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Autore: Lithops    09/10/2015    0 recensioni
La verità è che quando due persone si capiscono a vicenda, si rispettano e si fidano l'uno dell'altro, non c'è bisogno di parole. Matt e Mello rispecchiano un po' questa realtà, nonostante non si sappia niente di loro e risultino più che magnetici. Forse proprio perché ognuno se li può immaginare come vuole, non lo so. A me piace vederli così.
Uno spaccato di vita "quasi"quotidiana al Wammy's House. Fra aiuti reciprochi e piccole risse.
Il tutto in atmosfera un po' Angst.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Rabbia

“Muori, maledetto bastardo bianco! Muori!”
“Mello ti prego di calmarti, il tuo atteggiamento è insopportabile. Sarò costretto ad espellerti dall’aula.”
“Near tu devi morire! Quel posto toccava a me! Crepa scimmietta bianca!”
“Signor Roger, lasci stare Mello. Non cambierà mai.”
“Basta immenso cretino, figlio di put…”
“MELLO! Adesso basta! Se non vai via subito sarò costretto ad abbassare la tua media!”
“Andiamo Mello dai, lascialo stare.”
“Deve morire!”
 
Matt sentiva come se secoli fossero passati dalla serata del giorno prima, quando un Mello triste e malinconico aveva cercato conforto sulla sua spalla e nelle sue parole.
La sera prima Matt aveva faticato ad addormentarsi, mentre soppesava le parole dell’amico. Mello era un tipo che cambiava umore spesso e radicalmente anche. Lo sapeva. Ma non lo aveva mai visto giù come quel giorno, quando, a tavola, si risparmiò le sue solite battutine acide e si limitò a sbocconcellare la sua tavoletta in silenzio. Andò a letto presto, senza fare altro che cambiarsi e infilarsi sotto le coperte. Matt lo aveva seguito, ma il ragazzo biondo non gli rivolse più la parola, così Jeevas finì, per la decima volta, il noto gioco a livelli. La mattina dopo al suo risveglio Matt non trovò che un letto vuoto accanto a se e, come sempre in ritardo, si fiondò fuori dalla sua stanza poco prima dell’inizio delle lezioni, saltando la colazione. Trovò il suo solito posto accanto a Mello, che, con lo sguardo basso, si rimirava le scarpe. Matt si rese conto di non sapere cosa dire, finché non vide Roger entrare nell’aula con la sua solita, composta eleganza.
Solo allora ricordò della consegna delle pagelle del primo trimestre. Quella però, non era una consegna dei voti normale. Lo stidente col miglior punteggio avrebbe collaborato per una settimana con l’FBI, in una missione di secondaria importanza. Matt non trovava la cosa nemmeno lontanamente invitante, se non per i potenti computer dai quali poter piratare centinaia di videogiochi giapponesi in un colpo solo. Ma per Mello… per Mello era diverso. Oltre a testare sul campo le sue capacità sarebbe potuto uscire, e chissà, se avesse avuto il fegato, magari anche provare a scappare.
 
Poco dopo che Roger consegnò i risultati e appese la bacheca con la graduatoria gli occhi di Mello si trasformarono. Pareva che lanciassero saette e nel giro di pochi secondi aveva le dita strette saldamente intorno al collo di Near che, impassibile come sempre, cercò appena di allontanarsi dalla presa di Mello. Matt gli corse dietro nonostante Mello avesse saltato come un puma per afferrare Near dall’altra parte dell’aula. Lo bloccò e lo tirò indietro, mentre Mello, in preda ad un raptus omicida, scagliava maledizioni ed insulti di vario tipo a Near che, lentamente ma con una certa premura, si era spostato dietro Roger e osservava la scena come una piccola ombra bianca.
 
Mello sa essere davvero terrificante. Si trasforma, non ha senso. Ieri era così abbattuto…
Dove la trovi questa forza? Dove trovi la forza di essere Michael Keel? Perché lotti così estenuantemente e non ti sei ancora piegato agli eventi?
Io giuro che lo ammazzo! Un giorno di questi lo pesto di brutto e vedrai che regalino gli farò per il tredicesimo compleanno di quel gran rompicoglioni!”
Devo lasciarlo sfogare. Solo questo. Non lasciarmi coinvolgere.
“ma perché poi? Per una stupida virgola, per un novantanove! E che cazzo però! Un novantanove virgola novantanove, e lui?”
Però ha pure ragione eh! Ma devo lasciarlo sfogare.
“Eh certo, lui cento! E perché non mille a quel leccaculo viziato!”
Non penso che tirare calci alle porte sia il migliore modo per aprirle, però…
Matt?”
Dice a me?
“Matt?”
“si?”
“a te non dà fastidio? Nemmeno un po’?”
Si, mi dà fastidio vederti così, mi da fastidio vederti triste, ma allo stesso tempo la tua furia mi affascina, Mello.
Ehm… io, cioè… non mi frega molto dei voti”
“Come fa a non fregartene Matt! Sono l’unico modo che abbiamo per farci notare da L!”
“Io…”
“Matt, cazzo! Formula una frase!”
“A me non interessa più di tanto diventare l’erede di L”
“Cosa scusa?”
“Voglio dire apprezzo quello che fa, il suo lavoro, la sua genialità… però io non mi ci vedo al suo posto…”
Solo silenzio.
 
Quella sera Mello uscì dalla finestra, sicuro che Matt l’avrebbe coperto. Matt lo aspettò alzato, consumando due volte la batteria della sua PlayStation. Quando Mello tornò trovò Matt appisolato nel ripiano della finestra con gli occhiali coperti da un folto ciuffo rosso e fra le dita la console spenta.
 
N.d.A
Ciao a tutti coloro che sono arrivati fin qui!
E grazie, anche ;)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di non essere caduto troppo nell’OOC. Inoltre ho potuto rivedere il capitolo solo molto di fretta e quindi non so se sarà esente da errori di scrittura/battitura quindi vi sarei riconoscente se me li faceste notare così che possa correggerli, grazie u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate con una bella recensione :D ( o anche brutta eh!)
A presto,
Lithops
 
   
 
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