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Autore: JessyJoy    17/09/2015    1 recensioni
Shannon, quarantaquattro anni, ha finalmente deciso di mettere la testa a posto chiedendo alla sua compagna di sposarlo. Ma il cammino verso l'altare è ancora lungo e le insidie si celano dietro ogni angolo. Tra ricordi del loro passato, amori dimenticati e vecchie dipendenze, dovranno fare affidamento solo sul loro amore per superare ogni ostacolo e arrivare più uniti che mai al giorno del fatidico Sì.
Ma dopotutto nemmeno le favole finiscono sempre con un lieto fine e loro lo sanno; dovranno mettercela tutta per coronare quello che all'inizio era solo un sogno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Once upon a dream

 

CAPITOLO 16

24 Dicembre 2015, New York


-Buon Natale- esclama Jared porgendomi la bottiglia.
Il cuore inizia a palpitarmi veloce nel petto, non riesco a dire nulla. Sento solo la mano di Shannon afferrarmi la spalla.
-Ben arrivati- esclama invitandomi a lasciare spazio davanti alla porta.
-Sorellina, ti vedo un po’ sorpresa- esclama Mary entrando nell’appartamento. -Questo posto è davvero una figata-. Dice guardandosi intorno mentre si dirige verso l’albero di Natale, carica di pacchetti.
-Cosa ci fate qui?-. So che non suona molto invitante ma è l’unica cosa che sono in grado di dire.
Jared inizia a ridere -Pensavi che Shannon ti avrebbe tenuta tutta per sé, stasera? Non glielo avremmo mai permesso-.
-Io… sono davvero felice- sussurro. Shannon ha fatto tutto questo per me, per vedermi contenta. Perché sapeva quanto ci tenevo a festeggiare con le nostre famiglie. -Grazie per essere tutti qui-. Li saluto abbracciandoli, poi faccio strada verso il soggiorno. -Posso aprire la porta ora?- domando a Shannon, il quale annuisce.
Ed ecco il motivo per cui non voleva che entrassi in sala da pranzo, è apparecchiata per sette persone. È stato davvero bravo a preparare tutto questo.
Dopo che tutti si sono accomodati seguo Shannon in cucina. -Ti aiuto a portare fuori la cena- dico.
-Dovrebbe essere tutto ancora caldo- dice iniziando a scartare i pacchetti di alluminio che ci sono stati consegnati e mettendo il contenuto su vassoi da portata.
Mi avvicino a lui, portandomi alle sue spalle, lo cingo da dietro. -Grazie- sussurro al suo orecchio.
-Per cosa?-.
-Per aver fatto tutto questo-.
-È stata dura far finta di niente. Ma credo che la sorpresa sia riuscita-.
-Non ho sospettato nulla-.
Sorride voltandosi verso di me e abbracciandomi. -Sapevo che ci tenevi a questa cosa. Ho iniziato a pensarla ancora il giorno che ti ho proposto di festeggiare a New York. Speravo accettassi-.
-E ovviamente Jared è stato tuo complice-.
-Anche Mary. Loro erano più che d’accordo ad andare in vacanza per Natale-. Mi osserva un secondo. -Tutto questo per dimostrarti che sei l’unica donna di cui mi importa al mondo. Non avrei mai fatto una cosa del genere per le altre-.
-Lo so. Mi dispiace per oggi. Ogni tanto mi sento davvero stupida a comportarmi così-.
-Non devi preoccuparti, io ti sono fedele sempre-.

25 Dicembre 2014, New York

La cena è stata favolosa, e non era solo il cibo ad essere ottimo, ma tutta l’atmosfera. Stiamo chiacchierando davanti ad un bicchiere di Champagne, quando l’orologio sul camino segna la mezzanotte.
Shannon si alza in piedi. -Buon Natale a tutti-.
Uno alla volta ci alziamo per stringerci le mani e abbracciarci scambiandoci gli auguri. Shannon mi stringe a se, cullandomi tra le sue braccia e io inspiro il suo odore meraviglioso.
-Buon Natale, amore- sussurro sulla sua bocca mentre lo bacio.
Ed ecco che finalmente arriva il momento che tutti stavano aspettando. Ci dirigiamo verso l’albero che brilla luminoso al centro del salotto, possiamo aprire i regali. Shannon mi tiene per mano mentre Jared e Mary iniziano a distribuire i loro pacchetti.
C’è un mucchio di carta colorata per terra. Ho messo dei nastri dorati tra i capelli di Shannon e lui ha contraccambiato appiccicandomi sulla fronte i fiocchi dei pacchetti. Ognuno ha aperto i suoi regali soddisfatto, ora mancano solo le nostre due scatole e tutti le stanno osservando con trepidazione.
Mi avvicino all’albero e afferro la scatola con scritto Cartier, la porgo a Shannon.
Lui la afferra, poi la osserva come se la stesse soppesando.

***

Il regalo si Whitney è un orologio d’oro che rappresenta esattamente i miei gusti. È grosso, pesante e luminoso, proprio come piace a me. Lo estraggo dalla scatola per voltarlo, sul retro della cassa c’è un’incisione, la data di oggi ed una frase “In ogni secondo, solo io e te”. Lo provo subito, è perfetto. Tutti lo stanno osservando ammirati mentre Whitney sorride. Poi accanto all’alloggiamento dell’orologio vedo due gioielli più piccoli. Sono gemelli, anch’essi d’oro. Il centro è piatto, mentre il bordo è intrecciato. Su uno c’è incisa una “W” e sull’altro una “S”. Prendendone uno tra le mani mi accorgo che la forma ricorda i tamburi della mia batteria.
-Ho pensato che ti potrebbero servire il ventisette giugno- spiega Whitney interrompendo il silenzio.
-Sono bellissimi- rispondo sollevando lo sguardo verso di lei -Grazie-. Mi avvicino per baciarla, poi tocca a me darle il suo regalo e mentre le porgo la scatola celeste mi sento davvero emozionato.
La osservo mentre seduta sul divano inizia a sciogliere il nastro bianco che circonda la scatola. È seria mentre solleva il coperchio, ma poco dopo un’impagabile espressione di stupore e meraviglia si dipinge sul suo volto.

***

Porto una mano alla bocca e sgrano gli occhi. Quello che la scatola contiene è ciò che di più lontano può esistere da un vassoio da portata.
È una parure di gioielli che brilla intensamente sotto le luci della sala.
Una collana in oro bianco, che termina con un fiore a quattro punte formato da grossi diamanti tagliati a goccia; orecchini pendenti, formati da una fascetta di cinque diamanti tondi terminante con un fiore che riprende la forma di quello sulla collana e sotto ad esso una perla sfolgorante; e per finire un bracciale rigido, che alterna perle a diamanti.
Sollevo lo sguardo verso Shannon che si trova difronte a me. -Tu sei pazzo- dico in un sussurro, cercando di nascondere il contenuto agli occhi degli altri.
Sorride e si alza venendo verso di me. -Non ti piace?- chiede sedendosi al mio fianco.
-Non ho mai visto nulla di così bello-.
-E allora perché ti vedo così sconvolta, avresti preferito un piatto in argento?-.
-No. Questo è perfetto. Grazie, è stupendo- dico avvicinandomi a lui. Lo guardo un istante negli occhi e poi gli poso un casto bacio sulla bocca.
Tutti allungano il collo in direzione della scatola, così imbarazzata la passo nelle mani di mia mamma che se la rigira un momento prima di cederla a qualcun altro.
Shannon osserva quel passamano con aria soddisfatta. Sono tutti meravigliati vedendone il contenuto. Tutti tranne me, se avessi saputo cosa conteneva avrei fatto in modo di restare da sola mentre l’aprivo.
Quando finalmente torna tra le mie mani domando a Shannon di poterla mettere in un posto sicuro e lui la prende, insieme ai suoi gioielli Cartier e si dirige in camera nostra.
-Cosa ne dite di un’altra fetta di panettone?- chiedo io per alleggerire la tensione che sento addosso.
-L’ultima. Poi andiamo tutti a dormire- esclama mio papà.
Vado a prendere il dolce mentre Shannon ritorna in salone. Non riesco ad incrociare il suo sguardo, mi siedo accanto a lui e non dico più nulla.

I miei genitori e Mary si fermeranno qui nel nostro appartamento, mentre Constance starà da Jared, nel suo loft, all’ultimo piano di un palazzo che si trova poco distante dal nostro.
Ci salutiamo sulla porta, dandoci appuntamento a mezzogiorno nel ristorante in cui pranzeremo. Jared riesce a farsi scappare che in mattinata arriveranno anche Tomo, Vicky ed Emma.
Dopo aver dato la buonanotte ai miei genitori mi dirigo in camera, dove Shannon mi sta aspettando. È seduto sul letto, indossa solo la camicia nera che aveva stasera, i jeans sono appoggiati ad una poltrona.
-Va tutto bene?- domanda non appena mi chiudo la porta alle spalle.
-È già la seconda volta che me lo domandi oggi-.
-Sei stata molto silenziosa dopo che hai aperto il mio regalo-.
-Sono solo stanca-.
-Non è vero. Non ti è piaciuto?-.
-Shannon, è bellissimo, te lo già detto. Solo che…- non so come continuare e non voglio ferire i suoi sentimenti. So che l’ha fatto per rendermi felice. -Sono perle e diamanti, e sono di Tiffany-. Ribadisco ancora questo concetto.
-E allora?-.
-Forse è un po’ troppo-.
-Un po’ troppo?- domanda, lo vedo scaldarsi. -Whitney, per te nulla è troppo. Se lo fosse stato, stanotte non si sarebbe trovato sotto l’albero. Se ti piace sono contento e spero di vedertelo addosso il giorno in cui ci sposeremo, altrimenti passate le feste andremo insieme a cambiarlo con ciò che preferisci-.
Scuoto la testa -Shannon, è stupendo. Non lo cambierei con nulla. E poi l’hai scelto tu, significa che è questo che vuoi vedermi addosso quel giorno-.
-Perché non l’hai provato?-.
-Shannon, ti stai creando un enorme castello in aria, sei peggio di una donna. Non l’ho voluto provare perché mi sono sentita in imbarazzo-.
-In imbarazzo? Temo di non seguirti-.
-Shannon, devi aver speso un patrimonio per quei gioielli. Ti ho detto mille volte che non mi è mai interessato nulla dei tuoi soldi, ma una cosa del genere ostenta il fatto che possiedi una certa ricchezza-.
-L’ho fatto perché mi faceva piacere regalarti una cosa così. Mentre il vestito lo indosserai solo quel giorno, questi gioielli potrai metterli sempre, cene di gala, red carpet, ogni volta che si presenterà l’occasione. Ti ricorderanno il nostro momento-.
-Lo so, Shannon. Sono certa che tu l’abbia fatto con le migliori intenzioni. Ma mentre Jared e tua mamma sono abituati a questa cosa, perché vivono il tuo stesso lusso, per la mia famiglia è diverso-.
-Whitney, i tuoi genitori sono avvocati e mi pare che non se la passino male-.
-Certo, è vero, ma non è di loro che mi preoccupo in questo momento, per loro è stato un bellissimo gesto nei miei confronti. È per Mary che mi dispiace, lei non ha nessuno che la vizia così-.
-Amore, io sono certo che Mary sia felice per te. Prima o poi anche lei troverà qualcuno con cui condividere tutto questo-.
Inarco un sopracciglio -Un uomo bellissimo e famoso? Pieno di soldi? Che le farà girare il mondo e la riempirà di regali?-.
-Nella vita può succedere, a te è capitato. Prima di conoscermi eri una ragazza normale che inseguiva un sogno-.
Muovo lentamente la testa -Forse hai ragione, forse sono io che mi creo problemi inutili. È la mia famiglia ed è felice per me. Altrimenti ora non sarebbe qui a festeggiare il Natale con noi-.
Shannon si avvicina e mi stringe in un abbraccio -Va tutto bene, Whitney. Tu sei una ragazza fantastica e non hai mai deluso le aspettative di nessuno. Hai studiato fino ad arrivare dove volevi, hai il tuo lavoro nonostante sai che posso permettermi di mantenerti a casa. Sei caparbia, tenace, indipendente; sono tutte qualità che la gente vede e apprezza. Se quello esagerato sono io tu non puoi farci nulla, e se faccio tutto questo è perché sei l’unica donna che è stata capace di darmi quello che cerco e voglio condividere con te tutto ciò che ho, perché lo meriti. Meriti questo e molto di più. Devi farci l’abitudine, perché ci stiamo per sposare-.
Ci guardiamo un lungo istante negli occhi -Nessun uomo mi ha mai detto certe cose-.
-Spero non sia un male-.
Scuoto la testa -Sei l’unico che abbia mai amato così tanto-.
Mi bacia con passione, poi si allontana di qualche passo, dirigendosi verso l’armadio -Pensi che ora ci sia abbastanza intimità per potertelo vedere addosso?- chiede.
Sorrido con malizia -Prendi la scatola- sussurro.
Shannon l’appoggia sulla cassettiera, di fronte allo specchio. Mi avvicino a lui che inizia a slegare i bottoni sul retro del mio vestito facendolo scivolare via e lasciandomi solo con l’intimo addosso. Apre la scatola e i diamanti iniziano a brillare alla tiepida luce della abat-jour.
-Non sai quanto mi ecciti vestita di rosso- sussurra mentre lega il bracciale al polso. Visto da questa prospettiva è ancora più bello. Delicatamente mi punta gli orecchini, e per finire prende in mano la collana.
Sposta i capelli sulla mia spalla e fa passare il pendente davanti al mio collo, lo sento ricadere leggero sullo sterno.
-Sei meravigliosa- sussurra al mio orecchio -Non sai quanto mi piacerebbe poter compiere questi gesti anche la mattina del nostro matrimonio-.
Gli sorrido dallo specchio.
Con estrema calma mi volta verso di lui, prende il mio viso tra le mani e si avvicina alla mia bocca.

***

-Ti amo da morire- sussurro mentre i miei occhi si perdono nei suoi.
Trovo tremendo quando si crea le sue paranoie. Deve capire che amo solo lei e che è la mia luce ogni giorno. Non potrei mai neanche sognare di guardare un’altra donna con gli stessi occhi che riservo a lei, eppure non riesce a comprenderlo.
So di essere stato esagerato con il regalo che le ho fatto stanotte. Un semplice pendente l’avrebbe fatta ugualmente contenta, eppure desideravo che si sentisse speciale, bella e splendida come la vedo io.
Osservo lo specchio riflettere la sua immagine ancora per un istante, poi la tiro verso di me, la faccio distendere sul letto e mi arrampico sul suo corpo. Inizio baciandole i lobi delle orecchie, per scendere lungo il collo, fino all’incavo della spalla.
Il suo respiro inizia a variare, si fa più profondo e veloce. Scendo lungo lo sterno, baciando lentamente la pelle sopra i suoi seni appena liberati dal reggiseno che ora li sostiene da sotto rendendoli ancora più alti. Il suo corpo preme contro il mio, mi vuole. Le sue mani si fanno strada sulla camicia, inizia a sciogliere tutti i bottoni, uno dopo l’altro, finche non riesce a trovare la pelle nuda del mio petto. Le sue mani sono fresche, rabbrividisco al contatto con esse, ma è una sensazione piacevole. Sorrido mentre la mia bocca stuzzica uno dei suoi capezzoli.
Le sue mani risalgono lungo la mia schiena, fino ad arrivare tra i capelli, intreccia le sue dita con essi, la sua bocca sta disegnando piccoli cerchi sul mio collo e i suoi denti mordono la mia pelle; ogni volta è un brivido di piacere.
Infilo i pollici nell’elastico del suo perizoma e lentamente lo faccio scivolare via. Scendo con la bocca lungo il profilo della sua gamba, baciandola e mordendola, mentre le sue mani continuano a pizzicarmi i capelli.
Con estrema calma risalgo l’altra gamba e sempre piano arrivo alla sua pancia, al suo seno e nuovamente alla sua bocca. La bacio mentre le mie dita la esplorano con piccoli movimenti circolari. È pronta e aspetta solo me.
Con un rapido gesto tolgo i boxer e mi sistemo in mezzo lei, tenendomi sollevato sulle mani per poterla guardare negli occhi.
-Sono tuo- sussurro mentre dolcemente entro dentro di lei. -Sono solo tuo e non devi dubitarlo mai-.
In risposta Whitney mi stringe più forte con le braccia e con le gambe, cercando di raggiungere la mia bocca. Si fa strada dentro essa e credo questa sia la sua dimostrazione della paura che ha di perdermi.
Questo pensiero non deve neanche passarle per la testa, ormai sono disposto a tutto pur di farglielo capire.
Quando la sento spingere più forte contro di me so che il suo orgasmo sta per arrivare. Mi stacco dalla sua bocca proprio mentre butta la testa all’indietro e ansima il mio nome. Stringo più forte le mie braccia attorno al suo corpo e vengo insieme a lei.

***

Quando la mattina mi sveglio Shannon non è a letto. Mi guardo intorno, l’orologio segna le otto e mezza. Mi corico nuovamente e guardo la finestra che si intravede attraverso le tende spostate. Fuori sta nevicando.
Un rumore mi fa voltare, la porta della camera si sta aprendo ed ecco entrare Shannon, regge tra le mani il vassoio della colazione e in testa ha il cappellino rosso di Babbo Natale. Solo quando si avvicina al letto posso notare che addosso ha solo un paio di boxer neri. Non dico nulla e sto al suo gioco.
-Buon Natale- dice posando il vassoio sul comodino.
-Pensavo Babbo Natale fosse passato questa notte. Hai qualche altro regalo per me?- domando lanciando un’occhiata alla sua erezione che si intravede attraverso la stoffa.
-Forse, se hai fatto la brava- risponde salendo sul letto.
Sorrido allungando una mano verso i suoi boxer -Posso scartare il pacchetto?-.
-Forse dovresti prima fare colazione. Potrebbe sempre trattarsi di carbone e farti perdere l’appetito-.
-Se invece fossero caramelle vorrei assaggiarle. Correrò il rischio-.
Shannon si lancia sulla mia bocca, afferra i miei fianchi e mi solleva di peso rovesciandomi, finche non invertiamo le nostre posizioni, io sono sopra di lui e posso comandare il gioco.
-La colazione può decisamente aspettare- ringhia sulle mie labbra mentre mi bacia.

Un’ora dopo quando lasciamo la camera da letto troviamo Mary seduta al tavolo della cucina che sfoglia un giornale. Dalla faccia che ha deve essersi svegliata da poco.
-Buongiorno- dico iniziando a lavare le ciotole della colazione. -Dove sono mamma e papà?-.
-Sono usciti. Volevano fare un giro per New York prima di pranzo- spiega guardandosi intorno. -Ragazzi, questa casa è davvero bella-.
-Grazie- rispondo con un timido sorriso. Forse non dovrei sentirmi poi così in imbarazzo, Mary è davvero sincera e felice per me e forse non fa caso a tutte queste cose, sono solo io che mi creo inutili paranoie. -Cosa ne dici se andiamo anche noi a fare un giro?- le domando d’impulso.
-Mi cambio subito- risponde contenta.
Raggiungo Shannon in camera nostra. -Io e Mary volevamo fare un giro. Ti va di venire con noi?-.
Shannon mi lancia un’occhiata -Forse dovreste andare voi due da sole-.
Sorrido, ha capito quello che pensavo. -Grazie. Ci vediamo più tardi-.
Indosso il cappotto e torno nel salone, Mary è pronta e mi sta già aspettando. -Shannon non viene?- chiede.
-No, ha detto che ha delle cose da sistemare qui a casa-.
Non so se è una mia impressione ma ho la visione fugace degli occhi di mia sorella che si illuminano. -Allora andiamo- dice aprendo la porta e precedendomi lungo l’ingresso.
Mentre la seguo lancio un’occhiata in direzione dell’uscio da cui ieri sera è comparsa la strega. Stringo le labbra senza dire nulla e mi dirigo all’ascensore.
-Va tutto bene?- domanda Mary.
-Certo- rispondo forse con un po’ troppo entusiasmo -È tutto perfetto-.
-Non mentirmi, mi sembri un po’ tesa-.
Mi guardo intorno come temendo che qualcuno possa ascoltarmi -Ho dei problemi con Shannon-.
Mary sgrana gli occhi -Problemi? Che genere di problemi? Cose che si possono risolvere, spero-.
-No, cioè, sì. So che suona strano detto così. Sono solo io ad averli lui non c’entra-.
-Non ti seguo-.
-Ti va di fare colazione da qualche parte?-.
Così sedute al tavolino di uno Starbucks, con una tazza di cappuccino fumante davanti, inizio a spiegarle.
-Ultimamente non faccio altro che notare ragazze che squadrano Shannon da capo a piedi-.
Mary sembra divertita dalla mia confessione. -Shannon è un bel uomo, e per giunta è famoso, lo sai anche tu-.
-Sì, solo che ultimamente sembrano farsi tutte più insistenti. Prendi ieri per esempio, una gli ha domandato foto e autografo e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso-.
-Ti senti per caso minacciata?-.
-No, io… non lo so-.
-Whitney, devi imparare a convivere con questa cosa. Non puoi farne un dramma ogni volta che una loro fan lo incontra per strada-.
-È una cosa che capita ovunque. E poi non sono solo le fans a preoccuparmi-.
-Spiegati meglio- dice scrutandomi, mentre si pulisce la bocca dalla schiuma del cappuccino.
-Ha avuto tantissime donne prima di me. Come faccio ad essere sicura che non succeda ancora in futuro?-.
-Ti fidi di lui?- domanda. Io annuisco, perché sì, so di fidarmi ciecamente. -Allora il problema non si pone. Lui mi pare che da quando avete iniziato a frequentarvi ti abbia dimostrato completa devozione. Perché devi crearti certe immagini di lui e farlo apparire come uno sciupa-femmine?-.
Osservo Mary completamente stupefatta, non avrei mai creduto che si schierasse così apertamente dalla parte di Shannon.
-Io… non lo so. Ho solo paura di restare delusa-.
-Penso che Shannon abbia messo la testa a posto da quando ti ha trovato-.
-Ieri sera abbiamo incontrato una donna- sbotto. È questo che in realtà mi sta logorando. -Una sua ex per essere precisi. Non sapevo nulla della sua esistenza anche se…- prendo fiato per un attimo -Abita sullo stesso pianerottolo in cui ci troviamo noi qui a New York-.
Mary sorride -E allora? È una sua ex, cosa dovrebbe importarti di lei?-.
-Se l’è mangiato con gli occhi! E per di più ha insinuato che non lo faceva tipo da matrimonio, quando ha saputo della notizia-.
-E lui cos’ha detto?-.
-Che sono stata io a fargli cambiare idea quando mi ha incontrato-.
Vedo mia sorella cercare di trattenersi dal non ridere -Senti, Whitney, qualunque persona che sia uscita con Shannon, si sentirebbe delusa e amareggiata nel vedere che ha trovato la donna della sua vita e ha deciso di sposarsi, non credi?-.
-D’accordo, su questo hai ragione, ma perché non mi ha mai raccontato di tutte le storie che ha avuto in passato?-.
-Perché è un uomo. E come tutti gli uomini quel che è passato è passato, perché tornare sul discorso? Hai mai sentito un uomo fare parola delle sue ex come noi donne? Sai quando uscivo con Tizio andavamo sempre a ballare; sai quando stavo con Caio la domenica eravamo sempre allo stadio. Dai Whitney, non crearti inutili paranoie a soli sei mesi dal giorno più bello della vostra vita-.
Riesce a strapparmi un sorriso con la sua imitazione e con le sue parole. -Hai ragione-.
-Ho sempre pensato che la vostra vita fosse tutta rose e fiori, pensavo che stare con un uomo famoso fosse fantastico-.
Scuoto la testa. -No, non lo è sempre. All’apparenza forse. L’idea che la gente si fa ogni volta è che io sia sempre in viaggio, che visiti il mondo intero, che ad ogni mio schiocco di dita arrivi ciò che desidero, invece no. Il più delle volte sono a casa che aspetto il suo ritorno, passo le settimane da sola, l’unico contatto è attraverso il telefono o internet. Senza considerare che devo sforzarmi a non pensare che è circondato da un manipolo di fans scatenate, alcune delle quali avanti con l’età e decisamente vogliose-.
Mary mi guarda disgustata -Cielo, Whitney, il modo in stai dipingendo il suo lavoro è davvero degradante-.
-Non è vero, io amo e rispetto la sua passione, non farei mai nulla per privarlo di questa cosa, perché è ciò che lo rende l’uomo che è, e che io amo. Sono le donne che gli ronzano intorno ad infastidirmi-.
-Ti prego, non torniamo su questo argomento, abbiamo già stabilito la lealtà del tuo compagno, non dubitarne più-.
-Hai ragione. Devo smetterla con questi problemi-.
-Il punto ora è se sei disposta ad accettare questo per tutta la vita?-.
-Certo che lo sono, Shannon è tutto per me-.
-Però non riesci a sopportare il fatto che sarete sempre separati?-.
-Già. Sono i lunghi periodi ad avermi sempre spaventato-.
-Allora seguilo-.
-Come ti salta in mente una cosa simile?-.
-Non dirmi che non l’hai mai pensato?-.
-Certo che l’ho pensato, ma ho il mio lavoro. Non potrei mai lasciarlo, e non permetterei nemmeno a Shannon di mantenermi. Cosa penserebbe la gente di me?-.
-Whitney, non ti dico di abbandonare il lavoro, ci sono moltissimi modi per continuare a farlo pur non restando a casa. E poi nessuno penserebbe che Shannon ti mantenga. Insomma sei una persona testarda e piena di iniziative, riusciresti a far sentire la tua voce comunque-.
-Non lo so, è una scelta a cui devo pensare attentamente e in ogni caso rimanderei la decisione a dopo il matrimonio-.
-Vuoi che i tuoi figli crescano vedendo il loro padre una volta al mese? O vedendo la loro madre sempre triste quando lui non c’è?-.
-Chi ha parlato di bambini?-.
-Vi state per sposare, è abbastanza logico che a questo passo ne segua un altro-.
-Va bene, hai ragione, ma quando avremo dei figli il discorso sarà diverso-.
Mary scuote la testa -Tutto quello che succederà dal ventisette giugno cambierà la vostra vita e vi legherà ancora di più. Vorrai stare con lui, farai anche tu come Vicky-.
Sorrido al pensiero di poter stare con Shannon ogni giorno. Sì, forse è proprio questo ciò che voglio.
-A marzo ripartiranno, gli ho promesso che cercherò di passare con lui qualche giorno in Russia. Mentre saremo via ci penserò e potrei anche accennare a questa cosa-.
-Spero di non dover mai uscire con un uomo famoso- esclama Mary.
Rido e tentando di sviare da questo discorso cambio argomento. -A proposito di uomini, cosa mi racconti del tuo bel palestrato?-.
Vedo il suo colorito roseo variare ad una tonalità magenta -Non c’è nulla da dire- esclama trafelata. -Lui è il mio trainer, mi segue solo quando vado in palestra-.
Alzo un sopracciglio -Vuoi dirmi che sei convinta di non voler provare ad uscire con lui?-.
-Lui è solo il mio allenatore- sottolinea ancora -Cosa ti fa pensare che dovremmo condividere qualcosa di più?-.
-Non so, forse il fatto che ogni volta ti mangia con gli occhi e che ora sulle tue guance si potrebbe scaldare l’intero pranzo di Natale-.
-Non è vero. È carino, sì, ma nient altro-.
-Mary, perché non vuoi dirmi di cos’hai paura? Io ti ho raccontato di me e Shannon-.
-Non puoi ricattarmi così. E va bene, penso che lui sia fidanzato e che tradisca la sua ragazza in continuazione-.
La osservo incredula -Non ci credo, è impossibile-.
-Invece è proprio così-.
-Cosa te lo fa pensare?-.
-Spesso quando la sera esco dalla palestra c’è una ragazza ad aspettarlo, e non è mai la stessa-.
-Ma questo non vuol dir niente, magari sono solo ragazze che allena-.
-No, perché più di una volta l’ho sentito dire chiaramente di aspettarlo, che aveva quasi finito il lavoro e che poi potevano andare via-.
-D’accordo, supponiamo che lui abbia una ragazza diversa ogni sera, cosa ti fa pensare che siano tutte relazioni clandestine?-.
-Perché una mia amica che lo conosce dice che il sabato e la domenica sera lo vede sempre con la stessa ragazza-.
-D’accordo, quindi la sua relazione è limitata al fine settimana, mentre tutte le altre sere ne ha una diversa?-.
-Esatto-.
-Mary, non puoi fondare le tue idee semplicemente in base a quello che ti è stato riferito. Dovresti avere più materiale-.
-Penso che tutto questo mi basti. Non voglio neanche pensare di uscire con un uomo che tradisce la sua compagna-.
Osservo mia sorella senza riuscire a credere a ciò che ha appena detto. -Senti, secondo me non è così. C’è una spiegazione sotto-.
-Sì, che noi abbiamo sempre vissuto in un mondo di cuori e fiori, ma la realtà è che là fuori ci sono uomini che fanno veramente schifo-.
Vista in questo modo, penso che la passata vita amorosa di Shannon non dovrebbe preoccuparmi così tanto, però ugualmente continuo a non credere a ciò che ho appena sentito dire da Mary.
-Facciamo una cosa, usciamo a far due passi e non pensiamoci più, almeno per oggi. Quando torneremo a New York, dopo le feste, cercheremo di capire se quello che dici è vero-.
-È vero, non c’è da capire nulla- dice Mary alzandosi.

  
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