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Autore: DoctoRose91    21/09/2015    0 recensioni
Rumple è un tessitore e vive in un villaggio che purtroppo viene attaccato per la seconda volta dagli orchi. Per salvare il suo villaggio si trova costretto a stringere un accordo con il Dark One una donna bellissima ed affascinante di nome Belle. Non sapendo che quell’accordo gioverà a lui e salverà lei.
Un ribaltamento dei ruoli della classica storia della Bella e la Bestia e di come è stata poi costruita la Rumbelle. Belle sarà dunque la bestia, mentre Rumple la “bella” ;)
Dal testo: [-Attento mio caro stai rischiando di cadere nella mia trappola!-
Quella voce lo distrasse dai suoi pensieri, sorrise annuendo.
-Non è troppo saggio informare le vostre vittime di star per cadere nelle vostre grinfie?!- disse poi versando il tè in due tazze.
-Carino ed anche sveglio, ne ho conosciuti pochi!-
-E che fine hanno fatto?-
-Sono morti!- aggiunse lei guardando le tazze.]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ti innamorerai 
 
La mattina seguente Belle entrò in biblioteca e la vide completamente sistemata e pulita, sul tavolo non c’era più il vassoio con le tazze della sera prima, ma vi era un oggetto che attirò subito la sua attenzione. Su di esso vi era una rosa rossa vellutata. Il cuore iniziò a battere forte nel petto ed il respiro iniziava a farsi corto. Prese il fiore tra le mani e notò sotto di esso un bigliettino semplice su cui sopra vi era scritto Grazie. Non era firmato, non vi era scritto altro, ma lei sapeva chi l’aveva scritto e lasciata quella rosa...era stato lui, Rumple. Sorrise di gioia annusando la rosa come se fosse la prima volta che aveva in mano un fiore del genere. Era felice, anzi strafelice di aver ricevuto un dono come quello. Non era il fiore in sé seppur bello, ma era chi l’aveva fatto a rendere quel dono ancora più speciale. Con un gesto della mano fece comparire una teca di vetro, avvolse la rosa in una luce dorata e la mise sotto a quella campana di vetro. Si mise ad osservarla girare su sé stessa illuminata da una luce rosa che la manteneva sempre giovane e bella. Prese il tutto e scomparve in una nube nera comparendo nell’ala ovest, la zona dove viveva, quella che era inaccessibile a Rumple, e la posò sul comò di fronte al letto sotto al quadro di lei con i suoi genitori graffiato e malridotto dall’usura del tempo e dall’ira di una giovane Dark One mossa dalla rabbia e dalla vendetta. Accarezzò con dolcezza senza mai toccare la teca, quell’uomo la stava veramente cambiando, la stava facendo stare bene come da ormai moltissimo tempo non lo era più. Chiuse gli occhi cercando di non piangere dalla nostalgia di un tempo che non sarebbe mai più ritornato, e riprese la sua giornata cercando di non pensare al suo passato, doveva andare avanti e migliorare quel poco che le rimaneva.
 
 
 
I mesi passavano, le stagioni si susseguivano alle altre e tra Belle e Rumple le cose miglioravano, da quella sera non si diedero più del voi, parlavano spesso delle loro esperienze e delle loro avventure, senza mai toccare tasti che facevano troppo male. Amavano stare insieme e passeggiare nel giardino discutendo di varie cose scambiandosi consigli ed opinioni. Sembrava una vita da favola eppure c’era sempre qualcosa che li teneva lontani, qualcosa che gli impediva di farsi avanti e di consolidare quel bellissimo rapporto d’amicizia. Entrambi non smettevano mai di pensare all’altro e sorridevano spesso imbarazzati. Erano così tanto innamorati che erano accecati dal loro stesso sentimento per non accorgersene che l’altro provava lo stesso, perché entrambi sapevano di non essere degno dell’altro, di essere sbagliato e quindi cercavano di nascondere e celar quel sentimento sotto alla profonda amicizia che giorno dopo giorno cresceva a dismisura. Ma dovevano stare attenti perché quell’amicizia era quasi al culmine e poteva solo sfociare in un amore profondo e tenero che entrambi avevano paura di instaurare.
Un pomeriggio di inizio estate Belle si trovava a leggere un libro di magia nella biblioteca e Rumple vicino a lei a filare tranquillamente. Da quando aveva avuto quell’oggetto non aveva mai smesso di filare e di farsi accompagnare da quel dolce suono della ruota. Anche Belle iniziò a trovarlo delizioso ed infatti decisero di posizionarlo nella biblioteca così da poterlo sentire spesso risuonare nella stanza.
 
Era quasi l’ora del tè e Rumple scese a preparare l’infuso che poi insieme avrebbero consumato nella stessa stanza. Belle non si sentiva molto bene, aveva la testa pesante e delle frequenti fitte al petto. Le aveva da un po’ di tempo, ma non si era interessata più di tanto, ora invece diventavano più forti e dolorose. Posò il libro sul tavolino davanti al triclinio e cercò di stabilizzare il respiro chiudendo gli occhi e facendo profondi respiri. Non voleva che Rumple si preoccupasse. Mise la mano nel petto e tirò fuori il cuore a fatica. Appena lo estrasse si sentì un peso minore nel corpo. Spalancò gli occhi notando che il suo cuore stava completamente diventando nero, vi era solo una minuscola luce rossa al centro. Ormai le malefatte e le atrocità che per anni aveva commesso stavano venendo a chiedere il conto. Sentì la maniglia della porta muoversi e subito rimise il cuore nel petto sperando che quel dolore cessasse così da nascondere  a Rumple il suo dolore. Per fortuna il dolore si attenuò e poté riprendere a sorridere mascherando le sue sofferenze.
 
-Rumple posso farti una domanda?- chiese prendendo la tazzina.
 
Rumple la guardò sorridendo.
 
-Me l’hai già fatta!-disse ironizzando.
 
Risero di gusto.
 
-Dimmi sono curioso!- le disse poi invitandola a continuare.
 
-Come mai hai deciso di venire con me? Avevi una bella vita!- gli chiese sorseggiando il caldo infuso. Appena  inghiottì un sorso sentì un piccolo sollievo da quel dolore procurato dalle fitte al cuore.
 
Rumple rimase scioccato dalla domanda. Da quando vivevano insieme non avevano mai avuto occasione di toccare quell’argomento.
 
-Ho sempre voluto fare una cosa impavida, volevo liberare il mio nome dalle macchie commesse da mio padre e dimostrare a tutti di essere diverso da lui! Ho pensato che venire con te e liberare il villaggio dagli orchi fosse la cosa giusta da fare!-rispose girando il tè nella tazza.
 
Belle sorrise, si notava quanto amore e quanto coraggio possedesse.
 
-E dimmi non hai lasciato nessuno...amore, famiglia, amici?-
 
Si alzò dalla sedia e si diresse alla finestra. Non riusciva a guardarlo in faccia mentre gli chiedeva quelle cose, non poteva perdonarsi di averlo strappato dalla propria casa per il suo semplice egoismo.
 
-No, nessuno. Avevo una fidanzata, si chiamava Milah!-
 
Belle spalancò gli occhi incredula per quelle parole. Il suo cuore perse un colpo e la testa iniziò ad appesantirsi di più. Lui aveva una fidanzata e per colpa sua l’aveva lasciata. Amava una donna, una donna che non era lei e lei invece l’aveva costretto ad abbandonarla. Era un mostro, e lo era ancora visto tutto il tempo  che aveva fatto trascorrere.
 
-Un bel nome Milah!- le fece così male fare quel commento, ma era giusto che lui avesse un amore, così dolce e tenero era difficile che non avesse incantato il cuore di una fanciulla. Era riuscito ad incantare il suo marcio ed oscuro, come poteva non aver fatto colpo su una donna.
 
-Già... poi comunque l’ho lasciata!-
 
Quella frase la fece spalancare la bocca, Rumple aveva lasciato quella donna, chissà cosa era accaduto ai due per essersi allontanati.
 
-Come mai? Non era quella adatta a te?-
 
Quella frase uscì senza il controllo della sua mente, in quel momento era il suo cuore a parlare nonostante avesse delle fitte tremende e l’oscurità che lo lacerava dall’interno. Quella piccola luce rossa al centro di esso aveva ancora forza di brillare.
 
Rimase ad osservare le cime degli alberi che circondavano il suo castello come se fossero la cosa più importante in quel momento. Doveva distrarre la mente e calmare il cuore, non poteva farsi vedere in quello stato da lui, doveva riprendere il controllo su sé stessa.
 
Lo sentì poggiare la tazza sul tavolo ed alzarsi. Tremava leggermente continuando a guardare il paesaggio fuori. Lo vide riflesso nel vetro della finestra che la guardava dolcemente la nuca. Sentiva il suo respiro sfiorarle il collo scoperto e le mani poggiate leggermente sui suoi fianchi,  in quel momento Belle si sentì in paradiso, non aveva mai sentito sensazione più bella da quella sera che l’aveva abbracciata a sé. In quell’istante non si era pienamente gustata il momento, ora invece nonostante i dolori al petto poté godersi quel contatto che aveva sognato da tempo.
 
-No, non era adatta a me! Ho sempre pensato che l’amore deve essere costruito. E’ un sentimento che va esplorato ogni giorno, ogni attimo ci dobbiamo conquistare la fiducia ed il rispetto! Non si deve mai dare per scontato nulla e si deve sempre considerare che l’altra persona sia un dono che tu meriti di rendere felice!-
 
La presa sui suoi fianchi iniziò ad essere più forte, Belle in quel momento chiuse gli occhi lasciandosi a quelle meravigliose sensazioni.
 
-E questo lei non te l’ha dato?- chiese cercando di ritornare in sé.
 
-Mi ha dato solo un barlume di questo sentimento che poi è scomparso subito dopo! Nessuno mai mi ha fatto sentire così...nessuno mai fino addes....-
 
All’improvviso un corvo nero arrivò alla finestra beccando sul vetro. Belle aprì gli occhi allontanandosi da Rumple mentre l’uomo rimase fermo con le braccia aperte e le mani prive del corpo di lei. Quell’attimo era svanito, quel dolce momento di intimità era stato interrotto dall’arrivo di quell’uccello.
 
Belle aprì la finestra accogliendo il piccolo uccellino tra le mani, mentre Rumple ritornò alla tavola a sorseggiare il raffreddato tè.
 
La donna prese il bigliettino che vi era attaccato al collo e lo lesse cercando di ristabilire il corpo da quelle intense emozioni.
 
Spalancò gli occhi incredula di cosa ci fosse scritto sopra. Era felice per lui e per quello che alla fine aveva ottenuto.
 
-E’ per te!-disse voltandosi verso di lui.
 
Rumple rimase scioccato dalla frase, non aveva mai ricevuto lettere da nessuno.
 
Prese il biglietto leggendo incuriosito.
 
-Il villaggio vuole festeggiare il primo anno senza orchi e Merlino vuole che tu ti presenta come ospite d’onore , come l’eroe del villaggio!- disse prendendo l’uccellino sulla mano.
 
Rumple finì di leggere il biglietto meravigliato. Alla fine ce l’aveva fatta, era riuscito a ridare splendore al suo nome, ora non era più Rumple il figlio dell’immaturo ed egoista Malcolm, ma era Rumple l’eroe.
 
-Puoi andare se vuoi!- disse con un tono pacato e dolce.
 
Rumple alzò lo sguardo dal biglietto osservandola lasciare l’uccello fuori la finestra.
 
-Davvero?-chiese incredulo.
 
Lei si voltò annuendo.
 
-Ma certo...sei l’ospite della festa ed è giusto che venga acclamato ed adorato! Sei un eroe Rumple!- disse poi posando il libro che aveva lasciato sul tavolino nello scaffale.
 
-Sarò di ritorno il giorno dopo lo prometto!- rispose entusiasta.
 
-Non serve, sei libero!- colse la sua totale attenzione.
 
In quel momento Rumple fece cadere la tazza che ancora aveva in mano. Quel rumore ruppe il contatto visivo che si era instaurato.
 
-Mi...mi dispiace...si è scheggiato il bordo, ma non si nota neanche!- prese l’oggetto da terra scusandosi per quel comportamento.
 
-E’ solo una tazza, non mi importa!- disse tranquillizzandolo.
 
Rumple sorrise posando l’oggetto sul tavolo.
 
-Ma...il nostro accordo!- disse ritornando al discorso principale.
 
-E’ stato più che esaurito! Sei resistito il più che pensavo...ora puoi vivere la tua vita come più desideri! Non sei legato più a me!- riuscì a ristabilirsi e a prendere il pieno possesso dei suoi pensieri ed emozioni.
 
Vide Rumple indeciso su cosa fare e cosa dire. Ancora si sentiva obbligato a starle accanto, era veramente un uomo d’oro. Quel messaggio era arrivato proprio nel momento giusto, se fosse venuto un attimo dopo forse per loro sarebbe stato troppo tardi, ed invece così non avevano rischiato di superare quella sottile linea che separa l’amicizia dall’amore. Così potevano sentirsi liberi di poter proseguire le loro vite senza vincoli e rimorsi. Doveva lasciarlo andare, lei non era fatta per lui, nessuno poteva starle vicino, lei distruggeva qualsiasi cosa, compresa sé stessa e non poteva permettersi  di mostrargli completamente quel mostro che sarebbe diventata da lì a poco. Doveva allontanarlo da lei, prima che sarebbe stato troppo tardi.
 
Rumple non sapeva a che cosa dare ascolto, non riusciva a capire cosa il suo cuore voleva, se andare alla festa, essere libero e riconosciuto un eroe, oppure rimanere con lei e vivere nella speranza che un giorno qualcosa poteva accadere tra di loro. In quel momento doveva prendere una decisione, una decisione importante che avrebbe poi cambiato tutta la sua vita. All’improvviso si ricordò del commento che Belle fece su suo padre e sulla sua immaturità che l’aveva poi permesso di affrontarla senza cadere nella sua maledizione. Lei non incantava i bambini e se anche lui dopo un anno non aveva subito quell’effetto voleva dire che era un bambino capriccioso che desiderava solamente diventare un eroe, e forse aveva ragione. Non era degno di starle accanto, lei aveva bisogno di un uomo maturo, e forse lui non lo era fin troppo. Sarebbe stato solo un ostacolo per lei e questo non lo meritava. Decise dunque di lasciarla libera di vivere la sua vita e di trovare finalmente quella pace che ben leggeva nei suoi occhi. E forse un giorno si sarebbero incontrati, e magari avrebbero varcato quella soglia.
 
-Grazie!-disse posando il biglietto nella tasca, aveva fatto la sua scelta e Belle ne fu contenta.
 
-Addio Rumple!-
 
-Addio Belle, magari un giorno ci rincontreremo!- si augurò prima di uscire dalla stanza.
 
-Magari un giorno! Buon viaggio!-rispose augurandogli ogni bene.
 
Si guardarono ancora per un istante poi chiuse la porta dietro di sé ponendo ormai un muro tra di loro che nessuno mai avrebbe superato.
 
Si affacciò alla finestra della biblioteca vedendolo uscire con uno zaino sulle spalle. Aveva fatto la cosa giusta lasciandolo andare, nessuno meritava di vivere con lei ed era per questo che ogni uomo moriva dalla pazzia nei suoi confronti. Lei era condannata a stare da sola ed era giusto così.
 
-Addio amore mio, mi dispiace se non potrò mantenere quella promessa, ma tra poco non rimarrà più nulla di me...diventerò completamente il Dark One, e non potrò più amare...non potrò più amare te! Ti auguro di essere felice e di trovare la donna che ti farà vivere quel sentimento fino in fondo! Sono sicura che presto ti innamorerai...te lo meriti...nessuno più di te lo merita!-
 
Lo vide scomparire nel bosco che circondava il suo castello e decise che ormai era arrivato il tempo di allontanarsi da lui. Prese quella tazzina scheggiata e la poggiò sullo scaffale della biblioteca. Di lui le rimaneva solo quella tazza, quella meravigliosa rosa ed il suono dell’arcolaio.
Si avvicinò all’arcolaio sfiorandolo dolcemente, chiuse gli occhi facendosi cullare da quella meravigliosa melodia. All’improvviso sentì una fitta tremenda al cuore e crollò al suolo. Stava male, sentiva ogni fibra del suo corpo tremare. L’oscurità se la stava prendendo, era arrivato il tempo di pagare quel debito.
 
 
Camminava a passo lento per il bosco. Stava veramente lasciando quel posto, quel posto in cui aveva vissuto per un anno, un anno in sua compagnia. Ad ogni passo ricordava i vari momenti passati insieme. Alcuni erano stati duri, altri piacevoli, alcuni indimenticabili, ed altri da dimenticare. Ma quel volto, quel sorriso, quegli occhi che gli accecavano l’anima non li avrebbe mai potuto dimenticare. Pian piano che camminava il suo cuore diventava un macigno così forte da non poterlo più reggere. Che avesse interpretato male il suo desiderio?
In quel momento si voltò verso il castello, ma ormai era già entrato nel bosco per poterlo vedere. Si era già allontanato da lei.
Non sapeva veramente che cosa fare, si sentiva un bambino vicino a lei, non adatto per starle accanto e proteggerla se ne avesse avuto bisogno, lei doveva avere un uomo forte e maturo al suo fianco e se lui aveva preferito inseguire un sogno infantile voleva dire che era ancora un bambino, un bambino che gli piaceva giocare a fare l’eroe. Riprese a camminare verso il villaggio, ma la testa iniziava ad essere pesante ed il corpo tremare, il cuore gli diceva che stava sbagliando, che non era quella la strada che doveva percorrere. Quella sarebbe stata senz’altro facile e senza ostacoli, adatta ad un bambino che voleva essere un eroe, ma non a lui. In quell’anno era cresciuto molto, aveva imparato tanto su di lui e su di lei. Ora non gli interessava più l’opinione altrui e i misfatti che aveva compiuto suo padre macchiando il suo nome, ora gli interessava altro, quell’altro che era in quel castello completamente sola e senza nessuno, nessuno con cui condividere una calda tazza di tè. Forse non era quella la strada che doveva prendere, forse doveva ritornare indietro e dimostrare a lei e soprattutto a sé stesso di non essere un immaturo, un ragazzino, ma un uomo, un uomo che desiderava lei e quell’amore che ancora non aveva avuto tempo di sbocciare. Doveva intraprendere la strada più difficile quella con mille ostacoli e problemi, perché sarebbe stata quella che l’avrebbe condotto alla felicità...l’avrebbe condotto da lei, l’unica che era riuscita veramente a comprenderlo, l’unica che con un semplice sguardo l’aveva fatto sentire importante. Belle era quello che voleva e non uno stupido riconoscimento datogli da un villaggio che per un anno si era dimenticato di lui. Doveva ritornare da lei e confessarle quello che non era riuscito a dirle davanti alla finestra della biblioteca. Si voltò e prese a correre raggiungendo poco dopo il castello. Entrò di corsa salendo le scale, lasciò lo zaino per terra e sorridendo entrò nella biblioteca.
 
-Belle...Belle sono ritornato da t...!-
 
La vide vicino all’arcolaio per terra che tremava tutta. Spalancò gli occhi precipitandosi da lei. La prese tra le braccia voltandola verso di lui. Stava male, il corpo non la smetteva di tremare ed aveva gli occhi chiusi, la bocca secca ed il respiro debole.
 
-Belle...BELLE TI PREGO APRI GLI OCCHI!- la supplicava sfiorandole il viso.
 
Belle era in uno stato di semi coscienza, l’oscurità la stava prendendo e pian piano stava perdendo sé stessa. Si sentiva avvolta da quella malvagità che per anni aveva ospitato nel suo corpo. Freddo e solitudine sentiva intorno a sé. La vita la stava abbandonando, ogni cosa la stava lasciando proprio come aveva fatto Rumple. All’improvviso sentì la voce del suo amato chiamarla, era fioca, impercettibile. Forse era il suo cuore che stava vaneggiando, non poteva essere ritornato, perché poi doveva farlo? Chi avrebbe mai potuto amare una bestia come lei.
 
-Ti prego amore mio non mi lasciare....apri gli occhi!-
 
Aveva sentito bene, era lui, lui era ritornato da lei e la chiamava disperato. Nonostante si sentiva debole cercò di esaudire il suo desiderio, aprì leggermente gli occhi.
 
Rumple sorrise di gioia vedendo nuovamente quei meravigliosi cristalli incastonati nei suoi occhi. Il tremolio era diminuito, ma le convulsioni continuavano a straziare il corpo di lei.
 
 
-Ru...Rumple sei...sei tornato! Perché sei tornato....da...da me?- chiese tra una convulsione ed un’altra.
 
Stava per abbandonarsi a quell’oscurità, ma prima di lasciarsi completamente andare voleva sapere, non voleva morire prima di conoscere il motivo che l’aveva spinto a ritornare.
 
Rumple la strinse di più a sé cercando con il suo corpo di fermare quelle convulsioni che man mano aumentavano la frequenza.
 
Vide gli occhi di lei farsi neri poi ritornare nuovamente azzurri e poi di nuovo neri. Qualcosa in lei la stava cambiando, qualcosa la stava distruggendo e lui non poteva permettersi di vederla morire tra le sue braccia.
 
-Sono tornato per restare...per restare al tuo fianco!-
 
Quella frase così emozionante lo fece tremare. La paura di perderla stava prendendo possesso del suo corpo e l’agitazione lo manteneva in un completo stato di terrore. Non sapeva cosa fare per aiutarla, si sentiva impotente.
 
-Mi...mi dispiace che tu debba...che tu debba assistere a tutto questo! Ti...ti prego...AAAAAAAAAAAAAAA!-
 
Un dolore proveniente dal ventre la fece urlare disperata. Alzò il bacino in alto urlando e tremando ripetutamente. Stava male, troppo male e non sapeva come aiutarla. Non conosceva nessuna pozione che poteva preparare per alleviare quei dolori, e non possedeva nessuna magia per salvarla da quella situazione. E mentre la sua mente gli elencava tutte le varie possibilità vane che poteva intraprendere il suo cuore gli diceva qualcosa di importante che in quel momento di agitazione e terrore non riusciva a sentire.
 
Abbassò il bacino a terra e si distaccò da lui trascinandosi verso la finestra. Le sue mani tremavano e le lacrime iniziavano a bagnare il pavimento sotto di lei.
 
-Ti...ti prego vattene! Scappa il più lontano da me!-
 
Rumple si svegliò dal suo terrore vedendola allontanarsi da lui. Le corse incontro, ma lei si voltò verso di lui con gli occhi completamente neri.
 
-SCAPPAAAA! VA VIAAAAA! NON PUOI STARE QUI!-
 
Si bloccò terrorizzato, Belle stava mutando, stava diventando irascibile e violenta, e nonostante a qualcuno poteva sembrare solo un atto di prepotenza si leggeva lontano un miglio che era l’amore a parlare. Non voleva che gli accadesse nulla e desiderava saperlo al sicuro dall’ira della sua oscurità.
 
-Non voglio lasciarti! Non voglio vivere nella consapevolezza di averti lasciato morire! Non posso...e non voglio!- le disse cercando di avvicinarsi.
 
-Non puoi fare nulla...nulla per salvarmi! LO VUOI CAPIRE CHE SONO CONDANNATA ALL’OSCURITA’! E se...e se...-
 
Perse i sensi crollando al suolo. Rumple si avvicinò prendendola nuovamente tra le braccia. Il corpo aveva smesso di tremare compreso le convulsioni. Si guardò intorno cercando con lo sguardo di individuare un libro che poteva aiutarlo a capire che cosa poteva fare per liberarla da quell’oscurità, continuando ad ignorare una piccola voce proveniente dal suo cuore.
 
Subito dopo Belle rinvenne e aprì gli occhi vedendolo con la testa alzata verso i libri. Si fece forza alzando il torace poggiandolo al muro sotto alla finestra. Respirava a fatica e il cuore batteva troppo violentemente nel petto, sudava e aveva le mani e la bocca tremanti. Le mancava poco, molto poco e non poteva permetterlo di rimanere al suo fianco.
 
-Ascoltami...Rumple guardami!- lo chiamò.
 
Rumple abbassò la testa constatando che se ne era andata nuovamente da lui. Era stato troppo concentrato a leggere i dorsi dei libri che non si era reso conto che la donna si era svegliata.
 
-Devi andare via! So che...so che non vuoi farlo, ma è per la tua...per la tua...per la tua  sicurezza! Ascoltami ti...ti prego ascoltami!-
 
Lo vedeva che la guardava, ma la mente era altrove, si notava che non la stava ascoltando che stesse con la mente cercando una soluzione per aiutarla. Era così dolce che non poteva assolutamente avercela con lui.
 
-Non ci riesco...perdonami, ma se tu ora dovrai morire, preferisco morire qui ora con te che vivere una vita senza te! Se non posso fare nulla per salvarti allora preferisco morire al tuo fianco e tu non puoi impedirmelo!-
 
-Allora mi costringi ad allontanarti!- lo guardò fisso negli occhi. Aveva avuto un momento di sollievo e poteva affrontarlo con più lucidità.
 
-Tu lo sai che questo potrà solo ritardare la mia morte! Sai che nell’istante esatto che mi allontanerai farò di tutto per cercarti e quando ti troverò...perché ti troverò, tu sarai cambiata, sarai l’essenza stessa dell’oscurità e mi ucciderai! Quindi risparmia le forze, perché sarà tutto vano...io non ti lascio morire da sola1!-
 
Era sicuro di quello che stava dicendo, era così deciso a rimanere che la stessa Belle non sapeva cosa fare.
 
Pianse, pianse lacrime di gioia e di dolore. Quella era stata la dichiarazione più bella che avesse mai udito. Era felice, nonostante la morte la stesse venendo a prendere era felice, perché nella sua triste ed oscura vita aveva avuto la possibilità di conoscere l’amore  e di essere amata, amata veramente. Si addolorava solo di lasciarlo, di perderlo per sempre e di essere colei che l’avrebbe condotto sotto terra. Strinse le mani in dei pugni sbattendoli violentemente al suolo, i dolori erano ricominciati e le forze la stavano abbandonando, si sentiva debole, il corpo non avrebbe più retto ad un altro attacco, sarebbe cambiata per sempre e avrebbe ucciso l’uomo che amava.
 
-Mi...mi dispiace Rumple per tutto quello che ti ho fatto vivere! Non meritavi tutto questo dolore e sofferenza! Sei una persona dolcissima e meritavi di vivere felice e libero!-
 
Decise di essere sincera, voleva morire senza alcun rimorso, voleva dirgli tutta la verità e sperare in un suo perdono.
 
Rumple le si avvicinò inginocchiandosi davanti a lei. Le prese il volto tra le mani e sorrise dolcemente.
 
-Non ti devo perdonare nulla, con te ho scoperto chi sia in realtà, e ho avuto la possibilità di innamorarmi! Voglio che tu sappia che ho vissuto nella felicità più assoluta solo perché sono stato al tuo fianco. Ho avuto il privilegio di poterti ammirare, chiacchierare con te, stringerti tra le mie braccia e condividere momenti che non dimenticherò mai! Ho vissuto libero dalla prigione delle malefatte di mio padre e questo me lo hai regalato tu! Quindi devo solo ringraziarti per avermi dato la possibilità di amarti!-
 
Belle gettò lacrime di gioia, l’amava ed era la cosa più bella che potesse mai immaginare.
 
-Non ho avuto modo prima di dirti che sei tu la donna che mi fa sentire quel sentimento che ho sempre cercato e mai avuto! Belle ti amo....e ti amerò per sempre!-
 
Pianse anche lui, si stavano dicendo addio senza avere il coraggio di ammetterlo, la fine era vicina e sapevano che da un momento all’altro lei sarebbe diventata l’essenza pura della malvagità e l’avrebbe ucciso. Ma questo poco importava perché avevano avuto modo di stare insieme fino alla fine.
 
Belle poggiò la mano sulla sua e sorrise contenta di aver sentito quelle bellissime parole. Chiuse gli occhi cercando di memorizzarsi ogni singola parola che era stata pronunciata. Voleva morire con il ricordo di quel discorso e pensare che forse qualcosa di buono c’era in lei.
 
Un dolore al petto la fece piegare su sé stessa. Il respiro l’aveva abbandonata ed il cuore si era fermato in un eterno battito. Vide davanti a sé tutto nero e sentiva il corpo tremare velocemente. Spalancò la bocca cercando in vano di prendere aria per dirgli addio e salutarlo per l’ultima volta. Lo sentì prenderla tra le braccia e alzarle il volto verso il suo, in quel momento riuscì a vederlo con le lacrime agli occhi e le labbra tremanti. Alzò lentamente la mano verso di lui e sorrise beata, era sfinita e sapeva che quello era il suo ultimo momento.
 
-Grazie per tutto Rumple...addio...addio amore...mi...!-
 
Chiuse gli occhi e svenne, la mano cadde violentemente sul petto. Il respiro non c’era più ed il corpo continuava a tremare. Rumple la strinse a sé piangendo disperato. Se ne era andata, l’aveva lasciato e tra poco sarebbe toccato a lui.
 
-BELLE NOOOOO! AMORE MIO NOOOO! urlò disperato, la strinse al petto dondolandosi ripetutamente.
 
All’improvviso una luce nera iniziò ad avvolgere il corpo di Belle, l’oscurità stava prendendo il possesso di lei, tra poco avrebbe avuto davanti il vero Dark One e per lui sarebbe stata la fine.
 
La stese per terra osservando quella oscurità avvolgerla lentamente le gambe. Le accarezzò il volto sorridendo debolmente.
 
- A...aspettami ti prego...tra poco ti raggiungerò...aspettami amore sto arrivando da te!-
 
Chiuse gli occhi e fece quello che il suo cuore gli stava dettando, si avvicinò alla sua bocca e tremando la baciò sulle labbra dicendole addio. Quel bacio fu carico di emozioni, era stato il loro primo bacio ed era anche l’ultimo. Aveva sempre immaginato che avesse delle labbra morbide e delicate, si rimproverò solamente di non averla baciata prima, mentre sorseggiavano il tè o passeggiavano nel giardino.
 
Appena si distaccò da lei ed aprì gli occhi vide il corpo di Belle alzarsi in aria ed una luce dorata che partiva dal suo cuore avvolgerla completamente. Quella nube che aveva raggiunto il ventre venne respinta da quella luce e man mano l’allontanava dal suo corpo. All’improvviso vide la bocca di Belle aprirsi e uscire tutta quella oscurità che possedeva. Il corpo di lei volteggiava in aria avvolta sempre di più da quella luce che divenne accecante. Rumple osservava meravigliato quello che stava accadendo. Era ancora inginocchiato per terra ed il volto bagnato dall’incertezza e la paura di quello che stava avvenendo. Subito dopo tutta quella oscurità svanì distrutta da quella luce accecante. Belle venne adagiata sul triclinio della stanza e poi quella luce rinchiudersi nuovamente nel suo petto. Rumple rimase ad osservare tremando. Gattonò velocemente verso di lei ed appena la vide muoversi si alzò sedendosi al suo fianco. Il respiro l’aveva abbandonato, mentre il cuore continuava a battere freneticamente nel petto impedendogli di ragionare. Era in una totale confusione che non sapeva veramente che cosa pensare e cosa sperare.
 
La vide voltarsi verso di lui e aprire lentamente gli occhi. Erano limpidi, limpidi come li aveva sempre visti, raggianti e splendidi come sempre.
 
-Ru...Ru...Rumple!-disse con una voce flebile.
 
Era stanca, stremata da tutto quel dolore che aveva patito.
 
Lui avvicinò lentamente la mano al suo viso incerto di cosa stesse accadendo.
 
-Belle...Belle sei...sei davvero tu?- sperava tanto che non fosse diventata l’oscuro, sperava veramente che fosse ritornata la sua Belle.
 
Lei sorrise, poggiò la mano sulla sua continuando a sorridere beata.
 
-Sì sono io...sono io amore mio!-
 
Ed appena la sentì dire quella dolce parola sorrise di gioia appoggiando la fronte sulla sua.
 
-Ben tornata!-disse felicemente.
 
Risero di gusto.
 
-Ti sono mancata?-chiese scherzando.
 
-Tremendamente!-
 
Si fiondò sulle sue labbra baciandola con tutta la passione che aveva nel corpo. Non desiderava fare altro da molto tempo. Belle sorrise contro le sue labbra accettando quel bacio che aveva sempre agognato. Era felice di essere finalmente libera da quella maledizione e di essere amata proprio come amava lei.
 
Si distaccarono cercando di prendere fiato, ne avevano bisogno visto tutte quelle forti emozioni che avevano vissuto.
 
-L’ho sempre sospettato nel profondo di me stessa il perché tu non fossi soggetto alla mia maledizione!- disse appena aprirono gli occhi.
 
-E perché amore mio?-
 
-Perché mi hai sempre amato, dal primo istante che ci siamo visti mi hai amato e non eri mosso dall’infatuazione o dalla passione, ma dall’amore, e l’amore rende liberi, liberi da qualsiasi sortilegio!- confessò emozionata.
 
Non era facile per lei parlare semplicemente di quei sentimenti, aveva vissuto per anni nella consapevolezza di non poter amare ed essere amata che adesso trovarsi ad essere una semplice ragazza amata da un uomo ed avere la prospettiva di vita normale e felice era incredibile, un sogno.
 
Lui si avvicinò a lei e la baciò dolcemente sulle labbra.
 
-Oh mio Dio quanto è bello baciarti!-ammise staccandosi da lei.
 
-Ti amo Rumple!-
 
-Ti amo anche io Belle!-
 
 
 
 
 
-E così finisce la storia!- disse Belle sorridendo dolcemente.
 
-Chi mi dice che cosa abbiamo imparato con questa favola?- chiese poi al gruppo di bambini che erano seduti intorno a lei.
 
Gold era in piedi vicino alla scrivania della reception della biblioteca ad osservare la moglie dialogare con i bambini. Era bellissima, un angelo divino.
La luce del tramonto che penetrava dalla finestra in alto le illuminava il volto rendendola ancora più bella di quanto non lo fosse già. Splendeva di luce propria, poteva illuminare chiunque incontrasse, ed infatti aveva illuminato la sua anima nell’istante esatto che l’aveva incontrata.
 
-Che non bisogna fermarsi all’apparenza, ma vedere anche come è la persona!-disse Roland alzando la mano prendendo parola.
 
-Bravo Roland hai preso un ottimo significato dalla storia! Nessun altro sa trovare altri significati?-
 
Una bambina grande poco meno di Roland alzò la mano chiedendo di parlare.
 
-Dimmi Alexandra!- l’invitò ad esprimersi.
 
-Il bacio del vero amore può spezzare qualsiasi sortilegio!-disse la bambina recitando una frase che molto spesso girava in quella città.
 
Belle sorrise abbassando la testa.
 
-Bravissima Alexandra, hai trovato un buon significato!- ripose guardandola.
 
-Qualcun altro vuole dire qualcosa? Su cari ce ne sta ancora un altro!-
 
-C’è sempre speranza!-una piccola vocina colse l’attenzione di Belle.
 
-Bravo Neal!-disse poi contenta.
 
Una bambina che era al fianco di Neal gli diede una gomitata sul fianco.
 
-Non è giusto volevo dirlo io!- disse poi lamentandosi dell’anticipazione del suo compagno.
 
-Sai che non ci si deve comportare così!- disse rivolgendosi alla bambina.
 
-Vieni vicino a me!- le disse indicando la gamba.
 
La bambina con il volto abbassato si diresse da lei e si sedette sulle sue gambe.
 
Prima ancora che Belle parlasse la bambina prese la parola.
 
-Scusa Neal non volevo!-disse poi.
 
Belle sorrise, strinse la bambina per i fianchi felice del suo comportamento.
 
-Ah non ti preoccupare io sono forte!-rispose il piccolo Neal vantandosi.
 
Tutti i bambini compresa Belle e Gold risero di gusto. Gold osservava quella bambina in braccio alla moglie, era dolcissima, assomigliava tutta a suo padre e sperava tanto che fosse un bene anche se aveva la gentilezza e la bellezza di sua madre. L’adorava, era la cosa più importante della sua vita. Ogni giorno si svegliava con il desiderio di vederla sorridere ed ogni notte le sistemava le coperte lasciandole un bacio sulla fronte prima di andare a dormire. Voleva essere sicuro che nemmeno gli incubi sfiorassero il suo raggio di sole.
 
A disturbare l’incontro furono Robin ed Ella che arrivarono a prendere i loro figli. Belle si avvicinò lasciando la bambina con Gold.
 
-Ciao Robin, ciao Ella!- disse ai due dando la mano ai piccolini.
 
-Mamma oggi Belle ci ha raccontato una bellissima favola, si chiama Dark Beauty!-
 
Ella si abbassò verso la figlia aiutandola ad indossare il cappottino.
 
-Non la conosco, di che parla?- chiese la donna alla figlia.
 
-C’entra il bacio del vero amore!- disse la bambina dando la mano alla mamma.
 
Salutarono Belle ed uscirono dalla biblioteca.
 
Roland nel frattempo indossava il suo cappotto chiacchierando con il padre. Belle si avvicinò sorridendoli.
 
-Come sta la sorellina?-chiese poi attirando la loro attenzione.
 
-Non molto bene, Regina le è stata tutta la notte vicina, ma ha sempre dei dolori allo stomaco. Whale gli ha dato dei medicinali, ma sembra che non portino miglioramenti!-
 
-A volte forse una bella tisana può aiutare, sono dell’opinione che oltre ai medicinali bisogna anche usare rimedi naturali. Dille di provare a fare la camomilla con la salvia, se non allevierà il dolore, potrà sempre calmare la piccolina! E dille di prendersela una anche lei, di sicuro l’aiuterà a rilassarsi!- consigliò accarezzando il ragazzino vicino. Roland le sorrise avvicinandosi poi a suo padre.
 
-Grazie Belle, glielo dirò!-
 
-Fammi poi sapere come sta!- gli disse salutandoli.
 
Nel frattempo che Belle si occupava dei vari genitori che venivano a prendere i figli alla biblioteca Gold prese in braccio sua figlia e se la portò tra gli scaffali della biblioteca.
 
-Papà...oggi la mamma ha raccontato una bellissima favola è vero?- chiese la piccolina abbracciando per il collo suo padre.
 
Gold sorrise. Era arrivato in biblioteca poco dopo che Belle aveva preso a raccontare la storia e non poteva non aver notato dei grossi riferimenti alla loro storia. E mentre ascoltava quella rivisitazione della loro storia non poteva non pensare il perché avesse apportato dei grossi cambiamenti alla loro. Strinse il corpo di sua figlia chiudendo gli occhi.
 
-Certo piccola mia...la mamma oggi ha raccontato una bellissima favola!-
 
Si sedette su una poltrona della biblioteca poggiando sua figlia sulle gambe.
 
-Papà sai perché la mamma ha usato il tuo nome ed il suo?-
 
Quella piccolina era proprio curiosa esattamente come sua madre ed anche molto intelligente, non si faceva passare nulla, doveva conoscere e sapere era proprio come Belle.
 
-Credo perché così era più facile per voi immaginarvi i personaggi!- cercò di giustificare la scelta di sua moglie.
 
 
La bambina spalancò la bocca capendo il motivo per cui sua madre avesse scelto proprio quei nomi. La piccola Rose non sapeva la storia dei suoi genitori, di come si erano incontrati ed innamorati, sapeva solo che provenivano da un mondo magico e che suo padre era il più potente di tutti, ma per il resto ignorava quasi tutto. Belle e Rumple avevano scelto che avrebbe dovuto conoscere tutto con calma e a tempo debito, non volevano traumatizzarla raccontandole che suo padre era il Dark One che aveva fatto delle grosse atrocità e che sua madre era stata la sua serva per un tempo. Per quanto quegli eventi li avevano fatti innamorare si doveva misurare per bene le parole che si dovevano usare, e di certo Belle ne aveva usate delle migliori raccontando quella versione.
 
Rose abbassò lo sguardo sulle mani di suo padre e vide una rosa rossa a lungo stelo tra di esse.
 
-E’ per la mamma non è vero?-chiese poi indicando il fiore.
 
Lui si svegliò dai suoi pensieri e fissò l’oggetto del discorso. Sorrise ricordando la prima volta che regalò a sua moglie quel fiore e di come Belle avesse trasportato quel dono  anche nella sua fiaba. Era la cosa che più rappresentava la loro storia ed era stato anche per questo che avevano deciso di chiamare la loro figlia Rose, proprio per simboleggiare quel legame d’amore che li aveva uniti.
 
-Sì raggio di sole, è per la mamma!- rispose emozionato.
 
Mentre Gold chiacchierava con sua figlia, Belle era all’ingresso con l’ultima arrivata. Emma era giunta per prendersi suo fratello. Mary Margaret era impegnata nel comune perché aveva sostituito Regina visto che era occupata con la piccolina e i suoi problemi di stomaco.
 
-Scusa Belle per il ritardo, ma è stato difficile lasciare l’ufficio, c’erano tante cose da fare, per fortuna papà è arrivato a darmi il cambio e sono arrivata!- si scusò per il piccolo ritardo.
 
Belle sorrise abbassando il capo.
 
 
-Non ti preoccupare non sei in ritardo, abbiamo da poco finito la storia!-la rassicurò osservando Neal che dolcemente indossava la sciarpa.
 
-Ah meno male! A Belle volevo dirti che Henry si scusa per non essere venuto oggi, ma aveva un compito importante per domani ed io ho insistito che rimanesse a casa a ripassare!- disse poi Emma dando al fratellino il cappello.
 
-Non ci sono problemi, per me l’istruzione prima di tutto! Digli di passare quando vuole, mi fa sempre piacere avere la sua compagnia!- rispose sorridendo.
 
-D’accordo! Buona giornata Belle!-
 
-Anche a te Emma!-
 
Li vide uscire e chiuse la porta mettendo il cartello chiuso. La giornata era finita ora si poteva completamente dedicare alla sua famiglia.
 
Nel frattempo Gold e Rose erano a scherzare e a ridere in biblioteca.
 
La bambina aveva preso in mano il fiore e lo guardava meravigliata. Le piaceva tantissimo quel fiore anche perché portava il suo stesso nome, Rumple le aveva detto che era per questo che avevano scelto di darle quel nome perché era stato il primo regalo che il papà aveva fatto alla mamma. Rose rimase molto meravigliata ed estasiata da quel racconto, non sapeva molto sui suoi genitori ed ogni giorno voleva sempre di più scoprire e conoscere. Era proprio uno spirito libero esattamente come Belle.
 
Mentre chiacchieravano la piccolina si punse con una spina di quel fiore. Gold prese la mano della figlia e baciandole sul pollice fece magicamente scomparire il dolore. Rose rise divertita, non era spesso che vedeva suo padre usare la magia, ed ogni volta che accadeva ne rimaneva sempre meravigliata.
 
-Non glielo diciamo alla mamma ok?- disse Rumple cogliendo l’attenzione su di lui.
 
Sapeva che a Belle non le piaceva quando si usava la magia per quelle sciocchezze, ma lui non riusciva proprio a vedere la figlia soffrire, anche se era un piccolo taglio doveva curarla, era più forte di lui.
 
-Ok papà!- rispose complice la figlia.
 
-Che cosa non dovete dirmi?-
 
Belle li aveva raggiunti ed aveva ascoltato il loro ultimo discorso. Rumple e Rose si guardarono negli occhi tremando, erano in pericolo.
 
-Nulla tesoro, volevo farti una sorpresa!- disse prendendo la rosa che aveva poggiato sulle gambe per curare la figlia.
 
Belle li osservò per bene, e capì che c’era qualcosa che i due le nascondevano, ma sorrise di gusto.
 
-Per questa volta non vado oltre!- disse poi osservando il bellissimo fiore che il marito le aveva dato.
 
Rose scese dalle gambe di suo padre e sorrise contenta che la mamma non avesse scoperto nulla.
 
-Posso...posso andare nella zona dei libri per me?-
 
-Quella dedicata ai bimbi?- chiese conferma Belle.
 
La bambina sorrise felice.
 
-Ok, ma...Rose aspetta!- non riuscì a finire la frase che dovette frenare l’entusiasmo della figlia.
 
-Prendi i libri che arrivano alla tua altezza, se vuoi quelli più in alto chiamami...ok?- cercò di essere precisa. L’ultima volta che era andata in quel reparto aveva rischiato di cadere per terra perché si era arrampicata sullo scaffale per prendere un libro che era troppo in alto e Belle non voleva che ciò accadesse nuovamente.
 
-Ok!- disse la piccolina ormai già tra i libri. Belle e Rumple scossero la testa sorridendo diverti. Quella bambina era proprio un tornado, un dolce tornado che aveva scombussolato le loro vite.
 
Belle si voltò verso suo marito osservando il fiore che gli aveva regalato.
 
-Grazie è bellissima!- commentò poi.
 
Gold si chinò esattamente come fece la prima volta che le regalò quel fiore, e Belle fece lo stesso ricordando quel dolce momento.
 
-Mi fa piacere, ho preso quella più bella che aveva tuo padre!- rispose lui avvicinandosi.
 
Belle prese ad annusarla chiudendo gli occhi, stranamente aveva lo stesso profumo di sua figlia, era una coincidenza bellissima.
 
-Anche se penso che a me le faccia pagare il doppio!-
 
Quella frase colse la sua attenzione, alzò lo sguardo verso di lui sorridendo divertita.
 
-Strano di solito alla famiglia si fa sempre uno sconto!-
 
Gold le cinse i fianchi avvicinando il bacino al suo, Belle portò le braccia intorno al suo collo avvicinandolo di più a sé.
 
-Beh forse non mi considera ancora uno di famiglia!-
 
-Forse vuole ancora fartela pagare per tutti gli affitti che hai riscosso da lui!- rispose ironicamente lei.
 
-Può darsi...può darsi!-
 
Si avvicinò alle labbra della moglie catturandole in un dolce bacio. Belle aumentò subito la presa su di lui approfondendo quel delicato momento.  Dischiusero le bocche lasciando le lingue libere di vagare e di rincorrersi in una ricerca sfrenata e passionale.
 
-Oh mio Dio quanto è bello baciarti!- confessò appena si distaccarono.
 
Belle sorrise contro le sue labbra ricordando la frase che aveva raccontato nella sua fiaba.
 
-Ti amo Rumple!-
 
-Ti amo anche io Belle...da impazzire!- ammise guardandola negli occhi.
 
All’improvviso pensò alla storia che Belle aveva raccontato e della descrizione che aveva fatto dei suoi occhi durante la mutazione. Rabbrividì nel solo pensare che la sua dolce Belle avesse dovuto sopportare quello che poi aveva vissuto lui, mai nulla doveva permettersi di toccare lei e sua figlia, loro dovevano avere tutto il meglio della vita e avrebbe fatto di tutto per assicurare a loro quella felicità.
 
-A che cosa pensi?-chiese notando il volto pensieroso di suo marito.
 
-Come mai hai inventato quella favola, di solito racconti tutte storie che sono realmente accadute, oggi invece hai raccontato una storia che non esiste, perché?- chiese stringendo i fianchi di lei. Era preoccupato, voleva e non voleva conoscere il motivo che aveva spinto sua moglie ad alterare la loro storia.
 
-Questa storia non l’ho raccontata ai bambini che oggi sono venuti a farmi visita, bensì a te!- disse stranendo Gold.
 
L’uomo si allontanò da lei guardandola sconvolto.
 
-Sapevo che oggi saresti passato e ho voluto raccontare una storia in cui fossi io il “cattivo”!-
 
-Perché?-chiese incuriosito.
 
-Amore mio, perché volevo che tu capissi che non siamo tutti dei perfetti angeli, ogni uno di noi sarebbe potuto essere il Dark One, guarda Emma, guarda te, e guarda me! Secondo te perché ho raccontato questa storia?! Perché se mi fossi trovata in quella circostanza forse mi sarei comportata proprio come ho detto! Non hai idea di quante volte avrei voluto distruggere quell’orco che ha ucciso mia madre, e forse se me lo fossi trovato davanti mi sarei vendicata! Voglio che tu capisca che non devi sentirti un mostro, hai commesso degli errori, alcuni anche gravi, ma sei umano esattamente come me! Ma non per questo bisogna vivere portandosi questo fardello sulle spalle!- spiegò dolcemente accarezzandogli la guancia.
 
-Oh Belle amore mio!- si avvicinò a lei le prese il volto tra le mani e la baciò con tutta l’emozione che possedeva. Aveva bisogno di sentirla vicino, di percepire il suo calore e la sua dolcezza. Senza di lei si sentiva perso.
 
Si distaccarono poggiando la fronte contro quella dell’altro sorridendo come due ragazzini.
 
-Mamma...mamma mi aiuti voglio prendere un libro!-
 
La piccola Rose li chiamò distraendoli.
 
Corsero da lei incuriositi.
 
-Mamma voglio quel libro blu e oro!-disse indicando il volume sullo scaffale.
 
Belle guardò il libro e si bloccò, spalancò gli occhi incredula della scelta di sua figlia. Lo prese meccanicamente continuando ad osservare la copertina. Accarezzò il titolo come se fosse la cosa più cara che avesse mai avuto tra le mani. Si chinò verso di lei e tremante la guardò negli occhi.
 
-Come mai hai scelto questa storia?-chiese indicandole il volume.
 
-Era già dall’altra volta che la volevo leggere, ma non ce lo ho fatta a prenderla!- confessò sorridendo felice.
 
Belle le diede il libro continuando a tremare. Gold lesse il titolo e rimase di stucco esattamente come sua moglie.
 
-Mamma questa sera me la racconti?-
 
Belle alzò lo sguardo verso di lui con le lacrime agli occhi. Rivangare quella storia era molto toccante.
 
-Questa volta te la racconto io che ne dici?!- chiese lui guardando sua figlia.
 
Belle spalancò nuovamente gli occhi incredula di ciò che aveva udito.
 
-Sììììììììììììì!!!- rispose la piccola contentissima.
 
Gold la prese in braccio sorridendo. Belle lo guardò dolcemente sfiorandogli la guancia emozionata.
 
-Papà La Bella e la Bestia è una bella favola come quella che ha raccontato oggi la mamma?-chiese la piccolina osservando la copertina del libro.
 
-Ancora più bella tesoro mio...ancora più bella! Ti innamorerai di questa favola te l’assicuro!- rispose prendendo per il fianco la moglie dirigendosi all’uscita.
 
Belle fece cadere una piccola lacrima sul viso, lui aveva finalmente accettato la sua  vita ed ora era pronto per raccontare alla loro figlia la loro incredibile storia, ed era sicura che il loro piccolo raggio di sole avrebbe amato quella storia esattamente come loro l’amavano.
 
Ogni storia, ogni favola è importante purché contenga l’ingrediente fondamentale che unisce tutto il resto, la speranza di vedere un giorno migliore. E questo Rumple grazie a Belle l’aveva imparato.

 
 
 
 Fine
 
 
 
1.Ho voluto trasportare quella frase detta da Belle a Gold nel negozio negli ultimi istanti della 4x22 in questo momento tragico che Belle sta vivendo insieme al suo amato Rumple, solo che invece di essere Belle a dirlo è stato Rumple ;)
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Ci sono riuscitaaaaa! :D Sono felicissima di aver aggiornato questa mini long mantenendo la promessa! :D :D
 
Non avete idea di quanto sia triste per aver concluso anche questa storia. Sembra che è stata lunghissima ed invece era composta solo da due capitoli ;) In verità era nata tutta insieme, ma poi pensai che sarebbe stata troppo lunga considerarla una one-shot e decisi di dividerla in due parti così da facilitarvi la lettura :D Che dire sto piangendo lacrime di gioia e allo stesso tempo di tristezza perché dovrò dire addio alla mia piccolina…è sempre difficile lasciare una propria creazione! Ma ora basta con questi sentimentalismi ;)
 
Volevo dirvi che questa seconda parte mi ha veramente colpito il cuore quando la scrissi, vi voglio confessare quello che accadde quando iniziai a scrivere della “morte” di Belle e di quel dolore che entrambi stavano vivendo…non mi capita spesso di immedesimarmi così tanto in una storia da addirittura piangere, ma questa volta è accaduto… beh sì sarò una sentimentale senza speranze, ma che ci posso fare se mentre scrivevo quel tragico momento piangevo disperata? ;) Mentre descrivevo la separazione di Belle e Rumple e mentre mi concentravo sui pensieri di Rumple quando questo stava lasciando il castello stavo malissimo, perché nel profondo di me stessa urlavo : “Torna indietro, va da lei…Belle sta morendo per terra nella biblioteca!”. Devo dirvi che è stato strano pensare come un lettore mentre ero l’autrice…ma devo dirvi che ne sono stata felicissima. È per questo che adoro questa seconda parte, ho vissuto in pieno quel momento e ho pianto lacrime di tristezza e di gioia quando poi Belle è stata salvata dal bacio del vero amore.
 
Volevo ora spendere due parole sulla storia. Che dire quando iniziai a scriverla sapevo già come sarebbe dovuta concludersi. Mentre la storia prendeva forma mi immaginavo Belle seduta in biblioteca con intorno i bambini di Storybrooke a raccontare questa favola con Gold in piedi ad ascoltare meravigliato. Questa storia dopotutto è una favola, una favola proprio come quelle che conosciamo e che ci hanno accompagnato nella nostra crescita, e volevo che anche questa storia fosse una favola che desse un messaggio, seppur piccolo. Come avrete capito questa favola non era rivolta ai bambini che erano ad ascoltare estasiati, bensì a Gold, a quell’uomo che si è sempre sentito inferiore a Belle ed inadatto perché si considerava un mostro…una bestia che non meritava un angelo come lei. Belle nuovamente con questo racconto si è comportata come la bella della classica favola, ha salvato nuovamente la bestia, ma questa volta non c’era bisogno di un bacio, bensì di sentire una favola che portasse con sé un elemento fondamentale, la speranza.
 
Come avevo promesso questa seconda parte presenta molti più richiami alla favola Disney e alla versione di Ouat ;)
 
 
La mia storia ovviamente si colloca in un tempo molto, ma molto futuro nella storia di OUAT, i bambini sono più grandi di come li vediamo nella serie, ed ovviamente io ho inserito anche la figlia della Rumbelle, perché sono sicura (anche se forse non la vedremo nella serie) che i due in futuro avranno un piccolino o una piccolina frutto del loro eterno amore. Come avrete notato Robin e Regina hanno una bambina, beh quella è la bambina che Robin ha avuto da Zelena, e che ovviamente è diventata poi la figlia dell’OQ. Ma sono sicura che un giorno anche i due potranno avere un piccolino o piccolina, vedrete che la sterilità di Regina si potrà curare ne sono certa ;) Ho pensato fosse una bambina, ma potrebbe essere benissimo un maschietto, la serie poi ci darà maggiori informazioni ;)
 
Volevo veramente dire Grazie a tutti coloro che hanno seguito con affetto questa mia innovativa storia, a chi l’ha messa tra preferite-seguite-ricordate!  E un grazie particolare a tutti coloro che hanno lasciato un dolce commento sia su EFP sia sulla mia pagina facebook I will see you again Rumbelle :D Un grazie speciale va sempre a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle) che  hanno amato letteralmente la mia storia! <3 <3
 
Ps: Nel prossimo fine settimana arriverà il primo capitolo di Ricordati di Noi, la terza long che segue Ricordati di Me e Ricordati di Lei! Almeno lo spero, farò di tutto per essere puntuale! ;)
 
Ora vi lascio i link delle due pagine in cui io sono l’amministratrice insieme a libellula.s e libellula.a, se volete farci visita ci farà piacere :D
 
I will see you again Rumbelle : https://www.facebook.com/I-will-see-you-again-Rumbelle-462038243903585/timeline/
 
All crazy for Rumbelle : https://www.facebook.com/All-crazy-for-Rumbelle-601833063251705/timeline/?ref=hl
 
À bientôt!! :)
DR/libellula.m
  
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