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Autore: Gremilde    04/10/2015    5 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo e che decido di pubblicare sugli shugo chara. E' una storia che sto scrivendo con l'aiuto delle mie sorelline, anche loro appassionate dell'anime.
Non posso dirvi se all'interno della mia storia ci saranno degli spoiler. Non conosco il manga e dell'anime ho visto solo una parte. Questo racconto, è nato dopo aver visto Ikuto stare male per colpa dell'energia X contenuta nel suo violino. Non ho ancora visto cosa accadrà da lì in poi... Questo è ciò che immagino io...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quinto:
Custode e Oracolo

L’infermiera della scuola, permise ai pazienti di lasciare l’infermeria solo a pomeriggio inoltrato.
Durante lo scontro, i Guardiani avevano respirato del fumo e l’infermiera voleva essere sicura che i livelli di anidrite carbonica e monossido di carbonio nel sangue, fossero entro i livelli di guardia.
I genitori dei Guardiani, passarono a prendere i rispettivi figli alcune ore dopo l’ultima uscita e li trovarono in giardino a parlare con il Preside e due persone che non avevano mai visto.
- Amu! – la chiamò la madre correndole incontro – Amu, tesoro, stai bene?
- Mamma… - balbettò lei con un sobbalzo – Sì… Sto bene… - guardò i compagni – Stiamo tutti bene.
- Cos’è successo? – domandò il padre di Rima abbracciando la figlia.
- Una fuga di gas all’interno del Royal Garden. – spiegò Takuumi prontamente – Fortunatamente i ragazzi erano vicini all’uscita e sono riusciti a scappare.
- Qualcuno ha manomesso il sistema di riscaldamento. – spiegò Tsukasa ringraziando Takuumi per la pronta spiegazione.
- Ma che gente strana! – borbottò la madre di Yaya – Sembra quasi che vogliano far chiudere la scuola.
- È la stessa impressione che abbiamo noi. – annuì lentamente Tadase – Ma il signor Fuyutssuki si è offerto di aiutarci, lui è un esperto nel campo. Vero senpai Takuumi? – sorrise incastrandolo magistralmente.
- E bravo piccolo re. – rispose al sorriso Sakura – Hai preso nel sacco l’inafferrabile Takuumi.
L’uomo si grattò i capelli neri, scompigliandoli sulla fronte, poi prese Sakura per mano ed annuì.
- È vero signori, io sono un tecnico specializzato in simili guasti.
- E la signorina…? – domandò osservandola il padre di Amu.
- Sono l’insegnante di arti marziali. – si presentò con un inchino Sakura – Affiancherò l’insegnante di educazione fisica durante quest’anno scolastico.
- Ooh giusto! – annuì la madre di Nagi, elegante nel suo kimono – Avevamo ricevuto una lettera di convocazione a scuola per conoscerla.
- Mi dispiace che ci siamo incontrati in questo modo. – sospirò Sakura mestamente.
I genitori degli alunni chiacchierarono amabilmente per alcuni minuti con i rispettivi figli e con il Preside, escludendo dalla conversazione l’insegnante di ginnastica ed il tecnico.
- Perché non hai detto loro chi sei? – le domandò Takuumi giocando con un ricciolo.
- Perché non mi andava. – si strinse nelle spalle Sakura, che rabbrividì al tocco di Takuumi – Ti prego smettila. – si allontanò – Sono ancora scossa e non riesco a tenere a freno la mia energia.
- Scusa… - fece un passo indietro lui che, guardandosi intorno, disse – Ma i nostri shugo chara che fine hanno fatto?
Sul volto di Sakura si dipinse un’espressione colpevole, distogliendo lo sguardo da quello di Takuumi replicò:
- Non lo indovini, Oracolo?
- Non ci credo! – scosse la testa lui – Io non indovino, ragazzina – le mormorò nell’orecchio – Io prevedo, sono un Oracolo.
- Takuumi, Sakura. – li richiamò all’ordine Tsukasa – Potreste prestare attenzione alla conversazione invece di fare i piccioncini?
- Cos’è Tsukasa, - rise l’Oracolo – sei geloso?
- Uomini! – scosse la testa bionda la Custode – Senpai, ho messo in chiaro tempo fa ciò che provo. – lo guardò – E’ grazie alla mia dichiarazione che… - si chetò, rendendosi conto che il Preside aveva continuato a parlare amabilmente con i genitori e che quello che aveva vissuto era solo un illusione creata da Takuumi per prenderla in giro.
- Finalmente hai capito! – rise forte lui facendo girare Tsukasa verso di loro – E’ sempre stato troppo facile prenderti in giro.
- Ti odio e ti detesto, Fuyutssuki. – rispose con il sorriso più dolce che riuscì a fare, sbattendo civettuola le lunghe ciglia.
- Lo so. – continuò a ridere lui passandosi una mano sul viso – E sai che ricambio i sentimenti.
- Signori. – li richiamò duramente Tsukasa – Volete renderci partecipi della vostra ilarità?
- Un vecchio trucco, che funziona sempre.
- Ma non parliamo delle sue tecniche da illusionista adesso. – sbadigliò Sakura – E’ un argomento noioso. – sorrise ai genitori ed affiancò Amu – Domani vorrei iniziare un percorso di formazione spirituale con i vostri ragazzi.
- Mi sembra un’ottima idea. – annuì la madre di Nagi, affascinata dai modi di fare della donna.
- Ma non abbiamo più un posto dove stare. – sospirò teatralmente.
- Potremmo ospitarli noi, mamma. – le sorrise affabile il Jack’s Chair – Sono certo che prendere parti a simili lezioni mi sarà di aiuto.
- Sì caro. – annuì – Questa sera predisporremo la palestra per domani mattina. – sorrise – Oppure volete fermarvi tutti a dormire da noi?
- Ottima idea, signora! – annuì Takuumi – Io e Sakura siamo nuovi della città e non abbiamo ancora un posto fisso dove vivere.
- Io ho una camera in albergo. – si strinse nelle spalle la giovane donna – Ma accetto volentieri la sua ospitalità signora. Il percorso che dobbiamo fare con i Guardiani è lungo, avere un posto sicuro dove esercitarsi è fondamentale.
- Ne sono felice signorina Miraboshi. – le sorrise la madre di Nagi arrossendo deliziosamente.
- Nagi, potresti darmi l’indirizzo di casa tua. Passerò in hotel e verrò da voi.

Il Jack’s Chair scrisse su un taccuino l’indirizzo di casa Fujisaki, lo porse all’insegnante e si allontanò dal gruppo in silenzio salutando con un cenno della testa.
Sakura tornò verso il Royal Garden e recuperò la sua borsa dalle macerie, per fortuna non c’erano né studenti né inservienti in giro, dopo una rapida occhiata, vide che nessuno aveva frugato all’interno della sacca.
Accarezzando il libro ed il contenitore in legno con mano gentile, Sakura richiuse la borsa e si apprestò a lasciare la Seiyo Academy.
- Non pensavo che il tuo albergo fosse tanto vicino alla scuola. – la bloccò Tsukasa con un sorriso sghembo.
- Ancora tu. – lo guardò – Ma non stavi organizzando le cose con il resto dei genitori?
- Mi sono liberato. Stavo andando al Planetario e ti ho vista.
- Potrei denunciarti per stalking. – replicò senza allegria.
- Sakura. – la bloccò mettendole una mano sul braccio.
- Lasciami. – mormorò piano, quasi soffiando come i gatti quando sono spaventati e stanno per attaccare.
- Ti prego io.
- Senpai. – strattonò il braccio lontano dalla mano – Ho detto la-scia-mi. – e senza aspettare che lui dicesse o facesse altro, si allontanò raggiugendo velocemente l’hotel dove aveva soggiornato.
Al bancone, prese la chiave della sua stanza e salì le scale sorridendo, adesso che era più vicina sentiva distintamente l’energia degli shugo chara che aveva trasportato in quella stanza per salvarli dall’esplosione.
- Finalmente! – la investirono appena aprì la porta.
- Scusatemi! – mormorò entrando e chiudendosi dentro – Ho agito per voi.
- Sei la Custode. – annuì Arashi saggiamente – Ma potevi almeno liberarci prima.
- Arashi. – si sedette pesantemente sul letto – Erano anni che non usavo un simile incantesimo. – sorrise – Non ricordavo come rendervi nuovamente liberi a distanza.
- Invece di essere così cattivi con lei, - iniziò Suu – dovreste ringraziarla. Se non fosse stato per lei, saremmo tutti schiacciati.
- Grazie piccola Suu! – le sorrise riconoscente Sakura – E’ stata una battaglia molto dura.
- Perché Amu non ti ha aiutato? – domandò Dia delusa.
- A causa di un seme nero. – spiegò la Custode.
- Cos’è un seme nero? – domandò Kiseki mettendosi davanti agli occhi di Sakura.
- E’ un maleficio usato per controllare Amu attraverso Ikuto. – sospirò – Durante la battaglia, io stavo tentando di purificare Ikuto dalla magia X. Lui ha fatto credere ad Amu che lo stessi uccidendo.
- Ikuto non è così. – scosse il capino Yoru – Lui non farebbe mai male ad Amu.
- Lo so gattino! – lo prese tra le mani a coppa e lo cullò – Non perdere fiducia nel tuo portatore. Dentro il corpo di Ikuto, splende una scintilla di forza vitale. L’ho sentita.
- Anche noi. – annuì Kusukusu seria per la prima volta.
- È grazie a quella scintilla che non ha ucciso nessuno di noi. – terminò Miki disegnando.
- Già… - annuì la donna – Adesso vado a lavarmi, poi andremo tutti a casa Fujisaki. Saremo loro ospiti.
- Sakura? – la chiamò la shugo chara di Nagihiko – Io e Temari possiamo andare da Nagi?
- Per me siete tutti liberi di tornare dai vostri portatori. – annuì dirigendosi verso il bagno – Ho sciolto l’incantesimo nell’istante in cui sono entrata in camera.

Gli spiriti guardiani salutarono Sakura con gratitudine, poi uscirono dalla stanza volando dai propri portatori.
Yoru scelse di restare con lei, non voleva tornare a casa Himamori e con le shugo chara di Sakura aveva legato, soprattutto con Chobi.

 

Intanto alla Easter…

Mentre i Guardiani e i rispettivi genitori, rientravano a casa; alla Easter, Ikuto, era ancora sottoposto al trattamento per riempire i suoi punti vitali di energia negativa e farlo diventare un soldato ai comandi del capo della società.
- Dottoressa Otsune… - parlò uno dei medici leggendo sul monitor le funzioni vitali del ragazzo – Se continuiamo Ikuto morirà.
- Lo so Satoshi, - annuì alzandosi dalla scrivania – Non ho intenzione di terminare il trattamento. – guardò la cartella – Inizia a spegnere le macchine. Non voglio perdere il nostro soggetto migliore.
- Sì dottoressa. – Satoshi iniziò a riprogrammare il computer che iniettava il fluido X all’interno del corpo di Ikuto; lentamente i tubi delle flebo tornarono trasparenti ed i parametri vitali del soggetto si stabilizzarono.
- Questa roba è veleno. – scosse la testa Otsune.
- Perché non si ribella e smette di sottoporlo al trattamento? – domandò sfilando gli aghi il giovane medico.
- Perché se lo facessi morirebbe. – spiegò aiutandolo – Ikuto è come un drogato. Ha bisogno delle iniezioni di energia X, esse creano una specie di dipendenza.
- Oh. – borbottò l’altro ripulendo il petto del giovane dal sangue raffermo – Non ho studiato per uccidere innocenti.
- Non lo stai facendo. – gli sorrise la donna – Ikuto ha iniziato il percorso di disintossicazione.
- Come? – domandò Satoshi guardando la donna con gli occhi sgranati.
- Ad ogni somministrazione, gli stiamo iniettando meno veleno X. – rispose dura – Odio quello che il capo ci obbliga a fare. Purtroppo i colleghi che si occupano del violino non sono d’accordo con me e stanno continuando a potenziarlo.
- Ma non teme per la sua vita dottoressa?
- Il capo è un uomo senza scrupoli. – sorrise triste somministrando ad Ikuto dei liquidi – Appena avrà ottenuto ciò che vuole da questo ragazzo, ci ucciderà. Morire per morire, preferisco farlo tentando di aiutarlo.
Satoshi ingollò a vuoto alcune volte, riflettendo sulle parole saggie della donna a capo della squadra di medici.
Otsune aveva pienamente ragione: la Easter raramente lasciava testimoni. Loro avevano visto cose indicibili in quel laboratorio, non sarebbero mai tornati a casa con le proprie gambe se non dentro una cassa di legno.
- Ha ragione dottoressa. – annuì pulendo gli aghi – La aiuterò falsando i valori al computer. – le sorrise – Aiutiamo questo povero ragazzo.
- Ti sono riconoscente Satoshi. Grazie.

Ikuto aprì lentamente gli occhi, sentiva il corpo bruciare e aveva dolore ovunque. Era pieno di escoriazioni e tagli, ma la sua mente era vuota non ricordava niente di ciò che gli era successo.
- Ben tornato tra noi. – lo accolse Otsune.
- Hhm. – mormorò senza rispondere, si guardava spaesato intorno, non capiva dove si trovasse.
- Sei nel laboratorio della Easter. – spiegò Satoshi intuendo i suoi pensieri – Non riesci a parlare perché ti abbiamo dovuto intubare durante il trattamento. Adesso ti libero… pronto? Al mio tre, quando tiro il tubo tu tossisci, ok? – Ikuto annuì, aspettò il segnale della dottoressa e poi tossì per liberarsi dal tubo endotracheale.
- Voi chi siete? – domandò quando riacquistò la voce.
- I tuoi medici. – spiegò Satoshi – Sei molto malato. Noi ti stiamo curando.
- Oh… - chiuse gli occhi e sospirò, sentendo una sensazione di benessere spandersi per il suo corpo.
- Ti ho dato un rilassante blando. – spiegò la dottoressa – Sei seriamente ferito, devi riposare sereno.
- Grazie dottoressa. – mormorò prima di cadere in un sonno profondo.
La dottoressa controllò per un’ultima volta le sue funzioni vitali; poi prese dalla scrivania il suo cellulare e, dopo aver scattato una foto al ragazzo addormentato, la inviò al vecchio numero di Takuumi, che pregò essere sempre attivo.

Grazie all’intervento della dottoressa Otsune, Ikuto dormì per alcune ore.
Si sentiva sfibrato, privo di ogni energia vitale, solo il ricordo degli occhi ambra di Amu riusciva a risollevarlo e farlo sentire meno solo.
Nella sua testa c’era molta confusione. Non capiva dove iniziava la fantasia e dove la realtà. Ricordava di aver quasi ucciso la sua Amu e di aver combattuto contro una donna molto forte che suonava il violino con la stessa classe e tecnica del padre.
La dottoressa controllava le sue condizioni vitali, appuntandole su un file criptato, che usava per verificare che la sua cura disintossicante avesse effetto.
Mentre gli stava misurando la febbre, Ikuto aprì gli occhi, non erano vacui come prima stava lentamente tornando in sé.
Otsune gli deterse la fronte con un panno umido e gli sorrise dicendo:
- Ben svegliato, gattino.
- Ch… - provò, ma faceva fatica a parlare – Chi sei?
- Sono la dottoressa Otsune Kunami, ex Ace’s Chair. – si presentò.
- Dottoressa? – ripeté dopo aver bevuto un lungo sorso d’acqua – Questo non è un ospedale.
- No. – scosse la testa – Sei alla Easter.
- È colpa tua se sto così? – domandò chiudendo gli occhi.
- No ragazzino. – gli sorrise controllando i segni vitali – E’ il capo.
- Silenzio! – gemette l’assistente della dottoressa – Stanno arrivando.
- Fingi di dormire. O uccideranno entrambi. – gli disse Otsune all’orecchio mettendogli la maschera per l’ossigeno sul viso.

Ikuto non chiese niente, chiuse gli occhi e fece ciò che la donna gli aveva chiesto; era molto debole e non avrebbe potuto combattere contro nessuno.

 

 

Residenza Fujisaki

I Guardiani, accompagnati dai rispettivi genitori, raggiunsero la casa di Nagihiko in tempo per la cena e si sistemarono nella palestra dove l’anziana tata di famiglia aveva fatto preparare i futon per tutti.
- Il vostro arrivo ci ha colto di sorpresa, - spiegò la donna inchinandosi – spero che possiate perdonare l’alloggio di fortuna di questa sera.
- La famiglia Fujisaki è molto gentile ad ospitarci. – sorrise rispondendo all’inchino Sakura – Grazie.
- Sì, grazie. – le fece eco Tsukasa andandole a fianco – E’ importante che i ragazzi stiano insieme a parlino di ciò che è successo oggi.
- Signorina Miraboshi. – la chiamò la madre di Nagihiko – Lei è psicologa vero?
- Esatto signora. – annuì con un sorriso gentile la giovane donna – E’ per questo che mi sono permessa di unirmi al gruppo di studenti.
- La sua presenza mi rassicura molto. – annuì il padre di Yaya, preoccupato per la figlia.
- Grazie signor Yuiki, lei è molto gentile; questi ragazzi mi hanno salvato la vita oggi e mi sembra giusto stare con loro per parlare.
- La professoressa Miraboshi si prenderà egregiamente cura di noi. – sorrise Tadase per tranquillizzare i presenti – Adesso tornate a casa, state approfittando dell’ospitalità dei signori Fujisaki.
Mormorando saluti e distribuendo abbracci, i genitori dei Guardiani lasciarono i rispettivi figli alle cure amorevoli della signora Fujisaki.
- Nagi, - lo chiamò la madre – accompagna i ragazzi alla palestra, porta i bagagli della signorina Miraboshi, così che lei possa venire con me a bere una tazza di tea.
- La ringrazio signora, ma sono stanca e vorrei stendermi un po’ in palestra con i ragazzi.
- Signorina Miraboshi, perché non occupa la mia camera? Non mi sembra giusto lasciarla dormire con gli altri in palestra.
- Nagihiko, tu sei molto premuroso nei miei confronti. Forse temi che possa dire qualcosa di strano; ma non potrai mentire ancora per molto ai tuoi amici. – gli sorrise – Come ti ho già detto, non voglio trattamenti di favore. Ma vorrei un posto dove lasciare la mia borsa e rilassarmi.
Il Jack’s Chair sobbalzò, borbottando qualche parola di scusa, accompagnò gli amici e la nuova insegnante alla palestra dove già li stavano aspettando il Preside e Takuumi.
- Miraboshi. – la chiamò l’Oracolo – Avrei bisogno di parlare con te. – e le mostrò un vecchio blocco dove disegnava le sue visioni.
- L’ho intuito dal tuo sguardo. – fece un mezzo sorriso – Ma possiamo rimandare a dopo? Adesso vorrei parlare io con i ragazzi.
- Trovo che sia un’ottima idea. – annuì Tsukasa, durante la riunione della mattina non erano riusciti a dire molto, l’attacco di Ikuto li aveva interrotti quando la storia stava per diventare interessante.
- Farò portare del tea e qualcosa da mangiare. – si offrì Nagihiko.
- Bravo ragazzo! – annuì Takuumi prendendo la borsa dalle mani di Sakura – Intanto ci sistemiamo.
In silenzio, entrarono nella palestra, si diressero verso i futon e lasciarono cadere le borse pesantemente a terra. Sakura, sospirando, si sistemò nel futon accanto a quello di Takuumi, gli shugo chara li avevano raggiunti e stavano tranquillamente riposando su un morbido cuscino.
- Che fine avevi fatto Pepe? – domandò Yaya.
- Scusa Yaya… - borbottò facendo muovere il ciuccio – Siamo stati intrappolati per tutto il tempo nella stanza di Sakura.
Coooooosssaaaaaaaaaaa? – urlò l’Ace’s Chair girandosi verso la giovane donna.
Sakura abbassò la testa con espressione colpevole, chiese ai ragazzi di sedersi in cerchio vicino a lei e, dopo che Nagihiko tornò con il cibo ed il tea, iniziò a raccontare.
- E’ giunto il momento di dirvi tutta la verità. – iniziò Sakura che, aprendo il suo zaino, estrasse un grosso libro ed un porta uovo in legno finemente scolpito – Sono Sakura Miraboshi, ex Jolly dei Guardiani della Seiyo Academy. Nelle stelle del mio destino, - continuò estraendo un ciondolo dalla camicetta – era scritto che sarei diventata la Custode degli Shugo Chara.
- Cosa significa? – domandò Rima che sedeva comodamente appoggiata a Nagi, erano una bella coppia e si volevano molto bene.
- Significa che io, grazie a questo libro, conosco tutti gli shugo chara passati presenti e futuri. – un mormorio eccitato si levò dal gruppo e la giovane donna prima di riprendere a parlare, aspettò che si calmassero – Con i miei poteri di divinazione, riesco ad avvertire la presenza di un uovo del cuore.
- Soprattutto se quello è in difficoltà. – aggiunse Takuumi sfiorando la copertina del libro con devozione – A salvato la mia vita. – sorrise.
- E tu la mia. – arrossì Sakura.
- È per questo motivi che già conoscevi tutti i nostri shugo chara? – chiese Amu appoggiando la testa sulle ginocchia.
- Sì. Il Libro degli Shugo Chara è stato per un lunghissimo periodo di tempo in silenzio. Lo consultavo quasi ogni giorno durante il mio trasferimento in Inghilterra; ma, a parte i miei spiriti e quello di Takuumi, non ho mai ricevuto altre segnalazioni. – un sorriso triste le aleggiò sul viso – Ho pensato che fosse la mia punizione. Per colpa della mia stupidità e della gelosia del senpai Tsukasa, durante un attacco del nemico molti nostri amici hanno perso la vita. Credevo di non essere più degna di essere la Custode. – e mostrò loro la scatola.
- Ragazzi, siete lì dentro? – domandò una voce maschile nuova, aprendo la porta della palestra.
- Kukai Soma. – sorrise Sakura – Finalmente ci degni della tua presenza e di quella di Daichi.
- Mi stavate aspettando? – rise un po’ in imbarazzo prendendo posto vicino a Tadase – Lei sa il mio nome, ma io non la conosco.
- Ma io sì. – annuì Daichi andandole incontro – Tu sei la Custode. – le volò attorno – Avevo sentito la tua presenza.
- Daichi, è con molto piacere che faccio la tua conoscenza. – sorrise di nuovo la giovane donna – Sono Sakura Miraboshi, Kukai. Sono un supporto alla squadra dei Guardiani. Grazie per esserti unito a noi.
- Sei la Custode? – chiese il giovane – Cosa vuol dire?
- Ce lo stava appunto spiegando Kukai. – rispose Amu guardandolo.
- Amu. Come stai? Ragazzi… scusate… ho dimenticato le buone maniere a casa. – arrossì in imbarazzo – Come state?
- In preda al panico. – rispose onestamente Rima – Ma ora meglio.
- Abbiamo bisogno di diventare più forti, la Easter sta usando Ikuto contro di noi.
- E non solo Ikuto. – aggiunse aspramente Tadase – Ma anche Amu preferisce non aiutarci.
- Tadase. – lo riprese con durezza Sakura – Sei ingiusto con lei. Amu è vittima di un maleficio.
- Sì. – annuì sprezzante alzandosi in piedi, non si era mai comportato così – Il suo maleficio si chiama Ikuto!
- Takuumi. – la giovane donna si girò a guardare l’Oracolo, lui stava osservando attentamente il King’s Chair sbalordito dal suo comportamento.
- Temo che l’energia negativa abbia sporcato i cuori di tutti. – disse dopo un lungo silenzio l’uomo – Abbiamo bisogno di te, Sakura-Chobi.
- Di Chobi? – inarcò le sopracciglia disperata – Perché?
- Con chi vuoi fare un rituale di purificazione?
- Con me. – si offrì Suu – So che non posso contare sul cuore di Amu in questo momento.
- Piccola Suu, davvero mi offri il tuo aiuto?
- La mia girandola di miele potrebbe spazzare via l’energia negativa dei loro cuori.
- Ma non restarci male se non aiuterai Amu. – le disse Arashi saggiamente.
- Lo so. Ma se posso rallentare il ritmo di crescita del suo seme nero per me è già una conquista.
- Accetto piccola Suu. – Sakura si alzò in piedi lentamente, poi disse – Guardiani, la battaglia di oggi ha sporcato i vostri cuori. L’energia negativa alla quale siete stati sottoposti è rimasta intrappolata dentro di voi.
- La signorina Miraboshi non sa più a cosa raccontarci per farci stare qui? – chiese sprezzante Tadase.
- Tadase! – lo rimproverò Kukai – Non è da te un simile comportamento.
- Chissà… - rise – Forse questo è il mio vero IO. Forse così, Amu mi amerà di nuovo.
- Tadase… - ingollò a vuoto la Jolly, spaventata dallo strano comportamento del suo amico e compagno di classe – Smettila, se è uno scherzo non è divertente.
- Non è uno scherzo. – le spiegò il Preside – Purtroppo l’energia negativa rimasta intrappolata dentro di loro, sta facendo mutare in peggio il carattere dei tuoi amici.
- Un po’ come ho fatto io durante la battaglia. – sospirò osservando gli altri in palestra.
- Non sentirti in colpa Amu. – le sorrise Yaya – Sei stregata. – e l’abbracciò stritolandola con il suo affetto.
- Permettetemi di aiutarvi. – intervenne Sakura – E’ solo un tentativo il mio.

I Guardiani annuirono, solo Tadase la osservò beffardamente e scetticamente, ma sedette a terra vicino a Kukai certo che la nuova arrivata avrebbe fatto un buco nell’acqua.
Sakura sospirò, si portò al centro del cerchio e disse:
- Adesso cuore mio… Schiuditi! – Suu con la dolcezza e la serenità che la distingueva, si chiuse all’interno del suo uovo con il seme di fiori e si chara trasformò con Sakura.
Dalla loro unione uscì una cuoca, con la gonna corta sul ginocchio color verde pistacchio; camicetta bianca aderente e sbottonata a mostrare il seno della giovane donna; décolleté con il tacco quadrato nere e capelli legati in una coda alta sulla nuca, dove spiccava il simbolo del seme di fiori.
Il viso di Sakura era finemente truccato e dai suoi luminosi occhi azzurri, sembrava, brillassero centinaia di stelline.
- Chara Trasformation… Mistycal Flower… - dissero insieme lei e Suu sorridendo.
I Guardiani, dopo l’apparizione di Mistycal Flower cessarono di discutere e battibeccare; gli adulti sorrisero certi che Sakura avesse fatto la scelta giusta.
- Quanta rabbia… Quanta energia negativa qua dentro… - parlò la Custode, e la sua voce risuonò dolcissima – I sentimenti che provate, sono oscurati dall’energia X… - li guardò con affetto – Adesso manderemo via questa rabbia che avvelena i vostri cuori… - così dicendo, tra le sue mani comparve una frusta da dolci color bronzo e verde, Sakura mimò il gesto di sbattere le uova e disse – Zucchero… Miele… Energia del Custode… Gli ingredienti sono pronti… - Girandola di Miele Mistica… - facendo una serie di piroette dalla frusta iniziò ad uscire una polvere color miele che invase la palestra, spazzando via l’energia negativa.
I Guardiani caddero a terra, investiti dalla potenza dell’energia di Sakura: non avevano mai sperimentato i poteri di un Custode e non immaginavano potessero essere così forti.
Quando la polvere di miele si dissolse, Sakura e Suu si erano separate e sorridevano osservando i presenti finalmente tornati in sé.
- Ottimo lavoro Custode! – si complimentò Takuumi dandole un colpetto affettuoso sul sedere.
- Grazie Oracolo. – arrossì lei sorridendo – Vi sentite meglio ragazzi?
- Molto. - annuì Rima sistemandosi i capelli – Grazie signorina…
- Per favore, facciamo parte della stessa squadra. Questo signorina mi sta infastidendo. Sono Sakura.
- Grazie Sakura. – le sorrise riconoscente Tadase – Chiedo scusa a tutti, ricordo vagamente di essere stato maleducato.
- Un comportamento del genere non si addice al futuro Re del Mondo. – lo rimproverò Kiseki.
- Kiseki. – lo richiamò la Custode – Non mi sembra il caso che tu faccia il saccente. – lo spirito arrossì ed abbassò lo sguardo con espressione colpevole, a lui era piaciuto Tadase iroso e attaccabrighe.
- Custode, ti chiedo di perdonarmi. – mormorò.
- Adesso che gli animi si sono calmati. – parlò Tsukasa – Potremmo terminare questa riunione, è già la terza volta che la interrompiamo e siamo solamente a metà del racconto.

Sakura aspettò che i ragazzi scegliessero una posizione comoda, poi parlò loro di come avesse trovato il Libro degli Shugo Chara ed il Ciondolo nella biblioteca del Royal Garden; e di come fosse subito entrata in sintonia con entrambi.
Lei non era mai riuscita a far funzionare il Lucchetto Magico, nonostante la predizione di Tsukasa che una portatrice di tre uova avrebbe fatto funzionare il Lucchetto, quella persona si era rivelata non essere lei. Ci erano voluto anni prima di trovare la persona giusta: Amu per l’appunto.
Da quel momento, Sakura era diventata la Custode del Libro: grazie ad esso ed ai suoi poteri di divinazione, era in grado di stabilire dove e quando un uovo del cuore si sarebbe schiuso o dove avrebbe attaccato il nemico di allora per cercare di catturare il magico e mai schiuso “Egg Amber”, l’uovo di ambra, il primissimo uovo del cuore apparso sulla terra.
Dopo anni di ricerche e battaglie, i Guardiani erano riusciti a trovare l’Egg Amber e, durante il difficile percorso del ritrovamento, al gruppo si erano uniti Takuumi, rivelatosi poi l’Oracolo colui che attraverso visioni era in grado di vedere il prossimo futuro per cercare di cambiarlo e l’Ace’s Chair che durante gli anni aveva cambiato idea e si era spostata a fianco del nemico.
Sakura e Takuumi avevano il compito di proteggere l’Egg Amber, attorno a lui, avevano creato una barriera di energia positiva; nel corso degli anni avevano cercato di farlo schiudere ma Takuumi aveva avuto una visione nella quale aveva visto che né lui né Sakura sarebbero riusciti nell’intento, perché l’Egg Amber era destinato ad un’altra coppia di portatori.
I ragazzi chiesero chi fosse la coppia; Takuumi scosse il capo e rispose:
- Questo non mi stato ancora rivelato. Durante le mie visioni, molti dettagli sono avvolti nella nebbia. Sapevo però che avrei incontrato nuovamente Sakura, - le sorrise – ed avrei trovato un Jolly molto potente sul mio cammino. – e indicò Amu con la testa – Un Jolly legato al ragazzo che sto tentando disperatamente di salvare.
Amu non replicò, si strinse con più forza le ginocchia al petto e lasciò che le lacrime le calassero lungo le guance. Kukai la abbracciò e la fece piangere in silenzio, cullandola con affetto.
Sakura sospirando, disse:
- Ho bisogno di fare due passi fuori…
- Ti accompagno. – si alzò Takuumi – Così parliamo io e te.
- Va bene…
Custode ed Oracolo uscirono in giardino, camminarono in silenzio osservando i fiori notturni e le stelle in Cielo; presero posto su una panchina vicino al laghetto delle carpe e si presero per mano.
- Cosa devi dirmi, Takuumi?
- Tanto e niente. – ammiccò verso il firmamento.
- Fuyutssuki, sai che non ti sopporto quando parli per enigmi! – scosse la testa bionda lei, poi chiuse gli occhi appoggiandosi allo schienale della panchina.
- Lo so. Fa parte del mio fascino parlare per enigmi.
- Fascino! – borbottò lei gonfiando le guance, Takuumi scoppiò a ridere divertito, sembrava tornata adolescente.
- Sei cambiata, ma sei sempre la stessa.
- Ahahaha… - rise aprendo gli occhi – Grazie, è un bellissimo complimento!
Takuumi le prese il mento con le dita ed inchiodò i suoi occhi in quelli di lei per un lungo momento, prima di piegarsi a baciarla. Fu un bacio tenero, uno sfiorarsi di labbra delicato e morbido che durò pochi secondi, ma che lasciò entrambi senza fiato.
- Ho ricevuto un messaggio da Otsune. – le disse contro la sua bocca.
- Prima mi baci. – si irrigidì – Poi mi parli di Otsune?
- Lei ha Ikuto. – le mostrò il cellulare con la foto.
- Oooh… - fu tutto quello che disse Sakura osservando la foto.
- Leggi il messaggio, sta cercando di salvarlo.
- Ti fidi?
- No. – rispose sincero – Otsune ci ha già tradito.
- Infatti. – annuì Sakura – Hai avuto una visione, vero?
- Più di una in realtà. – rispose e la guardò con uno sguardo carico di malizia.
- Takuumi… - rabbrividì sentendosi nuda.
- Ho visto anche quello. – rise intuendo i pensieri della giovane donna.
- Comeeee? – scattò in piedi – Mi hai vista n… nuda? – arrossì.
- Sì. – rispose semplicemente prendendola per mano e tirandola verso di sé, Sakura si ritrovò in braccio a Takuumi, il viso nascosto contro l’incavo del suo collo; le mani di lui che la stringevano con ferma dolcezza, la sua bocca sfrontata sopra la sua fronte.
- Ti diverti tanto a prendermi in giro?
- No. – mormorò aggiustandola per poterla abbracciare meglio – Siamo io e te, Sakura. Niente giochetti.
- Mi fido di te. – rispose ed iniziò a baciargli il collo, a mordicchiarlo dolcemente facendolo gemere di piacere.
- Sei tremenda ragazzina… - sorrise prima di baciarla ancora, stavolta il bacio fu tutt’altro che dolce e tenero: Takuumi le mordicchiò le labbra e poi ci passò sopra la punta della sua lingua prima di catturarle la bocca con la propria.
Sakura boccheggiava in cerca di ossigeno, gli attacchi della bocca di Takuumi la lasciavano stordita e senza fiato, cercava di reagire al meglio, ma ogni volta che le loro lingue si toccavano, il suo cervello andava in tilt, concentrata soltanto sul piacere che quei baci e quelle carezze erano in grado di darle.
- Sakura… - le disse lui ansimando – Dobbiamo fermarci…
- Takuumi… - lo guardò – Non dobbiamo fermarci…
- Sì… - la liberò dal suo abbraccio – Non sappiamo controllare la nostra energia.
- La Easter.
- Già, immagina se prendessero l’Egg Amber e l’Embrione.
- Non oso immaginarlo. – mormorò, scese dalle gambe di Takuumi e si chinò a baciarlo – Non credo che riuscirò a smettere di farlo.
- Non smettere. – sorrise e lei sentì il cuore battere forte – Ma non perdere di vista il tuo obbiettivo. - e le mostrò il blocco: nel disegno della sua visione, Takuumi aveva ritratto la Custode ed il Jolly mentre si allenavano duramente.
- Sarà dura strappare il germoglio dal suo cuore. – borbottò.
- Ma non impossibile. – le prese una mano – Ti aiuteremo tutti.
- Mmh… - lo guardò – Tsukasa no.
- E chi se ne frega di lui! – scoppiò a ridere alzandosi in piedi, l’abbracciò e continuò – Non abbiamo bisogno della sua gelosia. Dobbiamo salvare Ikuto ed Amu.
- Non possiamo permettere che la storia si ripeta.
- Esatto! – annuì – Tu pensa ad Amu, io cercherò mio nipote.
- Takuumi…
- Hm?
- Ho conosciuto tuo fratello maggiore. – lo guardò e vide la mascella di Takuumi irrigidirsi.
- Ah sì? – chiese con voce incolore.
- Ho seguito un corso di violino diretto da lui. – ingollò a vuoto, ma l’uomo si rilassò ricordando che Sakura amava la musica – Gli assomigli molto, sai?
- Mah… non credo. – scosse la testa.
- Suona il violino divinamente, la sua carriera all’Estero è all’apice. Ma i suoi occhi sono molto tristi, sente la mancanza della propria famiglia.
- Nessuno l’ha obbligato ad andare via. – scosse la testa – Sua moglie e i suoi figli e… me…
- Non è vero che non ha mai voluto conoscerti. – spiegò – Lui ignora la tua esistenza. Il padre, la famiglia di vostro padre, ha fatto in modo di tenerti sempre nell’ombra. Il vecchio avrebbe voluto rendere ufficiale la tua presenza ma, purtroppo, è morto prima di poterlo fare. I parenti, vergognandosi delle umili origini di tua madre, hanno fatto in modo di insabbiare tutto.
- Ci sono riusciti molto bene. – annuì – Sono cresciuto odiando il mio fratellastro e nostro padre. Dando a lui la colpa di tutto. Mia madre è morta di crepacuore. Io sono cresciuto tra orfanatrofio e famiglie affidatarie. Fino a trovare quella giusta, che ha saputo accettarmi e darmi un cognome.
Sakura lo abbracciò e lo baciò a lungo, staccandosi dalle labbra di Takuumi solo quando sentì l’impellente bisogno di respirare.

In silenzio, raggiunsero la palestra, entrarono tenendosi per mano: Custode e Oracolo si erano ritrovati.

 

 

Angolo dell’Autrice:

Chiedo umilmente scusa per il ritardo… Ho avuto alcuni giorni di blocco… Non sapevo come continuare la storia… Per non parlare dei compiti a casa che mi stanno schiacciando…
Abbiate pietà di me…
Grazie a chi passa a leggere… a chi mi dedica tempo recensendo…
Grazie a Blue Passion per la pazienza ed i preziosi spunti…
Grazie a TimeStrangerRey, also called Bebe, per le belle parole…
E… Grazie a LolitaGirl per avermi messa tra i preferiti…

   
 
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