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Autore: asyouwishmilady    26/09/2015    2 recensioni
Nella vita di Emma è in corso un grande cambiamento: aspetta un bambino da Killian. Ma sarà pronta ad affrontare tutto ciò che comporta essere mamma di un neonato? Killian prenderà bene la notizia, o si sentirà soffocare da questo risvolto inaspettato?
La scelta giusta sembra impossibile da scovare, ed Emma non riesce a scrollarsi di dosso l'idea che alla Salvatrice sia preclusa la possibilità di avere una vita normale. Ma, nonostante gli ostacoli, Emma e Killian riusciranno a trovare il loro lieto fine?
***
Una nuova "slice of life" contenente alcuni dei momenti più dolci, difficili, ma anche comici della nuova vita dei Captain Swan.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo
 
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Emma si trascinò a fatica fino al molo: sapeva che l'avrebbe trovato lì. Quando poteva, Killian, trascorreva ore ad osservare l'oceano, e solo Dio sapeva cosa gli frullasse per la testa durante tutto quel tempo. 
Normalmente, il suo passo svelto e le sue gambe allenate l'avrebbero portata lì in meno di dieci minuti ma, con quel senso di malessere e debolezza addosso, era sorpresa perfino di essere riuscita ad arrivare al porto senza svenire o doversi fermare per riprendere fiato.
«Ho bisogno di parlarti» ringhiò, andandosi a piazzare di fronte ad Hook, con le braccia incrociate sul petto e con il suo solito atteggiamento provocante.
Lui la scrutò per un attimo, poi posò lo sguardo su un punto indefinito alle spalle di Emma «Quando vuoi, tesoro» rispose con la stessa aria di sfida di lei «Ma sappi che ho la coscienza pulita, stavolta».
Emma voleva dirglielo subito, voleva scrollarsi di dosso quell'enorme masso che si era trascinata dietro per più di un mese.
E se si sarebbe arrabbiato, se l'avesse lasciata? Non era una novità per lei, ma si chiedeva se sarebbe riuscita ad uscirne intera anche questa volta. Aveva fatto molta fatica ad aprirsi con Killian ma, passo dopo passo, era riuscita a consegnargli il suo cuore, sapendo che non l'avrebbe spezzato. Tuttavia, adesso che le sembrava di star rivivendo quello che era capitato con Neal, non era più tanto certa che il vero amore esistesse anche nel mondo senza magia in cui era cresciuta.
«S-Sono...» annaspò, come se non riuscisse più a far affluire l'aria ai polmoni.
Killian si avvicinò di un passo, preoccupato, e le avvolse la vita con la mano buona. Teneva il viso contratto in un'espressione tesa, come se avesse già fiutato una cattiva notizia nell'aria.
Il contatto fisico con lui la intontì lievemente e le diede la forza necessaria a pronuciare quelle difficili parole.
«Sono incinta» disse, sottovoce, prima di coprirsi le mani con il volto e scoppiare in un pianto violento. Aveva accumulato troppa tensione. La posta in palio era più alta di quanto non potesse sopportare: la serenità di Henry e l'amore di Hook. Non poteva tornare indietro: la solitudine non faceva più per lei.
«Emma» la chiamò, in tono neutro.
Lei non poteva scorgere la sua espressione perché aveva ancora il volto coperto dalle mani ma, si rese conto, la sua voce le sembrava solo un po' più piatta del solito.
«Emma» lui alzò leggermente il tono di voce, e le scostò delicatamente le mani dal viso.
Quando la ragazza aprì gli occhi, ne incontrò un paio blu, pensierosi: avrebbe pagato oro per sapere cosa stava passando per la testa di Killian.
Lui non aveva mai interrotto il contatto fisico, e questo era sicuramente un segno positivo, ma voleva sentirlo parlare, voleva la prova concreta che la sua vita non stesse per scivolarle tra le dita.
«Quindi? Cosa ne pensi?» gli domandò, apprensiva.
«Cosa ne penso?» Hook sollevò le sopracciglia e sorrise, divertito «Ti ho visto affrontare a testa alta maledizioni, mostri, i maghi più potenti di tutti i reami, la morte di Neal, il rapimento di tuo figlio, e non mi sei mai apparsa così turbata.»
Emma annuì, accennando un debole sorriso: era la Salvatrice, dopotutto.
Hook proseguì, scandendo bene le parole «Credi sul serio che avere un bambino con me possa essere più spaventoso di tutto questo?»
Lei spostò altrove lo sguardo e si lasciò andare ad una risatina nervosa «Forse ho solo paura che nasca con un uncino al posto della mano. O che la prima parola che dirà sia "aye".»
Killian tese le braccia e la strinse in un caldo abbraccio, che sigillava una promessa silenziosa.
"Qualunque cosa accadrà, l'affronteremo insieme. Sempre."
Le posò un bacio sui capelli biondi e le accarezzò la schiena attraverso la giacca di pelle rossa «Non mi piace quando dubiti di me».
«Avevo solo paura che ti saresti arrabbiato» mormorò Emma, ora improvvisamente imbarazzata, sciogliendo l'abbraccio.
«Arrabbiato? Per una cosa che ho fatto io stesso?» 
Ad un tratto, sollevò un sopracciglio, con fare indagatore «Perché sono stato io. Vero?»
Emma sollevò gli occhi al cielo «Farò finta di non averti sentito. Poi sarei io quella che dubita di te?»
Lui si lasciò andare ad una sonora risata liberatoria, e si avvolse attorno all'indice una ciocca di capelli della ragazza.
Il sollievo di Emma, tuttavia, durò ben poco: il quesito su come avrebbe raccontato tutto ad Henry restava ancora irrisolto. Come diamine avrebbe fatto? Lui era nato qui, e probabilmente non avrebbe trovato normale il fatto che aspettasse un bambino da un uomo che non era suo marito.
E poi, loro due avevano praticamente vissuto in simbiosi da quando lui si era presentato alla sua porta, a Boston. Henry era stata la sua prima ed unica preoccupazione per tre lunghi anni. Temeva che adesso si sarebbe sentito messo da parte. Come se non l'avesse fatto soffrire abbastanza abbandonandolo...
«Mamma?» Emma ed Hook si voltarono di scatto, trovandosi di fronte proprio ad un Henry piuttosto turbato.
«Henry» gli sorrise lei, avvicinandosi di un passo. 
Il ragazzino indietreggiò immediatamente, senza staccare gli occhi da quelli della madre. Quello sguardo era esattamente ciò che temeva: d'un tratto, era come se tutte le sue paure fossero diventate realtà. Non sarebbe dovuta andare così.
Gli occhi marroni di suo figlio trasudavano dolore ed accusa.
«Cosa stai facendo, Henry? Da quanto tempo sei qui?» gli domandò, Emma, con un filo di voce, pur conoscendo già la risposta.
«Sono qui da abbastanza per sapere cosa sta succendo» sbottò il ragazzino, lanciandosi alle spalle uno dei lembi della sciarpa «E vuoi sapere perché ti ho seguita? Perché ti voglio bene e mi sei sembrata strana da Granny's. Volevo solo aiutarti»
Emma sentì le lacrime salirle agli occhi «Grazie, Henry».
«Grazie a te, mamma!» lui scosse la testa, cercando di sciogliere il groppo che gli si era formato in gola «Grazie per volermi tagliare fuori».
Detto questo, il ragazzino corse via, lasciandosi dietro una scia di dolore ed abbandono.
Emma si lasciò cadere in ginocchio, sentendosi venire meno le forze. Cosa diamine era successo? 
Killian accorse immediatamente da lei, per assicurarsi che stesse bene. Ma come poteva stare bene? Aveva ferito suo figlio, di nuovo.
E la cosa peggiore era che sapeva esattamete come si sentisse Henry: quando Mary Margaret, nella Caverna dell'Eco, aveva detto di volere un altro figlio, si era sentita tradita e non voluta. Nonostante desiderasse il meglio per i suoi genitori, nonostante comprendesse la situazione, aveva avuto l'impressione che volessero sostuirla, che fosse inadeguata, che non fosse la figlia che desiderassero.
Aveva solo sperato che Henry, con la suà bontà d'animo e la sua pazienza, avrebbe reagito meglio di quanto non avesse fatto lei.
Che senso aveva mettere al mondo un altro bambino, se a malapena riusciva ad essere una buona madre per uno?
Non poteva fare questo ad Henry: non avrebbe avuto quel bambino. 


 
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Ciao, cari shipmates! Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto e che non siate rimasti troppo male per quello che è successo: le cose sono sempre più complicate del normale, a Storybrooke. Proprio quando sembrava che Emma si fosse finalmente liberata di un peso, ecco che ne arriva immediatamente un altro. La Salvatrice riuscirà a salvare la situazione anche stavolta, o sarà costretta a compiere una dolorosa scelta? Capisco che, al momento, Henry possa apparire un po' OOC, ma c'è un motivo preciso se ha reagito così male: un motivo che va aldilà della gelosia o del puro egoismo.
Volevo ringraziarvi tantissimo per le recensioni: mi fa sempre piacere ricerverne, e riuscite a darmi degli spunti interessantissimi! 

E grazie anche a chi ha semplicemente letto! Vi aspetto per il prossimo capitolo.
Claudia
 
 
   
 
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