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Autore: Broken_Wings    02/10/2015    1 recensioni
"Un paio di gambe snelle avvolte da dei jeans alquanto stretti mi si pararono davanti al naso. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo piuttosto alto che mi guardava tra il curioso e il divertito.
La prima cosa che notai furono le sue braccia interamente ricoperte di tatuaggi, erano davvero magnifici. Pensai di averli già visti da qualche parte ma in quel momento la mia mente era decisamente offuscata."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. The Moon

Continuavo a correre per le strade incurante delle persone che mi passavano accanto.  Svoltai finalmente l’angolo di una delle tante vie di quella cittadina che tanto amavo ed eccolo la, il Moon.
Era un localo piuttosto fico, organizzavano spesso delle serate per permettere alle band emergenti di farsi conoscere.
L’insegna  quasi fluorescente del locale illuminava il tratto di marciapiede sottostante. Si sentiva un bel casino provenire da dentro , il che mi fece pensare.. “Oh no,nonono, non ditemi che hanno già iniziato, dannazione”.
Entrai a tutta velocità nel locale. In un secondo mi trovai sommersa da una marea di persone che facevano avanti e indietro con boccali di birra e altri alcoolici in mano.
Mi feci strada a suon di gomitate e arrivai ai piedi del palco. Ancora non ci stava nessuno. MI girai dietro le quinte e vidi Matty farmi cenno di raggiungerlo.  Dentro di me esultai un piccolo “Evviva”
Reed ce l’hai fatta, pensai soddisfatta.
“Hey finalmente!” Matty mi abbracciò facendomi fare una giravolta.
“Visto?” Come potevo mancare” risposi pensando per un secondo al mio scontro\incontro con quel strano ragazzo dagli occhi color ambra.
“Allora? Nessun in bocca al lupo?”  sentenziò Matty canzonandomi.
Lo guardai  alzando un sopracciglio per poi rispondere “Nah non ne avete bisogno, siete troppo bravi” e attaccai a ridere. “ A proposito, dov’è finito il resto della ciurma?”
Matty si osservò intorno “Stanno arrivando, erano qui  in giro”. Si dirigette verso le sua fender telecaster infilando con cura un braccio nella tracolla.
“Reed, Matty  eccovi” Ivan, il secondo chitarrista, mi mise un braccio attorno al collo.  Era il suo modo di salutare.
Poco dopo arrivarono anche i due restanti membri del gruppo: Daniel e Frank, rispettivamente il batterista e il bassista.
“Avanti saliamo su quel cazzo di palco e spacchiamo i culi!” Esclamò Daniel facendo roteare una bacchetta tra le mani. Era il più energico del gruppo.
Frank al contrario era taciturno, ma era un musicista di grande talento. Si limitò ad annuire.
“Allora andate, su! I vostri fan vi attendono” dissi infine spingendo Matty verso l’ingresso del palco.
“Grazie per il supporto puffa, ti voglio bene” e mi stampò un bacio sulla guancia.
Sorrisi e mi lasciai scappare un flebile “Non c’è di che”.
Il proprietario del Moon chiamò i Nameless sul palco.  Suonarono alcune cover dei Nickelback e infine un loro inedito.
Erano davvero bravi.
Una volta terminata l’esibizione mi invitarono al bar a bere qualcosa. Insomma bisognava festeggiare e niente e nessuno mi avrebbe tenuta lontano da una bella birra.
Nel mentre aspettavamo gli alcoolici presi la borsa e tirai fuori un pacchetto di sigarette. Ne presi e una  e poi feci cenno agli altri se ne volessero.
“No grazie” rispose secco Frank.
Daniel si limitò a sorridere per poi fare cenno di no con la testa.
“Pf come volete, io esco un attimo e.. Stevens non rubarmi la birra grazie.” Dissi facendo una linguaccia a Matty.
Presi le mie cose ed uscii un attimo da quel locale fin troppo rumoroso.
Mi sedetti sul bordo del marciapiede ed accessi la mia tanto amata sigaretta. Mi rilassava molto fumare, distendeva i nervi e mi aiutava a liberare la mente. Ma quella sera non fu cosi, non potevo  fare a meno di pensare a quel ragazzo. In lui c’era un qualcosa di familiare, ma non riuscivo a capire per quale oscuro motivo non riuscissi a ricordare nulla.
Decisi di lasciar perdere e di rilassarmi un po’ la fuori quando la porta del locale si aprì di colpo. Era Ivan che teneva Matty.. completamento ubriaco.
“Il signorino qua si è lasciato un po’ troppo andare” disse lanciandogli un’occhiata.
Sbuffai roteando gli occhi “Sempre detto che non reggeva un cazzo. Da qua ti do una mano a caricarlo in macchina”
“Sempre gentile Reed” esclamò infine il biondo.
Una volta caricato Matty in macchina mi assicurai che fosse Frank a guidare, dato che non beveva mai. Una volta sicura che Matty si trovasse in buone mani mi avviai verso casa salutando gli altri.
Misi su un po’ di musica: Hospital for Souls…Bring Me The Horizon.
Mi lasciai cullare da quella musica meravigliosa quando mi fermai d’un tratto in mezzo alla strada. Ebbi come un’illuminazione.
“Cazzo.  C A Z Z O. ERA LUI. OLIVER!”
Ma no, non poteva essere lui ,figuriamoci se una come me aveva incontrato proprio lui, andandogli persino a sbattergli contro.
Era buio ok, non lo avevo visto bene.. ma ormai quella ipotesi si era fatta sempre più strada  all’interno della mia mente.
“Che sia stato davvero lui” sussurrai quasi tremante.
“Hold me  close, don’t  let go…watch me burn...in this hospital for souls”. Sulle ultime note di quella canzone arrivai a casa.
Aprii la porta e senza pensarci ulteriormente mi gettai sopra il letto. Ero  davvero stanca, domani sarei dovuta tornare a lavoro ed erano le 3 passate del mattino.
“Ottimo” farfugliai  irritata. Così , tra un fanculo e l’altro mi addormentai.
  
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