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Autore: Lizhp    19/09/2015    5 recensioni
RACCOLTA
Andy si prese il viso tra le mani e appoggiò la fronte al muro. Mika, dietro di lui, si passò una mano tra i capelli, ancora imbarazzato.
-Beh, sai…-
-Non dire una parola, Mika, sto cercando di dimenticare- lo zittì Andy, alzando una mano in segno di avvertimento. Mika sorrise, ma fu ben attento a non farsi vedere da Andy.
-Magari ti ha creduto… era una buona scusa- suggerì esitante il libanese.
Andy si voltò, osservando il compagno ancora una volta. Se per caso sua madre avesse notato la camicia malamente sistemata da Mika, non poteva di certo non aver notato qualcos’altro. Il greco quindi si limitò ad alzare un sopracciglio, scettico.
Mika osservò se stesso e poi Andy, capendo perfettamente i pensieri del compagno: -O magari no- aggiunse in un altro sussurro, scompigliandosi nuovamente i riccioli.
Genere: Comico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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S'aimer comme ça c'est pas vulgaire



 
C'est vrai que les murs ont des oreilles, 
Que tous les voisins se réveillent 
Mais c'est comme ça qu'on fait l'amour 
Quand toi et moi on fait boum boum boum

 
S'aimer comme ça, c'est pas vulgaire 
On a toujours un truc à faire

Les étagères font badaboum 
Quand toi et moi on fait boum boum boum!

 
1 + 1 ça fait toujours 2 
2 + 2, ça fait tout ce qu'on veut 
C'est comme les coups de Brahim Asloum 
Toi + moi ça fait boum boum boum 



Pas la peine d'aller cavaler 
Y a que ça qui m'fait voyager 
Pas les cocotiers de Tulum 
Quand toi et moi on fait boum boum boum
 
Londra, dicembre 2013
 
-Quanti passi misura la casa?-
Dopo un quarto d’ora buono in cui Andy era fermo, appoggiato alla porta che separava la sala dalla cucina, ad osservare Mika che camminava ossessivamente avanti e indietro, decise di porre fine alla maratona del compagno, che ormai stava facendo uscire di testa anche lui.
Per tutta risposta, Mika aggiunse alla sua camminata frenetica anche le parole, iniziando a spiegare, per l’ennesima volta, quanto non sopportasse più le donne della sua famiglia.
Andy alzò gli occhi al cielo, sorridendo lievemente, e lasciò che il compagno si sfogasse di nuovo.
Non era nulla di grave quello che era successo, semplicemente il Natale si stava avvicinando e Mika aveva trascorso più tempo sbuffando al telefono con una delle sue sorelle che altro.
-Compra questo, compra quest’altro, ma a mamma cosa regaliamo… insomma, perché devo sempre esserci io in mezzo? Sono veramente insopportabili, ed ora vedrai che domani, quando andremo in quel negozio…-
Le sue parole uscivano alla stessa velocità elevata con cui il libanese stava percorrendo tutta la sala, in un tragitto che si ripeteva sempre uguale.
Andy doveva ammetterlo: lo stava lasciando fare più che altro perché adorava osservarlo mentre camminava avanti e indietro per la sala, passandosi di tanto in tanto una mano tra i capelli, parlando da solo.
Ogni volta che si stizziva per qualcosa di poco importante, il teatrino si ripeteva sempre uguale: Mika che si lamentava ad alta voce e Andy che lo osservava, ridacchiando sotto i baffi.
Anzi, a volte ridendo spudoratamente in faccia al compagno.
Quel giorno però, i pensieri di Andy stavano prendendo tutta un’altra direzione; primo giorno di vacanza per entrambi, primo giorno a casa, primo giorno da soli loro due.
Il greco aveva precedentemente ideato un piano per quella giornata, che non prevedeva proprio un Mika lamentoso e seccato a causa dell’elevata rappresentanza femminile all’interno della sua famiglia.
Era comunque giunto il momento di porre fine ai tormenti di Mika: con un ghigno divertito, Andy iniziò a pensare a come avrebbe potuto prenderlo amabilmente per i fondelli anche in quel caso.
-Sorpassa una sedia, e poi un'altra…- iniziò il biondo, a bassa voce, deciso a mettere a tacere il compagno una volta per tutte.
Inizialmente, Mika sembrò non sentirlo, e continuò la sua camminata.
-Curva a destra, evitando per un pelo lo spigolo del tavolo, si avvicina sempre di più al divano verde, riuscirà a sorpassarlo? Rettilineo, attenzione, rettilineo, lo supera, LO SUPERA! Seconda posizione per Michael Penniman, rimane il pouf arancione a separarlo dal primo posto-
Capendo finalmente quello che il compagno gli stava dicendo, Mika si voltò e lo guardò con gli occhi sbarrati, piegando leggermente la testa di lato e trattenendosi dalle risate.
Andy e i suoi mille modi per metterlo a tacere quando i problemi non erano seri.
-Mi stai prendendo in giro, per caso?- chiese allora, con tono fintamente offeso. Cercò anche di concludere quella domanda con una lieve inflessione minacciosa, ma fallì miseramente: in quella situazione non avrebbe fatto paura a Andy nemmeno se avesse brandito un coltello.
E infatti…
-Attenzione, comunica coi box, riusciamo ad aprire il collegamento per sentire quello che dice?- questa volta Mika non riuscì a trattenere una leggera risata, con grande soddisfazione di Andy.
Si zittì all’istante. Mai darla davvero vinta al greco in quelle situazioni, era una lezione che aveva imparato fin troppo bene: sarebbero seguiti innumerevoli minuti che il biondino avrebbe trascorso a vantarsi.
Decise però che sarebbe stato al gioco: che cos’era? Una macchina? Una moto?
Poco importava, Mika partì comunque in quarta.
Le sue lunghe gambe lo aiutarono a percorrere in poco tempo lo spazio che lo separava dal ragazzo che si stava, con così tanta soddisfazione, prendendo gioco di lui.
-Accelera, accelera, attenzione, si avvicina sempre di più al pouf arancio e… lo supera, lo supera con un salto e…-
Mika si scaraventò contro il compagno, trascinandolo finalmente a terra: -Bandiera a scacchi, fine della corsa- concluse al posto suo Mika.
Si fermò qualche secondo ad osservare Andy, ora steso sotto di lui, e l’ombra di un sorriso comparve sul suo volto.
Improvvisamente, afferrò il ragazzo per le spalle e iniziò a scuoterlo a destra e a sinistra.
-Che stai facendo ora?- chiese il greco, lasciandosi andare ad una leggera risata.
-Sai che quando arrivano primi a volte con le macchine iniziano a fare a zig zag sulla pista?-
-Non sono la tua macchina!- protestò il biondino, vedendo che il gioco che lui stesso aveva iniziato, ora si stava rivoltando contro di lui.
-Ah no?- e Mika alzò le spalle, come a dire che poco importava –Davvero un peccato- aggiunse poi, con un sguardo che a Andy sembrò decisamente fin troppo malizioso.
Lo faceva apposta?
Non ebbe il tempo di ragionare, perché Mika parlo di nuovo, facendo per alzarsi.
-Allora vorrà dire che cambierò mac…-
Andy afferrò saldamente le braccia del compagno, facendolo atterrare nuovamente sopra di lui.
Sì, lo stava decisamente facendo apposta.
Tuttavia, il greco si rese conto che non era il momento di porsi troppe domande: era riuscito a frenare la parlantina quasi irrefrenabile della sua metà, ora aveva tutta l’intenzione di fare in modo che, almeno per un po’ di tempo, dalla bocca del compagno uscissero solo poche parole.
Mika era ancora seduto su di lui: la camicia bianca, in quel momento con le maniche rialzate, aveva i primi bottoni slacciati. Gli occhi del greco furono catturati dall’accenno di barba ben evidente sul volto del libanese e, subito dopo, dai riccioli disordinati che contornavano il suo viso.
Percorse di nuovo con gli occhi la figura del ragazzo, arrivando anche ai jeans chiari che indossava.
Chiari e stretti.
Troppo stretti.
Nel bel mezzo di quel gioco di sguardi, entrambi si mossero contemporaneamente, come spinti dalla stessa forza invisibile.
Mika si protese verso il basso, con l’idea di sdraiarsi su di lui, mentre Andy alzò leggermente la schiena, intenzionato a portarsi seduto e raggiungere le labbra del suo ragazzo.
Si fermarono a metà strada, lasciando che le loro bocche si incontrassero, entrambi desiderosi di sentire di nuovo il sapore dell’altro.
Ebbe la meglio Andy, così che entrambi si ritrovarono seduti: lui sul pavimento e il compagno sulle sue gambe, avvinghiati in un intreccio di mani e baci difficile da controllare.
Mika portò i piedi ad unirsi dietro la schiena del compagno, circondando così in tutto e per tutto il suo corpo.
Il cantante scordò completamente le sue lamentele nel momento stesso in cui la lingua di Andy andò a definire il contorno del suo labbro superiore, facendolo fremere sopra di lui.
Andy fece pressione per sollevarsi da terra, con l’intento di raggiungere il divano, molto più vicino del letto, ma Mika, appena furono in piedi, spinse il compagno all’indietro, sempre baciandolo, facendolo finire direttamente contro lo scaffale in legno scuro appoggiato alla parete.
-Ops- sussurrò Andy, in realtà incurante del sonoro rumore che la sua schiena contro l’oggetto aveva provocato.
Mika lo stava appositamente schiacciando, elaborare un qualsiasi altro pensiero al di fuori di quello che stava per succedere tra loro era praticamente impossibile.
All’“ops” sussurrato di Andy, Mika si era esibito in un sorrisetto che aveva fatto ancora di più impazzire il biondo. Portò una mano sul collo del libanese, lasciandogli prima una carezza sulla guancia con il pollice e scendendo poi verso il petto, appoggiando due dita sull’apertura della camicia e trascinandolo ancora di più contro il suo corpo.
Andy non si preoccupò troppo di trattare con attenzione i bottoni della camicia quando iniziò a tentare di slacciarla e Mika, in risposta, si avvinghiò ancora di più a lui, facendolo finire nuovamente contro lo scaffale.
-Boum- sussurrò questa volta Mika, nello stesso momento in cui una vecchia candela proveniente da chissà quale parte del mondo, cadeva rovinosamente a terra.
-Distruggerai tutto quanto- mormorò Andy, tra un bacio e l’altro, ormai ansimante, dato che Mika aveva appena afferrato i lembi della sua maglia per sfilargliela.
-Mai piaciuto questo scaffale- rispose il riccio, zittendosi subito dopo per far entrare in contatto i loro petti nudi e per far passare le sue mani tra i capelli biondi del compagno, ormai in balia del suo tocco.
-E i vicini ci sentiranno, anche i muri hanno le orecchie in questo quartiere- replicò Andy, solo per il gusto di avere l’ultima parola, non seriamente preoccupato di quello che i cari vicini londinesi avrebbero potuto sentire di lì a qualche minuto; tanto è vero che fece scorrere nello stesso momento le dita nell’elastico dei pantaloni del compagno, slacciando infine il bottone.
-Mai stato un problema. E poi sei tu che finisci continuamente con la schiena contro lo scaffale, la colpa è tua-
A quelle parole Andy invertì improvvisamente le posizioni e il tonfo più forte di tutti fu proprio quello della schiena del libanese contro il mobile, che provocò anche la caduta di quell’orribile elefante color ocra che era stato un regalo della zia di Mika.
-Scusami?- sussurrò Andy, beffardo, ad un millimetro dalle labbra di Mika, prendendo il volto nella sua mano.
Il cantante gli rivolse un mezzo sorriso, mentre i suoi occhi correvano inevitabilmente alle labbra del biondo, di cui si impossessò mezzo secondo dopo, spingendolo finalmente sul divano.
Finché entrambi si occuparono di liberarsi dei vestiti che ancora li tenevano separati, Mika lanciò uno sguardo fugace ai due oggetti che erano caduti a terra poco prima.
Ripensò al gioco iniziato da Andy per porre fine alle sue lamentele di scarsa importanza e a come poi la passione li aveva travolti entrambi, inaspettatamente, solo con dei semplici sguardi, mentre stavano sul pavimento.
Quello scaffale poteva anche distruggersi in mille pezzi, tutti i soprammobili poteva precipitare rovinosamente a terra, e i vicini avrebbero potuto tranquillamente sentire tutto quanto, ma quando finalmente si ritrovò a fare l’amore con la sua metà, si rese conto che non poteva esserci nulla di volgare in tutto quello che era successo quella mattina.
La solita sensazione di completezza pervase Mika nel momento stesso in cui sentì Andy dentro di lui, accompagnata come sempre dalla consapevolezza di essere nel posto giusto con la persona giusta.
Completi, così come era completa solo la somma di loro due, tutto il resto, in quel momento, poco importava.
 
-Sei stato davvero buffo prima- decretò Andy più tardi. Era ormai quasi un quarto d’ora che se ne stavano sdraiati in silenzio sul divano, la schiena di Mika appoggiata al petto del compagno e il ricciolino che si stava godendo la mano del biondo che scorreva lenta e delicata tra i suoi capelli, che non lo stava proprio aiutando a tenere le palpebre aperte.
-Pensavo ti fosse passata la voglia di prendermi in giro- sussurrò Mika, sempre ad occhi chiusi, sorridendo lievemente. Da quella posizione non si sarebbe più mosso per il resto della vita, se fosse stato per lui.
Ma doveva difendersi.
-E io non sono buffo- affermò quindi, con tono deciso.
Andy, ridacchiando, si schiarì la voce per cercare di imitare quella del compagno: impresa quasi impossibile, vista la grande differenza dei loro timbri.
Fu un pessimo tentativo che diede a Mika un buon motivo per ridersela di gusto, mentre il compagno cercava malamente di fargli il verso.
-E le mie sorelle non capiscono niente, e devo sempre pensare io ai regali di Natale, e a loro non va mai bene niente…-
Non ci fu possibilità di contegno, Mika scoppiò in una risata isterica nell’udire Andy imitarlo. Tuttavia, decise di rinunciare per qualche secondo al lieve tocco della mano del compagno tra i suoi capelli, per vendicarsi.
Si voltò verso di lui, avvicinando il volto al suo quanto più gli era possibile.
-Non mi pare che mi trovassi molto buffo, qualche minuto dopo- soffiò sulle sue labbra, avvicinandosi ancora di più.
Vide gli occhi azzurri in cui amava tanto perdersi allontanarsi per un attimo dai suoi e correre sulle sue labbra. Il libanese allora si avvicinò ancora di più, facendo sfiorare leggermente le loro bocche. Quando però vide Andy chiudere gli occhi, pronto a baciarlo, Mika cambiò inaspettatamente rotta, raggiungendo velocemente il cuscino accanto alla testa di Andy e affondandovi il viso, nascondendo così le sue labbra al compagno e iniziando a ridacchiare
Andy riaprì gli occhi e non trovando più il volto del compagno vicino sbuffò, mormorando prima qualcosa in greco, prendendosi il volto tra le mani.
-Sei uno stronzo- quasi ululò subito dopo il biondo, per far ben capire a Mika cosa prima, senza pensarci, aveva sussurrato nella sua lingua madre.
Mika tornò a ridere, con il volto affondato nel cuscino del divano.
Andy invece si prese qualche secondo per ascoltare il suono di quella risata quasi fanciullesca, decidendo immediatamente che non si sarebbe vendicato quella volta: il volto di Mika quasi del tutto affondato nel cuscino, con un occhio nocciola che sbucava per guardarlo quasi di nascosto, proprio come facevano i bambini, gli faceva una tenerezza immensa.
Si sporse quindi verso di lui, lasciandogli un leggero bacio sull’orecchio, l’unica parte del suo volto facilmente raggiungibile.
Mika si sdraiò di schiena, per poterlo osservare meglio e per qualche secondo restarono lì a sorridersi. Il libanese riuscì solo a pensare che non aveva nessun bisogno di correre lontano, di raggiungere strani posti distanti per trascorrere serenamente quelle vacanze: quello che c’era in quella stanza in quel momento era tutto ciò di cui aveva bisogno.




Buoooooooongiorno!
Chiedo scusa per il ritardo nel pubblicare l'ultima storia, ma qualche giorno fa l'ho riletta prima di pubblicarla, come faccio sempre, e non mi era piaciuto per niente quello che avevo scritto. Allora mi sono presa qualche giorno per rivederla tutta e cambiarla un pochino prima di pubblicarla!
E niente, questa raccolta come sapete è finita (anche perché le strofe di BBB sono finite xD). 
Grazie mille come sempre per i vostri commenti, fanno sempre un sacco piacere, e se avete voglia dite la vostra anche per quest'ultima storia!
E niente, vi saluto! 
Se la state leggendo, ci si vede in If I am crazy, that's what you made me :)
Ciao! :D
   
 
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