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Autore: Ramocla    21/09/2015    0 recensioni
“Non ho bisogno che mi difenda una sudicia sanguesporco”
Erano queste parole che risuonavano nella testa di Lily Evans mentre correva verso il castello. Severus Piton, il suo primo amico, il suo unico e principale confidente l’aveva ferita profondamente con quelle uniche due parole.
“Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?”
La voce di James Potter la fece bloccare, e quasi inconsapevolmente si girò verso la riva del lago nero, pronta a scattare, ma poi le calde lacrime che bagnavano il suo viso le ricordarono che quello non era più un suo problema, e prima che qualcuno potesse vederla in quelle condizioni pietose, riprese la sua corsa verso il dormitorio.
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Salve a tutti, questa è la mia seconda FF e prima per quanto riguarda i Malandrini. Spero vi piaccia! Quindi vi auguro buona lettura e spero che lasciate delle recensioni per farmi sapere cosa ne pensate! Un bacio!
P.S. tutti i personaggi appartengono alla Rowling a parte Violet, i genitori di Lily, la famiglia di Marlene ecc.
sostanzialmente quelli che non sono della Rowling li ho inventati io! Buona lettura! :*
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James era arrogante, presuntuoso ed egocentrico. Lo era sempre stato, e forse per questo si trovava così bene con Sirius, a lui così simile. Ma non era cattivo, solo un ragazzo un po’ indisciplinato e “malandrino” appunto. Era figlio di una Black e di un Potter, quindi un Purosangue fino al midollo, eppure non si sentiva superiore ai Nati Babbani o ai Mezzosangue. I suoi genitori gli avevano insegnato che non è il sangue a dettare la bravura di un mago, ma il suo impegno e la sua determinazione, per questo era sicuro che Lily Evans fosse a lui superiore, anche se non l’avrebbe mai ammesso, non perché lei fosse una Babbana di Nascita, ma perché era petulante ed insopportabile. Eppure dall’anno scorso non la vedeva più come la bambina perfettina che aveva incontrato sul treno il primo anno di scuola, ma si era reso conto che stava diventando una ragazza, ed anche molto bella, e questo lo infastidiva. Si perché lui, James Potter, il cercatore della squadra Grifondoro era assieme a Sirius uno dei ragazzi più ambiti della scuola, e si era già fatto qualche esperienza dal punto di vista sessuale. Eppure da quando era iniziato questo quinto anno ed aveva rivisto la Evans dopo l’estate, il suo cuore aveva perso un battito.
Era cresciuta in altezza, non come lui, che ormai era arrivato al metro e ottanta, ma le arrivava alle spalle, quindi più o meno doveva essere un metro e sessanta. Poi anche i capelli erano più lunghi, e non li portava più sempre raccolti nella sua solita treccia, ma li lasciava sciolti e li teneva indietro con una pinzetta piccolissima, che però non riusciva a tenere bene tutte le sue ciocche, perché erano talmente lisci che scivolavano fin davanti al suo viso. Inoltre si era chiesto se fossero sempre stati di quella tonalità di rosso. Non erano di un rosso quasi slavato come quello di Fabian e Gideon, ma sembravano lingue di fuoco incandescente. Inoltre le forme che un anno prima erano solo leggermente accennate, ora erano perfettamente uniformi con il suo corpo. La sua carnagione invece era dorata, e non l’aveva mai vista così abbronzata, probabilmente aveva passato l’estate al mare, e quel colore le faceva risaltare ancor di più il verde smeraldo dei suoi occhi, che da quell’anno sembrava brillare di una luce diversa.
Insomma, lui era James Potter, e non aveva tempo di pensare ad una ragazza, perché doveva riuscire a battere Sirius anche quest’anno ed uscire con più ragazze di lui, eppure non riusciva a togliersi dalla testa la Evans.
 
Erano sdraiati sulla riva del Lago Nero quella prima domenica pomeriggio di settembre del loro quinto anno, e i suoi pensieri furono interrotti da Sirius, che cercava di attirare la sua attenzione lanciandogli delle pietre.
“Ehi! Ma che fai? Dormi ad occhi aperti?!” gli chiese lui prendendolo in giro.
“Che vuoi brutto scemo?! Mi stavo rilassando, hai presente?” gli disse lui scocciato. Insomma, stava pensando alla Evans, di nuovo. Era una persecuzione quella ragazza.
“Mi annoio!” gli disse lui con sguardo falsamente sofferente.
“Potresti farti una nuotatina nel lago no?” gli propose Remus senza alzare gl’occhi dal libro di Trasfigurazioni.
“Oh avanti Rem, è domenica pomeriggio! E tu stai studiando! Sembri Mocciosus, guardalo li sotto l’albero tutto solo… non c’è nemmeno la Evans con lui, andiamo a divertirci un po’!” esclamò Sirius esaltato.
“Già, Piton e la Evans sono inseparabili, strano che non sia con lui!” esclamò James con un sorriso diabolico tipico da malandrini. Quei due erano sempre insieme, e James si chiese da quando questa cosa gli desse fastidio. Insomma, li tormentava da cinque anni ma perché ora l’idea che passassero così tanto tempo assieme gli faceva ribollire il sangue nelle vene?
Come per scacciare i pensieri si alzò, e Sirius lo seguì, e così fece anche il piccolo Peter, mentre Remus gli gridava “Se arriva la Evans finirete nei guai!”.
 Ma a James non importava di quello che avrebbe detto la Prefetta Perfetta come la chiamava Lene… o forse si?
“Ehi Mocciosus!” iniziò Sirius “Dove hai lasciato la tua fidanzatina?” gli chiese.
“Non sono affari vostri!” sputò Piton mentre si alzava e maldestramente cercava di impugnare saldamente la bacchetta.
“Expelliarmus!” disse James con maestria e la bacchetta del suo avversario volò lontano di due metri. Intanto una discreta folla si era radunata attorno ai quattro ragazzi, e incitavano James a fare qualche dispetto a Piton.
“RIEMPILO DI PUSTOLE!”
“FAGLI BALLARE IL TIP TAP!”
“FATELO RIDERE FINO A STAR MALE!”
Tutti quegli incitamenti erano musica per le orecchie di James, che adorava essere al centro dell’attenzione.
“Sarò magnanimo Mocciosus, scegli tu tra queste opzioni!” disse sogghignando, ma proprio in quel momento una voce che avrebbe potuto riconoscere tra mille si levò dalla folla, ed emerse fino ad arrivare accanto a Piton.
“POTTER, vedi di piantarla subito!” esclamò Lily Evans in tutta la sua bellezza. Ecco cosa pensava James, che lei fosse stupenda in qualunque momento, anche da arrabbiata.
“Guarda Mocciosus, è arrivata la tua guardia del corpo!” esclamò James, facendo trasparire tutta l’irritazione che gli dava il vedere Lily difendere a spada tratta quella Serpe.
“Non è la mia guardia del corpo, Lily va via, me la cavo da solo!” esclamò lui, cercando di spingere la Evans dietro di lui con fare protettivo, e quel gesto fece andare il sangue al cervello a James. Perché gli dava fastidio che lui la toccasse? Perché era geloso di quelle attenzioni che Piton le riservava? Infondo erano azioni normali tra amici, ma perché a lui ora dava così fastidio?
“Levicorpus!” esclamò quasi senza pensarci, e Piton venne appeso a testa in giù all’albero a loro vicino.
“METTILO GIÙ SE NON VUOI CHE CHIAMI LA MCGRANIT!” gli urlò Lily con una violenza ed un impeto tale che gli diede fastidio. Perché si ostinava a difendere quel ragazzo? Cosa aveva di così speciale che lui non aveva?
James stava aprendo la bocca per controbattere, ma inaspettatamente non sentì la sua voce, ma quella di Piton: “Non ho bisogno che mi difenda una sudicia sanguesporco
Non lo aveva urlato, infatti solo lui, Lily, Sirius e Peter lo avevano sentito.
James osservò preoccupato Lily, che aveva gl’occhi come svuotati, mentre le voci dei compagni che lo incitavano si fecero lontane ed una rabbia cresceva dentro di lui. L’aveva insultata e nella maniera più terribile che un mago potesse fare. Stava per sciogliere l’incantesimo per poterlo picchiare con le sue mani quando Lily lo precedette e gli urlò “VEDITELA DA SOLO ALLORA MOCCIOSUS!”, e prima che potesse fare qualunque altra cosa corse via, ma a James non scappò la vista di alcune lacrime che le solcavano il viso e la seguì con lo sguardo fino a che non entrò nel castello.
A quel punto Sirius mormorò al suo orecchio: “Anche se la Evans non mi sta simpatica facciamogliela pagare!”
James fissò Piton con odio, e il suo sguardo era ricambiato, e a quel punto urlò: “Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?”
 
Tornarono verso il dormitorio, ma lui non aveva proferito parola, mentre Sirius e Peter commentavano divertiti l’episodio e Remus invece li rimproverava. Nella sua mente continuava a ritornare l’immagine di Lily che piangeva, e la cosa lo aveva scosso. Gli importava davvero che lei ci fosse rimasta male? Non si erano odiati per anni? Perché ora avrebbe quasi voluto andare a consolarla? Erano ormai al ritratto della Signora Grassa e quasi senza pensarci disse la parola d’ordine, ma appena entrati una furia bionda li investì.
“McKinnon, quanta fretta! Volevi saltarmi addosso come ringraziamento per riaverti accompagnata sana e salva dopo la festa?” le chiese in tono malizioso Sirius mentre la sorreggeva. Già la festa di Sabato, era stata la sera prima nella Stanza delle Necessità ed avevano organizzato tutto quei geni di Fabian e Gideon e come al solito nessuno li aveva beccati. Non ricordava molto, solo che aveva rimorchiato una Corvonero del suo anno e che Marlene aveva cercato di battere Sirius nella bevuta di Shottini, ma aveva perso miseramente.
“Spiacente, ma non sono io che salto addosso ai ragazzi, solitamente è il contrario!” esclamò furiosa. Marlene non era una tipica ragazza dolce che ama le frivolezze, era molto maschiaccio, ma James si accorse che c’era qualcosa che non andava perché l’aveva vista così arrabbiata solo l’anno prima quando si erano suonati con i Serpeverde alla finale di Quiddich.
“Caspita Lene, che diamine ti è successo? Sei di un umore peggiore del solito, e ho detto tutto!” esclamò con tono sorpreso e ironico mentre si tirava i capelli indietro.
“Sto per intraprendere una spedizione punitiva, se volete scusarmi…” disse mentre li spintonava con la bacchetta sguainata e scompariva oltre il ritratto.
“COSA?! McKinnon, niente risse sono un Prefetto cosa vuoi fare?!” esclamò Remus, mentre Sirius cercò di bloccarla senza successo.
“MASCOTTE, MA CHE VUOI FARE?” gli urlò lui portandosi le mani alla bocca per simulare un microfono.
“Cavolo, quella ragazza è una forza, volevo aiutarla almeno se andava a spaccare due Serpeverde!” esclamò un ragazzo del sesto anno che aveva assistito alla scena.
“Certo, e poi avresti voluto spaccare lei!” esclamò ridendo il suo amico che leggeva il profeta.
James vide lo sguardo di Sirius indurirsi a quelle parole, e nel mentre stringere i pugni, ma prima che potesse fare qualcosa una voce attirò la loro attenzione.
“MARLENE!” urlò Lily Evans mentre scendeva le scale con la bacchetta in mano, e James si trovò ad osservarla in maniera apprensiva. Aveva gl’occhi gonfi ed arrossati, segno che aveva pianto, inoltre era rossa come quando si arrabbiava con i Malandrini per una loro marachella. Lei e Marlene dovevano aver litigato di nuovo.
“Evans cosa succede?” chiese lui apprensivo mentre con una mano la bloccava tenendola per un braccio. Era la prima volta che la toccava sulla pelle nuda. Portava ancora la camicia a maniche corte dato che era ancora caldo, e quella sensazione di calore che proveniva da lei gli fece salire un brivido lungo la schiena. Aveva già toccato della pelle nuda ad una ragazza e in parti del corpo molto più intriganti di un semplice braccio, ma mai nessuno di quei contatti gli aveva dato quella scarica elettrica.
Lei gli rivolse uno sguardo pieno d’odio, e strattonò la sua mano in malo modo per liberarsi dalla sua presa.
“Non sono affari tuoi Potter!” gli sputò in faccia, e ignorò anche Remus che la chiamava mentre scompariva oltre il ritratto nello stesso modo di Marlene.
James trovò a chiedersi come mai quella risposta e quell’atteggiamento lo avesse ferito così. Da quando gli importava come la Evans si rivolgeva a lui?
“Beh, direi che si è ripresa alla grande dopo oggi, non trovi Ramoso?” gli chiese ghignando Sirius mentre si dirigeva verso le scale del dormitorio, ma furono bloccati dai fratelli Prewett.
“Allora,” incominciò Fabian “la festa di ieri è stata un successo, quindi abbiamo pensato di organizzarne un’altra tra due sabati!”
“E speriamo di poter festeggiare anche la vittoria di Grifondoro per la sua prima partita! Altrimenti affogheremo i nostri dispiaceri nel Whisky!” esclamò Gideon sorridente.
Entrambi giocavano come battitori nella squadra, ed erano senza dubbio i migliori, ed inoltre erano molto affiatati e bastava loro uno sguardo per capirsi a vicenda. Un po’ come lui e Sirius.
“Quindi ci servono alcolici! James, Sir, entro due sabati abbiamo bisogno di una marea di Alcol, perché ci saranno molte più persone di ieri, potete starne certi!” disse estasiato Fabian.
“Io vado su in camera e farò finta di non aver sentito nulla…” disse Remus esasperato.
“Dai Lunastorta, almeno potresti venire la prossima volta!” gli rispose Sirius sghignazzando.
“Se vinciamo la partita vengo!” urlò dalla cima delle scale.
“GUARDA CHE TI ABBIAMO SENTITO! VINCERÒ PER TE AMICO!” gli urlò James ridendo. Aveva un valido motivo per portarsi a casa la prima partita: vedere un Remus ubriaco.
 
 
Erano passati quattro giorni da quando Severus l’aveva offesa in maniera irreversibile, e lei si era buttata a capofitto sui libri. Era rimasta positivamente impressionata dalle ragazze, soprattutto da Marlene.
Con Mary aveva stretto amicizia fin dal primo anno, perché come lei era una nata babbana e per questo si sentivano molto simili e parlavano per ore di gruppi musicali ed attori babbani, ma non avevano mai avuto discorsi particolarmente profondi.
Alice era sempre stata molto gentile con lei, sapeva che era una purosangue, e che era la cugina di Fabian e Gideon, ma era l’opposto dei cugini. Lei era molto tranquilla e ligia alle regole, il suo unico punto debole era che voleva sapere tutto di tutti, e per questo nemmeno con lei si era mai aperta.
Di Marlene invece non sapeva nulla, e non l’aveva mai troppo sopportata. Faceva la sostenuta, e si credeva superiore a tutti gl’altri, quindi avevano litigato spesso, ma questa volta si era sentita fiduciosa nei suoi confronti e le aveva confessato tutto. Anche la sua reazione dopo aver saputo dell’insulto che le avevano rivolto, seppur esagerata, l’aveva fatta stare bene, aveva capito che su di lei avrebbe potuto contare.
Era seduta in Sala grande  quel giovedì mentre pranzava senza di loro. Non le capitava spesso negl’ultimi giorni, ma Alice era in camera con il raffreddore e Mary e Marlene agli allenamenti di Quiddich. In compenso nemmeno Potter e Black erano presenti, il primo perché era cercatore della squadra, il secondo perché era l’ombra di Potter.
“Hai già iniziato il tema di Lumacorno Lily?” le chiese Remus che era seduto di fronte a lei intento a leggere la Gazzetta del Profeta. Lei e Lupin erano amici fin dal primo anno. Faceva parte dei Malandrini, ma Lily sapeva che lui era la diga che conteneva la loro portata distruttiva, e per questo le era grata. Sapeva che senza Remus quei tre pazzoidi avrebbero distrutto la scuola.
“Si, l’ho finito ieri, così per Lunedì sarà perfetto!” rispose sorridendo.
“C’è un tema di pozioni?! Ma da quando?!” esclamò Minus che rischiò di strozzarsi con il pollo. Lui invece era un ragazzo insicuro, ed in parte faceva tenerezza vederlo assieme a James e Sirius.
“Pet avanti, lo abbiamo per lunedì! Lumacorno ce l’ha dato venerdì scorso!” gli rispose Remus esasperato.
Lily ridacchiò sotto i baffi. Infondo quei due insieme non erano tanto male.
Ad un certo punto sentì un formicolio alla nuca, e si voltò in direzione del tavolo Serpeverde, che notò essere particolarmente vuoto, a parte un gruppetto del primo secondo e terzo anno, cinque o sei del quarto, tutto il sesto e quasi nessuno del settimo. Del quinto anno c’erano solo Regulus Black e Piton, che appunto la stava fissando. Lei gli rivolse uno sguardo carico d’odio, mentre Severus la guardava con occhi spenti e mortificati. Il suo contatto visivo fu però bloccato da una figura.
Marlene Mckinnon nella sua attillatissima tenuta da Quidditch e con i lunghi capelli biondo platino mossi raccolti in una pratica coda la sormontò dal suo metro e settantacinque.
“Lily hai visto Mary? Dovevamo vederci per l’allenamento ma non si è presentata ed iniziamo tra dieci minuti ! sono preoccupata, sono andata nel dormitorio ma Alice ha detto che non è nemmeno passata in camera per prendersi il cambio!” le disse agitata.
“No, da dopo le lezioni non l’ ho più vista!” disse alzandosi in piedi. C’era qualcosa di strano nell’aria. Mezza tavolata Serpeverde era assente e casualmente Mary, la persona più puntuale del mondo, Nata Babbana, non si presentava all’orario prestabilito per gli allenamenti?
“Mancano troppi Serpeverde.” Disse sempre più agitata Marlene come a leggerle nel pensiero.
Tutti sapevano che quando quelle serpi erano in gruppo diventavano altamente pericolosi.
“Andiamo a cercarla!” esclamò Lily mentre scavalcava velocemente la panca, ed insieme uscirono dalla sala, lasciandosi alle spalle degli ignari Remus e Peter che parlavano del tema di pozioni.
“Dove pensi che potrebbe essere andata?” le chiese Lily.
“Non lo so! Non la conosco così bene alla fine… torniamo al campo a vedere se magari non sia arrivata!” esclamò la bionda iniziando a correre e trascinandosi Lily dietro.
Ormai col fiatone raggiunsero il campo, dove i Grifondoro stavano per inforcare le scope.
In quel momento Marlene le lasciò la mano e corse molto più velocemente di prima per raggiungere i suoi compagni.
“JAMES! Mary è arrivata?” urlò Marlene.
“Lene! No, non ancora!” esclamò James con tono apprensivo passandosi una mano nei capelli. “Sono andata nel dormitorio, in biblioteca, in infermeria, e in Sala Grande, ma non c’era!” disse la bionda continuando a gesticolare istericamente. Lily alzò lo sguardo, e vide che sugli spalti c’erano una decina di ragazze, tutte sedute attorno a Sirius, che rideva come un deficiente, ma che ogni tanto lanciava strane occhiate al gruppo dei compagni di casa, soprattutto a lei e Marlene.
“Ehi, ciao Lily!” la salutò un ragazzo dai capelli castani lisci e le spalle larghe che le si avvicinò, visto che era rimasta in disparte sentendosi quasi di troppo in quel gruppo.
“Ehi Frank! Ciao! Come va?” rispose lei.
Frank Longbotton era il terzo cacciatore della squadra ed aveva un anno in più di lei. Sapeva che Alice ne era cotta , visto che ogni ragazzo di cui si parlava veniva sempre paragonato a lui: nessuno aveva i capelli, o gl’occhi, o il fisico, o il modo di fare eccetera di Frank. Era uno strazio quando incominciava, perché non finiva più.
“Insomma, essere capitani è un onore ma anche un onere, soprattutto se si ha la McGranitt come direttrice della casa! Vuole la coppa nel suo studio a tutti i costi!” le rispose ridendo. A Lily Frank era sempre piaciuto, perché era un ragazzo giudizioso e molto simpatico, infatti non riusciva a capire come potesse essere amico di Potter e company. Inoltre era Prefetto per il sesto anno, quindi voleva dire che era anche un ottimo studente da tutti i punti di vista.
“Immagino, non vorrei essere nei tuoi panni! La McGranit si incendia quando giocate. A volte ho come l’impressione che se potesse giocherebbe con voi! ” esclamò lei causando una forte risata a Frank che attirò l’attenzione del resto della squadra su di se, e in quel momento si accorsero della sua presenza.
“EVANS! Sei venuta ad ammirare la mia bravura da cercatore?” le chiese James sorridendo in modo malandrino mentre si stava avvicinando a lei e a Frank.
“No Potter, sono con Marlene, non montarti la testa! È già tanto se assisto alle partite…” disse con tono neutro.
Poi la sua attenzione fu attirata dal portiere, che le stava sorridendo cordialmente.
Precisamente, Brian Castelwood le stava sorridendo, cioè la sua eterna cotta da quando aveva dodici anni. Settimo anno, Caposcuola, larghe spalle ed altezza perfetta con occhi azzurri e capelli biondi portati con un lungo ciuffo sulla fronte.
Subito Lily arrossì e ricambiò il sorriso impacciata, e notò lo sguardo sconcertato di James passare da lei a Castelwood che aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu bloccato dall’urlo di Marlene: “MARY!” disse la bionda, che con uno scatto raggiunse una figura che si era trascinata fino ai bordi del campo. Senza nemmeno pensarci, anche Lily cominciò a correre col cuore in gola, e presto raggiunse le sue amiche, ma subito notò che qualcosa non andava: il viso di Mary era completamente insanguinato, la sua divisa strappata ed inoltre tremava visibilmente mentre cercava di parlare senza successo. Marlene ormai la sorreggeva tenendola per le spalle, e continuava a chiamarla senza ricevere risposta.
“Vado a chiamare Madama Chips!” disse la voce carica di ansia di Frank alle sue spalle, mentre Sirius seguito dalle sue ochette, James e il resto della squadra le avevano raggiunte.
I tentativi di Marlene per farla parlare sembravano vani, quindi Lily decise di provare a chiamarla , ma Mary la precedette appena la rossa entrò nel suo campo visivo.
Mary le si aggrappò ad un braccio tremante ed iniziò a parlare con voce flebile e singhiozzando: “Lily… devi stare attenta… loro volevano me… sono scappata… mi hanno torturata… sta attenta ti prego… sono cattivi… sono malvagi… ci odiano!”
“Mary, ti prego, calmati! Sei al sicuro ora! Sei con noi, non ti faremo niente!” le disse James apprensivo che tentò di toccarla, ma lei si ritirò violentemente a quel gesto.
“NO! NON MI TOCCARE!” urlò tra le lacrime “non toccarmi non toccarmi…” continuò a ripetere, quasi come un mantra mentre si portava le mani alle orecchie. Lily vide Marlene sbiancare a quella reazione, e se Sirius non l’avesse sorretta per le spalle sarebbe crollata in ginocchio.
“Mary, cos’è successo?” provò a chiedere di nuovo Lily mettendosi accovacciata per guardare l’amica negl’occhi, mai stati così vuoti come in quel momento.
“Lily… oh io ero sola… nella… guferia… ho scritto ai miei… sono arrivati… faceva freddo… erano così tanti… mi hanno torturata… e poi … mi hanno fatto prendere il braccio… me lo hanno fatto incidere… e ridevano mentre urlavo…” le disse con voce lontana ed atona mentre si tastava l’avambraccio destro, e Lily notò solo in quel momento la manica intrisa di sangue.
“Posso vedere cos’hai?” chiese con tono gentile mentre le portava una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio con fare amorevole, proprio come sua madre faceva con lei quando piangeva dopo aver litigato con Petunia. Il resto della squadra era rimasto in un silenzio rispettoso mentre osservava quella scena, solo le ragazze di Sirius parlottavano scioccamente di come il bel naso di Mary non sarebbe mai più stato lo stesso, e a quelle parole Lily stava per rispondere malamente, ma fu preceduta da un’altra voce.
“Site delle sceme! Vi sembra il momento di fare questi discorsi?!” disse duro Potter.
“Levatevi di torno ragazzette, credo che abbiate abbastanza materiale per poter spettegolare per un mese!” lo seguì Sirius, e alle sue parole corsero via in massa intimorite come non mai.
Lily scambiò con loro uno sguardo di ringraziamento: non si sarebbe mai aspettata quel tipo di atteggiamento dai due palloni gonfiati Grifondoro e ne era rimasta piacevolmente sorpresa.
Poi riportò l’attenzione su Mary, che dopo pochi interminabili minuti annuì con la testa e appena ricevuto il consenso la rossa le prese con delicatezza l’avambraccio e tirò delicatamente la manica verso l’alto, per scoprirle la pelle, ma non era minimamente preparata a quello che vi trovò. L’incisione era profonda e perdeva ancora tantissimo sangue, ma la scritta era ben visibile e leggibile: Sanguesporco.
La vista di Lily si velò di lacrime, e le esclamazioni indignate della squadra le arrivavano come delle voci lontane. L’avevano marchiata, come una bestia da macello solo perché non era nata in una famiglia di maghi, solo perché nata babbana. Quei maledetti avrebbero pagato, e anche molto.
Marlene si gettò addosso a Mary abbracciandola, ma la mora non rispose, rimase inerme con occhi persi nel vuoto
“PERMESSO, RAGAZZI FATEMI PASSARE, VELOCI! Signorina McKinnon, si sposti per favore!” esclamò Madama Chips che era arrivata di gran carriera seguita da Frank che stava raccontando l’accaduto al professor Silente e alla professoressa McGranitt.
“Buon pomeriggio ragazzi.” Disse la McGranitt con tono preoccupato, ma cercando di sorridere. Mary era la migliore studentessa del suo corso, ed un’ottima giocatrice di Quidditch, e per questo era molto ben voluta dalla professoressa di trasfigurazioni.
“Signorina McKinnon, signor Black potreste accompagnare la signorina McDonald in infermeria per cortesia?” chiese cordialmente il professor Silente con sguardo rassicurante.
“Certo professore!” rispose Marlene asciugandosi una piccola lacrima solitaria che le solcava il viso.
“Sicuro!” disse Sirius mentre si avvicinava a Mary, e dopo averle sussurrato qualcosa all’orecchio ed aver ricevuto il suo consenso la prese in braccio e si avviò al castello, seguito da Marlene e Madama Chips.
“Professore posso andare con loro?” chiese Lily con tono preoccupato.
“No signorina Evans, vorrei fare quattro chiacchere con voi ragazzi, il signor Longbotton mi ha spiegato come è arrivata  qui ma non cosa sia successo.” Rispose con calma e cortesia.
“Sono stati i Serpeverde signore!” esclamò furente James, e per la prima vota in cinque anni Lily si  trovò d’accordo con lui.
“Sono accuse gravi signor Potter, deve avere delle prove.” Rispose con calma innaturale Silente, e quelle parole fecero esplodere la rossa, che anticipò James nella risposta.
“Senza prove?! È stata torturata e le hanno inciso sanguesporco su un braccio! Questo non le sembra abbastanza?! Sono gl’unici ad usare questo insulto a scuola, anche perché non ho mai sentito Grifondoro o Corvonero o Tassorosso usarlo, solo e sempre Serpeverde!” sputò con odio e rassegnazione. Riversò in quelle parole tutto ciò che aveva provato quando Severus l’aveva definita in quel modo così orribile, e pur avendo il fiatone per aver parlato con troppa forza si sentì stranamente più leggera.
James la osservava allibito: mai si sarebbe immaginato una reazione del genere davanti al preside, ma Lily lo ignorò.
“Capisco il suo stato d’animo signorina Evans, ma queste non sono delle prove, quindi non possiamo sapere cosa effettivamente sia successo se non dalla signorina McDonald, e vorrei sapere se ha detto qualcosa in merito all’accaduto.” Le rispose sempre pacato e controllato Silente. Tutta quella tranquillità la faceva andare in bestia, come poteva starsene li fermo mentre nella sua scuola venivano attaccati i suoi stessi alunni?
“Ha detto che l’hanno torturata ed hanno inciso il loro braccio…” disse Castewood con la sua voce profonda e calda per cercare di smorzare la tensione.
“No ha detto che le hanno fatto incidere il braccio, capito? Se l’è inciso da sola!” gli disse scocciato Potter.
“Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere Potter?!” gli rispose a tono Brian.
“Probabilmente l’hanno minacciata! Non hai visto come era ridotta?!” esclamò James irato.
“Imperius…” sussurrò Lily. “Ma certo, Imperius, non c’è altra spiegazione, inoltre lo conferma anche il suo sguardo perso nel vuoto…” esclamò infine battendosi un pugno sulla mano aperta.
“Evans potresti tradurre anche per noi poveri mortali?” chiese Fabian alla rossa.
“Avete notato lo sguardo spento e inespressivo di Mary? Lo abbiamo studiato l’anno scorso: delle maledizioni senza perdono l’Imperius svuota la mente e rimani in uno stato di scombussolamento mentale per un paio di giorni! Inoltre sono sicura che l’abbiano usata per costringere Mary ad incidersi il braccio.” Disse decisa.
“La sua teoria è plausibile signorina Evans, ma spero vivamente che si sbagli, perché pensare che dei miei studenti pratichino questa magia oscura mi riempie il cuore di tristezza. Chiederemo delucidazioni alla signorina McDonald quando si sveglierà. Ed ora op op, andate a fare il vostro dovere.” Disse il preside mentre si incamminava verso la scuola.
Lily ebbe un brivido di paura lungo la schiena come reazione alle parole del preside, e si ricordò anche di quelle che le aveva rivolto Mary dove le suggeriva di stare attenta. Lei era una nata babbana proprio come la sua amica, poteva benissimo essere la prossima vittima.
“Evans credo sia meglio che tu stia sempre in compagnia di qualcuno quando giri per il castello.” Le disse James alle sue spalle come se fosse riuscito a leggerle nella mente. Lily si voltò pronta a rispondergli male ma notò lo sguardo sinceramente preoccupato del ragazzo.
“Già lo credo anche io…” disse alla fine in un sospiro mentre il suo sguardo vagava verso la finestra dell’infermeria.
“Vedrai che Mary se la caverà, è un osso duro lei!” esclamò James con tono più sereno ma forzato.
Lei si voltò nuovamente nella sua direzione e notò che ormai erano rimasti solo loro due, visto che il resto della squadra era tornato ad allenarsi proprio come Silente aveva suggerito e si concesse il lusso di osservare bene James Potter. Era cambiato drasticamente negli ultimi due anni e del bambino alto quanto lei erano rimasti solo gli stessi occhi vispi e pieni di vita dietro alla montatura tonda degli occhiali che però non portava in quel momento, perché quando giocava a Quiddich non li indossava mai. Era cresciuto in altezza, ormai doveva essere alto un metro e ottanta e aveva delle spalle molto larghe e la pelle abbronzata. I suoi capelli neri e ribelli assumevano a tratti un colorito più chiaro che li rendeva castani. Inoltre la tuta da Quiddich risaltava il fisico slanciato e muscoloso, proprio come accadeva con Marlene. Se non fosse stato James Potter e non avesse avuto il dono della parola avrebbe ammesso che si, era diventato un bel ragazzo. Proprio questo pensiero la fece arrossire e mosse velocemente il capo come in segno di diniego per scacciare quella idea: Potter un bel ragazzo.
“Stai bene?” le chiese lui e si avvicino a lei posandole una mano sulla spalla. Quel contatto la fece arrossire visibilmente ed abbassò il capo per non farsi notare da James. Ma che cosa le stava succedendo pensò tra se e se.
“Benissimo non preoccuparti!” disse bruscamente mentre si sottraeva a quel contatto. Il ragazzo stava per ribattere quando la voce di Frank li fece sobbalzare.
“POTTER INVECE DI RIMORCHIARE E FARE I PICCIONCINI MUOVI QUEL TUO CULO E PORTALO QUA VELOCEMENTE AD ALLENARTI”
“Non la stavo rimorchiando! Figurati se ci provo con la Perfetta Prefetta!”
“Non stavamo facendo i piccioncini! Figurati se mi metto a tubare con questo immaturo!”
Esclamarono all’unisono, per poi voltarsi uno di fronte all’altro ed iniziare a litigare.
“Chi sarebbe la Perfetta Prefetta?!”
“Immaturo?! Io?! Ma ti sei vista?!”
“POTTER!” l’urlo di Frank fece terminare il piccolo battibecco, e James si incamminò verso il campo fulminando Lily mentre lei rimase ferma dove si trovava ricambiando lo sguardo con altrettanta rabbia. Poi gli voltò le spalle e si diresse al castello. Dannato Potter come aveva fatto anche solo a pensare che fosse un bel ragazzo?! Col carattere che si ritrovava non l’avrebbe mai sopportato.
 
 
 -Salve! Vi prego di perdonarmi visto che è da maggio che non aggiorno le mie due storie, ma ho avuto un problema col computer e dopo aver passato due mesi in riparazione mi hanno comnicato che era morto visto che la mia adorabile sorella ci ha versato sopra della limonata, quindi ho dovuto aspettare e racimolare un po' di soldini per ricomprarne uno con aiuto economico di ia sorella (ovviamente) comunque sono tornata operativa!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e fatemi sapere cosa ne pensate!
Alcune cose da precisare:
1) so che Piton ha litigato con Lily alla fine del quinto anno ma per esigenze di copione l'ho anticipato ad inizio anno
2) Fabian e Gideon in questa storia sono più piccoli di Molly
3) Marlene nella storia ha tre fratelli maggiori: Matthew detto Teo di 24 anni, Michael detto Mick di 22 e Maxwell detto Max di 20. Sua madre Margaret è morta quando Marlen aveva solo sette anni ed era una nata babbana mentre suo padre Malcom ha cresciuto i figli da solo covando un grande risentimento per i Mangiamorte e Voldemort.
Per il resto vi darò precisazioni più avanti!
xoxo Ramocla
  
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