Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Persefone3    16/09/2015    5 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
    XXIV. A Night Of Awareness before  the Duel
 
Quando Hook entrò nella capanna, Emma era seduta al tavolo con le dita nervosamente intrecciate. La stanchezza le si leggeva chiaramente sul volto. Come sentì la porta chiudersi, si alzò e corse immediatamente verso Hook.
 
- Mi stavo preoccupando. Cosa voleva David?
- Stavamo solo concordando gli ultimi dettagli per domani.
 
Per la prima volta, da quando lo conosceva, Emma vide sul volto dell’uomo un velo di stanchezza vera, profonda. Gli accarezzò il volto cercando di sorridere.
 
- Sei molto stanco. Vuoi che ti prepari qualcosa prima di andarti a sdraiare?
- No, grazie. Sali e vai a riposarti: la serata è stata dura anche per te.
 
Emma poteva sentire le sue emozioni fluire in tutto il suo corpo. L’uomo davanti a lei aveva rischiato la sua vita per trovarla e non avrebbe esitato un istante a sacrificarsi pur di metterla in salvo. Nessuno l’aveva messa al primo posto in quel modo.
 
- A proposito – riprese Hook improvvisamente – questa è tua.
 
Estrasse dalla tasca del pastrano il ciondolo e lo restituì a Emma.
 
- Grazie. Non mi è venuto in mente altro. Anche se dopo che Rumple mi ha detto cosa voleva farvi, speravo non lo trovassi più. E il tuo che fine ha fatto?
- L’ho dato ad Henry. Era giusto che lo tenesse lui. E ora vai, non ti reggi più in piedi dalla stanchezza – le baciò la fronte – buonanotte principessa.
 
La spinse dolcemente verso le scale e la vide salire. Solo quando fu certo che fosse entrata in camera, lasciò che la stanchezza esigesse il suo prezzo. Si tolse il pastrano e prese la fiaschetta per andarsi a sedere vicino al fuoco.
Seduta sul letto, Emma stava fissando la sua catenina. Dopo essersi rinfrescata e aver indossato una leggera tunica per la notte, si era seduta a cercare di mettere ordine nei suoi pensieri. Una cosa era certa: non poteva più far finta di ignorare quello che provava per l’uomo che era al piano di sotto. Quando lo aveva visto comparire sulla soglia della tenda aveva provato una gioia sfrenata, subito seguita dalla feroce consapevolezza di stare mettendo la sua vita in grosso pericolo. Una sola parola le veniva in mente per racchiudere quel caleidoscopio di sentimenti. Era una parola semplice ma allo stesso tempo la più difficile da accettare: amore. Quando si era ritrovata nelle sue braccia aveva compreso che per niente al mondo si sarebbe più separata da lui e per questo aveva preteso si seguirlo alla capanna. E allora per quale motivo si era lasciata convincere ad andare al piano di sopra? Non era lì che voleva essere ed era giunto il momento di smettere di fuggire dai suoi sentimenti. Si alzò e ravvio la tunica. Poi si diresse alla porta ed iniziò a scendere le scale a piedi nudi.
Hook stava dando fondo alla sua fiaschetta. Stavolta ci era mancato davvero poco, era stato a un passo dal perderla davvero. Si passò una mano sulla fronte: un imminente mal di testa era alle porte. Era così assorto nei suoi pensieri che non la sentì avvicinarsi.
Come la donna scese l’ultimo gradino, lo vide seduto accanto al camino. La sua figura le era sempre apparsa come solida e invincibile, ma ora con le spalle curve e il peso della stanchezza su di esse, si rese conto di quanto fosse umano anche lui dopotutto. Si avvicinò lentamente e lo abbracciò da dietro.
Nel momento in cui Hook sentì cingersi trasalì: la credeva al piano di sopra e non dietro di lui. Si alzò immediatamente e cercò di apparire il meno preoccupato possibile.
 
- Che succede tesoro?
 
Emma fece qualche passo indietro per lasciare ad Hook lo spazio di muoversi liberamente. Quando incrociò i suoi occhi, capì che non era più tempo di avere paura e di lasciarsi completamente andare. Tornò ad avvicinarsi e poi lo abbracciò, affondando il viso nell’incavo del suo collo. Sentì chiaramente il corpo dell’uomo sussultare dalla sorpresa e lo strinse ancora di più a sé. Hook fu colto completamente alla sprovvista e per l’emozione non aveva mosso un muscolo. Fu Emma a condurre le sue braccia intorno a lei e a rassicuralo su quello che voleva facesse. Si stava aprendo finalmente e voleva che fosse solo lui a cogliere questa nuova consapevolezza. Sentiva, però, che c’era un’ultima cosa da fare prima di abbandonarsi completamente ai loro reciproci sentimenti. Si scostò leggermente dalla spalla del pirata e afferrò il suo ciondolo per sfilarlo e poggiarlo su una cassettiera lì vicino.
 
- Emma non serve … - disse Hook sorpreso e allo stesso tempo incuriosito da quel gesto.
- E invece serve eccome.
- Non voglio che rinneghi qualcosa cui sei fortemente legata, non sarebbe giusto.
- Non è questo il punto, Killian. Sono stanca di rincorrere qualcosa che non esiste. A cosa mi serve inseguire un fantasma quando ho la possibilità di assaporare qualcosa di reale?
 
La donna poggiò la sua fronte su quella dell’uomo e poi proseguì.
 
- Nei boschi ti ho accusato di non dimostrare a fatti i sentimenti che dicevi di provare per me. Sono stata ingiusta e bugiarda. In tutto quello che hai fatto, hai messo me al primo posto, ma avevo paura ad ammetterlo. Ora basta avere paura, basta scappare da te.
 
Prima che Hook potesse aggiungere qualcosa, Emma lo baciò appassionatamente. Gli posò una mano dietro la testa per spingerlo ancora di più a sé. Il pirata sentì la lingua della donna cercare la sua e solo quando le permise di sfiorarla sentì la frenesia di Emma farsi inarrestabile, proprio come stava succedendo a lui. Riavere indietro la loro intimità e quella profonda fiducia, che li aveva sempre uniti, era inebriante e spingeva prepotentemente Hook nei sentieri dell’amore condiviso. Ma un ultimo fugace dubbio lo doveva scacciare dalla sua mente prima di avventurarsi in quella strada senza ritorno.
 
- Emma – disse il pirata dopo l’ennesimo caldo bacio tra loro – non devi sentirti in obbligo per quello che ti ho detto prima in tenda, non pretendo di …
 
Emma gli posò una mano sulla bocca e la fissò mordendosi il labbro inferiore per il desiderio.
 
- Te lo ripeto capitano, con te non ho mai fatto niente perché dovevo, ma solo perché volevo. E questo momento non fa eccezione anzi.
 
Il pirata si avventò famelico sulle labbra della donna. Strinse saldamente la mano sul suo fianco e affondò le dita nella sua carne. Fu Emma però la più audace e la più smaliziata tra i due: le sue mani corsero agli alamari del gilet e, dopo averne slacciato l’ultimo, lo fece scivolare a terra. Poi fu la volta della mano del pirata correre verso il fiocco della tunica di Emma per scioglierlo, questa volta senza nessun ripensamento, e per poterne aprire l’ampia scollatura. Sentì le mani di Emma armeggiare con gli ultimi bottoni della sua camicia e poi sfilargliela senza troppi complimenti. La donna si scosto leggermente per deliziarsi della sua prestante figura. Dal canto suo, Hook lasciò il corpo di Emma il minimo indispensabile: ora che il contatto tra loro era così elettrico non aveva nessuna intenzione di perdere secondi preziosi. Tornò a stringerla immediatamente e come Emma percepì il profumo della sua pelle, si sentì ancora più inebriata e allo stesso tempo frastornata. L’uomo catturò ancora una volta le sue labbra per poi scendere dolcemente a baciare il collo esile. Non appena sfiorò la pelle, un gemito di piacere intenso uscì dalla bocca di Emma, galvanizzando il desiderio del pirata che con un gesto abile fece scivolare una bretella della tunica. Si concentrò sulla spalla con l’intenzione di scendere giù fino al rotondo e florido seno. Emma lo lasciò fare e ne strinse la testa tra le braccia. Quando lo sentì sfiorare la scollatura della tunica sussultò ancora.
 
- Sei audace capitano, mi piace quello che fai – gli sussurrò nell’orecchio.
 
Hook sollevò malizioso lo sguardo, per godere della vista del piacere sul volto della donna. Sorrideva e aveva le guance leggermente colorate di rosso a causa dell’eccitazione e dell’emozione. Una fitta al cuore lo colpì a tradimento: aveva lo stesso desiderio e lo stesso rossore la prima volta che era stata sua.
Ricordava tutto di quella sera. Era la stessa in cui Emma gli aveva confidato la sua paura di perderlo e lui aveva cercato di rassicurarla. Era rientrato da poco nella sua stanza da Granny quando aveva sentito improvvisamente bussare alla porta. E poi era successo tutto come in un turbine: ritrovarsela davanti alla porta, la frenesia di liberarsi dei vestiti, la passione che era dilagata unita alla voglia di unirsi e condividere tutto.  
Emma colse un attimo di esitazione nell’uomo e strinse forte la mano del pirata, lasciando che le loro dita si intrecciassero appassionatamente.
 
- Ascoltami – sussurrò dolcemente – domani tornerò a dividere il tuo cuore con lei senza protestare, ma adesso fa che sia solo mio, ti prego.
 
Hook si riscosse immediatamente da quella sorta di trance e per cancellare quell’incertezza si rituffò sulle sue labbra. La sollevò per i fianchi e lasciò che si ancorasse alla sua vita con le gambe. La condusse verso il letto e la stese su di esso.
 
- Sei bellissima – disse con desiderio – ma sei ancora troppo coperta per i miei gusti.
 
La liberò della tunica e si fermò ad ammirarla nuda sotto di lui.
 
- Così iniziamo a ragionare.
 
Emma rise divertita e lo liberò degli ultimi indumenti, ricambiando le carezze che aveva ricevuto dal lui. lo attirò e lo fece adagiare sopra di sé. Mani e labbra correvano veloci e sicuri, con una naturalezza e una sintonia che la stessa Emma non sapeva spiegarsi, ma era bello e appagante lasciarsi cullare da quella complicità. Fu lei la prima a manifestare la voglia di arrivare fino in fondo, sfilandosi l’intimo. Hook sentì di essere sul punto di perdere completamente il controllo di sé e il fatto che Emma avesse liberato anche lui dell’ultima barriera tra loro, non aveva di certo aiutato.
 
- Questo si chiama giocare sporco, Swan …
- Credevo fosse il tuo pane quotidiano pirata …
 
Riconobbe immediatamente lo sguardo di Emma: era quello che manifestava quando voleva andare oltre i preliminari perché pronta a donarsi incondizionatamente. Il suo istinto gli stava dicendo che era così ma voleva esserne certo per non sbagliare niente durante quella notte magica.
 
- Sei … pronta? – le chiese nell’orecchio.
- Tu che dici? – rispose lei spingendo suadente il suo bacino contro quello dell’uomo.
 
Hook sentì l’eccitazione raggiungere il suo apice e, senza ulteriori indugi, si fece dolcemente strada in lei.
Non appena Emma lo accolse in sé, gemette forte e strinse le lenzuola con le mani prima di abbracciarlo e fare in modo che i loro corpi si unissero saldamente. Era la prima volta che provava un’emozione così totalizzate ed intensa per qualcuno. Far combaciare sesso e amore era una cosa difficilissima, ma valeva davvero la pena impegnarsi nella ricerca di questa combinazione perfetta perché dava un senso tutto nuovo a ogni gesto, a ogni sguardo, a ogni singolo bacio.
Hook le strinse la mano e poi tutto intorno a loro sembrò perdere di senso: la guerra, il duello, i pericoli, gli inganni.
Quando Emma raggiunse l’apice del piacere, inarcò la schiena e si ancorò saldamente a lui, come se il contatto con il suo corpo amplificasse esponenzialmente quella travolgente sensazione di puro benessere. Lui la baciò ancora con amore e dopo pochi istanti la seguì su quella strada. Emma, quindi, accarezzò la sua schiena sudata e ravviò i suoi capelli prima di vederlo rilassarsi su di lei.
Hook aveva ancora il respiro affannato quando le posò la fronte sul seno per cercare di riprendere fiato. Aveva perso il conto delle braccia di donna in cui si era perso per tutti quei secoli, ma tra le braccia di Emma aveva sempre ritrovato se stesso. Era successo la prima volta in quella stanza di Granny e anche il momento appena assaporato non aveva fatto eccezione. Alzò lo sguardo e si ritrovò i suoi verdi occhi intenti a fissarlo sorridenti e appagati.
A quel punto Emma, d’un tratto, afferrò la sua mano e se la portò sul seno sinistro, dove il cuore non aveva minimamente rallentato la sua spericolata corsa.
 
- Lo senti Killian? Da che ricordo, non credo abbia mai battuto così forte per qualcuno.
 
Hook cambiò la posizione delle mani sorridendo e portò quella della donna sul suo di petto.
 
- Io, invece, credevo che il mio fosse troppo vecchio e stanco per battere così.
 
Emma lo guardò perplessa, senza capire, ma prima che potesse chiedere qualcosa in più, Hook si adagiò su un fianco e la attirò a sé, come se quello fosse sempre stato il posto che lei avrebbe dovuto occupare.
 
- Stai attento domani – disse Emma accarezzandogli il petto – ti prego.
- Emma ho tutta l’intenzione di tornare da te, credimi.
 
Aspettò che gli occhi di Emma si chiudessero prima di lasciarsi vincere dal sonno. Erano insieme e si amavano. Nessuno lo poteva impedire né Rumple, l’autore o qualunque magia oscura: si amavano e basta.
Quando il sole sorse, fu Hook il primo a svegliarsi. Un raggio di sole stava entrando nella stanza mentre Emma era ancora tra le sue braccia, dormendo tranquillamente. L’intensificarsi della luce poteva iniziare a darle fastidio così Hook si alzò per tirare la tenda del baldacchino. Di dormire non aveva più voglia, ma Emma poteva ancora. Si infilò velocemente i pantalone e poi la camicia nera che era finita per terra accanto al tavolo. Improvvisamente qualcuno iniziò a bussare alla porta. Emma iniziò a muoversi ed il pirata si precipitò ad aprire. Si ritrovò davanti David, già pronto.
 
- Buongiorno Hook – disse a voce alta
- Abbassa la voce! E buongiorno a te David.
- Perché devo abbassare la voce?
- Emma dorme ancora.
- Ma è al piano di sopra dubito che possa sentirci!
- Cosa succede? – disse una voce assonnata proveniente dalle spalle del pirata.
 
David sgranò gli occhi e Hook si voltò sapendo perfettamente cosa aveva attirato l’attenzione del principe. Emma era in piedi, avvolta solo in un lenzuolo e li stava guardando preoccupata. Il pirata sentì lo sguardo bruciante del principe sulla sua nuca.
 
- È solo David, tesoro. Torna a dormire. Ci mettiamo fuori a parlare.
 
Appena ebbe chiuso la porta dietro di sé, David aveva ancora il viso visibilmente sconvolto per quello che aveva visto e probabilmente immaginato. Hook cercò di rimediare alla situazione.
 
- Cosa eri venuto a dirmi?
- Ero passato per vedere se eri sveglio e ricordarti che alle dieci dobbiamo essere alla fortezza.
- Sono sveglio e mi ricordo bene l’orario del duello, mio premuroso secondo.
 
Senza nessun preavviso David lo colpì non troppo forte su una spalla.
 
- E questo che significa? – chiese Hook spiazzato.
- Lo sai che significa: oscura o meno quella lì dentro è sempre mia figlia. Spero tu sappia quello che stai facendo.
- Oscura o meno, David, lei è e sarà sempre l’amore della mia vita.
- Lo spero per te, pirata o giuro che vengo a cercarti quando questa storia sarà finita e non sarà una cosa piacevole. Partiamo tra due ore. Io e Snow vi aspettiamo qui fuori, non fate tardi.
 
Quando rientrò nella capanna, Hook trovò Emma esattamente dove l’avevano lasciata. Aveva il viso crucciato. Si avvicinò immediatamente per avvolgerla in un suadente abbraccio e per cercare di capire cosa le stava passando per la testa.
 
- A cosa pensi? – le chiese stringendola più forte.
- Era sua sorella?
 
Hook la guardò perplesso non capendo a cosa stesse facendo riferimento.
 
- Leila, dico, era sua sorella?
- Perché me lo chiedi?
- Prima mi ha guardato in modo strano, come se fosse, non so, geloso di qualcosa.
 
Era di me che era geloso, Swan: era un padre geloso di sua figlia e di quello che un uomo, nella fattispecie me, può fare con la sua dolce bambina.
 
Avrebbe voluto risponderle questo, ma era chiaro che Hook non poteva.
 
- Sì, amore, Leila era sua sorella. Ora, visto che è ancora presto e che ieri ero molto stanco, non credo di aver capito molto bene quello che ci è successo. Mi daresti una mano a ricordare bene?
 
Mentre sul viso di Emma si scioglieva un passionale sorriso, Hook afferrò il lenzuolo e lo fece scivolare dal suo corpo. La prese per mano e la riportò a letto per ritagliare ancora per loro un momento di impetuosa felicità.




ANGOLO DELLA'UTRICE:
Mi sembrava giusto dedicare un intero capitolo alla capitolazione della povera Emma. Volevo che avessero un momento tutto loro, dove potessero in qualche modo prendere consapevolezza dei sentimenti che provano l'uno per l'altra. Dato che questo era un capitolo non previsto, la mia scaletta si è allungata. questo vuol dire che mancano solo tre capitoli alla fine. M piacerebbe davvero finire prima della 5x01 e giuro che ci proverò, ma non so se farò in tempo. Che dire, il duello alle porte e il tempo stringe, seguitemi perchè le sorprese non sono ancora finite, ho ancora qualche cartuccia da sparare ;) #cisiamoquasi
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e a quelli che leggono e inseriscono 
Sono davvero impaziente di vedere la nuova stagione e queste due ultime settimane mi sembreranno interminabili.
Un bacione e a prestissimo
Persefone
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Persefone3