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Autore: Ellygattina    27/09/2015    0 recensioni
Attenzione: spoiler per chi non segue le scan online!
Anche se in ritardo come al solito, ci tenevo a fare qualcosa anch'io per il colpo di scena più incredibile del manga con una raccolta scritta totalmente dal punto di vista di Zeref. Spero che vi piaccia e che mi farete sapere che ne pensate. Buona lettura!
Day 1: Birth
Day 2: Family
Day 3: Fall
Day 4: Serenity
Day 5: Sacrifice
Day 6: Curse
Day 7: Immortality
Bonus day: Memories
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Igneel, Natsu, Zeref
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Day 1: Birth

Era il primo giorno d'estate e nel calore del primo pomeriggio un bambino ancora piccolo con i capelli neri e gli occhi scuri sedeva sull'erba all'ombra di un grande albero appena fuori da un villaggio. Il piccolo si chiamava Zeref ed era lì da solo perché casa sua in quel momento era stata letteralmente “invasa” dai compaesani in visita, preoccupati e trepidanti per l'attesa. Poche ore prima infatti, sua madre aveva dato le prime avvisaglie del parto imminente, ed era stato subito il caos. Il piccolo Zeref, curioso e impaziente di conoscere il suo futuro compagno di giochi, come gli era stato presentato dai genitori, era rimasto per un po' in un angolino a osservare il via vai di gente, sempre più spaventato però dalla confusione e dai discorsi che sentiva finché qualcuno, accortosi di lui, non gli aveva consigliato di andare a giocare fuori.
Il bambino, ormai terrorizzato, si era affrettato a obbedire... Peccato solo che, data l'ora decisamente infelice, non ci fosse in giro nessuno.
Con un sonoro sospiro, si era quindi diretto verso quell'albero da sempre testimone della vita e dei tormenti degli abitanti del villaggio. Quel giorno non aveva nessuna voglia di raggiungere gli altri ragazzini al ruscello e di rientrare in casa non se ne parlava proprio. Tuttavia, voleva comunque rimanere nei paraggi, visto che, nella sua ingenuità di bambino, pensava davvero di potersi rendere utile nel caso in cui si fossero avverate le strane previsioni che aveva sentito da due anziane donne poco prima di essere caldamente invitato a uscire. Ancora non sapeva cosa fosse la morte ma se la mamma gli aveva detto già da tempo che ormai poteva quasi essere l'uomo di casa, sarebbe stato certamente in grado di fare qualcosa al riguardo. Non poteva però negare di essere comunque un po' spaventato.
Nel tentativo di scacciare la paura e i pensieri spiacevoli, il piccolo si sdraiò sull'erba a osservare le nuvole cercando di tendere nel frattempo le orecchie verso casa sua per poter intervenire in caso di bisogno. Di tanto in tanto gli sembrava di sentire delle urla in lontananza ma continuava a ripetersi che non era possibile, e così alla fine rimase al suo posto chiedendosi però come mai nessuno fosse ancora venuto a dirgli nulla. Dov'era il fratellino che secondo mamma e papà era sul punto di arrivare? Zeref iniziava a essere stanco di aspettare e aveva già deciso che appena l'avesse visto, lo avrebbe sgridato per questo. Del resto, era quello che succedeva a tutti i bambini del villaggio quando facevano tardi... perché a lui no?
Passò dell'altro tempo in cui il piccolo fu più volte sul punto di addormentarsi mentre osservava le nuvole rincorrersi nel cielo, a suo dire più interessanti delle domande che pure continuavano ad affollargli la mente senza tuttavia ricevere attenzione, perché lui ormai aveva capito che, se gliel'avesse concessa, sarebbe tornata anche quella strana sensazione che sembrava stringergli il petto e la gola e fargli pizzicare gli occhi. Il ricordo delle scene viste in casa continuava infatti a tormentarlo e la paura, per quanto si sforzasse di scacciarla, stava ormai prendendo il sopravvento rischiando sempre più di farlo scoppiare in un pianto disperato visto che a un certo punto si accorse addirittura che una nuvola aveva iniziato ad assomigliare alla sua mamma quando sorrideva.
Prima che la situazione precipitasse però, suo padre venne finalmente a chiamarlo e il piccolo, sentendo la sua voce in lontananza, si tirò su di scatto con gli occhi umidi di lacrime e il labbro inferiore già tremante in un preludio di pianto. E se gli avesse detto che le signore di prima avevano ragione? Da come ne parlavano, sembrava essere una cosa brutta quella che poteva succedere alla sua mamma...
Cercò comunque di darsi un contegno asciugandosi velocemente le lacrime e affrettandosi a rimettersi in piedi nella speranza di vedere il prima possibile il volto del genitore e capire da esso cosa aspettarsi, ma la luce era troppo intensa e dovette aspettare che si avvicinasse un po' di più per fargli la domanda che gli stava più a cuore in quel momento nonostante avesse una paura folle della risposta. Una persona grande però doveva anche mostrarsi forte, e lui voleva esserlo per dimostrare di essere davvero “l'ometto di casa”.

La mamma sta bene?” chiese quindi con voce malferma raccogliendo tutto il suo coraggio appena l'uomo gli fu di fronte.
Sì, stai tranquillo. E' andato tutto bene. Dai, vieni. La mamma e il fratellino ti stanno aspettando a casa” gli disse quello dolcemente allungando una mano per fargli una carezza ma il figlio, improvvisamente più leggero, era già scattato come una molla correndo impaziente giù per la collinetta pronto a fiondarsi sul letto per vedere bene in faccia il piccolo ritardatario. Avrebbe sicuramente preteso spiegazioni per quell'attesa, proprio così, si ripeteva felice, senza minimamente pensare che fargli la predica sarebbe stato perfettamente inutile. I bambini però, si sa, hanno le loro idee su tutto e Zeref era ancora troppo piccolo per accorgersi dell'assurdità di quei propositi. Per lui in quel momento contava solo vedere con i propri occhi che la mamma stesse davvero bene e conoscere la causa di tanto trambusto e tanta paura per poi dirgli chiaramente cosa ne pensava del suo modo di presentarsi.
Suo padre lo raggiunse poco prima della porta di casa raccomandandogli di fare piano per poi dargli una leggera spintarella verso la camera che condivideva con la moglie.
Zeref entrò quindi nella stanza in silenzio e con il fiato sospeso, timoroso per ciò che avrebbe potuto vedere e per l'incontro con il tanto atteso fratellino, e la prima cosa che vide nella penombra fu sua madre che riposava con gli occhi chiusi e l'aria stravolta tenendo tra le braccia qualcosa che da lì non riusciva a vedere.
La donna però era sveglia, e sentendo i suoi passi, si girò a guardarlo sorridendo invitandolo ad avvicinarsi.

Vieni Zeref, ti presento il tuo fratellino Natsu” gli disse dolcemente, spostando appena un braccio per fargli vedere il nuovo arrivato.
Il bambino si spostò quindi accanto a lei osservando incuriosito il piccolo, che accortosi forse di una nuova presenza, gli puntò addosso i suoi grandi occhi scuri voltando appena la testa di lato in una buffa espressione sorpresa e interrogativa enfatizzata dal versetto che emise nello stesso momento.
I due fratelli si fissarono per un attimo come studiandosi a vicenda, poi Natsu decretò la sua evidente approvazione con un gridolino iniziando subito ad agitarsi tendendo le braccia verso il più grande come per invitarlo a un contatto più diretto, che l'altro si affrettò a concedergli avvicinandogli un dito. Il piccolo lo afferrò prontamente con una delle sue manine portandoselo poi trionfante vicino alla bocca mentre il fratello sorrideva, meravigliato e divertito, ormai dimentico dello spavento di poco prima.
Tutti i pensieri negativi e i suoi propositi di “vendetta” erano infatti svaniti non appena aveva visto quei vispi occhi neri spalancati sul mondo e quel visetto curioso incorniciato da capelli rosa come quelli della madre, e mentre giocava con Natsu, si chiedeva distrattamente come un esserino così carino potesse aver causato un tale trambusto, ma in fondo non gli importava. Adesso era arrivato e la mamma era lì con loro, quindi perché mai avrebbe dovuto sgridarlo? Il fratellino era così piccolo e fragile che gli ispirava al contrario un senso di protezione che non aveva mai provato per nessuno e sapeva già che se in futuro qualcuno al villaggio avesse cercato di dargli fastidio in qualsiasi modo, lui sarebbe stato pronto a intervenire facendo anche a botte per la prima volta in vita sua pur di difenderlo. Sì, il piccolo Natsu non avrebbe avuto nulla da temere finché fossero stati insieme perché lui l'avrebbe protetto sempre e comunque da qualsiasi pericolo. Gli aveva già perdonato tutto e adesso rideva di gusto ai suoi versi assurdi, contagiato dalla sua allegria e voglia di vivere, mai sazio di ascoltare quei buffi gridolini che emetteva ogni volta che lo toccava.
I genitori intanto li guardavano felici ancora increduli per come si erano svolte le cose dal momento che, data la vicinanza di età, si erano aspettati un deciso rifiuto da parte di Zeref, che invece giocava già con il fratellino come se non avesse mai fatto altro in vita sua. Evidentemente, era stato amore a prima vista e si augurarono che niente e nessuno potesse mai separarli. Erano troppo belli insieme per poterli immaginare uno lontano dall'altro, e la giovane coppia passò il resto del pomeriggio a osservare i due piccoli rispondendo di tanto in tanto alle domande curiose di Zeref, che da parte sua era già pronto a far conoscere a Natsu le meraviglie del mondo esterno pregustando le lunghe giornate di giochi all'aperto finalmente lontano dagli spettri della noia e della solitudine.
Decisamente le cose non sarebbero potute andare meglio di così.



Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui. So che avrei un sacco di altre storie da aggiornare, ma quando ho saputo di questa week non ho proprio potuto resistere alla tentazione di parteciparvi divorando in pochi giorni i capitoli del manga che mi mancavano per arrivare alla sconvolgente verità (e anche i successivi, già che c'ero XD). Questi due sono troppo teneri per non celebrarli! State tranquilli però che gli altri lavori non li ho abbandonati, ho solo bisogno di riprendere un po' la mano (e l'ispirazione) prima di continuarli.
Passando a questa storia, so che probabilmente non è molto originale, ma il prompt non lasciava molte alternative. Spero comunque che vi sia piaciuta lo stesso e che mi farete sapere cosa ne pensate. Le recensioni possono essere un buon modo per uscire dai momenti difficili e ricominciare a scrivere regolarmente! :)
Mi rendo conto che forse può sembrare un po' strana tanta ingenuità per un futuro genietto come Zeref, ma alla nascita di Natsu era comunque un bambino piccolo e sinceramente ho voluto rendere questo momento il più tenero possibile. Spero solo di aver reso bene le emozioni del futuro mago nero al suo primo incontro con un fratellino che già sprizza allegria e vitalità da tutti i pori! Lo ammetto, quella scena mi frullava in testa da quando ho letto il prompt, e anche se la storia non mi è venuta come avevo pensato all'inizio, sono comunque piuttosto orgogliosa dei momenti dolci e della leggera comicità che sono riuscita a infilare qua e là. Il giudizio finale, però, spetta ovviamente a voi! :)
Mi piacerebbe riuscire a pubblicare tra un po' anche il secondo prompt ma non sono sicura di farcela. Se per qualche motivo non potessi, comincio già ad augurarvi buona settimana e buonanotte per dopo.
Bacioni e alla prossima,
Ellygattina

  
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