...LA LORO STORIA...
POV
MELLO
Dopo
cena, Near ed io filiamo in camera senza dire una parola, senza
pensarla
neppure! Halle potrebbe leggerci nel pensiero.
Appena
la porta si chiude alle nostre spalle però iniziamo a
“chiacchierare
amichevolmente”.
-contento?
Near per colpa tua siamo in punizione e ti giuro che se mio padre lo
viene a
sapere sei morto!-
Ignorando
alla grande quello che ho appena detto, inizia a cercare il pigiama da
mettersi, poi si chiude in bagno.
Ovvio
no? Abbiamo il bagno in camera. Mi sembra naturale.
Lo
aspetto, frugando educatamente tra le sue cose.
Dopotutto,
di lui non so più nulla.
Da
bambini eravamo qualcosa di vagamente simile a due amici.
Nessuno
dei due poteva uscire dalla propria casa senza i genitori o i
governanti al
seguito e potevamo frequentare solo “gente alla nostra
altezza”, quindi farsi
delle amicizie era difficile.
Le
nostre famiglie si conoscevano, quindi spesso ci incontravamo a casa di
uno dei
due.
Poi,
all’improvviso, non so bene il perché, lui non
è più venuto qui ed io mi sono
sentito troppo orgoglioso per andare da lui, o semplicemente per
telefonargli.
Poi
è morta la mamma. Credo che Near non lo sapesse proprio. In
quel periodo
infatti c’è stato il primo processo a suo padre:
venne accusato di omicidio
doloso, ma non ricordo chi aveva ucciso. Forse qualcuno che conoscevo
anche io.
So soltanto che mio padre ne seguì il caso e che, nonostante
il ricordo della
mamma fosse ancora vivo in lui, iniziò a sentire una
profonda amicizia nei
confronti di quella donna.
Poi,
da qualche tempo a questa parte, la mamma di Near ha chiesto il
divorzio. Ha
detto che non voleva avere nulla a che fare con un criminale, un
assassino e
quanto altro.
Ma
io penso che fosse per mio padre.
Infatti,
nemmeno finito il processo, ecco che sono arrivati qui lei e il figlio.
Adesso
però tutto è cambiato: io non posso perdonare mio
padre per essersi messo con
qualcuno che non sia mia madre. Ma è sempre mio padre. E
neppure me la sento di
prendermela con la madre di Near, è una persona davvero
squisita.
chi
resta come capro espiatorio? Near.
Ok,
lui non centra nulla, ok, siamo stati amici. Ok. Ma il tempo passa, le
persone
cambiano.
E
poi credo che il sentimento di odio sia reciproco: neppure lui ha
provato più
ad avvicinarmi.
Per
buona educazione non dovrei, però inizio a frugare un
po’tra le varie cose di
Near, nei cassetti, nell’armadio. Non trovo nulla che possa
portarmi a qualche
anno fa.
-Non
credo ti vadano i miei vestiti-.
La
voce gelida di Near mi fa trasalire.
-Non
stavo…-
-Non
stavi…? Non stavi cosa? Se proprio dobbiamo stare negli
stessi spazi, impara a
rispettarli-.
Non
ha torto. Colto con le mani nel sacco.
-tze-
sbuffo e vado a cambiarmi anche io.
POV
NEAR
Ma
che cavolo stava facendo tra le mie cose? Almeno ora che siamo in
punizione
potrebbe evitare di fare scherzi stupidi. Stavolta non so davvero cosa
aspettarmi.
Appena
arrivati, per darmi il benvenuto, mi ha messo le cavellette nel letto.
Dove le
ha prese poi, non ne ho idea!
Il
più delle volte trova modi stupidi per farmi inciampare
ovunque, oppure ruba la
cioccolata e dice che sono stato io.
Ma
questo è di routine e poi Roger è abituato ai
furti di Mello e non mi incolpa
mai.
Quando
c’è Watari mi strappa i quaderni con gli appunti e
una volta ha dato fuoco a un
libro.
Ieri
sera ho trovato la candeggina al posto dello shampoo.
Insomma,
manco avessimo ancora sette anni! Magari…
Comunque
non mi va di perdere tempo a pensare a come si potrà
divertire Mello, me ne
occuperò domani e magari troverò il modo di
dargli pan per focaccia.
Ora
ho sonno.
Mi
ficco sotto le coperte e dopo non molto cado nel mondo dei sogni.
POV
HALLE
Quei
ragazzi mi manderanno al manicomio!
DRIIIIIN,DRIIIIIN
Mai
un po’di pace! Solo il telefono ci mancava. Per mia fortuna
risponde Roger.
È
l’unico in questa casa che mi da una mano quando i signori
non ci sono.
Il
padre di Mello è un uomo sempre impegnato, un magistrato
piuttosto in gamba,
forse un po’in sovraccarico di lavoro.
Qualche
anno fa mi ha fatto vincere una causa contro il mio ragazzo, lo ho
conosciuto
così.
È
un uomo talmente buono che, non solo mi ha fatto vincere la causa, ma
mi ha
anche dato una casa, vitto e alloggio. Unico pagamento da parte mia
è stare con
i ragazzi.
In
fondo so che non avrebbe bisogno di me, perché ha fin troppo
persone al suo
servizio, ma mi ha voluta. E io non posso non essergli grata.
Mi
chiedo solo per quale motivo con il figlio sia sempre tanto severo e
non gli
mostri mai questo lato dolce di se.
La
madre di Near è una donna squisita, a modo e molto dolce.
Ma
passa la maggior parte della vita a lavoro anche lei. È la
caporeparto di
chirurgia cardiaca al Center Hospital.
Insomma,
una coppia davvero impegnata. Di tempo per i ragazzi ce ne è
davvero poco ed è
per questo che non si sono resi conto che i figli hanno problemi tra
loro. Seri
problemi, perché ragazzi della loro età non
dovrebbero proprio farsi dei
dispetti simili e soprattutto non dovrebbero alzare le mani
l’uno sull’altro.
Ma provare a farglielo capire è come insegnare ad una
leptinotarsa a non
mangiare pomodori.
Roger credo che lavori qui da sempre, conosce a memoria la casa e sa sempre come prendere Mello quando ha le sue crisi isteriche. È davvero un santo!
Wow...sono felicissima: CHE BELLO, CHE BELLO, CHE BELLO!!! La storia vi piace ^-^
Ok...passando al capitolo: questa è la versione di Mello, però mancano alcuni passaggi. Near, prima o poi li chiarirà!!! ^-^
Adesso devo andare, comunque grazie a tutti, vi voglio tantissimo bene,
Near_chan