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Autore: Vanel    19/09/2015    3 recensioni
John, il classico ragazzo che vedrai una notte per poi non rivederlo più.
John, che il giorno dopo ti avrà già dimenticata.
John è il classico ragazzo che tu odierai per averti intenzionalmente dimenticata.
Ma John non era il ragazzo di una notte e via invece, John non faceva finta di non ricordarti.
John era malato di una rarissima malattia:Dopo aver anche solo sfiorato le tue labbra, John non ricorderà più niente di te, neanche il nome.
"Dopo l'ennesima serata passata con gli amici, John cercherà qualcuna con cui passare la notte.
Jen (Abbr. di Jenessa) entrerà nella sua camera.
E senza volerlo, Jen entrerà anche nella sua vita."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Piccola sorpresa: Un altro capitolo! Non voglio farvi attendere troppo, ne approfitto adesso che posso, ecco questo doppio regalo per tutti voi, amanti di Jen e di John





Il fascino di amarti




Jen lo guardò interrogativa mentre Mike le sorrideva come un ebete.
Ovviamente non si sarebbe mai aspettato di ricevere un messaggio da parte della sua ex-ragazza con scritto "Ti va se ci incontriamo oggi pomeriggio?"
Pensò che fosse uscita fuori di senno, Jen era tranquilla e sembrava avesse dimenticato i vecchi dissapori, ma la prima cosa che gli venne in mente fu confusione.
Per qualche strana ragione Jen non era lucida, iniziò ad ipotizzare che magari la tanto seria e brava Jen si facesse qualche droga...
-Senti... ma sabato quando siamo usciti... abbiamo bevuto qualcosa?
Mike non poteva credere alle sue orecchie, ma stette al gioco.
-Un po', ma so che tu non lo reggi molto l'alcool, perciò ci siamo andati piano. Perchè?
-E' da sabato che ho tipo una strana amnesia, cerco di pensare a delle cose successe e non le ricordo bene...
-Sembra l'effetto di una canna, sarà stato quel ragazzo...
-Quale ragazzo?
-John Bell. Lo sapevo che frequentandolo saresti finita male. Ti ha di sicuro offerto una canna andata a male, e ho letto su internet che l'effetto peggiore che possono dare è incoscienza di se stessi e amnesia...
-Oh... sembra quasi come mi sento io!
-Esatto, ma presto passerà...
Jen era pallida in viso.
-Ma John Bell... io lo conosco solo da oggi, ma ieri... è stato tutto così strano, Mike, vorrei poter sperare che esista una soluzione!
-Te la do io la soluzione: John Bell è un drogato psicopatico che evidentemente ti ha drogata! 
-E' probabile, dovrei denunciarlo?
Mike sorrise maligno.
-Potresti, ma spetta a te decidere.
-Grazie Mike, sei l'unico! Mi sento una vera scema a non averci pensato prima...
-Non devi, quel ragazzo si sa... ti va un gelato?
-Oh! E mi reciterai Shakespeare?-commentò Jen.
-Shakechee? Andiamo Jen, devi ancora riprenderti.
Jen annuì con aria assente, era sicura che c'entrasse Shakespeare e un incontro speciale, ma con molta probabilità era solo confusione.


Il mattino dopo, Danny non poté credere ai suoi occhi.
Jen mano per la mano con Mike.
Mike che aveva promesso di odiare.
A quel punto rammentò le parole di John.
"Oh Jen... dovevi amarlo davvero tanto John se il suo amore si è tramutato in perdono per Mike..."
Il caso di John sembrava più disperato che mai, e Danny pregò affinché lui non vedesse, non la vedesse.
Ma la Divina Provvidenza di rado era a suo favore, John raggiunse il suo armadietto e assistì a tutta la scena.
I suoi occhi color cielo adesso sembravano più cupi, restò impalato a guardare Jen, e poi lei... non appena i loro occhi si incontrarono lei gli rispose con un'occhiata acida e piena di veleno.
"Che cosa è successo!" pensò Danny.
Raggiunse John mentre Jen e Mike andavano via.
-Il peggio è arrivato.
-Troveremo una soluzione, vedrai. Jen si renderà conto di che razza di mostro...
-Sembrava felice.-rispose lui malinconico.
Danny restò in silenzio guardandolo.
-Forse dovrei lasciare tutto così, lasciarla felice senza nessun problema, doveva andare così...
Danny sentì la rabbia montarle dentro.
-Questo sarebbe il ragionamento che farebbe un codardo! Lei ti amava, con tutto il cuore. Lei non ti avrebbe mai lasciato, le fai un torto se le privi del vostro amore, lei non è felice, lei era felice quando stava con te! La lasci così? Facendola vivere dentro una mera illusione? John, lei ti ama ancora, solo che non lo sa.
John guardò Danila e fece un sorriso triste:-Adesso però mi odia per davvero. Perché mi ha guardato così?
-Sicuramente Mike deve aver detto qualche calunnia nei tuoi confronti, senti John, lui può pensare quello che vuole, ma tu attraverso le tue azioni puoi rivelarti l'uomo che davvero sei, e non quello che Mike dipinge!
-Ho... ho bisogno di stare solo.
E John Bell andò via.



Jenessa aveva bisogno di solitudine, si se stessa prima di tutto.
Girò per il bel parco della sua città con le cuffie tra le orecchie, era un pomeriggio umido e probabilmente da lì alla sera sarebbe scesa la pioggia, in ogni caso era il tipo di clima che preferiva, specialmente per riordinare i suoi pensieri, e Dio solo sapeva quanto ne avesse bisogno!
Si sedette su una panchina e cominciò a leggere Amleto di Shakespeare, iniziò a riflettere su ciò che le era accaduto negl ultimi giorni, girò le pagine senza dar retta alle parole di Amleto, e fu costretta più volte a ricominciare da capo cercando al concentrazione.
Ma quella non arrivava, così Jen chiuse il libro e si alzò.
Era passata già un'ora.
Andò verso la zona della città dove c'erano tanti negozi, aveva bisogno di distrarsi e di pensare solo a belle cose.

La strada dei negozi era movimentata, tutto dovuto alle premature offerte dovute al periodo di crisi un po' complessivo.
Si fermò dinanzi ad una vetrina dove erano esposte bellissime borse.
Ne vide una che attirava la sua attenzione, era bianca e aveva un ancora blu che decorava il tutto.
Senza pensarci più di tanto decisa di acquistarla.
L'Ancora.
Non sapeva perché ma le diceva qualcosa, ne era attratta come una falena lo era con la luce.
Che simboleggia?
Su internet trovò diverse interpretazioni, tra cui la protezione, ma sapeva dentro di sè che aveva un significato ancora più profondo.
Incredibilmente, durò per un attimo, ma Jen si sentì strana.
Si sentì vuota, come se nella sua vita mancasse qualcosa.
Come se davvero avesse dimenticato qualcosa.
Ma non qualcosa di piccolo come un giorno, qualcosa di molto più grande, con un valore più grande di un sabato.
Si toccò lo stomaco e sentì un grande vuoto al suo interno, forse aveva fame?
Con il suo nuovo acquisto andò in pizzeria anche se era ben consapevole che quel vuoto non poteva essere colmato così semplicemente.
Ordinò senza pensarci un trancio di pizza alle quattro stagioni, la sua preferita.
Le venne in mente "Notte di mezza estate", un'opera di Shakespeare.
"E adesso che c'entra!?", si chiese mentalmente.
Dopo un po' si rese conto che non aveva neanche fame, lasciò metà pizza con il vuoto che occupava gran parte dei suoi pensieri e delle sue emozioni.





John si concentrò sulla melodia sperando che quella sarebbe bastata a distrarlo un po'.
Da quanto tempo non suonava il pianoforte?
Era passata un'eternità.
Alla fine suonò, e anche bene.
Entrò sua madre e appena lo vide sembrò piangere.
Quella melodia... era tormentata.
Esprimeva ciò che John non poteva esprimere.
Dolore.
Tristezza.
Perdita.
E vuoto.
Perché da quando Jenessa Green è uscita dalla sua vita, il vuoto è diventato insostenibile.
Improvvisamente John si fermò e senza dire una parola uscì dalla stanza.
Aveva bisogno di correre.




Jen a passo lento e con le cuffie tra le orecchie percorreva rilassata la strada verso casa.
Decise di passare per il Green Park, c'erano due anziane che facevano esercizi, un ragazzo che correva, e qualcuno leggeva rilassato.
Quando si ritrovò faccia a faccia col ragazzo con la felpa blu marino e gli occhi del medesimo colore, la calma cessò.
John Bell, e solo John Bell.
Il resto del mondo scomparve.
Lui si fermò, erano a due metri di distanza.
Jen si sentì smarrita e cercò un ciondolo fantasma da stringere, chissà dove aveva preso quell'abitudine.
Cosa doveva dire? Perché si era fermato?
E perchè lei si era fermata?
Restarono così, per qualche secondo a guardarsi, a studiarsi, a soppesarsi.
Poi Jen si ricordò di ciò che le disse Mike, sulla possibilità che John l'avesse drogata.
Le venne voglia di disprezzarlo, di odiarlo, ma al tempo stesso percepiva che era sbagliato.
Eppure, doveva.
Lo guardò un'ultima volta e poi lo sorpassò, ma John la prese per il polso e il modo in cui la guardò...
Oh, se non fosse stato John Bell! Se non fosse stato il ragazzo che l'aveva drogata, l'avrebbe amato.
Il modo in cui la guardava... come se fosse l'unica ragione al mondo.
Quante volte aveva sognato uno sguardo del genere... come se fosse importante.
Ma lui era John Bell e non poteva provare sentimenti del genere.
E nonostante la sua parte razionale sapeva che doveva strattonare il suo braccio, liberarsi, e gridare qualcosa contro John.
Una parte dentro sè, forse la coscienza, sapeva che quel contatto era giusto, che il vuoto e il calore di quel gesto erano collegati, e che quella strana sensazione che sentiva dentro da giorni sembrava far male di meno con lui vicino.
John iniziò a massaggiarle il polso col polpastrello, un semplice tocco, delicato e sincero, tutto in una manciata di secondi.
A Jen venne voglia di piangere, cosa doveva fare?
Sapeva che doveva andarsene, eppure una parte di lei voleva baciare quelle labbra, stringere quelle braccia, e restare lì per sempre.
Jen sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi.
-Dovrei odiarti per quello che mi hai fatto. Eppure non mi rendi le cose facili, perchè sei triste? -disse Jen con voce stanca e bassa.
-Non vedo felice neanche te.-rispose John con lo stesso tono.
-Perché mi guardi così ogni volta che mi vedi? Ti senti in colpa per quello che mi hai fatto? Allora fai ammenda, cosa mi hai fatto? 
-Io... è complicato da spiegare. Ma ti posso giurare che non ti ho fatto del male né  te ne farei. Ti guardo così ogni volta che ti vedo perché so di averti persa.
-E come mai un ragazzo come te si è innamorato di una come me che è anche fidanzata? 
-Fidanzata? Lui non ti ama, Jen!
Jen si liberò della sua stretta.
-E che ne sai tu? Chi sei tu? Dovrei preoccuparmi? Mi rendi nervosa, il tuo sguardo... credi di conoscermi!? No, non puoi. Sei geloso perché uno del tuo calibro è stato rifiutato da una ragazza tanto semplice e comune?
-Tu non sei comune. Sei unica. 
-Beh... sono lusingata che tu la pensi in questo modo, ma io sto con un ragazzo che mi ama, e dovresti fartene una ragione, e se la pianti di guardarmi in quel modo potrei dimenticare quel giorno che non ricordo, cancellare ogni cosa.
-Tu lo ami?
-Ma che razza di domanda è questa? Questa conversazione è durata anche più del dovuto.
-Mille volte è cattiva la notte...
-Che mi priva della tua luce **-rispose automaticamente Jen ma se ne pentì subito.
John si lasciò sfuggire un breve sorriso.
-Bene, anzi, non va per niente bene. Sarei dovuta tornare a casa mezz'ora fa, e tu mi stai facendo perdere tempo!
John alzò le mani in segno di resa.
-Arrivederci, Jen.
Jen non poté risparmiare un sorriso, il suo sguardo fu catturato da un ciondolo a forma di ancora, era proprio bello.
Ma John era già andato via, e lei tornando a casa cercò di ricollegare gli eventi, l'unica cosa che venne fuori fu un sorriso.


 
  
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