Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Simok    04/10/2015    1 recensioni
"Quasi mille anni sono passati da quando Son Goku abbandonò il ventottesimo Torneo Tenkachi assieme ad un piccolo ragazzino dalla carnagione scura di nome Ub. E proprio lui, beneficato di una vita incredibilmente lunga grazie ai poteri di Majin Bu, sarà il protagonista di questa storia. Un eroe solitario dedito alla protezione del suo pianeta e della pace nell'universo, ma non più il dolce ragazzo che lottava per guadagnarsi il pane per la sua famiglia. Costretto a vedere tutti i suoi amici, e i loro figli, ed i figli dei loro figli morire, il suo animo è stato indurito dal tempo e dai lutti sino ad essere nulla di più di un freddo guardiano di pietra dalla potenza incredibile. Senza neppure la possibilità di procreare a causa delle cellule che gli donano quel potere spaventoso, la sua vita subirà una brusca deviazione quando troverà un neonato abbandonato, con una misteriosa coda di scimmia. Passato e presente si mescoleranno in quella che sarà l'ultima avventura di colui che il Leggendario Son Goku proclamò come suo erede a protettore della Terra".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3: Arthiom il Rivoluzionario






Toc Toc Toc.

«Comandante! »

Toc Toc Toc.

«Comandante si svegli, la riunione con gli Ufficiali è tra mezz'ora!»

Toc Toc Toc. TOC TOC TOC.

«SONO SVEGLIO MALEDIZIONE, SMETTILA DI BUSSARE O TI FACCIO SALTARE LA TESTA!» un urlo proveniente da quell'ampia porta in legno ben decorato, scacciò bruscamente quel semplice soldato intento a compiere il suo dovere.

«C-certo Signor Comandante, m-mi scusi...» senza aggiungere altro l'uomo si allontanò repentinamente dalla sua stanza da letto. Ed era meglio così. Odiava essere svegliato di soprassalto. La notte porta consiglio, dicevano, e data la delicata situazione in cui si trovavano, consiglio era proprio quello di cui aveva bisogno. Aveva bisogno di risposte. Risposte strategiche, non quelle stupidate assolutiste che Lui continuava a farfugliargli nelle orecchie durante i loro rari incontri.

Stiracchiandosi rumorosamente in un oliato cigolio metallico, riuscì finalmente ad alzarsi dal suo comodo letto e a raggiungere il suo bagno. Aprì il rubinetto e raccolse quel poco d'acqua che le sue  mani riuscissero a contenere. Era strano, sempre maledettamente strano. Dicevano che dopo un po' ci avrebbe fatto l'abitudine, ma a distanza di quindici anni ancora non riusciva a ritenere "normale" la vista di quell'apparato metallico che lui chiamava mani, che lui chiamava braccia. Ma dopotutto Cosa era normale, in un mondo dove gli innamorati non si parlavano per dimostrare il loro amore, dove ogni essere vivente si definiva libero sebbene costretto a rispettare migliaia di rigide istruzioni, dove gli uomini si facevano la guerra professando di desiderare la pace. Alzò lo sguardo verso il piccolo specchio ovale posto al di sopra del lavabo. Fortunatamente di metallico, almeno esternamente, aveva solo le braccia. Non era sicuro che sarebbe riuscito a fare a meno di quel suo riflesso pallido, dalla carnagione lattea, i corti capelli dorati e quei curiosi occhioni gialli come due gioielli. Ma poteva considerarsi soddisfatto di dimostrare ancora diciassette anni, epoca in cui aveva fatto il primo impianto cybernetico. Uno dei vantaggi di essere un cyborg era proprio quello: certo il tuo cervello, il tuo cuore e tutto quello che non era metallico continuava ad invecchiare, ma esternamente il tuo aspetto rimaneva lo stesso. Magari però ripensandoci, se lo avesse saputo prima, avrebbe aspettato un paio d'anni prima di farsi tramutare in un ammasso di bulloni. Avere l'aspetto di un candido diciassettenne, a dispetto dei suoi trentaquattro anni di età, non era di certo utile per rimorchiare belle donne mature come piacevano a lui. Sorrise. Fortunatamente Dio lo aveva graziato di un "aggeggio metallico" piuttosto considerevole, e quello sì che era utile per rimorchiare belle donne mature come piacevano a lui.

Vestendosi, come sempre, posò lo sguardo su quella stella a dodici punte, onorificenza massima della vita militare repubblicana. Eroe di Guerra, le parole incise nell'oro. Si ricordava bene il giorno in cui il Presidente della Repubblica Intergalattica, lo stesso a cui aveva da poco dichiarato guerra, gliel'aveva consegnata. Il giorno in cui si era trovato all'apice della gloria e della fama. All'epoca aveva ventisette anni, ed erano dodici che serviva la Repubblica. Si era arruolato a soli quindici anni, con il massimo dei voti all'accademia militare.

La sua scheda anagrafica riportava queste parole:
Figlio di una nobile casata, ricco di nascita e sicuramente un Don Giovanni. Nonostante le origini non pecca di arroganza, al contrario spicca per una strabiliante dote intellettiva e strategica. Atleticamente è fuori dalla norma, predilige lo scontro con armi a corta distanza. Si prospetta un ottimo soldato, con una promettente carriera.

E così era stato. Dopo due anni era ufficiale, e aveva deciso di sottoporsi alla nuovissima operazione di cybernizzazione offerta ai militari di rango elevato, anche se aveva dovuto sborsare buona parte del suo patrimonio. Grazie alle potenzialità del suo nuovo corpo, sempre migliorato negli anni, e alla sua intelligenza fuori dal comune, in poco tempo era nell'alto comando nell'esercito. A venticinque anni, oltre ad essere il più forte combattente dell'intero corpo militare intergalattico, era anche il Generale Strategico. A ventisette era stato lui a condurre l'esercito intergalattico alla vittoria contro la più vasta ribellione che ci fosse mai stata dalla costituzione della Repubblica. In quell'occasione gli fu conferita la Stella Heroes, e lo stesso Presidente gli propose di divenire il nuovo Generale Supremo, dopo le dimissioni del precedente. Ma gli orrori di quella guerra erano stati troppi, il suo giovane corpo ne era ormai ripudiato e decise di ritirarsi dalla vita militare. Da allora aveva vagabondato senza una vera meta finché non aveva incontrato Lui, e da quell'incontro era tutto cambiato.

Distolse lo sguardo. Era in ritardo. In pochi minuti era fuori dalla sua stanza, si dirigeva di fretta verso la Sala del Comando dove i suoi Capitani lo attendevano con ansia. Si fidava di quegl'uomini, si fidava al punto che avrebbe tranquillamente affidato la sua vita a ciascuno di loro. Dopotutto non c'erano spazi per disaccordi o attriti interni laddove la loro organizzazione aveva dichiarato guerra al più vasto governo universale per un obbiettivo comune. Quell'obbiettivo dava immensa fiducia ad ogni membro della Rivoluzione, quell'obbiettivo faceva in modo che un rivoluzionario non temesse la morte. Era questo il segreto delle loro vittorie. Erano quasi sempre in minoranza numerica, ma il loro ardente desiderio di vittoria e il loro carisma incredibile avevano sempre intimorito gli avversari e portato la battaglia dalla loro parte. E tutto questo, tutto in onore del loro obbiettivo comune. Libertà. Pura, Essenziale e Irriducibile Libertà.

"Quand'è che ho iniziato a pensare come Lui?".

Probabilmente era stato dopo il loro incontro. Dopo che Lui gli aveva raccontato la sua storia, dopo che gli aveva mostrato quello che la Repubblica faceva sul suo pianeta. Dopo che gli aveva aperto gli occhi e messo davanti la cruda verità: le loro esistenze, l'esistenza di ciascun essere vivente in quell'angolo di universo, erano tutte dominate, gestite e incatenate dalla Repubblica. Il Governo mentiva, i media parlavano e facevano credere alla gente di essere liberi quando loro collaboravano a privarsi della loro stessa libertà. Gerarchie, Istituzioni, Alleanze, Leggi, Governi. Erano tutte catene, catene che legavano e stritolavano l'anima di chiunque fino a soffocarla del tutto. Ed era da questa consapevolezza che era nata quell'idea, forse insinuata dalle parole di quel tipo. Certo era evidente come Lui tentasse di manipolarlo, di piegarlo al suo volere. E in qualche modo il biondo fingeva di stare al gioco, ma entrambi sapevano che il cyber umano aveva dato il via a tutto quello, mettendoci la faccia al contrario del suo compare, perché credeva in quell'ideale. Perché credeva che l'unica cura per il mondo era debellare la malattia. Perché sperava che una volta fatta crollare la Repubblica, ogni individuo avrebbe iniziato nuovamente a pensare, a riflettere su sé stesso. All'inizio avrebbe regnato il Caos, certo, ma ben presto un nuovo ordine, questa volta dettato dalla natura e non da subdoli strataggemmi umani, avrebbe preso il sopravvento.
Spalancò la porta e assistette come sempre al saluto militare dei suoi seguaci. Con un cenno della mano metallica gli concesse il riposo, prima di sedersi anch'egli al posto che gli spettava.
 
«Ben trovati miei cari Capitani, quali nuove mi portate quest'oggi» disse guardandoli uno per uno.
Erano stanchi, come del resto lo era lui. Quand'era iniziata quella follia? Non lo ricordava più. Anni prima, circa cinque, aveva iniziato a reclutare membri per la sua organizzazione. E molti di quei volti risalivano a quell'epoca, forse rovinati dal tempo e dalle cicatrici di battaglia. Amici, Ex Compagni d'Armi o Militari dalle vedute rivoluzionari, furono chiamati a combattere per un alto ideale, l'alto ideale che lui offriva loro. Un'identità, un qualcosa che li rappresentasse più di quel "Per l'ordine galattico" che era il motto dell'esercito Repubblicano, parole vuote considerando che la maggior parte delle spedizioni militari erano punitive o di conquista. In molti erano accorsi alla sua chiamata, molti altri si sarebbero aggiunti in seguito nei numerosi pianeti che visitò per i primi tempi. Chi non era dei loro era contro di loro, e per quanto gli dispiacesse, non poté fare altro che eliminarli. Ben presto divennero un numero vastissimo di Rivoluzionari, così si facevano chimare in merito a ciò che appunto volevano scatenare. Stabilirono la loro base lì, a Hidar, e da lì iniziarono a conquistare vari avamposti repubblicani. Le prime battaglie furono un succeso incredibile: le sue strategie militari, unite all'effetto sorpresa di quei primi tempi e all'entusiasmo che vigeva, portarono a vittorie travolgenti. Inoltre nei pianeti che conquistavano in numerosi si proponevano per ingrossare le loro fila, e ben presto risultarono una vera minaccia per la Repubblica Intergalattica. Lo scontro diretto avvenne ben presto, e dopo qualche schermaglia isolata si passò alla guerra aperta. Gli hacker Rivoluzionari entravano nei sistemi repubblicani e diffondevano il credo della Rivoluzione, invogliando a sostenere la loro Causa. D'altro canto la Repubblica aveva ormai approvato la pena di morte per chi appoggiasse quell'organizzazione. Ma le cose andavano a gonfie vele e le loro forze erano quasi patte. Poi arrivarono loro e le cose cambiarono. Ub, l'Eroe Errante, quel Leggendario guerriero la cui figura era perennemente avvolta da una coltre di nebbia ma i cui poteri inimmaginabili erano noti ai più, assieme a quel moccioso che dimostrava capacità non inferiori a quelle del suo maestro. E avevano iniziato a perdere, a cedere terreno. Allora, quando avevano capito che non sarebbero riusciti a raggiungere la Capitale della Repubblica, il pianeta Terra, era scattato il piano d'emergenza. Erano convenuti che l'unica cosa da fare era ripiegare, radunare tutte le forze lì a Hidar, dove il terreno gli era favorevole, e distruggere l'esercito intergalattico. Se avessero vinto, avrebbero potuto sferrare in seguito l'attacco decisivo alla repubblica. Se al contrario avessero perso, le aspettative erano di portarsi all'inferno con loro la stragrande maggioranza dell'esercito repubblicano. E senza forza militare, la Repubblica era persa. Quell'oligarchico sistema di dominio, dove pochi individui di ogni razza decidevano le sorti dell'universo, sarebbe collassato sul peso delle loro responsabilità e ogni pianeta sarebbe ritornato a gestirsi meglio, nel proprio piccolo. In qualunque dei due casi, per loro sarebbe stata una vittoria. Ma andare incontro alla morte, non era facile per nessuno. C'era da considerare che avrebbero potuto perdere in maniera talmente soverchiante da non arrecare alcun danno considerevole alla Repubblica, ed era quello che stavano cercando di evitare con tutte le loro forze.

«Yval è caduta Comandante, le nostre truppe si sono ritirate qui e ci stanno raggiungendo anche le truppe di Jawsol e Hras».

«Ormai è questione di ore...entro dopodomani, all'alba, l'esercito repubblicano sarà qui e avrà luogo la più grande battaglia che la Repubblica possa ricordare dalla sua fondazione».

«Ma c'è bisogno che lei parli alle truppe Signor Comandante...il morale non è buono, non tutti sono disposti a sacrificare la loro vita per il nostro ideale...».

Arthiom sospirò.
«Parlerò alle truppe quando sarà il momento. E nessuno sta dicendo che sacrificheremo le nostre vite. No, noi vinceremo questa battaglia!» disse con forza. Sarebbe stato di grande aiuto se Lui avesse acconsentito a rendere nota la sua presenza. Un guerriero del suo calibro tra le loro fila, un guerriero che a suo dire avrebbe potuto rivalegare e anche sconfiggere il leggendario Ub, avrebbe dato un'impennata al morale delle truppe. Ma non poteva farlo, lo aveva giurato.
Il suo sguardo tornò a fissarsi negli occhi di ciascuno dei suoi Capitani.
L'aria era pesante, la tensione palpabile.
La Battaglia Finale era alle porte.







 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Alla fine ho deciso di inserire la Rivoluzione come parte integrante della storia dato che credo sia un bel racconto oltre che utile a chiarire molte questioni. Questo capitolo in particolare ripercorre le prime fasi della Rivoluzione dagli occhi di Arthiom, colui che ha scatenato il tutto, per i suoi ideali liberalistici. Ci mostra come le fatiche della battaglia lo abbiano portato a ripudiare la vita militare ma nel contempo un misterioso Lui lo abbia convinto a ritornare in guerra, questa volta contro il suo stesso governo. E mi soffermo su questo Lui, che a quanto pare è convinto di essere forte quanto il nostro Ub, anzi addirittura di più. Possibile? Lo scopriremo presto ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Simok