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Autore: TwoNamesForS    11/10/2015    3 recensioni
"Lei" è la raccolta di sfoghi di una ragazza che si trova a pensare spesso a tutto quello che sente, e che in questo modo matura un pensiero che però non vuole accettare, ovvero che lei...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lei pensa, ma ne soffre.

Pensa che a volte sarebbe meglio non pensare più.

Pensa che pensare la fa solo stare male.

Pensa che odia pensare.

Pensa che pensare è l'unica cosa che gli è rimasta.

Pensa che non riesce più a fare altro.

Pensa che odia sé stessa.

Pensa che si odia con tutto il cuore.

Pensa che vorrebbe non essere sé stessa.

Pensa che essere lei sia una maledizione.

Pensa che vorrebbe piangere...

Sapete che c'è? Sono stanca di pensare. Sono stanca di scrivere in quel modo. Sono stanca.

Piacere, io sono la lei di cui avete letto fino ad ora...e sapete cosa? Sento che dovrei piangere ora, ma non riesco. Forse non vi piacerà il fatto che ho smesso di usare lo stile che ho usato fino ad ora, ma io voglio parlarvi di lei, da una prospettiva diversa. Se avete letto fino a qui vuol dire che mi conoscete, almeno un po', ed ora lei vuole parlare direttamente con voi, in quanto grazie a voi sono riuscita ad arrivare fino ad ora, a sfogarmi, sapendo che qualcuno sapeva, anche se per poco, che io esisto davvero, che ci sono e non sono un'illusione che ho creato da me per fingermi viva.

Mi presento: mi chiamo Erica, ho 17 anni, e sono inutile. Sono quella che molti potrebbero definire fantasma, nel senso che tutti si dimenticano di me, io sono l'ultima in tutto, sempre e comunque.

Io sono quella che sta ferma, in un angolo, ascoltando musica tramite le cuffie, con la gente che le passa accanto senza notarla. Io sono quella che non si sente viva. Io sono quella che odia stare sola, ma deve, perchè è inferiore agli altri, o almeno ha imparato a sentirsi tale.

Sapete, io non parlo con nessuno, l'unica persona con cui parlo è me stessa, e neanche io mi sopporto quindi mi chiedo: perchè gli altri dovrebbero sopportarmi? Ci sarà un motivo per cui non mi parla nessuno, no? Be', il motivo è che sono noiosa, monotona, fastidiosa, insopportabile, inutile, stupida. La mia maschera, quella che tutti conoscono, non riuscendo a vedere chi c'è sotto, non mi rappresenta. Quando indosso la maschera, io sono quella scema, quella che vive in un mondo tutto suo, simpatica (a volte), quella che tutti possono prendere per il culo, sfruttare, ferire, offendere, tanto non ci rimane male...Quella invisibile che nessuno ricorda, l'ultima in tutto, quella inutile, ma che sorride sempre o al massimo si arrabbia un po'...Ma sono stronzate, io sono tutt'altro.

Io sto male, è orribile vivere in un mondo che non ti accetta e non vedrà mai chi sei, perchè ti esclude a priori. Io non sono nulla, per il mondo, è come se non esistessi, ma io so, e forse anche voi, che io ci sono, io esisto, io penso, io scrivo, io vivo, anche se non sembra. Il mondo mi odia ed io ho una domanda: cosa ho fatto per meritarmi questo? Cos'ho fatto per meritare tutto questo? Perchè il mondo mi detesta così tanto? Perchè non posso essere serena? Perchè non posso essere felice, per una volta? Perchè tutto va sempre contro di me? La risposta la ho, perchè sono io, ed in quanto me sono destinata a stare sola. Tutti si stancano di me, prima o poi. Tutti si dimenticano di me, prima o poi. Tutti si allontanano da me, prima o poi. Tutti se ne andranno via, prima o poi.

Sapete, vorrei che almeno voi lettori parlaste con me, magari facendomi domande, alle quali risponderò con entusiasmo, in quanto sarebbe bello che voi, che mi conoscete almeno un po', mi parlaste, sapendo che io esisto. Mi sento così sola, mi sento così inutile, mi sento così stupida...Penso sempre troppo, non agisco mai, e ciò mi allontana ancora di più dagli altri. Sono come un manichino che sta dietro un muro trasparente, ma che nessuno nota, che può solo rimanere lì, guardando gli altri, ma non potendo avvicinarsi a causa di quel muro che si è creato da solo, senza accorgersene. Sono un clown, che ride e fa ridere gli altri, per poi, in solitudine, piangere per quanto miserabile sia la sua vita. Sono una farfalla in gabbia, che non ha modo di fuggire, se non spezzandosi le ali, quindi decido di rimanere ferma nella mia prigione metallica, sapendo che non potrò mai più volare, non sarò mai più libera, non sarò mai più apprezzata, non sarò mai più ammirata, non sarò mai più invidiata, non sarò mai più amata, non sarò mai più viva.

Sapete cosa c'è? Io sto male, sto malissimo, chiedo troppo se chiedo di sentirmi, anche solo per un secondo, amata? Chiedo troppo se chiedo di sentirmi, anche solo per un secondo, accettata e compresa dal mondo? È troppo desiderare di sentirsi, non importa per quanto, fottutamente perfetta? È davvero grave desiderare che gli altri mi parlino? È così stupido chiedere che gli altri mi notino e si interessino a me? È così oltre ogni logica chiedere di essere voluta bene, anche solo il tempo di un abbraccio? È così inconcepibile chiedere che qualcuno mi dica che vuole stare con me? Che non si dimenticherà che esisto? Che mi starà vicino? Che non sarò più sola? A quanto pare sì.

Più volte mi sono dedicata qualche canzone, dicendomi che tutti si sarebbe sistemato, che tutto sarebbe andato per il meglio, che sarei stata felice, prima o poi, ma è stato inutile. Ricordo quella volta in cui mi dedicai la mia canzone preferita, quella canzone che non vorrei nessun altro mi dedicasse, quella canzone che poteva aiutarmi, ma non riuscì mai a farmi sentire fottutamente perfetta come avrei voluto. Ricordo anche l'altra mia canzone preferita, quella che contiene le parole che vorrei sentirmi dire, che nessuno però conosce, e comunque sia anche se gliela mettessi davanti agli occhi non saprebbe cosa farsene.

Vorrei soltanto dimenticare tutto e correre via. Vorrei correre via da tutto, da tutti, dai miei pensieri, dalle mie paure, da quelli che mi ignorano, dal mondo che mi vuole sempre in sofferenza, da tutto, da tutti. Sono stanca di stare sola. Sono stanca di essere sempre l'ultima in tutto. Sono stanca di essere me...

Be'...Chiudo qui questo capitolo, per evitare di annoiarvi ancora più di quanto abbia già fatto. Vi chiedo solo di parlare con me, scrivendo qualcosa o magari facendomi domande qua sotto, se vi va. È arrivato, per me, il momento di andare a dormire, cercando disperatamente nei sogni quella effimera felicità che non posso raggiungere nella realtà.

  
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