Quella notte, il suono ovattato dei loro respiri irregolari, incorniciava i movimenti disperati, e bisogni di attenzioni reciproche, dei loro corpi.
Quella notte, il vetro della finestra aveva perso la sua trasparenza, perché rivestito da una sottile patina d'aria condensata.
Quella notte, faceva particolarmente freddo; quel freddo tanto pungente da penetrare nelle ossa, così raggelante da rendere ostico ogni qual tipo di movimento. Quel freddo che riduce la pelle ad un mero rivestimento secco, ancor più arido della sabbia del deserto.
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