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Autore: Sjel    10/10/2015    0 recensioni
[Volevo iniziare a vivere davvero. Almeno provarci. Ma la dura realtà dei fatti è che mai avrò la possibilità di assaggiare l'emozione del passare degli anni. Mai verrà quel giorno in cui soddisfatto, potrò esalare l'ultimo respiro e diventare cenere, ritornare alla terra...]
Una sorta di piccolo diario in cui il protagonista esprime le sue disgrazie e il suo disprezzo per una vita buia. Ma forse alla fine riuscirà a trovare la tanto bramata luce di un tunnel lungo secoli.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanta solitudine per una sola persona... Sono un vile disgraziato.
Tali sere uno spirito ancor più malvagio si impossessa di me, costringedomi a spargere morte e terrore tra i vicoli di città che gorgheggiano di persone, di luci, di sorrise e risate, di odori, di buon sangue... Di sottomissione... Di morte... Mi trovavo lì, in un vicolo buio, che trascinavo una malcapitata donna, che le strattonavo il collo e la privavo della sua preziosa sostanza vitale... Che lottavo con il mostro che vive in me... Sono stato un maledetto irresponsabile, avevo disperato bisogno di nutrimento e non ho badato bene a restare in disparte. Una donnina minuta, dall'odore più intenso che abbia mai sentito in tutta la mia miserabile vita, era lì con gli occhi sgranati dalla paura, che tremava, ma guardava fissa me, che godevo della sofferenza della vittima sottomessa a me. Mi sono reso conto di lei, poco più tardi mi sono reso conto a quale cruda scena abbia dovuto assistere quella piccola anima impaurita. Ha visto un mostro, dagli occhi cattivi e luminosi, dai canini affilati e sporco di sangue. Lei non scappava. Mi avvicinavo a lei, con il mio fare possente e demoniaco che mi dominava, lei non arretrava. Si limitava a guardare. Sono arrivato a sussurrarle all'orecchio che la morte le avrebbe fatto presto visita sotto le vesti di un angelo. Lei non si muoveva. Tremava e aveva gli occhi chiusi. Ma era forte e non osava muoversi. La bestia che era in me cacciò un ruggito rivolto ad un cielo coperto di nubi scure che attendeva il momento giusto per far piovere lacrime ed essere squarciato da un fulmine. Mi sono dileguato in sottile nebbia e sono andato via prima che la poveretta potesse aprire gli occhi, lasciandola lì sola, con un terribile ricordo da cancellare dalla sua mente. L'effetto della strabiliante reazione di quella donna ha riportato terribili conseguenze al mio animo tormentato. Ora sa che non esisto solo nelle sue fantasie o nei libri, ma sono una terribile realtà. Quella notte ha conosciuto il vero volto della morte. 
   
 
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