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Autore: eringad    13/02/2009    3 recensioni
Storia “veloce” ambientata nell’Irlanda dei giorni nostri.
Un giorno in una piccola cittadina, decisamente diversa da un posto di villeggiatura, arrivano tre strani turisti. Una ragazza dai capelli biondi come protagonista del trio, e come altro protagonista un barista con una strana acconciatura ad “Ananas”.
Tra spiaggia, mare, cielo, nuvole, motorino e battute la storia dei due cresce minata dalla scarsità del tempo. Come andrà a finire tra loro? Leggere per sapere ovviamente!
[Partecipante al concorso AU Special indetto da DarkRose86]
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Maybe we’re in love

“Tem! Tem!”

Temari aprì un occhio malvolentieri. Guardò l’orologio, le 6 e mezza.
Era ancora vestita dalla sera prima. Era semplicemente piombata in casa rinchiudendosi in camera sua e prendendo a pugni qualsiasi cosa trovasse e piangendo a dirotto, senza sapere bene il motivo.
I sentimenti erano deleteri per lei. Decisamente.
Si alzò a sedere sul letto e sbadigliò assonnata. Si trascinò fino alla porta e l’aprì trovandosi davanti il fratello di mezzo che era intensamente agitato.

“Cosa vuoi Kankuro? Hai il responso della bionda? Se è per questa cazz-”

“Tem dobbiamo partire.”

Quel commento lapidario la gelò in un istante.
Guardò il fratello sperando che da un momento all’altro se ne uscisse con ‘È uno scherzo baccalà!’ e lei lo avrebbe picchiato forte.
Ma questo non avvenne.

“Come dobbiamo partire? Abbiamo ancora un giorno.”

“Ha detto Baki-sensei che dobbiamo partire per l’America, ha un altro convegno imprevisto.”

“NO! Cioè, non è possibile che possano aspettarlo per una giornata?”

“Tem, lo sai che è importante il suo lavoro.”

“Sì, lo so. Lui ci mantiene e ci paga vitto e alloggio quindi dobbiamo seguirlo.”

Abbassò lo sguardo, non lo avrebbe mai ammesso, ma se ci pensava ancora in quei termini si sarebbe messa a piangere.
Sentì la mano pesante del fratello posarsi sulla sua spalla.

“Tem, mi dispiace. Comincia a fare le valigie, per le otto si parte.”

“Chi chiedi una proroga di mezz’ora. Ho tanta roba da mettere nella borsa.”

Svincolò dalla presa del fratello chiudendogli la porta in faccia. Aveva la gola secca, o così le sembrava dato che non poteva fare altro che deglutire.
Si guardò allo specchio.
Lei era forte, lo era sempre stata, non poteva cedere adesso. Fece la faccia più seria che poté, senza neanche versare una lacrima e cominciò a riordinare la sua roba.
Baki, il suo tutore, era un professore di fama mondiale. Lui li aveva trovati in un orfanotrofio, non ricordava bene il luogo dov’era l’edificio. Lui li aveva presi con sé, ma non a caso.
Suo fratello minore, Gaara, era schizofrenico fin da bambino, e lui aveva trovato la cura, dopo sedute, farmaci, era riuscito a curarlo.
Loro gli erano debitori. Avevano fatto un patto da bambini, lei e Kankuro, tagliandosi l’indice e mischiando il loro sangue, sarebbero rimasti sempre uniti proteggendo il fratello minore e seguendo in qualsiasi luogo il professore.
Non potevano fare altro.
Pensava a questo mentre piegava i vestiti mettendoli nella valigia grande ma quella valigia era sempre troppo vuota per lei.
La sua mente si perdeva nel pensiero che magari, senza tutti quei vestiti, là dentro avrebbe potuto starci benissimo una persona intera.
E lei sapeva chi voleva portarsi dietro.
Ma non l’avrebbe mai ammesso. Non avrebbe ammesso che le sarebbe mancato.

“Scusa ma perché sono legate le transenne?”

“Penso sia perché il terreno sotto di loro è cedevole e quindi devono appoggiarsi l’una all’altra per rimanere in piedi.”

“Che stupidaggine…”


No, non era una stupidaggine. Mentre infilava una maglia all’interno della valigia ci ripensava.
Quel cancello, formato da due transenne che erano legate l’una all’altra per stare in piedi, con il terreno cedevole sotto, erano loro.
E mentre piegava gli indumenti, le lacrime scorrevano a fiumi.
Lei sarebbe caduta, e sarebbe rimasta a terra.
Come quelle transenne, non le avrebbe raccolte nessuno. Erano in un posto troppo nascosto, come i loro sentimenti.

*************

Non ce l’aveva fatta, non questa volta.
Sua madre l’aveva beccato in pieno mentre se la svignava di nascosto dalla porta di servizio.
In ogni caso sarebbe passata per forza da quella strada per andare lì.
Si sedette sulla sedia appoggiandola fuori dal fresco chioschetto e cominciando a lavorare.
Tirò fuori un punteruolo, una conchiglia rossa e un filo intrecciato da lui personalmente.
Spingeva la punta contro il buco già quasi pienamente scavato nella conchiglia facendo attenzione a non farla spezzare.
Quando il punteruolo trapassò la superficie rossa lo rimosse e infilò il cordino all’interno del buco. A lui non piaceva lavorare. Non gli piaceva affatto.
Preferiva di gran lunga guardare le nuvole.
Ma quello che l’aveva portato a scegliere quella conchiglia era che l’interno, la superficie perlacea, se la si faceva riflettere al sole mostrava come immagine una nuvola sospinta dal vento.
Shikamaru sorrise.
Il vento. Era come lei.
Era libero, irriverente, e lui come una nuvola, era trasportato senza scelta da quella forza improvvisa che era lei.
Stese le gambe stiracchiandosi e infilando il bracciale nella tasca.
Sorrise della sua sorte, in balia di una forza incostante come il vento.
Incrociò le braccia dietro la testa fermandosi a guardare il cielo.
Ma poco dopo un clacson assordante lo destò dal suo poltrire.
Kiba guidava a velocità folle strombazzando come un pazzo, Shikamaru si alzò e infilò le mani in tasca. Dannato Kiba, sicuramente voleva fargliela pagare per la sera prima.
Aspettò che l’amico scendesse di fretta dal motorino e che lo raggiungesse per poi parlare.

“Senti Kiba, per ieri, quelli erano soldi che mi dovevi. Quindi evita di romper-”

“Temari è partita.”

Shikamaru lo guardò allarmato.
Serrò la mascella, era sicuramente uno stupido scherzo e lui su questa cosa non aveva voglia di scherzare.
Lo prese con una mano per la maglia e lo strattonò.

“Smettila di dire puttanate!”

“Shika è la verità te lo giuro!”

“No! Lei non se ne sarebbe andata senza avvertirmi! Aveva ancora un giorno qui!”

“Me l’ha detto Sakura! Ha visto stamattina lei e i suoi fratelli che caricavano le valigie in macchina!”

“Smettila di mentire!”

Il ragazzo lo colpì forte alla mascella con un pugno.
Guardò Kiba rialzarsi da terra con i gomiti e pulire un rivolo di sangue che scendeva a lato della bocca.
L’amico lo guardò serio.

“Shikamaru. Lei è partita, e anche se mi ammazzi di botte la cosa non cambierà.”

Il ventenne si morse l’interno della guancia.
Guardò il bruno rialzarsi e spolverarsi i vestiti, lui non riusciva a fare un passo.
Era ferito, ferito dentro l’anima.
Guardò gli occhi dell’amico, seri, determinati.

“Non stai mentendo.”

“No, te l’ho già detto.”

“Che ore sono Kiba?”

“Sono le otto meno dieci. Ehi! Ehi Shika dove stai andando?!”

Il ragazzo prese a correre nella direzione opposta all’amico. Non voleva crederci.

Lui correva, correva a perdifiato, voleva accertarsene.
Non era vero. Non poteva essere vero.
Non se ne sarebbe mai andata così, senza un motivo, senza salutarlo. Doveva per forza essere una balla.
Saltò il cancello improvvisato come fosse solo un gradino di pochi centimetri e corse ancora.
Correva per la discesa rischiando di rompersi l’osso del collo, ma non poteva farne a meno.
Si arrampicò su per gli scogli, li scalava come fosse una scimmia, senza far caso alle ginocchia che si sbucciavano o alla pietruzza incastrata nella mano.
Balzò giù dallo scoglio incespicando nella sabbia ghiaiosa e finalmente si fermò.
La spiaggia era vuota, abbandonata.
Come lui.
Il vento freddo gli soffiava in faccia ghiacciando anche le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
Lei se n’era andata. L’aveva fatto veramente.
Cadde in ginocchio battendo con forza un pugno sulla sabbia.
Non poteva cambiare niente.
Odiava quella spiaggia ora, deserta, e senza lei.
Si alzò con ancora gli occhi che bruciavano.
Per lei non aveva avuto senso tutto quello? Per lui sì, e odiava le cose che la legavano a lei.
Quel cancello, fatto da due semplici transenne in ferro legate insieme da uno spago, mezze affondate nel terreno riarso. Legati come lo erano loro.
Non ricordava di aver mai avuto tanta forza come in quel momento, quando con rabbia buttava a terra quel cancello, alzandolo e gettandolo giù per la discesa. Mentre le lacrime scendevano a fiotti e i singhiozzi lo facevano guaire come un cane.
Bugiarda. Bugiarda. Bugiarda.
“Shikamaru, ero venuta a salutarti e… Non pensavo odiassi tanto quel cancello…”

Shikamaru si voltò verso la ragazza, le lacrime gelate infuocavano il suo volto.
Lei era lì, era lì davvero.
Stretta nel suo pullover bianco di lana, con un vestito verde che arrivava fino alle ginocchia.
Si alzò da terra, le ginocchia sbucciate bruciavano da matti, la mano ormai era aperta da un taglio da cui usciva del sangue.

“Mi… Mi avevano detto che te n’eri andata.”

“Almeno un saluto te lo devo, hai sprecato del prezioso carbone fossile per portarmi su quel trabiccolo.”

“Sei una stronza!”

Il ragazzo piegò il volto verso il torace non riuscendo a smettere di piangere come un bambino. Urlò senza rendersene conto.
Sembrava un bambino capriccioso che non voleva separarsi dal giocattolo preferito.
Sentì una mano calda bagnarsi delle sue lacrime nel tentativo di una carezza.

“Lo so… È una delle mie qualità…”

Shikamaru l’abbracciò forte, stringendola quasi da soffocarla, ma stavolta l’abbraccio era ricambiato.
Lui piangeva, come non aveva mai fatto prima d’allora, forse nemmeno da bambino, affondando la testa sulla sua spalla mentre lei lo stringeva con la stessa intensità.

“Sei una stronza! Una maledetta stronza!”

Temari non piangeva, lei non avrebbedaianto davanti a lui.
Non di nuovo. Era colpa del suo maledetto orgoglio, ma sapeva che piangere in due non serviva.
Strinse le spalle del ragazzo infilando le dita affusolate nella pelle, con una smorfia sofferente.
No, Temari non piangeva. Ma soffriva.
Allontanò il ragazzo da sé e lo guardò, non riusciva a nascondere i suoi sentimenti.
La sua voce era rotta come se stesse piangendo, senza lacrime.

“Sai… C’è una leggenda in Cina, e dice che: Un tempo, quando uno aveva un segreto da nascondere, andava in un bosco. Faceva un buco in un tronco e sussurrava lì il suo segreto. Poi richiudeva il buco con del fango, così il segreto sarebbe rimasto sigillato per l'eternità.**

Shikamaru la guardò perplesso, un buco in un tronco.
Chiuse a cerchio l’indice e il pollice, le sue lacrime si erano fermate.
Ma il suo cuore non smetteva di sanguinare. Guardò la ragazza serio e triste.

“Sono io il tuo tronco, confidami il tuo segreto e io lo custodirò per sempre…”

Temari avvicinò le labbra al cerchio di carne e sussurrò il suo udibile segreto.
Mentre raccontava il suo segreto le lacrime scesero dalle sue pozze chiare.
Il ragazzo restava in ascolto mentre il suo cuore palpitava lacrimando confuso.

“Devo confidarti un segreto… Ti amo… Vieni via con me…”

Il ragazzo cominciò a piangere a dirotto. Non poteva lasciare tutto, lì c’era la sua vita.
La ragazza continuava stringendo il polso del ragazzo.

“Ora ti confido il mio segreto… Voglio che vieni via con me…”

“Non posso… Temari, non posso…”

L’abbracciò nuovamente, stringendola. Lei continuava con la sua nenia.
Non poteva lasciare la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro.
Non era un buon motivo l’amore. Lo sapeva, lo sapevano bene entrambi.
Però si stringevano legati insieme, su quel terreno instabile.
Le transenne erano state buttate giù, e rimanevano inermi sul terreno.
Come loro.

*************

“Shika! Muovi il culo e portalo in acqua! Non puoi rimanere tutto il tempo sotto l’ombrellone!”

“Mendeokuse…”

L’uomo sbuffò alzandosi dalla sua comodissima sdraio. E camminando verso la ragazza che stava con i piedi immersi nell’acqua gelida del mattino.

“Sta zitto cry-baby!”

Un’onda di gocce gelide lo colpì in pieno torso nudo.
Faceva caldo, faceva veramente caldo. E quello schizzo gelido era una seccatura.
Assunse un’espressione annoiata incrociando le braccia al petto.
Dannatissima strega!

“È meglio l’Irlanda.”

“Non è vero, qui in Mexico almeno c’è una spiaggia degna di chiamarsi tale.”

“Io preferisco la mia Madre Patria in ogni caso.”

“Ci torniamo tra qualche settimana te l’ho promesso.”

Shikamaru guardò la ragazza ormai donna schizzare con l’acqua gelida il povero fratello sfigato –meglio noto come Kankuro- con le mani.
Sospirò sedendosi sul bagnasciuga, maledetto quel fausto giorno in cui decise di seguirla.
Guardò in aria le nuvole che, spinte dal vento, si muovevano veloci.
Sospirò nuovamente. Era giusto l’esempio del vento.
Lui non poteva far altro che seguirla per il mondo, tanto non sarebbe riuscito ad allontanarsi da lei, per quanto lo volesse.
Un paio di labbra salate si posarono sulle sue, l’uomo si svegliò di soprassalto dai suoi pensieri osservando gli occhi color mare della sua donna. Portò una mano sulla nuca della partner e la baciò a sua volta.

“Maledettissima strega!”

“Stronzo!”

“È una delle mie qua-”

“Qualità. Lo so.”

Shikamaru sospirò di nuovo mentre la donna si sedeva tranquillamente accanto a lui. Era una fonte di guai. Litigavano e si ammazzavano, era felice e lo rendeva felice. Era lunatica.
Ma a lui piaceva così.
Si soffermò a guardare Temari. Bellissima seccatura. Passò una mano sul volto disperatamente.
Dannazione, la amo questa bellissima seccatura!

*************

“Aiutami Shikamaru…”

“Cosa stai facendo?! Smettila! Lasciali lì!”

“No! Noi siamo queste transenne!”

“Smettila stai farneticando!”

“Noi siamo su un terreno cedevole! Cadremmo senza questo legame!”

“Smettila Temari! Smettila!”


Ma lei non si fermava, tirava su quelle transenne con tutta la sua forza.
Cercando disperatamente di portare tutto al proprio posto.
Si feriva le mani cercando di tenere su quel pezzo di ferro arrugginito e trascinandolo verso le travi.
Shikamaru si morse un labbro, non la capiva, non la capiva quella maledetta donna!
Temari non piangeva, non poteva piangere.
Ad un tratto le mani sulla sbarra di ferro divennero quattro. Temari si girò verso il ragazzo che l’aiutava.

“Se per te è importante, va bene. Ricostruiamo questo maledetto cancello.”

Tiravano su e legavano con i legacci improvvisati quelle due transenne riponendole al proprio posto.
Una volta legate alle travi, dovevano legarle insieme tra loro.
Lo spago spezzato era ormai inutilizzabile.
Temari stringeva tra loro le transenne come se potessero fondersi con la sola forza della sua disperazione.

“Perché non possono restare unite?! Perché?!”

Temari era forte. Temari era una dura.
Temari era troppo fragile dietro la sua corazza dura.
Shikamaru tirò fuori dalla sua tasca il braccialetto che sarebbe dovuto andare in regalo alla ragazza e legò insieme le due sbarre.
Guardò la ragazza, che stringeva tra le mani le transenne come se potessero ancora cadere da un momento all’altro.
Lui posò le mani sulle sue tirandole via e poggiandosele al petto.
No, quelle transenne non potevano cadere, nonostante il terreno cedevole, nonostante le condizioni disastrate in cui si trovavano.
Prese una mano della ragazza costringendola a formare un cerchio con le dita e vi poggiò sopra le labbra.

“Ora ti confido il mio segreto… Ti amo… Voglio venire con te…”





** "2046" Film diretto da Wong Kar-Wai. [Lo consiglio perchè è molto bello ^^]

Con quest'ultimo capitolo si conclude l'avventura, ringrazio ancora DarkRose86 per questo splendido contest!
Passo ai ringraziamenti!

valy88: Macché povero Shikamaru! Temari ha fatto bene ù__u Ma sì, un po’ di alcol in corpo non fa mai male! (Parla quella che si è f lita la lista dei cocktail di un pub per festeggiare!) Eh, l’amore si sa che è spesso così veloce a colpirti che neanche te ne accorgi e ti sconvolge in un attimo! Spero in ogni caso di non averti delusa… Grazie per aver seguito Bye Bye

Shatzy: Figurati! Mi fa davvero piacere che tu ci sia! Ma tanto è impossibile farmi desistere dallo scrivere, e so di essere una piaga sociale per questo XD Temari e Shika volgari sono d’obbligo…da ubriachi! E poi…beata un nonnulla! Mi hanno quasi lasciato in Irlanda XD è stato un viaggio d’inferno XD Spero di non averti delusa… Grazie per aver seguito Bye Bye

gloria7: Puccio sì, anzi, Temari è la più puccia! XD Grazie tante per i complimenti! Spero di non averti delusa… Grazie per aver seguito Bye Bye

Happy_Pumpkin: Eh si, non posso non darti ragione, sia nel caso del loro rapporto travagliato sia per le ripetizioni, me ne sono accorta anche io rileggendolo dopo averlo letto ^^” Kankuro che tormenta la sorella con domande imbarazzanti io l’ ho trovata semplicemente adorabile come cosa XD Ho trovato l’Irlanda perfetta sia per l’immagine, che secondo me si abbinava e anche per la stranezza e la particolarità del turismo che spesso sta solo nelle città turistiche d’estate XD Spero di non averti delusa… Grazie per aver seguito Bye Bye
  
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