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Autore: Ink Voice    19/09/2015    3 recensioni
Come reagireste alla scoperta dell’esistenza di un mondo celato agli occhi della “gente comune”? Eleonora, credendosi parte di questa moltitudine indistinta di persone senza volto e senza destino, si domanderà per molto tempo il motivo per il quale sia stata catapultata in una realtà totalmente sconosciuta e anche piuttosto intimidatoria, che inizialmente le starà stretta e con la quale non saprà relazionarsi. Riuscirà a farci l’abitudine insieme alla sua compagna Chiara, che vivrà con lei quest’avventura, ma la ragazza non saprà di nascondere un segreto che va oltre la sua immaginazione e che la rende parte fondamentale di quest’universo nascosto e pieno di segreti. Ecco a voi l’inizio di tutto: la prima parte della serie Not the same story.
[RISTESURA+REVISIONE - Not the same story 1.2/3]
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Not the same story'
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VII
Settimane movimentate

Fin dai primi giorni di permanenza nell’Accademia capii che durante la giornata avrei potuto assistere a qualsiasi tipo di lezione. Eravamo privi di un vero orario scolastico e di un programma da seguire; l’inesistente organizzazione era talvolta un problema, ma dubitavo che scandire le ore con il suono di una campanella e creare un orario fisso fosse funzionale alla situazione. Certe cose avevano la priorità, come l’allenamento sia fisico che dei propri Pokémon, ed il rapporto da coltivare con loro; alle altre era riservato il tempo rimanente.
Chiara fu molto felice di non dover frequentare più di tanto la matematica per il resto dei giorni a venire - e la maggior parte delle classiche materie scolastiche. In ogni caso, chi lo desiderava aveva in qualche modo la possibilità di prendere parte abitualmente a lezioni di suo interesse - evitando quelle che altrimenti avrebbero dovuto esserci. Era già capitato che all’arrivo di un professore, quasi sempre casuale, qualche ragazzo del nostro gruppo uscisse e se ne andasse per fatti suoi; così come durante le lotte nella sala sotterranea qualcuno dei più esperti si era unito a noi per qualche allenamento extra.
Suddivisi le lezioni a cui avevo assistito in due gruppi: quelle di pratica e quelle teoriche. Le prime, per me, comprendevano le lotte con i Pokémon e le uscite ben monitorate che ogni tanto ci venivano concesse - ci eravamo spostati, in piccoli gruppi accompagnati da un paio di professori, nei percorsi adiacenti a Giubilopoli, rimanendo ovviamente nei limiti delle barriere che scindevano la realtà umana da quella dei Pokémon.
Quelle teoriche erano semplicemente tutto il resto: i focus sui vari tipi di Pokémon, gli approfondimenti su aspetti generali della loro specie e qualche segreto che eravamo tenuti a conoscere - ad esempio luoghi protetti da barriere, come molte grotte o interi percorsi, in cui si svolgevano esclusivamente attività di ricerca da parte dei nostri; oppure perché quei luoghi erano stati la tana di qualche Leggendario o di Pokémon molto rari, e per questo erano ben sorvegliate. Eravamo messi a conoscenza di altrettante posizioni nelle quali, ben nascosto, c’era un covo nemico o comunque un’attività sospetta. Ogni tanto ci veniva comunicata la notizia, a sera, di un successo ottenuto o di qualche perdita; inizialmente mi preoccupai molto ma vedendo le reazioni altrui pareva una cosa normale.
Esclusi dai due gruppi le materie scolastiche classiche: lingua e letteratura, matematica, geografia eccetera. Ma non storia, che per me e Chiara fu sconvolgente appena scoprimmo del vero passato del nostro mondo, anch’esso cancellato dalle memorie collettive a causa dell’arrivo del Nemico. Non era sempre stato quello il volto della nostra Terra; un tempo le terre emerse erano disposte diversamente, in sei continenti. In quella fase dell’esistenza del pianeta, la prima e fino ad allora la più lunga, Pokémon e umani erano coesistiti in armonia.
La Storia era stata comunque costellata di guerre, violenza e distruzione in ogni epoca, eppure i Pokémon, che detenevano i poteri per governare il mondo, avevano collaborato nel bene e nel male con gli esseri umani. Ma la catastrofe minacciata da una possibile Terza Guerra Mondiale sarebbe stata insostenibile per ogni forma di vita sulla Terra. Non avevo ancora approfondito le ragioni per cui essa era stata sul punto di scoppiare, limitandomi ad ascoltare la lezione di storia del professor Oak senza fare troppe domande. Quella scoperta mi aveva scossa molto e non capivo perché quei fatti fossero stati omessi dall’esistenza umana.
La risposta arrivò proprio dalla presenza dei Pokémon. Per la prima volta sentii nominare Arceus, il capostipite - non ce la facevo a chiamarlo dio - di quelle creature, e molti altri Leggendari. Riorganizzarono la disposizione delle terre emerse mentre la corsa del tempo veniva fermata; selezionarono alcuni linguaggi da far sopravvivere e smistarono la popolazione umana attingendo da ogni etnia, facendo diventare la nostra specie, con il passare del tempo, meramente meticcia e facendo sparire il razzismo - al mondo normale era praticamente sconosciuto e noi venivamo educati per non rievocarlo. Le regioni erano state una sostituzione ai “Paesi” del Primo Mondo.
Dopodiché i fatti avvenuti furono ricostruiti e modificati. Solo a pochi fu concesso di venire a conoscenza della vera Storia, mentre i Pokémon tornavano a far parte del quotidiano umano dopo un breve periodo di sparizione. Le guerre mondiali rimasero due e sparirono le tracce delle religioni esistite, le quali, stando a quanto Oak aveva sbrigativamente detto, erano state sfruttate sino a diventare una delle cause che stavano per far crollare la società - anzi, il mondo intero, con lo scoppio della famigerata Terza Guerra Mondiale.
Era stata una scoperta impressionante e nemmeno mi sembrava del tutto veritiera, abituata com’ero a conoscere tutt’altre versioni. Invece il nostro mondo conservava quell’aspetto da poco più di due secoli e i Pokémon erano spariti nuovamente “soltanto” da otto anni, a causa della venuta del Nemico. Dopo quella lezione di storia decisi che ne sapevo abbastanza e che potevo anche permettermi di saltare le successive - cosa che non feci, desiderosa com’ero di saperne di più, e anche sentendomi un po’ in colpa: forse la situazione che vivevamo poteva trovare una soluzione studiando il nostro passato, sanguinoso e turbolento com’era stato.
Durante le lezioni all’aperto, invece, mi pareva di fare esercizi simili a quelli dei militari. I consigli e le dritte che ci venivano dati nei vari campi, dalla mimetizzazione all’esplorazione del territorio, dovevano poi essere messi in pratica. Per me e Chiara, che di certo non brillavamo per atleticità, furono fin troppo spesso un supplizio.
Però solo durante quelle lezioni si poteva provare il brivido di catturare da soli un Pokémon, non rassegnandosi quindi a prelevarne uno dalla stanza delle Poké Ball. Fu così che la mia piccola squadra acquisì tre nuovi membri: uno Starly, una Shinx e una Budew. In ordine li chiamai Diamond, Pearl e June; i primi due soprannomi li scelsi in onore dei Dexholders di Sinnoh, che in cuor mio speravo d’incontrare prima o poi. Quando scoprii che Budew si evolveva in Roselia tramite “felicità” mi vidi costretta a dedicare a June la maggior parte delle mie attenzioni.
La crescita di Aramis era tanto lenta da risultare esasperante. Tra l’altro non aiutava molto il fatto che fosse un Pokémon, destinato a brillare nella statistica dell’Attacco, che imparava solo mosse speciali per i primi due stadi evolutivi. Peggio ancora fu, quando lo presi per la prima volta, vedere che di mosse d’attacco non ne aveva. Avendo già iniziato a prediligere uno stile di lotta che si basava sui danni da infliggere all’avversario, dover aspettare così tanto tempo per allenare Aramis e farlo evolvere in Gallade sarebbe stato frustrante. Gli feci insegnare sia mosse fisiche che speciali, grazie ad un paio di MT e all’aiuto dell’Esperto Mosse.
Altair invece era proprio negata nell’attacco. La sua specie era pacata e indirizzata verso attitudini difensive, più che offensive. Nonostante ciò non mi arresi e subito dovette imparare mosse d’attacco, tra cui Volo. Non avevo idea di come un Pokémon delle sue dimensioni potesse librarsi nell’aere sereno caricandosi il peso della sua Allenatrice, ma nel frattempo durante la lotta non era male avere una mossa simile in più.
Allenare uniformemente la squadra era difficile. Dovetti far fermare Altair per un po’, anche se cresceva già abbastanza velocemente, per portare al suo livello i nuovi arrivati. Riuscii quasi miracolosamente a far evolvere prima del previsto Budew, dopo un paio di settimane di allenamento e di affetto gratuito nei suoi confronti, e la Roselia si dimostrò presto un ottimo elemento - così come Starly; un po’ meno Shinx.
Chiara aveva combinato qualche guaio accanto ad una pozza d’acqua in un percorso e un terrificante Gyarados l’aveva presa di mira. Non avrei mai sospettato che una specie di stagno, pur difeso da barriere, potesse contenere il gigantesco drago d’acqua. Eppure in qualche modo quella era la tana del Pokémon e la visita troppo ravvicinata di Chiara l’aveva altamente infastidito. La mia amica riuscì addirittura a catturarlo, nonostante l’iniziale paura, grazie alla difesa offertale da Prinplup - che lottò duramente - e a Sandra che l’incitava a combattere. In più tornò nella sala delle Poké Ball e quando mi raggiunse nella nostra camera aveva un Pidgey appollaiato sulla spalla.
«Il novellino mi sembra un po’ spaesato» commentai quando Chiara spalancò la porta con aria soddisfatta.
«Eh? Ah, ci si abituerà subito! Secondo me se lo fai stare un po’ con Swablu e Starly partirà alla grande.»
«Visto il caratterino di Diamond direi che è meglio se mi limito alla compagnia di Altair…»
«Ah, già. Hai lo Starly più rissoso di Sinnoh» ridacchiò lei.
«Già mentre cercavo di catturarlo avevo capito che tipo era… Ho dovuto buttare una dozzina di Ball solo per prenderlo, ed era riuscito pure a mandare K.O. Aramis e June. Era pieno di lividi ma non mollava mica! Ero in seria difficoltà, anche perché mi era rimasta solo Altair.»
«Poi hai catturato pure una Shinx e lì ti sei fermata…»
«Non ho intenzione di avere un Coleottero nella mia squadra» borbottai, facendo ridere Chiara. Il mio astio nei confronti degli insetti, e di conseguenza nei Pokémon Coleottero, trasparì da ogni poro della mia pelle mentre lo dicevo. «Decisamente i Kricketot e la loro compagnia ronzante non li voglio in squadra. E Bidoof è… ridicolo.»
«Se ci portassero un po’ più lontanto, presso Giardinfiorito, vorrei catturare un Buizel…» fece lei pensierosa.
Scrollai le spalle. «Penso sia già tanto se ci fanno uscire qui nei dintorni. Stando a quanto hanno detto i ragazzi» mi riferivo a Ilenia, Lorenzo e gli altri nostri amici, «aver fatto due lezioni all’aperto nella primissima settimana è stata davvero una botta di…»
«Ele, le espressioni rozze sono di mia competenza!… E forse anche di Cynthia.»
Sbuffai, scuotendo la testa e sorridendo. Chiamai Altair fuori dalla Ball cosicché il Pidgey della mia amica potesse fare la sua prima conoscenza in quell’ambiente - continuava a fissarmi chiedendosi, probabilmente, chi fosse la ragazza con cui la sua stramba Allenatrice stava chiacchierando. Proseguii: «Comunque ci è andata bene davvero. Daniel è uscito una volta, come lui Angie, Sara e Melisse… gli altri non hanno mai potuto andare fuori.»
«Be’, si sono allenati di più. E poi Ilenia e Cynthia devono ancora farci vedere una loro lotta!»
Volendo dare una dimostrazione a noi del secondo livello di come si lottasse veramente - anche se nemmeno loro erano propriamente eccezionali, già Lorenzo e Daniel avevano acconsentito ad avere un piccolo pubblico durante una loro lotta. Il ragazzo dagli occhi blu era entrato a far parte dello stesso gruppo di quello del suo amico e compagno di stanza, che peraltro aveva pure qualche anno in più di lui; i loro Pokémon, dal mio punto di vista, avevano lottato magnificamente nonostante una certa differenza di livelli.
Daniel aveva uno Swampert, una Kadabra, un Haxorus e altri due Pokémon al secondo stadio, ovvero una Magmar e un Electabuzz. Lorenzo invece era un po’ più avanti: la sua squadra era, per il momento, composta da Torterra, Breloom, Schyter, Salamence e Drilbur - o meglio, non conoscevo il suo sesto Pokémon: non ne aveva mai parlato. I ragazzi avevano usato tre Pokémon ciascuno, i primi dei rispettivi elenchi, ma Torterra aveva soltanto dato il colpo di grazia a Swampert - che ad ogni modo aveva resistito tenacemente.
Così anche Ilenia e Cynthia avevano deciso di darci una dimostrazione, appena fosse stato loro possibile. Le due pure erano allo stesso livello, per di più abbastanza in alto, e si allenavano insieme - essendo compagne di stanza anche loro - praticamente da quando erano all’Accademia. Erano infatti arrivate più o meno nello stesso periodo. Conoscevano una i punti deboli dell’altra, sapevano dove e come colpire e da cosa difendersi prima che l’avversaria facesse prendere alla lotta una piega decisiva - quella della propria vittoria.
La lotta tra Ilenia, appassionata di Pokémon Fuoco, e Cynthia, che prediligeva i tipo Veleno, si prospettava essere qualcosa di molto emozionante e trascinante. Le due erano più esperte di Lorenzo, che per quanto mi riguardava poteva tranquillamente diventare il Campione di Sinnoh, e Daniel; non avevo idea di cosa aspettarmi, non sapendo come potesse essere un combattimento di alto livello.
Quindi lo chiesi a Chiara. «Secondo te come sarà la loro lotta?»
«In che senso, come sarà?»
«Uhm… gli attacchi che useranno, se hanno strategie. Se ti aspetti di vedere qualche esplosione o no.»
Chiara sorrise. «Ah, be’, da quello che dice Ilenia di sé pare che tutti i suoi Pokémon conoscano Iper Raggio… quindi sicuramente si alzerà qualche polverone! Anche gli altri lo hanno confermato: è una che punta molto sulle mosse distruttive e ad altissima potenza. Però mi sono scordata i suoi Pokémon.»
«Charizard, Tyranitar e Rapidash sono i suoi più forti… poi ha un Arcanine; gli altri due non me li ricordo.»
«Mica male!» Ridacchiai al suo commento. Aggiunse: «Però da Cynthia non so cosa aspettarmi.»
«Secondo me i suoi Pokémon conoscono sia mosse molto potenti che molto fastidiose. Immagino che nel suo stile di lotta convivano Tossina, Stordiraggio e Fangobomba…» dissi.
«Ah, questo sicuramente! Tu sai quali Pokémon ha? Io mi dimentico sempre di quelli degli altri…»
«Ho notato! Io no, comunque non ne ha parlato molto» risposi. «Credo abbia fatto i nomi di Crobat e Weavile, ma il resto non lo so proprio. Immagino non volesse scoprire le sue carte…»
«Eh? Con noi?» Chiara scosse la testa. «Ilenia saprà a memoria tutto quello che riguarda i suoi Pokémon, è la sua principale rivale e anche una compagna nelle lotte in doppio. Anche Daniel e Lorenzo sapranno parecchio su di lei. In conclusione…»
«… è soltanto una snob che non ci ha volute onorare di conoscere i nomi dei suoi Pokémon, anche perché non ci concederà mai l’onore di una lotta» completai, facendo scoppiare a ridere Chiara.
«Nah, tutto sommato non è male! Però non è decisamente il tuo tipo.»
«Perché, è il tuo invece?» borbottai.
«Be’, no. È una che ammiro perché pare sia davvero molto brava a lottare, stando a quanto dice la stessa Ilenia, e perché sa farsi rispettare. E credo sia sempre così, non solo nell’apparenza… il suo carattere è questo, voglio dire. Non ha da nascondere niente facendo la spaccona, immagino.»
«Questo non si può ancora dire» sospirai, distendendomi sul letto e incrociando le braccia dietro la testa. Altair e Pidgey giocavano nello spazio dietro i nostri letti, ogni tanto svolazzando via per poi tornare a zampettare sul pavimento. Il mio Pokémon era molto più lento dell’altro.
«Secondo me è da lei che hai preso a fare commenti ironici e pungenti!» esclamò d’improvviso.
«Da Cynthia?» Chiara annuì. «Be’, se devo avere la risposta pronta quando ricevo qualche frecciatina… meglio che cerchi di tirar fuori le unghie, anche nell’eventualità che in futuro possa incontrare qualcuno anche peggiore! Però credo tu abbia ragione… iniziare a fare lotte Pokémon e scontrarmi, caratterialmente parlando, con persone come Cynthia mi ha cambiata un sacco, già in questi primi giorni. Mi sento meno… impacciata e goffa.»
«E preoccupata al solo pensiero di parlare.»
Annuii, arricciando le labbra. Chiara mi fece notare che era da quando eravamo arrivate all’Accademia che non cantavo con una certa frequenza. «Oh… me ne sono dimenticata, semplicemente. Al massimo ho canticchiato un po’, ma aver perso la mia playlist con le canzoni preferite è stato un duro colpo.» Avevamo dovuto buttare i nostri cellulari per sostituirli con gli altri Poké-apparecchi elettronici. «E poi l’idea di farmi sentire per tutta la struttura dell’Accademia se alzo appena la voce… non mi piace per niente!»
«Ma allieteresti le nostre giornate, e lo sai» disse Chiara con leggerezza. Arrossii vistosamente e ammutolii.

Mentre aspettavamo incuriosite la lotta tra Cynthia e Ilenia, trascorse un’altra settimana. Dissero di essere state occupate per un po’ e Lorenzo, nel loro gruppo, lo confermò; chiesi loro cosa li avesse potuti tenere impegnati così tanto, ma furono un po’ vaghi sull’argomento. Si limitarono a dire che gli allenamenti, per loro che erano in corsi più avanzati, si intensificavano mostruosamente già passati i primi giorni.
Nel frattempo, durante la seconda settimana, sia Diamond che Pearl riuscirono ad evolversi. Non avevano una crescita lenta come Aramis e nemmeno dovevano accumulare molti livelli per raggiungere quel traguardo, al contrario della sorte di Altair. Anche il Mareep di Chiara divenne un Flaaffy e la ragazzina si concentrò parecchio su Gyarados, l’elemento senza dubbio più forte, al momento, della sua squadra.
L’arrivo dell’evoluzione di un proprio Pokémon, atteso con ansia dalla maggior parte degli Allenatori, le prime volte mi riempì di gioia, orgoglio e anche sorpresa, finché non ci feci l’abitudine. Era un processo che inizialmente definii quasi mistico, magico, ma presto lo considerai una cosa quasi normale, pensando a quanto fosse ordinaria nel mondo dei Pokémon. A volte nel mezzo di uno scontro, ma molto più spesso alla fine, se un Pokémon era in prossimità del livello individuato per l’evoluzione poteva accadere che essa arrivasse. Sapevo che non sempre il punto indicato era esatto per ogni Pokémon ma in genere, livello più livello meno, era corretto.
Il primo ad evolversi fu il mio Starly. Diamond si illuminò di una luce bianca e accecante: fu una bella sorpresa, non essendomi ricordata del fatto che il momento dell’evoluzione era vicinissimo. La sua silhouette fu inglobata da una sfera altrettanto luminosa e candida, screziata di un tenue blu polvere. Mi accorsi poi, a forza di assistere ad evoluzioni, che gli altri colori presenti oltre al bianco erano quelli con cui si identificava il tipo del Pokémon.
La sfera di luce si ingrandì e dopo pochi secondi si frantumò, liberando Staravia in mezzo a una pioggia di schegge, che mi parvero fatte di vetro di luce. Si dissolsero nell’aria e Diamond affrontò il successivo avversario con maggiore aggressività e forza: era più veloce e potente, ancora più volenteroso di combattere. Forse il giorno successivo stesso anche Pearl subì il processo dell’evoluzione e divenne una bella Luxio.
Altair, secondo il Pokédex, era al livello 17; Aramis invece al 18 e ci era arrivato con grande fatica - sospettai che quella più provata da tutti gli allenamenti fossi io e non lui. Le lezioni teoriche avevano ancora la prorità, quelle prime settimane, quindi ne saltai qualcuna per cercare di avvantaggiarmi. Il problema rimaneva il piccolo Ralts, che non avevo voluto rinunciare ad allenare - pensai che altrimenti non avrei mai avuto un Gallade. Al momento ancora non avevo Roselia, June era una Budew in cerca di affetto per potersi evolvere al massimo della felicità.
Più i Pokémon crescevano, più il Dex richiedeva una quantità maggiore di “punti esperienza” per riempire la barra che li conteneva. Volendo potevo richiedere una buona ventina di Caramelle Rare, la scorciatoia degli Allenatori pigri - mi sentii in dovere di includermi in quella categoria; ma poiché tutti me lo sconsigliarono, se non di usarne una o due ogni tanto, capii che era meglio sopportare e impegnarsi.
Intanto il finesettimana successivo arrivò e Cynthia e Ilenia trovarono il tempo per occupare un campo semplice nella sala sotterranea. Alla loro lotta, oltre a me e Chiara, avrebbe voluto assistere più o meno tutta la compagnia che ci eravamo trovate noi due: Daniel, Lorenzo, Angelica, Melisse e Sara. Ne avremmo viste delle belle.










Angolo ottuso di un'autrice ottusa
Capitolo puramente di transizione, corto e piatto, ma così doveva essere e così è (?). Bene. Tanto ce ne sono pochi così poco funzionali alla trama e alla vicenda della storia - dovrei parlare di fabula e intreccio, ma non lo farò, perché no.
La prima settimana di scuola mi ha esaurita, se non ve ne foste accorti.
Piccola nota. Sinceramente mi sembra abbastanza stupido far aspettare i secoli perché ogni ragazzo si prenda un nuovo Pokémon per costruire la squadra, quindi le due non avranno solo due membri della squadra e non toccherà loro aspettare un anno per il prossimo. Mi toccherà modificare i primi capitoli della seconda parte, lo so, ma era un’idiozia lol.
Dopo aver precisato questo... direi che è meglio tornare a scrivere il capitolo IX - l'VIII è pronto! - nella speranza che le sei pagine che ancora mi mancano non richiedano troppo tempo e troppo impegno. Non mi sento molto ispirata per il nono capitolo, quindi forse lo accorcerò perché non vorrei mettermi a scrivere sciocchezze tanto per riempire pagine; ma per quasi tutto il resto di questo remake so come gestire i capitoli e gli eventi.
Al prossimo weekend!
Ink
  
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