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Autore: Robigna88    17/09/2015    1 recensioni
Miranda ama fare i dolci, così quando la ammettono ad una delle più prestigiose scuole di pasticceria parte piena di speranze ma anche di paure. Una volta lontana però si renderà conto che forse c'è una cosa che ama più dei dolci e che è sempre stata ad un passo da lei.
(Storia scritta anni fa)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-1-

 

 

 

Miranda tamburellava inquieta con le dita sulla sedia della sala d’attesa. La sua gamba si muoveva velocemente su e giù come se lei non ne avesse il controllo. Aveva caldo ma era pieno inverno, e le belle labbra rosate erano tormentate dai mordicchi nervosi. Quando iniziò a sentire dolore alla mano che velocemente e rumorosamente sembrava intenzionata a bucare la sedia di legno sotto i colpi insistenti, decise di alzarsi e iniziò a fare su e giù per il piccolo corridoio nell’attesa che fosse il suo turno.

L’ irrequietezza e l’ansia provocata dall’attesa le aveva imparate da sua madre; mentre l’entusiasmo che da lì a poco sarebbe forse esploso e i morbidi e lucenti capelli castani li aveva presi da suo padre: quello stesso padre che l’aveva lasciata quando ancora non era capace di parlare, quando ancora prendeva il latte nel biberon.. Respirò a fondo e afferrò dalla tasca la lettera che tanto aveva atteso; la possibilità che aspettava da tutta la vita era lì, nelle sue mani chiusa in una fine busta di carta che le sue dita tremanti non avevano il coraggio di aprire.

Continuò a fare su e giù per un altro paio di minuti che sembrarono ore, fin quando la voce severa ma amorevole di Maddie, la segretaria/amica che da sempre aveva fatto parte della sua vita, non la esortò a sedersi: «Santa pace del paradiso Miranda.. Vuoi sederti o no? Mi stai facendo venire il mal di mare.»

Miranda alzò gli occhi su di lei, troppo nervosa per risponderle ed iniziare uno di quei botta e risposta che erano solite fare, ma troppo dolce per non riservarle comunque uno dei suoi migliori sorrisi: «Scusa! Sono un po’ agitata.»

Maddie la fissò alzando un sopracciglio perplessa e si tolse i piccoli occhiali per guardarla in viso: «Questo l’avevo capito da sola. Mi chiedevo solo se potessi essere così gentile da agitarti seduta.»

La ragazza annuì e si mise a sedere guardando la lettera mentre la sua gamba ricominciava a muoversi veloce e nervosa.

Maddie, che la osservava da dietro la scrivania, respirò a fondo e le si avvicinò incuriosita dal pezzo di carta che stringeva tra le mani e che sembrava essere il motivo di tanta agitazione: «Questa è la lettera che aspetti da un mese?»

La ragazza annuì mentre le sue fragilità si scioglievano come neve al sole sotto la voce curiosa della donna.

«E perché non me l’hai detto subito? Ragazza mia qui dentro a questa busta c’è il tuo futuro.. Perciò hai il sacrosanto diritto di fare su e giù.. Andiamo!!»  Le disse Maddie, e presala per mano la fece alzare iniziando a seguirla impaziente e ansiosa su e giù per il corridoio.

 

 

 

«Esattamente cosa state facendo?» La voce di Dave, il migliore amico di Miranda, attirò la loro attenzione.

Chiuso nel suo cappotto nero che gli dava un’aria da adulto pieno di responsabilità, il ragazzo le guardò corrugando la fronte con aria interrogativa. Sapeva per certo che Miranda faceva su e giù quando era agitata o nervosa per qualcosa, quello che non capiva era perché Maddie la accompagnasse nel movimento compulsivo di percorrere avanti e indietro il rettangolo di pavimento che andava dalla scrivania alla porta dell’ufficio della madre della ragazza. Quello che comunque era chiaro era che se Dave fosse stato un estraneo  piuttosto che un vecchio “cimelio” di famiglia, come Maddie lo chiamava, le avrebbe prese per pazze.

Maddie e Miranda continuarono a camminare su e giù e alzarono gli occhi per guardarlo «Secondo te cosa stiamo facendo?» Gli chiese la donna.

Dave scosse il capo perplesso e le fissò per un po’ «Non vorrei sbagliarmi ma credo che voi stiate andando su e giù per il corridoio.»

Maddie si fermò e lo fissò con un’espressione a metà tra il divertito e la perplessità. «Sei divertente..»

«Beh.. grazie, è un dono.»

Miranda li osservava divertita e, come sempre, si rese conto che il suo migliore amico era riuscito, solo con la sua presenza ad infonderle quella calma e quella tranquillità che in quel momento erano seriamente messe alla prova dalla lettera che stringeva gelosamente tra le mani. Si perse per un attimo nel piacere che i battibecchi, ormai nella norma, tra Dave e Maddie, sapevano darle e per qualche secondo si scordò il motivo della sua agitazione.

«La vedi la busta nelle mani di Mimi… Quella busta contiene il suo futuro..»

La voce di Maddie, che la chiamava con quell’assurdo soprannome, la riportò alla realtà e la lettera che aveva in mano iniziò a pesare di nuovo come un macigno.

Guardò il suo amico e con un sorriso falsamente tranquillo, che avrebbe ingannato chiunque ma non lui, agitò appena la busta mostrandogliela.

«È la lettera da quel concorso per lo stage di pasticceria a cui hai partecipato?» Le chiese il ragazzo.

«Si.. Sto aspettando che mia madre finisca col suo cliente e poi entro dentro e gliela faccio aprire.»

«Perché non la apri da sola?»

Miranda scosse il capo decisa, aggrottando la fronte come se il suo amico l’avesse appena insultata.

Dave sorrise e le accarezzò i capelli nell’intento di rassicurarla. «Sono sicuro che ti hanno presa!»

Miranda sorrise e volse lo sguardo alla madre che salutava il cliente e poi le si avvicinava per il “momento della verità”.

 

 

 

Gentilissima Miranda Cooper siamo lieti di annunciarle che è stata accettata per lo stage della durata di un  mese presso la prestigiosa scuola di pasticceri “Delizie del palato” di Los Angeles.

Inizio stage lunedì 5 gennaio 2009, ore 11:00.”

 

Quando la madre finì di leggere le poche righe che rivelavano il suo futuro, Miranda non riusciva ancora a credere alle parole appena sentite. Maddie,la madre stessa e Dave la abbracciavano felici e quegli abbracci sembravano sfiorarla senza toccarla davvero. Sentiva in sottofondo le parole gioiose di chi le stava intorno e riusciva a vedere le lacrime orgogliose e felici della madre e di Maddie e l’espressione sorridente di Dave. Provava a parlare ma le parole le si bloccavano in gola e in quel momento assaggiò il gusto dell’incredulità.

I dolci erano sempre stati la sua passione: una passione nata un po’ per caso. Un giorno infatti, al secondo anno delle scuole medie si era ritrovata coinvolta senza volerlo davvero, nell’organizzazione di uno spettacolo di beneficienza. “Tu prepara dei biscotti”  le aveva detto la sua insegnante e lei pur amando i dolci ma non sapendo da dove iniziare, diligente ed educata com’era sempre stata aveva annuito ed era arrivata a casa disperata. Aveva preso il vecchio ricettario della mamma e aveva iniziato ad impastare e lavorare fin quando sporca di farina e profumata di cioccolato aveva infornato la sua teglia di biscotti pronta a comprare qualcosa di già pronto la mattina dopo prima della scuola. Li aveva fatti cuocere e poi li aveva adagiati in un vassoio senza avere il coraggio di assaggiarli.

Poi la mamma era tornata a casa dal lavoro e ne aveva mangiato uno scoprendo che era buonissimo. All’inizio Miranda non ci aveva creduto e aveva pensato che lei in quanto mamma era decisamente di parte.

Ma il giorno dopo allo spettacolo di beneficenza tutti chiedevano da quale pasticceria arrivassero i biscotti al cioccolato e Miranda capì che erano davvero buoni. Intraprendente com’era, mise su una piccola bancarella e vendette i suoi biscotti racimolando qualche soldo con cui comprò gli strumenti necessari per sperimentare nuovi dolci.. E pian piano col passare del tempo imparò a preparare torte e dolcezze di ogni tipo, capendo che quella era la strada che voleva seguire. Aveva frequentato un corso a New York, la sua città, e quando le si era presentata l’occasione e si era sentita davvero pronta aveva fatto domanda per lo stage a cui era stata appena accettata.

«Siete sicuri che non ci sia un errore?»  Chiese incredula.

«Un errore? Quale errore? Ragazza mia, ce l’hai fatta!!» La voce allegra di Maddie la risvegliò dal suo stupore.

Miranda prese la lettera e la lesse, come se avesse l’impressione che leggendola da sé il contenuto sarebbe cambiato..

Eh si.. C’è scritto che ce l’ho fatta!” pensò mentre scorreva velocemente, per la terza volta le righe sul foglio. Leggeva e rileggeva mentre sul suo viso si stampava un sorriso ebete che avrebbe fatto tenerezza a chiunque. «Ce l’ho fatta!!» esclamò iniziando a saltellare per la gioia..

«Sono fiera di te!» Le disse la madre sorridente.

Miranda sorrise e guardò Maddie che piangeva ancora per la felicità continuando a ripetere: “L’uccellino lascia il nido e impara a volare da solo!”. Per quanto quelle parole fossero proprie del Maddie style, suonavano strane persino uscendo dalla sua bocca. Ma, tralasciando il particolare dell’uccellino era tutto vero, stava lasciando il nido e adesso le sue insicurezze sembravano pronte a prendere il sopravvento. Diede una rapida occhiata al suo migliore amico che la osservava in silenzio rispettando i suoi tempi di metabolizzazione della notizia che le avrebbe probabilmente cambiato la vita per sempre. Negli occhi del ragazzo leggeva lo stesso terrore che pervadeva anche lei; lasciare chi si ama è duro, ma Miranda che fino a quel momento credeva di poter prendere e mollare tutto, si perse negli occhi verdi e lucenti di Dave e capì che forse non era tanto semplice mollare tutto, soprattutto lui.

«Congratulazioni!» le disse il ragazzo abbracciandola forte «È l’occasione che aspettavi da tutta la vita.. Bravissima!»

«Grazie.»

 

 

 

Nella sua camera nell’attesa che il taxi arrivasse per condurla all’aeroporto, Miranda fissò ogni particolare della stanza come se avesse paura che partendo l’avrebbe dimenticato. I suoi poster di Parigi, i suoi libri, per la maggior parte ricettari di dolci, i suoi pupazzi e il suo angolo rock, con i dischi degli AC/DC, dei Kansan e di  atri gruppi rock anni ottanta che Dave le aveva regalato.

Le aveva detto che glieli aveva comprati perché non ne poteva più delle sue lagne smielate. Che ne aveva abbastanza di ascoltare zuccherose canzoni d’amore in cui la coppia scoppia sempre e uno dei due si ritrova a cantare il loro passato. Così aveva creato, più per lui che per lei, il cosiddetto angolo rock. In quell’angolo secondo lui, si nascondevano tutte le energie positive necessarie a superare un giorno no. E quando andava a trovarla, mentre Miranda cercava inutilmente di guardare la tv, lui si scatenava su pezzi come Carry on my wayward son dei Kansan oppure Back in black degli AC/DC.

«Paura all’idea di partire?»

Miranda sorrise e guardò la porta da dove il suo migliore amico faceva il suo ingresso pronto a salutarla. «Direi che è tardi per avere paura, il mio aereo parte tra due ore.» Chiusa nelle sue fragilità e nelle sue paure cercava di convincere se stessa che sarebbe andato tutto bene, che Los Angeles sarebbe diventata una seconda casa e che avrebbe trovato il suo posto velocemente.

Si sentiva piccola come non si era mai sentita prima nei suoi ventitré anni.

«Andrà tutto bene.. E Los Angeles ti piacerà. Vedrai!» Dave abbozzò un mezzo sorriso e le scompigliò i capelli mentre si sedeva accanto a lei sul letto.

Poi il suono del taxi e il momento dei saluti. Un abbraccio forte e la promessa di sentirsi due volte al giorno ogni giorno.

«Ci vediamo tra un mese.»

Dave sorrise e annuì mentre la guardava uscire: «Tra un mese!»  Esclamò, mentre invece avrebbe voluto dire “Ti amo”.

 

   
 
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