coscienza dell'amarezza di quelle parole. Ecco, era proprio questa la sensazione che Rebecca sapeva avrebbe, presto o tardi, provato.
 
 
Quasi ora di cena e Dafne a momenti si sarebbe addormentata: non ne poteva più di studiare, la concentrazione si era quasi totalmente esaurita e la sua povera mente non avrebbe retto, ne era sicura. Con un uno scatto chiuse il libro poggiando quaderni e fogli con appunti vari sul comodino accanto al letto e si alzò per andare a frugare in uno dei cassetti della scrivania, tirandone fuori qualche foglio. Le sue aspettative di trascorrere il tempo ad abbozzare qualcosa, però, furono stroncate nel momento esatto in cui si rese conto di aver terminato i carboncini che solitamente usava per disegnare: quella mattina, tra una commissione e l'altra, aveva completamente dimenticato di comprarli; avrebbe dovuto farlo l'indomani e già che c'era doveva ricordarsi anche di acquistare delle matite in grafite. Come se avesse avuto un'illuminazione si rese conto che in quella casa non era l'unica a disegnare e Zayn avrebbe potuto sicuramente prestarle il materiale che le serviva; doveva solo sperare che non fosse uscito.
- Ehilà Daf! - la salutò una voce appena fu uscita dalla sua camera - Allora sei viva, credevo che i libri ti avessero mangiata. Non sforzarti troppo o il tuo povero cervello ne risentirà - la prese in giro il riccio scompigliandole i capelli, ma ricevendo in risposta una linguaccia dalla castana.
- Sei davvero simpatico, credimi. Tu, invece, ti sei fatto visitare da un medico? - gli chiese lei sorridendo sorniona.
- Perché avrei dovuto? -
- Beh, perché da stamattina non fai altro che mettere in mostra il tuo bel sorriso. Sembra che tu, proprio come Reb, abbia una paresi facciale. Sicuro di stare bene? - domandò con aria ingenua, ridendosela sotto i baffi alla vista dell'amico nel totale imbarazzo.
-...N-non dire stupidaggini! - borbottò sistemandosi i ricci - io sorrido sempre, non c'è niente di strano. -
- La mia era solo una constatazione - spiegò - in ogni caso...hai visto Zayn? Devo chiedergli una cosa. - 
- Si -  annuì - ho appena finito di parlare con lui nella sua stanza da hobby. - e detto questo la salutò con un cenno del capo, per poi superarla e scendere al piano inferiore.
La ragazza si avvicinò a passo svelto alla camera dove si trovava il pakistano e prima che potesse bussare si rese conto che la porta era socchiusa: evidentemente Harry, una volta uscito, l'aveva lasciata in quel modo senza farci caso; così entrò in silenzio, trovando Zayn, con una mascherina bianca a coprirgli naso e bocca, intento a verniciare con alcune delle sue bombolette un enorme telo attaccato alla parete - Daf - la chiamò la voce del ragazzo quando si accorse di lei.
- Hey, scusa, non volevo disturbarti. Volevo sapere se hai dei carboncini da potermi prestare. I miei li ho finiti. - gli spiegò lei.
- Certo - le sorrise - sono in quella scatola laggiù. - disse, ritornando poi a spruzzare la vernice viola sulla parete di fronte a sé; non stava ritraendo niente in particolare, semplicemente dava forma a qualsiasi cosa gli passasse per la testa: sembrava uno di quei murales colorati che si potevano osservare per le strade di Camden Town. - Ho parlato con Harry prima. - interruppe il silenzio il moro - le nostre ipotesi su stanotte sono vere. - le disse con aria maliziosa.
- Eh già...chi l'avrebbe detto. - 
- Come chi l'avrebbe detto? - chiese incredulo - Quei due non fanno che mangiarsi con gli occhi e Harry è geloso marcio. Finalmente hanno deciso di darsi una mossa. - 
Dafne rise - Sai, non ti credevo così preso dalla loro storia. Sembri una ragazzina entusiasta che ha appena visto i due ragazzi del suo telefilm preferito baciarsi e mettersi insieme. - disse prendendolo in giro, ma Zayn non parve prendersela più di tanto - In ogni caso, la situazione è un po' più complicata: che Harry sia geloso di Rebecca serve a poco e niente se non si decide a lasciare Kendall e lo stesso vale per Reb che è decisamente confusa. - spiegò, questa volta assumendo un tono più serio. - Wow! - esclamò scettico il pakistano - Tu si che sai come incoraggiare i tuoi amici con la positività che ti ritrovi. -
- Non pensare male. Sono contentissima per loro due, soprattutto per Reb dato che non la vedevo così da tanto...solo sono semplicemente una persona realista. E se quei due non si danno una mossa, tra loro non cambierà niente, ecco tutto. Oppure potrebbero rendersi conto di aver preso solo una sbandata e di non provare nulla che vada oltre l'attrazione fisica. Quindi chissà come andrà a finire... - 
- Ok, forse non hai un briciolo di positività dentro di te, e neanche di romanticismo. Ma che diamine di ragazza sei? - le chiese ridendo, mentre Dafne alzava gli occhi al cielo - Te l'ho detto, sono solo realista. E tu Malik, invece sei un romanticone non è vero? Quell'aria da ragazzo serio e misterioso è solo una copertura...scommetto che ti commuovi anche quando guardi i film. - continuò la castana.
- Non abbiamo tutti un cuore di pietra come il tuo, cara Daf. E per la cronaca, io non piango. -
- Se lo dici tu...- rispose la ragazza mentre osservava con attenzione i disegni che il pakistano aveva fatto, prima che lei arrivasse ad interromperlo. 
- Vuoi provare? - domandò lui avvicinandosi alla castana con la bomboletta che aveva ancora in mano e muovendola davanti al viso. - Non so usare queste cose, probabilmente il massimo che riuscirei a creare sarebbe una macchia priva di forma. E poi come fai a delineare i contorni? Me lo sono sempre chiesto. -
- Vieni, ti faccio vedere io. - le disse piano, prendendole una mano e portandola davanti al telo sul quale stava dipingendo lui poco prima, si posizionò alle spalle di Dafne e le fece afferrare la bomboletta - Ecco, tienila così. - le spiegò, abbassandosi di poco per arrivare alla sua altezza e posando il proprio braccio su quello della ragazza, fino ad afferrarle la mano con cui lei stava mantenendo cioè avrebbe utilizzato per verniciare. Quando Zayn si mosse premendo lo spray della bomboletta  guidando Dafne da dietro, avvicinò il suo corpo a quello della ragazza, facendo combaciare perfettamente il proprio petto con la schiena di lei. E Dafne poté giurate di aver avvertito un brivido percorrerle la schiena e subito dopo la sua temperatura corporea aumentare, cosa decisamente strana dato che fino a poco prima stava morendo di freddo; non per niente aveva indossato uno dei suoi maglioni più caldi quel giorno. Inizialmente non aveva capito cosa stavano riproducendo, lei con il moro che ancora l'aiutava nei movimenti, ma poi si era resa conto che stavano disegnando un omino stilizzato, vestito in maniera buffa. Dafne non sapeva esattamente quanto tempo avessero impiegato e quanto fossero stati in quella posizione, ma quando Zayn smise di spruzzare la vernice abbassando il braccio, quasi si rabbuiò al pensiero di dover porre fine a quel contatto; ma non accadde nulla del genere, anzi il moro rimase alle sue spalle, con il braccio posato ancora su quello di lei, con la testa che le sfiorava l'orecchio, con le loro mani a stringere quella stupida bombetta della quale ormai non importava più a nessuno. Aveva ancora lo sguardo puntato dritto davanti a sé, con il respiro che aveva preso ad accelerare nel momento in cui Zayn aveva poggiato l'altra mano libera sul suo fianco; Dafne non riusciva a pensare razionalmente, non capiva cosa le stesse succedendo e non lo sopportava, perché lei aveva sempre la situazione sotto controllo. Sempre. Così, neanche un secondo per pensarci, decise di girare la testa e forse, pensò, avrebbe fatto meglio a non farlo: i loro corpi erano ancora spiaccicati come poco prima, ma con la differenza ora che i loro nasi erano a meno di un centimetro di distanza, potevano fissarsi negli occhi, e pensò di poter annegare nell'intensità dello sguardo di Zayn, e potevano sentire i loro respiri fondersi. Spostando lo sguardo dagli occhi alla bocca della ragazza, il moro prese ad avvicinarsi alle labbra di lei, rimanendo sorpreso di quanto ancora i loro visi fossero lontani e scoprendosi desideroso di colmare al più presto quella distanza. Dafne, d'altro canto, era rimasta immobile al suo posto con mille pensieri che le frullavano per la testa e che avrebbe volentieri fatto tacere, data l'ansia che iniziava ad avvertire; quando poi sentì la presa di lui farsi più salda sul proprio fianco sembrò dimenticare tutto, i carboncini che era andata a prendere, la conversazione su Harry e Rebecca, Zayn che le spiegava come utilizzare quelle bombolette spray, quello stupido nervosismo che la stava assalendo da qualche minuto a quella parte: l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era baciarlo. Le loro labbra, che non erano ancora premute le une contro le altre, si stavano semplicemente sfiorando come a voler tastare il terreno, anche se entrambi sapevano che non ce n'era alcun bisogno e quando finalmente stavano per colmare quell'insulsa distanza tra loro - Hey Zayn mi accompagni al centro commerciale? - sentirono urlare, mentre un Liam già pronto per uscire  spalancava la porta e loro, per lo spavento, si allontanavano - Oh...ehm...ho interrotto qualcosa? - chiese titubante, percependo più che evidentemente la tensione e l'imbarazzo che era piombato tra i due appena era entrato. - No tranquillo - disse Dafne cercando di mantenere un tono di voce credibile e poté sentire chiaramente accanto a sé Zayn borbottare infastidito "ovviamente non hai interrotto niente"  - stavo giusto per andarmene. - esclamò allontanandosi dal pakistano e superando Liam, ancora piena di imbarazzo.
- Dafne? - la richiamò dolcemente quella voce roca che ormai avrebbe riconosciuto tra mille prima che uscisse dalla stanza - I carboncini che ti servivano. Tieni. - e glieli porse.
- Oh...grazie. Beh, io vado. Divertitevi al centro commerciale. - disse uscendo finalmente da lì, con il viso accaldato e il cuore che ancora le batteva all' impazzata al solo pensiero di cosa sarebbe successo se Liam non fosse entrato.
   
 
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