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Autore: gemelli89    07/10/2015    1 recensioni
E' ambientata qualche anno dopo la partenza di Cuddy dal PPTH...ci saranno delle piccole sorprese che sconvolgeranno la vita dei protagonisti. Anticipo che è presente un personaggio nuovo che non è presente nella serie, così come saranno ancora presenti sia Wilson che Dominika. E' la mia prima fanfiction, spero di scrivere qualcosa di interessante e che vi piaccia, la storia è ancora in lavorazione e sinceramente non so come andrà a finire. Lo scopriremo insieme:)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Erano passate due ore da quella telefonata. Eri rimasta in ospedale per sbrigare le pratiche più urgenti e coordinare il lavoro dei vari reparti. Avevi comunicato, ai primari, che la dottoressa Cuddy aveva bisogno di alcuni giorni per risolvere delle questioni familiari. Era stata la stessa Lisa a chiederti di mantenere il riserbo sulla questione. Wilson, che era rimasto con te per aiutarti nel lavoro, ti aveva abbandonato al tuo destino dopo circa mezzora, troppo preoccupato per Matt per riuscire a fare altro. Gli avevi detto di andare e che avresti pensato a tutto tu, ma adesso, che eri da sola in macchina, diretta a casa di Lisa, ti chiedevi come facesse a fare il medico e ad avere a che fare così spesso con la morte.
La casa di Lisa dista quindici minuti dall’ospedale ma ti sembrava di guidare da ore. Tutto tende ad amplificarsi quando le brutte notizie piovono senza preavviso.
Wilson ti aveva tenuta aggiornata per tutto il tempo ma a quanto pareva non c’erano novità. Matt era sparito nel giro di pochi secondi, giusto il tempo in cui Marina si era distratta per controllare che Rachel non si fosse fatta male dopo essere caduta. E a niente erano valse le ricerche immediate da parte della polizia. Il bambino sembrava essere scomparso nel nulla.
Sentivi l’angoscia accelerare i battiti del tuo cuore e un nodo stringersi alla gola provocandoti un dolore sordo. Sapevi che più tempo passava più la situazione si complicava.

Finalmente vedi il profilo della casa della Cuddy. C’è molta confusione intorno, due macchine occupano il vialetto della villa e c’è un via vai di agenti che si muovono freneticamente, facendoti agitare ancora di più. Mentre parcheggi, sulla strada, noti anche qualche faccia sbucare dalle finestre delle villette intorno, incuriosite dall’inusuale confusione.
Cammini titubante verso la porta che è socchiusa, la spingi leggermente, ed entri in assoluto silenzio, cercando di fare poco rumore, come se ci fosse il rischio di svegliare qualcuno. House nota immediatamente la tua presenza ma rivolge di nuovo lo sguardo di fronte a sé, come se non ti avesse visto. Cinque passi in avanti, si volta, e cammina per altri cinque passi, massaggiandosi convulsamente la gamba destra. Wilson, invece, è seduto sul divano, con le mani sugli occhi, immobile, mentre due agenti armeggiano con il telefono. “Ci sono novità?” chiedi, Wilson sembra accorgersi di te in quel momento, “Nessuna” è la sua risposta.
House sembra essere in un mondo a parte, isolato da tutto e tutti, continua a macinare chilometri, senza prestare attenzione a nulla.
Lisa entra nel salone in quel momento e ti abbraccia con foga. È veramente disperata, ha gli occhi rossi e sembra invecchiata di colpo di dieci anni. Si siede sul divano. “Nessuna novità”, ti dice senza che tu le abbia chiesto niente, “Lo cercano da ore e tra un po’ sarà buio”, continua mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Wilson la raggiunge e le passa un braccio sulle spalle, dandole leggere pacche. È così abituato ha consolare la gente che sembra trovarsi a suo agio in questa situazione. Tu, invece, non sai bene cosa fare o dire. Dovresti consolarla, lo sai, ma qualsiasi parola di conforto ti sembra inutile. Vorresti poter fare qualcosa, attenuerebbe il senso di impotenza che tanto poco sopporti, anche l’andirivieni di House ti sembra, ad un tratto, un ottimo modo con cui passare in tempo e scaricare la tensione ma la mente sembra bloccata, non riesci a fare niente quando all’improvviso un uomo vi raggiunge e si ferma a pochi passi da te, “Signora Cuddy, il detective Williams vuole parlare con la tata e la bambina, dove sono?”, sobbalzi sentendo la voce dell’uomo appena entrato, “In camera, perché?” risponde la Cuddy titubante, “Ha bisogno di fare alcune domande, e forse sarebbe il caso che si unisca anche lei, non vorremmo che la bambina si spaventi troppo”. Lisa si alza tremando leggermente, le gambe malferme, mentre si incammina verso il corridoio. 
La tensione sembra si sia allentata, ma nel tuo caso è solo sostituita dall’imbarazzo. Stai per voltarti e fare segno al detective di uscire per parlare da soli, ma non fai in tempo, “Scusami se non ti ho avvisata prima, sapevo che si trattava del tuo capo ma non ho avuto un attimo di tempo”, “Non ti preoccupare” rispondi mentre un rossore sale verso le tue guance. House interrompe il suo incedere colpito dalla familiarità della conversazione e Wilson vi guarda incuriosito. Hai due secondi per decidere cosa fare, così ignori le mille domande, sospese nell’aria, dei due primari e ti rivolgi a Harry, è così che si chiama l’uomo appena entrato, “Ci sono novità? Possiamo fare qualcosa?”, “Purtroppo nessuna. Abbiamo attivato immediatamente le ricerche, anche con i cani, ma dopo tutto questo tempo se il bambino si fosse allontanato da solo l’avremmo già trovato. Abbiamo setacciato palmo palmo tutta l’aria intorno al parco”, si interrompe di colpo, “Williams, la bambina è con la tata e la madre nella camera in fondo, quella con la porta aperta, ti stanno aspettando”. Segui con lo sguardo il detective, ed è solo quando nchiude la porta alle sue spalle che Harry inizia di nuovo a parlare, “Adesso dobbiamo pensare concretamente che si tratti di un rapimento, abbiamo messo sotto controllo il telefono e il detective vuole sapere se la bambina o la tata abbiano visto qualcosa di sospetto”, “Ma perché rapire Matt?” gli chiede Wilson, “Non crediamo sia stato scelto a caso, chiunque l’abbia rapito sa che si tratta del figlio dell’amministratrice dell’ospedale. Sicuramente vorranno dei soldi, a meno che la dottoressa Cuddy non abbia qualcuno che può avercela con lei nell’ambito lavorativo. Ed è per questo che c’è anche lei nella camera”.
Una voce roca riempie la stanza con suo, solito, tono gentile, “Come mai voi due vi conoscete così bene?”, sapevi che House, nonostante la situazione non avrebbe messo a tacere la sua mania di ficcare il naso nei fatti altrui, “Io e Anna usciamo insieme” risponde tranquillamente Harry. Semplice. Harry non aveva idea del ronzio dei pensieri nella tua testa, erano cinque minuti buoni che cercavi una scusa plausibile e non ti era venuto in mente di dire la verità, forse perché sapevi delle conseguenze alla parole pronunciate dal tuo ragazzo. Nessuno ti aveva mai sentito parlare di fidanzati o relazioni più o meno importanti, neanche Lisa, che consideravi la tua migliore amica era mai riuscita a scardinare quel muro che avevi innalzato, tra te e l’amore. Non che non ci avesse provato, i primi tempi ti aveva presentato una caterva di dottori, avvocati e uomini d’affari, ma poi aveva alzato bandiera bianca. Le tue frequentazioni duravano al massimo un paio di mesi e si concludevano più o meno alla stessa maniera, o scappavi tu o scappavano loro. Ogni qualvolta che la storia cominciava ad essere un po’ più seria, ogni qualvolta che la tua vita veniva sconvolta dalle abitudini di un’altra persona, sentivi il panico salire fino alle viscere, sentivi tutte le tue sicurezze vacillare, avevi paura di essere ferita, di soffrire ancora e allora cercavi conforto nella tua solitudine, nella tua routine.
Tutto era cambiato quando avevi conosciuto Harry, ad una partita di football. Ti aveva corteggiato nonostante cercassi in tutti i modi di scoraggiare i suoi tentativi. Avevi ceduto per sfinimento e, mangiando una pizza, avevi scoperto che quel ragazzo tanto testardo aveva molte cose in comune con te. L’amore per lo sport, per la musica italiana, per i film d’azione e i telefilm, per le serate passate in tranquillità a chiacchierare del più e del meno, per la cucina italiana. Man mano quel ragazzo, che ti rendeva così indisponente, era riuscito a buttare giù quel muro fatto di paure, insicurezze e arroganza e la felicità era ritornata a bussare al tuo cuore. Non era stato facile, non eri abituata ad essere felice, dopo aver perso tua madre non avevi più permesso a nessuno di avvicinarsi così tanto, per il terrore di restare di nuovo sola, di soffrire ancora, perché sapevi che non saresti riuscita a sopravvivere ad un altro dolore, non sarebbe servito trasferirsi in un altro continente, quel dolore ti avrebbe annientato.


La porta della camera, in fondo al corridoio, si spalanca di colpo…
“La bambina e la signora Gonzalez mi hanno appena parlato di un furgoncino dei gelati. La gelataia ha insistito per regalare un gelato al bambino”, il detective Williams vi aveva appena raggiunti in salone, spostando l’attenzione di House e Wilson da te e Harry, “Strano come comportamento”, riflette Harry, “Sì, infatti. Voglio che recuperiate tutti i video di sorveglianza e rintracciare questo furgoncino”, “Ok”


Erano le nove, il buio era calato e di Matt nessuna traccia. Eri in cucina intenta a mettere dello spezzatino nei piatti, spezzatino che nessuno avrebbe mangiato. La voce del probabile rapimento di Matt si era diffusa e i vicini erano stati così premurosi da portare qualcosa da mangiare per la cena. Peccato che tutti avessero deciso che lo spezzatino fosse il pasto più indicato in quelle circostanze ed era così che cinque vassoi pieni di carne ti osservavano speranzosi.
Senti il campanello suonare, la porta aprirsi e riconosci la voce di Harry. Quando sbuchi nella stanza affollata noti delle foto che passano di mano in mano, “Cosa sono?”, chiedi osservandole, “Siamo risaliti al furgoncino dei gelati. Era fermo al parco, apparentemente vuoto. Dai video non si vede nessuno avvicinarsi, quindi è strano che abbia avuto fretta di vendere gelati al passaggio dei bambini e della tata. Per giunta, subito dopo il rapimento di Matt, il furgoncino viene ripreso mentre va via ad alta velocità. Stiamo cercando di rintracciarlo. Queste sono le immagini, forse qualcuno di voi l’ha già visto in giro, sospettiamo che vi spii da un po’”.
Osservi il furgoncino. È bianco, senza nessun particolare rilevante, potrebbe essere uno dei migliaia di furgoni del New Jersey. Sfogli le foto, ed un particolare attira la tua attenzione, sulla portella del conducente c’è un logo particolare, rosso e giallo, sembrano due lettere, una ‘G’ e una ‘S’. Ti sembra di averlo visto ma non riesci a ricordare dove. “L’hai già visto?” ti chiede Harry, guardandoti curioso, “No, non mi sembra. Il logo credo si averlo già visto ma forse si tratta di qualche pubblicità”, “Ok. Se vi viene in mente qualcosa, chiamatemi”.

Eri rimasta a dormire dalla Cuddy, anche se non avevi chiuso occhio. Erano quasi le sei ed eri stesa sul divano con una leggera coperta sulle gambe e gli occhi spalancati, incapaci di chiudersi, come se dipendesse da quello la vita di Matt. Wilson, invece, respirava profondamente sulla poltrona accanto a te. Avevi persuaso Lisa ad andare a dormire, verso le due, convincendola che restare svegli non avrebbe riportato Matt, più velocemente, a casa. Le avevi preparato una camomilla e dato dei calmanti e, seppur protestando, Lisa alla fine si era arresa. House, che ti aveva spalleggiato aiutandoti a convincere Lisa, non aveva chiuso occhio, come te, aveva passato la notte vagando per la casa e ingurgitando pillole a profusione, la gamba lo tormentava. Per fortuna Rachel si era addormentata sul divano subito dopo cena, spossata dalla giornata intensa. Di lì a poche ore vi avrebbe raggiunto Julia, la sorella della Cuddy.
Senti una macchina fermarsi nel vialetto, ti sollevi dal divano, cercando di sbirciare e noti un uomo che si avvicina alla porta di ingresso. Due colpi secchi. Ti chiedi chi possa essere, sperando che non sia nessun vicino con l’ennesimo spezzatino. “Turner?! Che ci fai qui?”, gli chiedi spalancando la porta, “Scusa l’ora ma non sono riuscito a dormire, sono troppo preoccupato. Ci sono novità?”, “Nessuna, ma vieni, entra”, e ti sposti lasciandolo passare. Wilson si è svegliato e House è appena sbucato da non sai dove. “Scusate per l’ora ma volevo sapere se ci fossero novità”, “Nessun problema. Accomodati. Faccio il caffè”. Wilson si affretta ad andare in cucina mentre House non si prende la briga di rispondergli.
Un’altra macchina illumina la stanza con i fari, riconosci la targa, è Harry. L’orario è inusuale, i battiti aumentano, l’adrenalina sale, non riesci a sederti o a muoverti dal punto in cui sei. Harry porta notizie vista l’ora, ma buone o cattive? House zoppica verso la porta mentre Lisa sbuca dal corridoio, probabilmente svegliata dai rumori. L’aria sembra solida, anche respirare diventa difficoltoso, sai che tutti i presenti nella stanza stanno pensando quello che pensi tu, la polizia ha idea di dove possa trovarsi Matt o Harry è lì per dire ad una madre e ad un padre che il loro bambino non c’è più.
Entra sventolando un cd, “Scusatemi per l’ora ma ci è appena arrivato in centrale e vogliamo che lo vediate anche voi”. Si dirige alla tv e inserisce il dvd, clicca play e la scena che vi si para davanti è agghiacciante. Lisa scoppia in lacrime abbracciando Wilson, House fissa l’immagine come pietrificato, anche Turner sembra turbato e come dargli torto. Matt è seduto su una sedia bendato e con una giornale in mano che riporta la data di ieri, piange spaventato. Alle sue spalle, un uomo, vestito di nero e col passamontagna calato sul viso, comincia a parlare, la sua voce sembra contraffatta, “Come potete vedere Matthew sta bene, non gli è stato torto un capello. So che pensate che sto facendo tutto questo per soldi ma non è così”, sembra sputare ogni parola come se gli costasse uno sforzo immenso, “Cosa si prova dottor House? Cosa si prova quando la vita di tuo figlio dipende da un uomo che può decidere se farlo vivere o morire?”. Ti volti leggermente verso House, non l’avevi mai visto così, gli tremano le mani vistosamente, ha ancora gli occhi fissi sul televisore ma dilatati fino all’inverosimile come se qualcuno lo avesse appena trafitto con un pugnale, la bocca leggermente spalancata. “Adesso lo scoprirai. Aspetterai, sperando che tuo figlio torni sano e salvo a casa e sarò io ha decidere”. Il video si era interrotto così. “Credo abbia mandato questo video alle televisioni locali”, continua a guardare tutti cercando di decifrare le reazioni, “La cosa più importante ora è un’altra. Matt è davvero suo figlio?”, House sembra risvegliarsi in quel momento, cercando di mascherare la paura e il turbamento, “Sì”, risponde con un filo di voce, “E nessuno di voi ha pensato che questa informazione potesse essere essenziale!”, è molto arrabbiato, “Ci avete fatto perdere un sacco di tempo!”, continua, guardandoti intensamente. Intuisci che si è sentito tradito nello scoprire questo segreto che gli avevi tenuto nascosto.
“Sono in pochi a saperlo” gli dici quasi a volerti scusare, “Questo potrebbe tornarci utile. Voglio sapere i nomi delle persone che ne sono informate. Qualcuno di loro potrebbe essere coinvolto”, “E’ impossibile”, gli dici, “Sono persone fidate quelle messe al corrente della paternità di House”, ti guardi intorno e ti stupisci nel vedere Lisa con gli occhi chini sul pavimento come se non avesse sentito niente, come se la questione non la riguardasse, cerchi con lo sguardo anche House e lo trovi alle tue spalle intento a guardare fuori. Ti chiedi come possa sentirsi visto che gli ultimi sviluppi portano a credere che la causa del rapimento sia lui. “Voglio comunque i nomi”. Lisa sembra risvegliarsi in quel momento e con un briciolo di voce inizia a snocciolare i vari nomi, “La dottoressa Baker, il dottor Wilson, mia madre, mia sorella e il marito e come può notare sono tutte persone fidate”, “Beh, credo che anche l’equipe di House possa sospettare qualcosa ma anche loro sono persone fidate” la interrompi, Lisa ti guarda sorpresa e ti chiedi come possa non averci pensato, “Anche mia madre lo sa”, la voce di House sembra provenire da lontano, da un’altra stanza, di un’altra casa, esistita parecchi anni prima, sembra che non parli da secoli, “E Dominika”, “Come??!!”, Lisa per la prima volta, da ore, sembra aver riacquistato le energie perse. Si alza dal divano minacciosa, puntando il dito verso House, che non retrocede di un centimetro, “Come hai potuto…”, “Dominika!!!” urli più forte di lei, “Cosa Dominika??” ti chiede House, “Il furgoncino!”, tutti ti guardano come se fossi matta, ti chiedi come fanno a non capire, “Ti ricordi quando Dominika ci spiava perché voleva scoprire perché eri tornata qui?”, tutti continuano a guardarti, turbati o preoccupati, “Sulla portella del conducente c’era un logo come quello nella foto!”, “Dominika non può averlo fatto. E poi hai sentito quell’uomo? Io ho deciso della vita di suo figlio, ed era un uomo appunto”, ti fa notare, giustamente, “Avrà un complice”, suggerisci, “Ma per quale ragione avrebbe dovuto farlo?”, “Scusate”, interviene Harry, leggermente seccato, “Volete spiegarmi anche a me la situazione. Dominika è la sua ex moglie, giusto?”, chiede, “Come fai…”, ma House si interrompe osservandoti, “Sì, colpa mia” ammetti, “E lei sa adesso dove si trova la sua ex moglie?”, gli chiede, “Non la sento da un paio di mesi, ma non può essere stata lei…”, “E come ha reagito quando lei l’ha lasciata?” lo interrompe Harry, “Ma come fa a sapere che l’ho lasciata io? Che domanda stupida, sei sempre tu la pettegola”, si rivolge seccato a te, “Signor House non abbiamo tempo da perdere, la sua ex come ha reagito…”, ma House lo interrompe, “Male. Lei pensa che io sarei stato infelice con…” ma non finisce la frase con un’espressione tra il preoccupato e l’incredulo. “Cercheremo questa Dominika e probabile che il logo sia solo una coincidenza ma è meglio non lasciare niente di intentato”.
Harry aveva appena chiuso la porta, dirigendosi alla macchina, quando la Cuddy in uno scatto d’ira cerca di colpire House, Wilson la blocca, appena dopo il primo schiaffo, ma Lisa sembra sull’orlo di una crisi di nervi, “E’ tutta colpa tua!!!” gli urla, mentre Wilson fatica a trattenerla, anche tu ti avvicini, “Lisa smettila” le dici cercando di tenerle ferme le mani, “Ti avevo chiesto di lasciarci in pace!!! Ma tu avevi voglia di fare il padre! E sei entrato nelle nostre vite e adesso mio figlio potrebbe…”, la voce adesso ridotta ad un sussurro, le lacrime scendono copiose. Si accascia su Wilson, “La porto in camera, sperando che si tranquillizzi”.
“Io forse è meglio che vada ora”, Turner si alza dal divano e si dirige verso la porta, “Tienimi aggiornato” ti chiede, “Ok”.
Torni in salotto dopo aver chiuso la porta dietro Turner ed House è fermo nello stesso punto in cui era quando Harry aveva lasciato la casa. Il viso arrossato dove Lisa l’aveva colpito, l’espressione vuota, “Ha detto quelle cose perché è sconvolta. Non è colpa tua” gli dici cercando di rassicurarlo, “Ha ragione invece. Dovrei smetterla di rovinare la vita alle persone”, si volta e si dirige a passi stanchi verso la porta, “Dove vai?” gli chiedi preoccupata, ma lui non risponde, “House” lo chiami ma lui ha già chiuso la porta.

  
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