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Autore: Demj_    05/10/2015    1 recensioni
Ragazzi..salve.. questa è la mia prima storia romantica. Vi p rego di essere clementi. Volevo avvisarvi che dal 4 capitolo il modo di scrivere la storia cambierà leggermente. Quindi vi prego di non soffermarvi ai primi 3. La vera storia inzia nel 4.
Jade è una ragazza di 17 come le altre , non è una gran strafica , e non ha tremila ragazzi che le sbavano , bionda e occhi verdi, passa tranquillamente inosservata. Cambiata a causa di alcuni eventi ha fatto alcuni errori . Cercando sempre di rimettersi in carreggiata. Si nasconde ella danza e nel disegno ,che sono le uniche cose in cui riesce ad essere se stessa. Perché nonostante il suo aspetto e la faccia tosta ,dietro quella maschera che si è costruita si nasconde una persona tanto bisognosa di affetto e con tanto affetto da dare. Ma a causa del suo comportamento tende sempre ad allontanare le persone che le si avvicinano Ma arrivata al quarto anno di superiori cosa succederà? Riuscirà a far sgretolare il muro che si è costruita intorno? E un incontro inaspettato, cambierà tutto? Se volete scoprirlo dovete leggere ..spero vi piaccia..se così vi prego di lasciare un recensione e magri aggiungermi tra le storie che vi aggradano
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Varcata la soglia di casa trovai , mia madre intenta a cucinare e il mio fratellino incollato alla play. La mamma, Mara Di Gregorio , era sulla quarantina , ma il viso dai lineamenti decisi e quasi senza nessuna ruga la feceva sembrare ancora più giovane , i capelli scuri acconciati in un taglio corto e sbarazzino le incorniciavano la faccia e la matita nera sugli occhi rendeva ancor più profondo il suo sguardo color caramello. Stava preparando non so quale ricetta al volo , perché a causa sel suo lavoro non le era possibile farci trovare il pranzo già pronto. Ma poco importava. E mio padre? Beh , i miei erano divorziati da anni, e lui non aveva atteso molto a rifarsi una vita, e una nuova famiglia. Non che trascurasse me e mio fratello , anzi era molto presente, solo che , alcune volte mi mancava non averlo a casa. Anche se sono sicura sia stata la cosa migliore , la separazione non è mai facile ,sopratutto per i figli . Ma ci si abitua . - Má, sono tornata !- urlai non potendo parlare a bassa voce a causa della console. -Va bene, è quasi pronto!- urlò di rimando lei. Posai lo zaino e il giubbino , e mi avvicinai al divano dove era seduto mio fratello, gli scompigliai i ricci castano cioccolato -Teo ,perché non abbassi? Vuoi assordarci tutti? - Ma, come sempre, non mi sentì neanche , tanto era preso da quello stupido gioco. Così presi il telecomando e abbassai stizzita il volume . -oh ! - esclamai. -Pace per le orecchie!- Matteo, o Teo come lo chiamavo , mi scoccò un 'occhiataccia con quei suoi vivaci occhi azzuri da bimbo pestifero , ma continuò a giocare imperterrito. - Che malato!- sussurai scuotendo la testa. Aveva meno di di 11 anni ed era davvero molto intelligente e maturo ,per la sua età, ma non appena accendeva la play , l'attività svolta dalle sue cellule celebrali si azzerava completamente. Pranzammo in serenità chiacchierando di come fosse trascorsa la giornata, e vedevo che guardandomi di sottecchi mia madre ,ad ogni boccone che ingurgitavo era sollevata e al tempo stesso in ansia, non so sinceramente come riuscisse ad assumere un espressione del genere ,ma ci riusciva e anche bene. Comunque io quel suo sguardo proprio non lo sopportavo , ma non potevo darle turti i torti. Era una madre , e aveva pur sempre paura. Una volta finito il pranzo mi fiondai in camera al piano di sopra buttandomi subito sul letto con la faccia affondata nel cuscino. Dopo poco sollevai lo sguardo per osservare e miei dipinti appesi alle pareti, Amavo molto disegnare. Era una mia valvola di sfogo, bastava mettermi le cuffiette prende un foglio d'album e iniziavo a delineare tutto ciò che mi passava per la testa. La mia passione tutta via era la danza. L'hip hop era la mia vita, fosse stato per me avrei ballato dalla mattina alla sera. E a proposito , guardando l'ora vidi che era tempo di andare a lezione, allora presi il borsone con il ricambio . -Mà io vado! A dopo- dissi uscendo di casa di fretta e furia. Lei mi rispose sicuramente ma non feci in tempo a sentirla che già avevo preso il motorino e mi dirigevo verso la scuola di danza.
   
 
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