Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Fabiola19    06/10/2015    0 recensioni
"La battaglia per il Fosso di Helm è finita, la battaglia per la Terra di Mezzo sta per cominciare" così Kerochan, sorto dalle miniere di Moria, presagiva l' inizio del conflitto con le forze di Mordor. Saruman è stato sconfitto con la perdita di tutti i suoi orchi e Uruk-hai, grazie all' alleanza con Toy e i suoi amici al regno di Rohan, e grazie ad un particolare aiuto di Meiling e Tomoyo alla presa di Isengard con i loro amici Ent. La battaglia diretta e decisiva per la Terra di Mezzo è iniziata. Sakura e Li, accompagnati da Gollum, proseguono nella pericolosa missione verso i fuochi del Monte Fato per distruggere l' Anello. Toy, intanto, continua a combattere per portare a compimento il suo destino, conducendo le poche truppe a disposizione allo scontro con il sempre più forte potere di Sauron e permettere a sua sorella Sakura di portare a termine la sua missione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno avrebbe mai sostenuto la cavalcata dei Rohirrim. Una prova era stata data contro gli Uruk-hai i quali i soldati di Rohan si scontrarono. La sconfitta di Thèoden allora sembrava prossima, ma l' intervento tempestivo di Eomer e dei suoi Rohirrim fu utile per rovesciare le sorti del conflitto al loro favore. Thèoden venne salvato da suo nipote, e ora erano insieme a dare il loro sostegno alle forze di Gondor che rischiavano il totale annientamento. Gli ultimi secondi furono come sempre decisivi per l' incolumità della gente da proteggere per Rohan. Kerochan con Tomoyo sulle spalle continuava a sfrecciare tra le vie della Città per raggiungere la sommità della Torre Bianca, dove era da sistemare un' ultima cosa: il sire Denethor stava per bruciarsi con suo figlio Faramir. La tigre si fece largo tra i soldati e le donne in fuga: << Permesso! Scusate, vado di fretta! >> disse per farsi strada: << Pista! >> fece una sgommata per risalire una ripida salita. Non si fermò neanche un istante: << Speriamo di arrivare in tempo. Quello stregone ce ne ha fatto perdere fin troppo! >> notò Kerochan a Tomoyo che si teneva salda al suo pelo ed era distesa su di esso per reggersi meglio: << Kerochan, dobbiamo ricorrere all' uso delle tue ali per raggiungere in fretta la dimora. Correre ti farà stancare inutilmente >> lo avvisò dal dorso l' amica dagli occhi blu: << Ancora una volta, Tomoyo, dobbiamo fare a meno delle mie comodità >> << Cosa? >> gli disse la ragazzina incredula: << Vedi, con l' attacco che io ho subito dal Re dei Nazgùl, la gran parte dei miei poteri era incentrata sulla solidità dello scudo che io creai. E quindi con la distruzione della mia difesa, ho perso alcuni usi magici comuni su di me >> spiegò la tigre bianca allungando sempre più le sue zampe nella corsa.

La ragazzina sospirò scocciata: << Mai una volta che le cose vadano per il verso giusto! >> commentò lei: << Hey! Che stai insinuando? Che io sono uno sprovveduto, forse? >> ringhiò il Guardiano con un pizzico di antipatia: << Sto dicendo che tutte le situazioni sono sfavorite a noi, perfino quelle che possono essere banali diventano le più complicate >> << Ah! Pensavo stessi dubitando delle mie risorse >> rispose Kerochan con lieve sollievo e ironia: << Lo sai? Stavi meglio quando eri un peluche >> confidò Tomoyo al Guardiano che emise un' espressione imbarazzata al riguardo: << E perchè scusa? >> << Almeno non ti atteggiavi nel modo in cui lo stai facendo ora >> rispose dicendo la verità Tomoyo: << Lasciamo perdere >> concluse infine Kerochan interrompendo la conversazione. I due entrarono così in una serie di archi formati da scogliere di pietra nel quale vi erano alcune case costruite sopra. Un soldato tra la folla che andava nella direzione opposta a quella di Kerochan, avvertì alcuni suoi compagni: << L' esercito di Rohan! I Rohirrim sono arrivati a Gondor! >> a quella frase la tigre e Tomoyo emisero un verso di sorpresa. La tigre alata si fermò in un' altra terrazza lì vicino di un piano superiore. La ragazza scese dalla schiena della tigre e si apprestò ad avvicinarsi al balcone per vedere cosa accadeva al campo di battaglia. La sua vista racchiuse le distese colline del campo di Minas Tirith e vide dei cavalli che si scontravano con gli orchi che fino ad ora presidiavano l' enorme cortile della Bianca Fortezza. Kerochan si appoggiò con le sue zampe al paratetto, sorpreso dall' inaspettato arrivo di Thèoden: << Ma certo! Era il corno dei Rohirrim >> disse entusiasta il Guardiano: << La nostra richiesta d' aiuto è giunta a destinazione dunque >> << Si! >> esclamò Tomoyo. I suoi occhi si fecero lucidi mentre un sorriso le si dipingeva in volto: << Quest' incubo avrà presto fine! >> si disse convinta la ragazzina tenendosi le mani unite come per recitare una preghiera. La tigre sorrise a sua volta alla scena vittoriosa che sorgeva dal campo: << Su, forza, Kerochan! Andiamo a salvare Faramir! >> spronò al suo amico alato: << E allora monta, ragazzina! >> rispose allo stesso tono la tigre. Tomoyo balzò con un salto sul dorso dell' animale e questi scattò in avanti prendendo un' altra strada in salita alla volta della Torre Bianca.

La mandria di cavalieri di Rohan impazzita proseguiva nello sterminio delle crudeli creature. Un orco stava per abbattere un cavaliere lontano da lui con la sua freccia, ma Meiling notò insieme ad Eowyn il mostro con l' arco rivolto verso l' indifeso soldato. La cinesina prese le redini del cavallo e lo indirizzò verso l' orco che venne travolto senza preavviso dalla carica dell' animale veloce, impedendo così che la vita di un soldato cadesse nelle mani di quel mostro: << Ottima mossa, Meiling! >> le disse Eowyn da dietro: << Grazie! >> rispose la cinesina sorridendo e lasciando le redini di nuovo alla dama. Il Guardiano non si perse in altri momenti decisivi della battaglia e corse il più in fretta che poteva alla dimora bianca sempre con Tomoyo sopra che si teneva saldamente. La strada che Kerochan prese andava a spirale nell' agglomerato di abitazioni costruite nella solida roccia: << Ci siamo quasi! >> annunciò la tigre riconoscendo una via composta da altri archi in pietra e sorpassandoli sotto. Si accorse in quella via che delle dimore di sopra stavano bruciando dal fuoco che si propagava da esse: << Ormai manca poco! >> si ripeteva ancora Kerochan. In quel momento una casa situata sopra delle pareti bianche si disintegrò dalle fiamme che la avvolsero. I pezzi in roccia della dimora caddero violentemente nel sostegno in pietra, e a sua volta questo si staccò dal fianco della montagna la quale è stata circondata da abitazioni. Il grosso pezzo di roccia stava cadendo su Kerochan: << Attento! >> lo avvisò Tomoyo notando più avanti la valanga di pietre che li avrebbero colpiti. Kerochan alzò lo sguardo e non smise di continuare a correre, convinto che sarebbe riuscito a passare in mezzo ai grossi frammenti di pietra: << Ma sei impazzito? >> << Reggiti! >> intimò il Guardiano alla sua amica a bordo.

Il felino accelerò sempre di più nella sua andatura e le zampe sembravano che gli stessero per scappare. Assunse la velocità di un leopardo affamato: << Kerochan! >> gridò la ragazzina girando la testa da un lato per non vedere la fine che stava per fare. I due entrarono nella pioggia di detriti in pietra. La tigre saltò da una parte all' altra a zig-zag, schivando le pesanti rocce che si frantumavano nel duro pavimento. Il grosso polverone che si sollevò dalla disintegrazione dei massi, acciecò per poco Kerochan che si diede una spinta sulle sue zampe posteriori nel fumone che si creò, e ne uscì fuori sterzando con l' ultimo masso che si distruggeva in mille pezzi dietro di lui. Entrambi gli amici si salvarono. Ma Tomoyo lanciò un grido disperato: << Sopra di noi! >> e indicò in alto l' oggetto che stava per cadere sopra le loro teste. Un ultimo pezzo di roccia cadeva nella direzione in cui Kerochan con Tomoyo si erano fermati ed era a pochi metri di distanza da loro: << Non questa volta! >> ruggì Kerochan. Dalla sua bocca si formarono delle fiamme, e la tigre la aprì verso la roccia in caduta libera, facendo liberare la palla di fuoco che si dirigeva sull' enorme masso mentre la ragazzina rimase con gli occhi sgranati alla vista di quella pietra. La palla di fuoco centrò il bersaglio, e il masso si disintegrò in tanti piccoli sassi che si spargevano intorno ai due amici. Tomoyo buttò giù tutto il fiato che aveva trattenuto, accorgendosi che lei e Kerochan erano salvi. Ma un altro loro compagno doveva ancora esserlo, e si affrettarono nel raggiungerlo. All' interno della famosa dimora, Denethor era messo in piedi nella legna insieme a suo figlio Faramir. Il Sovrintendente prese un calice pieno d' olio e si rovesciò in tutto il corpo la sostanza liquida. Poi gettò a terra il calice e inclinò il suo viso bagnato d' olio su quello dormiente di Faramir, anche questo interamente ricoperto della sostanza infiammabile nel corpo. Le gocce d' olio sul volto di Denethor caddero sulla faccia del capitano di Gondor. Questi si scuotè un po' al contatto con le gocce, non aprendo ancora gli occhi.

Il sire fece finta di nulla tra i suoi soldati che non guardavano a Faramir, riconoscendolo morto. Poi annunciò l' ultimo suo ordine da Sovrintendente: << Date fuoco alla nostra carne >> prese respiro e chiuse anche lui gli occhi tenendo le sue braccia alzate per formare con tutto il suo corpo una croce. Quattro soldati tenevano delle torce e lentamente avvicinavano le fiamme del fuoco alla legna. Denethor alzò lo sguardo in alto, mostrandosi soddisfatto al suo sacrificio da dare in questa guerra persa e accennando ad un sorriso satanico. I soldati inclinarono piano piano le torce verso il materiale che avrebbe preso fuoco. Dei servi del sire Denethor rimasero dietro ai soldati per osservare in silenzio il rituale che stava per compiersi. Le fiamme erano a pochi centimetri dalla legna. Un ruggito provenì in fondo alla sala, e le porte della casata si spalancarono improvvisamente, entrando in scena Kerochan e Tomoyo. Le due guardie che controllavano la porta si girarono all' entrata a sorpresa dell' animale. Denethor si voltò di scatto dietro di sè, adirato più che mai al colpo di scena che si verificò, così si fermarono anche tutti gli altri soldati: << Che cessi questa follia! >> sbottò Kerochan al Sovrintendente. Ma questi non aveva intenzione di ascoltare le suppliche del Guardiano, e prese furtivamente e di fretta la torcia di un soldato vicino a lui. Il sire si portò vicino alla faccia la torcia, le quali fiamme illuminarono ancora di più la sua faccia demoniaca resa più in risalto dai capelli grigi bagnati che cadevano davanti ai suoi occhi. Tutti i presenti in sala, compreso Kerochan, si paralizzarono alle serie intenzioni di Denethor. Il vecchio custode era distante dalla tigre, e questa non poteva fare niente perchè in ogni caso Denethor si sarebbe dato fuoco: << Puoi trionfare sul campo di battaglia per un giorno, ma contro il potere che si è innalzato ad Est non c'è nessuna vittoria >> avvertì al Guardiano che non si era ancora arreso alle forze di Mordor. Il Sovrintendente gettò nella legna la torcia. E subito intorno a lui e a Faramir si creò una grande fiamma. Il ragazzo che era disteso sopra la legna si mosse appena. Tomoyo sgranò gli occhi a quello che Denethor aveva osato fare, decidendo di terminare la sua vita accanto al suo ultimo figlio. Kerochan digrignì i denti e afferrò con la bocca la lancia del soldato alla sua destra. Il Guardiano corse con Tomoyo verso il rogo che era stato appiccato. Per qualche strano motivo le guardie non fermarono il gesto di Kerochan, forse avendo capito che Denethor era uscito fuori di testa tragicamente.

La tigre andò verso il lato frontale a Denethor e vibrò contro la pancia del sire un colpo del legno della lancia. Il custode del trono perse l' equilibrio stando in piedi, e cadde all' indietro, sbattendo la schiena contro il duro pavimento e salvandosi dal fuoco. Ora rimaneva solo Farmair da salvare; ma ancora dormiva. Tomoyo lo vide avvolto intorno dalle fiamme. La ragazzina si mise in piedi sul dorso della tigre e saltò verso Faramir, finendo accanto a lui. Tomoyo non perse altro tempo e mise le sue mani sotto la schiena di Faramir, e attuò tutta la forza che aveva in spirito per farlo rotolare giù dall' altare coperta dalla legna bruciante. Con un urlo di disperazione, la giovane spostò il corpo del figlio del Sovrintendente, e rotolò anche lei insieme a lui. Nel rotolamento Faramir era stato raggiunto da delle fiamme ad un fianco, e Tomoyo cercò di spegnerle velocemente con il suo mantello elfico. Denethor si riprese dalla caduta e si diresse verso la ragazzina che aveva salvato suo figlio: << No! >> urlò il sire aggredendo Tomoyo e strattonandola per un braccio: << Non mi porterai via mio figlio! >> diceva delirante Denethor. Kerochan si preparò ad attaccare il vecchio pazzo mentre Tomoyo cercava di dimenarsi dalla sua presa, agitandosi e urlando. La tigre bianca scattò in avanti e ruggì contro il Sovrintendente che fece in tempo a vedere la faccia furiosa della tigre che gli veniva incontro. Con il salto che Kerochan si diede, le sue zampe anteriori spinsero il corpo di Denethor, facendolo finire sopra al fuoco. La ragazzina venne tratta in salvo dal suo amico Kerochan e si ritraè indietro per non essere raggiunta dalle fiamme che avvolgevano piano piano l' olio cosparso su Denethor.

Quest' ultimo alzò lo sguardo in mezzo al fuoco per vedere ancora una volta le palpebre chiuse di suo figlio che trovò così al momento della nascita. Ma, invece, non fu questa l' ultima visione che Faramir gli diede. Infatti, il capitano di Gondor riaprì gli occhi al padre: << Faramir! >> disse con sollievo Denethor rivedendo il chiaro degli occhi del figlio che era ancora confuso dal sonno che lo colse; Faramir spostò la sua testa verso il padre che andava in fiamme. Denethor trasformò la sua espressione gioiosa in una smorfia di dolore, sentendo il fuoco che penetrava dentro la sua pelle: << Ah! >> il vecchio custode si mise a urlare con le fiamme che lo assalirono completamente. Si alzò dall' altare, resistendo alle fiamme e diventando così una torcia umana. Tomoyo sobbalzò alla vista di quella scena che stava per concludersi con l' orribile fine del pazzo sire di Gondor. Questi saltò giù dalla legna infuocata e scappò verso un corridoio opposto a quello dell' entrata mentre le fiamme lo consumavano in corpo: << Così trapassa Denethor, figlio di Echtelion >> annunciò Kerochan osservando impassibile la figura di Denethor che si allontanava in quel corridoio. La torcia umana uscì dalla dimora e corse verso la rupe dalla quale si sarebbe gettato nel grande dirupo, cadendo per alcuni metri da un' altezza paurosa, suicidandosi. Nel mentre il suo gesto era totalmente ignorato dai cavalieri di Rohan che si apprestavano a finire gli orchi nel campo di battaglia.

   
 
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