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Autore: bimbaemo    13/02/2009    4 recensioni
Questa storia prende spunto da New Moon, dal momento in cui Edward lascia Bella. Bella si butta dallo scoglio appena Edward la lascia, ma non lo fa per divertimento. Cosa farà Edward appena vedrà nella mente di Alice quello che sta per succedere? «Addio Bella.» E sparii prima che li riaprisse. Una leggera folata di vento mi trasportò il suo inutile richiamo: «Aspetta!» Ma io me n’ero già andato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Soltanto l'ardente pazienza porta al raggiungimento di una splendida felicità.

 (Pablo Neruda)

 

 

 

 

Ritorno

 

Bella

 

3 mesi dopo.

 

«Apri la porta!»

Guardai gli infissi che scricchiolavano mentre mio padre la colpiva.

«Bella!»

Continuai ad ignorarlo mentre le lacrime scorrevano sul mio volto.

«Bella, apri questa maledetta porta!»

«No.» riuscii a mormorare.

Non mi sentì.

«Sono passati due mesi!»

«Vattene, papà.» dissi a voce un po’ più alta.

«Non vado da nessuna parte!»

«Vattene, vattene..»

«Bella, butto giù la porta!»

«Vattene, vattene, vattene…»

«Bella.»

Ammutolii all’istante. La sua voce?

«Bella, sono io.»

Trattenni il respiro e sgranai gli occhi. Non poteva essere lui…

«Bella, per favore puoi aprire la porta?»

Rimasi immobile.

«Bella?»

Lo conoscevo abbastanza bene da capire che la sua voce calma celava la rabbia.

Mi mossi come un fantasma verso la porta. Con mano tremante girai la chiave nella toppa e indietreggiai. La maniglia si abbassò e la porta si socchiuse. Riuscii a sentire il suo sussurro.

«Charlie, credo sia meglio che entri solo io»

Charlie sospirò.

«Va bene. Ma dopo sparisci. Non voglio più vederti in questa casa.»

«Come vuole lei.» rispose freddamente.

La porta cigolò e si aprì del tutto.

Non ci sono parole per descrivere l’emozione che provai nel rivedere il viso di Edward.

In quei mesi mi ero aggrappata al ricordo che avevo di lui. Credevo di ricordarlo talmente bene da poterne fare una descrizione perfetta, in ogni minimo particolare. Mi sbagliavo.

Era talmente perfetto che la mia immagine mentale sembrava riflessa in uno specchio appannato. I suoi occhi erano dorati con delle venature nere, lo sguardo impenetrabile, i capelli bronzei scompigliati in modo così naturale, la pelle diafana, sotto gli occhi appena più scura, il corpo che avrebbe distrutto l’ego di qualsiasi modello…

A un tratto lo sguardo si aprì in un’espressione infinitamente triste.

«Bella…» mormorò.

Fece un passo dietro di me e indietreggiai. Cosa ci faceva qui? Voleva farmi soffrire più di quanto non stessi già soffrendo?

Appena mi vide indietreggiare il suo viso non riuscì a nascondere il dolore che quel piccolo gesto aveva provocato.

«Come…come stai?» sembrò costargli molto pronunciare quella frase. La voce li tremava.

Lo guardai, sconvolta, sgranando gli occhi. Come stavo? Uscivo di casa solo per andare a scuola, non mangiavo quasi più, avevo gli occhi consumati dalle lacrime. Non l’aveva notato?

«Scusa. Domanda stupida.» si, eccome se l’aveva notato.

La porta era chiusa. Probabilmente Charlie era in ascolto.

Edward continuò a rimanere in silenzio e io feci lo stesso.

Poi sospirai.

«Cosa ci fai qui, Edward?» pronunciare il suo nome non provocava più le lacrime. Non ne avevo più da versare.

Lo sguardo che mi lanciò era colmo di un dolore straziante.

«So che avevo promesso di…»

«Avevi promessi di restare, si. E invece te ne sei andato. E’ proprio il motivo per il quale mi trovi in questo stato. Ma non ti ho chiesto questo.» Non avrei dovuto usare un tono così freddo. Era evidente che l’avevo ferito.

«Sono qui per… chiederti… per vedere come…» Non riusciva a completare una frase. Sospirò, poi chiuse gli occhi. Quando li riaprì fu come vedere il sole oscurato dalle nuvole. Occhi che avevo visto tanto felici ora erano coperti da una tristezza incredibile.

«Mi mancavi, Bella.»

Non risposi. Anche lui mi mancava. Tanto.

«Non riuscivo più ad… andare avanti.»

Neanche io ci riuscivo. Forse meno di lui.

«E ora?» gli chiesi «non ti mancherò più? Sei venuto due minuti, giusto per toglierti lo sfizio di vedermi, così puoi andartene di nuovo tranquillamente, senza pensare a come mi lasci, senza pensare che non vivo più, senza pensare che ora che te ne andrai per l’ennesima volta mi sentirò come se mi avessero strappato il cuore?»

Il suo respiro divenne irregolare. Non lo lasciai rispondere.

«Non ce la faccio più, Edward. Io continuo ad amarti. E anche se vorrei, non riesco a smettere di farlo.»

Lo guardai, gli occhi umidi. Il suo sguardo terrorizzato non mi aiutava a rimanere lucida. Perciò, senza pensarci due volte, gli andai incontro mentre lui faceva lo stesso; e ci abbracciammo.

Quel momento. Sapevo che sarebbe andato via di nuovo. Sapevo che non mi amava più.

Non m’importava. Ora mi abbracciava, mi stringeva così forte che sembrava quasi che gli fossi mancata davvero.

Mi persi in quel profumo. Quell’profumo che era rimasto sul mio cuscino quando se n’era andato, ricordo di tutte quelle notti in cui mi aveva guardato dormire. Le sue braccia per me erano molto più rassicuranti di quelle di un qualsiasi umano. Mi allontanai il tanto che serviva per potergli accarezzare una guancia. A quel leggero contatto chiuse gli occhi e sospirò. Poi mi abbracciò di nuovo.

«Mi mancherai ancora di più, dopo questo momento.» sussurrai contro il suo petto.

Dopo qualche secondo, o forse qualche ora, parlò.

«Bella, io ti amo. Ti amo, non voglio andarmene più, non voglio lasciarti. Non sopporterei un altro minuto senza te accanto.»

Trattenni il fiato e chiusi gli occhi, prima che lui vedesse le lacrime. Scossi il capo.

«Non ti credo, Edward, non posso crederti! L’hai detto anche l’altra volta, hai detto “per sempre”, invece te ne sei andato, e non mi hai nemmeno permesso di salutarti, sei scappato dalla finestra! Io ti avevo creduto, e ho rischiato di morire di nuovo, Charlie mi teneva sotto stretta sorveglianza per impedire che provassi a suicidarmi, e ora di nuovo, tu torni qui, e fai promesse, e io non devo crederci, non dev…»

Non mi permise di finire. Fermò il mio discorso sussurrato posando le labbra sulle mie, con forza e dolcezza, timore e passione.

Fu un bacio che non aveva urgenza, non era affrettato, era tranquillo, era perfetto. Era un momento unico.

Senza badare a tutte le sue vecchie regole per la mia sicurezza, infilai le dita tra i suoi capelli, avvicinandolo di più a me.

Lui approfondì il bacio e la sua lingua, per la prima volta, ricercò la mia, che non tardò a rispondere.

In quel momento perfetto non m’importava più di nulla, non ricordavo né dove fossi ne come mi chiamassi, c’era solo lui, c’erano le sue labbra, il suo viso, il suo corpo, il suo profumo… Si separò dalle mie labbra e con le sue percorse il mio collo.

«Bella…»

Ah, ecco come mi chiamavo…

Mi prese in braccio e mi portò con lui sul letto. Si appoggiò con la schiena contro la testiera e io mi accoccolai su di lui.

«Ora mi credi?» mi sussurrò all’orecchio.

Come facevo a non credergli?

Risposi alla sua domanda biascicando un “mmh” confuso e baciandogli la pelle del collo.

Ridacchiò.

«Grazie. Lo prendo come un si.»

«Charlie è uscito…» aggiunse dopo un po’.

«Aveva il turno di notte…» conclusi.

I nostri sguardi si incrociarono.

«Stai con me, stanotte…» sospirai.

Non rispose. Beh, non a parole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Per Chia, Giù e Marta. Vi voglio bene.

Ringraziamenti:

Grazie a

kiarab

damaristich

Razorbladekisses

DenebDenise

per le recensioni, che sono sempre più gradite che mai.

 

Grazie a

damaristich
DenebDenise
Fantasy_Mary88
Femke
francy79
kiarab
Razorbladekisses
SAEB
ysellTheFabulous

 

Grazie a

Le 131 persone che si sono prese labriga di leggere.

 

Mi fa molto molto piacere che la storia vi sia piaciuta.

Non ho scritto altro per ora. Non so se lo farò. In caso contrario… rimane solo Nuova Luna. Ciao a tutti.

Cecilia.

 

 

  
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