Capitolo 1: Il Figlio che non aveva mai avuto
10 ottobre 1737
«Yaaahwn! » un forte sbadiglio scosse l'aria attorno a quella misteriosa figura.
Era steso lì da ore, su quel bel prato, con quella sua lunga cappa scura il cui cappuccio gli copriva enigmaticamente il volto. Era tempo che aveva preso la buona abitudine di non mostrarsi troppo nei suoi panni in giro. L'opinione delle persone comuni nei suoi confronti era contrastante e comunque avrebbe creato scandalo, senza considerare che non aveva mai apprezzato stare al centro dell'attenzione. Men che meno avere fastidiosi bambini che lo guardavano con quei loro occhi luccicanti sperando un giorno di diventare come lui. Sorrise al pensiero che quando ragionava così si sentiva molto simile a colui che fu il Principe dei Sayan. Rimaneva il fatto che quando decideva di vagabondare con la sua tuta da combattimento, ancora ispirata alla divisa di Son Goku, erano in numerosi che accorrevano sia per vedere il misterioso guerriero errante, ma anche molti che volevano diventare suoi allievi. E lui di allievi non ne voleva affatto. Primo fra tutti perché fino ad ora le proposte erano arrivate solo da contadinotti con livelli di combattimento irrisori, e poi,forse, perché temeva che si sarebbe affezionato al suo allievo come un figlio, come il figlio che non aveva mai potuto avere...
I suoi pensieri furono interrotti di scatto. Cos'era quella sensazione? Un'aura era appena apparsa dal nulla. Era decisamente una cosa insolita. Certo talvolta qualche guerriero di livello superiore in grado di controllare il proprio livello di combattimento lo innalzava d'improvviso, ma in tal caso sarebbe stata percepibile l'evoluzione. Invece questa volta era semplicemente apparsa dal nulla. Gli unici casi in cui questo poteva avvenire erano delle nascite ma...era impossibile che un neonato avesse una potenza simile! Preso dalla curiosità si alzò in volo attirando l'attenzione dei pochi presenti nei dintorni, anche se la levitazione non era poi una tecnica tanto misteriosa ormai. In quell'istante il boato di una potente esplosione giunse all'orecchio dell'uomo, esattamente dalla direzione da cui proveniva quell'aura.
«Che diavolo sta succedendo!» con uno scatto si lanciò verso il luogo designato arrivandovi dopo pochi istanti. Si trattava di una casetta in una radura, o meglio di quello che ne rimaneva. L'intera abitazione era in macerie, per lo più avvolte da fiamme, due corpi carbonizzati emergevano in parte da quell'inferno. Uno di quelli aveva in mano un coltello di dimensioni notevoli. Il pianto di un neonato. Ub si lanciò tra le macerie ustionanti e sollevò diverse travi prima di vederlo, lì rannicchiato su se stesso urlante: un piccolo fagotto di carne dai troppi capelli scuri e...una coda pelosa. Per la prima volta da decine di anni lo stupore assalì il moro. Era inconfondibile...era la Loro coda. Eppure era impossibile! La coda era sparita da generazioni ormai, così come era impossibile che un bambino, per quanto avente sangue saiyan, avesse un tale livello combattivo! Ma quella coda...
Lo scenario era chiaro: la donna aveva partorito in casa, forse prematuramente il che avrebbe giustificato la scelta di non andare in un ospedale, ma si era improvvisamente trovata in braccio un bambino con la coda. Non poteva immaginare se il motivo di quell'atto che aveva intenzione di compiere fosse perché il bambino fosse nato da un amore proibito, o per quella sua coda mostruosa, o per chissà cos'altro. Era indubbio però che uno dei due corpi aveva tentato di ucciderlo. Forse un'inserviente, forse il marito, forse un parente. Non era importante. Il bambino non glielo aveva permesso. Aveva liberato un'incredibile quantità di energia facendo esplodere tutta la zona circostante. Nessun neonato era in grado di fare qualcosa del genere. Non umano, namecciano o di qualunque altra razza ancora esistente, per lo meno. "Non ha senso..." si ripeté mentalmente Ub. "Non ha senso...ma non posso negare l'evidenza..." ed era così. Quel potere, quella coda...quel ragazzo era un..."Saiyan!".
Tese entrambe le mani e lo afferrò con delicatezza. Saiyan o non saiyan se fosse rimasto lì sarebbe morto. Forse era giunto il momento di rammentare la bontà che aveva sepolto nella profondità del suo animo. Non seppe mai se fu un gesto di pura bontà, se fu perché in fondo sperava di aver trovato un valido avversario o per chissà quale altro motivo. Lo prese e se lo strinse al petto. Aveva smesso di piangere. Quei suoi grossi occhioni lucidi lo guardavano incuriositi. Ub sorrise, poi si libbrò in aria e volò via.
Quel ragazzo sarebbe stato l'avversario che aveva sempre desiderato.
L'allievo che non aveva mai voluto.
Il figlio che non aveva mai avuto.