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Autore: wingedangel    04/10/2015    1 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11
 
Alan si incamminò sul sentiero nel bosco per raggiungere la macchina. Era sconvolto da quello che era successo, ne aveva avuto abbastanza di ninfe e sirene per quel giorno, e per quelli a venire. Voleva solo andarsene a casa e dimenticare tutto, le ninfe, le sirene, persino Zaira. Non la voleva più vedere, voleva semplicemente tornare alla sua banalissima vita da ragazzo normale che non ne sapeva nulla di ninfe e di sirene. Voleva essere il solito Alan che passava i pomeriggi con Ethan a giocare ai videogiochi o ad uscire con lui e Iris. E se voleva riuscirci, doveva cancellare definitivamente Zaira dalla sua vita.
Appena rientrò a casa salutò rapidamente i suoi genitori e si diresse in camera sua. Si buttò sul letto, le braccia incrociate dietro la schiena, lo sguardo fisso sul soffitto, la mente in subbuglio. Il tragitto in macchina l'aveva aiutato a schiarisi un pò i pensieri, a liberarsi della rabbia iniziale, ma ora non sapeva nemmeno come si sentiva, era deluso per aver scoperto che Zaira gli aveva sempre mentito, spaventato per la minaccia di quella sirena, turbato per aver scoperto che sua madre era ancora viva, ma soprattutto si sentiva in colpa per come si era rivolto a Zaira prima di andarsene. Era arrabbiato, turbato, spaventato, ma non pensava davvero che lei fosse un mostro, e vedere le sue lacrime lo aveva fatto sentire un verme. Aveva ferito l'unica donna a cui teneva dopo Chloe. Si sentì ancora peggio quando ricordò di come lei lo avesse aiutato ad affrontare la morte di Chloe, di come gli fosse stata accanto, di come con lei lui riusciva a sorridere nonostante tutto. Certo, Zaira non gli aveva detto che era una ninfa, ma perchè tutto il resto non poteva essere vero?
Alan si riscosse da quei pensieri, probabilmente era solo la parte di lui ancora innamorata di lei a fargli pensare quelle cose, doveva smettere di vederla o anche solo di pensare a lei, stare con Zaira era troppo pericoloso, non voleva avere quella pazza scatenata di una sirena alle costole, per non contare il fatto che, stando a quello che aveva detto Xeni, Zaira stava con lui solo per portarselo al castello e diventare regina. Era anche vero però che quella sirena stava cercando di ucciderlo, quindi probabilmente stava dalla parte dei cattivi, era giusto fidarsi delle sue parole? Però Zaira non aveva certo smentito. Lei stava davvero cercando un uomo da portarsi via per diventare regina, il suo Sogno. Alan doveva solo capire se quel Sogno era lui o meno, ma, a giudicare dalle attenzioni che Zaira gli rivolgeva da quando era arrivata, non gli restavano molti dubbi.
Ma cosa andava a pensare? Doveva smetterla di cercare spiegazioni a quello che era successo, doveva semplicemente dimenticarsi di tutto. Lo sguardo gli cadde sul suo portatile. Lo accese, deciso a farsi una partita per distrarsi un pò. Poi, quasi inconsapevolmente, aprì un motore di ricerca e digitò la parola 'ninfa'. Una breve ricerca non poteva certo fargli male, no? - giusto il tempo di togliermi la curiosità poi lascio perdere tutto.- si disse.
Dopo una decina di minuti chiuse il pc. Tutto quello che aveva trovato era una classificazione dei vari tipi di ninfe, a quanto pareva Zaira era una Naiade, per il resto non aveva scoperto molto che lo aiutasse a dare un senso a quello che era successo quel giorno.
Dopo aver cenato andò subito a letto, stranamente riuscì ad addormentarsi nonostante avesse la testa affollata di pensieri, evidentemente essere quasi morto doveva essere parecchio stancante.
 
 * * *

 Il giorno successivo, mentre si preparava ad andare a scuola, Alan pensava a cosa avrebbe dovuto fare quando avesse rivisto Zaira a scuola. Aveva deciso di starle lontano, ma come poteva riuscirci se lei frequentava la sua stessa scuola? Visto che evitarla sarebbe stato troppo difficile, decise che l'avrebbe affrontata. Se lei gli si fosse avvicinata avrebbe messo in chiaro che non gradiva più la sua compagnia, le avrebbe chiesto di non parlargli più, e se lei l'avesse fatto lo stesso lui l'avrebbe ignorata, finchè lei non se ne fosse fatta una ragione.
Quandò entrò a scuola fortunatamente non la vide, andò in classe, in tempo per scoprire che il professore della prima ora era assente. Se solo l'avesse saputo prima avrebbe potuto evitare di correre come se avesse avuto un mastino alle costole per arrivare a scuola in tempo.

" Bene, come passerai questa ora buca? Andrai dalla tua dolce ragazza?" gli chiese Ethan.

" Lei è a lezione, genio. Comunque ci siamo lasciati."

Ethan sgranò gli occhi, incredulo. Come potevano essersi già lasciati? Erano stati insieme a malapena una giornata!

" Bello scherzo amico! Ma non ci casco."

" Non è uno scherzo. Ci siamo lasciati davvero." confermò Alan.

" Come? Che è successo?"

- Semplice, ho scoperto che lei è una ninfa, e una sirena ha tentato di uccidermi. - pensò, amareggiato.

" È una lunga storia." disse solamente.

Ethan alzò un sopracciglio, perplesso.

" Eh? Siete stati insieme a malapena ventiquattr'ore... Come fa ad essere una lunga storia? Dai, racconta."

Alan sbuffò, infastidito. Non aveva intenzione di raccontare tutto ad Ethan, era il suo migliore amico, ma se gli avesse detto la verità lui l'avrebbe sicuramente preso per pazzo.

" Lascia perdere, non voglio parlarne."

Ethan sospirò, conosceva bene il suo amico, sapeva che non c'era verso di convincerlo. Così sviò la conversazione verso un argomento meno spinoso, e la prima ora passò rapidamente.

In mensa, Alan non riusciva a stare fermo, si sistemava la maglietta, piegava il tovagliolo, scacciava briciole immaginarie dai pantaloni, agitato. Nonostante fosse deciso a chiudere definitivamente la sua storia con Zaira, l'idea di rivederla lo rendeva nervoso, sapeva che l'avrebbe fatta soffrire, ma doveva farlo. Non poteva certo stare con una ninfa! Eppure quando Iris raggiunse il loro tavolo era sola.

" Zaira?" chiese Alan.

" Non è venuta oggi."

Alan non aveva considerato quella possibilità. In effetti, Zaira probabilmente non aveva bisogno di andare a scuola, sicuramente si era iscritta solo per cercare il suo Sogno, quindi, ora che tra loro era tutto finito, non aveva più bisogno di frequentare la Riverside. Probabilmente non l'avrebbe più rivista. Era quello che voleva, no? Troncare il rapporto per riuscire a dimenticarla. Allora perchè si sentiva così triste all'idea di averla persa per sempre? Fissò il posto vuoto accanto al suo, il posto di Zaira. Ripensò alle loro chiacchierate, alla loro fuga in piscina, si era sentito così spensierato in quei momenti, e ora...

" No, non è per niente finita." disse Ethan, osservando il suo amico.

Alan si riscosse dai suoi pensieri, Zaira era una ninfa, lo aveva ingannato per tutto il tempo, doveva togliersela dalla testa una volta per tutte. Non aveva alcun senso innamorarsi di lei quando per lei era tutta una finta.

" Si invece, non ne voglio più sapere niente di lei." e come lo disse si rese conto che stava mentendo.

No, doveva smetterla, Zaira non lo amava, lo aveva preso in giro, non meritava che lui provasse quei sentimenti per lei.

" Cosa non è finita?" chiese Iris, senza capire.

" Zaira ed Alan si sono lasciati." disse Ethan.

Iris guardò Alan, sconvolta. Non si aspettava che la loro storia durasse così poco. Le erano sembrati così affiatati il giorno prima.

" Beh? Che c'è?" chiese Alan.

" C'è che sei un deficiente!" disse Iris.

Non gli lasciò il tempo di rispondere, si alzò da tavola con il cellulare in mano per chiamare la sua amica. Quando la vide rientrare in mensa, Alan dovette trattenersi dal chiederle come stava Zaira. Ma che gli stava succedendo? Lei lo aveva solo preso in giro e lui si preoccupava ancora per lei. Doveva trovare il modo di riprendere il controllo di sè stesso, non poteva permettersi di cascarci di nuovo.
Il suo telefono prese improvvisamente a vibrargli in tasca. Chi era che lo chiamava durante l'orario scolastico? Controllò il mittente, sua madre. Come mai lo chiamava a scuola? Rispose.

" Mamma?"

" Vieni a casa appena puoi, ho già chiamato a scuola per avvisare che salterai le lezioni del pomeriggio."

Come mai sua madre gli faceva saltare il pomeriggio a scuola? Proprio lei che era così fissata con la scuola. Che le fosse successo qualcosa?

" Arrivo subito, ma stai bene? È successo qualcosa?"

" Sto bene, tranquillo. Ma c'è qualcuno che dovresti conoscere." senza dire altro, riattaccò.

Qualcuno che doveva conoscere? Alan non riusciva a capire, che stava succedendo in quei giorni? Prima una sirena cercava di ucciderlo e scopriva che Zaira non era umana, ora uno sconosciuto si presentava a casa sua per conoscerlo, Alan aveva il presentimento che le cose fossero collegate. Salutò i suoi amici e tornò a casa.
Appena entrò vide sua madre seduta in soggiorno insieme agli zii di Zaira. Sempre ammesso che fossero davvero i suoi zii. Cosa ci facevano a casa sua? Si serebbe aspettato di tutto, tranne di ritrovarsi a chiacchierare con gli zii della sua ex ragazza.

" Eccoti, vi lascio soli. Avrete senz'altro bisogno di parlare da soli. Io vado a preparare il pranzo per tuo padre."

Così Clarissa uscì, lasciando Alan solo con gli zii di Zaira.

" Alan, forse è meglio se ti siedi." disse Soraya.

Alan fece come gli era stato detto e si sedette sulla poltrona accanto al divano su cui erano seduti i suoi ospiti. Dopo le rivelazioni del giorno precedente, sapeva che non valeva la pena di ribattere, se avevano a che fare con Zaira sicuramente nemmeno loro erano quello che sembravano.

" Come mai siete qui? Vi ha mandato Zaira?"

Soraya scosse la testa.

" No, siamo venuti appena abbiamo saputo che hai scoperto la verità."

" E perchè siete venuti? Ho l'impressione che non siate i veri zii di Zaira, giusto?"

" Infatti. È per questo che ho voluto che ti sedessi. Alan, noi siamo i tuoi genitori. Quelli biologici, se non altro."

Alan li guardò sconvolto. I suoi genitori? No, non era possibile! I suoi veri genitori erano morti quando lui era bambino! Istintivamente portò la mano al suo bracciale. Le tornarono in mente le parole di Zaira. Ti protegge davvero. Quindi i suoi genitori erano come Zaira? Allora anche lui era un ninfo? No, non poteva essere. Altrimenti non avrebbe rischiato di affogare.

" Alan?" disse Soraya, risvegliandolo dai suoi pensieri.

" I miei genitori? E siete... ninfi?" Chiese lui.

Soraya si mise a ridere.

" No. Io sono una ninfa, Lucas è umano. Eppure ci amiamo lo stesso, quindi non ascoltare quello che ha detto quella sirena. Umani e ninfe possono amarsi, e noi ne siamo la prova."

Lucas passò un braccio dietro alla schiena di Soraya e la trasse a sè. Alan non riusciva a crederci. I suoi veri genitori... erano vivi ed erano di fronte a lui. Ma se non erano morti... Alan era stato abbandonato. Perchè? Perchè non l'avevano tenuto con loro? Di nuovo Alan sentì la rabbia montare in lui. Ma c'era un'altra cosa che aveva bisogno di sapere prima di mandarli al diavolo.

" Zaira vi ha raccontato proprio tutto, eh? Ma se tu sei una ninfa e lui un umano... io... cosa sono?"

Soraya sospirò, triste, prima di cominciare a parlare.

" Tu sei un ibrido. E non dovresti nemmeno esistere. Per questo motivo ti abbiamo abbandonato, tra le ninfe vengono accettate solo le femmine, se nasce un maschio la madre lo deve uccidere, se non lo fa lo fanno le altre ninfe. Io però non ho voluto ucciderti, quindi ho finto di averlo fatto e ti ho affidato a tua madre e tuo padre. Il ciondolo che porti al polso, era di Lucas, io l'ho incantato perchè ti proteggesse e ho chiesto ai tuoi di non togliertelo. Alan, perdonaci se puoi, so che non deve essere facile rendersi conto di essere stato abbandonato. Ma se non lo facevamo, saresti stato ucciso. Era l'unico modo di proteggerti."

Alan sospirò, rendendosi conto che non aveva più motivo di avercela con loro, dopotutto l'avevano abbandonato per salvargli la vita, se non l'avessero fatto, sarebbe morto prima ancora di cominciare davvero a vivere.

" Non sono arrabbiato con voi. Anzi, vi sono grato per avermi salvato la vita. Però... non potevate venire a vivere in città? Magari potevo stare con Lucas mentre tu andavi a fare le tue cose da ninfa, poi tornavi a casa, no?"

Soraya abbassò lo sguardo.

" Oh Alan, non è così facile. Ma questo te lo spiegherà meglio Zaira..."

" No." la interruppe lui. " Voi siete i miei genitori, ho sempre desiderato conoscervi, e cercherò di farlo, nonostante tutto. Ma lasciate stare Zaira, lei non c'entra, io... non voglio più vederla!"

" Alan, non puoi. Tu... sei destinato a lei. Sei destinato a diventare il re delle ninfe e a regnare accanto a lei."

Destinato? Che voleva dire? Non era più nemmeno libero di scegliere con chi stare? Non aveva certo scelto lui di essere messo in mezzo a tutta quell'assurda faccenda!

" No, io non intendo diventare re di un regno che nemmeno conosco, insieme ad una ragazza che non posso nemmeno scegliere."

Soraya sorrise.

" Lo posso capire. Ma tu l'hai scelta, Alan. L'hai scelta prima ancora di sapere tutto questo, ora sei arrabbiato e spaventato, ma tu hai amato Zaira dalla prima volta che l'hai vista, così come lei ha amato te. Il Sogno indica alla futura regina non solo il futuro re, ma l'uomo destinato a farla innamorare davvero. Questo non lo sa nemmeno Zaira, ma è sempre stato così, fin dalla prima ninfa. Anche se decidi di rinunciare a lei, non amerai mai nessuna come sei destinato ad amare lei."

Alan non sapeva cosa farsene di tutta quella storia del destino. Lui voleva essere libero, libero di scegliere, libero anche di sbagliare, ma comunque sarebbe stata una sua scelta. Non sopportava l'idea di dover fare quello che gli dicevano solo perchè era 'destinato'. Se davvero era destinato a stare con Zaira sarebbe comunque tornato da lei, ma seguendo il percorso dettato dalle sue scelte personali, non certo perchè una ninfa gli diceva cosa fare. Quella ninfa forse era sua madre, ma non aveva nessun diritto di decidere per lui. Per non parlare del fatto che a Zaira non gliene fregava niente di lui.

" Di nuovo sta storia del Sogno. Zaira non faceva che chiamarmi così di fronte a quella sirena. Lei non mi ama, io sono solo il Sogno che la farà diventare regina, è tutto ciò che le importa! Non si è nemmeno preoccupata di chiamarmi per nome, ero solo il suo Sogno!" sbottò Alan, rabbioso.

" Stava cercando di proteggerti, Alan. Xeni è la regina delle sirene, da parecchio tempo cerca di prendere il controllo dell'intero lago. Ha persino fatto avvelenare la madre di Zaira. Ti aspetti davvero che Zaira le dica anche il tuo nome? Xeni non può uscire dall'acqua, è vero. Ma se conoscesse il tuo nome, troverebbe qualcuno che ti rintracci e faccia il lavoro sporco per lei."

Alan rimase spiazzato, non sapeva cosa dire, effettivamente Soraya non aveva tutti i torti. Poi, per la prima volta fu Lucas a rivolgersi a lui.

" Alan, Zaira ti ama davvero. Sua madre sta morendo lentamente, la regina delle sirene sta cercando di ostacolarla in ogni modo e, come se non bastasse, ha delle enormi responsabilità nei confronti delle sue sorelle. Dovrebbe portarti al castello il prima possibile, ma quando ne ha avuto l'occasione ha rinunciato,  sa che dovrai essere tu a regnare al suo fianco, ma non vuole privarti di tutto quello che hai qui. Sta mettendo a rischio il suo futuro regno per te, per lasciarti la possibilità di scegliere. Quindi non azzardarti nemmeno a pensare che lei non ti ami. Forse non se ne rende ancora conto, ma è così." disse Lucas.

Alan lo guardò, senza parole. Non aveva mai visto la cosa da quella prospettiva. Non si era reso conto di ciò che Zaira stava rischiando per lui. Ciononostante, non si sentiva pronto ad abbandonare del tutto la sua vita umana. Non poteva lasciarsi tutto alle spalle per una ragazza che conosceva da appena una settimana. Lui ci teneva a Zaira, certo, ma come poteva sapere che non era solo una cotta passeggera? Per non parlare del fatto che, dopo essere quasi annegato, non aveva più nessuna intenzione di entrare nemmeno in piscina, figurarsi trasferirsi al castello subacqueo delle ninfe!

" Va da lei, Alan. Ti spiegherà tutto. È andata al lago." le disse Soraya.

" Ma non è pericoloso?" chiese lui, ricordando le ultime parole di Xeni.

" Stai tranquillo, non entrare in acqua per nessun motivo e tutto andrà bene, ci sarà Zaira con te."

Alan annuì, salutò i suoi genitori, e si diresse al lago. Non sapeva ancora cosa sarebbe successo, se sarebbe tornato con lei o meno, ma doveva saperne di più, voleva conoscere tutta la verità prima di prendere una qualsiasi decisione.

 


CANTUCCIO AUTRICE:
Rieccomi qui!
Alan ha conosciuto i suoi veri genitori, e ora è pronto (Alan: eh? Pronto a chi?) ad affrontare Zaira. Cosa succederà? Cosa deciderà Alan? Appuntamento al prossimo capitolo!
A proposito, vi chiedo scusa, so che ci ho messo parecchio ma sto capitolo non riesco proprio a farmelo piacere. L’avrò modificato quindici volte e ancora non mi convince. Però di sto passo non aggiornavo più, quindi eccomi qui. Spero che almeno a voi piaccia. In ogni caso accetto consigli, fatemi sapere che ne pensate.
A presto,
Baci,
wingedangel.
   
 
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