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Autore: Vicarious10    02/10/2015    6 recensioni
Nell'anno 3234, il pianeta Mobius fu distrutto dall'impatto di un meteorite. I mobiani che riuscirono a salvarsi cominciarono una nuova vita sulla Terra, trovandosi però in un modo pieno di lotte per il potere. Sonic the Hedgehog, a causa dei poteri acquisiti dagli Smeraldi del Chaos, decide di rimanere per sempre nella sua forma "super" e viene visto sia dai mobiani che dagli umani come una divinità.
Dopo 100 anni, il mondo è sull'orlo di una catastrofe a causa del pesante razzismo verso i mobiani e della criminalità organizzata. Il governo continua a nascondere al popolo la verità con ogni mezzo necessario e senza alcuno scrupolo.
Un solo essere può fermare tutto questo, un mobiano creduto morto da più di un secolo.
Il suo nome è Shadow the Hedgehog.
[Questa fic è una versione aggiornata e riscritta di "Black Hedgehog"]
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Gli immensi prati di Green Hill.
Quante volte ho ammirato questo luogo così magico e puro?
Tante, ma solo ora mi accorgo che non sono abbastanza.
Avrei voluto che la mia ultima visita in questo paradiso fosse tranquilla, spensierata e senza alcuna preoccupazione di tutto il male che, da un momento all’altro, sarebbe spuntato fuori per colpire me e tutti coloro che mi stanno a cuore.
Purtroppo, l’azzurro ha lasciato il posto ad un nero abissale nel cielo sopra di me.
Il terreno è colpito da scosse sismiche così volente da far sradicare gli alberi e da mettere in fuga tutti gli animali.
Le città sono vuote, i cittadini di tutta Mobius corrono verso l’unica possibilità di salvezza.
Alzo la testa e fissò impaurito la causa di tutto questo.
È grande quanto un continente, quel frammento stellare violaceo venuto fuori da chissà quale remota parte dell’universo. C’è una specie di campo gravitazionale che lo protegge dai missili che G.U.N. ha lanciato invano per distruggerlo.
Il mio nome è Sonic the Hedgehog.
Sto per morire insieme al mio mondo.
In un momento così, chiunque prenderebbe con filosofia l’idea della fine. Magari, una persona normale avrebbe deciso di spendere le ultime ore accanto ai propri cari o, come già detto, si fionderebbe a tutta velocità verso la salvezza.
Io, però, non sono una persona normale.
Sono un eroe, cerco di ripetermelo ogni volta che la paura si presenta per strappare la carne dalle mie ossa. Ho vissuto una vita incredibile, piena di avventure, di pericoli, di scontri e, infine, anche di amore. Non mi sono mai arreso, nemmeno di fronte all’avversario più tenace.
E non lo farò nemmeno ora, di fronte ad uno stupido meteorite.
Ho una sacca tra le mie braccia che lascio cadere a terra. Gli smeraldi del Chaos rotolano fuori da essa per poi cominciare ad illuminarsi quando io lo decido.
L’ennesima scossa crea un crepaccio poco lontano da me mentre i sette manufatti più antichi di Mobius cominciano a levitarmi attorno.
All’unisono, cominciano ad emettere una luce così potente da inglobare tutta la mia figura, trasformandomi nell’unica speranza di salvezza per la mia casa. Il potere assoluto percorre ogni centimetro del mio corpo, dalla testa ai piedi, mentre i miei aculei cambiano colore diventando dorati.
Mi inginocchio per darmi lo slancio, faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
È tempo di essere un dio.
La velocità che raggiungo in questa forma impressionante.
Riesco a perforare l’atmosfera in pochi secondi mentre osservo quella mostruosità dello spazio profondo apparirmi sempre più grande.
L’impatto con la sua superficie genera un grande boato che mi sconquassa l’udito, ma ciò non mi impedisce di cominciare a colpire con tutta la mia forza.
Capisco che è inutile quando noto di non aver fatto alcun danno. Dopo un po’, l’atmosfera con cui G.U.N. aveva precedente fatto i conti si fa sentire, costringendomi ad allontanarmi per non rimanere schiacciato. Scendo più in basso, ritornando dentro l’atmosfera di Mobius. Una lacrima comincia a rigarmi la guancia sinistra.
È davvero la fine?
Mentre io rimango impietrito di fronte al dubbio, il meteorite comincia a prendere velocità. Rimane poco tempo per fermarlo, la disperazione sta cominciando a salire. Come se la staranno cavando gli altri?
Mentre io sono qui, i miei amici cercano di far evacuare quanta più gente possibile dai centri abitati grazie anche all’aiuto della G.U.N.
L’obbiettivo è quello di trasportare tutti sulla Terra, il pianeta gemello di Mobius posto sullo stesso piano dimensionale ma in una parte differente dell’universo. Anche lì c’è un Sole, una Luna e cambiamenti climatici identici al nostro mondo, ma gli umani hanno punti di vista un po’ diversi dai nostri.
Tuttavia, anche se tutti i mobiani del pianeta riuscissero ad arrivare sulla Terra, i miei amici rimarrebbero qui con me. Ho protestato a lungo per questo, ma loro non ne volevano sapere.
Quest’avventura chiamata vita è cominciata insieme  e, a maggior ragione, la finiremo insieme.
Tails, il mio migliore amico, quasi come un fratello per me.
Knuckels, ha una testa dura come i suoi pugni, ma sono felice di aver combattuto al suo fianco per tutti questi anni.
E, infine, Amy.
Lei, l’amica che alla fine si era rivelata essere l’unico mio vero e grande amore.
Non posso deluderli.
Stringo i pugni e richiamo tutta l’energia degli smeraldi. Un aurea d’orata avvolge il mio corpo mentre sento una forza dirompente muoversi dentro il mio petto.
Scattò ancora una volta. Allungo le braccia in avanti e, quando mi scontro per la seconda volta contro il meteorite, comincio a spingere per far deviare la sua traiettoria.
È impossibile.
Urlo per la disperazione, ma non abbandono la causa. Il campo gravitazionale torna a farsi sentire, ma stringo i denti e cerco di concentrarmi di più. Sento l’energia degli smeraldi aumentare a dismisura quando riesco a stoppare per qualche secondo la caduta di quella mostruosità.
-Non devo arrendermi!- urlo come un pazzo quando mi accorgo del risultato -Non posso arrendermi!-
La gravità diventa più forte. Il mio corpo vorrebbe piegarsi sotto quell’incessante pressione.
-Questa è la mia casa!-
Non mi sento più le gambe. Sono un tutt’uno con gli Smeraldi del Chaos.
-Non lascerò che finisca così!-
Nonostante la mia forza abbia superato di molto il limite, il meteorite non accenna a spostarsi anche solo di un millimetro. La mia energia si sta esaurendo.
Il dolore diventa sempre più forte.
-NO!-
Un onda parte dal mio petto e raggiunge le braccia.
La stessa luce che mi aveva trasformato si ripresenta inaspettatamente, ma questa volta sono io la fonte. Rimango accecato, non riesco ad aprire gli occhi.
Non sento più niente. Nessuna sensazione, nessuna forza, nessun dolore, nessuna energia.
Non riesco a pensare.
Non riesco a..

 

 

Il pianeta Mobius, dopo quattro miliardi anni trascorsi dalla sua nascita, venne distrutto da un frammento stellare uscito fuori dall’apertura di un buco nero nel giorno 139 dell’anno 3234, secondo il calendario mobiano. I suoi abitanti cercarono in tutti i modi di impedire che quest’oggetto si scontrasse con il loro mondo, ma niente fu così efficace da impedire ciò che, in qualche modo, sembrava essere predestinato. Così, dei 6 miliardi di mobiani presenti sul pianeta, 1 miliardo e 500 milioni riuscirono a salvarsi raggiungendo la Terra tramite dei portali spaziotemporali, mentre i restanti, alcuni per propria scelta e altri per non aver varcato i portali in tempo, rimasero sul loro pianeta natale, venendo tutti spazzati via dall’impatto del meteorite che, come previsto, distrusse il pianeta riducendolo a polvere.
All’inizio, i mobiani superstiti sulla Terra credevano che nessuno si fosse salvato.
Solo dopo scoprirono che vi era un unico sopravvissuto.

 

  

Non riesco a sentire nulla..
Ci fu un esplosione colossale quando tutto fu finito. Di Mobius, purtroppo, non ne era rimasto nient’altro che polvere. Qualcosa che non doveva essere lì, però, fluttuava nello spazio privo di sensi.
Cos’è successo?
Ecco che quel mobiano ricoperto d’oro comincia a muoversi. Non sente niente che lo regge, gli sembra quasi che stia vagando nel buio. All’inizio crede di essere solo un spirito che ha abbandonato definitivamente il suo corpo. Quando il dolore si riaccese dentro di lui, però, l’idea che il suo viaggio ultraterreno fosse cominciato svanì con il suo torpore.
Che cosa sta succedendo!?
Non riusciva né a parlare e nemmeno a sentire qualcosa. Vagava nello spazio aperto e non riusciva a trovare una spiegazione. Poi, un immagine illuminò la sua mente.
Il meteorite..
Cominciò a guardarsi attorno, ma tutto ciò che vedeva erano solo miriadi di puntini luminosi.
Dov’è il meteorite?
Non c’era alcuna traccia del pericolo, così come non c’era nessuna traccia di Mobius.
Dov’è il mio pianeta!?
Tutto gli ritornò in testa, come se un proiettile gli stesse perforando il cervello.
La sua bocca si spalancò, cacciando un urlò che non poté propagarsi nello spazio a causa della mancanza di aria.
Il mio mondo.. la mia casa..
Le lacrime uscirono dai suoi occhi, fluttuando per un brevissimo lasso di tempo attorno a lui prima di cristallizzarsi.
Amy..
Si rannicchiò su sé stesso e si coprì il volto tra le ginocchia. Continuava ad urlare, ma nessuno lo sentiva, nemmeno sé stesso. Nella sua testa, invece, i rumori erano amplificati a mille.
La rabbia esplose dentro di lui. Solo in quel momento si accorse che dentro di sé c’erano ancora gli smeraldi del Chaos. Smise di piangere e si guardò le mani: risplendevano ancora dell’energia più antica di Mobius.
Per questo era ancora vivo, nonostante stesse fluttuando nello spazio senza respirare. I poteri degli smeraldi lo rendevano una divinità vera e propria, donandogli un potere oltre ogni immaginazione.
Tutto questo potere.. perché non sono riuscito a salvare la mia casa?
Questa volta, la rabbia si manifestò sotto forma di scariche elettriche attorno al suo corpo dorato. Sprigionava un energia immensa grazie alla rabbia. Il suo corpo diveniva sempre più resistente, mentre nella sua  testa stava accadendo qualcos’altro.
Amy.. non ci sono riuscito..
Cominciò a sentire la sua voce, identica in tutto e per tutto. A quella di Amy Rose, si sovrapposero tutte quelle dei suoi amici. Se all’inizio non riusciva a comprendere ciò che dicevano, fu praticamente impossibile distinguerle quando, insieme a quelle dei suoi numerosi compagni, se ne aggiunsero altre che non aveva mai sentito. Variavano tutte di tono, di lingua e di accento, creando un baccano frastornante impossibile da capire.
Smettetela..
Si facevano sempre più forti
Vi prego.. basta..
Non accennavano a smettere. Alla fine, arrivò a pensare che quella fosse la sua punizione per il fallimento.
BASTA!
Il suo corpo si irrigidì e da esso partirono una moltitudine di scariche d’energia. Erano così potenti che riuscirono a balenare nel buio per molto tempo.
Si prese il volto tra le mani e cominciò a singhiozzare.
Nella testa di Sonic, ora c’era solo il silenzio.
Per il momento sarebbe rimasto lì, a vagare nell’universo, in attesa di una decisione, poiché ogni cosa in questo universo ha un inizio e una fine. Chiunque sia ora, questo Sonic non è più lo stesso che correva per i paesaggi di Mobius in gioventù.
La sua vita mortale si era conclusa e, nel farlo, ha dato inizio ad un’altra. Positiva o negativa.. nessuno potrà dirlo con assoluta certezza. L’unica cosa certa è che gli smeraldi hanno spaccato la sua mente.
Rendendo il corpo indistruttibile.

  
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